2018: il sistema internazionale raggiungerà il sovraccarico?

Il 2017 è volto al termine, inaugurando il biennio che rivoluzionerà gli assetti globali. Nel corso dell’anno appena trascorso il sistema internazionale vigente, il cosiddetto “ordine liberale”, si è ulteriormente deteriorato: la sconfitta occidentale in Siria, il progressivo scivolamento della Turchia nell’orbita russa, la debacle elettorale subita da Angela Merkel e gli scossoni in Arabia Saudita ne sono esempi ecclatanti. In parallelo sono aumentate le frizioni tra il blocco atlantico e quello euroasiatico: nella penisola coreana soffiano venti di guerra e l’Ucraina rischia di essere teatro di nuove violenze, dopo la decisione americana di fornire armi letali. Il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali sarà l’innesco di un terremoto finanziario che precederà/accompagnerà la deflagrazione del sistema internazionale.

2018-2019, i due anni che decideranno il XXI secolo

Terminato il 2017, è giunto il momento di tirare le somme dei dodici mesi appena trascorsi e, ancora più importante, cercare di anticipare cosa riserverà il 2018. Iniziamo col dire l’anno appena trascorso, da noi battezzato “l’anno della frattura” quando era ancora in fasce, non ha deluso le aspettative: se qualcuno non coglie le scosse sismiche che stanno attraversando il mondo, è soltanto a causa della loro frequenza, così alta da farle passare quasi inosservate a causa della progressiva assuefazione. “How Japan is preparing for a nuclear attack” è un titolo del Financial Times dello scorso maggio1, non il taglio alto di un tabloid-spazzatura come The Sun.

Rispetto alle nostre previsioni formulate nel gennaio del 2017, e mantenute costantemente inalterate per fedeltà all’impianto analitico (anche quando, tra il primo ed il secondo turno delle presidenziali francesi, sarebbe stato necessario modificarle), l’unico “errore” è stata la mancata elezione di Marine Le Pen: del resto, anche qualora la candidata “populista” avesse intravisto la vittoria, si sarebbe trovato il modo di aggiustare il risultato, tale era la pressione per insediare all’Eliseo l’ex-Rothschild Emmanuel Macron.

Diversamente, tutto è proceduto come era facilmente prevedibile: l’ordine mondiale “liberale”, l’assetto uscito dall’ultimo dopoguerra e rafforzatosi nel 1989, basato sulla UE/NATO, sulla globalizzazione, e sull’indiscussa egemonia angloamericana, ha accelerato il proprio processo di dissoluzione che, per comodità, si fa iniziare con la bancarotta di Lehman Brothers (settembre 2008). Se paragonassimo la situazione internazionale ad un aereo, potremmo dire che dieci anni fa i motori si sono fermati e, anno dopo anno, il velivolo sta perdendo quota, avvicinandosi ad un impatto che si preannuncia molto brusco. Non sarebbe eccessivo definirlo di proporzioni “epiche”: sta, infatti, per volgere al termine l’egemonia angloamericana che, sommando la “pax britannica” alla “pax americana”, è durata circa tre secoli.

La gravità del momento è testimoniata dalle fratture dentro lo stesso establishment atlantico, emerse chiaramente nel corso del 2016 con il duplice “choc” della Brexit e l’elezione di Donald Trump.

La fazione “liberal”, preponderante e inserita nei gangli nevralgici del sistema euro-atlantico (media, ONU, Vaticano, Unione Europea), prediligeva il mantenimento dello status quo, blindando l’Unione Europea e contenendo la Russia e la Cina, con un misto di sanzioni, diplomazia e accerchiamento militare. La fazione “nazionalista”, salita al potere con Donald Trump, si prefigge invece di salvaguardare l’egemonia atlantica sbarazzandosi di orpelli ritenuti ormai inutili (UE e ONU) ed alimentando i nazionalismi regionali (Giappone, Polonia, Ucraina, etc.) utili ai propri obiettivi. Il piano “kissingeriano” di Donald Trump, separare la Russia dalla Cina, cooptando la prima nell’orbita occidentale, può dirsi già abortito. Ne sono una prova il recente piano strategico per la sicurezza nazionale, dove sia Mosca che Pechino sono indicate come una minaccia all’egemonia statunitense2, ed il riaccendersi  quasi concomitante delle tensioni tra Stati Uniti, la Russia (invio dei missili anticarro Javelin all’Ucraina3) e la Cina (accusata dalla Casa Bianca di fornire greggio alla Nord Corea4). La decisione di Vladimir Putin di ripresentarsi alle presidenziali del 2018, anziché lanciare un segnale “distensivo” ritirandosi dalla scena politica, conferma che al Cremlino non c’è alcuna fiducia nell’interlocutore americano.

Le faide interne all’establishment atlantico (il “Russiagate” ha scandito tutto il 2017), accompagnano così l’ineluttabile processo di dissoluzione dell’ordine liberale. Sotto questo aspetto, le tappe più salienti degli ultimi dodici mesi sono state (in ordine di rilevanza):

La presa delle potenze marittime sulla massa euro-asiatica si è, in sostanza, ulteriormente ridotta nel corso del 2017; parallelamente è aumentata l’influenza di Mosca (vittoria militare in Siria e triangolo russo-turco-iraniano) e di Pechino (sviluppo della Nuova Via della Seta, ostacolato, dove possibile, con azioni simili alla “crisi umanitaria dei Rohingya” in Birmania). L’intensificarsi del secolare scontro tra “terra e mare” ha così provocato l’accumularsi di dense e nere nubi, foriere di guerra: è il dramma del nucleare nordcoreano, dove le bombe atomiche (sviluppate da Pyongyang per evitare scenari à la Libia o à la Siria) rivestono un ruolo secondario. Nel mirino degli angloamericani non c’è tanto il regime di Kim Jong-un, quanto i due giganti continentali retrostanti (Cina e Russia), considerati una minaccia tale da lasciare che il Giappone si riarmi impetuosamente7.

Arriviamo così al 2018, durante cui è probabile che il sistema internazionale si avvicini pericolosamente o, addirittura, raggiunga il sovraccarico.

Come è ben visibile nel grafico sottostante, l’erosione della potenza atlantica di questo ultimo decennio è avvenuta nonostante le quattro maggiori banche centrali del blocco atlantico (FED, BOE, BCE, BOJ) abbiano schiacciato, per la prima volta della storia, il tasso di risconto a zero: mari di liquidità si sono riversati nei mercati finanziari, alimentando l’illusione di una potenza economica e di un benessere che non hanno più riscontri nella realtà. L’impero angloamericano si basa ormai su un enorme bluff: le borse hanno toccato nel 2017 nuovi record, accompagnate però dall’esplosione del debito pubblico e dal costante calo del tasso di partecipazione alla forza lavoro.

Che succederebbe se, nel corso del 2018, le banche centrali dovessero effettivamente rialzare i tassi, dopo un decennio di stimoli monetari? La liquidità, ripetendo il copione già sperimentato nel 1929 e nel 2008, defluirebbe dalle azioni, dalle obbligazioni, dalla periferia dell’eurozona: le borse si avviterebbero, gli interessi pagati sui debiti pubblici schizzerebbero alle stelle, la moneta unica imploderebbe, trascinando con sé l’Unione Europea. L’ordine “liberale” tramonterebbe definitivamente, travolto da una crisi economica e finanziaria senza precedenti (già si parla di adottare tassi negativi, come extrema ratio per rianimare i circuiti finanziari).

È plausibile che l’impero atlantico accetti di essere archiviato  pacificamente come fece l’Unione Sovietica di Mikhail Gorbachev? È credibile che, per la prima volta della storia, la potenza egemone in decadenza accetti di abdicare senza prima sfidare in campo aperto la potenza emergente? È possibile la transizione da un ordine atlantico ad uno euroasiatico senza un intermezzo bellico?

Sono quesiti cui risponderà il biennio 2018-2019: il rialzo dei tassi d’interesse imprimerà ulteriore velocità alla storia.

 

1https://www.ft.com/content/a12eda2e-400d-11e7-82b6-896b95f30f58

2https://www.washingtonpost.com/politics/national-security-strategy-plan-paints-china-russia-as-us-competitors/2017/12/17/0229f95c-e366-11e7-a65d-1ac0fd7f097e_story.html?utm_term=.e71a23066f8b

3http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2017/12/23/ucraina-usa-fornira-armi-a-kiev_48828745-9ac8-400b-8286-3d060227061b.html

4https://www.ft.com/content/a12eda2e-400d-11e7-82b6-896b95f30f58

5https://www.nytimes.com/2017/09/12/world/europe/turkey-russia-missile-deal.html

6https://www.rt.com/business/407704-china-oil-plans-yuan-contract/

7https://www.fpri.org/2017/11/spared-war-abes-victory-japans-rearmament/

32 Risposte a “2018: il sistema internazionale raggiungerà il sovraccarico?”

  1. E cessare quindi Parvus, e la schiavitu’ del denaro creato dal nulla solo da lui, e imposto ai popoli, che lasciati senza cartine colorate si riversano in massa nella terra un tempo gloriosa di Roma? Aleppo e’ la nuova Stalingrado: da li’ Roma portera’ di nuovo la civilta’ a tutti i popoli. Ecco perche’ vi volle far suonare poco distante un comcerto di musica classica – cioe’ romana. Mai Ulianov, Broenstein, e Dzughashvili lo avrebbero creduto: Roma, secondo profezia, e’ tornata.

  2. Molti scenari sono aperti. I fronti (di eventuale guerra) sono disseminati un pò in tutto il mondo.
    Non so cosa succederà in Iran, ma mi piacerebbe moltissimo che la “rivoluzione” coinvolgesse invece l’Arabia Saudita, monarchia teocratica sunnita.
    Ad ogni modo, ritengo che occorra prestare molta attenzione a Est, da noi in Europa.
    Ucraina, Donbass….d’estate ci saranno pure i mondiali di calcio. Sinceramente non sono nemmeno sicurissimo che si disputeranno. Certo è che se si dovessero disputare sarà un mese molto critico, sia per possibili attentati, sia per quanto intanto potrebbe succedere in questi fronti aperti.

    1. Che dici, l’esercito Ucraino contrattacca per i mondiali?
      Potrebbe essere una previsione semplice, visto i precedenti…

  3. È plausibile che l’impero atlantico accetti di essere archiviato pacificamente come fece l’Unione Sovietica di Mikhail Gorbachev?
    No perchè le due “ritirate” non sono geopoliticamente “equivalenti”.
    Nel collasso “sovietico” la russia si ritirava “strategicamente” dall URSS ( la chiave di lettura di J. Kleeves) scaricando “zavorra” per recuperare efficacia agilità e spazio di manovra pur al prezzo “tragico” ( come disse poi putin) di lasciare il 25% dei russi fuori dai confini della russia.
    Nel collasso ” atlantico” questo non è possibile , la “zavorra” è già abbondantemente dentro gli U$A e l’ abbandono degli “alleati” ( aka sottoposti) lascerebbe agli avversari “euroasiatici ” risorse e spazi strategici molto più vasti di quelli “mollati” 30 anni fa dalla russia .

    Per gli U$A ritirarsi anche solo al vecchio “cortile ” del continente americano significherebbe tornare al ruolo marginale nei rapporti di forza globali di 120 anni fa… “chi comanda in ” U$A non l’ accetterà mai.

    1. se l’Impero dell’Estremo Occidente sarà convogliato sulla soglia del Ritiro farà “muoia Sansone con tutti i filistei”: sennò alcuni secoli di Nihilismo Occidentale dallo scorfano teutonico in poi che lo ha INAUGURATO (Nietzsche in parole povere…) a cosa è servito?

    2. Tutto avviene come se stessero sistemando i pezzi ( le basi militari) sulla scacchiera, prima dell’inizio della partita ( la terza guerra mondiale). Afganistan, Libia, Siria, Niger ecc. certo un obbiettivo è destabilizzare per dominare (anche economicamente), ma l’altro obbiettivo è avere un pretesto per introdurre un contingente militare permanente. Avete presente come inizia RISIKO: si scelgono i territori dove piazzare i carrarmatini, secondo i propri obbiettivi e strategia

  4. Il rialzo dei tassi servirà per sgretolare la medio alta borghesia Europea, cosi che per “loro” sarà più facile muoversi a guerra creando ulteriore caos tra chi può fare pressione sui vertici politici, ma ciò che mi chiedo è se (2′ guerra docet) siano speranzosi di sgretolare l’impero USA per poi favorire una nuova versione di bolscevicismo (loro grande amore… per chi non lo sapesse cercare Bella Dodd) in Europa e quindi Asia con la loro ingerenza dalla Russia (ove non credo Putin abbia buttato a mare i vecchi oligarchi).

    Il vero inganno degli ultimi tempi mi sembra voler far apparire la loro presenza solo negli USA, facendoci credere che Putin non sia dei loro o che anche non fosse dei loro abbia la forza di tenerli lontani.

    Loro erano dietro gli Usa e dietro i bolscevichi sia durante la guerra “calda” che fredda, che non lo siano anche ora mi sembra una sciocchezza pensarlo.
    Il loro scopo è altro, ed ha più a che fare con Orwell e la vendetta satanica che con la sete di potere e soldi.

    1. per Mikahel: beh, bisognerebbe capir quanta sostanza veritieria ci sia davvero dietro le plurime affermazioni dell’éntourage putianano sulla Famiglia: se ci fosse come a me pare, lo jato tra l’Estremo Occidente Nihilista e la sfera putianna sarebbe INCOLMABILE, non suturabile né tanto meno come afferma Lei ‘osmotico’.

    2. E’ una chiave di lettura possibile; in effetti il “moderato” e “cauto” putin può essere inquadrato sia come “attore” del sistema nel ruolo del “poliziotto buono” che come acuto stratega che sa BENE con quale potente e oscuro avversario si deve misurare.
      Il dilemma sarà risolto quando la “guerra” 4G già in corso passerà decisamente dal “finanziarmediatico” al “militare diretto”.
      Io posso solo dire che più il tempo passa e più sembra vera la seconda e che appunto sarebbe tutto interesse dell’ “acuto stratega” far credere più a lungo possibile di essere confuso debole e incerto.
      Dicono infatti che putin conosca benissimo Sun Tzu.

      1. Le chiavi di lettura sono varie ed eventuali, visto tutta l’informazione e la disinformazione che c’è in questa epoca digitale, sono comunque abbastanza d’accordo su quanto scritto da Mikahel, il rialzo dei tassi può essere inquadrato in questa ottica, collegata alla Brexit.
        Per quanto riguarda il Bolscevismo, e se invece lo diventassero gli USA?
        http://www.unz.com/article/black-white-in-culturally-marxist-america/
        https://patricehansperrier.wordpress.com/2017/12/12/vertigo-les-derives-mortiferes-du-marxisme-culturel/
        Per quanto riguarda la guerra non ne sono troppo convinto, opterei per un crollo finanziario, visto l’entrata dello Yhuan nel paniere DTS e le opinioni diffuse di un “reset”, per andare poi verso una “mondializzazione” e governo mondiale.
        http://alt-market.com/articles/3329-why-the-globalists-need-a-war-and-soon
        Per quanto riguarda Orwell e la vendetta satanica, non mi pronuncio, esistono profezie comunque sulla dominazione del socialismo su tutto il pianeta.
        Quello che appare sempre più evidente mi pare però una mondializzazione gestita da oligarchi che si stanno dividendo la torta, speriamo lo facciano in modo indolore…. 🙂

        Saluti

  5. Buonasera.
    Tornerei sulla terra se permettete.
    Terra terra. Boots on the ground.
    Copio ed incollo. A proposito di svolte nell’ottica del Gantt aggiornato del bravo Federico.
    “prima devono arrivare i soldi, poi devono pagare i soldi al produttore per fare arrivare i missili, senza che i tre quarti di questi vengano rubati dai politici di Kiev, sperando che parte di essi non si perda per la strada e finisca in altri paesi. e già questo è difficile.
    Poi i missili rimasti devono finire in mano agli istruttori americani e essere usati in parte per addestrare alcuni soldati ad usarli sul campo di battaglia. Poi arriva la prova più difficile. soldati che prendono trecento euro al mese, quando arrivano, devono rinunciare a cinquantamila euro forniti dal governo separatista per ogni missile consegnato, e rinunciare ad uno stipendio triplo in Russia con tanto di casa e macchina. vedi tu.
    Aspetto sviluppi che so saranno molto , molto interessanti.
    P.S. con novecento euro in Russia campi meglio che con duemila in italia, credetemi.”
    DNFTT. IST

    1. Militari Ucraini, su 100 persone chiamate alle armi se ne presentano 7, dove dovrebbero andare a fare la guerra?

      1. mah, sai, visto che l’Art. 4 della vendita della cittadinanza comunitaria agli alloctoni presenti da 5 anni in cambio del voto (2 000 000 di persone circa in Italia, molte in maggioranza “expendible youth”…) non ha funzionato…
        DNFTT:IST

  6. Si, nel 2017 la grande delusione è stata la sconfitta della Lepen, però come hai ben elencato in questo articolo ci sono state anche molte soddisfazioni.
    Secondo me, la zona più probabile per uno scoppio di violenza non è l’Ucraina (troppa disparità tra le forze in campo) ma la Siria. E’ probabile un colpo di coda da parte dell’impero prima di sloggiare (ricordo che intorno a Racca ci sono circa 2000 marines più mercenari vari). Senza contare l’isteria galoppante degli isdraeliani, appena Hassad muoverà le truppe per riprendersi le alture del Golan non oso immaginare cosa potrebbe accadere.

    Per quanto riguarda l’Europa ecco qui un link molto interessante:
    http://megachip.globalist.it/pensieri-lunghi/articolo/2018/01/04/propositi-per-il-2018-torniamo-a-pensare-a-un-piano-b-per-l-europa-2017267.html

    Ciò che spero , come scritto nel articolo, è una Francia proiettata nel Mediterraneo. Quindi una divisione dell’Europa in due blocchi: il blocco latino (Francia, Italia, Spagna, ecc) e il blocco germanico (Germania, Olanda, Polonia ecc).
    Saluti

    1. Molto interessante la prospettiva di un “Intermarium del Mediterraneo coast to coast”.

      Perchè no!

      Includendo nel progetto federativo, anche paesi storicamente legati all’Italia come la Croazia, il Montenegro, l’Albania e la Slovenia, si potrebbe chiudere l’accesso al Mediterraneo, da punta a punta, da Atene a Gibilterra* a tutto il nord Europa.

      * A proposito di Gibilterra. Ma come cavolo fa la Spagna ad accettare un territorio britannico, in un punto così strategico, sul suo territorio (almeno di fatto) ? Mah

      Ad ogni modo per arrivare ad un progetto di tale portata, secondo me, la prima cosa da fare sarà liberarsi dei nostri traditori interni e non sarà facile. Oggi governano loro!

      1. No. Ipotesi, quella dell’Europa latina, che non corrisponde alla realtà: si lavora all’unione di Francia e Germania con pezzi di Italia e Spagna.

        Avviso ai naviganti: occhio a caricare link esterni, perché con l’anno nuovo adotto un giro di vite anti-spazzatura.

        1. Si, ho letto le tue analisi precedenti (che condivido). Un nuovo impero latino Purtroppo rimane un sogno.
          Nella unione franco tedesca qual’è il ruolo dei paesi scandinavi, si uniranno al blocco?

          Ok, grazie dell’avvertimento, posterò solo link coerenti all’analisi.
          Saluti

    2. Mi pare che la politica del (f)sogno ci abbia portato in un incubo. Io ho una SPERANZA, che il popolo Italiano si svegli dal lungo sonno ed incominci a capire che è Italiano e non tedesco, francese o altro. Basta con l’autorazzismo. Tutto il resto verrà da se.

  7. Curiosamente Repubblica si accorge oggi quanto inattendibile fosse l’Osservatorio dei diritti umani in Siria. Ben due articoli tra ieri e oggi (evito di mettere il link perchè mi fa repulsione).
    Oltre a domandarmi il come mai questa fulminata per le vie di Damasco, mi chiedo come fanno a non vergognarsi per avere usato questa fonte fake per anni spacciandola come oro colato. Ma come giornalisti non si vergognano?
    Io, se lo fossi e scoprissi di aver preso una sonora cantonata, mi vergognerei tantissimo, mi sentirei professionalmente inadeguato. Ovviamente se avessi preso la cantonata in buona fede (ma ciò non giustificherebbe comunque la mia inadeguatezza professionale).
    E avrei chiesto scusa ai miei lettori.

    A Repubblica invece questi particolari non importano. Non un accenno al fatto di avere scritto interi sermoni costruiti dalle fake dell’Osservsatorio, nè tantomeno un accenno di scuse.

  8. Chiedo venia (mi vergogno come uno scolaretto)
    Ho scritto fulminata invece di fulminazione.

    🙂

  9. La vicenda Repubblica e Osservatorio si è arricchita di una completa ritrattazione (e sostituzione) dell’articolo “incriminato”. Chiedono scusa, non per avere propagato le fake news dell’Osservatorio, ma per avere messo in dubbio il loro candore con quell’articolo che hanno quindi rimosso.
    Ma cosa sarà successo in redazione? Un loro giornalista è impazzito e si è permesso di dire la verità?
    Alla frutta

  10. Sorpresa! Dopo anni di guerra energetica della #UE alla #Russia per “differenziare i fornitori” finisce che è la #Russia a differenziare i clienti. con le nuove infrastrutture il petrolio va in #Cina e noi lo pagheremo di più. L’anno venturo tocca al #gas: ecco la pubblicità di #powerofsiberia. Su tutte le TV russe. Quello che porterà il gas che avremmo avuto facilmente noi, in Cina dal 2019
    Реклама Газпром – “Сила Сибири” – YouTube
    https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=uoo4W03xXqY

  11. GENTILONI: “SPERO CHE ELETTORI NON GIOCHINO A RISCHIATUTTO CON FORZE CHE NON SANNO GOVERNARE”.
    Proprio quelli come lui, parlano.
    OT ma poco, folks. Quelli come lui 21 anni fa pontificavano via Commissione di Bruxelles di importare 7 000 000 di alloctoni diseredati esercito industriale di riserva in UE; ed oggi si accorgono via Centro Europa Ricerche (Collignon, Esposito) che le sostituzioni han effetto negativo sull’occupazione dei nativi nei “paesi periferici” (PIIGS)… alla faccia del buonismo.

  12. L’alleanza Berlusconi,Salvini,Meloni e persone come Zanetti, manda sicuramente in Parlamento quelli di Casapound.Sara’ uno spettacolo vederli al Quirinale con Mattarella!!!

    1. Mah, sembra che stiate parlando dei Sex Pistols di Johnny Rotten. un tempo credevo anch’io in Casapound, un tempo credevo anch’io nelle favole… 🙂

  13. Traggo spunto dal commento di Keith Richards per chiedervi un parere.
    Sinceramente sono molto combattuto sul voto da esprimere il 4 marzo.
    Se dovessi far parlare il mio cuore vorrei votare casapound, per quello che fanno nei singoli comuni dove operano, per come vengono trattati dai media, per altri motivi che non sto qui a elencare.
    Ma il mio timore è che il mio possa essere un voto sprecato che va a vantaggio del Pd o del 5 stelle.
    Avrei voluto votare Salvini, ma ho come l’impressione che sia stato “addomesticato” da Berlusconi. Tanto che negli ultimi mesi è un po’ cambiato il suo approcciarsi con la questione ue e gestione immigrati. Si è un po’ edulcorato il suo linguaggio. Poi molto strana è stata la tempistica tra accordo sul quarto polo (i residuati di Alfano) e la rinuncia di Maroni in Lombardia.
    Quindi pare che la lega abbia ceduto la Lombardia a forza Italia.
    Per me questo significa che Salvini è stato addomesticato.
    Quindi o Salvini è debole, oppure c’è qualcosa che non ci raccontano….ed ognuno si sta preparando a prendere parte, a ciascuno il suo ruolo, a questa sceneggiata pirandelliana.
    Io voglio votare un partito sovranista senza se e senza ma. Per me la ue non è da riformare, ma da abbattere.
    Sull’immigrazione mi sento preso per il culo se mi dicono che siederanno con gli altri per rivedere il Patto di Dublino. No. Io voglio che l’immigrazione incontrollata venga bloccata. Anche con la forza.
    Voglio che vengano battuti i pugni sui tavoli e non discutiamo e poi vediamo. Sappiamo quanto contiamo e quanto ci tengono in considerazione….che discutiamo a fare?

    Avrei voluto che Salvini e Meloni si presentassero da soli (magari con casapound), li avrei votato senza nessun dubbio. Con la consapevolezza che non avrebbero avuto i numeri per governare, ma con lo scopo di costituire in Parlamento una discreta forza sovranista con cui tutti gli altri avrebbero dovuto fare i conti (e chissà se qualcuno di forza Italia, ma di buona volontà, non avrebbe potuto dare una mano in certe contingenze).

    1. Salvini è obbligato a fare così, altrimenti dopo due giorni riparte il ricatto dello spread. Non ha assolutamente cambiato idea ma bisogna lavorare sotto traccia. Se tutti gli elettori della coalizione di cdx votassero Salvini a quel punto Berlusconi non sarebbe più un problema. Oppure vogliamo fare come nel 2006 quando per votare meglio qualche partitino indipendente la coalizione di cdx perse per 25mila voti?

  14. Giuseppe proprio per le ragioni condivisibili che hai esposto il mio voto andra’ a Casapound.

  15. Come spiega in maniera molto chiara l’ ottimo Claudio Borghi, il modo migliore per regalare voti al PD è votare i partiti dello “zero virgola”. E sempre Borghi precisa che presentarsi da soli, senza alleati, condanna a rimanere minoranza (magari dura e pura) ma senza alcuna possibilità di decidere qualcosa. Credo che abbia ragione e quindi sulla base di queste premesse ognuno di noi, a seconda delle proprie priorità, decida chi votare.

    1. E con questo intervento si chiude la parentesi “elezioni italiane” (neppure citate nell’articolo causa irrilevanza).

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