La fabbrica delle vittorie elettorali

La vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni del 25 settembre merita di essere analizzata perché è un perfetto esempio di “ingegneria elettorale”: con pochi, semplici, passaggi, una formazione minoritaria è stata elevata a prima forza politica del Paese. Attraverso la Meloni, gli anglosassoni mirano ad aprire un nuovo fronte di crisi in Europa: probabile, infatti, che il nuovo governo italiano copi le ricette “non ortodosse” dei conservatori inglesi, che stanno affossando sterlina e conti pubblici.

Come costruire una vittoria elettorale

È nostra abitudine dedicare pochissimo spazio alla politica italiana e, quando lo facciamo, è sempre in relazione al resto del mondo. La recente tornata elettorale, che ha decretato la schiacciante vittoria di “Fratelli d’Italia, merita di essere analizzata per due ragioni: è un perfetto esempio di “ingegneria elettorale”, la tecnica con cui si possono indirizzare i voti nella direzione voluta, ed è quasi certamente l’anticamera di una nuova crisi per l’eurozona e le finanze pubbliche italiane.

Come è stato possibile portare una formazione di destra, che nel 2018 aveva raccolto il 4% delle preferenze, al 26% in cinque anni? Come è stato possibile portare una leader, senza alcun significativa esperienza di governo, a Palazzo Chigi nel volgere di una sola legislatura? Con pochi, semplici, passaggi. Vediamo quali:

  1. Stai sempre all’opposizione. Governare è redditizio in termini elettorali finché “la torta cresce” ed il benessere generalizzato aumenta: maggiori ricchezze da redistribuire e soddisfazione diffusa. In tempi di crisi multiple (e dal 2018 in avanti si sono sperimentate la crisi dell’epidemia, quello russo-ucraina, quella energetica e inflazionistica) stare all’opposizione paga: è come riempire una tinozza sotto un temporale. Basta stare fermi. Gli anglosassoni si sono premurati di tenere Fratelli d’Italia sempre all’opposizione per cinque anni, mentre nel frattempo si alternavano il governo giallo-verde, quello giallo-rosso ed il governo tecnocratico di Mario Draghi. Decisivi sono stati i due anni di governo Draghi, con cui l’elettorato della Lega Nord è stato svuotato a favore di Fratelli d’Italia.
  2. Ritocca le “regole del gioco”. Non ci sarebbe stata nessuna schiacciante vittoria di Fratelli d’Italia se, nel corso della legislatura precedente, non si fosse “pasticciato” con la Costituzione. Decisivo, infatti, è risultato il referendum del settembre 2020 per la riduzione dei parlamentari, non seguito da un’iniziativa del governo giallo-rosso per rivedere in chiave proporzionale la legge elettorale. In questo modo, allargando a dismisura i collegi e conservando la componente maggioritaria del Rosatellum, si è creata una legge fortemente distorsiva, che ha permesso alla coalizione guidata da Fratelli d’Italia di conquistare il 55% dei seggi col 42% delle preferenze.
  3. Controlla le opposizioni. La mancata revisione della legge elettorale è stato il “primo regalo” fatto da PD e dal M5S a Fratelli d’Italia. Il secondo, ancora più clamoroso, è stata la decisione di non allearsi in vista delle elezioni, nonostante la legge elettorale premiasse le coalizioni ed avesse una componente maggioritaria. Se si controlla tutto lo spettro del Parlamento, è facile indirizzare la palla nella direzione voluta.
  4. Demonizza/Pubblicizza l’avversario. Il fenomeno “Giorgia Meloni” è stato interamente creato, alimentato e irrobustito dal Gruppo l’Espresso e dai poteri anglofili che stanno dietro alle testate La Repubblica/Huffington Post. Per cinque anni, le testate di sinistra hanno garantito una copertura mediatica costante a Fratelli d’Italia, pubblicizzandola in ogni maniera. Spesso i giudizi erano “negativi”, talvolta pure “positivi”: in ogni caso, ne hanno parlato per cinque anni, portandola all’attenzione dell’elettorato. È la stessa tecnica con cui i media di sinistra americani stanno “tenendo in vita” Donald Trump in vista delle prossime elezioni.
  5. Abbassa i toni. Molto difficilmente Fratelli d’Italia avrebbe vinto le elezioni ripetendo, come faceva nel 2014, che l’Italia deve abbandonare l’euro. I mercati finanziari avrebbero accompagnato la campagna elettorale con assalti speculativi che avrebbero dissuaso l’elettorato, già stressato da mille crisi (epidemia, guerra, energia, inflazione), dal fare l’ennesimo salto nel buio. Molto probabilmente, però, le pulsioni “anti-sistema” di Fratelli d’Italia esploderanno a breve, stupendo molti.

Veniamo quindi al punto decisivo: perché gli anglosassoni hanno sapientemente lavorato perché le elezioni del 2022, indette dopo le dimissioni “spontanee” di Mario Draghi, fossero vinte da Fratelli d’Italia? Innanzitutto, così facendo, si assicurano una perfetta continuità nella politica estera del Paese: dovrebbe infatti apparire strano a molti, ma le posizioni più simili a quelle di Mario Draghi verso Russia, Iran e Cina, si trovano proprio nell’unico partito che era all’opposizione del suo governo!

Questo, tuttavia, è ancora un elemento secondario. Il punto decisivo, come già scrivemmo nella nostra analisi che seguì le dimissioni dei Mario Draghi, è la volontà degli anglosassoni di servirsi dell’Italia e del suo enorme debito pubblico per innescare l’ennesima crisi in Europa, già provata da guerra, carenza di gas, venti di recessione, prezzi alle stelle e stretta monetaria delle banche centrali. A luglio era difficile capire quale fosse il copione che avevano in mente gli angloamericani per l’Italia. Molto si è capito nel corso di settembre, dopo l’insediamento a Downing Street della nuova premier conservatrice Liz Truss. La neo-premier si è lanciata in una serie di duri attacchi contro l’indipendenza della Bank of England e, contemporaneamente, ha varato un maxi-taglio delle tasse da 45 miliardi, provocando il crollo della sterlina (ai minimi storici nei confronti del dollaro) e alimentando diversi dubbi sulla sostenibilità delle finanze pubbliche britanniche: la strategia della Truss mira, chiaramente, a costringere la Bank of England a monetizzare il debito pubblico britannico, alimentando l’inflazione che già viaggia verso il 20% in Gran Bretagna. Il primo viaggio all’estero della neo-premier Giorgia Meloni dovrebbe essere proprio a Londra e tutto lascia supporre che là riceverà istruzioni su come “replicare” le ricette britanniche in Italia. Il seguito è facilmente prevedibile: attacco alla BCE, taglio delle tasse, tracollo dei Btp, nuova eurocrisi, default del debito pubblico italiano.

Con uno spregiudicato, ma piuttosto bambinesco, machiavellismo, il Gruppo l’Espresso ed i poteri anglosassoni si servono di Fratelli d’Italia (esplicito riferimento alla libera muratoria) per portare avanti la loro strategia anti-italiana ed anti-europea. Vedremo gli sviluppi.