Euro-crack: l’Italia è ora in prima linea

Sfumato lo scenario di una conflagrazione “politica” dell’Unione Europea sull’onda di una vittoria elettorale di Marine Le Pen, tornano alla ribalta le forze centrifughe di natura economica: l’Italia si trova adesso in prima linea. Gli allarmanti dati su debito pubblico, disoccupazione, crescita e sofferenze bancarie, suggeriscono che la situazione, complice la prossima instabilità politica, possa precipitare anche prima del rialzo dei tassi da parte della BCE: è quasi certo che, come nel bollente autunno del 2011, Mario Draghi ed Angela Merkel, spalleggiati dal neo-presidente francese Emmanuel Macron, tenteranno di commissariare l’Italia, spingendola verso un “salvataggio” del FMI/ESM. Rimane da capire se la nostra classe dirigente, incalzata da una società sempre più insofferente, cederà al ricatto.

Un nuovo 2011 alle porte

Le presidenziali francesi rappresentavano la principale, e forse unica, occasione del 2017 per una conflagrazione “politica” dell’Unione Europea: se il Front National, sospinto dalla disoccupazione record e dalle montanti tensioni sociali, avesse conquistato l’Eliseo, l’intera architettura europea sarebbe crollata nel volgere di pochi mesi, travolta dall’esplosione del motore franco-tedesco. La strategia dell’oligarchia finanziaria per insediare l’ex-Rothschild Emmanuel Macron alla presidenza della Repubblica (frantumazione della sinistra, eliminazione di François Fillon attraverso il Penelopegate, strategia della tensione ed appello al “fronte repubblicano” contro la destra) si è però rilevata vincente ed il candidato dell’establishment ha trionfato con ampio margine. Dato per scontato che le prossime legislative tedesche non regaleranno nessuna sorpresa di rilievo (grazie alla provvidenziale chiusura della “via balcanica” nella primavera dello scorso anno ed al conseguente arresto dei flussi migratori verso la Germania), si può dire che il potenziale rivoluzionario del 2017 si è esaurito, perlomeno per quanto concerne l’aspetto elettorale.

Torna quindi alla ribalta la situazione economica-finanziaria dell’eurozona che, insieme all’emergenza migratoria, è la principale fonte da cui i movimenti populistici traggono la loro forza: a distanza di nove anni dall’avvio della Grande Recessione (2008) e di sette dall’inizio dell’eurocrisi (2010), non era azzardato ipotizzare che le forze anti-sistema avessero guadagnato un impeto sufficiente da rovesciare l’oligarchia euro-atlantica con una serie di elezioni decisive. Fallita l’impresa, il focus torna sull’insostenibilità di un regime a cambi fissi come l’euro, sui danni prodotti dalle politiche di svalutazioni interna per riequilibrare l’eurozona, sulla crescente disoccupazione nel Sud-Europa necessaria per abbattere i salari, sulla mole allarmante di debito pubblico che si accumula a causa dell’infinita recessione, sull’esplosione delle sofferenze bancarie generate da una caduta verticale del PIL. Il quesito da porsi oggi è: occorre aspettare ancora altri anni perché i movimenti populistici conquistino un Paese chiave dell’eurozona oppure le forze centrifughe di natura economica prenderanno il sopravvento prima?

Tutto lascia propendere per la seconda ipotesi e che il collasso dell’eurozona si consumi nei prossimi nei prossimi 12-24 mesi per cause economiche/finanziarie: il “puntellamento” politico dell’Unione Europea, con l’installazione di Emmanuel Macron all’Eliseo, non scioglie, infatti, nessuno dei nodi finora accumulatosi. Il “nein” tedesco al trasferimento di denaro dall’euro-centro all’euro-periferia permane, sia che si chiami garanzia unica sui depositi bancari o assegno europeo di disoccupazione: lo stesso Macron sarà molto presto costretto a somministrare alla Francia l’amara medicina dell’austerità, indispensabile perché l’Esagono smetta di “vivere al di sopra dei propri mezzi”. È una ricetta che l’Italia ha già sperimentato nel biennio 2011-2013 con l’esecutivo di Mario Monti ed i suoi effetti sono noti a tutti: la bilancia commerciale è tornata positiva (fermando il “deflusso” di euro sotto forma di merci), ma a costo di un’esplosione del debito pubblico, della disoccupazione e delle sofferenze bancarie. Il nostro Paese si colloca quindi ad uno stadio successivo dell’eurocrisi rispetto alla Francia e si trova ora, svanito lo scenario di una dissoluzione “politica” dell’Unione Europea, all’avanguardia di quella “economica”.

Sul versante del debito pubblico, è sufficiente ricordare come l’ultima “A” assegnata ai nostri titoli di Stato sia stata tolta dall’agenzia canadese Dbrs lo scorso gennaio1. Il versante bancario è persino più preoccupante: pesano i 205 mld di sofferenze bancarie2 ed il misterioso stallo nel salvataggio pubblico di Monte dei Paschi di Siena, ormai fermo dallo scorso dicembre. È forte il sospetto, come già anticipammo mesi fa, che il braccio di ferro tra Germania ed Italia sull’istituto senese sia tutt’altro che risolto, lasciando aperta la strada del “bail in” o a perdite particolarmente severe per gli obbligazionisti. Sia la salute delle finanze pubbliche che quella gli istituti privati è aggravata dall’assenza di crescita economica (stimata dalla Commissione Europea al +0,9% per il 2017 ed al 1,1% nel 20183): è un’attività economica così debole da poter scivolare facilmente nella recessione qualora il governo dovesse attuare le ulteriori misure d’austerità imposte dall’Europa, il quadro globale dovesse deteriorarsi o la BCE riducesse la politica monetaria ultra-espansiva, rafforzando l’euro e facendo lievitare gli interessi sul debito pubblico.

Già, molti collocano nel biennio 2018-2019, con la dell’allentamento quantitativo e la scadenza del mandato di Mario Draghi, il termine ultimo dell’Italia per “rimettersi in carreggiata”. In realtà, il precipitare della situazione italiana potrebbe essere questione di sei-nove mese, in coincidenza delle (ineludibili) elezioni legislative: se esistono pochi dubbi sulla vera  natura del Movimento 5 Stelle, classico esempio di partito populista “addomesticato”, sono alte però le probabilità che dalle prossime urne esca un parlamento “impiccato”, incapace di esprimere una chiara maggioranza a causa della tripartizione quasi perfetta dello schieramento politico. È quanto sta sperimentando dallo scorso ottobre la Spagna, dove Mariano Rajoy si è visto costretto a formare un governo di minoranza che presto sarà sottoposto al battesimo di fuoco della legge finanziaria. Se il governo Gentiloni dovesse cadere entro l’autunno, l’attuale parlamento fosse incapace di esprimere una legge elettorale od il prossimo di formare un saldo esecutivo, bisogna attendersi che la speculazione sul debito pubblico riesploda, come nell’estate del 2011.

Gli squali della City e di Wall Street agirebbero, proprio come allora, coordinandosi con i tre principali alfieri dell’establishment euro-atlantico in Europa: la Banca Centrale di Mario Draghi. la Germania di Angela Merkel e la Francia di Emmanuel Macron (che ricopre il ruolo che Nicolas Sarkozy ebbe nel 2011). Andrebbe in onda una leggera variante di quanto sperimento sei anni fa dall’esecutivo Berlusconi: Francoforte invierebbe “una lettera” suggerendo le riforme strutturali inderogabili per continuare ad acquistare i titoli di Stato (lettera che “filtrerebbe” al Corriere della Sera in pochi giorni), Berlino chiederebbe all’Italia di accettare un prestito dal Fondo Monetario Internazionale e/o dall’ESM così da mettere al riparo le finanze pubbliche, Parigi si adagerebbe alla linea tedesca, conscia che è l’unico modo per continuare ad avvalersi dello scudo politico offerto dal “motore franco-tedesco”.

L’Italia, svuotata di qualsiasi sovranità, sarebbe così rimessa alla mercé della Troika sulla falsariga di quanto sperimento dalla Grecia. Con una significativa differenza, però: il piatto è molto più appetitoso, grazie al tessuto produttivo più diversificato, imprese pubbliche più floride, un patrimonio immobiliare dello Stato più ricco e risparmi privati più cospicui. Sarebbe così portato a compimento il grande saccheggio dell’economia italiana iniziato nel biennio 1992-1993 e consumato, prima, per agganciarci all’euro e, poi, per scongiurare la nostra uscita: da quinta economia del mondo che era nei primi anni ‘90, l’Italia scivolerebbe verso il rango di Stato semi-fallito, depauperata della sua industria, dei suoi giovani, dei suoi capitali.

Diversi elementi indicano che sia questo il prossimo futuro dell’Italia: il governatore della BCE, l’ex-Goldman Sachs Mario Draghi, ha più volte sottolineato che l’uscita dalla moneta unica non è contemplata dai trattati ed ha ammonito che, in ogni caso, tutti i debiti contratti da Bankitalia con la BCE (si parla di 350-400 mld sul sistema Target2) devono essere saldati. È chiaro che Draghi farà di tutto per impedire l’Italexit, usando la liquidità della banca centrale come arma di ricatto (lo stesso schema applicato nel 2015 in Grecia). I consiglieri economici di Angela Merkel hanno già “suggerito” all’Italia, in occasione del salvataggio di MPS, di chiedere soccorso al Fondo salva-Stati (ESM) ed al FMI4: al coro si è aggiunto anche il ministro delle finanze, Wolfgang Schäuble, che ha recentemente ribadito la necessità di potenziare l’ESM per aggirare i Parlamenti nazionali ed evitare che “l’Europa si disgreghi5al riesplodere della speculazione. Da ultimo, il neo-presidente Emmanuel Macron non ha alcun interesse a sposare la causa dell’Italia o dell’Europea mediterranea e preferisce venderci alla Troika così da guadagnare altro tempo per la Francia: la “modernizzazione” dell’economia transalpina, a colpi di austerità e liberismo, deve ancora iniziare e si preannuncia drammatica.

Non c’è alcun dubbio che l’attuale od il prossimo parlamento, se lasciati liberi da qualsiasi vincolo esterno, voterebbero per il commissariamento dell’Italia da parte della Troika: la soluzione sarebbe in continuità con la linea “europeista” della Seconda Repubblica e diversi centri di potere (il presidente Sergio Mattarella, la Bankitalia di Ignazio Visco, la Confindustria di Vincenzo Boccia, i sindacati, il salotto di RCS, etc. etc.) premerebbero per mantenere lo status quo anche a costo di vedere il FMI e l’ESM installarsi stabilmente a Roma, svuotando di qualsiasi significato le nostre istituzioni. Il parlamento italiano dovrà però tenere conto degli umori di una società che, sfibrata dalla peggiore depressione economica dai tempi dell’Unità, è tanto esausta quanto insofferente: qualsiasi opportunità di ribellione (che si tratti del referendum costituzionale o del referendum sul salvataggio di Alitalia) è ormai prontamente sfruttata per gridare un “No!” in faccia all’establishment. C’è da chiedersi quale sarebbe la reazione della società italiana di fronte a nuova austerità, nuove umiliazioni, nuovi saccheggi.

È pronto il parlamento italiano ad affrontare uno scenario simile, o probabilmente peggiore, a quello greco? È pronta la nostra fallimentare classe dirigente a mantenere l’ordine con la violenza, dopo aver trascinato nel baratro il Paese? È pronto il nostro establishment a giocare fino in fondo la partita, col rischio di spezzarsi l’osso del collo?

Sono interrogativi che troveranno una risposta nei prossimi mesi. Nel frattempo il deflusso di capitali, ben visibile su Target 2, continua mese dopo mese. L’eurozona è sempre più polarizzata tra area marco (con la Francia in posizione ancillare) e area mediterranea: le tensioni finanziarie, nonostante la morfina della BCE, sono molto più gravi del 2011-2012. Il momento della verità si avvicina e l’Italia è (contro la sua volontà) in prima linea.

 

1http://www.lastampa.it/2017/01/13/economia/anche-dbrs-declassa-il-rating-dellitalia-persa-lultima-a-ecco-che-cosa-cambia-DDp2zOO6eMAqdnv3HahuUI/pagina.html

2http://finanza.lastampa.it/News/2017/05/10/banche-sofferenze-stabili-a-marzo-accelerano-prestiti-a-privati/MTM3XzIwMTctMDUtMTBfVExC

3http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2017/05/11/ue-modesta-ripresa-italia-pil-09_2f35da0e-7b74-43d7-95dc-39c4aa7b56b6.html

4http://www.ilgiornale.it/news/politica/ora-berlino-chiama-troika-litalia-chieda-aiuto-allesm-1339760.html

5http://www.repubblica.it/economia/2017/05/11/news/scha_uble_cosi_francia_e_germania_cambieranno_la_ue-165144892/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P7-S1.6-T2

134 Risposte a “Euro-crack: l’Italia è ora in prima linea”

  1. “E’ pronta la nostra fallimentare classe dirigente a mantenere l’ordine con la violenza, dopo aver trascinato nel baratro il Paese? È pronto il nostro establishment a giocare fino in fondo la partita, col rischio di spezzarsi l’osso del collo?”.

    A’Dezza’ ma tu l’hai visti nfaccia a quelli ? Quella è gente che n’testa se mette er er tanga ar posto der cappello. Quella è gente che c’ha er culo che glie puzza de piedi a furia de anna’ avanti a “carci n’culo”. Nun so” più li tempi de Craxi, Andreotti o De Mita che er cervello, armeno, c’aveano. Questi so li tempi de Razzi, d’a Carfagna e d’a Meloni….che so a nominalle già ne so’ girati li cojoni.

  2. A me sembra che manchi la consapevolezza, a quasi tutti i livelli, della realtà dei fattori che muovono l’economia e la politica internazionali. Senza questa comprensione, nulla cambierà, anche se dovesse esserci un passaggio di maggioranza da PD a M5S. Del resto basta leggere i giornali: gli argomenti da prima pagina sono le problematiche LGBT, la cronaca spicciola, il costume e il gossip. Il Parlamento è ormai esautorato delle sue funzioni e le decisioni vengono prese dietro le quinte, mentre la politica stessa viene narrata dai media come una rissa da cortile tra comari litigiose. Dopo 20 anni di sodomizzazione economica e sociale, ancora stiamo discutere di come cambiare “questo” euro e “questa” Europa, senza comprendere la vastità del tradimento della nostra classe politica.
    Io direi che i poteri atlantici e finanziari, non hanno solo vinto, hanno stra-vinto, e questa volta non arriveranno gli alleati a salvarci. Il sacco di Roma (e del Paese), è inevitabile. Poi, forse, si ripartirà.

    1. Perché rovinare un bel commento con una sparata sulla “salvezza” che gli “alleati” ci avrebbero portato?

      1. E non solo, pure il “forse, si ripartirà ” che è alquanto discutibile. Sulla gobba di un paese sfibrato e saccheggiato ANCHE dei suoi stessi giovani , ci sarà pure una pietra tombale: milioni di perniciosi ed inutili “coloni afroislamici”.

    2. @Michele Prisco
      A me sembra che manchi la consapevolezza, a quasi tutti i livelli, della realtà dei fattori che muovono l’economia e la politica internazionali. …

      A Tal proposito consiglio la lettura del seguente articolo di tal A. DeMartini titolato
      LA STRATEGIA POLITICA E ECONOMICA AMERICANA IN QUESTO NUOVO SCORCIO DI SECOLO È PRECISA E IMPLACABILE. .

      E’ stato scritto nel 2013 ma vale ancora oggi quando al comando abbiamo il bluff(?), clown(?), marpione(?) Trump.

      1. Un momento. ” Mi sembra manchi la consaevolezza….. ?”

        Scusi, da parte di chi ?

        Ti ricordo che i “mass media main-stream” sono disgustosamente, vigliaccamente e schifosamente, asserviti al potere euro-atlantico che tu citi, anzi, gli appartengono.

        Quindi ? Chi dovrebbe esserne consapevole ? Il popolo ? Certo, però il popolo riceve il mangime informativo dai mass-media mai-stream, e si ritorna al punto di partenza.

        Ecco perchè, blog come questo di Dezzani sono “Patrimonio Nazionale” da supportare e preservare. Qualcuno ha criticato Federico per la mancata previsione delle elezioni francesi. Io dico che Dezzani mi piace non solo per le sue previsioni ma soprattutto per le sue ANALISI DELLA REALTA’ e questo basta avanza ed oltre.

  3. Per quanto riguarda il discorso target2 Io esco matto prima o poi.
    A me sembra che stampa anche specialistica sta mal-interpretando target 2 e/o i funzionari europei stiano mistificando la realtà a scopo dissuasione.
    I saldi target2 sono flussi transfrontalieri, sono la registrazione di transazioni, di pagamenti ove chi paga e chi incassa non appartiene allo stesso paese.
    Ora se è una transazione come può essere debito/credito?
    Se fossero debiti/crediti significherebbe che la ECB sta applicando un dazio del 100% al pagatore di ogni transazione bancaria transfrontaliera, girando poi il dazio a chi riceve il denaro.
    Per fare un esempio:
    Io BankItalia verso 1mil Euro a Bundesbank perché che so… glieli devo oppure glieli presto.
    Target2 a livello flussi segna: -1 milione a BankItalia e + 1 milione a Bundesbank;
    Ma sono flussi non debiti!
    Se io Bankitalia un gg esco dall’Euro, non può essere che per quel milione GIA’ PAGATO devo dare un altrettanto Milione alla BCE che poi magari girerà alla Bundesbank, è una cosa senza illogica e forse anche illegale.
    Questo è almeno quello che ho capito andando direttamente alla fonte;
    Spiegazioni sul Target2
    http://www.ecb.europa.eu/explainers/tell-me/html/target2.en.html
    Se qualcuno riesce a chiarire questo punto glie ne sarei grato

    1. Ti dirò come la vedo io. Secondo me, non è appropriato affrontare la questione dal punto di vista tecnico.finanziario, si tratta invece di una questione politica.
      Quando io cittadino italiano faccio un’ordinazione di una merce da un fornitore tedesco, io pago alla mia banca. Fin qui tutto chiaro. Ma poi, bisogna capire come funziona il sistema bancario. La mia banca versa alla BdI quanto io ho versato, ma tale versamento consiste semplicemente in un’iscrizione contabile. Tuttavia, la BdI ormai opera come filiale della BCE, quindi il suo lavoro consiste esclusivamente nel chiedere alla BCE di accreditare quello stesso importo alla Bundesbank, che a sua volta iscriverà un equivalente credito alla banca commerciale tedesca che la accrediterà a sua volta al fornitore.
      Vorrei proprio sottolineare questo fatto, non è possibile avere transazioni dirette tra le due banche centrali, esse devono essere sempre mediate dalla BCE, perchè a quanto ne capisco (non sono un economista) esse non godono di una propria autonomia finanziaria. Se tu costruisci un sistema in cui non hai più le banche nazionali che hanno cambiato mestiere, divenendo soltanto un organo di sorveglianza delle banche commerciali e delegando l’intera gestione della moneta a un’unica banca, è inevitabile che incorri in situazioni incomprensibili, e senza precedenti storici.
      La mia impressione è questa questione del Target2 potrebbe anche rivelarsi preziosa perchè potrebbe illuminare la gente comune sulla natura della moneta e quidni delle relazioni di credito/debito.

  4. Bah…. non lo so, so solo che ho incontrato un semplice cittadino, mi ha detto che a casa ha più fucili che finestre, di finestre ne ha undici….
    La cosa si aggrava e deteriora oltre le aspettative…
    Saluti

  5. per l’Italia nè un credito per la Germania. I franchi svizzeri sono oggi il surrogato del futuro marco tedesco?

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    Interessante articolo su ofcs.report sul Target2 e sulle conseguenze di una prossima rottiura della moneta unica europea. Come ben spiegato da Fabio Lugano in scorsi interventi su SE, il saldo Target2 non è nè un debito per l’Italia nè un credito per la Germania. Rappresenta semplicemente la traccia del trasferimento di fondi dalla periferia – e dall’Italia nel caso in esame – alla Germania, forse sperando di evitare gli effetti deleteri di una eventuale prossima rottura dell’euro, fatto ormai molto probabile nei prossimi 18-36.

    Rispetto a quanto dipinto dai media del nord europa (saldo negativo Target2 uguale debito da pagare per uscire dall’euro) la realtà è molto differente; l’unica considerazione da fare è che solo investendo già oggi in valute che continueranno ad esistere anche dopo l’euro si potrà sperare di ovviare agli effetti (deleteri per i creditori) della fine della moneta unica. E questo varrà a maggior ragione per chi ha grandi crediti da riscuotere.

    Va anche evidenziato che probabilmente la gran parte del saldo negativo Target2 dell’Italia deriva da un rimpatrio degli attivi delle aziende straniere con attività in Italia con strumenti ad es. di cash pooling. Ossia, anche le aziende straniere attive in Italia potrebbero rischiare di vedere riconvertita la propria liquidità in lire, anche se depositata in Germania (…), vedasi l’articolo sotto.

    Si noti che tutta EUropa sta rimpatriando capitali dai periferici trasferendoli soprattutto in Germania. Questo non dovrebbe stupire, esiste un enorme numero di aziende tedesche esportatrici con attività in tutti i paesi EUropei, oltre a dover considerare l’attuale terrore teutonico per la prossima fine della montea unica con Trump presidente (ossia, sono proprio i tedeschi che stanno rimpatriando quanto più liquidità possibile) . Da qui l’enorme saldo positivo tedesco, circa 800 mld euro a fine Gennaio, record storico.

    Buona lettura

    MD

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    https://ofcs.report/opinioneconomica-la-verita-sul-target2/

    Abbiamo tutti ascoltato con estremo interesse le parole di Mario Draghi che, con un’inattesa apertura rispetto alla fattibilità di un’uscita dall’euro, ha comunque ricordato che in caso di rottura della moneta unica – secondo la sua opinione – i paesi uscenti dovrebbero comunque ripagare i propri debiti ossia, forse, ripagare il saldo negativo del Target2.
    Visto che l’Italia ha un saldo di circa -365 miliardi di euro significa forse che tale ammontare sarebbe il nostro debito (da ripagare) in caso di Italeave? O, visto che la Germania ha un equivalente credito Target2 di circa 800 miliardi euro (!!!, record storico) rispetto all’intero sistema di pagamenti europeo, significa che in caso di rottura dell’euro il sistema europeo dovrebbe pagare Berlino il suo immenso surplus Target2?

    Niente di tutto questo: prima di tutto il Target2 è una convenzione per cui il segno negativo non significa avere un debito ma semplicemente vuole rappresentare una traccia dei flussi di denaro che, ad esempio dai paesi periferici sono stati trasferiti verso quelli “core” (in caso di negatività come quella italiana). Dunque, nel momento in cui un soggetto con un conto corrente a credito in Italia trasferisce denaro ad esempio in una banca della Germania, da una parte determina una diminuzione del saldo nel conto italiano e dall’altra un parallelo incremento di saldo nel conto corrente nella banca tedesca, tutto espresso in euro. Quello che avviene per attuare il bonifico, ossia il determinarsi di un saldo negativo in capo alla banca d’Italia e di uno positivo in capo alla banca centrale tedesca, è solo una convenzione operativa che potrebbe tranquillamente non esistere ma che purtroppo confonde le idee dando vita al tanto chiacchierato saldo Target2 ed alle sue molteplici interpretazioni, spesso di parte.

    Alla fine, come ben spiegato dall’ottimo De Grauwe su vox.eu (autorevolissimo sito accademico europeo) e ripreso dal nostro Fabio Lugano, il sunto è che il saldo negativo Target2 non rappresenta un debito per l’Italia ed un equivalente credito per la Germania quale recettore dei fondi trasferiti dall’Italia (i detentori dei saldi nei conti correnti positivi in Germania derivanti dai flussi di denaro provenienti dai paesi periferici, inclusa la loro nazionalità, rappresentano una variabile esogena ed indipendente). In soldoni la conseguenza è che, nel caso di una rottura dell’euro, la Germania non potrebbe permettersi di trasformare tutti i saldi in euro depositati nelle sue banche in nuovi marchi in quanto così facendo perderebbe il controllo della moneta nazionale – che esploderebbe in volume – e dunque farebbe partire prepotentemente l’inflazione tedesca. Ossia, e qui sta il punto, un euro che si rompe e che non esiste più verrebbe accreditato ai beneficiari effettivi in funzione della loro residenza, in lire se la residenza del proprietario è italiano, in fiorini se olandese ecc.
    Andrebbe anche considerato che gran parte (anche oltre 100 mld di euro e più, diciamo anche un terzo) di detto saldo negativo Target2 italiano possa essere derivato dal rimpatrio di capitali delle multinazionali tedesche con attività in Italia con gli strumenti del “cash pooling”: di norma anche tali flussi derivanti ad esempio dal rimpatrio del cash delle filiali italiane delle multinazionali tedesche dovrebbero essere convertiti in lire (creando enormi perdite per numerose aziende germaniche attive in Italia).

    Food for thoughts

    In ogni caso non esiste nessun dubbio: se un soggetto italiano, volendo mettersi al riparo dalla futura riconversione forzata dei depositi bancari, spostasse i soldi in Germania per sfuggire (inutilmente) agli effetti di una rottura della moneta unica farebbe un gravissimo errore a pensare di esserci riuscito, si riprenderà le lire! Anche un soggetto tedesco con attività in Italia (vedi Cash Pooling) correrebbe rischi.
    Dunque, l’unico modo per essere sicuri di scampare a detta ridenominazione (in caso di rottura della moneta unica) e dunque evitare di ritrovarsi – ad esempio per un beneficiario/residente italiano – con lire svalutate tra le mani è di convertire i propri saldi attivi di conto corrente in una valuta europea autonoma ossia in franchi svizzeri (moneta di norma correlata con il valore intrinseco del marco tedesco e/o alla valuta rappresentante l’economia germanica), possibilmente trasferendo il proprio cash nella Confederazione Svizzera.

    In tale modo, in caso di rottura dell’euro, non ci sarebbero dubbi sulla valuta effettivamente detenuta in conto corrente ad esempio da un residente italiano.

    Published by Ofcs.report se di interesse . posto un inteessante articolo.. cordiali saluti

    1. permettimi qualche domanda.
      1) Secondo te se io nella mia banca italiana converto euro in franchi svizzeri, sono in salvo in caso di fine dell’euro?
      2) Se, invece, come consigli, volessi trasferire euro in qualche banca svizzera e, naturalmente, cambiare gli euro in franchi svizzeri, in che modo concreto si può fare questo? Bisogna recarsi in svizzera? oppure è possibile anche dall’italia senza incorrere nel mirino del fisco italiano per trasferimento illecito di denaro all’estero?
      Grazie per una tua risposta.

      1. Anche in Italia puoi aprire un conto corrente nella valuta che vuoi,
        oppure detenere titoli in valuta che desideri.

        Ciao

        1. scusa se torno sull’argomento ma mi sembra che la tua risposta sia stata parziale.
          Mi interessa sapere soprattutto questo: supponiamo che nella mia banca acquisto franchi svizzeri che restano depositati sul mio conto.
          In caso di crac dell’euro quei franchi svizzeri sul mio conto sono al riparo da svalutazioni e quant’altro oppure no?
          Aspetto una tua risposta
          ciao

  6. Riferito al target 2, occorre anche osservare che come è successo nell’incontro tra giornalisti e politici Olandesi e Mario Draghi, sta uscendo in modo sempre più vistoso, il fatto che quella montagna di soldi che la BCE, ha garantito per l’Italia e per i paesi del Sud. non sia altro che BALLE.
    Alla domanda riportata dal sito … https://scenarieconomici.it/draghi-agli-olandesi-tesoretto-indietro-se-uscite-da-euro-non-uscirete-mai-dalleuro-e-irreversibile/
    Sta ovviamente emergendo in modo sempre più plateale, e qui Draghi può dire quello che vuole, ma i fatti sono li a dimostrarlo che i paesi del NORD, si trovano ad avere nei confronti della BCE un credito garantito nei confronti dei paesi del sud, ma che non potranno mai averli…
    Pensate che più il debito aumenta più loro ( i paesi del Nord) si sentiranno GARANTITI, dalla BCE oppure no?
    Mi viene in mente il detto che dice…
    Se tu hai un debito con una banca di poche lire “euro”… fate un po voi, allora è un V.s. problema, ma se voi avete un debito di molti milioni di lire, euro …. con la banca, ora questo è UN PROBLEMA SUO.
    Ovvero ci potremmo trovare che quello che doveva succedere nel 2011/12 si ripropone con più forza… e non c’è un target “3”.

  7. Interessante lettura Andrea.

    Vorrei, a tal proposito, fare una domanda a te e al blog:” In questo momento è meglio mantenere un investimento immobiliare (nonostante le case non rendano e le tasse ti dilaniano – vedi Imu etc ) oppure vendere e mettere i soldi in banca ?

    1. Ieri ho postato l’ultima fresca analisi di E. Von Greyenz, che Lei può leggere qui:
      http://3.boards.net/post/5449
      Per quel che riguarda il mercato immobiliare, una riflessione la troverà qui
      http://3.boards.net/post/5448
      Coloro che, oltre ad affamare la bestia, desiderano tutelarsi ( la salvezza è sempre e solo individuale), troveranno ispirazione qui
      http://3.boards.net/thread/98/asinus-stramen-mavult-quam-aurum
      Come “uomo per gli altri” penso di aver fatto quanto possibile perché Lei rifletta e agisca alla luce di ciò che sta arrivando. Non ignori la dissonanza cognitiva, sempre in agguato. E.

    2. E’ un dilemma cornuto. Infatti in tempo di crisi gli asset valgono sempre piu’ dei crediti, ma sulla casa lo stato italiano continuerà a far gravare imposte spoliatrici da girare ai sui padroni d’ oltralpe .
      Il valore degli assets tornerà solo quando questo stato fallirà ma allora sarà l’ investimento buono solo per chi se li è presi a svendita a causa della crisi dello stato, mentre chi li deteneva da prima ci avra’ perduto molto, sebbene non TUTTO come potrà capitare allora a tanti detentori di soli crediti ( vedi il “belin” )
      Sui soldi “all’ estero” senza abitarci esistono anche li molti rischi , ad esempio si rischia quantomeno di averli “indisponibili” per un tempo non definibile o quantomeno quando servono

    3. Io tempo fa ho comprato un po’ di oro fisico, con banca etruria , che ha pure in deposito . L’ oro fisico e’ stato sempre concepito come bene di conservazione , anche se puo’ avere delle oscillazioni. L’ immobiliare comporta avere un capitale consistente., io non sono mai stato entusiasta , poi oggi suoertassato e con tutti i rischi di chi affitta. A Federico ed altri lettori esperti la parola

    4. by Fabio Lugano

      COME SI MUOVEREBBE LA NUOVA MONETA NAZIONALE NEL CASO DI EUROBREAK (TU CHIAMALA, SE VUOI, LIRA)? E COME SI MUOVEREBBERO LE ALTRE?

      Ieri il sempre ottimo e preciso Ingegner Caustico ha dato una sua valutazione sul valore di una nuova ipotetica valuta nazionale. Possiamo chiamare questa nuova moneta Lira, Fiorino, Ducato, Zecchino, Baiocco, Meneghino, Grosso , come vogliamo, ma, comunque, non avrebbe nulla a che fare con la gloriosa Lira ereditata dal regno di Sardegna, poi dal Regno d’Italia e diventata la moneta della neonata Repubblica democratica. Si tratterebbe di un’unità di misura monetaria nuova, che partirebbe da una parità iniziale con l’Euro.

      Per analizzare la nuova moneta parto da un punto di vista completamente diverso: i saldi commerciali. Utilizzo questo punto di partenza perchè:
      1.I saldi commerciali e delle partite correnti sono una componente essenziale dei saldi della bilancia dei pagamenti, cioè di quel saldo di movimento valutario che poi è il vero motore del rafforzamento/indebolimento di una moneta. In regime di cambi liberi un paese esportatore vedrà la propria moneta rafforzarsi rispetto a quella dell’importatore, perchè il secondo acquisterà la moneta del primo per poter pagare i beni da importare. Si tratta di un fenomeno che , normalmente , dovrebbe portare al rafforzamento della moneta dell’esportato sino all’annullamento del vantaggio dell’esportatore stesso. I saldi commerciali sono un elemento essenziale del saldo delle partite correnti e del saldo della bilancia dei pagamenti (che considera anche investimenti e disinvestimenti).
      2.Il valore della bilancia commerciale e di quello delle partite correnti sono dei valore certi ed degli indicatori oggettivi della competitività , a livello produttivo, fra i vari sistemi economici. Un dato diretto, non frutto di elaborazioni.

      Già da queste premesse possiamo chiarire un paio di dubbi agli increduli e rispondere ad un paio di domanda classiche.

      “Se usciamo dall’euro come faremo a comprare il petrolio e le materie prime senza una moneta forte?” Semplice, vendendo, come facciamo , i nostri prodotti sul mercato mondiale e procurandocela.

      “E come faremo con i prestiti?”. Ammesso ce ne sia bisogno, con lo stesso modo visto precedentemente…

      Ipotizziamo che l’eurozona si rompa e che quindi ci troviamo da un lato a definire la posizione della nostra moneta verso gli ex paesi euro, dall’altro.

      In generale vediamo l’andamento della bilancia dei pagamenti italiana

      Notiamo come la bilancia delle partite correnti nazionale sia diventata positiva a partire dal 2011, dopo aver toccato dei valori fortemente negativi a cavallo della crisi del 2008. La bilancia delle partite correnti si muove in sintono, praticamente con la bilancia commerciale, come possiamo vedere da quest’altro grafico.

      Praticamente gli avanzi di bilancia commerciale finanziano sia le rimesse verso l’estero (evidentemente degli immigrati in Italia…) sia gli interessi che le istituzioni italiane pagano verso l’estero. Ricordiamo che la bilancia delle partite correnti registra :
      •le transazioni reali di beni o servizi (la bilancia commerciale);
      •i flussi di reddito (interessi, dividendi etc);
      •i flussi unilaterali (donazioni etc).

      Essendo la nostra bilancia delle partite correnti in attivo non c’è da aspettarsi, in generale, grossi problemi dalla nostra uscita dall’euro.

      Però il concetto di svalutazione/rivalutazione è sempre relativo: mi svaluto-rivaluto rispetto a qualche moneta. Chi parla di “Svalutazione del 20%” o parla a caso o pensa ad una svalutazione collettiva, verso tutto il mondo, il che è perfettamente irrealistico, dato che i nostri saldi commerciali e delle partite correnti vengono a differire paese per paese.

      In generale potremmo dividere le transazioni fra Area Dollaro e le neovalute generate dalla frattura dell’area euro.

      Verso gli Stati Uniti abbiamo una situazione di attivo della bilancia commerciale , come possiamo vedere dai dati USA:

      AVANZO ITALIA – USA 2016: us$ 28.456 milioni

      AVANZO ITALIA – USA 2015: us$ 27.975 milioni

      AVANZO ITALIA – USA 2014: us$ 25.410 milioni

      Quindi non è prevedibile una svalutazione verso il dollaro, consistente. Del resto abbiamo un avanzo commerciale perfino verso i paesi OPEC (2.356 milioni di euro). L’unica area verso cui dovremmo svalutare sarebbe la Cina , con cui abbiamo una situazione di deficit commerciale per euro 16.204 milioni e verso il rublo russo, contro il quale abbiamo un disavanzo di euro 3.897 Purtroppo nel primo caso, di valute legate ad dollaro, per cui difficilmente si rivaluterà autonomamente, nel secondo caso le sanzioni europee impediscono il riallinearsi della nostra bilancia commerciale.

      Cosa avverrebbe invece nei confronti di ipotetiche valute dell’area euro.

      Vediamo nei confronti della Germania :

      DISAVANZO COMMERCIALE ITALIA GERMANIA : euro 8.949 milioni

      Quindi assisteremmo ad una svalutazione della “Lira” verso il Marco

      In generale abbiamo un avanzo commerciale verso altri paesi che va a riequilibrare la bilancia delle partite correnti: paghiamo interessi, dividendi ed effettuiamo trasferimenti . La nostra attività commerciale ci permette di far fronte a queste necessità valutarie e , come lo fa ora, ancor meglio lo farebbe in futuro.

      Paradossalmente il “Dividendo negativo” del nostro debito e della nostra instabilità politica ha storicamente portato ad un’utile svalutazione della nostra moneta. Essere troppo forti non serve a fare buoni affari, meglio mantenere un low profile ed apparire politicamente inaffidabili.

      Diversa è , ad esempio, la situazione della Francia, che presenta un deficit commerciale enorme con la Germania (50 miliardi di euro, 6 volte quello italiano), e con i Paesi Bassi, (90 miliardi di euro) e con l’Italia. Questa situazione necessiterebbe una forte svalutazione dell’eventuale nuova valuta francese.

      Chi si troverebbe sull’altro lato della barricata sarebbero Paesi Bassi e Germania. I Paesi Bassi hanno il quinto surplus commerciale al mondo, paradossalmente più capite maggiore di quello tedesco. Le loro monete esploderebbero, letteralmente, sia nei confronti della “Neolira”, sia nei confronti, soprattutto, del dollaro . Chiaramente i Paesi Bassi cercheranno ad ogni costo di mantenere un nucleo duro di moneta, almeno con Germania, Benelux ed Austria, perchè da soli sarebbero massacrati.

      Per l’Italia invece , nel caso di eurobreak :
      •Non dovrebbero esserci grossi problemi di svalutazione verso il dollaro e quindi di inflazione importata;
      •Ci sarebbe un’importante svalutazione verso le valute tedesca ed olandese, dell’ordine di un 15-20 %.
      •Potrebbe esserci un riaggiustamento leggero verso la Francia.
      •Le variabili politiche/creditizie potrebbero portare ad un’accentuazione della svalutazione verso le nuove monete dell’area euro. Difficilemnte verso il dollaro tranne iniziare ad accumulare enormi avanzi commerciali verso gli USA.
      •Le nostre aziende industriali inizierebbe a spiazzare le aziende equivalenti tedesche ed olandesi nei mercati mondiali.

      Nessun terremoto, niente benzina che triplica il suo prezzo, semplicemente una situazione piena di opportunità da governare.

      5 marzo, 2017 alle 22:15

  8. Per Gianni: se in quella casa NON ci vivi io venderei e farei un portafoglio ultra-difensivo con l’unico obbiettivo provare a MANTENERE il valore così strutturato :
    a) 10% in oro fisico in monete
    b) 30% in USD, 50% in t note 5 anni e 50% in t note 10 anni
    c)6 x 10% in bonds IBRD (Banca mondiale) dai 5 ai 10 anni in NZD, RUB, AUD, GBP, CHF, SGD.

    Aspettando poi la rottura dell’euro che avverrà sicuramente entro vent’anni.

    1. VENTA’NNI ? Avessi detto 2 come Federico, passi pure , ma venti, e’ da rabbrividire !

    2. senza pretendere di essere un dio della finanza ,io vedrei meglio :
      * oro 33%
      * azioni 33%
      ° valute straniere Yuan, rublo, pound, sia in bond che cash 33%

      per quanto riguarda l’euro, se malauguratamente dovesse campare ancora per 20 anni., penso che non crollerebbe più .

  9. Buongiorno la nostra I/taglia era la grande azienda dove tutti stavano bene, si lavorava molto e bene gli stipendi regolari,buoni orari di straordinario.Però un bel momento chi la gestiva si e messo sulla strada sbagliata vizi cattivi,spese sbagliate, donne e auto di lusso ,ferie a go go,e casinò,senza avvisare i dipendenti che ancore si recavano al posto di lavoro,che l’azienda non aveva più liquidità e causa la crisi il lavoro cominciava a scarseggiare!Tra Veneto e Lombardia stanno chiudendo già da due anni 40/50 aziende il giorno! Viva la Serenissima Repubblica del Nord.I nostri figli ci malediranno per aver permesso che lo stato che ci porti alla rovina.

    1. ma soprattutto è matematico che una tale crisi globale del debito verrà risolta solo con una guerra

  10. Ormai non c’è più solo Bagnai a dire che, per sua stessa natura, il sistema €uro è destinato a cadere da solo: lo stanno mormorando sempre più “esperti”, anche se lo fanno sottovoce e negli angiporti delle loro accademie e quindi non viene riportato da nessuno dei media mainstream. Lo fanno giusto per poter un giorno affermare “l’avevo detto io!”, ma si guardano bene dal proclamarlo ad alta voce (cioè in televisione o sui giornali “autorevoli”) per non procurare fastidi al manovratore e, soprattutto, per non averne.
    Perciò, la vera questione a cui dare una risposta adesso è capire quando ciò accadrà e quanti cadaveri lascerà sul terreno; ma nessuno si sbilancia e anche Dezzani si è limitato a fare un’analisi piuttosto scontata, basata sui “c’è chi dice questo e c’è chi dice quello” e soprattutto senza prendere posizione, come invece tutti noi ci aspettiamo da lui.
    Non vorrei che l’amarezza per avere “sbagliato” il pronostico sull’elezione francese lo avesse reso troppo cauto.
    Forza Federico, gettiamo nuovamente il cuore oltre l’ostacolo!

  11. Dezzani si chiede se l’oligarchia politico-amministrativa , al potere in italia su mandato della finanza internazionale, abbia la forza per tener mansueti gli italiani mentre vengono derubati. La stanno importando ,a migliaia al giorno. Queste masse di africani ben alimentati dai nostri sfruttatori a nostre spese, saranno pronti a massacrare gli autoctoni ribelli,in nome dell’uguaglianza e del progresso. Non che capiscano cosa vuol dire ovviamente, questi falsi rifugiati saranno veri strumenti di oppressione. Le varie alchimie politiche producono tutte lo stesso risultato.La salvezza della nazione e’ resa impossibile a causa della distorta narrazione della storia. Il fatto che molti sano infelici ed arrabbiati per questa situazione e’ irrilevante, sono molti anche i vermi che prosperano sulle ferite aperte dalla globalizzazione. La coscienza nazionale e l’amor di patria sono state sotterrate in nome dell’antifascismo e del politicamente corretto. Senza patriottismo non c’e’ riscossa nazionale, senza la protezione della nazione il popolo diviene schiavo dei poteri globali. Proibisci la penicillina e l’infezione e’ inarrestabile. L’italia ,nei piani dei padroni occulti,e’ il laboratorio della mescolanza razziale forzata, il suo futuro come nazione europea e cristiana e’ segnato. l’unica risposta possibile e’ il ricorso all’esempio degli eroi della nostra storia. Pietro Micca, Franchi Maggi,Carpaneto, e i tanti caduti nelle nostre guerre, chi li ricorda piu’ ? I nostri giovani sono cresciuti nel culto delle celebrita’, questa e’ la nostra tragedia, la tragedia di tutto l’occidente .

    1. “Nella steppa aperta l’individuo non trova protezione dall’inclemenza della natura, né nella società egalitaria dall’inclemenza dell’uomo.”
      Nicolás Gómez Dávila

      E ancora:
      “Il nazionalismo è stato l’ultimo spasmo dell’individuo prima della grigia morte che lo aspetta.”
      Nicolás Gómez Dávila

    2. Tristissima verità, The Roman, a volte mi chiedo perché solo in pochi ragioniamo così, possibile che sono diventati tutti ciechi e ottusi? Nessuno vede il baratro, sono stati indottrinati bene, e non parlo dei giovani, per loro è naturale (sono cresciuti in questa società) non capisco gli adulti…
      Comunque è anche vero che tutto si crea e poi finisce, il mondo è sempre in cambiamento, abbiamo avuto tante ere poi svanite, forse è la fine anche di questa, forse è naturale così. La cosa difficile è vivere il grande cambiamento, per noi, per chi ha vissuto il precedente

      1. I giovani sono molto indottrinati, ma i giovanissimi molto meno. Parlo con 16/18enni e la loro opinione prevalente è che le elites ci stiano imbottendo la testa di fesserie. Nulla sanno di economia, euro, eccetera: ma deridono senza problemi il politically correct, e non credono a una parola di quanto propinato dai media. In pratica: vedono benissimo che il re è nudo e si fanno un sacco di risate a dirlo. (Tra l’altro ne sento molti che rifiutano il “dover” andare a lavorare all’estero. Magari saranno costretti ugualmente, ma non ci vedono nulla di figo e odiano l’idea).

  12. Stampate e cambiate a milioni le schede elettorali prima a Vienna e poi a Lutezia, Zurigo ribadisce: sono irrevocabile. Qui nella ex Roma come nelle Americhe: il debito a voi tutti. E a noi il credito. La ex Roma, dove Zurigo tiene le sue guardie, dovrà essere la più ferita. Gli allievi di Pio XII ne avevano fatto la quinta economia, ricorda il genio Tacito interprete anche del Marchese de Condorcet? Sia ridotta a poco più che un campo profughi. Ma Volodia ha riunificato l’Asia: non solo niente più oro da Eurasia, in cambio delle cartine colorate o delle altre in verde. Ma via alla vendita di gas e olio nelle loro valute, non emesse a Zurigo. Non passerà molto, spiega il genio di Tacito, e gli elettori truffati nelle urne e demonetizzati concluderanno tanto la finta unione che i loro stremati governi.

    1. Direi piuttosto gli allievi di Giovanni Gentile e di Giuseppe Bottai. Sono stati coloro che hanno studiato alla loro scuola a portare l’Italia ad un livello economico di primo piano, a produrre risultati scientifici e cultura. Ora invece vediamo all’opera coloro che hanno studiato alla scuola del sessantotto. Consolatevi, ci va ancora bene! Domani ci saranno coloro che avranno studiato alla scuola di Valeria Fedeli, primo ministro dell’istruzione a non aver preso nemmeno una maturità liceale. Ogni volta che si presenta in televisione, con quel suo aspetto sciatto e volgare, quei capelli maltinti, quella espressione arrogante stampata sul volto scotto, mi ricorda un celebre ritratto che Henry de Toulouse-Lautrec fece alla vecchia maitresse di uno dei ritrovi che frequentava. Che forse erano meglio di quelli che frequenta oggi il ministro Fedeli.

  13. L’Italia ha comprato merci, per esempio dalla Germania ( prima doveva procurarsi i Marchi mentre adesso occorrono gli Euro ) con euro che non aveva ma avrebbe preso in prestito, quindi tutto ruota attorno a debiti e crediti di banche, private o meno non importa. Ma in Europa il bail-in è valido soltanto per MPS e altre banche italiane o si deve applicare a tutte le banche? Se le banche tedesche per tramite della BCE hanno prestato denaro senza garanzie reali devono ricorrere al bail-in e imputare la perdita ai loro correntisti e azionisti mentre la prossima volta le banche di Germania staranno più attente a farci credito perché è ovvio che soltanto un truffatore può farti credito sapendo che no hai la possibilità di restituirlo, dal momento che lo stesso creditore ti ha distrutto coscientemente l’economia produttiva. Chiaramente quanto sopra varrebbe se veramente credessimo alla favoletta dei Target2 e stronzate simili, ma se vogliono dirci che questa è la realtà, allora devono accettarla anche loro e non cambiare le regole a gioco iniziato. Dico che la storia dei Target2 è irreale perchè non riesco a capire come mai se un italiano ha un conto in attivo in una banca nazionale e vuole comprare un prodotto tedesco perchè mai dovrebbe considerarlo un prestito di Euro dalla Germania.

  14. l’ analisi di Dezzani dell ‘ arrivo della TROIKA in Italia è più di un’ipotesi è una certezza .
    GIà nel 2014 Reppubblica con articoli di Scalfari ne auspicava l’arrivo .
    Facciamo dei paralleli storici .Quest’ anno il 26 di ottobre ricorrono 100 anni esatti dalla
    disfatta di Caporetto . IL 28-10-2017 l’alto comando italiano tramite il generale Cadorna
    dà la notizia ufficiale all’ Italia incolpando i soldati di disfattismo ,quei soldati che hanno tenuto con le unghie e con i denti l’intero fronte .
    Il generale non è particolarmente scosso, e non ammetterà mai di aver sbagliato. Cadorna, verrà poi nominato rappresentante italiano al Consiglio superiore di guerra a Versailles.Nel 1924, Mussolini nominerà Cadorna maresciallo d’Italia insieme a Diaz.
    E’ facile che nell’autunno del 2017 vivremo la nostra CAPORETTO ECONOMICA .
    Vedremo tutte le alte sfere politiche ed economiche ricevere i loro compensi in cariche
    onori ,e soldi . Tutti gli Italiani che si sono opposti al arrivo della TROIKA e che sono
    denominati populisti verranno demonizzati come disfattiasti . Ma…Ma.. MA…
    Dopo Caporetto è venuto il PIAVE. IL 15-6-2018 c’è la riscossa Italiana .
    Se il parallelo storico regge prepariamoci ad un bagno di sangue ( speriamo solo economico ) per quest’autunno, ed organizziamo già da oggi la nostra riscossa che
    dovremo far fruttare nel anno che verrà .

    1. Una correzione e un consiglio .
      La correzione è un refuso mio dove la data IL 28-10-2017 l’alto comando italiano tramite il generale…. va ovviamente sostituita con 28-10-1917 .
      IL consiglio è rivolto a tutti i lettori e commentatori del blog : per capire
      cosa è il TARGET 2 andare sul sito Goofynomics di Bagnai alla data del
      5/3/2013 e leggere Mr. Full Monty ovvero i salvataggi che han salvato gli
      altri .

  15. Cari italioti
    purtroppo per preconcetti inculcati per decenni nel vostro cervello e per codardia, piuttosto che ammettere che l’unica soluzione è quella prospettata, con un progetto serio e studiato, dai professori Borghi Aquilini e Bagnai; piuttosto che votare uno che non vi piace, anche se dice cose giuste, andrete incontro alla bancarotta certa ; ridotti a schiavi e servi del potere mondialista e atlantista.

    1. Unica consolazione è che i francesi faranno la nostra stessa fine
      Me loro se la sono cercata veramente col lanternino

  16. piuttosto che votare uno che non vi piace, anche se dice cose giuste, andrete incontro alla bancarotta certa ;

    Cioè….parla chiaro Silvio…..chi bisognerebbe votare secondo te ???

  17. by Fabio Lugano

    COME SI MUOVEREBBE LA NUOVA MONETA NAZIONALE NEL CASO DI EUROBREAK (TU CHIAMALA, SE VUOI, LIRA)? E COME SI MUOVEREBBERO LE ALTRE?

    Ieri il sempre ottimo e preciso Ingegner Caustico ha dato una sua valutazione sul valore di una nuova ipotetica valuta nazionale. Possiamo chiamare questa nuova moneta Lira, Fiorino, Ducato, Zecchino, Baiocco, Meneghino, Grosso , come vogliamo, ma, comunque, non avrebbe nulla a che fare con la gloriosa Lira ereditata dal regno di Sardegna, poi dal Regno d’Italia e diventata la moneta della neonata Repubblica democratica. Si tratterebbe di un’unità di misura monetaria nuova, che partirebbe da una parità iniziale con l’Euro.

    Per analizzare la nuova moneta parto da un punto di vista completamente diverso: i saldi commerciali. Utilizzo questo punto di partenza perchè:
    1.I saldi commerciali e delle partite correnti sono una componente essenziale dei saldi della bilancia dei pagamenti, cioè di quel saldo di movimento valutario che poi è il vero motore del rafforzamento/indebolimento di una moneta. In regime di cambi liberi un paese esportatore vedrà la propria moneta rafforzarsi rispetto a quella dell’importatore, perchè il secondo acquisterà la moneta del primo per poter pagare i beni da importare. Si tratta di un fenomeno che , normalmente , dovrebbe portare al rafforzamento della moneta dell’esportato sino all’annullamento del vantaggio dell’esportatore stesso. I saldi commerciali sono un elemento essenziale del saldo delle partite correnti e del saldo della bilancia dei pagamenti (che considera anche investimenti e disinvestimenti).
    2.Il valore della bilancia commerciale e di quello delle partite correnti sono dei valore certi ed degli indicatori oggettivi della competitività , a livello produttivo, fra i vari sistemi economici. Un dato diretto, non frutto di elaborazioni.

    Già da queste premesse possiamo chiarire un paio di dubbi agli increduli e rispondere ad un paio di domanda classiche.

    “Se usciamo dall’euro come faremo a comprare il petrolio e le materie prime senza una moneta forte?” Semplice, vendendo, come facciamo , i nostri prodotti sul mercato mondiale e procurandocela.

    “E come faremo con i prestiti?”. Ammesso ce ne sia bisogno, con lo stesso modo visto precedentemente…

    Ipotizziamo che l’eurozona si rompa e che quindi ci troviamo da un lato a definire la posizione della nostra moneta verso gli ex paesi euro, dall’altro.

    In generale vediamo l’andamento della bilancia dei pagamenti italiana

    Notiamo come la bilancia delle partite correnti nazionale sia diventata positiva a partire dal 2011, dopo aver toccato dei valori fortemente negativi a cavallo della crisi del 2008. La bilancia delle partite correnti si muove in sintono, praticamente con la bilancia commerciale, come possiamo vedere da quest’altro grafico.

    Praticamente gli avanzi di bilancia commerciale finanziano sia le rimesse verso l’estero (evidentemente degli immigrati in Italia…) sia gli interessi che le istituzioni italiane pagano verso l’estero. Ricordiamo che la bilancia delle partite correnti registra :
    •le transazioni reali di beni o servizi (la bilancia commerciale);
    •i flussi di reddito (interessi, dividendi etc);
    •i flussi unilaterali (donazioni etc).

    Essendo la nostra bilancia delle partite correnti in attivo non c’è da aspettarsi, in generale, grossi problemi dalla nostra uscita dall’euro.

    Però il concetto di svalutazione/rivalutazione è sempre relativo: mi svaluto-rivaluto rispetto a qualche moneta. Chi parla di “Svalutazione del 20%” o parla a caso o pensa ad una svalutazione collettiva, verso tutto il mondo, il che è perfettamente irrealistico, dato che i nostri saldi commerciali e delle partite correnti vengono a differire paese per paese.

    In generale potremmo dividere le transazioni fra Area Dollaro e le neovalute generate dalla frattura dell’area euro.

    Verso gli Stati Uniti abbiamo una situazione di attivo della bilancia commerciale , come possiamo vedere dai dati USA:

    AVANZO ITALIA – USA 2016: us$ 28.456 milioni

    AVANZO ITALIA – USA 2015: us$ 27.975 milioni

    AVANZO ITALIA – USA 2014: us$ 25.410 milioni

    Quindi non è prevedibile una svalutazione verso il dollaro, consistente. Del resto abbiamo un avanzo commerciale perfino verso i paesi OPEC (2.356 milioni di euro). L’unica area verso cui dovremmo svalutare sarebbe la Cina , con cui abbiamo una situazione di deficit commerciale per euro 16.204 milioni e verso il rublo russo, contro il quale abbiamo un disavanzo di euro 3.897 Purtroppo nel primo caso, di valute legate ad dollaro, per cui difficilmente si rivaluterà autonomamente, nel secondo caso le sanzioni europee impediscono il riallinearsi della nostra bilancia commerciale.

    Cosa avverrebbe invece nei confronti di ipotetiche valute dell’area euro.

    Vediamo nei confronti della Germania :

    DISAVANZO COMMERCIALE ITALIA GERMANIA : euro 8.949 milioni

    Quindi assisteremmo ad una svalutazione della “Lira” verso il Marco

    In generale abbiamo un avanzo commerciale verso altri paesi che va a riequilibrare la bilancia delle partite correnti: paghiamo interessi, dividendi ed effettuiamo trasferimenti . La nostra attività commerciale ci permette di far fronte a queste necessità valutarie e , come lo fa ora, ancor meglio lo farebbe in futuro.

    Paradossalmente il “Dividendo negativo” del nostro debito e della nostra instabilità politica ha storicamente portato ad un’utile svalutazione della nostra moneta. Essere troppo forti non serve a fare buoni affari, meglio mantenere un low profile ed apparire politicamente inaffidabili.

    Diversa è , ad esempio, la situazione della Francia, che presenta un deficit commerciale enorme con la Germania (50 miliardi di euro, 6 volte quello italiano), e con i Paesi Bassi, (90 miliardi di euro) e con l’Italia. Questa situazione necessiterebbe una forte svalutazione dell’eventuale nuova valuta francese.

    Chi si troverebbe sull’altro lato della barricata sarebbero Paesi Bassi e Germania. I Paesi Bassi hanno il quinto surplus commerciale al mondo, paradossalmente più capite maggiore di quello tedesco. Le loro monete esploderebbero, letteralmente, sia nei confronti della “Neolira”, sia nei confronti, soprattutto, del dollaro . Chiaramente i Paesi Bassi cercheranno ad ogni costo di mantenere un nucleo duro di moneta, almeno con Germania, Benelux ed Austria, perchè da soli sarebbero massacrati.

    Per l’Italia invece , nel caso di eurobreak :
    •Non dovrebbero esserci grossi problemi di svalutazione verso il dollaro e quindi di inflazione importata;
    •Ci sarebbe un’importante svalutazione verso le valute tedesca ed olandese, dell’ordine di un 15-20 %.
    •Potrebbe esserci un riaggiustamento leggero verso la Francia.
    •Le variabili politiche/creditizie potrebbero portare ad un’accentuazione della svalutazione verso le nuove monete dell’area euro. Difficilemnte verso il dollaro tranne iniziare ad accumulare enormi avanzi commerciali verso gli USA.
    •Le nostre aziende industriali inizierebbe a spiazzare le aziende equivalenti tedesche ed olandesi nei mercati mondiali.

    Nessun terremoto, niente benzina che triplica il suo prezzo, semplicemente una situazione piena di opportunità da governare.

    5 marzo, 2017 alle 22:15

  18. L’uscita da quest’Euro deve avvenire in modo GRADUALE, così come previsto per l’ingresso dagli stessi Accordi Europei di Cambio – AEC.
    “I PAESI DELL’UE CHE NON HANNO ANCORA ADOTTATO L’EURO DEVONO PARTECIPARE PER ALMENO DUE ANNI A QUESTO SISTEMA PRIMA DI ESSERE AMMESSI NELL’EUROZONA”.
    Il trauma è quindi evitato in INGRESSO e parimenti può essere scongiurato in USCITA.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Accordi_europei_di_cambio#AEC_II

  19. Votare Salvini ?

    Nemmeno per sogno. Egli è”stampella del potere come la Lega stessa, l’M5S e la Meloni.

    Cellule di “partiti main-stream” oculatamente scisse a tempo per partenogenesi.

  20. Non ci siamo. Abbiamo appena assistito alla sconfitta di un “teorema” cioè quello che i partiti o movimenti (chiamiamoli “antisistema” o “xenofobi”) avrebbero provocato il collasso dall’Unione Europea. Lo stesso teorema agganciava le questioni di politica economica (l’uscita dall’Euro) con le tematiche relative all’immigrazione (e all’odio etnico o razziale in generale). Per mettere assieme le due cose si è dovuto “giustificare” col grande complotto. Il “no euro” è diventata una forma di manicheismo, di lotta tra luce e buio con relativa criminalizzazione di chiunque la pensasse in modo differente. In pratica tutto il fronte no euro si è spostato su questo tipo di manicheismo. La Le Pen su cui tante aspettative erano state riposte, è stata sconfitta. Non poteva funzionare infatti non ha funzionato (guarda caso).
    Dezzani, come un metereologo che promette pioggia e invece arriva l’anticiclone delle Azzorre, ha sbagliato previsione. Invece di ammettere l’errore rilancia e sposta in avanti “la grande catastrofe”. Ricorda un po’ quei leader religiosi che, dopo aver annunciato la fine del mondo, non verificandosi, dicono che arriverà comunque presto. Neanche un accenno di autocritica. Così Bagnai, così Mazzalai, così Fusaro…
    In questo post, però, c’è la chiave per capire perché il teorema non ha funzionato e mai funzionerà: è tutto un susseguirsi di attesa di disgrazie e fallimenti ZERO proposte ZERO alternative NESSUNA spiegazione di come ricostruire dopo l’armageddon.

    1. Non sono”teoremi bensì ipotesi più o meno plausibili e come tali soggette a smentite. L’errore è presentarle e crederle dei teoremi matematici e come tali, incontrovertibili. Sarebbe opportuno invece presentarli per quello che sono: insieme di eventi possibili e cercare di valutare , la probabilità di verificarsi o meno.
      In questo contesto avevo valutato bassa la probabilità di verificarsi degli eventi questione. Le previsioni in quanto tali non sono mai giuste o sbagliate altrimenti sarebbero predizioni. DI errato c’era solo la certezza del loro verificarsi.

      1. Ciò che dici è condivisibile. Non credo al teorema “euro ed immigrazione fanno parte della stessa regia, quindi i movimenti anti immigrazione distruggeranno il regista” e. mi sembra evidente, questo blog e altri l’hanno assai propugnato.

    2. Quindi, secondo te, la Le Pen non ha vinto perché Dezzani ne aveva predetto la vittoria applicando un “teorema” senza proposte, alternative e ricette per la ricostruzione? Conseguentemente, se il suo “teorema” avesse contenuto una parte propositiva, la Le Pen avrebbe vinto?
      Inoltre, secondo te, prendere posizione in maniera chiara è “manichiesmo”?
      Mah!
      Non mi pare che Dezzani propugni dei “teoremi” o che abbia mai detto di conoscere il futuro e, secondo me, faresti meglio a leggere il suoi articoli – se ti interessano – pensando che sia un semplice commentatore (argunto e informato, ma sempre un commentatore) che ha il coraggio di trarre delle conclusioni e fare delle previsioni (a volte sbagliate) ma non ha il compito di fare proposte: per quello ci sono i politici.
      Quanto a “Bagnai, Mazzalai e Fusaro”, per cosa dovrebbero fare autocritica, secondo te?

      1. Ciao, credo (ovvio, opinione personale) che un movimento politico che metta in prima linea le questioni immigratorie o razziali o etniche sia poco credibile. In primo luogo perché il razzismo (per me) è una cosa ributtante, in secondo luogo perché un partito deve avere per prima cosa una chiara idea di cosa fare in campo economico e avere anche la classe dirigente per realizzarlo, in terzo luogo perché conosciamo già l’evoluzione dei partiti di questo tipo, avendone in casa il progenitore che è la Lega Nord (secondo me il caso più eclatante di furbizia elettorale, disonestà, doppiezza, mancanza di scrupoli, etc.).
        Forse la maggioranza degli elettori (forse) la pensa in questo modo (la Lega in Italia è inchiodata al 12% per esempio).
        Bagnai (per fare un esempio) è uno dei cultori della grande catastrofe che ci travolgerà tutti. Da qualche anno ripete agli “adepti” che siamo nel ’39 (cioè alla vigilia di una grande guerra mondiale) adesso dovremmo essere nel ’42/43 ma la guerra ancora non c’è (viene in mente Grillo che alla viglia dello Tsunami Tour prometteva il default dell’Italia all’autunno prossimo e che ci sarebbero state rivolte di piazza, sempre in autunno – dove sono finite? – oppure Bossi negli anni 90 che assicurava che lo stato nazionale era fallito ed erano pronti 300.000 fucili nelle valli bergamasche).
        Il manicheismo esiste e porta alla criminalizzazione di chiunque si opponga al “bene assoluto”: Macron (male assoluto) Hillary Clinton (male assoluto non si sa perché) Obama (male assoluto, sì, ma Reagan e W Bush?) PD (male assoluto, sì ma Lega, Forza Italia, ex AN dov’erano? Non hanno mai governato?) Europa (male assoluto, poi però qualcuno mi sa elencare posti al mondo in cui si vive meglio Canada, California e Maldive escluse?) ONG (male assoluto, Cecilia Strada ed Emergency comprese)
        Manicheismo è “eurofobia” cioè la fobia di tutto ciò che riguarda l’Europa (compreso l’Erasmus).

        1. Leggendo bene Bagnai,non ha detto questo,ha detto semplicemente che l’euro come anche l’impero romano non sono irreversibili. Non ha mai parlato di guerra,semmai pauperizzazione della popolazione e guerre fra poveri

        2. x roberto Gavelli

          Non esiste la fonte perfetta, ci si può informare da più fonti le quali, possono dimostrare la loro validità solo col passare del tempo ed il verificarsi degli eventi a grandi linee, una previsione ” al dettaglio” è assolutamente impossibile (applicazione del solito metodo scientifico).
          Bagnai mi pare una valida fonte di informazioni perchè se lei si va a leggere i suoi articoli del 2011-2012, noterà come buona parte di quello che scriveva si è effettivamente verificato, poi anche li vi sono incongruenze, ma nel complesso come pensatore è valido; sul discorso che l’euro sarebbe esploso in tempi brevi è l’esatto contrario, purtroppo parlando con Giandomenico Maione ( che ha scritto per asimmetrie) questi ha chiaramente detto che una situazione come quella europea potrebbe durare (teoricamente) anche altri 30 anni, sul modello del disfunzionale modello sovietico! Seguo il Bagnai, il fatto che sia repellente e disgustoso umanamente non lo dequalifica come economista.

          Sulla visione manicheista mi pare che esageri, a meno che tra i lettori non vi siano dei bambini che credono alla divisione “bene” ed al “male”; sciocchezze tipo, “l’euro è cattivo” e “la lira è buona”, non meritano neppure di essere commentate, il problema è di chi pensa e scrive queste stupidaggini.

          Sul razzismo della lega; a me sembra semplicemente un modo per raccattare voti. Sull’affidabilità della lega e la sua classe dirigente non saprei, anch’essi sono dei perditempo? E’ possibile, ma servirebbero informazioni dall’interno. Se per lei il razzismo è ributtante le consiglio di evitare con cura i paesi anglosassoni ( che vengono presi a modello) ed il Giappone li si che sono stronzi, altro che i leghisti; provi ad andare nella campagna inglese tipo Hampshire e dica che è italiano, al confronto bossi le sembrerà un simpaticone, non ‘sto scherzando.

          Su grillo e bossi; che credibilità hanno questi 2? Nessuna, quindi possiamo evitare di perdere tempo ad ascoltarli. Questo blog mi pare relativamente “giovane” per essere giudicato, saranno il tempo ed i fatti a valutarlo, nel complesso comunque lo trovo interessante: a fine articolo ci sono sempre le citazioni,aggiungo che personalmente ho imparato un sacco di cose di storia recente. Comunque da qui ad essere d’accordo con tutto quanto viene scritto in loco c’è ne corre……

        3. L’Europa è fantastica! L’unione è fantastica! Conoscere e ospitare nuove culture è fantastico! Tutto sarebbe fantastico se fatto con civiltà e rispetto dei popoli. Ma, forse, Roberto non ha capito che qui le cose vengono fatte a dispetto dei popoli, con odio e sprezzo verso i popoli. Mi dispiace disilluderlo, sarà giovanissimo

          Ps. Io non credo nella Lega “razzista”, son tutte finzioni, magari fosse patriottica, perché questo è il termine. Non c’è più patriottismo, come dice The Roman, su. Basta, ma che parlo a fare, tanto noi non risolveremo proprio un bel tubo. Il nuovo mondo è tutto deciso (o meno, non m’interessa chi vincerà) so solo che tutto non sarà più come prima. (Ma senza catastrofi da film che immaginate, oggi le correnti scorrono sottili sotto i nostri piedi, e neanche ce ne accorgiamo, non servono più le bombe per sconvolgere il pianeta) 🙂

        4. Francamente, Roberto, mi pare che stia facendo un po’ di confusione tra manicheismo e libertà di pensiero (che comprende quella di espressione). Dare dei ciarlatani ed arruffapopoli indistintamente a tutti quelli che hai citato, questo sì che mi pare un modo di fare “manicheo”.
          Bagnai non ha mai preconizzato alcuna guerra: lo seguo abbastanza assiduamente per assicurarti che si occupa solo di scenari macroeconomici e non di geopolitica.
          Dezzani ha le sue idee, simpatie ed inclinazioni politiche tuttavia non mi pare che divida il mondo tra buoni (assoluti) e cattivi (assoluti).
          La Lega (che tu identifichi semplicisticamente con il razzismo ovvero col “male assoluto”), il PD, Forza Italia ecc. sono partiti con le loro idee ed i rispettivi programmi: ognuno sceglie quello che vuole e fa il tifo per chi vuole; non mi pare che ciò rappresenti una forma di manicheismo.
          Così come i Macron, le Hillary, gli Obama, i Putin, le Le Pen, i papa Francesco, ecc.: si potrà pure politicamente apprezzarli o detestarli (come tu fai con la Lega) senza per questo diventare manichei, o no?
          Perciò, se ti ripugnano tanto e ritieni intollerabili Bagnai, la Lega, Dezzani e compagnia bella, perché non smetti semplicemente di seguirli invece di insultarli e trattarli come altrettanti cattivi maestri?
          Se credi che ci siano studiosi, commentatori, partiti migliori e meno “manichei”, perché non ti limiti a quelli ?
          Infine, perchè non esponi i tuoi punti di vista con meno livore?

  21. Mi sembra fosse Shekspeare che una volta disse : ” Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi”.
    Alcuni commenti un po più su, ed il contatto che ho con decine di persone ogni giorno dimostrano che il nostro problema caro Dezzani non sono tanto gli idioti, che sono pochi e poi alla fin fine idioti non lo sono per niente, sono proprio i ciechi che sono milioni e milioni ed hanno pure la supponenza di credere di vederci come un falco.

  22. Leggo oggi sul giornale che Berlusconi propone nel suo programma 1000 Euro di pensione agli anziani, e la circolazione di una doppia moneta…..
    Perciò, visto la saggezza e la abilità del sempreverde, l’uscita dalla moneta unica Euro è sempre più vicina…
    Un altro elemento di riflessione è la questione di Montepaschi e della Etruria. Montepaschi è stata “silenziata” . Doveva fare l’aumento di capitale a giugno 2016. Non è successo nulla. Doveva liberarsi degli NPL entro due mesi, secondo la BCE, non è successo nulla. A dicembre è stata tolta dal listino di Borsa, perchè dava fastidio. problema rimandato all’infinito? No. In attesa di….
    Ecco l’altra questione che si lega a MPS. De Bortoli, spara sulla M.E.Boschi per la questione Banca Etruria. Come mai tanto vigore mediatico per una questione banale? Perchè Renzi ha rialzato la testa e vuole riprendersi Palazzo Chigi. Ma il Corriere non ci sta. Elezioni nel 2018, con una legge elettorale non maggioritaria, in modo che il Parlamento diventi una marmellata e non comandi nessuno.
    Siamo arrivati ad ottobre 2018 ed ancora non si è insediato un Governo…Che accade?
    Accade che i mercati si scatenano sull’Italia, il caso montepaschi esplode come una Bomba atomica, ed ecco che Mattarella, di fronte alla enorme crisi, chiede a mario draghi di diventare capo del Governo- esattamente come Monti- per affrontare la crisi economica…..
    Ora, Mario draghi, nel maggio 2018, ha lasciato con otto mesi di anticipo la Presidenza della BCE, perchè ha “esaurito” il suo mandato, di riportare l’inflazione al 2% ed ha chiuso il QE….
    Ed ecco Draghi che diventa salvatore della patria e si presenta come un “tecnico”, che avrà tutti i partiti dietro e l’appoggio del FMI…AVANTI TROIKA….
    Avete capito perchè dal Corriere e dalla TV7 si spara su Matteo Renzi ed il suo attivismo? Renzi non può tornare a palazzo Chigi, neanche con Berlusconi socio, perchè il posto di Presidente del Consiglio E’ GIA’ PRENOTATO…
    Ovviamente dal Venerabile Draghi…..

  23. Anche l’eccesso di surplus della Germania è motivo di “infrazione europea”, con sanzioni…
    cosa che non ho visto né applicata, ma nemmeno ipotizzata…

    Forse bisognerebbe smetere di fare gli agnelli sacrificali d’Europa a beneficio dei rottamatori italiani che stanno svendendo l’Italia agli stranieri… Francia,m Cina Qatar

    1. Infatti, hai proprio ragione, anche la francia sta fuori dal fatidico 3% da tre anni, e nessuna sanzione, addirittura pare che noi siamo attualmente al 2,2% e rompono le palle, ci vorrebbe un politico con le palle, non questi venduti, alla prossima lettera da bruxelles, che ci si puliscano il deretano, invece di continuare ad essere servi.

      1. Io non capisco perché continuiamo a pagare le tasse (di ogni tipo, anche a privati, Rai, telefonia) se in cambio non abbiamo niente. Non ci si rende conto che questi fanno i “nobili” con i nostri soldi? Questi morirebbero di fame senza le nostre tasse, bohhh

        Prendete ad esempio Roma, i cittadini che fanno le pulizie (non tutti) che cavolo pagano? i topi? il caos, le malattie? mah

  24. Fermo restando, al di la delle ottime analisi di Dezzani, che l’Euro non crolla se non lo vogliono oltreatlantico, mettiamocelo in testa, è il loro modo di governare i loro satelliti europei, null’altro,
    hanno le banche più grandi del mondo, che stanno semplicemente attaccando e conquistando tutte le grandi banche europee, questo è il programma…

    Saluti

  25. diritto.

    venerdì 5 maggio 2017

    RIFORME DELL’EUROZONA E “MINIRIFORMA” DELLE REGOLE DI BILANCIO: IL WISHFUL THINKING NELL’ERA DEL NEO-GOLD STANDARD

    http://cdn2.hubspot.net/hub/150/file-13149481-jpg/images/wishful-thinking.jpg

    1. Questo post intende istituire qualche connessione tra il materiale che, peraltro relativamente ad argomenti già di per sé collegati, è disseminato in diversi post e commenti (dato che l’apporto di taluni di voi, ormai ben “noti” agli utenti, si rivela quello di un gruppo di ricerca scientifica di ottimo livello).

    Non mi occuperò, stavolta, di destra e sinistra – da intendere in senso economico, perché altrimenti si tratta di una perdita di senso a fini cosmetici, convenienti al consolidamento delle oligarchie finanziarie e del grande capitale.

    Né mi occuperò di fascismo e capitalismo, secondo una correlazione che, anch’essa, si ha interesse ad offuscare per costruire una para-narrazione pseudo-storica il cui effetto principale (voluto o meno che sia dai vari “autori”) è il “negazionismo” proprio di questa chiara correlazione.

    2. Mi occuperò, invece, di una problema di comprensione generale di aspetti economico-monetari, e fiscal-finanziari, che si collegano direttamente al problema istituzionale: cioè all’aspetto delle norme e forme organizzative che caratterizzano un certo ordinamento in un processo conformativo a cascata.
    In altri termini, esiste un livello costituzionale, formale o de facto, che, secondo un principio gerarchico inerente alle norme giuridiche, conforma l’assetto sociale (più esattamente: predetermina, in modo vincolante, l’indirizzo politico e quindi predetermina in modo consequenziale il contenuto della regolazione attuativa promanante dal potere legislativo). Questo livello costituzionale ad effetto conformativo dell’opera del legislatore, può essere o meno corrispondente a quello “formale” (cioè corrispondente alla Costituzione del 1948 ed alla sua proclamazione della sovranità appartenente al popolo): se non lo fosse, tuttavia, esso opera lo stesso, almeno fino a che non intervenga una presa di posizione, costituzionalmente in realtà dovuta, degli organi di garanzia della legalità costituzionale.

    3. In una prospettiva storica, (se e solo se) sufficientemente arricchita da conoscenze di economia e di diritto, il problema generale monetario e politico-fiscale che tratteggeremo, rende in realtà ben più agevole compiere una corretta analisi su “sinistra-destra”, in senso economico, e “fascismo-capitalismo”, in modo da poter sgombrare il campo da letture storiche che, – basate su ideologie contigenti (e in “nome del nuovo”), più o meno dichiarate, nonché su epifenomeni assunti come significativi, magari anche “statisticamente”, ma senza avere un quadro fenomenologico di riferimento-, finiscono per essere scarsamente attendibili per la ricostruzione del tempo passato.

    4. Partiamo da un assunto che scontato non è, eppure dovrebbe esserlo.

    Per i paesi appartenenti all’unione monetaria €uropea, l’euro funziona come il gold standard.

    La conclusione dovrebbe essere scontata perché, non solo ne hanno parlato, anzitutto in Italia, e poi a livello internazionale, economisti accreditati che analizzano l’attuale dinamica del paradigma economico-istituzionale dell’eurozona , ma tale funzionalità (isomorfa) è stata predicata dagli stessi ideatori e propugnatori della moneta unica, e proprio come una funzionalità tendenziale positiva (basti ricordare la sintesi di Ann Pettifor, che ricalca quanto anche esposto in “La Costituzione nella palude” circa la genesi della moneta unica, poi trasposta inalterata nella sua attuale e perdurante configurazione: “Entrambe le proposte – il Rapporto Werner e il Rapporto Delors – replicavano l’architettura finanziaria del gold standard del diciannovesimo secolo”) .

    5. In termini di effetti pratici, al netto delle differenti soluzioni istituzional-regolatorie rispetto al gold standard, si verifica questo: in assenza di un sistema fiscale di trasferimenti federali, l’eurozona riproduce il medesimo intenzionale assetto, – incentrato sulla priorità assoluta della stabilità della moneta perseguibile solo attraverso l’aggiustamento sui prezzi interni, e principalmente sul livello salariale-, ben descritto da Draghi e mirato a correggere le posizioni di indebitamento estero (tra paesi dell’eurozona stessa), che sono conseguenza delle inevitabili differenze di competitività interne all’area.

    A rafforzamento di ciò si può agevolmente rilevare, quanto alla preventiva accettazione di tali asimmetrie, (ideologicamente ordoliberista e dunque “libero mercatista istituzionale”) che nei trattati si sono tralasciati, o regolati in modo vago ed elastico, profili come la stretta convergenza delle legislazioni tributarie e del lavoro; per contro, è espresso in modo lapidario il divieto, ritenuto fondamentale, della solidarietà fiscale intra-area.

    Dunque, l’assetto normativo dei trattati è obiettivamente mirato a incentivare l’esclusività di tale meccanismo di aggiustamento esattamente come il gold standard.

    6. Dubitare della intenzionale coerenza di questo assetto rispetto alla sua finalità di equivalenza (nell’essenza fondamentale) al gold-standard, non ha alcun senso storico-economico e tantomeno giuridico-interpretativo.

    In effetti questa intenzionalità ce la confermano:

    6.1. Werner (cit. dalla Pettifor, fin dal 1962)

    6.2. Carli (che ne fa, nelle sue memorie, una cronistoria riassuntiva a partire dagli anni ’60);

    6.3. Einaudi, che indica, già dal 1944, gli esatti contorni della moneta unica come avente la stessa funzionalità del gold standard ai fini del sistema privilegiato di “aggiustamento” (in “I problemi economici della federazione europea” ora in in “La guerra e l’unità economica” del 1950). Egli riteneva: “Il vantaggio del sistema [di una moneta unica europea] non sarebbe solo di conteggio e di comodità nei pagamenti e nelle transazioni interstatali. Per quanto altissimo, il vantaggio sarebbe piccolo in confronto di un altro, di pregio di gran lunga superiore, che è l’abolizione della sovranità dei singoli stati in materia monetaria” (pagg. 81-82). Einaudi, poi, specifica inequivocabilmente la sua visione, fino a preconizzare qualcosa di simile ad un QE “mirato” o ad un “whaterver it takes”, cioè l’outright monetary transaction del 2012 (pag.85): “…cadono talune riserve le quali sono messe innanzi da un gruppo di teorici, parti­colarmente inglesi, di cui il più noto e rappresentativo è Lord Keynes, e che qui non è il luogo di discutere particolareggiatamente.

    Riassumendo, dicono costoro che ad un singolo stato può convenire in dati momenti, particolarmente di crisi, svalutare l’unità mo­netaria (cambi esteri variabili) e tenere fermi i prezzi all’interno, piuttosto che tener ferma l’unità mone­taria (cambi esteri costanti) e lasciare ribassare i prez­zi all’nterno.

    Si dice che il primo metodo è più dolce e blando dell’altro, perchè non ribassando i prezzi nominali all’interno non occorre ribassare i salari nominali in moneta. Nulla cambia alla sostanza delle cose, trattandosi solo di differenti metodi di ovviare o di limitare i danni delle crisi. Come bene afferma il Robbins, non occorre che i federalisti prendano posizione in tale delicata e diffìcile materia. Se, come si deve, spetterà all’autorità federale di regolare la materia monetaria, l’autorità medesima potrà, in casi particolarmente gravi, deliberare di fare emissioni particolari di biglietti circolanti o di allargare le aper­ture di credito da parte della Banca centrale di emis­sione solo nel paese dove cotal metodo di cura appa­risse conveniente e potrà in tal caso stabilire saggi particolari di cambio fra i biglietti la cui circolazione sia ristretta ad un solo stato ed i biglietti aventi cir­colazione federale. Ma si ricorda la riserva quasi solo per memoria, essendo praticamente certo che in un grande stato federale quel metodo di cura delle crisi apparirà senz’altro sconsigliabile di fronte ad altri più efficaci, e che le crisi medesime saranno meno gravi di quel che siano in un mondo spezzettato ed irto di gelosie internazionali.”;

    6.4. Erhard, economista tedesco, ministro dell’economia dal 1949 al 1963 e poi cancelliere dal 1963 al 1966, il cui pensiero economico è esposto, sempre da Einaudi, nelle “Prediche inutili” del 1959 (pagg. 296 ss.), con questa sintesi della sua visione monetaria:

    “La stabilità della moneta non vive da sé. Viga il sistema aureo o quello della moneta regolata, affinché ad esempio il principio del mercato comune europeo duri, occorre (p. 172), come in passato per il regime aureo, non ricchezza o forza, ma solo la modesta nozione che né uno stato né un popolo possono vivere al disopra delle «proprie condizioni”.

    6.5. Infine, Hayek nel suo notissimo “The Economic Conditions of Interstate Federalism,” (New Commonwealth Quarterly, V, No.2 (September, 1939), ristampato in F. A Hayek, Individualism and Economic Order, Chicago, Chicago Press University, 1948, pp. 255–72):

    “E’ anche chiaro che gli stati dell’unione non saranno più in grado di perseguire una politica monetaria indipendente. Con una moneta unica, l’autonomia delle banche centrali nazionali sarà ristretta almeno quanto lo era sotto un rigido gold standard – e forse anche di più dal momento che, anche sotto il tradizionale gold standard, le fluttuazioni dei cambi tra paesi erano più ampie di quelle fra diverse parti di uno Stato o di quanto sarebbe comunque desiderabile consentire nell’unione.”

    7. L’essenza fenomenologica del gold standard, a funzionalità equipollente all’euro quanto alle policies di aggiustamento praticabili senza alternative dagli Stati, viene ben descritta, sul piano storico-politico, da Eichengreen (p.17.1) in

    Globalizing Capital (Princeton University Press, New Jersey, 2008, pag. 2):

    “Ciò che era critico per il mantenimento di cambi fissi,.., era la protezione dei governi dalla pressione di dover sacrificare la stabilità dei cambi ad altri obiettivi. Vigendo il gold standard ottocentesco, la scaturigine di questa protezione era l’isolamento delle politiche di cambio dalle politiche interne.

    La pressione portata sui governi del XX° secolo a subordinare la stabilità della valuta ad altri obiettivi non costituì una caratteristica del mondo ottocentesco.

    A causa della limitazione del suffragio, i lavoratori comuni che maggiormente soffrivano la durezza dei tempi, avevano scarse possibilità di obiettare agli aumenti dei tassi di interesse decisi dalle banche centrali per difendere i cambi fissi. Né i sindacati nè i partiti che potessero rappresentare i lavoratori nei parlamenti, si erano sviluppati al punto che i lavoratori potessero insistere nel rivendicare che la difesa del cambio potesse essere temperata dal perseguimento di un adeguato livello di occupazione.

    [ndr; agli effetti pratici, questa difesa democratica della classe lavoratrice dagli effetti del vincolo monetario, è esattamente ciò che “il manifesto” indica come i “sezionalismi” guerrafondai (?) da combattere, attribuendo al conflitto sociale il ruolo di uno scontro periferico rispetto ad un indefinito e, a questo punto misterioso, interesse generale, perseguibile solo da parte del solido stato internazionale!]

    La priorità attribuita dalle banche centrali alla difesa dei tassi fissi (ndr; siano essi conseguenza del gold standard ovvero, come oggi in €uropa, di una moneta unica), rimaneva fondamentalmente incontestabile. I governi erano perciò liberi di difendere il mantenimento dei cambi fissi intraprendendo qualunque passo fosse ritenuto necessario.

    8. Ma anche Carli (sempre in “Cinquant’anni di vita italiana”, 1996 [1993], pag. 187) ci dà un’illuminante descrizione dell’effetto squisitamente “sociale” del gold standard, incontrovertibilmente, abbiamo visto, alla base del concepimento €uropeo della moneta unica (ed infatti Carli fa riferimento proprio alle “uscite” di Werner, del 1965, riportate da Ann Pettifor, sopra citata, ed altri, in particolare Rueff, consigliere economico di De Gaulle, favorevoli alla moneta unica come sistema opportunamente aggiornato di gold standard):

    “Nelle Considerazioni finali pronunciate nel maggio del 1965 avevo dato ampio spazio alle implicazioni sociali della scelta di un sistema monetario piuttosto che di un altro.
    E mi riferivo a Rueff quando scrivevo:
    L’argine contro il dilagare del potere d’acquisto che movendo dagli Stati Uniti minaccia di sommergere l’Europa, si continua a sostenere, potrebbe essere innalzato esclusivamente mediante il ripristino del gold standard. In realtà, concezioni del genere incontravano, un tempo, un coerente completamento nelle enunciazioni che attribuivano al meccanismo concorrenziale il compito di realizzare, mediante congrui adattamenti dei livelli salariali, il riequilibrio dei conti con l’estero.
    Insomma, il ritorno alla convertibilità aurea generalizzata implicava governi autoritari, società costituite di plebi poverissime e poco istruite, desiderose solo di cibo, nelle quali la classe dirigente non stenta ad imporre riduzioni dei salari reali, a provocare scientemente disoccupazione, a ridurre lo sviluppo dell’economia.”

    9. Ora questa equipollenza funzionale, sub specie di vincolatività senza alternative del visto sistema di “aggiustamento”, sta provocando gli effetti economici e politico-sociali indicati da Carli e Eichengreen (e “auspicati” da Einaudi, Hayek e Werner). E può permettersi di farlo grazie a una forte suggestione etico-ideale che appare offuscare, nell’opinione pubblica, la vera funzione e finalità socio-economica dell’euro.
    Quest’ultimo, appunto, viene eticamente promosso per il suo valore “simbolico” di un’indimostrata capacità di unire e di condurre alla pace nel continente europeo: dice sempre Ann Pettifor, cit.:

    “Tale valuta – l’euro – non solo funge da riserva di valore e facilita le transazioni finanziarie attraverso i confini nazionali – essa agisce anche come un potente simbolo dell’unità europea. Così oltre a servire gli interessi dei banchieri del Lussemburgo e dei finanzieri europei, l’euro è stato in parte creato e pesantemente venduto ai cittadini, come un presunto modo e simbolo di unione per l’Europa e gli europei. Come l’oro sotto il gold standard, la moneta ha acquisito lo status di un feticcio per molti, sia tra le élite europee a Bruxelles e a Francoforte, ma anche tra quelle nei paesi periferici”).

    Non a caso, per agevolare questa irenica visione simbolica, e dissimulare la stretta analogia col gold standard, un “memo” datato 11 giugno 1965 (anno in cui si esprimono nel modo già visto sia Werner che Roueff) del Segretariato di Stato americano, (come riporta Evans Pritchard sul Telegraph di aprile 2016, riferendoci del materiale di archivio desecretato), dà istruzioni al vice-presidente della Commissione europea di perseguire l’unione monetaria by stealth, cioè in modo non avvertito, sopprimendo il dibattito pubblico fino a che “l’adozione di una tale proposta non divenga virtualmente indiscutibile”.

    10. Che l’euro avesse la finalità sostanziale di determinare gli effetti monetari e sociali (neo-gerarchici) del gold standard, dunque, non è per forza deducibile dalle, pur numerose (e scientificamente rilevanti), critiche degli avversatori dell’euro: basta fondarsi sugli atti istituzionali dei governi dell’eurozona che, in via ufficiale intendono mantenerlo e non contestarne la validità ma, nondimeno, si trovano sempre di più davanti al dilagante problema socio-politico determinato dall’aggiustamento salariale, cioè dall’obbligata “svalutazione interna” (e non “esterna”, del cambio flessibile, ormai preclusa…irreversibilmente).

    Prendiamo ad esempio quanto contenuto nell’ultimo Def approvato lo scorso mese di aprile.

    11. Che la “provocata disoccupazione” e la “riduzione dello sviluppo dell’economia”, per usare la medesima terminologia di Carli su questo tema, siano una preoccupazione politica ormai prioritaria, lo attesta questo paragrafo del Def:

    “La necessaria riforma dell’Unione europea

    Il Governo italiano ritiene prioritario continuare a promuovere la propria strategia di riforma delle istituzioni europee. È necessaria una nuova governance che, accanto all’integrazione monetaria e finanziaria, dovrà ripartire dalla centralità della crescita economica, dell’occupazione e dell’inclusione sociale, introducendo strumenti di condivisione dei rischi tra i Paesi membri, accanto a quelli di riduzione dei rischi associati a ciascuno di essi. Una crescente condivisione dei rischi aumenta la capacità di aggiustamento e la flessibilità degli Stati membri agli choc, contribuendo a ridurre i rischi specifici degli stessi. La nuova governance dell’area dovrà incentivare politiche di bilancio favorevoli alla crescita, migliorandone anche la distribuzione tra gli Stati membri.

    L’Europa dovrà dotarsi di meccanismi condivisi in grado di alleviare i costi delle riallocazioni del fattore lavoro e delle crisi che colpiscano un comparto o un territorio; uno strumento comune di stabilizzazione macroeconomica consentirà anche ai Paesi soggetti a vincoli di bilancio stringenti di adottare politiche anticicliche, facendo fronte all’aumento del tasso di disoccupazione in caso di choc asimmetrici. La maggiore condivisione dei rischi tra i Paesi non ridurrebbe gli incentivi all’adozione delle riforme nazionali. Invece, la mancata condivisione degli sforzi per far fronte a nuove sfide comuni rischia di mettere a repentaglio beni pubblici europei essenziali per il processo d’integrazione”.

    12. E’ evidente che il riferimento alla riforma, o “nuova governance”, consistente nel dotarsi di “meccanismi condivisi in grado di alleviare i costi delle riallocazioni del fattore lavoro e delle crisi che colpiscano un comparto o un territorio”, e nello “strumento comune di stabilizzazione macroeconomica”, si riferisce alla funzionalità gold standard dell’euro, cioè ai costi sociali, sulla crescita e (conseguentemente) di consenso politico che derivano dal divieto normativo di solidarietà fiscale (e tra Stati: cfr; artt. 123, 124 e 125 TFUE), posto deliberatamente nei trattati, che prelude alla vincolatività del sistema di aggiustamento manutentivo dell’euro a carico dell’occupazione e dei livelli salariali.

    Un divieto, oltre che esplicito (e non se ne parla mai abbastanza) considerato peraltro, esplicitamente, essenziale, cioè come presupposto decisivo della stessa adesione ai trattati dei paesi principali, come confermato da plurime indicazioni delle istituzioni UE nel corso del tempo.

    Esemplifichiamo (ex multis):

    12.1.) Risoluzione sull’Unione Economica e Monetaria (doc. A 3-99/90) il Parlamento Europeo:

    “A) considerando che l’Unione: economica e monetaria costituisce un obiettivo della Comunità dichiarato reiterato dal 1969 fino al suo inserimento nel Trattato CEE mediante l’Atto Unico ed esplicitamente ribadito dai Consigli europei di Hannover, Madrid e Strasburgo,

    B) considerando che un’armonica realizzazione di tale obiettivo è strettamente legata a un’accelerazione dell’Unione politica della Comunità, con una revisione dei trattati che determini un rafforzamento del ruolo del PE; considerando che l’Unione politica s’impone tanto più in considerazione della riunificazione della Germania e degli sviluppi in corso nei paesi dell’Europa orientale…

    C) considerando che il completamento del grande mercato interno non potrà produrre in maniera costante e permanente tutti i vantaggi che si aspettano i cittadini se non verrà rapidamente consolidato da un’Unione economica e monetaria in cui l’uso progressivo di una moneta comune (l’ECU) finirà per portare a una moneta unica…

    G) considerando che l’Unione monetaria deve garantire la stabilità monetaria e favorire il progresso economico e sociale, e che tali finalità potranno essere garantite attraverso un sistema europeo di banche centrali, la cui autonomia dovrà fondarsi su basi giuridiche chiare,

    H) considerando che il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) deve godere del privilegio esclusivo della creazione monetaria, e quindi della capacità di utilizzare, senza alcuna autorizzazione preventiva, tutti gli strumenti di cui le grandi banche centrali moderne dispongono oggi par influenzare i mercati monetari…”

    …“M) considerando che, per evitare che le autorità nazionali nuocciano all’obiettivo della stabilità monetaria e alla convergenza delle politiche macroeconomiche degli Stati membri, DEVONO ESSERE ADOTTATE NORME SEVERE CHE LIMITINO RIGOROSAMENTE il finanziamento monetario dei disavanzi pubblici E PROIBISCANO IL SALVATAGGIO AUTOMATICO, da parte della Comunità, DEGLI STATI MEMBRI IN DIFFICOLTÀ FINANZIARIA…
    …PLAUDE alla decisione delle autorità degli Stati membri DI PROIBIRE IL FINANZIAMENTO MONETARIO DEL DISAVANZO PUBBLICO E L’INTERVENTO AUTOMATICO DELLA COMUNITÀ IN SOCCORSO DEGLI STATI MEMBRI CHE VERSANO IN DIFFICOLTÀ DI BILANCIO…
    …considera necessario creare un sistema europeo di banche centrali che decida autonomamente come attuare gli obiettivi della politica monetaria definiti dal Consiglio e approvati dal Parlamento…; onde evitare che le autorità nazionali nuocciano all’obiettivo della stabilità monetaria e della convergenza delle politiche macroeconomiche degli Stati membri, DOVRANNO ESSERE ADOTTATE SEVERE NORME CHE LIMITINO RIGOROSAMENTE IL FINANZIAMENTO MONETARIO DEI DISAVANZI PUBBLICI E PROIBISCANO IL SALVATAGGIO AUTOMATICO DELLA COMUNITÀ, DEGLI STATI MEMBRI IN DIFFICOLTÀ…”;

    12.2.) Ancora, Europe/Documenti pubblicava quindi questo secondo rapporto dal titolo “L’unione Economica e monetaria al di là della prima tappa – Orientamenti per la preparazione della Conferenza intergovernativa”. A pag. 2, punto 4), intitolato “I principi di una sana politica di bilancio”, veniva riportato testualmente quanto segue:

    “… I seguenti elementi potrebbero essere incorporati nel Trattato:
    Gli Stati membri adottano politiche di bilancio conformi ai principi della disicplina di bilancio. Per il Comitato monetario, questi principi sono i seguenti:
    (i) OGNI FINANZIAMENTO MONETARIO ED OGNI FINANZIAMENTO OBBLIGATORIO DEI DEFICIT PUBBLICI DEVE ESSERE ESCLUSO. Ciò significa che i governi non devono aver accesso al finanziamento da parte della banca centrale e che gli istituti finanziari non devono essere obbligati ad acquistare titoli di Stato per finanziare il deficit del settore pubblico. Le operazioni del SESC su titoli di Stato interverrebbero solo per motivi inerenti alla politica monetaria.
    Il rispetto di questo principio proteggerà il buon funzionamento della politica monetaria, ma CONTRIBUIRÀ ANCHE A GARANTIRE CHE I GOVERNI SIANO SOTTOPOSTI ALLE CONDIZIONI DEL MERCATO QUANDO PRENDONO A PRESTITO. Inoltre, quando un governo prende a prestito nella moneta di un paese terzo, nessuna banca centrale dovrà essere tenuta a convertire il prodotto di questo prestito nella propria moneta.
    (ii) Ogni stato membro deve assumere la responsabilità della propria gestione di bilancio e deve assicurare che è in grado di rispettare i propri impegni. Dev’essere chiaro che i paesi membri non garantiscono i debiti di altri paesi membri. QUESTA REGOLA DEL “NO BAIL OUT” PERMETTERÀ DI ASSICURARE CHE I MERCATI FINANZIARI ESERCITINO UNA DISCIPLINA SU OGNI STATO MEMBRO CHE CONDUCA UNA POLITICA DI BILANCIO CHE NON SAREBBE APPROPRIATA IMPONENDO CONDIZIONI DIVERSE SUI SUOI PRESTITI, o, in casi estremi, rifiutando di imprestare…”.

    13. Il recepimento dei principi “progettuali” della moneta unica, e del connesso quadro del vincolo fiscale sui singoli Stati aderenti, è poi, in effetti, avvenuto e viene ribadito con convinzione dopo l’entrata in vigore del trattato ed anche in epoca post-crisi del 2008 con (sempre ex multis):

    a) Rapporto sulla convergenza della BCE, maggio 2010, pagg. 25-6:

    “Il divieto di finanziamento monetario è fondamentale per assicurare che il raggiungimento dell’obiettivo primario della politica monetaria (principalmente il mantenimento della stabilità dei prezzi) non sia ostacolato. Inoltre, il finanziamento del settore pubblico da parte delle banche centrali attenua gli incentivi per una *disciplina di politica fiscale*. Tale divieto deve pertanto essere interpretato estensivamente in modo da assicurare una sua rigorosa applicazione ed è soggetto solo ad alcune esenzioni limitate contenute nell’articolo 123, paragrafo 2, del trattato e nel Regolamento (CE) n. 3603/93.”
    b) il regolamento 3603/93, considerando 8, che chiarisce la ratio dell’eccezione rispetto al principio generale:
    “considerando che, nei limiti fissati dal presente regolamento, l’acquisizione diretta, da parte della banca centrale di uno Stato membro, di titoli negoziabili del debito pubblico di un altro Stato membro non può contribuire a sottrarre il settore pubblico alla *disciplina dei meccanismi del mercato* se l’acquisizione è effettuata unicamente ai fini della gestione delle riserve valutarie;”

    14. La forza consolidata della volontà politico-negoziale di questi fondamenti istituzionali trasposti nei trattati, rende realisticamente impraticabile qualunque volontà di riforma nel senso auspicato nel Def dal governo italiano; e non solo da esso (come vedremo) e non solo da…adesso.
    Si tratta di una diatriba “riformistica” di lunga data, sempre infrantasi sull’effettivo costo della solidarietà fiscale per la Germania (e gli altri Stati in forte surplus dei conti con l’estero), stimato realisticamente da Sapir ad esempio. A questa ormai poco convinta rivendicazione “solidale” viene opposto (con successo):
    a) il pacta sunt servanda, cioè l’irrevocabilità (più o meno correttamente sostenibile sul piano delle regole del diritto dei trattati) di vincoli assunti volontariamente dagli Stati, per quanto onerosi possano poi rivelarsi;
    b) l’essenzialità stessa delle clausole sul divieto di solidarietà fiscale, che giustificherebbero, comunque, la legittimità del richiamo tedesco alla teoria della “presupposizione” e quindi alla nullità di ogni modifica dei principi dei trattati che ne costituiscono Voraussetzungen, cioè presupposti essenziali della stessa conclusione del trattato, tali da risultare invocabili davanti alla stessa Corte GUE, e, prima ancora, davanti alla Corte costituzionale tedesca, per sancire la nullità/inefficacia dell’introduzione di ogni meccanismo solidaristico di tal genere;
    c) l’esigenza dell’unanimità per poter comunque introdurre una sostanziale modifica del trattato UE e FUE (a prescindere dall’invocabilità della procedura ex art.48 TUE, in forma ordinaria o semplificata).

    15. Quanto appena detto consente di diagnosticare che i governi dei paesi dell’eurozona, che nell’eseguire gli adempimenti imposti dai trattati (e dalle loro fonti via via applicative, in materia finanziaria pubblica), attraverso le c.d. “riforme strutturali”, (non casualmente imperniate su misure che mettono in scena una diretta o indiretta riforma permanente del mercato del lavoro, a fini di aggiustamento deflattivo), ben sappiano, o comunque siano realisticamente in grado di sapere, che ogni riforma dei trattati “solidaristica” tesa a rendere sostenibile la situazione sociale, di crescita e, perciò, di consenso politico, è un mero wishful thinking.
    Ed infatti, nessuno Stato dell’eurozona, tantomeno in associazione con altri aventi interessi convergenti, ha mai in concreto formalizzato una proposta in tal senso, ai termini dell’art.48 TUE, quantomeno per aprire un fronte minimo di discussione.

    16. Preclusa la via negoziale principale da rapporti di forza intergovernativi che fanno propendere per una posizione dominante della Germania divenuta inscalfibile, e quindi una strada realmente risolutiva, proprio in questi ultimissimi giorni si è resa pubblica, un’iniziativa congiunta tra i governi italiano, francese, portoghese e spagnolo. E la si è intrapresa, si può obiettivamente arguire, probabilmente proprio per poter mostrare, davanti allo scontento degli elettorati, l’esistenza di una speranza per i problemi di crescita e di disoccupazione, ormai strutturali e irrisolvibili, nell’eurozona, rebus sic stantibus.
    Questa iniziativa agisce su aspetti tecnici della disciplina applicativa del c.d. fiscal compact e suggerisce alcuni rimedi tecnici sulle modalità di calcolo “controfattuale” dello scostamento della crescita dal suo potenziale (output-gap) e sul connesso livello di “piena occupazione” che incorpora, ormai, crescenti livelli di disoccupazione considerata “strutturale”, ma che riflette la natura fisiologica, e progressivamente distruttiva, dell’aggiustamento consentito nell’eurozona.
    A questo link si può leggere il testo (in inglese) della lettera indirizzata, da parte dei quattro ministri economici interessati (Padoan, Sapin, Centeno e De Guindos) a Dombrovsky e a Moscovici.

    16.1. Oggetto delle obiezioni” metodologiche”, rispetto ai criteri di sorveglianza sull’andamento di bilancio dei singoli Stati, sono, appunto, aspetti come la “crescita potenziale” (cioè in base ad un supposto pieno impiego dei fattori disponibili in un certo paese), l’output-gap (cioè il differenziale negativo, che include la maggior disoccupazione, rispetto all’ipotesi di crescita potenziale) e la velocità a cui tale differenziale si starebbe chiudendo. Il prolungarsi della crisi, e la difficoltà del recupero dei livelli precedenti di prodotto e di crescita, renderebbero, secondo i firmatari della lettera, incerta l’attendibilità dei modelli attualmente utilizzati dalla Commissione.
    Si pone l’accento proprio sull’impatto occupazionale, e quindi sulla crescita (in termini di compressione della domanda interna, anche se ciò non viene esplicitato, ma solo necessariamente sottinteso) delle “riforme strutturali” concepite, nell’eurozona, a fini di aumento della competitività: si intuisce la critica verso il modello di crescita, e verso i paradigmi macroeconomici, dell’eurozona, che mimando il modello tedesco, puntano esclusivamente ad una crescita export led.
    Beninteso la critica è “sfumata” e si dirige su aspetti che potrebbero definirsi “econometrici”, cioè di parametri e incidenza di fattori inseribili nel calcolo, proponendosi perciò metodologie alternative che aumentino la stima del potenziale di crescita e, di conseguenza, del differenziale rispetto a tale condizione ricalcolata, facendo emergere spazi più ampi per ritenere rispettati i criteri di sorveglianza fiscale. In definitiva, consentendo più ampi margini di deficit strutturale e, quindi, più intervento fiscale degli Stati in funzione anticiclica (cioè, nel caso, teso a ridurre la disoccupazione e ad aumentare la crescita).

    17. L’intento è lodevole.
    Ma, nel quadro negoziale e di rapporti di forza interni all’eurozona, e, quindi, di essenzialità delle norme che i trattati pongono a presidio del finanziamento voluto dell’eurozona, si può predire, fin da ora, il sostanziale “non liquet” che ne risulterà.
    Una maggior tolleranza nel registrare i livelli di indebitamento statale consentiti annualmente, avrebbe come effetto di vanificare l’aggiustamento finora ottenuto e di rilanciare, attraverso la ripresa della domanda interna, – sia pur limitata dalla mera natura correttiva dei metodi alternativi proposti, pur sempre coerenti col risultato finale, spostato in avanti, del raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio-, squilibri di inflazione e di flussi di capitali tra i paesi più competitivi e quelli oggi ancora debitori (parliamo di saldi delle partite correnti e di posizioni nette sull’estero). L’eurozona si è ormai attestata su un peculiare circolo vizioso (o “uroboro”): il potenziale di crescita dei paesi “in partenza” meno competitivi, se pienamente espresso, condurrebbe a un aumento delle importazioni tale da riprodurre, nella sua dinamica, il problema di asimmetrie e di debito commerciale, che le politiche di austerità hanno inteso correggere (come appunto “spiegato” da Draghi in modo fin troppo chiaro).

    18. In sostanza, dunque, il rimedio compromissorio fondato su un calcolo di più elevati differenziali di crescita e su più bassi livelli naturali di disoccupazione che rifletterebbero l’effettivo potenziale di crescita, deve comunque fare i conti col divieto di solidarietà fiscale stabilito nei trattati e con la realtà provocata, nel periodo in cui s’è applicata l’attuale metodologia (quantomeno a partire dal 2010): cioè la deindustrializzazione fortemente selettiva, delle varie filiere interne ai paesi dell’eurozona, ormai a uno stadio avanzato, e tipico delle aree free-trade dove agisce il principio ricardiano dei “vantaggi comparati”, per cui i paesi più forti si specializzano nelle produzioni a più alto valore aggiunto e lasciano via via, ai paesi più deboli, le produzioni meno” redditizie”, fissandone per il futuro la condizione di assoggettamento politico-commerciale (in termini quasi-coloniali: ed infatti, questo sistema trova proprio il suo antecedente nei rapporti tra “centro” imperialista e colonie, durante i secoli XVIII e XIX, per debordare in conflitti e tensioni “finali” nel XX secolo).

    Questo insieme di dinamiche, istituzionalizzate nei trattati, ha portato a privilegiare la (mera) sopravvivenza delle industrie legate all’esportazione ma ha pure simultaneamente instaurato una situazione per cui, a fronte di una (sia pur calibrata e limitata) espansione della domanda interna per via fiscale, non sarebbe più pienamente possibile rimediare tramite il c.d. “effetto sostituzione” delle merci importate con quelle prodotte nei singoli Stati, al fine di bilanciare i conti negativi con l’estero.

    19. Oggi l’Italia, per fare l’esempio del paese più sano, dal punto di vista dei conti con l’estero, tra quelli firmatari della lettera, è in questa situazione (tratta dall’ultimo bollettino Bankitalia di aprile):

    Un risultato non trascurabile su un certo piano (il deficit della PNE è stato quasi dimezzato e risulta “fuori pericolo” rispetto al livello considerato “di guardia” per qualsiasi paese); e tuttavia con risvolti negativi altrettanto “importanti” sul piano della sostenibilità sociale (e quindi politica), proprio nei sensi indicati da Carli (profeticamente, ma non troppo, nel 1965), che si stanno progressivamente manifestando.

    19.1. La conferma implicita di ciò è desumibile dalle stesse valutazioni di Moscovici sulla “manovrina” di correzione e sulla traiettoria dei nostri conti pubblici (traiamo dall’ANSA):
    “Stiamo valutando i piani di stabilità e riforme italiani e di altri Paesi, per l’Italia sappiamo che questa valutazione è particolarmente complessa perché bisogna valutare la regola del debito e la manovra da 0,2%. E questa (correzione, ndr), a prima vista, sembra essere tale”, ha aggiunto.
    Il mantenimento dei medesimi obiettivi programmatici stabiliti nell’ottobre scorso e la disattivazione completa delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette “determinerebbero la necessità di predisporre, nei prossimi mesi, misure almeno pari a circa 1 punto percentuale di Pil nel 2018 e a circa 1,5 punti percentuali nel biennio successivo, senza peraltro considerare la necessità di finanziare ulteriori interventi dichiarati dal Governo per sostenere la crescita e l’occupazione”. Lo scrive l’Upb nel Rapporto sulla programmazione di bilancio 2017 dedicato al Def e al Pnr.”

    19.2. Ecco: il passaggio saliente riguarda proprio la “necessità di finanziare ulteriori interventi dichiarati dal Governo per sostenere la crescita e l’occupazione”.
    Il presupposto implicito è che ottemperare, – con la “manovrina” e poi, in misura maggiore, con la legge di stabilità-, ai livelli di correzione fiscale richiesti dalla Commissione, pone il concreto pericolo di finire, nel 2018, nuovamente in recessione (come già avvenuto nel triennio 2012-2014): si tratta infatti di assorbire un consolidamento fiscale di 1,2 punti di PIL, soggetto ad un moltiplicatore superiore all’unità rispetto alla crescita, laddove una stima ottimistica della crescita 2018 si aggira intorno all’1% del PIL, ma a legislazione sostanzialmente invariata.

    20. Ma Moscovici, conscio di questo effetto, (anche se non “può” dichiararsi consapevole che i moltiplicatori fiscali applicati dalla Commissione non sono realistici), già sconta che il governo italiano, di fronte a questa dura prospettiva, assumerebbe misure di bilanciamento anticicliche “espansive”. Perciò avverte che queste stesse misure dovrebbero essere sostenute in pareggio di bilancio: cioè finanziate rispettando i saldi di deficit strutturale indicati dalla Commissione.
    Il che ne vanificherebbe ogni aspetto espansivo.
    Salvo ricorrere a una imposizione fiscale straordinaria, o comunque inasprita, sul patrimonio mobiliare e immobiliare degli italiani.
    Ciò avrebbe però non indifferenti effetti repressivi dei consumi (in funzione della propensione marginale al consumo della ricchezza patrimoniale, mobiliare e immobiliare, già calcolata dall’ufficio studi di Bankitalia) e, quindi, della domanda interna, proprio per evitare la sua espansione orientata, giocoforza, all’importazione.

    20.1. L’euro sarebbe salvo, ma non gli italiani; certamente non si potrebbe ragionevolmente ridurre la disoccupazione, in una situazione di continua contrazione o stagnazione (nella migliore delle ipotesi) della domanda interna.
    Le filiere che esportano continuerebbero a farlo (forse: dipende anche da fattori congiunturali dell’economia mondiale), ma altre industrie, per contro, sarebbero costrette a chiudere per sempre. O a finire nelle mani straniere di concorrenti che hanno il principale interesse di depredare gli impianti acquisiti dell'”avviamento” costituito dai marchi (ove siano ancora prestigiosi) e delle (residue) competenze.
    Ritardare questo processo, mediante una maggior larghezza di vedute nel calcolo della “crescita potenziale” (cioè una “miniriforma” delle regole tecniche europee di bilancio), a un certo punto di sviluppo di questo paradigma, potrebbe persino rivelarsi inutile: la deindustrializzazione incombente darebbe ragione alle attuali metodologie della Commissione.
    E’ solo questione di tempo, in effetti. Ma, più probabilmente, la lettera di sollecitazione dei ministri dei quattro paesi “latini”, sarà oggetto di melina e di discussione di circostanza da parte di istituzioni che vivono sotto l’influenza dominante della Germania.
    Almeno per arrivare, fingendo di considerare l’eventualità, al fatto compiuto della piena realizzazione degli effetti strutturali del gold standard-euro. testo trato da barra Caracciolo presidente viii sezione consiglio di stato. roma

  26. @Roberto Gavelli,
    trovo interessante la domanda: “… come ricostruire dopo l’Armageddon?”
    Non v’è dubbio che la resa dei conti è alle porte, e che la nostra pseudo cultura verrà pesata e trovata mancante; e quindi, mi pare che ancora prima di chiedersi “come” ricostruire, occorrerebbe chiedersi su che basi farlo, a partire da cosa. La certezza è che bisognerebbe farlo da un fondamento antitetico a quello che ha prodotto la mostruosità chiamata mondo moderno.
    E quindi, si quale base, quale modello? Per me è questa la domanda cruciale.

    1. Io non credo che la resa dei conti sia così imminente ma spero sinceramente che abbia ragione tu, Anidoka.
      Comunque, calata la polvere dell’Armageddon, credo che noi potremo ripartire alla grande se ci ricorderemo da dove veniamo (il nostro pensiero classico, che non è una solo cultura: è forma mentis) e dove eravamo prima di ubriacarci di hollywoodismo e di “mani invisibili del mercato”: la nostra Costituzione (quella originaria, ovviamente; non la libera interpretazione delle ultime corti costituzionali e degli ultimi presidenti della repubblica).
      Ricetta semplice, forse semplicistica, ma grazie alla quale siamo diventati la quinta potenza senza scannarci tra di noi in nome della libera competizione e senza sopraffare altri popoli ed anzi facendoci voler bene (tranne che dai tedeschi che proprio non sopportano la nostra entropia, anarchia, indolenza, fatalismo ed insofferenza per le regole. Ma in fondo non si può piacere a tutti, no?).
      Io ripartirei da qui.

  27. Certo, hai ragione sul quando, il futuro è tale perchè ignoto; ma che il cappio al quale l’Occidente si sta impiccando si va stringendo, credo appaia evidente.
    Dunque, se non ti ho frainteso, tu partiresti dalla cultura greco-romana (ripeto, sempre che non ti abbia frainteso), che non era tecnologica, né relativista, né democratica (Il caso di Pericle non si applica alle moderne idee di democrazia, essendo l’universo greco di allora del tutto diverso da quello attuale). L’ultimo esempio storico di compromesso creativo tra grecità e romanità fu il Medioevo, che durò parecchi secoli. Faccio appena rilevare che quel mondo non era interessato alla tecnologia e alla scienza modernamente intesa, non che non ne fosse capace; conosceva bene il relativismo (vedi, una per tutte, la polemica di Platone contro i sofisti), e lo trattava alla stregua di una pericolasa bizzarria; credo non concepisse neppure l’idea di democrazia (modernamente intesa), dato che la non uguaglianza gli appariva evidente.
    Ti ho frainteso?

    1. Tu, Aikidoka, vuoi trascinarmi in dissertazioni che proprio non si addicono a questo luogo, per argomento, per spazio e … per mia inadeguatezza. Perciò, provo a spiegare in poche parole ciò che intendevo dire.
      Per me la cultura classica non è la riedizione e/o l’imitazione di antichi sistemi sociali, politici, filosofici, ecc. ma il modello di pensiero, la forma mentis che ha consentito la nostra (di italiani) evoluzione sociale.
      Per come la intendo io, la cultura classica non è un sistema economico, filosofico, sociale o politico ma un metodo, un approccio che (come nessun altro) ha prodotto la ascientificità, l’assolutismo culturale e l’oligarchia che hai individuato tu ma anche il loro contrario e tutte le sfumature intermedie.
      Quindi io non nutro alcun mito del buon selvaggio e non auspico l’attuazione del “Governo dei sapienti” di Platone. Auspico solo il sovvertimento dell’attuale turbo capitalismo finanziario, di questo ordoliberismo, dell’attuale governo del libero mercato e delle merci (contemplato come stella polare del sistema sociale dal trattato di Lisbona e che i classici non a caso non hanno mai neanche teorizzato) per un (qualsiasi) governo dell’Uomo. Uomo che, individualmente o in forma associata, è sempre stato il punto di partenza e di arrivo del pensiero classico (pur con tutti i suoi orientamenti, le sfumature, le contraddizioni, le eresie).
      Stabilito ciò e poiché in concreto il governo dell’Uomo vuol dire tutto e niente, per fare un passaggio ulteriore dovremmo scegliere quale forma di governo e di economia (ma soprattutto di società) prediligere e sul punto possiamo accapigliarci all’infinito. Personalmente, credo che non ci sia una forma di governo ed un modello sociale che vada bene a tutti i popoli e per tutte le epoche. Noi italiani abbiamo ancora gli scantinati pieni di democristianità (che ci è stata sottratta a forza da tangentopoli, non l’abbiamo evolutivamente superata), così poco demo, così poco cristiana e con tutti i peggiori difetti (gli inciuci, le casse per il mezzogiorno, il proporzionale, il “tengo famiglia”, il “piove governo ladro”, le raccomandazioni, ecc.) ma che sotto l’egida della nostra Costituzione keynesiana, funzionava; incredibilmente, ci ha fatto fare un boom di 40 anni senza le attuali ingiustizie sociali.
      Ci siamo tanto lamentati dei nostri ladri di polli e ci siamo affidati a Soros.

  28. Un solo appunto: la classe politica italiana sarà così ben disposta al commissariamento della Troika?
    Come scritto da Dezzani la Troika presuppone perlomeno la vendita delle imprese pubbliche e la perdita del controllo delle banche italiane che attulamente sono saldamente nelle mani della politica.
    Il controllo di banche aziende e fondazioni costituisce un enorme potere della politica sulla società italiana: siamo sicuri che i politici italiani accetteranno questa enorme perdita definitiva?
    Secondo me il caso montepaschi è emblematico in tal senso, non si è ancora risolto perchè, oltre all’incazzo generale dei creditori, in caso di bail-in la politica perderebbe definitivamente il controllo della banca..

    1. controllo delle banche italiane che attulamente sono saldamente nelle mani della politica.
      quello era prima del ’92 ,ora sarebbe l’ esatto contrario se non fosse che entrambe ( banche e politica ) siano sotto controllo di “qualcunaltro”

  29. La situazione delle banche italiane è ormai critica. La questione della loro ricapitalizzazione occuperà gran parte dell’estate, coinvolgendo direttamente le regole dell’Unione bancaria in vigore dal 1° gennaio 2016. L’incapacità del governo italiano di rispettare le regole dell’Unione bancaria mette in evidenza le disfunzioni sempre più gravi della zona euro. La quota dei prestiti denominati “non performing” nel bilancio delle banche ha ormai raggiunto il 18%, secondo uno studio del FMI. A parte la Grecia, dove il tasso era oltre il 34%, il tasso più alto nella zona euro, il Portogallo segue tale tendenza, ma a un livello di molto inferiore, poiché la percentuale di debito cattivo è “solo” il 12%. In sintesi, si stima che il volume totale sia di 360-400 miliardi di euro, con 70-100 miliardi da coprire da parte dello Stato o con altri meccanismi.

  30. Va notato che il movimento dei “crediti inesigibili” può essere correlato a diverse cause. In Irlanda e in Spagna è stata la speculazione immobiliare a causarlo. Niente come nel caso dell’Italia, e questo è ciò che rende la progressione dei debiti inesigibili ben più grave. Tali problemi sono i prestiti delle banche regionali a piccole e medie imprese. In realtà, è la stagnazione economica degli ultimi anni causa dell’attuale crisi bancaria in Italia. L’evoluzione dei dati macroeconomici dell’economia italiana mostra l’estensione della crisi, in particolare dimostra che la sua causa è chiaramente l’introduzione dell’euro. Se calcoliamo l’evoluzione dell’economia italiana dal 1990, tenendo conto del decennio precedente l’introduzione dell’euro, le modifiche sono molto marcate e importanti.

  31. Va notato che il movimento dei “crediti inesigibili” può essere correlato a diverse cause. In Irlanda e in Spagna è stata la speculazione immobiliare a causarlo. Niente come nel caso dell’Italia, e questo è ciò che rende la progressione dei debiti inesigibili ben più grave. Tali problemi sono i prestiti delle banche regionali a piccole e medie imprese. In realtà, è la stagnazione economica degli ultimi anni causa dell’attuale crisi bancaria in Italia. L’evoluzione dei dati macroeconomici dell’economia italiana mostra l’estensione della crisi, in particolare dimostra che la sua causa è chiaramente l’introduzione dell’euro. Se calcoliamo l’evoluzione dell’economia italiana dal 1990, tenendo conto del decennio precedente l’introduzione dell’euro, le modifiche sono molto marcate e importanti.

  32. L’Italia è tornata al PIL precedente la crisi del 2007. In effetti, il PIL del 2015 è il 116% di quello del 1990, ma era il 127% nel 2007. Se l’Italia avesse continuato a crescere al ritmo degli anni 1993 – 1999, nel 2015 avrebbe avuto un indice da 2015; cioè l’euro è costato il 34% del PIL nel 2015. Il PIL pro capite, dimensione in linea con l’evoluzione della ricchezza della popolazione, assumendo che la distribuzione interna della ricchezza resta invariata, ha un indice solo del 108% rispetto al 1990. In altre parole, in 25 anni, la crescita pro capite è stata di solo l’8%. Ma l’evoluzione degli investimenti (pubblici e privati) è ancora più preoccupante. Il forte calo degli investimenti nei primi anni ’90, crollo necessario per ridimensionare il deficit di bilancio, fu successivamente corretto, e gli investimenti salirono all’indice del 125% nel 2007. Ma da allora è calato a un indice dell’87%. In altre parole, l’Italia investe il 13% in meno nel 2015 di quanto investiva nel 1990. Non c’è quindi da stupirsi se la produttività del lavoro sia in declino nella Repubblica delle Banane e che la qualità delle infrastrutture pubbliche, nazionali o locali, si degrada assai rapidamente (vedi i ponti che cascano in testa ai poveri cristi).

  33. Dedicato a tutti quelli che si pongono domande su come ripaetire dopo l ‘ Armageddon .
    La parola d’ordine è : Cercate di tornare vivi dopo l’Armageddon . Per quello che ne sappiamo potremmo economicamente ritornare al baratto .

    1. Non preoccupatevi, il commissariamento della Repubblica delle Banane non causerà la fine dei tempi. Il terreno continuerà a soffrire i graffi dei rastrelli e il vigneto la pressione della falce;
      il contadino provetto continuerà a liberare dal giogo i tori.
      Né la lana saprà inventare colori differenti e lo
      stesso ariete nei campi muterà il suo mantello
      in un bel rosso porpora o nel colore dello zafferano; fossi in voi temerei maggiormente le gesta del traditore americano…

  34. Non per l’importanza di quello che ho appena detto sul Armageddon,ma solo perché ci sono troppi Gianni anonimi su questo blog completo lo scritto con il cognome .

    1. Ciao Gianni, grazie.
      Conta che la situazione economica è così critica che Bruxelles fa finta di non accorgersi che il bail-in non è stato applicato sui conti correnti italiani, perché sa bene che applicarlo comporterebbe il collasso dell’economia italiana e che di conseguenza a crollare sarebbe l’intera impalcatura europea.

  35. Ottimo, un post con i fiocchi.
    E’ che dopo averlo letto vorrei trovare il Pianeta di Eugenio Finardi e non tornare indietro…
    E vorrei anche dire che Federico non ha “sbagliato” le sue previsioni da mago del surf della rete, sulla possibile ascesa di Marine.
    In questo link è spiegato che ci sono molti dubbi su brogli, troppe schede di Marine Le Pen (solo le sue) stracciate. Quindi la legittimità di Macron presidente è molto, ma molto bassa. Ma le elite avevano bisogno di avere un fedele suddito alla Merkel/UE/USA
    http://linkis.com/yournewswire.com/1PLqrn4

    QUINDI ADESSO POSSONO FARE QUELLO CHE PROSPETTA FEDERICO: MANGIARCI VIVI.

    Abbiamo risposte?
    Politici capaci?
    NO.
    23 basi NATO e 30000 uomini di un esercito straniero sono sul nostro territorio.

    Un partito anti atlantico non potrebbe durare più di unì di un’ora (Craxi docet).
    Per quello voglio andarmene sul Pianeta con l’aria un po’ più viola del normale…

    C’è speranza qui sulla Terra, dove un un per cento di gravissimi psicopatici con sede in USA difesi e resi impuniti da diversi gradi di buffer di sgherri psicopatici di secondo e terzo livello, ci stanno portando all’estinzione?

    1. Già ora le strutture sanitarie funzionano malissimo, roba che se stai male devi farti il segno della croce.
      Figurati come funzionerà la sanità quando verrà applicata la Troika anche in Italia…
      Mi viene da piangere.

    2. 30000 uomini di un esercito straniero sono sul nostro territorio.
      ——–
      Penso che non hai calcolato i migranti. Anche loro sono soldati di una forza straniera di occupazione. Non a caso il 99% sono in età da combattimento. E mi sembra di avere capito che sono in preparazione le armi da distribuire loro.

  36. @Etabeta,
    non ho interesse a trascinare (ossia forzare) alcuno a discutere. Ho solo fatto rilevare che per quanto ci si possa trovare d’accordo sulla parte destruens – e mi pare che qui tale accordo di massima ci sia – non è questione affatto peregrina farsi domande sulla parte construens. Quello che non vogliamo (ci) appare ovvio, tanto che ci si stupisce di come altrettanto non risulti a tutti. In effetti, per capire la natura del capitalismo servono in tutto tre neuroni e nove sinapsi (tre per neurone). Apprezo molto le analisi del Dr. Dezzani e anche quelle di alcuni frequentatori abituali; nel loro specifico denotano acume e preparazione, molta più di quanta ne dispone il sottoscritto, che ha una conoscenza molto risicata in scienze economiche.
    Mi sorprende, tuttavia, che si sottovaluti l’aspetto della “proposta”, cosa della quale si può e si deve discutere, e non vedo perchè per farlo ci si debba per forza accapigliare (come mi sembra tu abbia paventato). Se all’analisi del disastro non ne segue una altrettanto rigorosa sull’alternativa, mi pare diventi alto il rischio di sprofondare in una forma intellettuale e auto referenziale di cupio dissolvi. E’ vero, non ci siamo cascati, non ce la siamo bevuta (salvo quelli che credono che l’alternativa sia in qualche forma di socialismo da “rifondare”; quelli, temo, non sono recuperabili); bene, siamo accorti ed astuti: e allora? Questo è tutto?

  37. Sembrerà una provocazione, ma non lo è.
    Se Le Pen non ha vinto le elezioni (arrendiamoci all’evidenza del risultato, Dani; recriminare è inutile, ci espone al ridicolo e ci fa perdere tempo prezioso) è perché i tempi non sono maturi: i francesi (almeno quelli pro Mélenchon) non stanno ancora abbastanza male, evidentemente, se preferiscono tenersi la puzza sotto il naso piuttosto che votare una candidata che la pensa sostanzialmente come loro ma è di colore diverso. Piuttosto votano per il loro nemico.
    E da noi (da sempre divisi tra Guelfi e Ghibellini) è lo stesso: se chi ha le nostre idee porta una casacca diversa dalla nostra, preferiamo votare PD e Forza Italia. E’ il solito giochino del divide et impera: lo conosciamo tutti ma ci caschiamo ogni volta.
    Perciò, forse conviene sperare che arrivi la Troika quanto prima e che faccia ancora più disastri di Monti.
    La conoscete la metafora della rana, no? Quella che dice che se metti la rana in pentola ed alzi la temperatura dell’acqua mezzo grado alla volta molto lentamente, la rana finirà cotta senza accorgersene perché avrà ogni volta il tempo di adattarsi all’aumento di temperatura fino al punto di non ritorno.
    Ecco, io spero che succeda qualcosa che determini un repentino e violento aumento della temperatura dell’acqua così che finalmente saltino fuori dalla pentola anche le altre rane.

  38. Ripeto e ripeterò all’infinito, non fatevi illusioni, l’Euro salta solo se lo decidono oltreatlantico, altrimenti non salta, fa parte del loro controllo insieme alla NATO dei satelliti Europei.

  39. @Etabeta,
    temo di essere stato equivocato. Non è mio intendimento forzarti a parlare di qualcosa che non ti interessa. Ho soltanto considerato che limitarsi ad analizzare lo stato delle cose, per quanto tali analisi possano essere brillanti, sia solo una parte, per quanto sicuramente importante, di ciò di cui potrebbero parlare le persone che hanno effettivamente compreso la gravità della situazione. Tu giudichi questo “dissertazioni che proprio non si addicono a questo luogo”, mentre io la giudico una necessità; chiedendomi, per altro, quale sia il luogo adatto per parlare sul da farsi, su cosa fondare, da dove partire, una volta compreso che una fase storica sta per chiudersi. C’è un naufragio in corso, sono “dissertazioni” parlare sul da farsi e a partire da quali fondamenta, a naufragio avvenuto? Quale sarebbe il “luogo” opportuno per farlo, se non lo stesso in cui si analizzano le ragioni del naufragio?

    1. Ohibò, Aikidoka, ho paura di essere io quello equivocato e di essermela involontariamente cercata.
      Quando ho scritto che “vuoi trascinarmi in dissertazioni che proprio non si addicono a questo luogo, per argomento, per spazio e … per mia inadeguatezza” così come quando ho scritto che su alcune questione “sul punto possiamo accapigliarci all’infinito”, stavo usando un linguaggio colorito e ironico che, nonostante la serietà dell’argomento, non doveva essere inteso alla lettera.
      Non ti avevo frainteso ma ti ho risposto con un tono che ha permesso che venissi frainteso.
      Perciò, faccio la traduzione autentica dei passaggi incriminati. La prima frase puoi leggerla così: “Caro Aikidoka, è davvero un piacere leggerti e sono tentato di dilungarmi nel commentare la questione che poni (che mi attrae e quindi mi “trascina”) ma ho paura di abusare dello spazio che ci sta ospitando e temo che sia di poco interesse per chi poi mi leggerà, perché non riuscirò a scrivere nulla di particolarmente intelligente o di originale.”
      La seconda espressione puoi leggerla così: “sull’argomento potremo avere idee differenti e potremo discuterne a lungo magari senza riuscire a trovare una sintesi; ma non importa, perché a quel punto – eliminato dal campo l’ordocapitalismo e ritornati alle nostre radici “classiche” – ogni idea avrà uguale diritto di cittadinanza ed ogni politica perseguirà principi sani”.
      Mi spiace perciò di essere apparso sgarbato e indisponente.
      Credo che tu abbia posto un giusto quesito (“che si fa dopo?”) e che effettivamente questo sia il posto in cui parlarne. Io ho cercato di dare una mia prima risposta indicando (non la soluzione ma) le radici da cui attingere la soluzione al tuo quesito; una risposta metodologica, quindi, che lascia aperto il campo alle nostre future “dissertazioni”, da cui conto di trarre gli elementi per farmi un’idea più precisa dell’argomento.

  40. La Russia schiererà nel 2018 un nuovo missile balistico intercontinentale, RS-28 Sarmat, con raggio fino a 18000 km, capace di trasportare 10-15 testate nucleari che, rientrando nell’atmosfera a velocità ipersonica (oltre 10 volte quella del suono), manovrano per sfuggire ai missili intercettori forando lo «scudo».

    1. Bisogna temere anche la tecnologia bellica della Corea democratica. Il missile balistico lanciato dalla Corea democratica il 14 maggio, dalla regione di Kusong a nord-ovest di Pyongyang, raggiungeva la quota di 2000 km e volava per 787 km, finendo nel Mare del Giappone. Il lancio avveniva poche ore dopo che il South China Morning Post indicava che Choe Son-hui, a capo dell’ufficio nordamericano del Ministero degli Esteri della Corea democratica, dichiarava, “Se le condizioni sono mature, dialogheremo con l’amministrazione Trump“, mentre l’ambasciata degli Stati Uniti a Pechino si lamentava con il Ministero degli Esteri della Cina per la presenza della Corea democratica al Forum internazionale sull’Iniziativa Fascia e Via di Beijing. Il Ministero degli Esteri della Cina rispondeva dichiarando di salutare la partecipazione di tutti i Paesi al vertice. Pyiongyang a gennaio dichiarò che i preparativi per testare un missile balistico intercontinentale erano nelle fasi finali. L’ambasciatore nordcoreano a Londra affermava che “il sesto test nucleare è ora imminente, anche se non conosco l’ora programmata, ma posso dire che il test nucleare sarà condotto nel luogo e nel tempo deciso dal nostro leader supremo Kim Jong-Un“. Alla domanda su un possibile attacco statunitense, l’ambasciatore rispondeva “stiamo sviluppando la nostra forza nucleare per rispondere a tali attacchi dagli Stati Uniti. Se ci attaccano, i nostri militari e il popolo sono pronti a rispondere a qualsiasi tipo di attacco. Ma non penso che gli Stati Uniti lo prendano in considerazione. Gli Stati Uniti non possono attaccarci innanzitutto. Se si muovono di un centimetro, allora siamo pronti a ridurre in cenere tutti i loro mezzi strategici”.

      1. @confuso
        La Corea non è sconsiderata ma semplicemente molto risoluta e fa bene, per Dio, veramente vogliamo fargliene una colpa?
        Riconosco che la Russia, tuttavia, ha adottato un approccio più misurato e ha saggiamente indicato che una formula completa sia necessaria per risolvere la crisi coreana. Parlando al vertice economico di Pechino, il Presidente russo Vladimir Putin affermava che l’ultimo test missilistico nordcoreano era “controproducente” e “pericoloso”. Tuttavia, precisava anche il quadro generale dove sia assolutamente fondamentale trovare un modo per evitare un confronto disastroso. Senza citare direttamente gli Stati Uniti Putin dichiarava che Washington deve rinunciare ad “intimidire” la Corea democratica invitando tutte le parti a “trovare soluzioni pacifiche”. Crucialmente, il leader russo ha allargato il contesto della crisi coreana, affermando che le minacce e il “cambio di regime” di Washington hanno spinto verso la “corsa agli armamenti” e un eventuale conflitto.

  41. “Ecco a cos’è servita la campagna politico-mediatica di questi mesi contro i populismi: instillare paura nella gente, portarla a votare per chi difende lo status quo e, contemporaneamente, coprire con lo spauracchio xenofobo l’agenda filo-Usa che si stava perseguendo, a tutto detrimento e discapito degli interessi europei. Guarda caso, a pericolo francese scampato, saltano fuori le prove delle connivenze tra Ong e scafisti e si mette anche mano agli appalti dei centri e al business dell’accoglienza, vedi i 68 arresti di ieri a Isola Capo Rizzuto: ora si può, il rischio Le Pen è stato scongiurato e il risultato in Germania pare scontato alle elezioni di settembre. Quindi, in ossequio al principio del bastone e della carota, ora si dice un po’ di verità alla gente, ce lo si può permettere: anche per evitare che la pazienza possa finire, in determinate realtà.
    Resta l’ultimo, enorme, dirimente banco di prova, quando finalmente si potrà andare a votare: l’Italia. Anche qui, come potete vedere in queste ore e giorni, lo schema è simile: Renzi e Berlusconi da un lato, Grillo e Salvini dall’altro. Estremizzazione totale dei toni, massimalismo a piene mani e partite di giro come quella sul caso Boschi-De Bortoli che mostrano tutta la miseria provinciale di cosa sia diventato lo scontro politico.”

    http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2017/5/16/SPY-FINANZA-Cosi-l-Ue-prende-ordini-dagli-Usa-contro-i-suoi-interessi-/764250/

    1. Mi attacco al commento di Learco per definire la situazione italiana attuale; io non sottovaluterei ciò che stanno facendo alla Raggi, per quanto possa essere incompetente, non riesco a capire perché il Pd le sta buttando fango, avevamo detto che i 5stelle in qualche modo sono legati al Pd, ai poteri, quindi perché prima eleggono un pentastellato e poi vogliono toglierlo? Oggi si sono serviti pure di Casa Pound (scrivo questo, senza certezze, perché mi sembra che qui ci sono molte unioni nascoste, o forse strumenti, l’azione di Casa Pound fa il favore al Pd)

      1. Si esatto, non si riesce a capire se il M5S è controllato o meno.

        Vengono spalleggiati dai poteri forti ma a volte sfregiati in modo esagerato dagli stessi.

        Forse viviamo in un’epoca dalle dinamiche troppe complesse.

        1. Non si capisce niente, la trama è fittissima, a volte arrivi ad una conclusione, poi si dimostra tutto il contrario, ecco perché io non riesco a fidarmi di nessun partito né politico attuale. Questi si uniscono poi s’incriminano da soli, si buttano fango a vicenda, e nessuno conclude niente. Populismi vari ma tutte parole parole e parole. Ma quante maschere ci sono? Una regia ci sarà…

  42. La situazione è “orrendamente tragica”. Pensavamo che fosse fatta, che la gente avesse capito che la destra “dell’ordine e della disciplina” contrapposta alla sinistra della “globalizzazione selvaggia e della oligarchia massonica spietata satanista transnazionale”, era l’ultimo appiglio, prima del baratro. Invece no! Il popolicchio, costantemente a “chiappe aperte” con i calzoni abbassati ed il tozzo di pane in mano, per non lasciar cadere il tozzo di pane, ancora una volta, ha lasciato i calzoni abbassati. Gli effetti…, ovviamente, li sentirà in seguito, quando ormai sarà troppo tardi per tornare indietro. Che tristezza !

  43. In effetti, Etabeta, ho frainteso il senso del tuo scritto. Né colpa tua, è colpa mia, mezzi come questo di cui ci serviamo veicolano una forma di comunicazione (unidimensionale e priva di interlocuzione diretta) che rende facile l’equivoco.
    Chiarito questo, ti assicuro che non ho ravvisato sgarbo o ruvidezza nella tua risposta, ho solo pensato che la questione non ti interessasse.
    Bene, effettivamente siamo in casa altrui, pertanto ci è fatto obbligo di rispettare le regole dell’ospite, cosa che appare normale; per tacere del dovere di attenersi al comune galateo della dialettica. Detto ciò, rimane un punto che ti pregherei di chiarirmi: in cosa potremmo abusare dello spazio che il Dr. Dezzani offre agli utenti, visto che – almeno finora – non abbiamo ecceduto di un solo millimetro il perimetro del tema di fondo del Blog? Esiste certo un’aritmetica della crisi presente, ma ne esiste anche un sfondo strettissimamente politico; e i due aspetti, data la predominanza della sfera finanziaria, creano una ribalta che trova nelle analisi del Dr. Dezzani un’ottima rappresentazione. Ma mai scordare, mi permetto di sottolineare, che lo sfondo della crisi ancor più che politico ed economico è epocale, culturale in senso stretto. E’ azzeccatissimo il titolo del Blog “Dove finisce la finanza e inizia il terrorismo”; non è solo uno slogan efficace, ma sintetizza alla perfezione l’aspetto intrinsecamente terrifico e distruttivo del “denaro per il denaro”, ossia la Finanza (cosa che vide con lucidità profetica Ezra Pound).
    Pertanto, chiedo senza ombra di polemica, dove starebbe l’abuso?

  44. Ahia!! Mi è scappato un orrendo refuso: “un sfondo”! Tremendo! Purtroppo non è dato correggere, chiedo in anticipo scusa per altri futuri refusi.

    1. ma che cosa volevate pretendere da una (pseudo) Nazione che ha fatto per decenni dopo il ’68 il ‘gauchismo’ come la Sua Vera ed Ultima Religione di Stato NON DISCUTIBILE? che votassero per la destrorsa lepeniana?

    2. sONO DIVERSI ANNI che si leggono copiosi pipponi(1) sull’europa e sulla sua supposta crisi di identità e nessuno però ha azzardato il dato di fatto essenziale di questa istituzione::
      i cittadini europei volenti o nolenti(vedasi refeerndum francese) hanno dovuto accettare questa scelta a scatola chiusa proprio come un pacco recato in dono da benevolenti e lungimiranti tecno- politici con il pretesto della pace e della prosperità.
      Mentre si apre il pacco però, ci si rende conto che le aspettative non sono quelle auspicate e promesse.
      Ci si rende sempre piu conto non solo Che i cittadini europei non sono tutti uguali(chiedere ai greci e poi ai tedeschi) ma questo ibrido chiamato europa è un vero e proprio “pacco” a danno dei popoli e a vantaggio di elite sempre piu globalizzate dove la costruzione europea costituisce una tappa obbligata per l’instaurazione di un ordine mondiale governato verticalmente da entità sovranazionali a cui occorre affidare il proprio destino per essere parte della nuova realtà come già programmato decenni addietro in eminenti centri decisionali quali il bilderberg o la trilaterale(.2)

      La costruzione di questa architettura di potere non riguarda solo l’aspetto politico ed economico,e la relativa gerarchia sociale sia essa democratica o coercitiva ma va ben oltre fino ad intaccare le fondamenta di secoli di storia e cultura, fino a sradicare quelle che sono le radici della nostra cognizione del nostro essere e della conoscenza che abbiamo culturalmente e geneticamente ereditato dai nostri antenati ed arrivare ad instaurare addirittura un nuovo approccio alla vita.
      Come se venisse cancellato totalmente il passato.
      Semplicemente a livello culturale,attraverso i media e l’educazione si sta via via impiantando ed espandendo una nuova ideologia definita transumanesimo.

      Quei popoli,quegli stati che non sono disposti ad accettare questa svolta radicale della storia .vengono osteggiati,avversati e posti all’indice come nemici dell’umanità,fino ad essere non solo minacciati di ritorsione ma attaccati con dei veri e propri atti di guerra.

      Quando si leggono articoli del genere,(3) sovente si minimizza la minaccia riflettendo sulle dispute politico-economiche e di come esse nella maggior parte dei casi si risolvano sempre diplomaticamente, anche per ciò che concerne l’industria bellica, dove ai signori delle armi non sono sempre necessarie grandi guerre per prosperare,bastando semplicemente creare un nemico con delle false minacce .
      Uno spauracchio da allontanare poi con le corse frenetiche al riarmo.
      Ma quando i confronti e le dispute hanno carattere ideologico, la diplomazia non può porre alcun rimedio, perchè l’ideologia, l’essere in quanto elemento o meglio pilastro della storia di ognuno è inscritto nel dna, è vitale ed oltrepassa tutto il resto.
      Ed in ogni conflitto è ben palese la differenza tra chi combatte per interesse materiale e chi invece per ragioni ideologiche.

      E in occidente la disputa sta diventando sempre piu ideologica tra il rifiuto di sradicarsi dalla storia e l’utopia dell’uomo(o meglio del trans)nuovo che gli architetti del vero potere stanno cercando di imporre ed instaurare.(4)
      Una disputa,per esempio che contrappone il pecorume degli usa tra reietti contadini della campagna americana ai frocetti radical-chic delle metropoli trainati e spalleggiati dai media e dalla cultura dominante,mentre in europa a difendere la pianta secolare dal suo abbattimento e sradicamento sembra essere rimasta solo la russia, ragione per cui è fortemente denigrata dai media dominanti e non solo, se si considera ad esempio che negli Usa oltre il 90% dei media ha osteggiato ed osteggia trump,e complessivamente il 99% dei media occidentali diabolizzano putin e la russia.

      Purtroppo in europa per troppo tempo si è confuso il cristianesimo con il cattolicesimo,al punto che oggi la stessa chiesa si è prontamente adeguata all’agenda del grande e vero potere, sconfessando la matrice basilare ed atavica del cristianesimo ed adeguando la scelta politica del cattolicesimo,- del resto come è sempre accaduto nella storia.-al vero potere dominante.
      E RICORDIAMO CHE A FAR RINASCERE L’OCCIDENTE O MEGLIO L’ITALIA DALLE CENERI DELL’IMPERO ROMANO NON FU LA CHIESA, MA FURONO DEI SEMPLICI CRISTIANI DEGLI UMILI FRATI CHE ATTORNO ALL’ANNO MILLE DIFFONDERONO LA VERA CULTURA CRISTIANA ,LA FILOSOFIA DI VITA DELL’ORA ET LABORA…in quelle che erano le macerie dell’impero romano dell’europa sud occidentale.
      (e l’italiano sancito come lingua da dante alighieri non è altro che il dialetto volgare che ancora si parla in un ampia fascia del centro Italia e che discende dall’opera dei frati benedettini e farfensi)..

      Purtroppo per tutti,ad eccezione di elite sovranazionali e qualche razza eletta da Dio, è arrivato il momento della verità, a meno che il futuro dell’umanità non debba proseguire nella menzogna, e perpetrare il diabolico disegno degli adoratori di satana, perché nonostante i veli mediatici della stampa della politica e della dominante cultura menzognera è innegabile che quanto sta succedendo assomiglia sempre di piu al disegno di UNA BESTIA IMMONDA QUELLA CHE STA GOVERNANDO OGGI L’OCCIDENTE…
      Un a bestia ingannevole e sanguinaria che è riuscita a palesarsi come amica, ad ingannare tutti fino a trasformare palesi menzogne in realtà, il cui scopo è sottomettere tutti quelli che non vogliono sottostare al suo inganno.

      Altrimenti non si spiega la ragione per cui palesi verità vengono distorte annichilite e sostituite con colossali menzogne delle quali l’11 settembre ne è l’emblema.
      1)http://prochetmoyen-orient.ch/soixante-ans-d-europe-alleluia-ou-de-profundis/
      2)file:///C:/Users/Giò/Desktop/BAKEKA/CEFISL_erba_voglio0006_web%20(1)A.pdf
      3) http://www.mondialisation.ca/les-risques-daffrontements-armes-prennent-de-lampleur-dans-le-monde/5583229
      4) http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/dopo-sesso-anale-dottoressa-de-mari-va-all-assalto-uomini-145114.htm

  45. dalle newsletters del Council on Foreign Affairs (“gente che se ne intende…ahinoi!!!), tanto per chiarire quanto il Sig. Trombone a “stelle & strisce” suoni la musica che è composta ben altrove…..!!!!:

    UNITED STATES
    Israel Says U.S. Relationship Unaffected by Trump’s Disclosure
    Israel’s U.S. ambassador says the country has “full confidence” (BBC) in its intelligence-sharing relationship with the United States following media reports that President Trump shared highly classified information with Russian officials that originated from Israel.

  46. Io, caro Aikidoka, mi sono fatto un personale “galateo del blog” che, tra l’altro, mi impone:
    – di non essere invadente, scrivendo commenti troppo numerosi e/o troppo lunghi;
    – di scrivere solo cose che possano interessare e non meri sfoghi;
    – di essere il più ecumenico possibile, intervenendo su temi che interessino tutti gli utenti del blog.
    Ebbene, l’abuso che paventavo consiste nella violazione di quelle norme che, come vedi, sono di natura metodologica e di “stile”, non di merito.
    Invero le ho violate tutte ma mi appello alla clemenza del blog, perché ho l’attenuante di essere stato reiteratamente istigato da te che sei altresì l’agente provocatore anche dell’intervento che segue.

    Nel merito, hai ragione Aikidoka sia quando sostieni che la questione fondamentale è politica più che economica ed è culturale prima che politica, sia quando affermi che dobbiamo occuparcene e … se non qui, dove? Se non ora, quando?
    Credo che siamo d’accordo che il sistema monetario (che molti identificano come IL problema) è uno dei mezzi con cui la finanza ha snaturato l’economia, la quale è solo uno degli strumenti con i quali l’establishment (scusa il termine trito, ma non ne ho di più efficaci) sta portando a compimento la totale sottomissione culturale dell’occidente ed intende esportare anche nel resto del mondo (operazione che con perfetto linguaggio orwelliano ha chiamato “enduring freedom”).
    Se lasciamo agli economisti trattare la materia, essi cercheranno inevitabilmente di indicare il rimedio per curare il sintomo senza individuare la patologia sottostante: potrebbero risolvere la crisi economica (sì, lo so che non potrà mai accadere, ma sto facendo un periodo ipotetico di terzo tipo) e ciò comporterebbe l’affrancamento della popolazione dal bisogno ma non la riconquista delle libertà di cui gradualmente (con la tecnica della rana in pentola) ci hanno depauperato.
    A noi mancano le libertà (rectius, vi abbiamo rinunciato) perché hanno abraso dalla nostra memoria e dalle nostre coscienze tremila anni di evoluzione culturale e filosofica e la stanno rimpiazzando con l’hollywoodismo (come lo chiama Roberto Quaglia) attraverso il quale ci tolgono ogni capacità critica e ci inoculano il pensiero unico con tanto di comoda individuazione aprioristica dei buoni e dei cattivi.

    Non ha senso perseguire la soluzione ai problemi dell’€uro o alla recessione (soluzioni tra l’altro abbastanza banali, essendo problemi artificiosamente indotti), se non si può esprimere un’opinione contraria senza che sia censurata come bufala; se non si può fare a meno di vaccinare un bambino senza essere trattato da untore; se si nega ogni privacy con la scusa del terrorismo; se si fa il lavaggio del cervello affinché si creda che noi siamo il bene e gli altri il male assoluto; se ci fanno entrare in guerra; se si deve vivere nella più assoluta precarietà lavorativa ed in balia delle regole di un mercato in nome delle quali un giorno i nostri figli dovranno pagare uno scafista per chiedere asilo – chessò – in Algeria o in Islanda; se si deve dire, fare, pensare, professare solo ciò che politically correct; se i giornali e i telegiornali raccontano tutti le stesse cazzate a senso unico, tutti i giorni, senza una campana dissonante che sia una.
    Il gregge si nutre alla televisione di calcio, di donne seminude, di scandali e di telenovele ritenendo grandi conquiste dell’umanità l’avere introdotto cacofonie del tipo “sindaca” o “ministra”, mostri giuridici come il “femminicidio”, l’omicidio stradale e il cyberbullismo. Mentre guarda l’ennesima partita, il gregge è rincuorato dal fatto che sull’altro canale ci siano gli intelligentoni che discettano grevemente di deficit, di pil, di def, di spread, di quantitave easing, di mes, di bail-in perché in tal modo sa che, con quei nomi, i problemi sono più grandi di lui ma che deve avere fiducia perché il grande fratello sta lavorando per risolverli.

    Se siamo d’accordo che grosso modo è questo il nostro problema, allora non ci resta che pensare alla soluzione che francamente non conosco ma che, incazzato come sono per come sono riusciti a prenderci per il culo, dovrebbe contemplare l’istituzione di un nuovo MinCulPop (per favore, non darmi del fascista; è solo un’esemplificazione) per l’eradicazione della pseudocultura yankee e politically correct e la contestuale reintroduzione a marce forzate dello studio della storia, della filosofia, della letteratura italiana ed europea in tutte le scuole.

  47. Stavo leggendo del probabile impeachment prossimo futuro a Donald Trump http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/12388155/donald-trump-impeachment-russia-gate-effetti-mercati-wall-street.html e riflettevo sul fatto che su questo blog siamo, bene o male, tutti “colletti bianchi”, gente pacifica, che utilizza la penna e la parola.

    Il mondo però non è tutto così. Ai cosiddetti poteri forti euroatlantici ( secondo me legati a doppio filo ai sionisti ashkenazi) si contrappongono forze altrettanto spietate e violente.

    1. Sovente è più violenta la penna del ferro, basta leggere i commenti pubblicati nell’articolo precedente a difesa del 51mo Stato americano…….. quello sionista.

    2. Boh… io credo che Donald Trump non completerà il mandato, ma ho dubbi su quanto sopravviverà.

      Sarà imputato entro il Labor Day (1 settembre)? C’è chi scommette che arriverà al 2018, ma sarà così grave allora che i repubblicani lo lasceranno in asso.

      L’agitprop volto a distruggere Trump è attivo e sempre più repubblicani sembrano controfirmare i miti anti-Trump spacciati dai democratici. Ma non è solo una parte che spinge per abbattere Trump. Donald Trump stesso è impegnato a spararsi sui piedi con la sua bocca incontrollabile. Penso che un buon numero di elettori abbia scelto Trump contro Hillary nella speranza che fosse un uomo d’affari dall’abilità organizzativa e una visione sul fare.

      Quegli elettori si allontanano da Trump. Invece di una buona organizzazione, la nazione viene diretta dall’esibizionismo petulante dall’immaturità noiosa. Quale dirigente sano di mente elimina il capo dell’FBI in modo così spavaldo e sconsiderato.

      Credo che Comey dovesse andarsene. Andava licenziato. Ma c’è modo e modo. Cosa ha fatto Trump? Ha scelto il modo sbagliato danneggiando ulteriormente la propria immagine.

      Invece di chiamare Comey per un incontro e dargli la possibilità di dimettersi, Trump ha scelto di sbagliare. Così Trump ha dato ai democratici le munizioni per attaccarlo come qualcuno che interferisce su un’inchiesta. Trump ha creato il caos minacciando velatamente Comey sollevando lo spettro della registrazione delle conversazioni di Comey con il presidente. Ciò ha attratto l’interesse del Congresso e ora abbiamo una richiesta bipartisan su tali registrazioni (se esistono). Sono stanco di ascoltare le grida di gente come Kelly Anne Conway, allo show di Howard Kurtz, che spiegava il mancato interesse dei media sul commercio con la Cina o l’assistenza sanitaria. I media non hanno licenziato Comey e non hanno dato spiegazioni alternative su perché Trump ha fatto quello che ha fatto (spiegazioni in tal senso non sono giunte nemmeno dall’economista omonimo di questo Weblog…). Non c’è semplicemente una scusa per tali rozze decisioni. Purtroppo, Trump vi ha fatto l’abitudine dalle elezioni. Allora non si dimostrò fatale. Ma di certo così non si va avanti.

      Trump non avrà un secondo termine e non finirà il primo mandato. L’unica domanda è quando cederà o sarà cacciato.

      P.S.: Con Macron all’Eliseo a prenderlo in quel posto sono stati gli italiani e non i cugini francesi. L’Italia è infatti in avanzato stato putrefattivo, la Francia comincia solo da un paio d’anni a “puzzare”.

  48. “heartworm infection in dogs”, è il tipico Nick che vela la minaccia di cosa si apprestano a fare, questi psicopatici. Ovvero ad infettare qualcuno con una “Heatworm Infection”.

    Da denunciare immediatamente alla polizia postale.

    1. I Servizi temono il trascorrere fluido del tempo così inventano e diffondono i vari Ransomware come WannaCry.

      Il tempo gioca contro loro perché aumenta la consapevolezza dei “giochi di potere” delle popolazioni e perché la Cina e la Russia si arricchiscono mentre gli U.S.A. si impoveriscono.

  49. Bene, Etabeta, ho pigiato un “piace” (preferisco parlare italiano) al tuo post. Ne condivido quasi del tutto i contenuti.
    Rimango ancora perplesso su un punto (ma magari ho di nuovo capito male): in cosa sarebbero state violate le norme di comportamento del blog. Stiamo parlano esattamente del tema cui è dedicato questo blog, con cortesia, senza strafare, e ciascuno con le conoscenze e competenze di cui dispone.
    C’è qualcosa che mi sfugge, precedenti di cui non sono a conoscenza?

    1. Il mio reiterato riferimento alle norme deontologiche è solo un divertissement, un artificio dialettico per apparire umilmente rispettoso del mio prossimo e delle regole di civile convivenza, celando in tal modo il mio marcato narcisismo e la pervasiva presuntuosità.
      Comunque, nel divertissement le violazioni le ho commesse solo io e consistono: a) nella eccessiva frequenza e nella lunghezza dei miei interventi; b) nello scarso interesse degli stessi per mancanza di originalità; c) nell’avere lungamente utilizzato il blog per intrattere un rapporto a due, con te.
      Fatta questa tara, per il resto è come dici tu: i nostri interventi sono stati a tono, garbati ed argomentati.
      Ciò detto, però, chiudiamo questa fase complimentosa e passiamo ad azzuffarci a colpi di “non son d’accordo”; così stimoliamo un po’ le mie sinapsi che si stanno inesorabilmente inaridendo.
      A proposito, cosa aspetta il nostro Dezzani a buttare un po’ di carne sul fuoco?

  50. C’erano una volta due imperi: l’impero dell’aquila calva e l’Impero dell’aquila comnena. L’impero dell’aquila calva era in piena decadenza, difendeva valori contrari alla logica e al buonsenso, e, non capendo che la sua potenza era in declino e manteneva il suo potere subdolamente e con il terrore, e aveva numerosi vassalli, tra cui si possono elencare il Regno del Giglio, l’Impero dell’ Orso e quello dell’aquila bianca e, soprattutto, il Regno di Mezzo, che si protendeva in una penisola della Terra Antica, e aveva una lunga storia di conquiste e divisioni. E ora era la pallida ombra di quello che era un tempo. L’aquila calva dominava sulla Terra antica tramite il Regno dell’arcipelago del Drago, che era la terra di origine di larga parte della popolazione dell’Impero. L’impero dell’Aquila Comnena, eterno rivale dell’aquila calva, dominava invece su una terra fredda, fatta per larga parte di immense steppe, e difendeva il buonsenso e la Verità. L’ aquila comnena era demonizzata dall’altro impero e dai suoi alleati, che la consideravano il male assoluto, da debellare a ogni costo. Come conseguenza, l’unico alleato sicuro dell’impero orientale era l’ Impero di Mezzo, peraltro piuttosto ambiguo, ma desideroso di distruggere l’egemonia dell’aquila calva…

  51. Niente, ogni giorno che passa sembra di scoprire sempre la stessa acqua calda…

    In francia rimestano in questa acqua calda inventandosi stronzate simili:

    http://www.liberation.fr/auteur/15236-service-desintox

    Una specie di moviola, proprio come nelle partite di calcio ed in questo caso si rimesta nella stessa acqua calda al rallentatore.

    Secondo il parere di autorevoli esperti lo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe costituire un serio problema per il futuro dell’umanità.
    Invece secondo il parere di un umile individuo, il futuro dell’umanità è in pericolo a causa della intelligenza umana
    …pardon della stupidità umana….
    non sono le macchine a recare paura…
    i vantaggi e i danni provocati dalle macchine sono sempre causati da chi le manovra, cioè l’uomo..

    intelligente al punto di inventarsi ordigni bellici devastanti e stupido nella tentazione di usarli.

    e purtroppo..secondo il parere di un umile individuo anche il più stupido degli esseri umani oggi può ottenere una laurea con 110 e lode e tanto di master…con conseguente responsabilità di programmare e guidare una macchina..sia essa artificiale o meccanica..

    cosa significa stupidità?
    secondo il parere di un umile individuo, stupidità significa pressappoco non saper guardare oltre i lacci delle proprie scarpe stupidità significa saper camminare e forse anche saper correre ma senza guardare oltre ai propri piedi…

    stupidità significa qualcosa come le corse indy car americane:(1)
    correre in tondo …sempre piu veloce senza curve,senza salite o discese, senza dossi o asperità..
    una corsa..una vita piatta..sempre più veloce e piu aumenta la velocità e piu il botto è maggiore in caso di incidente
    ah dimenticavo…
    la stupidità delega l’intelligenza anche degli stupidi a cercare soluzioni…a limitare i danni in caso di impatto….

    senza rendersi conto che è la corsa piatta ad essere inutile…

    e alla fine l’unica saggia soluzione per scartare ogni problema è starsene fermi..a guardare i “kamikaze”..

    e lo stesso succede in politica dove tutto l’occidente per limitare i danni quando va a votare
    è oramai costretto a scegliere tra il meno peggio..
    La mia generazione..i fratelli minori del 68..è cresciuta nell’illusione che la democrazia fosse la migliore tra le possibilità di potere scegliere fra le alternative e le proposte piu logiche nella cosiddetta “rappresentanza” ovvero dei gruppi o degli individui che si proponevano nel governo dell’istituzione..
    in poche parole , la democrazia significava poter scegliere tra i vari partiti, le varie rappresentanze chi avrebbe potuto meglio rappresentare le proprie aspettative e tutelare i propri interessi…
    questa illusione è durata l’arco di un paio di generazioni , dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla caduta del muro di berlino..
    poi……..
    poi in tutto l’occidente il pecorume e non solo è stato ed è costretto a votare e scegliere tra il meno peggio..
    succede da decenni in italia..è successo negli usa sta succedendo in francia..

    a proposito(2)della francia:
    qualunque sia il risultato, vinca le pen( molto probabile)o macron(anche la piu pecora tra le pecore dovrebbe intuire che è solo un fantoccio,pardon bamboccio) per l’europa e per tutti noi non cambia nulla…
    se vince la le pen, ci sarà come negli usa, qualche protesta “antifascista”,che sarà un pretesto in piu per implementare le leggi di emergenza e quindi i francesi al pari dei greci degli spagnoli degli italiani se lo piglieranno nel culo..dato la le pen come tutti gli altri leader europei ha già baciato la pantofola recandosi a tel aviv(3)

    ma in europa non tutti sono disposti a chinarsi ai dettami imperiali e degli ebrei…
    decidono in usa francia uk e magari pure in ucraina…ma in germania?
    la germania agli ebrei ha strapagato l’orrore dell’olocausto al punto da crearne una sorta di blocco psicologico che però esula il leccaculismo e l’asservimento francese o italico…

    IN PAROLE PIU SEMPLICI:IL FUTURO DELL’EUROPA DIPENDE DALLE prossime ELEZIONE TEDESCHE…
    OVVERO DALLA PERCENTUALE DI CRUCCHI REVANCHISTI CHE RITENGONO DI AVER già risarcito israele piu di quanto gli spettasse…

    e che di conseguenza si può fare anche a meno dell’ombrello americano e decidere le sorti future in autonomia dato che la sede politica ed economica europea oramai è basata in germania…

    insomma tutto dipende dalla germania..

    rimanere ad ovest o svoltare verso est?Russia&cina)

    e comunque noi(italiani)siamo sempre tra incudine e martello…
    SI..LE FUTURE ELEZIONI TEDESCHE SARANNO FONDAMENTALI PER I DESTINI FUTURI DI TUTTI NEL SENSO DI UNA GUERRA ATOMICA OPPURE DI UNA VELATA E FARLOCCA PACE….

    Ps.a proposito di menzogne:
    l’ue critica aspramente la russia per il trattamento inumano che verrebbe riservato ai gay in cecenia e questo è sacrosanto perché la discriminazione anche solo verbale è un atto di violenza contro l’umanità.
    (sempre ribadendo che l’essere gay è un ECCEZIONE E NON UNA REGOLA).
    Ma al tempo stesso diversi paesi dell’Ue votano a favore dell’arabia saudita per fargli ottenere un seggio nella commissione dell’onu sui diritti delle donne…

    .DIRITTI DELLE DONNE IN ARABIA SAUDITA?!?!
    E questo dopo aver accordato all’arabia saudita sempre in sede onu la presidenza della commissione sui diritti umani…

    .L’ARABIA SAUDITA..DOVE BASTA UNA PAROLA SBAGLIATA PER FINIRE SULLA FORCA
    O SOTTO LA MANNAIA DEL BOIA….
    Ma l’ue…i governi europei, CI STANNO CON LA TESTA?????

    appunto….la sfiga dell’umanità non è solo costituita dalla staupidità..

    quanto piuttosto che gli stupidi possono pensare e purtroppo agire.

    (1)finalmente ho un buon motivo per pagare forzatamente il canone rai.
    sul canale 23 digitale..rai5… da qualche giorno attorno alle ore 14 per circa un ora viene raccontata la storia(breve) di ognuno dei vari stati americani ..e si possono afferrare tantissimi concetti della nostra epoca…a parte il fatto che il tutto è recente(breve..hanno.appena 2-300 anni alle spalle)ci sono due cose salienti:
    la prima è che sono territori fantastici….al punto che i nativi non hanno osato deturparli per millenni perché effettivamente non era la terra ad appartenere all’uomo,ma era l’uomo ad appartenere alla terra, e la seconda cosa è che appunto gli stati uniti sono stati costruiti ingannando i nativi..
    cioè gli americani non hanno vinto nessuna guerra con i nativi, ma li hanno sconfitti con l’inganno,,CON LA LINGUA BIFORCUTA..stracciando tutti trattati firmati..
    e FRANCAMENTE LA STORIA DEI NATIVI AMERICANI ASSOMIGLIA A QUELLA DEI PALESTINESI…E ALLE DECINE E DECINE RISOLUZIONI DELL’ONU CHE ISRAELE NON HA mai RISPETTATO…proprio come i patti fatti dai coloni con i nativi americani.

    (2)questo “pippone”..nonostante la mia dose pomeridiana di rosso piceno ..è relativo proprio alle elezioni francesi..

    (3)fino a qualche anno fa i vari leader europei dovevano recarsi e baciare la pantofola alla casa bianca per essere eletti ed accettati,mentre negli ultimi anni ogni leader europeo che aspiri a cariche di responsabilità deve assolutamente recarsi in israele e mettere in testa lo zuccotto giudio..come si dice?..la kippà….
    .E CHE CAZZO..E allora IO CHE ANNI ED ANNI FA SOGNAVO UN EUROPA MEDITERRANEA ED ISRAELE COME RIFERIMENTO PRINCIPALE..non mi merito la kippa?
    .altro che kippà.

    magari .se tutti gli ebrei fossero come shamir, azmon in medio oriente non ci sarebbero state tutte queste guerre…
    e quando tutti i muslim si renderanno conto che i milioni di morti degli ultimi 20 anni che ci sono stati in medio oriente e non solo, SONO STATI CAUSATI DALLE GUERRE CHE L’IMPERO HA fomentato ed INCOMINCIATO SOLO PER IL GRANDE ISRAELE non ci saranno patti che terranno con petrobeduini..
    QUESTE COSE I PAZZOIDI DELLA CASA BIANCA E QUELLI DI TEL AVIV LE PERCEPISCONO????
    Percepiscono i pazzoidi neoconsionisti(shanky) che un conto è fare accordi con leader islamici e petrobeduini sunniti-wahabiti corrotti ed un altro conto è convincere piu di un miliardo di musulmani di non essere stati ingannati?

      1. Se non se ne rendono conto se ne renderanno conto presto.
        Per l’intanto io ripeto un mio vecchio ed illuminante post con annesso ancor piu’ illuminante nick

        Ne vedremo delle belle con questo nuovo presidente

        MACRON E’ PERICOLOSO
        https://www.youtube.com/watch?v=sWMuwfwjI_c

        E ci dicevano che Berlusconi era malato

  52. Ecco chi ha finanziato la campagna elettorale di Macron:

    George Soros: € 2.365.910,16.
    David Rothschild: € 976.126,87.
    Goldman-Sachs: € 2.145.100.
    Ma l’importante era che perdesse il populismo rossobruno, nevvero?

  53. Il Dottor Dottori (che meraviglia chiamarsi così!) afferma che Benedetto XVI sarebbe stato indotto all’abdicazione da una macchinazione, ecc…. Questa cosa si sapeva da tempo, ed è da subito che chiedo agli estimatori di questo Papa quanto segue:
    COME si può “indurre” un Papa, che ha responsabilità che vanno molto oltre la propria persona, a compiere un atto che ha definitivamente spogliato la Chiesa di ogni residua funzione spirituale, ossia un atto sacrilego? A questa domanda non ho mai avuto alcuna risposta che andasse oltre un pietoso bla-bla-bli-ble. L’ho chiesto anche a seguaci di Socci, i quali si sono guardati le scarpe, aggiustata la cravatta, ravviati i capelli, ma non hanno risposto. Rimane quindi l’ipotesi dell’ipnosi: Benedetto XVI è stato ipnotizzato.
    Nel caso tale ipotesi sia falsa, e che cioè Ratzinger sia stato fatto oggetto di grave minaccia (esattamente come Trump) e si sia defilato, allora costui cos’è se non un traditore? Cosa non nuova nella Chiesa, a partire da Pietro, passando per Celestino V°, colui che, a sentir Dante, “fece per viltade il gran rifiuto”. Solo che al posto di Celestino V° non subentrò un sinistro figuro come Bergoglio (che cinguettava con Obama, e stravede per Scalfari).

  54. Ne abbiamo già parlato in passato sul Blog di Dezzani. Pare che in quel periodo, procedendo a passo forzato verso il NWO si decise di far fuori lo IOR dal circuito SWIFT impedendone di fatto qualunque transazione finanziaria e bloccando quindi, cifre colossali. Il prezzo da pagare fu l’abdicazione di Benedetto XVImo. Subito dopo la sua destituzione, infatti, tutto riprese a marciare liscio per lo IOR.

  55. Certo, la storia dello SWIFT è cosa nota, e davvero pessima. Qui rimane secondaria l’azione dei soliti notissimi padroni della finanza, i loro metodi da gangster sono monotoni. Preme rilevare il comportamento di Ratzinger, il quale anziché cogliere l’occasione per denunciare urbi et orbi quanto stava subendo lo Stato (sottolieo Stato) Vaticano in uno dei suoi aspetti più mondani e più lontani dalla spiritualità cristiana, ossia la FINANZA, che fa? Cede! Si cala braghe, mutande, tiara e papalina; fa quanto impostogli dai sacerdoti di Mammona (ossia i principali nemici della Chiesa che avrebbe dovuto difendere fino, se necessario, al martirio), e si ritira in un monolocale con pensione minima (per così dire). Sono soggettivamente certo (me ne mancano le prove, ma la certezza rimane) che Ratzinger sia anche stato ricattato per le note vicende ecclesiatiche riguardanti la pedofilia. Un pozzo senza fondo. Senza dubbio, la finanza apolide ha dei dossier da usare nel caso in cui lo Stato Vaticano, con l’enorme influenza che ha ancora in ogni angolo della Terra, non segua le linee guida. Con Bergoglio, i gangster della Moneta filano col vento in poppa.
    Chissà come soffre Socci!

  56. Volendo, fra le altre cose, staccarci um attimo dalla terrena realtà per addentrarci nei mistici territori delle “sacre scritture” cristiane, la vicenda dello IOR con lo SWIFT ci ricondurrebbe a ”

    Come uomini di questa generazione, abbiamo meglio identificato il falso agnello dell’Apocalisse 13, col potere di affamare e di bloccare, sì che “nessuno potesse vendere né comprare” senza avere “Il marchio sulla mano e sulla fronte”. SWIFT, e il suo numero bancario (BIC) ha rivelato ancor più chiara la sua essenza anticristica, e il vero fine della globalizzazione ” (Blondet http://www.maurizioblondet.it/ratzinger-non-pote-ne-vendere-ne-comprare/ )

    E non finisce qui. Sempre secondo la bibbia, i tatuaggi, in particolare, rappresenterebbero il marchio della bestia :

    a) Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il SIGNORE. (Levitico 19:28)

    b) Voi siete figli per il SIGNORE vostro Dio; non vi fate incisioni addosso e non vi radete tra gli occhi per un morto, (Deuteronomio 14:1)
    http://www.ilritorno.it/postapic_quest/287_tatuaggi_e_cristianesimo.htm

    Insomma, chiunque (anche su questo blog) si sia marchiato con un tatuaggio, farebbe (inconsciamente o consciamente) parte delle “falangi di Satana” avverse al Signore.

    Insomma, il tutto ricondurrebbe Apocalisse ed ai suoi tempi..ovvero…esattamente quelli che stiamo vivendo.

    P.s. Suggerisco un film che comincia con l’attore protagonista che piange seduto su un divano mentre riguarda un home-video della moglie e della figlia sparite all’improvviso sotto i suoi occhi:” La Profezia” è il titolo. Un film raro da trovare però ” illuminante”.

  57. Non solo…..

    Deuteronomio 14

    19.
    Considererete immondi gli insetti alati: non ne mangerete.

    P.s. E cosa fanno l’Onu e la Comunità Europea ? Dal 1 Gennaio 2018 gli europei mangeranno vermi http://www.interris.it/2016/11/21/106602/posizione-in-primo-piano/schiaffog/dal-2018-a-tavola-con-gli-insetti.html

    La cosa interessante è che nessuno vedrà scarafaggi e coleotteri nei propri piatti, vermi o grilli sugli scaffali dei supermercati ma cibo fatto con gli estratti di insetti. Per insetti edibili, infatti, si intendono cibi fatti con una matrice alimentare a base di insetti, vale a dire una farina ricca di proteine. “Potremo trovarla in molti cibi – aggiunge Ceriani – hamburger, salsicce, biscotti e pasta. Se il consumatore leggerà l’etichetta saprà che c’è un ingrediente a base di insetti nell’alimento, altrimenti finirà per mangiarlo senza saperlo”.

    Ormai non si nascondono più. Hanno bisogno di “anime” nel maggior numero possibile……anche ricorrendo all’inganno…..purché riportata la dicitura in confezione e quindi rispettata la legge universale del “Libero Arbitrio”.

    1. Gli Europei, perché solo gli europei, perché questo odio verso gli europei? io non capisco

      1. Aggiungo: gli americani, gli australiani, i canadesi, non sono europei? sì che lo sono!!! Perché guerra solo a livello geografico?

        1. Aggiungo ancora, scusate, la pasta, i biscotti, da quando in qua hanno bisogno di proteine? posso ammettere la carne, ma la carne ha già le proteine, perché aggiungerne. Nel senso che potrei ammettere che le risorse del mondo si stanno esaurendo e allora mettiamoci gli insetti, ma se li devi mettere nella carne a che serve? o nella pasta, non riesco a capire perdonatemi, quindi è solo uno sfregio? boh

      2. Secondo me gli Europei sono quelli che hanno maggior cultura e tradizioni storico/etiche/filosofiche/religiose;
        Se come “Elite” hai un agenda che prevede un giorno la rinuncia agli stati nazionali per creazione di sovrastrutture mondiali, hai bisogno il più possibile di “elettori sradicati” da territorio tradizioni e culture.
        Di qui l’attacco alle tradizioni europee

      3. Perchè gli europei sono portatori di una cultura cristiana, che esula pure dalla personale fede o non fede religiosa, è nel nostro dna. Prendi in considerazione l’americano/canadese/australiano medio: per quanto possano essere ottime persone, ti renderai conto che gli manca qualcosa. Gli manca lo SPESSORE, che deriva principalmente dalla nostra cultura, che si riflette in un amore/rispetto per la vita e per l’essere umano in generale, e ci fa credere in tutta una serie di valori. Questi valori ci impediscono di diventare preda dei truffatori, e siamo in generale molto meno malleabili di tutti gli altri.
        Questo è il vero e proprio valore aggiunto dell’Europa, la cultura che deriva da una civiltà di millenni, ed è questo che vogliono distruggere con ogni mezzo e metodo.
        Ancora non ci sono riusciti, ma non si arrenderanno

  58. “Il primo incarico di Macron nel governo francese era proteggere gli interessi delle società francesi dalla concorrenza estera e, soprattutto, dall’acquisizione. La mossa dei servizi d’intelligence statunitensi acquisendo la leader francese della tecnologia delle smart card, Gemplus International, iniziò nel 2001 e l’operazione fu completata entro il 2004, anno in cui Macron divenne ispettore delle finanze nel Ministero dell’Economia francese. L’industria francese è da tempo obiettivo della sorveglianza e/o acquisizione dalle società statunitensi e la CIA ha svolto un ruolo importante in tali operazioni di “guerra economica”.

    https://aurorasito.wordpress.com/

  59. Sono tutt’altro che un esegeta biblico e, in materia, ho idee molto rudimentali. ma sono convinto (e da qualche anno, grazie a Biglino, so di non essere l’unico) che la Bibbia sia tutto meno che un libro che parla di dio e che quanto vi è scritto – non provenendo neanche indirettamente da una divinità – non può avere la prodigiosa caratteristica della profeticità.
    Si tratta di testi talmente ambigui e contorti e scollegati e sconclusionati che li puoi utilizzare per ogni occorenza; vi puoi trovare testimonianza che quest’anno sarà una buona annata per il vino piemontese ma anche che entro Luglio Cuba invaderà l’Australia, esattamente come (in Apocalisse 20, 1-7) vi era la prova che nell’anno Mille sarebbe finito il mondo.
    La stessa attendibilità delle Centurie di Nostradamus, insomma.
    Per altro verso, non ho mai creduto che la Chiesa cattolica sia qualcosa di più spirituale di qualsiasi altra istituzione secolare né credo che il fatto di vestirsi da santone conferisca ai papi doti sovrumane. Perciò, caro Aikidoka, perché stupirsi che Benedetto XVI abbia agito da codardo come uno Tsipras qualsiasi?
    Secondo me, la storia della pedofilia era utile solo a tenere Benedetto sotto schiaffo, mentre il fatto di vedere bloccata l’operatività dello IOR con lo scherzetto dello SWIFT deve avere fatto venire il sangue agli occhi al branco di iene che si aggira in Vaticano; non era tollerabile che il vecchietto bavarese mettesse in difficoltà tutto il santo clero vaticano (che sicuramente aveva urgenza di fare delle sacrosante operazioni estero su estero) ed è in quel momento che credo che sia partito l’aut aut: o te ne vai con le tue gambe oppure lo fai “more Albino Luciani”. Tu che, come Benedetto, non ambisci al martirio, che avresti fatto?

  60. Certo, il post introduceva, mi pare, altri argomenti anche se poi, come le tessere di un mosaico, tutto è correlato.
    In fondo la verità è semplice e evidente.
    C’è un’élite che vuole spadroneggiare sul pianeta (per conto suo o per qualche entità poco cambia).
    Hanno bisogno di uniformare il mondo per controllarlo meglio.
    A nessuno è concesso ostacolare questo piano.
    Questa è gente che programma nel corso dei secoli. L’uomo comune no. Per questo sono così potenti.
    Conosciamo tutti a cosa si riferiva Tolkien quando scrisse “il signore degli anelli” e la moneta è il sistema di controllo per eccellenza (ma rilassiamoci, per carità!).
    Loro hanno un piano per ogni nazione o situazione geografica.
    In occidente si servono di neanche troppo sottili inganni.
    Ormai il re è nudo per chi vuol vedere.
    Ma non hanno ancora tutto e hanno fretta.

  61. E di questi che ne pensate? E’ spuntata una nuova mission patriottica per sconfiggere l’invasione. Sembra un gruppo di ragazzi che si muove con pochi mezzi, ma io invece penso che ci sia la mano di qualcuno dietro, qualcuno ovviamente che si oppone. E ritorniamo all’idea di due fazioni opposte…(forse)

    https://generazione-identitaria.com/

    1. Siamo nel terzo millennio della nostra civiltà e le esperienze del passato avrebbero dovuto portare l’umanità a considerare la guerra come la peggiore delle disgrazie che ogni essere umano dovrebbe assolutamente evitare .
      Invece non solo nel mondo sono attivi diversi focolai di guerra(siria yemen ucraina libia )ma sembra si stia operando ad alti e piu livelli per gettare benzina nelle scintille che via via scoppiano tra i vari stati.

      Nell’asia dell’est con il pretesto di un dittatore incontrollabile che gonfia il petto come se la corea del nord(il suo paese)fosse lo spauracchio temibile delle grandi potenze, nell’oceano pacifico si stanno ammassando forze navali impressionanti a difesa dei propri interessi legittimi come quelli della cina o della corea del sud,
      e dove nonostante 70 anni di pacifismo costituzionale entra in gioco anche il giappone e tutti comunque a dipendere dai diktat imperiali,considerato il fatto che tutte le guerre degli ultimi 70 anni sono state decretate e causate dagli stati uniti.

      Come in medio oriente dove gli interessi petroliferi e il pretesto della sicurezza di israele hanno avviato da decenni una guerra senza fine .

      -a proposito di israele…perché per la soluzione del conflitto siriano in nessuna riunione o convegno fra i vari partecipanti non è incluso israele????
      LA CHIAVE DELLA SOLUZIONE DELLA QUESTIONE SIRIANA è SOLO ISRAELE….perché è soprattutto israele che trae vantaggi da uno smembramento settario della repubblica araba siriana non tanto per la definitiva annessione del golan occupato da parte di israele, ma quanto e soprattutto per la possibilità di scegliersi i vicini,ovvero la creazione di zone settarie neutre e comunque a una debita distanza da influenze iraniane, tra l’altro ottima scusante per cementare un asse antisciita con i sunniti wahabiti ..
      NOTA DEL 19 MAGGIO …come volevasi dimostrare….. si allenta la pressione imperiale sul regime di assad
      Ed allora entra in gioco israele che con i suoi aerei arriva a bombardare addirittura palmyra…

      ma si rendono conto di quello che fanno?

      la lezione del 2006 non è stata ancora assimilata?

      sciiti sunniti e muslim vari sono oramai vaccinati alla guerra alla distruzione e non gliene frega della morte,anzi la vanno a cercare…

      è LA STESSA COSA PER LE FIGHETTE ISRAELIANE????

      CHE NEL 2006 sul FRONTE LIBANESE SI FACEVANO PORTARE LA PIZZA, CHATTAVANO IN RETE COL PC,SUONAVANO LA CHITARRA MENTRE QUALCHE MIGLIAIO DI STRACCIONI NEL FRONTE OPPOSTO, RINTANATI NELLE LORO GROTTE RIDOTTI A PANE ED ACQUA FURONO CAPACI DI RIDICOLIZZARE TUTTA UN ARMATA CONSIDERATA TRA LE MIGLIORI DEL MONDO?

      IN UNA GUERRA SE NON C’è LA TESTA.NON C’è .LA CONVINZIONE..TUTTE LE MIGLIORI ARMI DEL MONDO SONO INUTILI PROPRIO ..COME SUCCESSE NEL LUGLIO AGOSTO 2006..

      se nel tuo esercito anche solo il 10% ha delle remore..o peggio disturbi da stress post guerra…ALLORA è IL CASO DI RIFLETTERE BENE PRIMA DI INIZIARE UNA GUERRA….

      e con il rinfrocimento odierno,LE DONNE IN PRIMA LINEA..

      ..poi ahi voglia di piangere per un altro olocausto.

      ..perché è questo che oggi sta rischiando israele.

      .UN OLOCAUSTO NUCLEARE..

      E POI chi è quell’idiota di ebreo che ritiene tutti i sunniti suoi alleati?

      Oppure nell’est europa, dove dopo la fine dell’urss che avrebbe dovuto sancire una pietra tombale sulla guerra fredda e sulla minaccia di confronto termonucleare tra grandi potenze si è invece riaccesa una disputa sempre più pericolosa fino al dislocamento di truppe nato in assetto di guerra sulle frontiere russe dal baltico a al mar nero,.passando per le provocazioni e relative scintille di guerra in georgia nel 2008 fino agli avvenimenti di piazza maidan in ucraina del 2014.

      Ma che sta succedendo?
      Dove sono le masse di giovani che negli anni 60-70 sfidavano il potere con imponenti manifestazioni di massa contro la guerra al grido:
      fate l’amore e non la guerra?
      mettete dei fiori sui vostri cannoni!

      Le ultime manifestazioni le ricordo quando fu dichiarata la fumosa guerra all’iraq nel 2003..

      Seppure per ragioni di natura politica,dato che erano governi di cosiddetta dx ad appoggiare l’intervento imperiale in iraq, la cosiddetta sx in quei periodi fu capace di smuovere qualcosa al punto che i governi francese e tedesco dell’epoca si rifiutarono di partecipare al massacro iraqeno pur subendo i diktat imperiali che allora come oggi erano costituiti con una semplice frase:
      O CON NOI O CONTRO DI NOI!!!!

      Ma cosa è cambiato rispetto a 14 anni fa?

      Le guerre di pura aggressione sono aumentate e con esse le discrepanze sociali ed economiche mentre i concetti di dx e sx sono superati al punto che addirittura un nero con lo stemma progressista arriva alla casa bianca e cosa fa=?
      Le stesse cose del suo predecessore conservatore.
      (SE NON PEGGIO DI BUSH)
      E questo non succede solo negli usa, ma in tutti i paesi sue colonie.
      (L’ITALIA del CDX O CSX NE ò L’ESEMPIO SCIENTIFICO..AL PUNTO CHE DALEMA OLTRE AD ORDINARE IL BOMBARDAMENTO DELLA JUGOSLAVIA SOTTOSCRIVE ANCHE IL PNAC attraverso lo schermo della fondazione italiani europei, che insieme alle altre ong dello stesso genere oltre ad essere thinktank ideologici,,nel senso di pensiero unico neoteoconradicalchicPOL-COR…sono delle vere e proprie lavatrici di danaro sporco frutto di mazzette e quantaltro)

      Si è arrivati al punto che non solo dx e sx sono oramai concetti superati, ma che il diktat o con noi o contro di noi è diventato un imperativo per cui ,io che in questo momento ho un atteggiamento critico verso l’impero, potrei essere considerato un disfattista, un sostenitore di putin o peggio un simpatizzantedello stato islamico

      In definitiva significa forse che nella tavola esiste una sola minestra e si è costretti a mangiare solo questa?

      Che in occidente è definitivamente tramontata la dialettica democratica e si deve accettare il reality show sceneggiato dall’impero?
      Effettivamente se anche un università come harvard,tempio dei sapientoni si presta a non solo a censurare i siti cosiddetti FAKE, ma ad imporre ciò che si deve leggere, l’informazione alla quale ci si deve attenere, allora bisogna sbrigarsi ad adattarsi.

      Qualche anno fa, agli albori del suo movimento, Grillo durante un suo comizio..pardon spettacolo, esaltando le possibilità che offre il web disse anche,ed in maniera convinta, che ognuno avrebbe dovuto avere una sorta di tutor nella rete che lo avrebbe dovuto aiutare a distinguere e leggere e soprattutto capire le notizie.

      Devo averlo anche scritto sul mio blog di questa supponenza di grillo…per cui rimasi basito.
      Certo sono il primo a ritenere che la maggioranza della massa è stupida piu che ignorante, ma ero convinto comunque che chi utilizzasse la rete per informarsi sapesse cosa cercare e leggere.
      Insomma fosse capace di distinguere una puttanata da una verità anche perché con i motori di ricerca non è poi così difficile da verificare.

      Ma grillo forse non intendeva questo,bensi qualcosaltro di piu subdolo ovvero la maniera in cui si distorce u n informazione.
      esempio:
      ho letto una notizia in cui, partendo da un dato di fatto reale(le banche centrali nazionali hanno in carico l’80%del QE che la bce elargisce sul riacquisto dei titoli di stato nazionali, arriva alla conclusione che l’euro è già finito e destinato a sparire.

      Non la si può considerare come una fake news, ma distorcendone il senso,semplicemente facendo finta di non sapere che la regola 80-20% c’è fin dal 2012, in questa caso il succo che se ne trae non fa altro che portare acqua al mulino della le pen .candidata alle presidenziali francesi che ha poi lasciato lo scettro in mano di un banchiere e ex-ministro delle Finanze..che sostiene un uscita della francia dalla moneta unica.
      Allo stesso modo i bombardamenti sugli ospedali di aleppo est da parte dei russi e dei siriani quando tutti i media occidentali per mesi hanno urlato al genocidio.
      I bombardamenti erano effettivi, ma oggi col senno del poi, gli ospedali di aleppo est ,bene o male sono tutti integri, eccetto il policlinico(AlKINDI) fatto saltare dagli islamisti con un attacco suicida con un tir di tritolo.
      E allora perché questa grancassa mediatica sugli ospedali di aleppo est?
      Semplice, come documentato oggi, in uno di questi ospedali c’era il quartiere generale del’is e dei caschi bianchi,(ricevuti in pompa magna da hollande e premiati pure con l’oscar lo scorso febbraio a Hollywood, )

      dove tra l’altro vi erano dislocati alti ufficiali della nato e dei vari paesi antiassad, che sono stati poi evacuati alla metà di dicembre..e successivamente,guarda caso nei media occidentali aleppo sembra non esistere piu.
      Oppure il decodex dell’ue, a caccia di fakenews soprattutto di siti dell’est, dove tra tante notizie false mischia anche articoli della situazione Ukraina di fatto negando che nel 2014 vi sia stato un colpo di stato e la giunta al potere è spalleggiata da veri e propri nazisti.

      Oltre alle distorsioni delle notizie, vengono pubblicate da importanti media vere e proprie cazzate come il pishing di trump in un albergo russo o di putin intento a CRAccaRE di persona i server americani o peggio infettare il sistema operativo di una centrale elettrica americana, magari proprio con il WannaCrypt che tanto ha fatto clamore negli scorsi giorni a causa della sua dannosità sul sistema operativo di casa Redmond (passate a deepin 15.4).
      Comunque queste sono puttanate in fin dei conti giustificabili, del resto non esisteva internet quando nelle chiese italiane nel dopoguerra i preti nelle omelie dicevano che i comunisti mangiavano i bambini allo stesso modo qualche anno fa quando berlusconi sostenne che in cina con i feti abortiti concimavano i campi.

      Il vero potere in ogni modo è quando si obbliga qualcuno a fare ciò che si desidera senza coercizione, ma solamente sfruttando l’imbecillità umana, rendendo come ebeti i cervelli e anzi ammaestrandoli,adattandoli all’ideologia, perché oggi non abbiamo a che fare con l’ignoranza(CHE DIO LA LODI L’IGNORANZA) quanto piuttosto con una cultura ed un educazione falsa,ignobile agli antipodi rispetto alla cultura che avevamo ereditato dal passato.

      Ed è causa della stupidità umana che non ci sta accorgendo di scivolare poco a poco in un periodo scuro,buio..illuminato solo da lampi di guerra fino ai .crateri incendiati dagli ordigni nucleari a bassa intensità,,,
      (PERCHé è CERTO CHE SE C’è UNA GUERRA ALLARGATA IL NUCLEARE VERRà USATO)

      la stupidità umana,una malattia congenita dell’uomo, una sorta di handicap mentale per cui è possibile appiattire i cervelli umani fino a renderli succubi,mansueti come pecore che non sentono i tamburi di guerra, ma semmai si preoccupano per il cesso dei transgender, che rinunciano alle loro necessità vitali anche solo per ipocrita rispetto alle convinzioni altrui..dato che è la bibbia POL-COR a dettarlo…
      (E MERDOGAN DAL SUO PUNTO DI VISTA FA BENE AD INCITARE I SUOI CONNAZIONALI turki IN EUROPA ED AIZZARLI A PRETeNDERE TUTTO,dato che SIAMO NOI QUELLI buttati FUORI DALLA STORIA)

      E chi fra i “sapientoni” dovrebbe almeno destare qualche sintomo di allarme c’è l’assoluta piaggeria al potere, e quando non è questa o la stupidità congenita entra in gioco la cupidigia il malaffare come in questo caso.
      Seppure fosse il giornale dei padroni,il sole24 ore è La bibbia del giornalismo nostrano..loro,almeno loro,i padroni ,quelli che bene o male mettono il carretto da trainare, loro non si possono sputtanare..
      NON SI DOVREBBERO SPUTTANARE…………….
      EPPURE è SUCCESSO….PURE IL SOLE 24URE CI SIAMO SPUTTANATI….

      Non sputo sul piatto dove mangio…MA LA PROSSIMA NORIMEBRGA MISà CHE CI TOCCA..
      A TUTTI..
      SOS .

      NB.è sottintesa la premessa che l’appiattimento mentale delle masse occidentali cominciato con la fine del comunismo e che il caos in medio oriente sono piani imperiali strategici concepiti da un elite globalizzata, quella che Dezzani chiama con il nome di Illuminati di Bruxelles, per cui le masse devono diventare ebeti sciocchi e consumatori del sistema ed il medio oriente un luogo che deve corrispondere agli interessi non solo imperiali, ma di israele in primo luogo e delle monarchie petrobeduine wahabite in seconda istanza….

      INFATTI GUARDA IL CASO NEL GINEPRAIO MEDIORIENTALE SE C’è QUALCOSA DI CHIARO e COERENTE è PROPRIO L’ATTEGGIAMENTO DELLE ENTITà SOPRA CITATE E DEI LORO LACCHè…

      (fermo restando che piuttosto che i muslim vengano a colonizzarci e scannarci tutti,è PREFERIBILE CHE LO FACCIANO FRA DI LORO).

  62. E’ ormai impossibile qualsiasi coesistenza, qualsiasi conciliazione: la stragrande maggioranza dell’umanità ha gli occhi fissi al cellulare; pochissimi sono ancora abituati ad osservare il cielo. Ciò avviene in senso letterale, ma pure metaforico. Il telefono cellulare, con tutte le sue “evoluzioni intelligenti” (mai l’intelligenza fu tanto sciocca), è emblema di una società adescata dalla tecnologia, anzi convertita essa stessa in un oggetto, reificata. Niente e nessuno potrà mai scalfire la massa in cui si è spento anche l’ultimo battito. Il contegno della massa non è adattamento né rinuncia, piuttosto adesione inconsapevole e piena al non pensiero unico, alla morte dell’immaginazione.

    E’ indubbio: il destino ed il futuro appartengono a quell’esigua minoranza che sa ancora porsi delle domande, che non si lascia ammaliare dal canto stonato di sirene sintetiche. Il destino ed il futuro appartengono a quelli che sono capaci di indagare e contemplare, proprio come l’economista che ospita i nostri commenti: costoro, anche quando guardano il firmamento, per cogliere segni e forse presagi di quanto sta per accadere, intuiscono che lo stesso cielo cela qualcos’altro… Comprendono che “l’essenziale è invisibile agli occhi” (A. De Saint Exupery).

    Essi non ignorano gli eventi, ma, in luogo di lasciarsi risucchiare dai “fatti”, passano accanto alle circostanze: guardano oltre per tentare di intravedere uno spiraglio, una fenditura nell’uniforme parete del mondo. Questa avanguardia affronta le sfide della vita, ma non ignora che il cimento più arduo è e sarà affrontare sé stessa.

    Si vive così una condizione ossimorica, con la coscienza che la realtà si nutre di contraddizioni e di antitesi. Si procede attenti alle innumerevoli variabili, senza trascurare quei particolari che potrebbero chiarire l’intero quadro.

    Ci si protende verso il fine della fine, consapevoli che niente è facile né gratuito, ma lasciandosi indietro le illusioni fatte baluginare innanzi agli occhi vacui degli schiavi. Sono grandi illusioni, ma più grandi saranno le delusioni.

  63. Le esternazioni del Procuratore Zuccaro assomigliano sempre più ad un tentativo di incanalare in lidi giudiziari sicuri l’enorme scandalo che stava emergendo circa l’operazione di ingegneria sociale in corso da alcuni decenni, meglio nota con il termine inesatto, edulcorato e fuorviante di migrazione. Si tratta, come è evidente, di una complessa operazione di deportazione di masse umane dal Medio Oriente, nord e centro Africa verso i lidi dei paesi europei, onde generare un mescolamento genetico, destabilizzare il tessuto sociale e l’economia, per poter infine disporre di un bacino di forza lavoro a basso prezzo pressoché illimitato. Menti di queste operazioni sono probabilmente le superlogge transnazionali, ispirate dai loro capi sionisti, che vedono partecipare le personalità più in vista del regime europeo e, come forza propellente inarrestabile, la Chiesa di Roma/Babilonia, nelle vesti del suo vescovo buonista e melenso, il Signor Bergoglio, argentino e gesuita. I reati ipotizzabili a loro carico sono: genocidio, maltrattamenti e tortura, favoreggiamento, istigazione a delinquere, associazione a delinquere, attentato alla sicurezza di una nazione. Le conseguenze a breve termine di questa deportazione sono essenzialmente il caos, l’aumento dell’animosità popolare, la diffusione della criminalità, l’impoverimento generalizzato. Basti osservare le statistiche della popolazione carceraria degli ultimi dieci anni per rendersene conto. La deposizione di Zuccaro, avviene in concomitanza con i ridicoli raid polizieschi contro gli abusivi africani a Milano e Roma. Ridicoli perché appena poche ore dopo, la situazione è tornata come prima, magari spostata di qualche decina di metri. Altro fatto contemporaneo che appare come un altro contentino dato in pasto alle masse: la legge sulla legittima difesa. Si tratta di una legge ridicola che farà piacere solo ai rivenditori di armi da fuoco. Probabilmente con l’affaire Zuccaro si è voluto coprire il vero scopo e le tragiche responsabilità di questa mostruosa operazione di traffico di esseri umani. Le ONG finite nel mirino non lavorano per denaro ma per attuare piani massonici internazionali. Il campo di battaglia siamo noi, ognuno di noi. La pressione vaccinale, in concomitanza con tanto scempio sociale, non è un ennesimo tentativo di impoverire il corredo genetico delle genti occidentali, generando debolezza, confusione mentale, sterilità ed ignavia?

  64. In ordine;
    1°, credo che la risposta di Superza alla questione sollevata da Francesca Ancona sia corretta. L’Europa deve essere fatta a pezzi soprattutto nella sua cultura. Aggiungo la che medesima cosa, lo stesso processo di contaminazione/disgregazione), i soliti e noti soggetti, hanno cercato di fare con le altre grandi Culture storiche, e devo dire con un certo successo; sebbene non col trionfo totale ottenuto sul Cattolicesimo (che per fortuna non è tutto il Cristianesimo). Parlo del cosiddetto neo induismo e neo buddismo, per tacere della questione wahabita; ma solo accennarne porterebbe troppo fuori tema.

    2°, @Cesare, a quale film ti riferisci? La settima profezia (1988), Lost souls – la profezia (2000), oppure al recente La profezia – left behind (2014). Mi piace il cinema, ma non ricordo quella scena iniziale.
    3°, Biglino è un tipico segno dei tempi. Il suo fare schiere di seguaci, e anche solo la credibilità che è riuscito a suscitare sono segni dei tempi. Dopo Von Daniken, e poi Sitchin, abbiamo il “rivelatore”, lo “smascheratore”, de noantri. Esegesi ed ermeneutica (biblica e non solo) sono discipline complesse, ma non così tanto da non mettere chiunque non si faccia precedere da pregiudizio in condizione di capire da subito che le congetture di Biglino non sono neppure fantasiose (la fantasia, almeno, porta tracce di verità), sono false e basta. Anche in questo caso, seppure mi piacerebbe, ritengo che questa non sia la sede adatta per fornire una radicale confutazione delle congetture di Biglino. Però, accludo un link, fra tanti: http://www.gianlucamarletta.it/wordpress/2012/03/vallabiglino/
    Quanto al martirio, Etabeta, per me è circondato e gravato da un’aura di romanticismo che ne snatura la sostanza. Semplicemente, se credi davvero in qualcosa, allora è un privilegio poter dare la vita per testimoniarla. Se non credi in niente, oppure non dai la vita per quello che credi, sei tu che, da solo, ti valuti pari a zero. Strano, dovrebbe essere ovvio, perché parlarne?

  65. Ciao Aikidoka,

    nessuno di quelli. E’ un film quasi introvabile sulla rete. Mi ricordo solo che è con Carol Alt ed infatti così ho ritrovato la copertina, questa http://www.google.it/search?q=la+profezia+film+carol+alt&tbm=isch&oq=la+profezia%2C+film%2C+carol+akt&gs_l=mobile-heirloom-serp.1.0.30i10.4337.20136.0.22382.24.23.1.0.0.0.346.3455.1j20j1j1.23.0….0…1.1.34.mobile-heirloom-serp..5.19.2970.3JAIScq02rg#mhpiv=0&spf=1495227316950

    Guardatelo perché ne vale la pena…ed anche l’acquisizione di un’altra visione della realtà, così come fu per Matrix.

    Poi fatemi sapere cosa ne pensate di questa possibile “Caverna di Platone”

  66. Per ricostruire la spirale viziosa che ha caratterizzato l’economia italiana nell’ultimo ventennio, è opportuno individuare le cause che hanno generato il costante declino della domanda interna. Lo si può fare a partire dalla considerazione che, per evitare sistematici disavanzi della bilancia commerciale (e, al tempo stesso, per contenere la crescita del debito pubblico), a fronte della dipendenza dalle importazioni di materie prime (e macchinari), si è assecondata una specializzazione produttiva – il c.d Made in Italy – che non richiede rilevanti innovazioni tecnologiche (e che, dunque, non richiede rilevanti importazioni di materie prime e macchinari), e che deriva da produzioni generate per lo più da imprese di piccole dimensioni.

    La costante riduzione della domanda interna è derivata (e deriva), dunque, non solo da riduzione dei consumi e degli investimenti privati, ma soprattutto da riduzioni della spesa pubblica e continui aumenti della pressione fiscale.

    Qual è stato l’esito di queste scelte? In primo luogo, la riduzione della spesa pubblica (e l’aumento della tassazione) non è risultata una strategia efficace per ridurre il rapporto debito pubblico/Pil, che ha continuato a crescere soprattutto – se non esclusivamente – a ragione degli elevati tassi di interesse sui titoli di Stato. In secondo luogo, il declino della domanda interna ha ridotto i mercati di sbocco, contribuendo a ridurre ulteriormente le dimensioni medie aziendali

    Lo scoppio della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti si è tradotto nella c.d. crisi dei debiti sovrani nell’eurozona e, soprattutto, nella caduta della domanda globale su scala internazionale. Si sono conseguentemente ridotte le esportazioni, con ulteriore conseguente contrazione della domanda, anche per effetto delle politiche di austerità. Alla quale hanno fatto seguito l’aumento del tasso di disoccupazione…

    http://temi.repubblica.it/micromega-online/alle-origini-del-declino-economico-italiano/

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