Il tempo sta scadendo: no, l’incidente di Angela Merkel, non ci voleva

Le elezioni per il rinnovo del Bundestag hanno inflitto un durissimo colpo alla Grande Coalizione di governo: mai CDU-CSU e SPD avevano ottenuto un risultato così magro negli ultimi 70 anni. Pesano la politica delle “porte aperte all’immigrazione” che ha caratterizzato la legislatura, ma anche il malessere economico delle fasce più deboli, ingabbiate tra “mini-job” e redditi stagnanti: due fattori che hanno gonfiato il voto anti-sistema e sancito l’exploit di Alternativa per la Germania, soprattutto nella ex-DDR. L’inamovibile Angela Merkel resta alla Cancelleria, ma la formazione del nuovo governo sarà tutt’altro che facile: pessima notizia per la “riforma dell’eurozona” che avrebbe dovuto essere lanciata a breve dalla coppia Macron-Merkel. Il tempo, infatti, sta scadendo per tutti.

I grandi sconfitti delle elezioni tedesche: il presidente Emmanuel Macron e l’eurozona

Domenica 24 settembre si è svolto il secondo ed ultimo appuntamento elettorale del 2017 di rilevanza strategica: 61 milioni di tedeschi sono stati chiamati alle urne per il rinnovo del Bundestag e per decidere chi guiderà la Germania nella prossima (decisiva) legislatura. L’attesa attorno all’appuntamento era grande, per due motivi: primo, si trattava del primo voto nazionale dopo l’ondata migratoria record del 2015/2016, secondo, si sarebbero decise le sorti del “leader del mondo libero”1, Angela Merkel, promossa a beniamina dell’establishment liberal dopo la debacle di Hillary Clinton. Il successo o meno della cancelliera era così importante perché dalla cancelliera dipende la tenuta del blocco UE/NATO: è Angela Merkel che ha imposto al resto dell’Europa le sanzioni alla Russia, è Angela Merkel che ha garantito sinora l’integrità dell’eurozona, è Angela Merkel che ha assecondato la politica delle porte aperte all’immigrazione, è Angela Merkel che, sopratutto, può avvallare quelle riforme indispensabili per la sopravvivenza dell’Unione Europea.

Come sono quindi andate le elezioni tedesche? L’establishment euro-atlantico è riuscito a ripetere la felice impresa delle presidenziali francesi, vinte dall’ex-Rothschild Emmanuel Macron? No, decisamente no. L’esito è stato molto deludente e, considerata la prossima evoluzione della situazione europea, quasi drammatico, benché politici, commentatori e mercati finanziari si guardino bene dall’evidenziarlo.

Cominciamo dai semplici dati: la Grande Coalizione, alla guida della Germania dal 2013, è stata sonoramente bocciata dagli elettori, regalando alle due formazioni, CDU-CSU e SPD, il peggior risultato dalla nascita della Repubblica Federale. Perdita secca di 8 punti percentuali per i cristiano-democratici (dal 41% del voto popolare al 33%) e di 5 punti percentuali per i socialdemocratici, scivolati dal 25% al 20%. Parallelo all’indebolimento dei due storici partiti tedeschi (ridotti ormai al 53% delle preferenze), è l’exploit delle forze minori: i liberali della FDP (10%), schierati su posizioni relativamente euroscettiche e pro-Russia, ed i “populisti-xenofobi-antieuro-nazisti” (dimentichiamo niente?) di Alternativa per la Germania, saliti al 12,5% ed entrati così al Bundestag con 94 deputati.

A decretare la crisi della Grande Coalizione è stata, senza dubbio la “politica delle porte aperte”, imposta alla Merkel da quegli poteri che l’hanno installato alla cancelleria: se la “via balcanica” non fosse stata provvidenzialmente chiusa nella primavera del 2016, il risultato di domenica sarebbe stato ancora peggiore. Tuttavia, non deve essere neppure sottovaluto il malessere economico che affligge ampi strati della popolazione tedesca: schiacciati tra precarie condizioni di vita e mini-job, i tedeschi della ex-DDR hanno votato in massa per l’estrema destra e l’estrema sinistra, sfiduciando così un governo che si è dimostrato più attento ai “profughi” che ai proprio cittadini.

I guai cominciano adesso. Sfibrati da una decennale emorragia di voti (Gerhard Schröder aveva ancora raccolto il 34% delle preferenze nel 2005), i socialdemocratici, a distanza di poche ore dal voto, chiudono le porte all’ennesima Grande Coalizione. Non sono escludibili clamorosi ripensamenti (dopotutto, il presidente Martin Schulz è molto sensibile alle sirene europee), ma è altamente probabile che la SPD faccia di tutto per rimanere all’opposizione: è concreto, infatti, il rischio che la socialdemocrazia tedesca faccia la fine di quella francese. L’evaporazione.

Scartata la Grande Coalizione, si aprono due strade: l’immediato ritorno alle urne, o la cosiddetta coalizione “Giamaica”, dal colore di cristiano-democratici, verdi e liberali. La prima opzione è da scongiurare ad ogni costo: introdurrebbe ulteriore incertezza in Europa e rischierebbe di aumentare il consenso dei populisti. La tendenza di fondo dell’Unione Europea è, poi, quella di chiamare sempre meno i cittadini alle urne. La seconda opzione, quella della coalizione nero-giallo-verde, è la più quotata, ma ha una seria controindicazione: contempla l’ingresso nell’esecutivo dei liberali, schierati su posizioni molto più euroscettiche della CDU, per non parlare dei verdi. La FDP ha imbastito la campagna elettorale sul “nein” al trasferimento di denaro dalla Germania al resto dell’Europa, sul “nein” a qualsiasi condivisione del debito, sul “nein” ad un ministro europeo della finanze. I liberali sono quindi pienamente ascrivibili a quella schiera di falchi-rigoristi contrari a procedere con l’integrazione dell’eurozona: bilancio comune, tesoro unico e Stati Uniti d’Europa. È una schiera che si sta drammaticamente ingrossando, anno dopo anno: ristretta all’inizio ai soli falchi della CDU-CSU (si veda l’odiatissimo Wolfgang Schäuble), conta oggi anche i liberali ed i 94 deputati di AfD.

L’intera Germania si sta progressivamente spostando a destra, complicando pericolosamente la tenuta della moneta unica e dell’Unione Europea. Una Germania nazionalista, gelosa della propria sovranità economica e finanziaria, è infatti incompatibile con gli Stati Uniti d’Europa che, al contrario, implicano la diluizione dei singoli Stati in un’entità sovranazionale. Ecco perché l’esito delle elezioni di domenica scorsa è così esplosivo, benché tutti si guardino dall’evidenziarlo: lo sfaldamento della Grande Coalizione, l’indebolimento di Angela Merkel e l’avanzata dei “nazionalisti” rende drammaticamente difficile apportare all’eurozona quelle modifiche indispensabili per resistere all’aumento dei tassi e/o alla prossima recessione. Modifiche che, in ottica tedesca, sono sinonimo di trasferimento di denaro verso l’europeriferia.

Il copione studiato dell’establishment euro-atlantico avrebbe dovuto procedere così: la parte debole, ossia la Francia (disoccupazione doppia della Germania, debito pubblico esploso al 100% del PIL ed una società in ebollizione), propone di procedere con l’integrazione europea, mentre il contraente forte, ossia la Germania, “accetta” benevolmente le proposte del partner. Si assite quindi ad un Emmanuel Macron che, appena insediatosi all’Eliseo, avanza una sua agenda per “riformare” l’eurozona: ministro delle finanze europee, un budget comune e (pillola più amara) l’emissione comune di titoli di debito. L’ex-banchiere Rothischild accantona così lo storico e (tutt’ora) radicatissimo nazionalismo francese, pur di procedere con gli Stati Uniti d’Europa. Le elezioni di domenica rendono però impossibile alla controparte tedesca, la cancelliera Angela Merkel, di seguire il copione stabilito: attuare le proposte avanzate da Parigi, sarà difficilissimo col nuovo Bungestag. Non è un caso che il francese Le Figaro abbia titolatoLe demi-succès de Merkel, l’échec de Macron”2: la mezza vittoria della Merkel, la sconfitta di Macron e, aggiungiamo noi, la debacle di quei poteri euro-atlantici che si nascondono dietro i due.

La moneta unica è agli sgoccioli: la finestra temporale che intercorreva tra l’insediamento di Macron ed i primi mesi del quarto mandato di Angela Merkel era probabilmente l’ultima occasione per strappare una qualche forma di condivisione fiscale dentro l’eurozona, così da assicurarne la sopravvivenza. La sostanziale sconfitta della cancelliera tedesca, blocca l’attuazione di questo piano nel prossimo futuro e, ogni mese che passa, aumentano le probabilità che la “riforma dell’eurozona” non veda mai la luce: si offusca rapidamente la stella di Macron, crescono le spinte centrifughe nel resto dell’Unione Europea, si logora la cancelliera tedesca.

Da tenere sotto osservazione è, in particolare, il rapidissimo disfacimento della presidenza Macron: salutato come il salvatore della Repubblica e dell’Unione Europea dopo la vittoria su Marine Le Pen, l’ex- Rothschild sta sperimentando una caduta negli indici di gradimento peggiore di quella vissuta da François Hollande3. Non solo, la sostanziale sconfitta di “En Marche” alle elezioni per il rinnovo del Senato francese4 (tenutesi il 24 settembre, in concomitanza a quelle tedesche), complica drammaticamente il progetto di Emmanuel Macron di riformare la Costituzione francese: l’enfant prodige, non disponendo dei 3/5 del Parlamento, potrebbe essere tentato di procedere appellandosi direttamente all’elettorato5, cadendo così nella stessa trappola del referendum costituzionale che ha decretato la morte politica di Matteo Renzi.

Su tutto grava il temutissimo rialzo dei tassi della Banche Centrali e la scadenza, ormai relativamente vicina, del mandato di Mario Draghi, che ha sinora iniettato liquidità nell’eurozona nonostante i forti mal di pancia tedeschi: le condizioni che hanno consentito all’eurozona di vivacchiare (2012-2017) verranno presto meno e la moneta unica, banale regime a cambi fissi, andrà incontro al giudizio finale senza che sia stata apportata nessuna di quelle riforme (Tesoro unico e Stati Uniti d’Europa) per cui era stata concepita.

No, l’azzoppamento di Angie non ci voleva proprio. Scheiße!

 

 

1http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Con-Trump-alla-Casa-Bianca-Merkel-nuova-leader-del-mondo-libero-c072093c-af4d-42a1-a3ae-1260e2c15fe5.html

2http://www.lefigaro.fr/vox/monde/2017/09/25/31002-20170925ARTFIG00058-le-demi-succes-de-merkel-l-echec-de-macron.php

3http://www.francesoir.fr/politique-france/popularite-cote-de-macron-recul-effondre-encore-le-president-fait-pire-hollande-sondage-baisse-score-impopulaire

4http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/24/news/prima_sconfitta_per_emmanuel_macron_alle_senatoriali-176415695/

5http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/24/news/prima_sconfitta_per_emmanuel_macron_alle_senatoriali-176415695/

48 Risposte a “Il tempo sta scadendo: no, l’incidente di Angela Merkel, non ci voleva”

  1. Nel frattempo, in Italia, dal 2011, si va avanti per bande (tutte disorganizzate o anche troppo ben organizzate), al traino di un’oligarchia di cui, spassionatamente, non intravedo un’alternativa che si affranchi dal Vaticano, dalla Nato, dai banksters globalisti.
    Mi viene sempre in mente l’ultima riga dei “Mastini della guerra”, il romanzo di Frederick Forsyth: .

  2. Personalmente non sarei per niente così ottimisticamente sicuro della fine dell’euro nel breve temine!!

    Basta che fanno fuori Trump ( in qualunque modo…!! ) e al suo posto mettono un globalista doc, nel frattempo in Europa fanno una sorta di “11 Settembre” ( anche due..!! ) per reclamare poteri eccezionali e l’euro continuerà per almeno un altro decennio!!

    Poi a parte scenari imprevedibili del tipo di cui sopra, fino a quando la gente non scenderà in piazza a protestare vigorosamente, loro ( le elites eurocentriche e bancocentriche ) continueranno imperterriti nel loro piano perchè hanno:

    a) la propaganda dei media mainstream europei h 24 supermartellante a loro favore.

    b) la gente del popolo rassegnata o semi ignorante/strafottente/disinteressata non in grado di effettuare delle proteste energiche sia a livello di voto che a livello di proteste di piazza vere e proprie.

    c) il loro obiettivo è la conquista di sempre più potere e denaro, cioè l’avidità all’ennesima potenza.

    Insomma, non lo vedo così semplice lo smantellamento dell’euro nel breve termine se non ci sono forze politiche che elettoralmente pesano e sono anche capaci di portare gente a protestare vigorosamente nelle piazze!!

    My 2 cents!

    Cordiali saluti

    Fabrice

    1PS però sono pienamente d’accordo con Dezzani quando dice che la Lega Nord è ormai di impedimento per la nascita di un forte movimento nazionale sovranista!!

    2PS a titolo di eventuale curiosità, eccolo arriva!!

    “Almost Half of Crimes in Berlin Committed by Migrants”
    http://www.thetruthseeker.co.uk/?p=158434

    ps ovviamente news censurate su Tv e giornaloni italiani, chissà come mai…..!!

    1. la lega impedisce nascita movimento sovranista? e il 25% di voti al M5Sassoon? e una buona fetta degli elettori forzitalioti? la lega ha tutti i difetti di questo mondo ma sempre di meno di m5sassoon eforzaberluscoglioni…..e lo dice uno che non vota dal 2001

      1. @Pippo

        1) Salvini ha fatto applausi scroscianti ai secessionisti catalani ( che vogliono andar via dalla Spagna ma rimanere nell’euro senza se e senza ma ) e nello stesso tempo fa alleanza con il Berlusca ( che recentemente ha persino ben parlato della Merkel e poco prima aveva applaudito l’elezione di Macron ) e allora Dezzani che ben ragiona ha tirato le conseguenze logiche sulla Lega Nord di cui parla e che non fanno una grinza!!

        2) Sul M5S hai ragione ma ormai è notorio da tempo, si sperava invece che la Lega Nord di Salvini avesse molto più coraggio politico e all’atto pratico invece solo fumazzo per le ragioni del punto di cui sopra!!

        3) Sul Berlusca non hai ragione perchè il Berlusca ha un patrimonio personale enorme per il quale gli conviene lo status quo, insomma, a lui interessa solo l’ottica di consolidamento di medio e lungo termine per il suo immenso portafoglio!!

        Saluti.

        Fabrice

        1. Non mi pare di aver letto articoli in cui Dezzani affermi che la Lega attuale, questa di Salvini, sia di impedimento alla nascita di un vero movimento sovranista.
          Anche il feeling con Berlusconi sembra molto appannato (e non è mai stato brillantissimo), tant’è che sotto sotto (ma sembra che non si possa dire) il Leghista sta facendo smaccatamente “ammuina” con alcuni esponenti di Forza Italia che non sono certo ne Tajani ne Parisi.
          Infine gli applausi scroscianti ai secessionisti catalani, nel caso di Salvini, non possono rappresentare per corollario l’appoggio ad un eventuale piano di frammentazione degli stati nazionali da parte della UE (propedeutico al loro indebolimento), ma soltanto il plauso alla volontà sovranista di un popolo libero.

        2. @Antonello S.

          1)”Il referendum sull’autonomia di Lombardia e Venetoè il primo passo verso la secessione. La Lega Nord è una forza ANTINAZIONALE.” by Federico Dezzani, 28/9/2017.

          Fonte: https://twitter.com/FedericoDezzani/status/913325684860362753

          Più chiaro di così, si muore!!

          ps confermo di nuovo di essere d’accordo con Dezzani al 100%!!

          2) Per quanto riguarda il discorso che fai secondo il quale per uscire dall’euro l’unico voto possibile è quello alla Lega Nord, che dirti?

          Non risulta vero nella realtà perchè alle prossime politiche nazionali si presenteranno anche:

          A) “Alternativa per l’Italia” del Prof. Antonio Maria Rinaldi,
          proprietario del blog Scenarieconomici.it e Segretario politico nazionale del partito Alternativa per l’Italia/Euro-Exit, per qualche suo interessante articolo:

          https://scenarieconomici.it/author/antonio-maria-rinaldi/

          B) Il Partito Democratico Progressista di Gioele Magaldi e con il Prof. Nino Galloni ( una delle voci più autorevoli in Europa sulla storia dell’euro e sulla sua inefficacia e iniquità ) responsabile del programma economico.

          C) Casa Pound di Simone Di Stefano, che non solo propone l’uscita dall’euro ma anche dalla Nato.

          Saluti.

          Fabrice

          PS sicuramente non voterò Lega Nord perchè già detto che la penso come Dezzani e probabilmente invece voterò per Alternativa per l’Italia del Prof. Antonio Maria Rinaldi, si vedrà….!!

      2. Non andare a votare è l’errore peggiore, significa dargliela vinta a prescindere. Piuttosto vota scheda nulla, o bianca, o straccia la scheda, ma il gesto di presentarti al seggio lo devi fare sempre: è il potere più grande che abbiamo, sia a livello simbolico che reale.
        E’ inutile che ci lamentiamo dei continui soprusi delle banche e delle multinazionali se poi noi per primi ci tiriamo indietro

        1. Magari anche votare per “Caccia e pesca”, ma ogni elettore al seggio ABBASSA le percentuali dei partiti impedendo la formazione di governi.
          Votare una lista di quelle “ridicole” è un vero sabotaggio al sistema. Purtroppo lo capiscono in pochi, pensano faccia più figo astenersi.

        2. facciamo finta che… tutti non andiamo a votare… tutti paghiamo le tasse, ma non le versiamo… sai che succede?… avremo i carri armati ad ogni angolo di strada. Se vogliamo mandare a casa questi cazzerotteri l’unica soluzione è non farsi fregare dall’illusione della scelta alle urne, dove tutto è confezionato perché nulla cambi!… già i Romani sapevano: “dividi… et impera!”.
          Finisco solamente col far presente che la massa vince su qualsiasi oligopolio quando lasci quest’ultimo senza soldi e credito morale.

        3. l’unica speranza è una percentuale BULGARA di astensioni al voto, seguita da sciopero fiscale. la casta parassita verrebbe delegittimata all’ istante e cambierebbe tutto.
          quasto dà l’idea di quanto siamo lontani dalla salvezza, quanto gran parte dei peones ancora crede che votando esercita un “potere”….
          si, di restare in manette.

        4. Ti rendi conto di cosa hai appena detto, emanuele777? Che il potere più grande che abbiamo è di tracciare una crocietta su di un pezzo di carta ogni 4 o 5 anni, per convalidare nomi e scelte fatte da altri, invariabilmente fasulle e non perseguite. Se questo lo chiami potere, è evidente perché non esiste opposizione efficace. Hai mai pensato che forse potresti fare di meglio che tracciare crociette come i bambini?

        5. Backward: forse votare non è il più grande potere che abbiamo, ma di sicuro è lo strumento più utile che ci ha messo in mano la cosiddetta democrazia.
          Guarda il referendum italiano sulla Costituzione: il sonoro NO del popolo alla riforma ha avuto valore proprio perché erano in tantissimi i cittadini che sono andati a votare, specie se comparati con gli anni recenti.
          Non so se ci avete fatto caso, ma le proposte avanzate nel referendum sembrano sparite nel nulla, zitti zitti hanno capito che su quel tasto è meglio non insistere..
          Diciamo che l’affluenza al voto è un indice di quanto un popolo sia ‘sveglio’ e nei limiti del possibile partecipe della vita politica del suo paese. Più il popolo si distacca dalla vita politica e più dovrà fare affidamento sulla propria classe dirigente, sperando che questa persegua gli interessi del suo popolo e non di altri

        6. emanuele 777: scusa l’appunto… una cosa è un referendum abrogativo o propositivo… una altra cosa è votare alle amministrative; lo insegnano alle elementari.
          Porc… sei in testa per vincere il primo premio per i cazzarottieri… o… mica sei uno di quelli pagati per non ragionare con la propria testa… spero vivamente di sbagliarmi. Per quanto il sospetto mi venga ti voglio troppo bene per perderti così malamente.

        7. x Castellano: certo che votare per il referendum è diverso che per le amministrative, non lo metto in dubbio. Poi il fatto che tra le proposte elettorali ci siano un sacco di baciapile dei potenti, altri che invece sono dei finti populisti, e altri ancora che magari erano in buona fede ma poi si fanno comprare, è un altro discorso.. ammetto che il panorama di voti possibili è ridotto all’osso. A ragionar con la mia testa ci provo, sperando di far meno danni possibili 🙂

      3. @Antonello

        1) “Faccio notare ai leghisti che è il LORO PARTITO che sta introducendo nel dibattito il tema autonomia/secessione. Alla faccia del no-€!”

        by Federico Dezzani, 27/9/2017

        Fonte: https://twitter.com/FedericoDezzani/status/912986484118089728

        2) “Sempre più allergico a questi dementi di #LN e #M5S, cui interessa solo sedersi in Parlamento eterodiretto. Regimi non si cambiano col voto” by Federico Dezzani, 27/9/2017

        Fonte: https://twitter.com/FedericoDezzani/status/912974994505916416

        3) “Immaginiamo che Soros non avesse creato M5S e che a dx ci fosse un populismo nazionale anziché Lega Nord : avremmo maggiore forza antisistema di UE” by Federico Dezzani, 25/9/2017

        Fonte: https://twitter.com/FedericoDezzani/status/912424835434926081

        In conclusione, si dice che tre indizi fanno una prova, poi se uno vuole un contratto esplicito o il singolo articolo esplicito sull’argomento in questione, problemi suoi non miei!!!!

        Saluti.

        Fabrice

        PS confermo di essere d’accordo con Dezzani al 100%!!

        1. Non seguo twitter, mi riferivo ai soli samizdat pubblicati nel sito, dove di fatto Dezzani criticava fortemente il M5S e la Lega di Bossi.
          Ora leggo questi suoi ultimi commenti e non li condivido.
          Salvini ha avuto il coraggio di attuare una vera politica nazionalista a differenza dei suoi predecessori, scontrandosi anche con la base e la storia del suo partito.
          Berlusconi lo vede come il fumo negli occhi e questo è un aspetto che la dice lunga…
          Inoltre seguo da diverso tempo il loro responsabile economico Borghi e lo stimo moltissimo.
          Non ho mai votato fino ad oggi (e non sono un settentrionale) LN, ma credo nelle persone.
          Ad oggi non abbiamo altre alternative valide, ma se Dezzani è convinto che votare non serva a nulla e confidi nella rivolta popolare, allora possiamo aspettare tranquillamente almeno altri 20 anni…

        2. @Antonello S.

          a questo tuo ultimo post ti ho risposto con un altro mio nuovo post che si trova sotto al tuo primo post!!

          Ho sbagliato a postarlo nel modo corretto, pardon!!

          Saluti.

          Fabrice

  3. L’elite euro-atlantica, svanito il progetto Stati Uniti d’Europa e in vista della “scrematura” dei mercati, cercherà perlomeno di salvare il portafogli. Una guerra in Europa contro la Russia richiamerebbe subito le risorse nel “porto sicuro” e rapidamente reindustrializzerebbe gli Usa. Un Piano Marshall al contrario per poter meglio fronteggiare la Cina. La Nato è lì in agguato, e la leadership tedesca dovrà muoversi coi piedi di piombo nella nuova fase che si sta aprendo.

  4. Come non ricordare il geniale quanto ilare Tacito: ‘se avesse vinto l’Asse oggi scriverebbe della bellezza della famiglia numerosa e della grandezza del Duce’. Che avessero pensato alla moneta, per realizzare la loro ridicola Unione non deve sorprendere. Tutti allievi di Parvus. Più il nostro utilissimo ed elegante Maynard: come chiamava il gold standard? Ah, sì. Barbarie. Esatto: a voi tutti in prestito ad appena il 200% le nostre cartine colorate create dal nulla. E buon lavoro a tutti per ripagare il debito con altro debito. Ah, Parvus!

  5. Pienamente d’accordo con Dezzani sulla sostanziale debacle dei burattini euro-atlantici. Resta da capire cosa accadrà , esattamente, al nostro paese, quando Mario Draghi lascerà la presidenza della Bce che certamente dopo Duisenberg e Trichet , andrà ad un falco tedesco. Allora saranno “peni amari” per l’Italia di Gentiloni. Sono convinto che dopo tre secoli, il 2017 vedrà l’inizio della fine di quel mondo creato dai mostri della taverna dell’oca.

    1. Sono convinto che dopo tre secoli, il 2017 vedrà l’inizio della fine di quel mondo creato dai mostri della taverna dell’oca.

      Grande…

        1. “nein. nein. nein. riuscirete a farci odiare”.
          Glielo diceva anche il Gysi, il 17 luglio di due anni fa.
          DNFTT:IST

  6. Nella speranza che quanto prospettato da Dezzani si realizzi al più presto e nella maniera meno indolore, mi fa pensare la capacità di resistenza del sistema oligarchico attuale che è più vivo che mai:
    Avevamo riposto molte speranze in Trump e l’hanno reso un guscio vuoto della politica di resistenza al globalismo.
    Pensavamo che l’Austria potesse essere un tassello importante per il risveglio europeo ed hanno pesantemente truccato quelle elezioni normalizzando il Paese tra il silenzio degli stessi politici austriaci colpiti.
    Poi abbiamo sperato in Marine Le Pen, ma il disastro elettorale ha sommerso i francesi di buona volontà.
    Adesso c’è questa Afd in Germania che tutto sembra tranne che una vera reazione al sistema…
    Mi sa che per le buone notizie ci sarà ancora molto da aspettare

  7. A guardare con realismo il risultato di queste elezioni di Germania, la sconfitta della Merkel (e, di conseguenza, di Micron) c’è stata sicuramente. Il problema è che, altrettanto realisticamente, non è una sconfitta definitiva, bensi’ ha tutta l’aria della ferita non mortale che farà ulteriormente incattivire la belva euro-atlantica, unica in possesso di una reale strategia. Insomma, il colpo di grazia all’euro è ancora ben lontano dall’essere vibrato. Ed è pure lontano dall’essere immaginato.
    Se poi guardiamo in casa nostra, vediamo qualcuno in grado di approfittare della relativa situazione di stallo che, presumibilmente, si potrebbe creare nel processo di integrazione europea? Siamo seri: perduti, definitivamente, lega e m5s per manifesta pochezza culturale ed altrettanto patente incapacità politica e strategica, chi mai si farebbe portavoce dei reali interessi degli italiani?
    Meglio sarebbe, forse, partire da questo dato di realismo e prepararci alla lunga e dolorosa traversata del deserto perché, davanti noi, solo questo abbiamo.

  8. Ottimo Dezzani, ma la chiave di volta sta qui: il temutissimo rialzo dei tassi della Banche Centrali, questo si che farà esplodere il sud Europa, come previsione metterei febbraio, non appena Trump prenderà il controllo anche della FED,.
    Non credo che Trump sia stato così svuotato come si dice, sanno benissimo nella bratta in cui si trovano, l’essere circondato da generali non fa riflettere?
    L’unica uscita che hanno è alzare i tassi per fare crollare il dollaro, dopodichè la cancelliera quello che produce se lo tiene in casa….

    Saluti

    1. Non so’, Icebergfinanza parla di deflazione da debiti, deflazione ed ancora deflazione. Il suo commento mi pare comunque originale, un punto di vista.

  9. A differenza di qualche piccola stonatura nell’articolo sulla Catalogna, questa volta l’analisi di Dezzani è, a mio modesto parere, impeccabile.
    – Macron grande sconfitto: verissimo. Se le élites globaliste avevano recuperato terreno con quel pupazzo, i sovranisti hanno inferto un colpo devastante con il significativo risultato di AfD e dei Liberali tedeschi. La frangia “America first+hard Brexit” ha intenzione di far crollare l’Unione Europea.

    – Colpo fatale da parte dei sovranisti l’aver messo ai vertici di AfD Alice Weidel: lesbica, convivente con una cingalese, un figlio da inseminazione artificiale. Proprio il prototipo della tipica “nazista”…
    Notare: AfD, come tutte le destre europee, difende Israele a spada tratta.
    https://scenarieconomici.it/propaganda-e-bugie-contro-afd/

    – I falchi tedeschi: l’attuale boss della Bundesbank Weidmann potrebbe sostituire Draghi. Tempi bui si prospettano per l’Italia, speriamo di aver le palle di uscire noi dall’euro, prima di farci dissanguare come la Grecia. Allego questa intervista.
    https://comedonchisciotte.org/il-capo-della-bundesbank-si-lascia-scappare-cosa-vogliono-i-tedeschi-dallitalia/

    – Meno influenti, ma di peso non trascurabile le prossime elezioni in Austria: credo che i “populisti” del FPÖ potranno battere il ferro caldo e cavalcare l’onda populista rinata. Il gruppo di Visegrad dovrebbe rafforzarsi.

    Allego anche questo articolo dell’economista Alfonso Tuor, che scrive: “Pure spazzato via è il sogno di Emmanuel Macron e di molti altri di rilanciare il processo di integrazione europea. Il presidente francese ha infatti elaborato un progetto di creare un bilancio (pubblico) dell’area euro e un ministro delle finanze di Eurolandia. La condizione indispensabile per il successo di questo progetto era una Angela Merkel che uscisse rafforzata dalle urne. […]
    Ma c’è di più. L’indebolimento della cancelliera è destinato ad aumentare le difficoltà di un Emmanuel Macron, che non è nemmeno riuscito a usufruire di una classica luna di miele con il popolo francese e a rendere estremamente fragile il motore franco-tedesco che è stato sempre il motore dell’Europa. Se a questo si aggiunge la crisi spagnola determinata dal prossimo referendum sull’indipendenza della Catalogna, le elezioni austriache e la campagna elettorale che si è già avviata in Italia, si giunge alla conclusione che le riforme indispensabili per il futuro dell’Europa non sono affatto all’orizzonte e che il Vecchio Continente continuerà stancamente a trascinarsi fino allo scoppio della prossima crisi.”
    http://www.ticinonews.ch/tuor-blog/410575/in-germania-ha-perso-anche-lrsquoeuropa

  10. Per formazione culturale (sono appassionato di letteratura e storia tedesche
    e ho pure studiato tedesco) seguo da molti anni la politica tedesca.
    La mia opinione è che,nonostante i sondaggi truccati (per molto tempo
    hanno dato Afd al 6/8 % e la culona al 40% e solo negli ultimissimi giorni
    hanno pubblicato sondaggi che poi sono stati confermati dal voto),alla
    fine la voglia di cambiamento è emersa e si è tornati ai risultati del 2016,
    nelle 5 elezioni regionali svoltesi in quell’anno,allorché Cdu e Spd erano
    crollati ed era emersa Afd.
    Afd,nel frattempo,ha avuto varie vicissitudini interne che l’hanno inizialmente
    indebolita (fondata da Berndt Luecke,economista di Amburgo e da Hans Olaf
    Henkel,ex presidente della confindustria tedesca,aveva visto nel 2015 l’uscita dei due
    fondatori,messi in minoranza dai “radicali”,e la nomina a leader di tale Frauke
    Petry,a sua volta defenestrata in modo soft a aprile di quest’anno da gente
    più radicale di lei,lei che già parlava di alleanze con altri partiti) e,perciò,i risultati
    elettorali sono da considerare,per Afd,relativamente molto positivi (ma senza
    i problemi interni potevano esserlo molto di più,specie all’Ovest).
    L’attuale dirigenza di Afd è certamente sovranista,anti Euro e anti atlantista,
    oltre che filorussa) ed è composta da persone serie e culturalmente molto
    preparate (niente a che vedere con i quadri selezionati da Bossi e tenuti da Salvini).
    L’affermazione di Afd è,perciò,molto positiva.
    Non così l’affermazione di Fdp,di Lindner,partito liberale.
    Fdp ha fatto campagna elettorale copiando molti temi e argomenti da Afd.senza
    però esserne sinceramente convinta,anzi,essendo il partito più sorosiano di Germania.
    Genscher,responsabile della dissoluzione dell’ex Jugoslavia,ne fu uno dei leaders
    più famosi.
    Non credo che Fdp sia credibile come partito anti Europa e creerà problemi solo
    di soldi (vale a dire:si opporrà agli aiuti ai paesi del Sud Europa).
    I problemi veri alla culona li porrà la Csu che è passata dal 49 al 38% in Baviera,
    dove si voterà nel 2018 per le regionali.
    L’attuale leader della Csu,Seehofer,ha finto di contestare la Merkel sui problemi
    dell’immigrazione ma,in realtà,le ha tenuto “bordone”.
    Solo che i bavaresi se ne sono accorti e hanno votato di conseguenza e lo faranno
    anche nel 2018 se la Csu non tornerà a destra.
    Per concludere:pochi problemi alla culona da Fdp,possibile che i problemi
    arrivino dall Csu.

  11. L’entrata nei vari parlamenti di vere forze euroscettiche può essere certamente d’aiuto, ma non penso sarà mai un fattore determinante. Le vere rivoluzioni si producono con ben altro

  12. Grazie direttore per questo articolo!
    Era da tempo che desideravo una analisi sulla situazione Europea.
    Quindi, anche il progetto di un esercito europeo è destinato a fallire?
    Secondo voi per quanto durerà ancora l’euro?
    Pensate sia meglio investire in altre valute e / o su metalli preziosi?

      1. Grazie mille Francesca!
        Dato che non sono un esperto in economia, approfitto per farvi un altra domanda.
        Per esempio, se io ritiro 1000€ e gli converto in franchi svizzeri e gli metto in una cassetta di sicurezza (oppure apro un conto estero).
        Così , una volta sparito l’euro, la nuova moneta sarà svalutata .
        Io posso riconvertire i miei franchi nella moneta attuale e non perdere soldi dalla svalutazione.
        Si può fare una cosa del genere o è più sicuro investire in metalli preziosi?

    1. Mi ero posto le stesse domande di Omero, poi mi sono convinto che di questi tempi il migliore investimento che si possa fare è bottiglie d’acqua e cibi in scatola, da tenere bene al chiuso possibilmente in cantina, e che bastino per almeno una decina di giorni.. scherzo (ma non troppo)

  13. La Sinistra Europea ha venduto l’anima al Grande Capitale e ne ha subito le dolorose conseguenze.Fino a quando la sinistra resterà avvinta in questo abbraccio mortale, la politica occidentale vedrà il duello, sempre più serrato e conflittuale, tra due destre: quelle emanazione del Grande Capitale e quelle anti-sistema.

  14. Scoperchiare i “segreti d’Italia” è come aprire il pozzo nero di una clinica gastroenterologica.

    Il gudice Imposimato, ci parla dei legami fra Cia, Gladio, Massoneria, Politica, Servizi segreti deviati ed il Deep State, ovvero il nuovo ordine mondiale occulto (stay behind).

    Non consigliato ai deboli di stomaco https://www.youtube.com/watch?v=JphST7cu_PM

    1. Certo è che se l’essere umano non fosse di indole corruttibile, se avesse avuto un minimo di forza, di dignità, al posto della debolezza, per le belle cose che “i più” promettevano, tutto ciò non sarebbe successo. La corruzione esiste perché esistono quelli che si lasciano corrompere. Per la maggiore regna la stupidità (ma si sentono furbi)

  15. I fatti mostrano che dietro il paravento del rilancio degli Stati Uniti d’Europa, l’azione della politica francese nei riguardi dei partner europei va in tutt’altra direzione. Così come l’Unione Europea è servita alla Germania per fare dell’eurozona il proprio mercato periferico sfruttando le risorse delle popolazioni investite dalle sue politiche mercantiliste, con il collasso economico e sociale della Grecia, la Francia dell’ex-banchiere Rothischild si sta muovendo per acquisire, con modalità prettamente coloniali, le risorse degli altri paesi. L’Italia è nel mirino della Francia cos’ come la Grecia era in quello della Germania. Prima che si sgretoli l’Unine gli uccelli rapaci vogliono mettere i loro artigli su tutto quello che puà avere per loro valore:

    il tanto auspicato accordo RPL FinCantieri che si rivela essere solo uno specchietto per le allodole che permetterà alla Francia di mettere le mani sulla cantieristica navale-militare italiana, lasciando a noi solo quella civile;
    il regalo di settori delle nostre acque territoriali. Un accordo fatto di nascosto che ha, presumibilmente, dietro aziende francesi per lo sfruttamento del gas e degli idrocarburi;
    la no fly zone sulla Libia che portò alla caduta di gheddafi e alla conseguente intromissione della Francia nello sfruttamento delle risorse libiche la cui estrazione, in precedenza, era regolata dagli con accordi con l’Italia;

    le “186 operazioni di fusione e acquisizione per oltre 50 miliardi (a fronte delle 97 per meno di 8 miliardi italiane) fatte negli ultimi 10 anni”;

    e il pieno controllo di Telecom da parte di Vivendì, sta facendo dell’Italia una colonia a tutti gli effetti della Francia!

    1. I politici italiani responsabili della svendita italiana e dell’impoverimento del nostro paese, saranno processati e condannati in maniera ferocissima. Questa, secondo la mia modesta opinione è ormai una certezza.

  16. …non riportano neanche il meteo della Corsica sulle mappe in televisione… hanno paura che guardino i nostri canali e… possano farsi domande sulle origini culturali? …credo sia comunque indicativo di come stanno i rapporti…

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