Ondata migratoria record in Italia, mentre in Ungheria è aperta ribellione

Domenica 2 ottobre la faglia che divide l’Unione Europea si è allargata: nelle stesse ore in cui una nuova ondata di sbarchi riversava verso le coste italiane 6.000 persone tra profughi e clandestini, in Ungheria gli elettori si esprimevano all’unanimità contro la ripartizione obbligatoria degli immigrati fra membri dell’Unione Europea. Da un lato il governo di Matteo Renzi, europeista ed espressione di quella finanza cosmopolita che tira i fili dell’Unione, dall’altro il governo nazionalista di Viktor Orban, che ha esplicitamente imputato a George Soros ed alla tecnocrazia di Bruxelles la responsabilità dei flussi migratori incontrollati. L’unica arma a disposizione degli italiani per ribellarsi al “partito dell’accoglienza” è la bocciatura del referendum costituzionale del 4 dicembre.

Italia verso uno nuovo record di sbarchi, per la felicità di George Soros

La notizia è passata sottotraccia, per non agitare l’elettorato già in subbuglio ed alimentare ulteriormente l’insofferenza verso l’esecutivo Renzi, soprattutto in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre: domenica 2 ottobre la solerte Marina Militare Italiana ha intercettato 32 barconi partiti da Tripoli, riversando il giorno successivo sulle coste siciliane 6.065 immigrati. È un’ondata tra le più imponenti del 2016, che proietta l’anno corrente verso il record registrato nel 2014 (170.000 sbarchi), dopo la relativa “bonaccia” del 2015 (153.000 sbarchi1). Il clima era comunque particolarmente favorevole tra il 2 ed il 3 ottobre, e non soltanto dal punta di vista meteorologico: lunedì, infatti, cadeva la prima “Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione”, nuova ricorrenza nazionale che il ministro degli Interni Angelino Alfano ha celebrato gettando una corona di fiori nel canale di Sicilia e citando i testi sacri ebraici2:

“Se è vero, come dice il Talmud, che chi salva una vita salva il mondo intero, è vero anche il contrario: per ogni singola vita perduta muore la nostra umanità”.

Lo stesso giorno, domenica 2 ottobre, in Ungheria si è tenuto il referendum sulla redistribuzione coatta degli immigrati, progetto che Bruxelles sta cercando disperatamente di imporre ai suoi recalcitranti membri: “Volete o no che la Ue decida quote di ripartizione di migranti tra i suoi Stati membri, senza prima ascoltare governi e parlamenti a sovranità nazionale?” suonava il quesito3. Il quorum per la validità del referendum è stato mancato (l’affluenza è stata al 43%), ma la vittoria del “no” alle quote è stata così schiacciante, il 98% dei voti validi, da consentire al governo nazional-conservatore ungherese di tirare dritto, introducendo in Costituzione il divieto di accogliere immigrati senza il preventivo consenso del Parlamento4.

Che asimmetrie in quest’Unione Europea sempre più sfilacciata!

L’Italia che si prodiga per convogliare verso le sue coste il maggior numero di immigrati e l’Ungheria decisa a blindare in Costituzione una norma che impedisca a qualsiasi potere sovranazionale di imporre l’accoglienza di profughi e clandestini: la prima è governata dal progressista, europeista, filoatlantico Matteo Renzi, la seconda dal nazionalista, sovranista e filoputiniano Viktor Orban. L’uno, non eletto e fiaccato da una popolarità stabilmente sotto il 40%, l’altro forte di recenti elezioni che hanno confermato la schiacciante maggioranza di due terzi in Parlamento.

Sono i paradossi prodotti da anni di ondate migratorie che, esplose nel 2011 con la destabilizzazione della Libia, hanno toccato l’apice nell’estate 2015, quando l’improvvisa apertura della “via balcanica” con annessa propaganda mediatica (il piccolo Aylan annegato) consentì al governo di Recep Erdogan di riversare verso l’Europa un milione di profughi siriani. Di fronte al fenomeno, la reazione dei governi fu di due tipi: apertura indiscriminata per i governi del nocciolo europeo e presieduti da figure ascrivibili a pieno titolo all’establishment euro-atlantico, scetticismo ed ostilità per i Paesi “periferici” dell’Unione Europea, dotati di monete nazionali, che consentono loro una maggiore libertà dai diktat europei, e gelosi della sovranità riconquistata solo di recente.

Negli ultimi mesi abbiamo dedicato diverse analisi alla cancelliera Angela Merkel che, benché presidente di un partito conservatore come la CDU e collocata a lungo su posizioni più che prudenti, è folgorata sulla via di Damasco nella tarda estate del 2015 , inaugurando la politica delle porte aperte a tutti, al grido di “Wir schaffen das!”,“Ce la possiamo fare!”. La cancelliera, fredda calcolatrice, è conscia che l’operazione comporta rischi enormi ed ha elevate probabilità di compromettere irreparabilmente la sua carriera, ma i centri di potere atlantici che l’hanno installata alla Cancelleria Federale non le concedono margini di manovra: dovranno entrare in Germania un milione di immigrati e le urne infliggerle una serie di dure sconfitte, prima che la “via balcanica” sia chiusa. La consolazione per la Merkel è magra:  “persona dell’anno” sulla copertina del TIME.

Il governo di Matteo Renzi è simile a quello di Angela Merkel, con l’aggravante che la debolezza economica prodotta dall’euro e l’attuale marginalità dell’Italia negli equilibri continentali, rende impensabile abbozzare anche una protesta o strappare “un allegerimento” dei flussi migratori.

Il premier Renzi, sempre attento ad accattivarsi il favore dell’elettorato con mance e promesse, è anch’egli consapevole che lo sbarco senza sosta di immigrati non giova né al suo governo né alla sua popolarità, ma vuole, né soprattutto può, arrestare i flussi che, al contrario, sono deliberatamente alimentati, spingendo la Marina ad operare a distanza di poche miglia dalla coste libiche (come il “salvataggio” record di 6.500 immigrati dello scorso agosto, avvenuto a 20 miglia dalle coste di Sabrata, estremità ovest della Libia5).

Renzi non vuole, perché sul fenomeno migratorio si è innestato un lucroso giro d’affari che gestito dalle cooperative rosse e cattoliche che si aggira attorno ai 4 €mld all’anno6 e gli ha assicurato le simpatie di quelle fette dell’apparato pubblico che considerano il fenomeno come un’opportunità di crescita personale (vedi il rapporto di grande intimità tra Renzi ed capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe De Giorgi). D’altro canto Renzi non può, perché l’ordine impartitogli dai centri di potere che l’hanno installato a Palazzo Chigi (Israele attraverso Marco Carrai e Michael Ledeen, gli USA attraverso il consolato americano di Firenze e la Fondazione italo-americana, la finanza anglofona attraverso David Serra), è quello di fare dell’Italia la principale porta d’ingresso in Europa per i flussi migratori africani. Sono, per inciso, i centri di potere che controllano il punto di partenza della “via mediterranea”, ossia quella Tripolitania in mano dalla Fratellanza Mussulmana, dove gli americani hanno installato il fantoccio Faiez Al-Serraj: gli stessi centri che dall’altra parte del Mediterraneo gestiscono i rubinetti della “la via balcanica”.

Le più alte cariche “illuminate” della nostra Repubblica, da Giorgio Napolitano a Sergio Mattarella, si ostinano ad etichettare il fenomeno migratorio come “fatto epocale”, senza compiere quel minimo sforzo analitico grazie cui scoprirebbero che l’immigrazione di massa è il frutto di precise scelte operate dall’establishement euro-atlantico: la Primavera Araba del 2011 che ha sconquassato l’economia tunisina ed egiziana, il cambio di regime in Libia, l’annoso braccio di ferro con cui angloamericani ed israeliani stanno cercando di rovesciare Bashar Assad. In questo senso Angela Merkel e Matteo Renzi non possono esimersi dall’accoglienza dei “profughi”, perché significherebbe contestare quelle politiche atlantiche che spingono i mussulmani dalle aree destabilizzate verso l’Europa, con somma felicità per Israele che può consigliare: l’unica soluzione è “’israelizzarsi”7!

Ma c’è dell’altro, perché se è vero che la cancelliera tedesca ha accolto nel solo 2015 un milione di immigrati, molti dei quali in fuga dalla Siria, il discorso è diverso per la “rotta mediterranea”: qui il nocciolo è costituito da immigrati dell’Africa sub-sahariana, eritrei, nigeriani e sudanesi8, che non fuggono da guerre e che perciò sarebbero etichettatili a pieno diritto come “clandestini” e rispedibili al punto di partenza (c’è, certo, il caso dei somali, ma la martoriata ex-colonia italiana è un caso identico alla Libia del 2011: un Paese destabilizzato negli anni ’90 dagli angloamericani e trasformato in un retroterra del terrorismo per tenere sotto scacco il Corno d’Africa).

Nel caso dell’immigrazione diretta verso Italia, è quindi più visibile che mai la vera natura degli attuali flussi migratori, un fenomeno fine a se stesso, una vera e propria invasione programmata dell’Europa, condotta non solo attraverso profughi espulsi da conflitti bellici, ma anche tramite masse di persone che in altri tempi si sarebbe potuto e dovuto regolamentare e/o fermare alle frontiere (come avviene tutt’oggi in qualsiasi altra parte del mondo civilizzato, dalla Russia all’Australia).

Nel caso dell’Italia, in sostanza, è più intuibile che mai il “piano Kalergi” che si nasconde sotto le ondate migratorie degli ultimi anni: un’invasione pianificata ed attuata grazie al totale controllo dei governi europei ed entrata in crisi soltanto  con l’emergere nell’est-europeo di una forte resistenza nazionalista, alimentata non solo dall’Ungheria, ma anche da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e, dulcis in fundo, Austria.

Si tratta di un’operazione resa possibile da una congiunzione astrale quasi irripetibile (il ricatto esercitabile sui singoli Stati attraverso l’euro, la complicità delle più alte cariche europee, la nomina a pontefice del massone Jorge Mario Bergoglio, intimo come Angela Merkel della libera muratoria ebraica del B’nai B’rith9 ed anch’egli insignito del premio Carlo Magno, massima onorificenza corrisposta agli europeisti “illuminati”) e condotta con feroce determinazione, nonostante i palesi rischi di una rivolta dell’elettorato.

Al termine del 2016, a cinque anni dall’esplosione del fenomeno migratorio, è possibile stabilirne con sicurezza gli obiettivi:

  • c’è la volontà di diluire le nazioni europee, ritenute troppo monolitiche, così da facilitarne il dissolvimento in strutture sovranazionali (si noti come le sedi della UE e della NATO si trovino in Belgio, uno degli Stati meno coesi d’Europa, diviso com’è tra valloni e fiamminghi);
  • c’è l’intento di introdurre forza lavoro a basso-costo, nell’ottica di una concorrenza globale tra i lavoratori dell’Unione Europea e quelli Paesi in via di sviluppo, a tutto svantaggio della classe media ed a beneficio del grande capitale;
  • c’è il desiderio di destabilizzare politicamente l’Europa, per impedire l’emergere di centri di potere alternativi a quelli atlantici (e ciò è particolarmente vero per la Germania che, grazie all’afflusso di un milione di profughi, ha conosciuto la sua prima “crisi” dopo anni di tormenti circoscritti all’europeriferia).

In tutti e tre i casi l’agenda attuata è quella della finanza cosmopolita, la stessa che ha curato l’ascesa di Matteo Renzi, Angela Merkel e Jorge Mario Bergoglio, e si avvale della massoneria speculativa come cinghia di trasmissione per imprimere la sua volontà al sistema economico e politico occidentale. È l’alta finanza, basata sull’asse Londra-Washington, che insegue sin dalla Rivoluzione Francese il sogno degli Stati Uniti d’Europa; è l’alta finanza che ha benedetto sin dagli anni ’90 la globalizzazione selvaggia, a tutto vantaggio dei grandi capitali transazionali; è l’alta finanza che in questi giorni si accanisce contro Deutsche Bank nel tentativo di destabilizzare il sistema creditizio tedesco, temendo che l’intransigenza teutonica finisca col rompere il magnifico giocattolo dell’euro grazie cui è possibile controllare a piacimento l’Europa (“Datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi” è la celebre frase attribuita a Mayer Amschel Rothschild).

Il primo politico a squarciare il velo, additando lo speculatore e miliardario George Soros come il principale registra dei flussi migratori verso l’Europa, è stato proprio il sullodato Viktor Orban: “Orban Accuses Soros of Stoking Refugee Wave to Weaken Europe”10 titolava un’agenzia dell’ottobre 2015, dove si riportavano le eloquenti accuse lanciate dal premier ungherese contro il miliardario, membro di “una cricca di attivisti” che lavorava per minare le nazioni europee con massicce ondate migratorie. Verità, commentarono già allora i più smaliziati. Teoria del complotto, commentarono i benpensanti ed i giornalisti prezzolati.

È sufficiente la lettura di qualche documento recentemente pubblicato sull’Open Society Foundations11, l’ong finanziata da Soros operante, come una moderna SPECTRE, in attività che spaziano dai colpi di Stato al terrorismo internazionale, per scoprire che le accuse di Orban erano e sono più che fondate.

Lo squalo della finanza presidia, infatti, i principali corridoi dell’immigrazione (“OPF has gradually built portfolios around migration corridors, starting with Asia/Middle East and Central America/Mexico before adding Russia/Central Asia in mid-2013”) e vede nelle attuali ondate migratorie un volano per un governo a livello mondiale del fenomeno (The situation in Europe created renewed momentum and interest in questions of migration governance at the international level.”), anche grazie al fatto che le migrazioni di massa sono destinate a diventare “il nuovo normale” del panorama europeo ed internazionale (“accepting the current crisis as the new normal and moving beyond the need to react”).

Sull’argomento George Soros è tornato all’attacco il 12 settembre, coll’articolo ”Saving Refugees to Save Europe” 12: l’emergenza migratoria, sostiene il miliardario, è un fenomeno che caratterizzerà il continente per decenni, a causa di una serie di fattori strutturali (“These include demographic shortfalls in Europe and a population explosion in Africa; seemingly eternal political and military conflicts in the broader region; and climate change”), ma può essere trasformata in un’opportunità per salvare e rilanciare l’Unione Europa, adottando un serie di misure all’insegna della maggiore integrazione, dal diritto d’asilo comune alla ripartizione fra membri degli immigrati. Sono, incidentalmente, proprio quelle misure bocciate domenica scorsa dal 98% degli ungheresi che si è recato alle urne per il referendum indetto da Orban.

Il premier magiaro, consapevole della natura degli avversari, non si è fatto illusioni. Commentando l’esito del referendum, Orban ha affermato con realismo:

La burocrazia di Bruxelles e la sinistra europea ritengono utile l’immigrazione di massa. E’ in corso nell’Ue unaccoglienza organizzata e mirata. L’Ungheria, confortata dal risultato del referendum, intende lottare, pur sapendo che sarà una lotta lunga e difficile. Il partito dell’accoglienza è forte e ha mezzi a sufficienza per far valere la propria volontà.”

E l’Italia? Sarà costretta a subire a tempo indefinito il partito dell’accoglienza”, il regista degli sbarchi record di domenica 2 ottobre? Sarà obbligata ad essere per sempre un soggetto passivo di quell’immigrazione di massa patrocinata “dalla burocrazia di Bruxelles, dalla sinistra europea” e, aggiungiamo noi, dalla finanza cosmopolita di George Soros? No, anche l’Italia ha un’arma a disposizione ed è la bocciatura del referendum costituzionale del 4 dicembre.

Un “NO” contro il governo, un “NO” contro il partito dell’accoglienza, un “NO” contro quell’oligarchia finanziaria che alimenta l’immigrazione di massa e sogna governi semi-autoritari, affinché personaggi come Matteo Renzi possono attuare con più facilità le loro politiche contro il popolo italiano ed europeo. Anche l’Italia ha finalmente il suo referendum.

 

soros

1http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2016/01/07/news/flussi_migratori_12_mesi_di_sbarchi_in_europa-130787694/

2http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/10/03/news/migranti_soccorsi_sbarchi_canale_di_sicilia_immigrazione-149014919/

3http://www.repubblica.it/esteri/2016/09/30/news/migranti_domenica_ungheria_vota_referendum_su_quote_la_sfida_di_orba_n_alla_ue-148821753/

4http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ungheria-il-presidente-viktor-orban-pensa-a-modificare-la-costituzione-in-chiave-anti-migranti_3034392-201602a.shtml

5http://www.ilgiornale.it/news/cronache/migranti-6500-soccorsi-mare-solo-giorno-1300684.html

6http://www.ilgiornale.it/news/politica/migranti-padoan-vuota-sacco-nel-2015-ci-costano-33-miliardi-1183546.html

7http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-07-27/moisi-contro-nemico-casa-societa-deve-israelizzarsi-222740.shtml?uuid=ADTjedy

8http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2016/01/07/news/flussi_migratori_12_mesi_di_sbarchi_in_europa-130787694/

9https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/june/documents/papa-francesco_20150625_bnai-brith-international.html

10http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-10-30/orban-accuses-soros-of-stoking-refugee-wave-to-weaken-europe

11http://soros.dcleaks.com/fview/President/2016/international-migration-initiative-governance-and-enforcement-may-12-2016/imi_governance-enforcement-prd-5.12.2016.pdf

12https://www.project-syndicate.org/commentary/comprehensive-european-refugee-plan-by-george-soros-2016-09

41 Risposte a “Ondata migratoria record in Italia, mentre in Ungheria è aperta ribellione”

  1. anche l’Italia ha un’arma a disposizione ed è la bocciatura del referendum costituzionale del 4 dicembre.
    che passi il NO e’ importante ma non bastera’ . Se anche ci fosse una guida’ politica decisa a dare fine a questa dissoluzione del paese ( e non c’ e’ ,anche chi nell’ intimo la pensa come Orban ha paura di fare una brutta fine personale ) saremmo comunque schiacciati con l’ arma dell’ euro gia’ vista all’ opera in grecia .
    Mi dispiace ma ormai e’ tardi , potremmo uscire da questa trappola mortale solo con un eroismo di massa ma gli italiani non sono eroi. Oramai solo “tragici eventi” esterni potrebbero bloccare il processo in atto.

    1. E’ ovvio che il “NO” al referendum potrebbe non bastare, però aldilà della forte tensione che questo esito comporterebbe sul Governo Renzi, pronto comunque a rimangiarsi le conseguenze promesse solo pochi mesi fa, sarà importante osservare le reazioni a livello europeo e non solo, riguardo a quella che potrebbe essere eventualmente considerata un altra importante sconfitta del fronte europeista.
      Infine, sempre se vincessero i “NO”, con il proseguimento dell’attuale “status quo” a fronte delle mancate dimissioni dell’attuale Governo, diventerebbe un dovere imprescindibile rendere conto a tutti i catastrofisti come il burattinaio Benigni per tutte le quantomeno improbabili affermazioni effettuate per influenzare il voto.

  2. “Se è vero, come dice il Talmud, che chi salva una vita salva il mondo intero, è vero anche il contrario: per ogni singola vita perduta muore la nostra umanità”.

    Piccola ma determinante precisazione da fare: SOLO SE LA VITA E’ QUELLA DI UN EBREO.

  3. Il discorso fila.. anche troppo.
    Immaginandomi dall’altra parte, a pianificare tutto questo a portarlo avanti, mi sembra impossibile non pensare che ci sono due forze contrarie da contrastare:

    1) i popoli: come tenerli buoni? Se durante la guerra fredda lo stile di vita in netto miglioramento ha tenuto calmi i popoli, nonostante tutto, se lo stile di vita peggiora sensibilmente, come si può tenere a freno il malcontento? I cambi di “vestito” dei governi non bastano più ed il passo alla rivoluzione é sempre più vicino, man mano che i giovani, con sempre meno lavoro, i vecchi, con sempre meno prospettive per il futuro, non uniscono le forze. Su questo punto vorrei un tuo parere, perché mi pare che continuare a bastonare i popoli non sia un’idea a lungo termine intelligente.. e la storia lo insegna chiaramente! nota: con popoli parlo anche di piccoli gruppi, non necessariamente della massa, storicamente fuori dalle decisioni importanti

    2) russia: mazziata, accerchiata, tirata direttamente sul campo di battaglia. Lascierà che venga creato questo super stato europeo ai suoi confini? Anche se instabile ed indebolito, é una minaccia che non penso venga vista di buon occhio. terrorismo per fiaccarlo? E perché non colpire direttamente gli ispiratori, ovvero UK+USA ?

    1. Boh, sei sicuro che alla Russia non faccia piacere un’Europa debole e fallita?

      Il popolo si sta incazzando, sì, ma fino a quando c’è internet resterà buon buonino a protestare in poltrona, magari con poco da mangiare, senza benessere, ma incantato da sto monitor diabolico (fatto apposta ovviamente). Se non ci fosse stato il web, parliamoci chiaro, qui per strada era già guerriglia e forse qualche cambiamento l’avremmo ottenuto

      1. (grazie per la risposta)

        Il web é uno strumento, che anche noi stiamo utilizzando in questo momento, ne più, ne meno. La consapevolezza di come usarlo e quando é una responsabilità che maturerà nel corso di questa generazione, non penso sia corretto presupporre che sia uno strumento di controllo “eterno”.

        Detto questo, sono perfettamente d’accordo, finché c’è abbastanza da mangiare, é tutto a posto. Ti domando (e provoco 😀 ) e se venisse dato il reddito di cittadinanza a tutti ? Come cambierebbe la società ?
        Secondo me tutto bloccato, perché tutti avrebbero paura di perdere quel poco che lo stato da!

      2. Al massimo questo discorso, Francesca, vale per la televisione. Se non ci fosse questo blog, tu saresti in strada a lanciare molotov? Non credo proprio…

        1. Federico, carissimo, forse senza il tuo blog sarei più cieca, ma penso che non serva un trattato per capire il disagio che sta avvenendo nel nostro paese. Io di sicuro non sono donna da guerriglie, forse quando avevo diciotto anni, ma tanta gente avrebbe reagito al malcontento, com’è sempre successo. Con questo non voglio dire che il tuo lavoro sia inutile, attenzione, ti ringrazio per questi spunti di riflessione, queste analisi davvero approfondite, dico solo che le rivoluzioni son sempre partite dal disagio e quasi mai dalla verità dei retroscena.

          Il web è diabolico, è stato creato apposta, forse è uno strumento ancora più sottilmente malvagio di tutti i media. (qui ci guardano e ci controllano, ci conoscono e ci paralizzano)

        2. Cara Francesca, se non ci fosse stato il web io e milioni di altri saremmo stati ancora lì a credere che gli USA avevano liberato l’Iraq.

          I fessi che usano il web per gioco, invece, avrebbero trovato altro con cui giocare e non avrebbero fatto la rivoluzione lo stesso.

      3. Hai centratrato un punto fondamentale Francesca….

        Come disse piu’ di 30 anni fa, prima di internet, un certo John Shelby Downard, siamo nell’epoca della “rivelazione del metodo”, ovvero ci vengono rivelate, a noi sudditi, le modalita’ della nostra sottomissione, la quale diventa “quasi” consapevolmente accettata e “amata”, direbbe Orwell, nella misura in cui non si manifesta alcuna reazione ad essa.
        Questa rivelazione avviene essenzialmente attraverso l’uso del “twilight language”, in un misto di simbolismi e sincronicita’, di cui internet ne ora e’ il grande diffusore…
        L’efficacia di questa “lingua” e’ molto maggiore in documenti video/musicali che in documenti scritti , almeno fino a quando si e’ ancora capaci di leggere e analizzarli criticamente.

        1. A me sembra che reazione ci sia eccome, visto che l’elettorato si sta ribellando nell’intero Occidente. Solo l’Italia è indietro, non disponendo di nessuna forza libera dai legacci atlantici e dotata di una sana coscienza politica: ma d’altronde in questo Paese mancano da secoli élite all’altezza della situazione.
          Caro “hrabal”, sono proprio i tuoi ragionamenti che frenano qualsiasi reazione!!!

        2. @Federico: direi che lo spunto sui linguaggi ed i metodi del controllo è interessante, ce ne daresti un approfondimento secondo il tuo stile ?

          Io Federico questa grande ribellione nell’occidente rispetto al sistema “atlantico” non la vedo un granché, anche se ho letto quasi tutto quello che hai scritto, la percezione che ne ho è che sono alcuni, pochissimi singoli che si ribellano, al resto va bene così..

        3. E’ probabile che i ragionamenti siano piu’ pessimisti di quelli di molti qui e altrove, ma non vogliono certo essere un freno, ma piuttosto provano a dire che forse le cose siano un po’ piu’ complicate di come appaiano senza nulla togliere alla tua lettura dei fatti, che trovo sempre molto interessante.
          La questione di internet e del suo potere credo vada approfondita, a me sembra quasi che sul lungo termine e sui grandi numeri esso rappresenti piu’ una valvola di decompressione di rabbia e frustrazioni che il popolo o l’elettorato ha accumulato che una seria minaccia al sistema.
          Che poi ci siano nicchie, come questo blog, dove invece si ragiona e si “costruisce” l’idea” di un cambiamento, non ci piove, ma quanto queste attivita’ sono realmente una minaccia per i signori del vapore (come qualcuno li aveva chiamati un po di tempo fa)? Non credo al momento rappresentino una grande minaccia, sono semmai un effetto collaterale, magari ampiamente previsto, di una piu’ profonda azione manipolatoria…
          Naturalmente posso sbagliare, comunque questa idea, con perfetta chiarezza, mi e’ venuta dal pamphlet di Mr Downard, scritto insieme al suo “allievo” Michael Hoffman II, dal titolo Kill king 33, sull’omicidio Kennedy e dal libro dello stesso Hoffman dal titolo Secret societies and Psychological Warfare, che invito tutti a leggere…
          Nessun sistema di potere e’ resistito a lungo senza il supporto del popolo, almeno finora, e se il popolo non lo sosterra’ piu’ questo sistema crollera’, e’ inevitabile e “Loro” lo sanno, quindi…
          In Egitto il sistema di potere faraonico e’ durato 3000 anni perche’ il popolo lo “voleva”…

        4. attenzione, sia il pamphlet che la prima edizione del libro su citati, sono antecedenti all’avvento di internet e in qualche modo lo hanno “profetizzato”

  4. @ MARIO ROSSI: Marc Saudade (alias Furio Colombo), alias sodale dell’Avvocato di Panna Montata, scriveva già nei lontani anni Novanta che “la gene era né più e né meno merce spendibile a piacimento in quanto la finanza oramai faceva denari senza contare sul capitale umano…”. COME DARGLI TORTO (AHINOI!!) ?

    1. Esatto! Ma è un pensiero errato alla radice, portato avanti dall’arroganza del pensiero legato alla finanza.
      Il mondo non è (ancora) virtuale ed ha bisogno di un legame con la realtà, perché noi esseri umani siamo nella realtà. La finanza ha ancora bisogno del capitale umano, forse per poco, ma ne ha bisogno.
      Storicamente ritengo che ignorare le masse sia un errore strategico enorme, sul lungo periodo (100/500 anni), che la storia non perdona a nessuno, qualsiasi sia la sua dose di arroganza

      1. . La finanza ha ancora bisogno del capitale umano,
        per l’ esattezza e’ il capitalismo che ha bisogno comunque del “FATTORE umano” ( non si puo’ vendere “merce” ai robot 🙂 )e la finanza ha bisogno comunque di “produzione di merce” altrimenti sarebbe indistinguibile dal gioco del monopoli 🙂

    2. Caro Danilo, l autore di “Bersagli Mobili” romanzo solo di facciata (per lo meno stando a quanto racconta Blondet in un suo mirabile saggio di qualche anno fa)per il tipo di “salotti” frequentati è una fonte più che attendibile.

    3. Caro Danilo, l’autore di “Bersagli Mobili” romanzo solo di facciata ( almeno stando a quanto riporta Maurizio Blondet in un suo mirabile saggio di qualche anno fa), per il tipo di ” salotti” frequentati, è una fonte più che attendibile.

      1. La ‘chioccia afghana’ come la scherniva quello della Panna Montata (in bomboletta spray made in U.S.A. of course…), detto altresì ‘Madame Verdurin’, immagino per supposte inclinazioni tardo proustiane (vado a braccio…. Forse vista, come definizione, su “Il Foglio” che per certa – come dire? – ‘consanguineità’ tra di ‘loro’…) fece appunto questi 3 testi di narrativa, quatto quatto, sotto nom de plume, appunto tale Marc Saudade. Il lettore dice che a svelarlo fu Blondet nel suo mirabile, mirabilissimo, saggio GLI ADELPHI DELLA DISSOLUZIONE (il quale dovrebbe esser libro di testo al superiore!!) ma sbaglia mira. Il primo che fu a svelare l’identità che si celava dietro al nomignolo Saudade fu GIANNI COLLU, eresiarca che giammai le sponde italiche hanno riconosciuto nel suo reale, immenso, valore di figura intellettuale di livello mondiale. Vedere per credere ne IL COVILE online nell’omaggio comparso nel numero di agosto 2016. Un’addenda finale. Non è realistico dire che l’ “umanità’ serve ancora alla finanza oligarchica/iniziatica: serviva al tempo delle ferriere, di Dickens… di Marx….
        Oggi l’umanità tutta è solo mera monnaie vivant (Klossoski docet…): è puramente spendibile, come merce di risulta. Solamente il giro degli stupefacenti e del porno (quest’ultimo fattura più del primo) usa la monnaie vivant come ‘polli in batteria’.

  5. Il piano in questione, trascinatosi sin dai tempi di Kalergi, é già fallito. La UK ha ad esempio abbandonato la partita. Il nocciolo dell’est entrato in UE dopo la caduta dell’URSS non consente più ricollocazioni di ‘migranti’. E le popolazioni sono stanche, complixe anche la crisi economica. Il voto in Austria ed il referendum in Italia, insieme alle elezioni americane provocheranno il crollo della baracca, per come qui (ben) descritta.

  6. “gli ha assicurato le simpatie di quelle fette dell’apparato pubblico che considerano il fenomeno come un’opportunità di crescita personale” E’ esattamente questo il punto della situazione: come è avvenuto nella seconda guerra mondiale, ancora una volta larga parte della dirigenza pubblica è estranea al senso di responsabilità derivante dalla consapevolezza di essere una nazione. Sono tutti intimamente convinti di potercela fare – a livello individuale! – a prescindere dal destino della “nazione”, concetto da loro totalmente ignorato o apertamente disprezzato. Su questi presupposti, il destino della “collettività” italiana, piaccia o meno, è segnato. Sinceramente, spero che molti di questi furbi abbiano la concreta possibilità di condividere col resto della popolazione il default che si avvicina a grandi passi…

  7. Simul stabunt vel simul cadent.
    Roma cadente ridona Tacito che ne interpreta il sentire profondo.
    Quello che vorrebbero saper fare i ‘sondaggisti’. Lo stesso che a
    Berlino Hegel chiamò zeitgeist. Non ci aspettava, semplicemente, che
    i romani di Gallia e Italia resistessero così tanto. Al famoso summit del 2011
    era tutto pronto: cessione totale di sovranità a Zurigo travestita da Bruxelles.
    I romani di Gallia ormai decisi a farsene tirare fuori da Jean Marie (via Marine) come
    faceva periodicamente il generale di Colombey-les-Deux-Églises. I romani d’Italia
    che si ostinano a votare contro i partiti che li hanno portati a questo punto; e a dire
    no, lasciandolo da solo, al finto Papa.

    ‘Rino: E se invece vincerà il no ci sarà il caos?
    ‘Ma no. Non dimentichiamo che ai vertici delle istituzioni, e dietro, in Italia c’è sempre l’antica millenaria saggezza del mondo cattolico… la grandezza della Chiesa è l’intercambiabilità dei personaggi dove quello che viene dopo non è mai in continuità con quello di prima perché è la scelta ad hoc per il tempo’.

    Ecco la vera questione. La Chiesa cattolica da decenni senza Papa.

    1. Nessuno comunque è stato più deleterio di Bergoglio, che giorno dopo giorno sta demolendo la dottrina millenaria della Chiesa: un’operazione impensabile per qualsiasi altra religione…

      1. Condivido il tuo pensiero Federico, questo signore argentino, incensato ovunque vada e qualsiasi cosa dica o faccia è, per la Chiesa e conseguentemente per miliardi di persone una autentica sciagura.

      2. @F. Dezzani
        Nessuno comunque è stato più deleterio di Bergoglio, che giorno dopo giorno sta demolendo la dottrina millenaria della Chiesa:

        Ebbi una istintiva ripulsa verso quest’uomo quando lo sentii parlare dal balcone subito dopo la sua nomina a Papa. Le sue parole erano palesemente ispirate dalla Teolgia(?) della liberazione.
        Sono quasi convinto che questo individuo non abbia in realtà nessuna cognizione non dico di cosa sia la Liberazione, obiettivo che peraltro la Chiesa cattolica non contempla, ma neppure della Salvezza e delle pratiche necessarie all’individuo per conseguirla.
        La Chiesa cattolica ha avuto un indubbio merito: fornire agli occidentali un salvagente necessario non tanto per galleggiare in questo mondo, quanto per approdare in ‘porto’ protetto dopo il trapasso.
        Il primo a NON capire ed a distruggere la sapienza bimillenaria sottostante é proprio il Bergoglio anche se il primo ad aprire la porta ai demoni fu Giovanni XXIII.
        Oggi questi ultimini scorrazzano indisturbati ed ormai neppure avvertiti.

    2. Parenti politicanti dal DNA dubbio ( cioè non tedeschi, non italiani, non indoeuropei ) messi in avamposto per appliciare il richiamo della jungla verso i loro veri popoli: africani, arabi, semiti, meticci in genere.

      In quanto ai Papi, devono essere italiani ( come Pacelli ): perché per un Papa argentino e immigrato figlio di immigrati, la nazione bianca e nera e marroncina è la normalità, anzi, è un bene che il verbo cristiano sia diffuso ovunque e ci siano numeri geopolitici di ‘ nuovi cristiani’ che superano le attese, in modo da restare la prima religione al mondo; ma per un Papa italiano e romano, la nazione bianca e nera e marroncina con numeri di ( pessimi ) conversi crescenti NON E’ la normalità.

      E’ il concetto di un cristianesimo aristocratico ( quindi romano ) contro quello di un cristianesimo plebeo ( quindi mondiale e mondialista )

      il primo, affonda le radici nella tradizione solare indoaria; il secondo è quel parto ebraico, o meglio direi aborto, giunto da Ovest con Roosevelt, e chiamato ‘ giudeo cristianesimo’.

      Sono mondi irreconciliabili: perché il primo è la Chiesa Luminosa; il secondo la Chiesa degli sfigati ( non vale nemmeno la pena chiamarla chiesa anticristica, visto che l’ anticristo che ispira questa cacca non è di religione cristiana e nemmeno di etnia indoeuropea ).

  8. non sono per niente d’accordo carissima francesca con quello che dici. come e’ stato gia’ detto, il discorso poteva essere fatto semmai con la televisione, ma internet e’ anche diffusore di quella sub-cultura di cui il dezzani (ma anche blondet, e altri) ne e’ il portavoce. internet si differenzia perche’ da’ all’individuo la possibilita’ di scegliere CRITICAMENTE e CONCRETAMENTE cosa guardare e cose no, quali siti visitare e quali no. Non si tratta di contenuti che vengono “automaticamente” sbattuti in faccia allo spettatore, come nel caso della tv, ma di uno strumento che permette la scelta “consapevole” di quali contenuti guardare e quali no. non confondiamo capra e cavoli per favore! se esiste dezzani e’ proprio grazie ad internet!

    1. Marcus, nella tua ragione si nasconde l’inganno. Internet è un mondo aperto e libero da imposizioni, si potrebbe anche spegnere ma nessuno lo fa (stranamente siamo tutti incollati qui). Il diavolo crea perfettamente le sue opere, il web è apparentemente libero, ti serve la bugia e la verità, sta a te scegliere cosa sia vero, solo pochissime persone forse riescono a trovare un filo logico, il resto del popolo è nel caos, soprattutto con l’avvento dei social, veri e propri contenitori trappola, dove le notizie si succedono a gettone, si moltiplicano, creando psicosi inutili, regalando l’illusione di parlare col potere, un vero e proprio paralizzante fisico e mentale. La gente sta male, ma sta tutta sui social, a far cosa mi chiedo?

  9. un paio di precisazioni: prima di Orban fu una rivista austriaca a lanciare l’allarme sulla strumentalizzazione del fenomeno migratorio da parte di CIA e Soros. Il quotidiano aveva ricevuto l’input dai servizi austriaci e aveva pubblicato di conseguenza un dossier abbastanza circostanziato. Dopo la pubblicazione di questa notizia l’Austria iniziò un programma di esercitazioni militari coi russi. Ovviamente questo programma di cooperazione militare era pianificato da tempo, ma questo ci fornisce come una spiegazione: solo un paese nelle condizioni dell’Austria poteva contravvenire al verbo.
    Seconda precisazione: gli ingressi dalla Turchia in Germania di un numero esorbitante di presunti profughi, come recentemente denunciato da stampa tedesca di controinformazione (e quindi dall’audience necessariamente limitata) non sono stati interrotti ma continuano ancora oggi nottetempo tramite voli civili che atterrano uno di seguito all’altro in aeroporti militari in Germania. I “profughi” vengono poi smistati altrove per mezzo di autobus che escono discretamente dalle basi alle prime luci dell’alba.

    1. Parenti politicanti dal DNA dubbio ( cioè non tedeschi, non italiani, non indoeuropei ) messi in avamposto per appliciare il richiamo della jungla verso i loro veri popoli: africani, arabi, semiti, meticci in genere.

    1. Il saldo è positivo: -100.000 giovani italiani +200.000 giovani africani. Di che ti lamenti, Jean?

  10. Al Fano, stesso nome di Fiano- FENICI

    i quali sono gli ebrei

    genetica sub sahariana ( E 1b )

    vogliono imbastardire i tanto odiati ariani ( indoeuropei del continente )

    e purtroppo hanno piazzato alcuni dei loro marrani in posti strategici

    costui cita il Talmud perché è il suo vero libro ‘ sacro’

    non per nulla in Sicilia questo ha vinto coi voti della mafia, che è in larghissima parte costituita da non indoeuropei ( studiate il dna e i cognomi, e capirete )

  11. Scusate ennesimo misunderstanding con queste cazzo di piastrelle piene di coltan e colle batterie ora al 30%…
    C’è 1 nixon-moment. Chiaro?
    Nel bene per i taxpayers della nazione massonicamente sempre tesa alla felicità. Nel male… lavorate 1 po’ Voi. http://goofynomics.blogspot.it/2016/11/nixon-moment.html?m=1
    . Altro compito per casa, folks: potete vettoriare le vostre merci da Chengdu a Rotterdam in:
    -15 h ad un certo prezzo via aerea
    -1,5 gg ad un altro prezzo
    -15 gg ad un altro prezzo ancora
    -30/40 gg ad un altro prezzo (sempre più bassi…) ancora.
    Chiaro il concetto?
    Federico, ma dobbiamo sempre ripartire dall’ABC? Queste cose Donald le imparava il primo giorno di cantiere con papà Sdrunf

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