Alle radici dell’infamante Seconda Repubblica: il biennio 1992-1993 (parte I)

Si avvicina la fine la Seconda Repubblica, che legò indissolubilmente le sue fortune a quelle dell’Unione Europea: ogni passo verso il baratro dell’una è un passo equivalente dell’altra. Sull’altare dell’integrazione europea furono sacrificati l’economica mista ed i partiti che affondavano le radici agli albori del ‘900: privatizzazioni, deindustrializzazione, neoliberismo e sistemi maggioritari sempre più spinti, sono stati i tratti salienti della Seconda Repubblica. È stata soltanto una scommessa sbagliata? Un buon proposito terminato in tragedia? No, la Seconda Repubblica nasce geneticamente tarata e porta da sempre dentro di sé un cancro: le sue fondamenta furono gettate nel biennio 1992-1993, tra terrorismo e giustizialismo, omicidi di fedeli servitori dello Stato e incarcerazioni preventive, rapine e speculazioni. Le “menti raffinatissime” vanno oltre l’omicidio di Giovanni Falcone.

1992: lo Stato salta in aria

Si avvicina, giorno dopo giorno, il collasso dell’Unione Europea, divorata da crisi economica, sfilacciamento politico, delegittimazione dell’élite e ribellione dell’elettorato: non si preannuncia una morte indolore, perché l’arroccamento dell’oligarchia, decisa a difendersi sino all’ultimo, implicherà necessariamente una dissoluzione caotica, sotto i colpi dei “populismi” sempre più forti e determinati. Di pari passo con la disgregazione dell’Unione Europea, avanza quella Seconda Repubblica: tastare il polso dell’una è come tastare il polso dell’altra, perché il disfacimento avanza parallelo. Si può dire infatti che la Seconda Repubblica sia una figlia dell’Unione Europea, appositamente concepita per “agganciare” l’Italia al processo di integrazione europeo: ne è un semplice prodotto, dal cui attento studio si poteva intuire già nei primi anni ‘90 che l’intero meccanismo era guasto, destinato ad una ignominiosa fine nel volgere di qualche decennio.

Studiare l’origine della Seconda Repubblica è ricercare le ragioni dell’attuale decadenza politica, impoverimento sociale e crisi economica: è analizzare quelle forze che hanno divorato l’Italia e portato alla consunzione l’intera Europa. L’esito tragico che stiamo vivendo in questi giorni era scontato, perché la Seconda Repubblica nasce geneticamente tarata e porta al suo interno le cause delle degenerazione attuale, allargabili a tutto il Vecchio Continente. La Seconda Repubblica nasce nell’ignominia e nel crimine, tra il delitto e la rapina, con la violenza ed il tradimento. Le sue fondamenta sono gettate nel biennio 1992-1993, tra il giustizialismo di Tangentopoli, le stragi di Capaci e di via D’Amelio, il pranzo luculliano a bordo del Britannia, speculazioni sfrenate, privatizzazioni vergognose, avvisi di garanzia ed omicidi eccellenti. Le fondamenta sono gettate sul fango e sul sangue e, a distanza di 25 anni, l’intero edificio sta per accartocciarsi su se stesso.

La caduta del comunismo ed il collasso dell’URSS nel dicembre del 1991, convincono l’oligarchia atlantica di aver conquistato l’egemonia globale: respinta la Russia verso est e gettata nel caos la sua economia, si diffonde che l’idea che la storia sia finita (“La fine della storia e l’ultimo uomo” pubblicato da Francis Fukuyama nel 1992), perché non ci può essere storia senza dialettica tra opposti. L’élite finanziaria crede di aver chiuso la partita con l’eliminazione del suo ultimo avversario ed è convinta di poter plasmare indisturbata il mondo, a sua immagine e somiglianza: è l’inizio del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale entrato nella fase terminale nel 2016 con la Brexit, l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ed il riemergere della Russia come concorrente geopolitico in Eurasia. Nei primi anni ‘90, pochi però pronosticano questo esito: l’élite atlantica progetta di ridisegnare gli assetti economici e politici planetari, in un delirio di onnipotenza. Emblematico è, a questo proposito, il discorso The European Community and the New World Order” pronunciato da Jacques Delors, celebre “padre dell’Europa”, il 7 settembre 1992 alla Chatham House di Londra, ritrovo prediletto dell’oligarchia anglofona1:

“Can the European Community, the product of a very different context, born of hostility and incomprehension, provide a blueprint for the creation of this new world order? (…) Is it possible to draw conclusions from the Community experiment, the laboratory I talked about earlier, that will help us to build a new world order? My answer is “Yes, but”. (…) The conclusion, Your Excellencies, Ladies and Gentlemen, is that the Community’s contribution to a new world order is, like the Community itself, something original: a method which will serve as a reference, a body whose presence will be felt.”

L’Unione Europea come “esperimento”, un primo passo verso quel governo mondiale che l’élite atlantica insegue da secoli, un laboratorio per sperimentare fino a che punto si possono svuotare le Nazioni a beneficio di organismi sovranazionali. Sono così poderose le forze in campo, è così ambizioso il progetto, così determinati i circoli dell’alta finanza a portarlo a compimento, che per l’Italia non c’è scampo. La firma del Trattato di Maastricht, con cui sono gettate le basi dell’euro e della nascente Unione Europea, il 7 febbraio 1992 equivale alla morte della Prima Repubblica e di tutto ciò che ha significato: l’economia mista, la ricerca della piena occupazione, “l’ossessione per la crescita” rinfacciata da Beniamino Andretta, una politica estera mai supina agli angloamericani. Il futuro sono le privatizzazioni, l’austerità, i vincoli di bilancio sempre più stringenti, la deindustrializzazione e le politiche lato offerta: è un futuro grigio, tant’è vero che ci si prepara a governare appoggiandosi a fette sempre più sottili dell’elettorato. Dal proporzionale del Prima Repubblica si arriva nel 2016 all’Italicum (poi abortito) che regala la maggioranza del Parlamento ad un partito che raccoglie appena un quarto dei votanti.

In questo nuovo contesto, la DC ed il PSI, i vincitori morali della Guerra Fredda, diventano d’intralcio, perché decisi a difendere gli interessi dell’Italia e, soprattutto, forti abbastanza, dal punto di vista politico ed organizzativo, per riuscirci: meglio puntare sul PCI, riverniciato nel 1991 come Partito Democratico della Sinistra, non solo perché la sua ala destra è in stretto contatto con gli angloamericani sin dagli anni ‘70 (il 19 aprile 1978 Giorgio Napolitano compì la storica visita negli Stati Uniti), ma soprattutto perché facilmente ricattabile. La CIA e l’MI6 si adoperano infatti da subito per comprare a prezzi di saldo gli archivi sovietici che documentano gli affari più e meno puliti tra Mosca ed i partiti comunisti europei: famoso è l’archivio Mitrokhin, di cui i servizi segreti inglesi entrano in possesso nel 1992.

Deve quindi essere eliminato il segretario del Partito Socialista, Bettino Craxi, ma ancor di più deve essere neutralizzato Giulio Andreotti, che è tra i candidati favoriti per il Quirinale ed ha commesso nell’ottobre 1990 lo sgarro di rivelare l’esistenza dell’organizzazione Gladio: occupare la presidenza della Repubblica è fondamentale per dirigere gli eventi secondo il copione stabilito. Come fare?

Tangentopoli e stragi “mafiose”: entrambe dirette dai servizi atlantici che si avvalgano di manodopera locale, nella fattispecie il pool di Milano e quegli spezzoni dei servizi segreti italiani che rispondono direttamente a Washington e Londra.

Il 17 febbraio, Mario Chiesa, “ il presidente socialista del più grande istituto assistenziale per anziani di Milano, il Pio Albergo Trivulzio”2, è arrestato dai carabinieri con l’accusa di concussione: inizia così ufficialmente l’inchiesta di Tangentopoli, destinata a spazzare via l’intero Pentapartito (DC, PSI, PDSI, PRI, PLI), risparmiando soltanto il PDS. Grazie all’intervista rilasciata dall’ex-ambasciatore americano Reginald Bartholomew a La Stampa nell’agosto 20123, sappiamo oggi che tra il pool di Mani Pulite ed il consolo americano di Milano esiste un legame diretto: è il console statunitense Peter Semler che, nel novembre 1991, quattro mesi prima dell’arresto di Mario Chiesa, “incontra” 4 Antonio Di Pietro nei suoi uffici. Ed il futuro simbolo di Mani Pulite, una figura destinata a diventare così popolare da accarezzare l’ingresso in politica, non è un personaggio qualsiasi: impiegato civile dell’Aeronautica Militare, incontrato dal faccendiere Francesco Pazienza alle isole Seychelles nella veste di agente CIA5, Di Pietro bazzica da tempo i servizi segreti italiani ed è orma certo che abbia anche fatto parte della scorta del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, durante il suo ultimo e tragico incarico come prefetto di Palermo, quando la sua protezione passò dai carabinieri al corpo di polizia6.

Un primo potente colpo è quindi sferrato a Bettino Craxi con le inchieste su appalti e finaziamenti illeciti, ma il “piano destabilizzante” in atto in quel cruciale 1992, un piano di cui il Viminale è al corrente tanto da mettere in allarme le prefetture7, sta per compiere un salto di qualità, prendendo questa volta di mira Giulio Andreotti: il 17 marzo 1992, è ucciso in un agguato a Palermo l’eurodeputato Salvo Lima, diretto ad un convegno cui presenzierà lo stesso Andreotti. Lima, grande notabile della DC, è il principale esponente siciliano della corrente andreottina, “l’alter ego” di Giulio Andreotti in Sicilia. L’assassinio di Salvo Lima è il prototipo degli attentati che insanguineranno l’Italia nel biennio 1992-1993: un’operazione congiunta tra Cosa Nostra e la misteriosa Falange Armata8, dietro cui, come vedremo meglio in seguito, si nascondo i “servizi segreti deviati”, quelli che sono una semplice filiazione della CIA e dell’MI6. L’assassinio di Salvo Lima non solo infanga Andreotti con le insinuazioni di una sua vicinanza alla mafia, ma invia anche un chiaro messaggio al Parlamento in vista di imminenti e decisive scadenze.

Si è infatti in piena campagna elettorale per il rinnovo delle Camere che, appena insediate, saranno  chiamate ad eleggere il nuovo Capo dello Stato. In concomitanza, come per altro durante tutto il fatidico 1992, l’Italia è aggredita dalla speculazione finanziaria, dietro cui si cela la stessa regia delle stragi “mafiose”: nel mese di marzo la lira perde significativamente terreno contro il marco ed il rendimento dei titoli di Stato si impenna, finché il 5 e 6 aprile gli italiani non si recano alle urne. DC al 30%, PDS al 16%, PSI al 14%. In carica rimane però il vecchio governo Andreotti VII, in attesa che il Parlamento scelga un nome per il Quirinale. Il 13 maggio, Camera e Senato riuniti, iniziano le votazioni decisive per le sorti della Prima Repubblica.

Rientrano in campo i servizi segreti, con un nuovo omicidio da subito considerato come un secondo messaggio dopo l’assassinio di Salvo Lima9: il 23 maggio 1992 si consuma sulla A29 la strage di Capaci, dove trovano la morte il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti di scorta. Rivendicato anch’esso sia da Cosa Nostra che dalla misteriosa Falange Armata, l’attentato di Capaci presenta un’interessante peculiarità: a confezionare l’ordino, poi formalmente azionato da Giovanni Brusca col famoso “telecomando”, è Pietro Rampulla, ex ordinovista originario di Mistretta, legato alla destra eversiva. Siamo in sostanza sul terreno dell’estremismo di destra e dei servizi segreti, lo stesso humus sui cui germogliò la strage di Piazza Fontana nel lontano 1969.

Con l’omicidio di Giovanni Falcone si persegue quasi certamente un duplice obiettivo: da un lato influenzare il Parlamento che sta eleggendo il nuovo capo dello Stato, dall’altro interrompere l’attività del magistrato che, dopo il maxiprocesso conclusosi nel gennaio del 1992, ha ormai constato l’esistenza di un legame tra mafia, servizi “deviati” nostrani e servizi atlantici. Scrive la Repubblica in un articolo del 28 maggio 198910:

“Il presidente americano George Bush aveva chiesto di incontrarsi con il giudice palermitano Giovanni Falcone, durante la sua visita in Italia. Evidentemente la notorietà del magistrato italiano, impegnato da alcuni anni nelle inchieste contro la mafia, ha varcato anche i cancelli della Casa Bianca. La richiesta di Bush é stata esaudita. (…) Sull’incontro con Bush non sono filtrate indiscrezioni.”

In che veste Bush senior incontra il magistrato Falcone: in quella di Presidente degli Stati Uniti o di ex-direttore della CIA? Nel colloquio i due quasi certamente non si intendono, considerato che a distanza di un mese, il 21 giugno 1989, i telegiornali informano del fallito attentato dell’Addura: cinquantotto candelotti di tritolo piazzati tra gli scogli, nei pressi della villa estiva affittata dal magistrato. È l’attentato che indurrà Falcone a parlare di “menti raffinatissime”, accennando ad un possibile impiego della mafia da parte di altri soggetti, con obiettivi diversi da quelli di Cosa Nostra: “esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi”. Sono queste “menti raffinatissime” che, nascondendosi dietro la mafia, prima uccidono Lima, poi lo stesso Falcone e proseguiranno le stragi fino al 1993. A muoverli con è certo il 41bis ed il carcere duro per i mafiosi, ma la volontà di dettare legge in Italia, imponendo la propria agenda politica ed economica.

L’autostrada A29 è ancora ingombra di detriti quando, il 25 maggio 1992, a due giorni dall’attentato, il Parlamento elegge al 16esimo scrutinio il nuovo Presidente della Repubblica: è Oscar Luigi Scalfaro, l’ex-Ministro degli Interni sotto cui nel 1985 si è consumata la strage di Fiumicino commissionata dai servizi atlantici. L’elezione di Scalfaro gioca un ruolo decisivo: è lui che, insinuandosi nella fratture tra i partiti, tenuti sotto schiaffo dalle inchieste giudiziarie in corso, chiude le porte di Palazzo Chigi a Bettino Craxi per aprirle a Giuliano Amato. Il 28 giugno 1992, giura così il governo Amato I, passato alla storia per il prelievo sui conti correnti, il dissanguamento di Bankitalia, la finanziaria “lacrime e sangue” e l’avvio della stagione delle privatizzazioni sotto lo sguardo attento delle maggiori banche d’affari angloamericane.

Le “menti raffinatissime” osservano soddisfatte l’evoluzione della situazione italiana. Sono così sicure di sé da peccare di arroganza, osando gesti un tempo impensabili: nel tempo che intercorre tra la nomina di Scalfaro e l’incarico ad Amato, il 2 giugno 1992, attracca al porto di Civitavecchia il panfilo Britannia, di proprietà della corona d’Inghilterra. Scrive la Repubblica, nel lungo articolo “Quella reggia sul mare romantica e spartana”11:

“La regina non c’ è: ha lasciato la sua nave a Palermo ed è ripartita per Londra in aereo, ma si è detta ben lieta di ospitare a bordo del suo panfilo reale, la sua dimora sull’acqua, un centinaio di invitati eccellenti di nazionalità italiana, manager di stato, economisti, banchieri, vertici del Tesoro venuti a seguire un austero seminario sottocoperta sul tema delle privatizzazioni. Privatizzazioni? Vi spieghiamo come si fa, si sono offerti soccorrevoli e certamente interessati a concludere eventuali accordi gli esperti inglesi, come i presidenti di due fra le più antiche banche d’ affari del mondo, la Baring e la Warburg, che era la banca di Bismark. “E’ delizioso questo utilizzo dei simboli della regalità per azioni promozionali”, sorride fumando il sigaro Beniamino Andreatta”.

Ad accompagnare Andreatta, alla cui si scuola si sono formati illustri personaggi come Mario Monti e Romano Prodi, figurano tra gli altri: Giovanni Bazoli, presidente del Banco Ambroveneto, il presidente dell’ Eni Gabriele Cagliari, l’ex-comunista ed economista Luigi Spaventa ed il direttore generale del Tesoro, Mario Draghi che, però, “si limita a introdurre i lavori del seminario con una relazione sulle intenzioni del governo italiano e scende a terra prima che la nave salpi per l’Argentario”12. Sono nomi da tenere a mente, perché rivestiranno un ruolo di primo piano nella dilapidazione della ricchezza nazionale nel biennio 1992-1993, tra speculazione e privatizzazioni. Sia chiaro: pochi esponenti del vecchio Pentapartito sono felici di abbondare l’Italia all’assalto di bucanieri dell’alta finanza, ed è perciò necessario ricordare a Roma che il Paese è tenuto sotto scacco. Come? Con stragi “mafiose”, sempre più aggressive e spettacolari.

Tra giugno e luglio, la speculazione finanziaria, l’arma invisibile brandita dalle “menti raffinatissime”, si accanisce contro la lira ed i titoli di Stato. Il pretesto per l’assalto borsistico lo fornisce la piccola Danimarca, che il 2 giugno 1992 ha bocciato con un referendum la ratifica del Trattato di Maastricht: la lira affonda fino a raschiare i limiti concessi dal Sistema Monetario Europeo, mentre il rendimento dei titoli di Stato schizza alle stelle. La famigerata Goldman Sachs preconizza che la lira presto sarà svalutata13: non si sbaglia, ma prima di quella mossa, le riserve di Bankitalia ed i risparmi degli italiani saranno scientificamente saccheggiati. Tra il 9 ed il 10 luglio 1992, il governo Amato vara il celebre prelievo del 6 per mille sui conti correnti, per poi annunciare una manovra di austerità da 30.000 mld di lire: “siamo in una situazione drammatica, sull’orlo di una grave crisi finanziaria” dichiara il ministro del Bilancio Franco Reviglio, promettendo però che il governo risanerà i conti senza misure inflazionistiche14. Come? L’11 luglio ENI, ENEL, IRI, INA sono trasformate in Spa e lo Stato si dice pronto a scendere sotto il 51% dell’azionariato: “è una rivoluzione copernicana”, commenta gaudente Reviglio al Financial Times ed al Wall Street Journal15.

Bisogna però tenere il Paese sotto pressione: speculazione e bombe, cadaveri eccellenti e tonnare a Piazza Affari. Il 19 luglio 1992, in via d’Amelio, è fatta detonare una Fiat 126 carica di 90 chilogrammi di Semtex: muore il magistrato antimafia Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta. Come nel caso di Falcone, l’obiettivo è duplice: bloccare le inchieste di Palermo ad un livello prettamente siciliano, così da impedire che emerga il ruolo dei servizi segreti angloamericani ed italiani nei crimini di mafia16, e ribadire che il Paese è tenuto sotto scacco. Responsabile dell’omicidio di Borsellino non è la mafia, infatti, ma alcuni spezzoni dei nostri servizi: a dichiararlo è lo stesso Totò Riina nel 2009, come riporta la Repubblica nell’articolo “Riina sul delitto Borsellino: l’hanno ammazzato loro”. Intervistato dal quotidiano, il legale del boss Riina, capo di quei corleonesi cui sono imputate tutte le stragi del 1992-1993, afferma17:

“Le ha mai detto qualcosa, il suo cliente, sui servizi segreti?

“Spesso, molto spesso mi ha parlato della vicenda di quelli che stavano al castello Utvegio, su a Montepellegrino. Leggendo e rileggendo le carte processuali mi ha trasmesso le sue perplessità, mi ha detto che non ha mai capito perché, dopo l’esplosione dell’autobomba che ha ucciso il procuratore Borsellino, sia sparito tutto il traffico telefonico in entrata e in uscita da Castel Utvegio.”

Castel Utvegio, su a Montepellegrino? È un messaggio decifrato, incomprensibile ai più: è però sufficiente attendere un paio di anni perché sempre su la Repubblica si possa leggere la traduzione del “pizzino”. Si legge nell’articolo “Un uomo del Sisde al Castello Utveggio nel 1992”18 del novembre 2011:

“Dopo anni di ipotesi e sospetti, i pm di Caltanissetta che indagano sulla strage di via D’Amelio hanno messo un punto fermo sulla vecchia gestione del Cerisdi, la scuola per manager che sorge su Monte Pellegrino: di sicuro, nel 1992, c’ era un agente dei servizi segreti che lavorava stabilmente alla scuola per manager”.

Sono le “menti raffinatissime” a dirigere le danze, impiegando i nostri servizi segreti per compiere omicidi e stragi secondo la loro agenda: i mafiosi premono solo il bottone oppure, i presunti responsabili materiali della morte di Falcone e Borsellino, i boss Giovanni Brusca e Giuseppe Graviano, credono di premere il bottone. Ad attivare materialmente gli ordigni, potrebbero addirittura essere personaggi rimasti tuttora nell’ombra, membri del SISMI o del SISDE.

Dopo l’assassinio di Borsellino, il governo Amato sceglie però di reagire, eseguendo quasi certamente gli ordini ricevuti: scatta l’Operazione Vespri Siciliani che, entro il mese di agosto, dispiega sull’isola circa 8.000 militari. Totò Riina sarà arrestato entro pochi mesi, perché ormai la mafia e la Sicilia sono state spremute a sufficienza: le stragi riprenderanno nel 1993, ma sul “continente” ed il mandante formale delle bombe, riconducibili alla classica strategia della tensione, sarà un altro boss tutt’ora latitante, Matteo Messina Denaro.

Bombe, inchieste e scandali: l’Italia del 1992 è un Paese in fiamme e sulle braci soffia con zelo la Lega Nord di Umberto Bossi, il cui ruolo nell’intera vicenda merita un articolo ad hoc. Il terreno è stato sapientemente preparato ed i bucanieri della City e di Wall Street sono pronti a passare all’incasso: nell’ultima settimana di agosto, la lira si avvita, sfiorando le 765 lire per marco, il limite massimo concesso dallo SME. I volumi estivi dei mercati finanziari, molto sottili, facilitano le operazioni speculative gestite da pochi, grandi, operatori: è lo stesso schema che sarà applicato nell’estate 2011, quando il differenziale tra Btp e Bund lievita nel corso dell’estate, preparando il terreno per la defenestrazione di Silvio Berlusconi e l’avvento di Mario Monti, “allievo” del sullodato Andreatta.

Di fronte alla speculazione, la Bankitalia di Carlo Azeglio Ciampi, anziché prendere atto che non è possibile difendere il cambio, si ostina a comprare lire e vendere la valuta straniera che conserva nei forzieri: in nove mesi Palazzo Koch dilapida circa 30.000 mld di lire19, l’equivalente della manovra lacrime e sangue di Amato, prima che il presidente del Consiglio annunci il 13 settembre 1992, l’uscita della lira dallo SME, con una svalutazione del 7%. La “profezia” di Goldman Sachs si dimostra corretta. Le perdite subite da Bankitalia sono però guadagni di identico importo per gli speculatori: la banda di Andretta, Bazoli e Draghi in Italia, ma soprattutto i grandi corsari della finanza anglofona, tra cui sta emergendo un nome, quello di George Soros. “Vita da trader, tanti miliardi ma niente complotti”20 scrive la Repubblica, raccontando le gesta di Soros, “passato alla storia della finanza per una colossale speculazione da 10 miliardi di marchi (molto più di un intervento medio di una banca centrale) condotta all’ ndomani della caduta del Muro di Berlino”. È impossibile fare tanti soldi, senza lavorare sodo? No: “i complotti” esistono e si chiamino Tangentopoli e stragi di mafia.

L’Italia è ora fuori dallo SME, ma i ferventi europeisti al governo ripetono ossessivamente che “l’Europa” è un’occasione imperdibile, un’opportunità che capita una sola volta nella vita: il governo Amato mette nell’autunno del 1992 la fiducia su una manovra “lacrime e sangue”, una finanziaria da 93mila miliardi, quasi pari al 6% del PIL, la più imponente correzione dei conti mai realizzata: i risparmi degli italiani sono sacrificati sull’altare di Bruxelles, sotto lo sguardo soddisfatto della speculazione che ha comprato Btp e lire ai minimi e aspetta ora di incassare laute plusvalenze, con Btp e lira in risalita. Per “le menti raffinatissime”, il 1992 si preannuncia come uno degli anni più proficui degli ultimi tempi.

Chi ha perfettamente intuito già nel 1992 cosa sta avvenendo e ne discuterà apertamente nei suoi scritti ed interviste fino alla morte avvenuta nel 2000, è il segretario del PSI, Bettino Craxi. Nell’articolo di la Repubblica, un quotidiano che cavalca Tangentopoli con la stessa foga con cui nel 2016 cavalcherà l’omicidio Regeni, intitolato “Vogliono far fuori i partiti: Craxi vede nemici dappertutto”21, l’ex-premier descrive con parole nitide e precise quando sta avvenendo. Craxi ha perfettamente intuito il grande disegno del 1992:

C’è una mano invisibile che governa il nostro mondo… e in Italia è in atto una nuova strategia degli opposti estremismi, in cui spinte chiaramente di destra e di sinistra concorrono in modo ancora fortunatamente confuso a un disegno che porta a una svolta dai caratteri per ora non definiti… Non c’è una mano unica dietro questo disegno, ma più centri di potere economico, finanziario ed editoriale, una cupola che vorrebbe avere mano libera, sgombrando il campo dai partiti per trasformare l’ Italia a proprio uso e consumo, in una democrazia elitaria.”

Il segretario del PSI racconta, nel settembre di quel tragico anno, l’edificazione di quel Nuovo Ordine Mondiale di cui noi oggi gustiamo i frutti avvelenati: è l’egemonia dell’oligarchia atlantica sull’Europa e sull’Italia, la dittatura dell’1%, la supremazia della finanza, la deindustrializzazione, l’impoverimento generalizzato, la strategia della tensione permanente e l’immigrazione di massa. Troppo lucido, Craxi. Troppo acuto. Meglio metterlo a tacere definitivamente: il 15 dicembre 1992, il segretario del PSI riceve un avviso di garanzia. Diciotto cartelle con cui la procura di Milano accusa Craxi di ricettazione, corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti politici.

Si conclude così il 1992: l’Italia è in piena recessione, l’industria di Stato in fase di smantellamento, le vergognose privatizzazioni avviate, il Pentapartito agonizzante, lo stragismo di servizi segreti più rampante che mai, il “mafioso” Andreotti estromesso dal Quirinale ed il “tangentaro” Craxi alle corde.

È finita qui? No, perché la genesi della Seconda Repubblica è appena iniziata e le “menti raffinatissime” hanno in serbo per l’Italia un 1993 altrettanto “esplosivo”…

Prosegue nell’articolo successivo.

 

1http://europa.eu/rapid/press-release_SPEECH-92-81_en.htm

2http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/18/arrestato-per-concussione-il-presidente-del.html?ref=search

3https://www.lastampa.it/2012/08/29/italia/cronache/cosi-intervenni-per-spezzare-il-legame-tra-usa-e-mani-pulite-tTSX3uC51vAtqfACDDKGUI/pagina.html

4https://www.lastampa.it/2012/08/30/italia/cronache/di-pietro-mi-preannuncio-l-inchiesta-su-craxi-e-la-dc-DOydQU77k6yZcRwHkpJc9I/pagina.html

5Il Disubbidiente, Francesco Pazienza, Longanesi, 1999, pag. 441

6http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1617080&codiciTestate=1

7http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/03/19/un-piano-per-destabilizzare-italia.html?ref=search

8http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/24/mafia-lettera-di-falange-armata-a-riina-chiudi-quella-maledetta-bocca/892181/

9http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/05/24/ultimo-ballo-sul-titanic.html?ref=search

10http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/05/28/europa-unita-contro-narcodollari.html

11http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/06/03/quella-reggia-sul-mare-romantica-spartana.html?ref=search

12http://www.corriere.it/romano/09-06-16/01.spm

13http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/04/battaglia-sulla-lira-ciampi-frena-assalto.html?ref=search

14http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/12/industria-pubblica-chiude-battenti.html?ref=search

15http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/15/reviglio-eni-iri-spa-si-puo.html?ref=search

16http://www.pierolaporta.it/dalla-chiesa-torre/

17http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-8/bolzoni-viviano/bolzoni-viviano.html

18http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/11/01/un-uomo-del-sisde-al-castello-utveggio.html

19http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/09/15/riserve-valutarie-la-grande-emorragia.html?ref=search

20http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/09/25/vita-da-trader-tanti-miliardi-ma-niente.html?ref=search

21http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/09/18/vogliono-far-fuori-partiti-craxi-vede.html?ref=search

102 Risposte a “Alle radici dell’infamante Seconda Repubblica: il biennio 1992-1993 (parte I)”

  1. Beh, che dire. Un altro bello squarcio.

    Tuttavia, specie trattandosi anche della querelle Andreotti/Gladio, ci si potrebbe chiedere dov’era in tutto questo il Vaticano.

    Quanto, l’Italia che tenta una politica “indipendente”, è realmente tale e quanto, invece, fa solo orbita intorno alla Chiesa che attraverso la Dc (e non solo) controlla gran parte del “consenso” e delle istituzioni nel Paese?

    1. I poteri forti italiani sono la mafia ed il Vaticano. I poteri forti finanziari sono quelli anglo-americani. Per gestire il coordinamento fra questi poteri fu creata la P2. Tutti coloro che avevano una certa rilevanza in termini di potere dovevano appartenervi, se no non avrebbero fatto strada. Questa e’ la sostanza della prima repubblica, l’antefatto da cui parte questo articolo.

      1. Al massimo quella è la deviazione della “sostanza” della prima Repubblica. La “sostanza” era la Costituzione. Era Moro.

        Quanto a mettere sullo stesso piano mafia e Vaticano, mi pare che sfuggano un po’ i fondamentali.

        La mafia è manovalanza. Il Vaticano è una potenza geopolitica intercontinentale, se non globale.

        Proprio da questo nasce la domanda a Federico.

        1. Si, Mario, io mi riferivo al controllo territoriale dell’Italia, spartito in zone di influenza. Anche la mafia comunque e’ una potenza geopolitica, sia pure non ai livelli del Vaticano ma per molti versi piu’ potente. Ad essere manovalanza poi e’ la mafia dei picciotti, ma non quella dei colletti bianchi affratellata alle logge massoniche. Anche a me interessa il parere di Federico.

        2. Assolutamente d’accordo con Andrea. Lo loggia massonica P2 fu creata proprio con quell’intento.

          Vorrei segnalare, a tal proposito, ed invitare tutti a studiare il colpo di stato, ordito da Licio Gelli ed altri, che (di fatto) avvenne in Italia, nell’anno 1971, altresì chiamato ” il “Golpe Borghese”.

          In intenet trovate moltissimo materiale, ma invito tutti voi ed in particolare Federico Dezzani a leggere lo studio e la ricostruzione storica, condotta dalla bravissimo avvocato Solange Manfredi a questo link : http://paolofranceschetti.blogspot.com.es/2008/02/il-golpe-borghese-quando-il-giuramento.html

          P.s. Dietro la storia d’Italia ci sono sempre stati “loro”, in un modo o nell’altro !

        3. Fra l’altro, a proposito del “Golpe Borghese” del 1970/71 si legge:” Alcuni dei congiurati si sono già introdotti al Ministero degli Interni, quando, poco dopo mezzanotte, arriva il contr’ordine. Il colpo di Stato è rinviato, l’ordine è di rientrare “.

          P.s. Perchè fu dato l’ordine di rientrare, quando ormai era “cosa fatta” ? Forse qualcuno “scese a patti” ? Oggi sappiamo che fu cosa molto probabile “

  2. Carissimo Federico,
    grazie questo eccelente e articolato ritratto del tradimento dei pochi…e pensare che quasi tutte le persone che conoscevo in quegli anni si dicevano sollevate verso il sol di un’avvenire radioso, latte e miele e tanta bella Europa e giustizia e libertà mentre venivamo (irreversibilmente?) gabbati con una lucidità impressionante.
    Le bandiere in Piazza Maggiore a Bologna che pochi anni dopo fremevano allucinate la sera delle elezioni nell’attesa di Prodi mi sembrarono oscene e irreali; fortunatamente al cinema Lumière proiettarono Brian di Nazareth dei Monty Python, dando temporaneo asilo a uno sparuto gruppo di esuli…
    Cari saluti a tutti
    EmmE
    PS: ti segnalo un errore di battitura, manca un ‘non’ :
    “(…)Di fronte alla speculazione, la Bankitalia di Carlo Azeglio Ciampi, anziché prendere atto che NON è possibile difendere il cambio(..)”

  3. Eccellente Dezzani, come al solito. La memoria storica è fondamentale per comprendere il presente e preservarci da errori futuri.

    Una cosa mi sento di aggiungere, agli eventi che caratterizzarono quel triste biennio 1992/93 e fu l’attentato agli Uffizi di Firenze. La strage di via dei Gergofili provocò la morte di cinque persone. Era il 24 maggio del 1993.

    Negli anni successivi lo si liquidò come una risposta della mafia alla “lotta dello stato nei loro confronti”.

    Oggi sappiamo che dietro c’era molto di più.

  4. Tacito e magno.
    Nella nuova Roma un beone ingegnere dei nostri.
    E in quella vecchia loro, ovvero noi.
    Non c’era più a Roma il Pio XII che corse a San Lorenzo per mettere fine ai bombardamenti. È così, ad Aosta, fu la Messa per l’Italia. E questo è tutto. Così pensò di vincere il finto cardinale della finta Chiesa reclutato in Baviera che fin da giovane scrisse i testi del Concilio programmato per distruggerla, la Chiesa. Non sapendo, poiché non più credente, che Roma rifioriva più grande e più bella che mai nella Mosca di cui io e Volodia avevamo programmato la cancellazione sistematica della fede. E come si chiama l’invitto guerriero che ci ha scacciato da Aleppo?

  5. Mi viene da piangere quando leggo questa storia, e rabbia, ero troppo giovane per capire cosa stava succedendo. Internet non esisteva e ci si accontentava di ciò che dicevano i giornali. Accettavamo tutto e non sapevamo che stavano ammazzando l’Italia e noi, popolo. Eravamo felici, all’epoca, e chi se lo immaginava…Grande amarezza

    Eccellente articolo, come sempre, caro Federico

    1. Cara Francesca la vita si svolge su vari piani di consapevolezza,l’importante che la storia ci insegni che non dobbiamo dare nulla per scontato,e che crescere vuol dire avere il coraggio di mettersi continuamente in gioco per poter crescere come veri uomini liberi.

    2. Eh. Io non volli credere agli amici socialisti che mi mettevano in guardia da facili entusiasmi, ero troppo giovane e obnubilata sia dall’ambiente fermamente democristiano in cui vivevo (Veneto) sia dai casini orrendi che combinavo i politichetti socialisti di bassa lega presenti sul territorio (cioè, obiettivamente a Milano negli anni ’80 non muovevi foglia se non con il permesso del socialista di turno, una cappa soffocante).
      Sono anni che sono arrivata alle conclusioni che Dezzani bene sintetizza, e sono anni che sono NERA: volgarmente presa per il culo dai Campioni Morali della fu sinistra italiana – che adesso si è suicidata in massa. Ma manco una prece…

  6. Visto con gli occhi di oggi, è tutto così chiaro che non si può provare che rabbia per il modo in cui il nostro paese è stato tradito e svenduto agli speculatori e agli interessi stranieri. E la spoliazione continua imperterrita, fatta dagli stessi personaggi! Per questo l’opera di controinformazione che conduci è così importante.
    Ma allora, a me ragazzo ventenne molto ingenuo e un po’ pirla, sembrava davvero che stesse avvenendo la catarsi della corrotta e disonesta repubblica italiana. Credevamo veramente che le privatizzazioni avrebbero portato efficienza, gli arresti rinnovamento e l’Europa buongoverno. E come potevamo pensare altrimenti, se tutti gli organi di informazione, ossia giornali e tv, non facevano che propagandare tutto ciò?
    Posso solo sperare che l’internet, questo strumento prodigioso di informazione e democrazia ci venga lasciato il più a lungo possibile.

  7. Bell’articolo! Tuttavia avrei alcune riflessioni:
    -la fattura delle stragi del 92 è molto piu’ complessa di quella degli attentati del 93, segno che l’origine stessa di quegli attentati è diversa. In entrambi la mafia fa da copertura mediatica (come oggi il terrorismo islamico) mentre per entrambe l’origine è da ricercare nel mondo variegato dei servizi italiani e stranieri e degli eserciti di Gladio che operavano sul nostro territorio. Alcune bande armate che ufficialmente facevano parte di Gladio, rispondevano anche al comando dei vecchi partiti e politici che non si arrndevano al destino designato per loro. In sintesi in Italia ci fu una vera e propria guerra civile come ammise lo stesso ambasciatore USA Bartolomew in una famosa intervista
    -Ci furono diverse concause che motivarono la strage di Capaci: secondo me il motivo principale non è quello che riporti (cioè impedire l’elezione a Predidente della Repubblica di Andreotti). Quello fu un effetto collaterale. Non si poteva stabilire esattamente la data in cui Falcone avrebbe fatto rientro a Palermo dato che negli ultimi periodi lavorava a Roma presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Sarebbe bastato che lui rimandasse la visita che periodicamente faceva alla madre perchè la strage in quel giorno non ci fosse. Questo avrebbe probabilmente portato alla elezioni di Andreotti a Presidente.
    Il motivo principale va ricercato nelle sue attività investigative che gli erano state affidate relative al transito dei rubli sovietivi attraverso i canali consolidati del PCI dopo il crollo dell’URSS.

    1. Stefano, la storia dei finanziamenti sovietici al PCI era gia’ trapelata all’epoca, e Cossutta era l’elemento nella bufera. Piu’ probabile che la vera ragione fosse, come ha scritto anche Dezzani, che Falcone e Borsellino erano arrivati troppo in alto ad indagare. Col colpo grosso di Falcone, il pentimento di Buscetta, si erano scoperte troppe cose ed alcune di queste forse stavano per divenire pubbliche, creando situazioni difficili da governare. Basta pensare alla riapertura dell’inchiesta sull’omicidio Mattei, causate dalle dichiarazioni di Buscetta nei confronti del boss Giuseppe Di Messina. Stragi di mafia organizzate per proteggere il PCI/PDS ? Difficile da pensare, visto che la collusione del PDS con gli anglo-americani cominciava allora, e che la mafia aveva sempre combattuto (causa ordini superiori) l’influenza del PCI in Sicilia, sin dai tempi di Portella della Ginestra

      1. Andrea per le fonti di finanziamento del PCI ,ti consiglio
        La caverna dei sette ladri , Gianfranco Piazzesi ,Baldini e castoldi
        La storia dell’urto del tesoro di stato yugoslavo messa in atto da Gelli e Roatta
        Gelli tra fine 44 inizio45 va aroma scortato da tre partigiani. Comunisti di Pistoia
        Per incontrarvi Togliatti , poi fu assolto dalla commissione per l’epurazione dei
        Criminali fasciti presidente sforza vice il padre di Enrico Berlinguer
        Dal quel tesoro restituito a Tito mancavano 20 tonnellate di oro
        Ilmlibro ha avuto una sola edizione sparita in fretta dagli scaffali e mai più ristampata
        Se Federico vuole ,potrei fornire gustosi stralci.
        Dato che sei un bibliofilo prova a vedere se la trovi
        Ciao

        1. Ahahahaha! I rubli?
          Quindi sarebbe il KGB il responsabile, come dicono Bisignani e Guzzanti? Ma se la Russia del 1992 era una nave alla deriva! Non diciamo sciocchezze!

          E poi Rampulla sarebbe stato un ordinovista al soldo di Mosca?!?!

  8. Prima di questo articolo pensavo che le stragi di mafia del 1992-1993 fossero dovute allo sfaldamento della collaborazione stato-mafia-CIA e ad una reazione della mafia al fatto che lo stato italiano non stesse piu’ ai patti. Peccavo come sempre di indulgenza nei confronti del sistema ed ignoravo come al solito il vero ruolo dei dominatori.
    ——
    Un particolare. Non e’ la prima volta che nei samizdat di Dezzani si cita il libro “Il disubbidiente” di Francesco Pazienza. Questo libro, pubblicato nel 1999, risulta essere praticamente introvabile. La Longanesi, casa editrice, non lo ha piu’. In edizione digitale non esiste. Nessun negozio online lo ha disponibile. Non sarebbe nulla di strano per un libro di 18 anni fa, ma quello che mi fa drizzare le orecchie e’ il fatto che le poche copie usate che si trovano in giro si vendono a non meno di 100 euro ognuna e chi le vende ne vanta l’introvabilita’. Questo e’ il classico scenario di un libro che esce, si affaccia alle vendite ed immediatamente viene ritirato dal mercato. Allora mi viene da chiedere: e’ successo davvero questo? Quali cose “scomode” ci sono scritte in questo libro? In rete se ne trova uno stralcio in pdf di 124 pagine (il libro ne ha 626). Mi piacerebbe confrontare lo stralcio che si trova in rete con il libro originale, e vedere se corrispondono. Sono convinto che eventuali differenze sarebbero MOLTO interessanti. Qualcuno ne possiede una copia cartacea?

        1. sì, certo, + che letto ‘studiato’; no, lo presi in biblioteca… non ho + spazio x i libri purtroppo…

    1. Soros aveva fatto cancellare da tutta la Rete una sua scomoda intervista in cui affermava, più o meno, che il periodo nazista è stato il più felice della sua vita. Il video non esisteva più da nessuna parte.

      Un volenteroso studente USA, però, l’ha ritrovato qualche mese fa sepolto nei server della sua università (almeno così dice la leggenda), e ora il video puoi vederlo ovunque.

      Per dire che, nell’epoca del web, è insensato pagare 100 euro per leggere un libro “introvabile”: non esistono più i testi introvabili!! 😀

      1. Grazie Danilo e grazie Cris, no, infatti non ho intenzione di spendere quella cifra, e’ solo che questo episodio mi ha fatto drizzare le orecchie e mi chiedevo che cosa ci potrebbe essere di scomodo in questo libro, magari e’ solo un particolare riportato in una o due pagine. E’ verissimo quello che dici in relazione alla rete, tieni pero’ conto che il libro e’ del 1999 ed un tentativo di censura di allora aveva un senso, contrariamente ad oggi che sarebbe del tutto inutile. Magari su 626 pagine ce ne sono 625 inutili che rendono il libro mediocre, ma chissa’ che cosa ci potrebbe essere scritto in quella pagina scomoda… Boh… il dubbio mi rimane.

  9. Il crollo dell’URSS è stato l’evento storico più importante del dopoguerra; l’evento che ha scoperchiato il vaso di Pandora e ha scatenato le forze semi-occulte, comunque sempre già presenti ed attive nell’Italia sconfitta in guerra. Sintetica ma lucida e apprezzabile analisi in cui noto solo l’assenza di citazione del tesserato 1816 alla P2, tale Berlusconi Silvio.

    cordiali saluti

    Federico P

    1. Federico P (non D), l’articolo riguarda il 1992 in cui Berlusconi Silvio non era ancora “nessuno”. La sua discesa in campo politico avviene agli inizi del 1994, quindi probabilmente anche l’articolo sul 1993 se pure ne parlera’ lo fara’ solo marginalmente. E comunque, mi permetto di fare una nota “preparatoria”: su Berlusconi bisognera’ eliminare tutti i toni drammatici e astiosi che hanno contraddistinto la seconda repubblica, quella che, appunto sta per finire. Questi toni, alimentati per oltre un ventennio dal gruppo Espresso, la Repubblica e compagnia bella, finanziati e manovrati dalle elites anglosassoni, hanno fatto il loro gioco. Dobbiamo entrare in una dimensione storica. Dimensione storica significa raccontare fatti, anche spiacevoli, con distacco e stoicismo, considerandoli ormai acqua passata. E’ questo il motivo per cui fare lo storico contemporaneo e’ difficile. Bisogna fare i conti con le proprie emozioni, le proprie passioni, il proprio vissuto. Come ho gia’ scritto, per noi ultraquarantenni e’ difficile raccontare quel periodo senza farsi trasportare dalle emozioni. Ma Dezzani in quel periodo era poco piu’ che un ragazzino. Non ha vissuto le intense emozioni di quegli anni, per lo meno non nel modo in cui le vivono gli adulti, ma in modo molto piu’ distaccato. Lasciamoci guidare da lui nel rielaborare razionalmente quel periodo storico. E mi raccomando, evitiamo di dividerci nel blog in “filo-berlusconiani” ed “anti-berlusconiani”. Rovineremmo una stupenda creatura e faremmo nuovamente, nel nostro piccolo, il gioco di quelle elites che hanno sempre trattato l’Italia da straccio per i loro piedi.

      1. Concordo Andrea l esegesi sulle mutande di Ruby lasciamola a Repubblica
        Che inorridiva per l’interesse americano sulle fellatio di Clinton
        Per poi mettere in prima pagina per mesi le famose dieci domande da fare
        Al Berlusca.
        Non so se Dezzani arriverà a quegli anni ma non credo che sia utile a nessuno
        Continuare con contrapposizioni artatamente create,su scenari main stream tutto fumo Niente arrosto.

    2. x FEDERICO P.: Senza ‘ca va sans dire’ difendere l’indifendibile Satrapo con base ad ARCORE….ma quale Ignoranza, quale MALAFADE, quale 2 pesi-2 misure, rampognarlo a morte per quasi 1 decennio – da parte della creme de la creme giornalucolistica, verrebbe da dir ‘m de la m’…. – per aver cooptato 1 signorina CONSENZIENTE al 100% seppur minorenne di pochissimo, ma con sembianze assolutamente da maggiorenne, in ‘parties’ tardo goliardici, in festicciole a luci vermiglie stile ‘casino (non casinò!) anni 50, quando dalle terre albioniche, ispiratrici di questo giornalacome immondo, MAI si è levata 1 parola che sia 1 parola contro la cricca di SAVILE, che in UK, per decenni ha stuprato infanti anche sulla sedia a rotelle!!!!!!!!

      1. Ebbe a dire Putin, davanti a Prodi che se la rideva, “Se Berlusconi fosse stato gay nessuno avrebbe potuto fargli nulla”. C’era molto significato dietro quella battuta, una grande consapevolezza delle cose che stavano dietro al caso Ruby…

  10. Ad EMME
    Rammento un discorso di Veltroni in Piazza Maggiore a Bologna nell’epoca finale del “primo Ulivo”.
    Veltroni chiudendo la manifestazione spiegò che “un vostro stimato concittadino è sopraggiunto a piedi dalla stazione e vorrebbe salutarvi”.
    Comparve sul palco Prodi che faceva la spola settimanale in treno fra Roma e Bologna e poi a piedi fino a casa in via Gerusalemme nel cuore di Bologna.
    Prodi con voce bassissima in un silenzio in cui si sarebbe percepito un sussurro a 50 mm di distanza, al cospetto di folla commossa ed adorante, spiegò che “era stato un Buon Governo perchè non si possono fare debiti da rilasciare alle future generazioni, che occorrevano i sacrifici perchè l’Europa era in nostro destino”.
    La folla ed io stesso, assistevamo adoranti all’esibizione del campione del senso civico e del mentore di “vita superiore”.
    Se Prodi avesse chiesto un contributo in favore dell’erario ci saremmo messi in fila con il portafoglio in mano o il libretto degli assegni brandito.
    Eravamo attoniti e stupefatti dal civismo e dalla dedizione che sentivamo crescere attorno a noi.
    saluti Radek

  11. Buongiorno anche il sottoscritto ventenne del 90 come i precedenti Prisco e Ancona mi sento tradito,ma io dico perchè Dezzani grande nei suoi interventi, ci vuoi far stare cosi tanto male?Comunque avanti che cosi vai bene!

    1. Ormai ci siamo caro Torrido e dobbiamo pensare al futuro, dobbiamo farci forza e sperare. Io sono preoccupata per me, ma soprattutto per mia figlia, più per lei. Cosa dire, penso che lo schifo abbia sempre fatto parte di questo pianeta, con illusorie soste, com’è stato per la nostra bella infanzia e giovinezza. La vita è una lotta, mai perdere la forza

  12. ‘Scintigrafia esemplare – quella di Dezzani – sul corpo ormai in stato decompositivo della nostra Povera Patria in mano ai ‘sciuscià’ lustrascarpe dei Loggionati britannici….

  13. ‘Dica tutta la verità e nient’altro che la verità!’. §… Zsssth….: “Cos’era? Un crotalo? Gli ricordava tremendamente il sibilo sinistro del serpente a sonagli che si mostrava inalberato nel documentario d’antan proiettato alla Cornell University dove si vedeva Aby Warburg assistere al ‘rito del serpente’ nelle rare enclave di pellerossa sopravvissuti mentre celebravano il ‘ritorno al paganesimo’.
    Entrò. Lo stavano cercando. Gli fecero cenno di affrettarsi. Varcò la soglia della smoking room presto inondato da nuvole dense di fumo di sigari pregiati. Lor Signori erano unici nei loro impeccabili smoking tirati a lucido: nessuna donna era ammessa. Lo zsssth… – il sibilo – , forse un cuscinetto usurato dal tempo, era emanato da un rabberciato proiettore Super 8 che girava in maniera rutilante e sapeva di rétro: pezzo trovato da un bric-à-brac. Nella sala un silenzio tombale. L’uomo che calcava la scena poteva essere il Commodoro stesso, intravisto approssimativamente nella vecchia pellicola piena di tagli e sgranata dei fotogrammi susseguentesi, magari, col beneficio di inventario, ritratto alcune taglie di pantaloni fa. Decisamente più giovane.
    L’individuo, il Commodoro, o chi fosse davvero, mentre calzava una maschera di lattex nero, stava amputando la testa di una ragazza – incatenata ad un trespolo – con una specie di scimitarra: appena in tempo per veder il volto della ragazza stravolto da un rictus di paura e poi niente più. Acefala. Era uno snuff film.
    Nessuno dell’audience mosse un dito. Segno certo di massicce presenze di aneliti highbrow sparsi tra i presenti. Poi uno, forse il Commodoro stesso pronunciò con disprezzo masticando il sigaro oramai smorzato: ‘Sconcezze! Fregnacce! Bullshit!”. Come un refolo improvviso su un campo di granoturco della Dust Bowl le teste degli astanti si piegarono – tali e quali le spighe di grano si chinano alla prima brezza – in un moto che parve di approvazione assoluta. Iniziò la claque. Si giurò e si spergiurò che ‘quello’ non poteva essere il Commodoro.
    Anche lui si unì al coro ed emise un debole: ‘sciocchezze’. Dismise così ogni moto della sua coscienza con la stessa lievità con cui ci si toglie un capello assurdamente fastidioso, sulla fronte. L’ambiente era uno Yacht Club nel New England: la boiserie della sala principale pareva scricchiolare, tanto pesante era così sovrastata, tappezzata, dai mezzi modelli di yacht, alle pareti, che avevano fatto la storia vincente del circolo sportivo. Ovunque ritratti del Commodoro storico da giovane. Certo che assomigliava davvero all’attore (attore?) del Super 8.
    ‘Sciocchezze’, ‘nefandezze’, continuò a ripetere tra sé e sé ma badando bene a farsi sentire anche dagli altri come per guadagnare un passepartout per poter sortire dalla smoking room degli Irreprensibili, degli Olimpici, degli Innocenti, della casta di Lor Signori, la crème de la crème.
    Lui, un sino-statunitense, quanto mai fedele al panno a stelle & strisce, guadagnata un po’ di aria lungi dalla sala, era stato sollecitato, quasi tirato per la giacchetta di Brooks Brothers, a sintetizzare quello che aveva percepito in varie occasioni di riunioni della petite-grande bande tenutesi quanto alla Cornell University tanto a quella di Chicago e forse alla Divinity School di quest’ultima: un forbito articolo per una rivista in ambito accademico di un prestigio tale a quella edita dal Council on Foreign Affairs. Il pezzo ebbe il titolo La fine della storia e l’ultimo uomo. Strano che sia ricordato in forma anodina: senza ‘…l’ultimo uomo’, perché in effetti non annuncia tanto la fine della storia tout court quanto la fine dell’Uomo. ‘Fine dell’Uomo’ che coincide millimetricamente con l’elisione del Cristianesimo occidentale. Il sole dell’Avvenire: la cristianofobia. Celebrazione non più del filosofare col martello ma del defilosfare – et ‘demoralizzare’ innanzitutto nel senso di alienare ogni morale – col martello pneumatico, nel dimidiare, nel dis-integrare, il mantello stradale di tutta la Civitas occidentale che ha sempre funto da katéchon.
    Da lì a poco sorse la bestia con moltitudini di teste incarnata in una guisa, ad esempio, nell’operazione ‘Desert Storm’ in Iraq. Stessi mandanti, stesse Strategie, stessi Incantesimi. Di quegli stessi anni l’esplodere, deflagrante, prepotentissimo, del sarcoma di Kaposi presso le falangi ‘allegre’ degli avamposti di Sodoma nei lidi californiani … a celebrare solennemente l’introibo del ferreo diktat della Depopolazione nihilista.
    Sempre di allora il ‘microfenomeno’, ma assai denso di significati, di Mani Pulite in terra nostrana con seri attaché nelle terre di McDonald, Levi-Strauss, Yahoo, Woody Allen, Walmart, Apple …§

  14. Colpito dalla citazione d Utveggio, segnalo
    la storia di Gioacchino Genchi, che avendo capito che cosa c’era dietro la finta scuola è stato pronta messo al bando. Il suo libro fa nomi e soprattutto cognomi, bello. Piacere Federico d leggerti!

  15. Sempre ottimo Dezzani, seguo e leggo volentieri, alcune cose di mia conoscenza, altre mi giungono nuove, quello che sinceramente mi chiedo è se veramente dopo un quarto di secolo in cui questi elementi hanno messo ovunque in tutti i centri di potere i loro amici, giovani baldi che escono dalle stesse scuole e messi sempre nei centri di potere che contano, media in generale, etc etc etc, possano oggi essere messi da parte da questa nuova ondata che dovrebbe portare il cambiamento.
    Sarei più orientato a pensare che tanti, sempre che avvenga una rivoluzione, cambieranno semplicemente casacca e che tra una decina di anni ci ritroveremo nella stessa situazione attuale….
    Le nuove leve usciranno bene dalle solite università che conosciamo, perchè le cose dovrebbero cambiare, se la classe dirigente viene formata sempre come è stato fatto finora? 🙂

    Saluti e complimenti per il tempo che dedica a queste analisi.

  16. Caro Dezzani, stupenda ricostruzione dei fatti.
    Mi permetto, anche se, vista la complessità del racconto, non sia una cosa fondamentale, un altro “dubbio” sul ruolo della Magistratura nelle stragi. E cioè:
    1) I mafiosi vennero condannati in primo grado nell’87 nel maxiprocesso di Palermo.
    2) Molti 41 bis ed ergastoli vennero tolti nell’Appello del novembre 1990.
    3) La cassazione nel dicembre 1991 conferma tutti gli ergastoli del 1986.(Con sostituizione del Presidente naturale Carnevale detto “ammazzasentenze” con un altro giudice Arnaldo Valente.)
    Ovvio, che i mafiosi, cui erano state fatte promesse andreottiane sul risultato delle sentenze, ammazzano Lima nel marzo 1992.
    Insommna, voglio dire che la magistratura “organizzata” in azione non era solo quella del pool con Di Pietro, ma anche quella della Cassazione di Roma.
    (Quando mai si era vista in Italia una sentenza di cassazione nei confronti dei mafiosi più severa rispetto all’Appello?) .
    Chi è interessato può ricostruire leggendo Maxiprocesso Palermo-Wikipedia.
    Ciao. Ancora complimenti per l’analisi e lo specchietto con date finale, che sintetizza perfettamente gli avvenimenti.

    1. in effetti difficile distinguere in italia il ruolo della “magistratura” da quello dei “servizi” in una struttura “bicefala” di cui di pietro sembra il frontman più evidente.
      Aggiungo a proposito di costui quanto scrisse poi Cossiga che affermò di aver esteso ,da presidente , il bando con cui Di Pietro entrò in magistratura ,dai 100 posti originariamente previsti, fino al 200° posto in graduatoria occupato da l’ allora commissario di polizia i cui studi universitarii ( da studente -lavoratore addirittura )sono sempre stati un po’ “chiacchierati”.

      1. “Ovvio, che i mafiosi, cui erano state fatte promesse andreottiane sul risultato delle sentenze, ammazzano Lima nel marzo 1992.”

        Questa è un’affermazione piuttosto temeraria e la lascerei a De Benedetti &co.

        1. Tuttavia è strano che la Cassazione di Roma, dopo un appello permissivo, faccia dietro-front e ripresenti perfettamente le condanne del maxiprocesso dell’87.
          Sembra che volesse appositamente provocare una reazione mafiosa. Che infatti ci fu due mesi dopo, con l’omicidio Lima.
          Contemporaneamente, quando la magistratura torna sul processo, e vuole interrogare Napolitano, questi fa valere le prerogative presidenziali e liquida i Magistrati. Il suo assistente, D’Ambrosio, viene intercettato per i suoi colloqui con Mancino, allora ministro dell’Interno, e “stranamente” muore d’infarto poco prima della deposizione, lamentandosi di esser stato usato dalle istituzioni
          Circa il Napolitano di allora, il “comunista prteferito” degli americani, In un’intervista concessa il 6 marzo del 1992 ribadirà: «ci caratterizza l’antica convinzione che il PCI abbia tardato a trasformarsi in un partito socialista democratico di stampo europeo». Nel frattempo nel 1991, in piena guerra del Golfo, fa uno storico viaggio in Israele, riportando le posizioni del Partito Comunista Italiano verso una maggiore attenzione alle istanze della comunità ebraica.
          Ancora una impressione del fratello diBorsellino:
          «Ritengo che quel 1° luglio 1992, quando ci fu l’incontro tra Nicola Mancino e Paolo Borsellino, mio fratello sia venuto al corrente della trattativa Stato-mafia.
          Non posso che intuirlo: Paolo parla con il ministro dell’Interno e questi gli dice che deve fermare le sue indagini sugli assassini di Giovanni Falcone perché lo Stato sta trattando con la mafia».
          È questa una delle frasi choc di Salvatore Borsellino, pronunciata il 31 maggio scorso durante un convegno sulla legalità ad Andria,
          Insomma, scavando nelle cronache di allora, col senno di poi, si apre una montagna di dubbi…

  17. Nel periodo citato ero un trentenne attivamente impegnato nel PSI . Devo fare osservare a chi scrive che, non essendoci internet era facile allora essere ingannati dall’informazione di regime, che la scusa non regge proprio. Noi tutti attivisti del PSI sapevamo bene cosa stavano tramando i vari De Benedetti e burattinai anglo-sionisti, basta che ricordiate le epiche diatribe Craxi-De Benedetti. Soltanto che era necessario, ora come allora, prendere coscienza che il nemico utilizza sempre traditori interni per le sue iniziative.

    1. Verissimo Enzo, pero’ a completamento del suo giusto commento vorrei aggiungere che le posizioni allora erano troppo radicate. Se eri comunista parlavi e ragionavi da comunista, stessa cosa per i socialisti, stessa cosa per i democristiani. C’era un atteggiamento di chiusura verso le idee degli altri, non un individualismo nel pensare come oggi. Superare quella barriera ideologica che c’era allora avrebbe comportato uno sforzo paragonabile a quello di imparare un’altra lingua; una lunga fatica per poi ritrovarti a fare l’interprete, mentre i vari mondi continuavano a restare distaccati. Internet invece ha comportato, oltre che una maggiore disponibilita’ di informazioni, anche un cambio di atteggiamento; io di mia propria iniziativa vado a guardare e cercare informazioni che possono non corrispondere al mio modo di pensare. Come risultato affino la mia conoscenza, tolgo spigolosita’ al mio pensiero e riesco perfino a dialogare con coloro che comunque restano convinti di qualcosa di molto diverso dal mio. Allo stesso tempo la propaganda ha vita piu’ dura.

    2. ma tu eri dieci anni più grande di noi e attivista politico, io non m’interessavo proprio di politica, in quel periodo crescevo mia figlia appena nata, non potevo immaginare, eravamo troppo ingenui, viziati dal benessere, per conoscere la crudeltà, almeno io…

      1. No ,Bull,proprio no! Rubbbbare non c’entra proprio niente!!! Quella è solo la scusa che “le menti raffinatissime” prendono per darla in pasto ai puritani del popolo. Se non quella ,uno scandalo sessuale,un vizio nascosto…droga,gioco d’azzardo,se non trovano niente ….un cacciavite nella turbina dell’aereo,una bomba(come Mattei).
        E gli in……lati stanno sempre lì a guardare dal buco della serratura….

    3. il problema del PSI è che era proprio un partito “facile” da liquidare per via mediatico-giudiziaria perchè nel tentativo di dargli un peso elettorale pari alle sue ambizioni Craxi aveva imbarcato di tutto.
      Si andava infatti dagli infidi postsessantottini , a dei veri e propri traditori ( amato , martelli , reviglio , del turco ect ) fino a a gran numero di “mariuoli” . Il tutto sotto il fuoco mediatico del padronato ” atlantico” e dei suoi ben più grossi rivali ( DC PCI ) tutti scontententissimi del peso centrale del PSI che nella spartizione del potere prendeva fette percentualmente superiori al suo peso elettore.

      1. Pensi che a me risultava che la disponibilità dei fondi in Svizzera fosse proprio di Craxi, non di Reviglio o di Martelli…..

      2. Bingo direbbero in America, Craxi negli anni del cosiddetto sfondamento del Psi non sfondò affatto, prendeva il 13-14% dei voti ma grazie al suo “decisionismo” e alla sua scaltrezza come hai detto tu prendeva fette di potere molto più pesanti del suo reale peso elettorale….Andreotti lo disse una volta: la volpe finirà in pellicceria prima o poi solo che non aveva considerato che insieme a Craxi ci sarebbe finito anche lui in pellicceria.

  18. ‘Kudu’ per FINAZZI…. il testo su Gioacchino Genchi è 1 testo ‘seminale’: andrebbe letto ed ‘insegnato’ in ogni scuola di ogni ordine e grado! si capisce perché l’abbiamo ‘fermato’. Anche l’accenno a Via Poma è di interesse STRATOSFERICO.
    By the way: anni fa ero in USA; in una libreria trovo THE ITALIAN GUILLOTINE, 1 testo su MANI PULITE fatto a 4 mani da 1 giornalista italiano & 1 americano…. ovviamente testo MAI tradotto da noi… c’è chiaro chiaro che l’uomo abruzzese ‘mo che c’azzecca’ ha lavorato in ditte vicine al settore della Difesa/Armamenti vari…. quindi era già da ‘giovine’ in zona Cesarini…. pronto ad essere utilizzato…

  19. Potrebbe e dovrebbe essere un testo scolastico niente ipotesi solo oronaca, per la descrizione della demolizione, di quella che era la quinta potenza manifatturiera al mondo ,manca il tassello
    Descritto da Nino Galloni ,ma per quello saresti dovuto partire dagli anni ottanta.
    Tanta roba come al solito ,Dezzani mette insieme solo dati storici ,non vi è bisogno
    Di ipotizzare alcunché,tutto verificato è accaduto sotto i nostri occhi ma come al solito
    Il main stream informativo raccontava ,le solite novelle da ,arrivano i nostri.
    Io del Britannia ne ho letto per la prima volta su Blondet ,complotti ma si era già a inizio millennio
    Grazie Dezzani

  20. un grande articolo! … aspetto con grande curiosità la 2ª parte…
    ormai è più di un anno che ti seguo, Federico, e voglio farti i complimenti per la correttezza della tua narrazione: un approccio rigoroso, interpretazioni sempre condotte con intelligenza e coerenza, e corroborate (sempre!) da fonti interessantissime…

    oggi, in un dettaglio particolare ma enorme, sono rimasto sconcertato dalla vicenda Di Pietro nella scorta del Generale Dalla Chiesa… non ne avevo mai sentito parlare, effettivamente…

    è importante e incoraggiante che ci sia una emergente ri-categorizzazione della storia recente del ns paese: prima eri quasi il solo ma ora vedo qualcosa in più muoversi in questa direzione, in una strada che tu precorri e percorri da tempo e con autorevolezza…

    certo che il biennio 2017-2018 ce lo ricorderemo a lungo, come il 92-93: e mi auguro fortemente, che sarà per ragioni opposte; certo non potremo “sopravvivere” ancora a lungo in mezzo a tutta questa miseria morale e civile (e di condizioni di vita) scatenata da 30 anni di turbo-capitalismo globalizzato e di restaurazione…

    e spero con tutto me stesso che le cose vadano proprio come ultimamente tratteggi con grande e legittima enfasi e visione (spes contra spem)… a partire dalle prossime tornate elettorali epocali…

    un ringraziamento e ancora complimenti…

    PS
    … a proposito, dopo la lettura del tuo post, mi imbatto (davvero per caso) in questo:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/24/mani-pulite-25-anni-dopo-il-libro-dai-pm-manettari-ai-comunisti-salvati-ecco-le-post-verita-su-tangentopoli/3415022/

    nauseato ormai da anni dalla parabola di M. Travaglio e poi del Fatto, trovo questo articolo non certo frutto di mera coincidenza, e inquietante, sulla riedizione aggiornata del libro del trio Barbacetto-Gomez-Travaglio: aggiornata perché hanno fatto salire sul carro il concetto di post-verità, per tentare (inutilmente) di ‘tamponare’ le falle della loro narrazione di ‘maggiordomi’, o meglio ‘kapò’, fatta sulla disperazione di milioni di persone, non solo in Italia; traditori che per loro personale tornaconto sorreggono la macelleria sociale occultando e soprattutto mistificando la realtà; e poi le tue, le nostre, sarebbero post-verità! quando non fake-news, ovviamente…
    in quanto giornalisti, i loro crimini sono di natura ancor più odiosa, visto come dovrebbe essere esercitata la professione, con obietttività e senso civico, e dirittura morale…

    1. Massimo per scoprire come è veramente una persona,in questo caso giornalisti o politici, basta ascoltarli quando parlano male di altri o scrivono feroci critiche sulle malefatte sempre di altri, per capire, che non è altro che lo specchio dove rivedono se stessi (proiezione),cosi è facile fare il moralizzatore perchè loro naturalmente sono sempre nel giusto.

  21. Questo articolo chiarisce perché occorre sempre diffidare da chi vuole intraprendere crociate contro la corruzione, la malasanità o il nepotismo universitario nostrano.. si può dire che Tangentopoli è stata la più grande operazione di false flag italiana, per distrarre dai veri obiettivi che erano la vendita a prezzo di saldo delle più importanti aziende nazionali

  22. Federico (Martello) Dezzani sintetizzando limpidamente (con mappe aggiornate settimanalmente) la nostra storia recente sta offrendo da due anni un grandissimo servizio. Coinvolge e rende consapevoli sempre più lettori. Complimenti sinceri.

    Probabilmente a breve l’esito delle varie elezioni in Europa certificherà la fine dell’Ue e della parte del sistema atlantico basato su di essa. Da quanto si vede col Brexit e con Trump sembra comunque che l’oligarchia anglosassone perderà ben poco (anzi). Si stanno riposizionando, dismettendo o riformando utensili obsoleti (Ue, Nato, Euro) e rilanciandone altri (Commonwealth, anglosfera) più funzionali alla nuova strategia.
    Con l’automazione delocalizzare indiscriminatamente non ha più senso, il che non significa protezionismo e fine della globalizzazione, il mercato porta ad adeguare i modelli di business. Ci saranno meno posti di lavoro (non necessariamente meno beni e ricchezza) e conviene dunque riportarne un pò a casa con nuovi investimenti (in robotica) per guadagnare anche sulla produzione e non solo su royalties e commercializzazione, riequilibrare i rapporti coi fornitori-creditori, lisciare il pelo al popolo. Se lo chiami America First la gente ti vota, e Trump ha fatto così.
    Il troppo debito e la finanza improduttiva bloccano la crescita, è quindi interesse dei più rinegoziare e razionalizzare il debito (bilateralmente, fuori da accordi quadro giganteschi nati per altri scopi, la stessa Ue alla fine non è altro che questo) e attutire un prossimo crollo delle borse preparando per i mercati anche altri spazi su cui rifiatare: come il momento dei saldi in Europa (in quella meridionale di sicuro, e le dimissioni ventilate da Junker sono un nuovo segnale notevole), e magari i grandi mercati asiatici che la Silk Road cinese farebbe decollare e che Trump e la May hanno da tempo iniziato ad annusare (verosimilmente dettando condizioni, diversamente riuscirebbero a bloccarla a oltranza).

    Guadagnare con la pace o guadagnare con la guerra (in casa altrui), mi pare che abbiano da chiarire definitivamente solo questo aspetto. Per il progetto del Governo Mondiale non c’è questa urgenza (nel frattempo in India si fa un gigantesco esperimento di abolizione del contante). E il complesso militare industriale può cmq pazientare perché arriveranno nuove commesse anche dall’Europa, i cui singoli Paesi potrebbero avere a breve anche da trovare tra loro nuovi equilibri extra Ue. La Francia cerca rifugio e futuro rispolverando l’aerea francofona, la Germania va avanti a fari spenti ma va avanza, l’Italia è vittima designata.

    Dopo il Britannia e lo Spread di Monti c’è pronto per noi un terzo (definitivo) trappolone. Che si fa?

    1. Sai che cosa è davvero pazzesco? Che ogni trappolone è evitabile, niente è ineluttabile nelle carte dei rapporti di potere. Solo che non sappiamo come. Rilancio la tua domanda: che si fa?

  23. Segnalo un errore da correggere: la lira non è andata a 755 marchi, come scritto. piuttosto 755 lire per UN marco. Prego l’autore di correggere.

    1. Lol e io che avevo sperato che una volta tanto erano i krukken a svalutare il marco sulla lir(ett)a.. dai lo si era capito che c’è un errore, si può lasciar correre di fronte al monumentale samizdat di Federico

  24. Ok, supponiamo che quanto espresso nel post sia veritiero; temo che lo sia.
    All’epoca ero un 44enne e mi sono allegramente bevuto tutta la storia. Faccio ammenda.
    E, adesso?
    Sappiamo che il nostro attuale padrone non é persona dabbene.
    Temo che l’Italia non potrá mai sopravvivere senza un padrone.
    Cerchiamo un altro padrone? La Russia?
    Lascio a voi la risposta.

    1. Il fatto è che l’attuale padrone forse sta proprio pensando di mollarci.
      L’eventuale fine dell’Ue con conseguente rimodulazione della Nato può essere letta anche così. Gli anglosassoni sono pratici: l’Ue non decolla? la riunificazione della Germania ha innescato una gigantesca bomba a tempo nel continente (il successo della Le Pen in Francia può essere interpretato anche così)? Anzitutto ce ne tiriamo fuori: gli obiettivi non cambiano, tatticamente inventeremo qualcos’altro. In secondo luogo speculiamo sull’evento e ci posizioniamo come porto sicuro per i capitali in deflusso dall’Ue (una sorta di Singapore, in concorrenza con la Svizzera che è sopratutto tedesca e francese). Terzo luogo, abbiamo mani libere per prenderci quanto ci interessa nel Mediterraneo, per esempio in Libia ed Egitto (vedi caso Regeni, e noi zitti).
      Giocare di sponda coi russi (se in un futuro prossimo avremo un vero governo) sarà una mossa obbligata. Per non farci mollare del tutto, per ottenere tutela rispetto ai tedeschi, per difenderci dalla disperazione dei francesi, e per non diventare in prospettiva un hub logistico cinese (nei confronti dei quali l’Ue perlomeno aveva una strategia).
      La fine dell’Ue potrà anche essere una buona cosa, ma scoperchierà casini giganteschi di cui sarebbe bene essere consapevoli.

  25. In questo determinato e determinante periodo storico, anche e soprattutto grazie a persone come Federico, NOI siamo delle lucciole che stanno nelle tenebre!
    Up patriots to arms… ENGAGEONS-NOUS!

  26. Chi faceva parte della delegazione di mastricht?
    Andreatta.
    Chi si oppose subito all’accordo sottoscritto dicendo che per l’Italia sarebbe stata una una tragedia?
    Craxi.
    Chi è stato il protagonista assoluto delle privatizzazioni?
    Prodi.
    Chi era il professore cui Prodi faceva da assistente? Andreatta.
    Quale famoso studente seguiva le lezioni dei due presso l’università di Trento?
    Renato Curcio.
    Chi partecipò a cosiddetto divorzio tra Tesoro e banca d’Italia? Ciampi-Andreatta….
    E potremmo continuare all’infinito…..

  27. Articolo interessantissimo ed illuminante che pero’ rischia di essere un po’ troppo semplicistico nella genesi del cruciale biennio 92 93.
    Certamente Craxi e in misura minore Andreotti si erano per certi versi inimicati i poteri atlantici come il caso achille Lauro insegna, ma non si puo’ non vedere il degrado affaristico criminale che la loro spericolata gestione del potere avevano prodotto.
    I rapporti pericolosi di contiguita’ della corrente andreottiana con la mafia mi pare siano da considerarsi un fatto storico assodato cosi’ come l’alto livello corruttivo della politica craxiana.

    1. x Massimo: nessuno mette in dubbio che i politici di quegli anni fossero corrotti e facessero tante malefatte.

      Il punto è, che oltre alla corruzione (che c’era), quei politici facevano l’interesse dell’Italia, e facevano il loro lavoro immensamente meglio di quelli che vennero dopo. Non svendevano le più importanti aziende dello stato a prezzo di saldo.

      Per questo, con ogni probabilità, sono stati fatti fuori: hanno usato la scusa della corruzione per danneggiare l’intero paese: un po’ come se un medico ti dicesse, ti sego via il piede perché hai l’unghia incarnita.

      Questo è quello che è stato fatto con l’Italia di quegli anni, che non fummo in grado di capire: tutti dicemmo dagli contro ai politici corrotti, quando in realtà i politici di allora erano gli unici che ci potevano difendere. Avremmo dovuto tenerceli cari quei politici tangentari, ma fummo ingenui.

      Detto ciò non voglio certo difendere la corruzione, ma per essere chiari sappiate che la corruzione non esiste solo in Italia, esiste in tutto il mondo, come e più che da noi.

      La sola differenza è che mentre in altri paesi la ‘corruzione’ la nascondono e la usano a loro vantaggio, noi siamo gli unici che ci autoaccusiamo.. sia moralmente che legalmente: facciamo un mea culpa continuo. Eh ma siamo corrotti, eh ma ci sono i mafiosi, eh ma il professore all’università ha assunto suo cognato.

      Preferite che per fare l’università si debba accendere un mutuo di centomila euro, come funziona negli Stati Uniti? io dico che per l’istruzione quasi gratuita che abbiamo nel nostro paese, possiamo pure tenerci qualche cognato in cattedra e fare un po’ meno gli schizzinosi.

      Io sono convinto che il nostro paese ricomincerà a risalire quando cominceremo a dire viva l’Italia, viva la classe politica italiana, viva la sanità, l’università e la cultura italiana

      1. Potresti cominciare a non votarli più, almeno quelli responsabili dello sfascio e a dare fiducia a quelli che dicono quello che fanno e restituiscono parte dei rimborsi elettorali.
        Io l’ho fatto e lo farò, è finito il tempo dei lamenti generici, bisogna agire a mio parere.

  28. Non concordo per nulla con le affermazioni di Massimo. Porto un paio di esempi: Il presidente Giovanni Leone subì delle gravissime accuse e fu costretto a lasciare la carica…..Poi si seppe che non c’entrava nulla …… Ma nel frattempo era stato estromesso da tutto. Il governatore della banca d’Italia dello stesso periodo fu costretto ad abbandonare e al suo posto piazzarono un ben più assecondante e sottomesso Ciampi……Il terzo, Aldo Moro, non avendo modo di accusarlo di nulla fu sequestrato e poi assassinato.
    In comune avevavo la stampa dei biglietti di stato da 500 lire……..
    La macchina del fango elimina facilmente chi vuole se e quando necessario. La stampa è controllata le TV pure. Non è poi così difficile.
    Craxi secondo le cronache del tempo aveva trafugato e nascosto dai 20.000 ai 40.000 miliardi di lire. Questo riportava la stampa. Ma con il senno di poi, visto che non mi pare che i figli abbiano poi ricevuto dette somme e nemmeno lontanamente qualcosa lo lascia anche solo ipotizzare.., con il senno di poi dicevo dove sono finiti tutti quei soldi.
    Occorre liberare le proprie menti dai falsi pregiudizi che ci sono stati inculcati e tornare a ragionare con le proprie teste belle sgombre.

    1. D’accordo che la macchina del fango è uno strumento potentissimo che hanno usato e usano, basta vedere il vergognoso fuoco di fila contro la sindaca di Roma e i 5 Stelle, a proposito qualche mente illuminata si spingeva a vedere anche Grillo sul Britannia, meglio soprassedere su certe assurdità, , ma non possiamo far passare Craxi per una povera vittima del sistema quando è con lui che inizia una certa tendenza decisionista che privilegia il governo sul parlamento, ricorda qualcosa che avvenne dopo nel 1993 1994 coll’allora redivivo Mariotto Segni o no??? E’ col segretario socialista che inizia una certa politica spettacolo, parte la Milano da bere degli anni 80 e inizia il rampantismo degli yuppies tra economia e politica..anche questo ricorda quello che metterà a frutto dopo l’amico di Bettino, Berlusconi o no??? E grazie all’amico Bettino che Silvio Berlusconi poi passerà all’incasso dopo tangentopoli approfittando dello squassamento della prima repubblica sfruttando tutta la potenza delle sue televisioni, ottenute grazie proprio ai servizi dell’amico fraterno da cui furbescamente prenderà le distanze nel periodo di tangentopoli arrivando anche a circuire lo stesso Di Pietro per metterlo nel suoi primo governo, offerta rifiutata dall’ex magistrato.
      Attenzione a passare da una visione, quella impostaci dal mainstream, al suo opposto, la realtà non è bianca o nera, è fatta quasi sempre di sfumature.
      Le responsabilità di Craxi nel degrado successivo anche alla sua uscita di scena mi paiono lampanti da non poterlo assolutamente poterlo far passare per solo una vittima.

    2. Caro Roberto le cose sono un po’ più complesse a mio parere; liquidare tutto quello che accadde nella stagione di mani pulite come un colpo di stato giudiziario, esattamente la linea craxiana, a me sembra riduttivo e fuorviante perché se è vero che sicuramente a distanza di più di due decenni possiamo analizzare con più chiarezza e fuori dai sentimenti del momento, quella vicenda vedendone in filigrana i retroscena, è pur vero che il Craxi politico portava delle chiare ed evidenti responsabilità nell’aver iniziato la stagione dell’affarismo, della prevalenza dei giochi spregiudicati sulla politica con la p maiuscola.
      Non vedere questo e limitarsi a vedere il tutto come una grande macchinazione tesa a spolpare in prospettiva l’economia italiana è sempre a mio parere parziale e fuorviante.
      Non dimentico che Craxi fu il benefattore politico di Silvio Berlusconi iscritto alla P2 e che fu grazie a lui che il nostro Silvio poté in seguito costruire quell’impero mediatico che gli consentì poi di accreditarsi come il nuovo successivamente e vincere le elezioni col suo partito azienda fondato in pochi mesi.
      Il tempo è passato ma io ricordo benissimo che il Silvio Berlusconi dell’epoca, dotato indubbiamente di gran fiuto e privo di scrupoli, non esitò a presentarsi lui stesso come erede della stagione moralizzatrice di Mani Pulite e grazie alle sue tv potè farlo con relativa tranquillità…no dico, ci rendiamo conto, il delfino di Bettino Craxi che cinicamente se ne distacca e si accredita addirittura come prosecutore della stagione “moralizzatrice” di tangentopoli…paradossale come minimo.
      E i germi delle tendenze “presidenzialiste” che in seguito negli anni 90 ci avrebbero portati ad abbandonare il sistema elettorale proporzionale per abbracciare il maggioritario visto come sistema efficiente che permettesse decisioni più rapide superando gli intralci del parlamentarismo, non erano stati piantati già dallo sciagurato decisionismo di Craxi?
      Sul Britannia prepararono la svendita del patrimonio nazionale con il più grande processo di privatizzazione di un paese occidentale, è vero ma i semi della malpianta erano stati piantati già negli anni 80 con Craxi.
      Dico questo nel rispetto di un giudizio storico che deve essere equilibrato e deve tener conto di tutto, del Craxi statista con gli attributi che fa schierare i carabinieri davanti agli americani a Sigonella per impedire che vengano portati via i dirottatori dell’Achille Lauro ribadendo la sovranità italiana ma anche del Craxi decisionista e affarista che traghetta il partito socialista dall’ideologia operaia a quella degli yuppies.

      1. Certamente “luci” (geopolitiche) e “ombre” ( di sottogoverno) per craxi , ma resta comunque assodato che se per (smodata) ambizione craxi aveva riempito il suo partito di “mariuoli” non risulta che ” granladro” fosse lui personalmente visto la modesta vita fatta da “esule”.
        La conclusione quindi e’ molto semplice ,per dirla con longanesi: craxi fu un “arcitaliano” come mussolini e caduto per lo stesso motivo di costui avendo posto le sue “ampie” ( e poco meditate) ambizioni su spalle di gente adulatrice disonesta ,mediocre ed infida.
        E sia chiaro che questo paragone non è una critica ma solo una costatazione politica , datosi che i “topi servitor dello straniero” che lo hanno tradito e/o sostituito sono incomparabilmente peggiori di lui esattamente come la loro “seconda repubblica” rispetto alla ” prima”.
        ws

    3. Ottimo post Roberto. Se andiamo a controllare pur di farsi largo la finanza ha fatto fuori un sacco di amministratori validi che l’Italia ha avuto. E finiamola di dire che il debito pubblico e’ esploso perche’ i politici hanno rubato. E’ verissimo che hanno rubato, ma non in una entita’ tale da far esplodere il debito pubblico. Il debito pubblico esplode dopo la divisione tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro a causa degli elevati tassi di interesse imposti dall’estero. Dalla finanza anglosassone.

  29. Aggiungo ancora che l’unica cosa assodata è lo strapotere della stampa mainstream e la capacità di influenzare le menti dei lettori con una facilità quasi snervante. Stupisce che un lettore di questo blog ancora non riesca a rileggere i fatti dopo aver rimosso il mantello che tutto aveva ricoperto….

    1. E’ vero Roberto, ma Dezzani bisogna leggerlo “per intero”, voglio dire, rileggendo il blog all’indietro fino all’inizio e aggiungendo i libri-capolavoro che speriamo aumentino di numero al piu’ presto. Un lettore occasionale non riesce a capire la dimensione delle cose e spesso fa considerazioni leggere su cose che sono state ampiamente approfondite (qualche volta ci fa pure spazientire Federico). Leggendo invece tutto si riesce, come facevi notare giustamente, a reinterpretare il vero significato dei fatti. La cosa sorprendente e’ che un gran numero di eventi che prima sembravano caduti dalle nuvole trovano invece un senso nel mosaico generale completato. Appello quindi ai nuovi: leggete tutto di Dezzani, non vi perdete un solo samizdat e tanto meno i libri.

  30. Sono finiti e lo sanno..La Repubblica 200000 copie, Il Sole 24 ore poche copie e voragine debitoria,Il Corriere della Merda sotto 200000 copie…a questo punto si cerca di controllare e intimorire la rete con il DDL di sto cazzo.
    Ma guardateli bene in faccia i vari Mattarella,Gentiloni,Franceschini,Orlando,Renzi, hanno paura della loro stessa ombra.
    Sono isolati!!! Cucu’ Obama non c’e’ piu’!!! Se telefonano a Trump probabilmente risponde Farage..
    Attendono in silenzio la loro fine…la fine dei traditori e la lista e’ lunga.
    E’ solo questione di tempo.

    1. Verissimo. Per fare il confronto aggiungo che ai tempi d’oro questi giornali di propaganda macinavano un milione e mezzo di copie ognuno al giorno. Duecentomila copie che probabilmente saranno pompate ad arte per ricevere il miliardo all’anno dei contributi all’editoria. Oramai la gente si informa da cellulare o tablet su internet e si comincia a dare una svegliata. C’e’ solo da augurare un 2017 di agonia al sistema marcio.

      1. Ma chi ha messo internet nelle case non ha previsto tutto questo? C’è da farsi questa domanda

        1. Francesca, internet non e’ stata inventata da Iddio Onnipotente, certo che ai suoi inizi non era prevedibile una simile svolta degli eventi.

    2. Ormai raggiungono livelli di ridicolo mai visti segno che stanno annaspando; da giorni cianciano Rai, giornaloni e compagnia di una presunta guerra di Trump ai media a proposito del fatto che il neopresidente americano abbia disertato l’incontro tradizionale coi media a cui nessun presidente è mai mancato prima ha sottolineato oggi la nostra disinformatrice bugiarda sua maestà Giovanna Botteri, profumatamente pagata da noi contribuenti per raccontarci panzane a volontà e sospirare finché c’era, al nome di Obaaama…
      Piccolo particolare la verità è esattamente il contrario, non si è mai vista una situazione come l’attuale con la stampa e il sistema mediatico così compatti contro un presidente eletto dopo essere stata ugualmente compatta contro lo stesso presidente quando era solo un candidato.
      Come al solito ribaltano la verità con una faccia che li fa sembrare molto più vicini a un culo che ad un volto.

    3. periodici cartacei? sussidiati da leggi per l’editoria varie o sponsorizzati?
      e se non sponsorizzati a rischio fallimento? e se salvati per i capelli dalle banche amiche diventano crediti inesigibili per correntisti e soci di quelle banche amiche?… questo è nulla, in confronto ai loro protettori politicanti: http://www.dailymotion.com/video/x2cgvqk_mister-baffino-d-alema-fischiato-ed-insultato-a-bari_news
      grazie dell’ospitalità, Dezzani. domani Ti regalo un abstract sull’Ezio Vigorelli ed il suo tempo.
      inquietante ma fermamente storicizzato, il racconto su Fukuyama del Fabbroni di ieri. da dove è stato estrapolato?
      DNFTT. IST
      non manca solo il CAPTCHA. pure la mail nun ce stà più…

      1. bravo Mr. Podenau x aver captato Fukuyama (by the way: il ‘racconto’ è 1 estrapolazione da SINFONIA DEGLI IMPOSTORI, il 4° saggio in lavorazione…).

    4. Non ha alcuna importanza quante copie vendano i giornali: possono anche venderne una, purtroppo la loro influenza resta enorme.

      Sono infatti i “grandi giornali” che dettano l’agenda televisiva. In TV si discute SOLO di ciò che viene pubblicato sui giornali quel giorno, tacendo il resto. E la TV il suo potere, seppur declinante, ancora ce l’ha.

  31. i romanzi di DEZZANI forse, dico FORSE, sono ancor + veritieri di cosa scrive DEZZANI qua…. ricordiamoci che negli ADELPHI DELLA DISSOLUZIONE il misterioso personaggio che colloquiava con BLONDET gli intimava, per così dire, di scrivere ROMANZI e non saggi! chi ha orecchie per intendere intenda….
    vedi il caso di MARC SAUDADE….

    1. I romanzi di Dezzani semplicemente ipnotizzano. Mai letto libri piu’ avvincenti. E poi talmente verosimili che fino all’ultimo ti chiedi: verita’ o finzione? E continui a chiedertelo anche dopo…

  32. Ottimo articolo. Attendo quello specifico sulla Lega, dopo quello sull’anno 1993.
    E consiglio questo link
    http://www.conflittiestrategie.it/continuiamo-a-ricordare-cio-che-si-cerca-di-scordare
    ovvero l’assassinio di Moro, dove ci sono i prodromi, in questo articolo successivamente e cornologicamente ben collegati. E chiariti.

    Chi erano i “i ferventi europeisti” (non solo al governo, aggiungo) che ci vollero far rientrare nello SME, mentre le cose senza SME stavano migliorando sensibilmente?
    Simpatici radicali come Pannella e Bonino, atlantisti fino in fondo, che smisero di attaccare il PCI quando si avvisarono della sua trasformazione antropologica.
    Gente che sicuramente, con divorzio e aborto, ha dato una mano alla laicizzazione dello Stato italiano (pur con tutti i difetti che ne scrisse P.P. Pasolini), ma che ha fondato i suoi principi SOLO su diritti dell’individuo (tipo matrimonio degli omosessuali, fine vita, ius soli, mescolandoli tra loro preicolosamente, poichè così perdono priorità), disfacendo quelli collettivi, dei lavoratori. E su questa china li han seguiti tutti, ma proprio tutti, ora che il lavoro, dipendente e artigiano, è disprezzato. Anche questo è figlio del biennio citato da Federico Dezzani (ma anche prima). Come non ricordare il crollo della manifattura e la crescita incontrollabile dai primi anni 80 in poi? Ninete fabbriche, solo centri commerciale e consumare suolo e a vendere cose non prodotte in Italia. Dove i lavoratori non valevano e non valgono nulla, tanto per cambiare.

    E dove spuntano questi sedicenti radicali? Anche qui, nelle speculazioni finanziarie, quelle sempre del 1992. Dove qualcuno parla di Soros, molto approfonditamente. Si lui, quello che fece danno anche in Italia e Prodi pensò di premiarlo con una laurea Honoris Causa in economia.
    http://www.imolaoggi.it/2012/06/21/ecco-chi-e-in-realta-lo-speculatore-georges-soros-arruolato-dai-radicali-come-filantropo/

  33. Articolo superlativo, ricostruzione dei fatti di cronaca e del rapporto causa-effetto (per esempio l’incontro Bush sr. – Falcone e il fallito attentato) eccelsa.
    Allego un video con le picconate di Cossiga contro Draghi, in cui cita la crociera sul Britannia e lo accusa senza mezzi termini di essere “il liquidatore dell’industria pubblica italiana quando era direttore generale del Tesoro. E immaginati (a Giurato, ndr) cosa farebbe da presidente del Consiglio dei Ministri: svenderebbe quel che rimane! Finmeccanica, ENI, ENEL.”

    https://www.youtube.com/watch?v=pb0lM-mAW6g

    Curioso che un filoamericano e filoisraeliano come Cossiga, affiliato alla massoneria britannica e sempre andato a braccetto con l’élite atlantista, negli ultimi anni della sua vita abbia avuto da ridire contro la sua stessa élite (o forse una parte di essa). Forse, se fosse stato ancora vivo, avrebbe appoggiato Trump, perché schifato anche lui dalla deriva della frangia globalista?
    Cossiga è senz’altro stato un amico-nemico di Andreotti mentre si trovavano sotto lo stesso tetto: ministro dell’Interno durante il sequestro di Aldo Moro per impedire la deriva filoaraba del Pentapartito, poi premiato come Presidente della Repubblica. Ad inizio mandato di Presidente della Repubblica si trovava ad affrontare anche lui la crisi di Sigonella nel 1985 (senz’altro ribolliva di rabbia contro Craxi e Andreotti).
    Nel 1992 sciolse le Camere, ma lo “scarso risultato elettorale” lo portò alle dimissioni: lo scioglimento delle Camere è stata l’esecuzione di un ordine arrivato da oltre l’Atlantico? Secondo me, sì.
    Ho cercato e ricercato su internet queste affermazioni di Cossiga all’indomani del risultato elettorale del 5 aprile 1992: “gli italiani non hanno capito niente!”. Poi le dimissioni. E Tangentopoli…

    1. attenzione Robertus: Cossiga fu ‘giocato’ come si giocano tutti gli ‘sciuscià’ dei Loggionati bianco-azzurrini in quel sito di Albione per le classiche 2 lire, per i famigerati 30 denari. Moro era nonostante tutto suo amico e Cossiga era convinto sino last minute che si sarebbe salvato ed invece hanno gabbato l’apparente furbissimo Cossiga e poi hanno sacrificato Moro. Da sempre, contrariamente a quanto si crede, chi “coltiva i giardini_alla_British” qua da noi prende due lirette in croce per il proprio servilismo ed 1 bel calcio nell’oggetto del loro desiderio: il sedere.

  34. Vorrei segnalare ed invitare tutti alla lettura del colpo di stato, ordito da Junio Valerio Borghese, Licio Gelli ed altri, che (di fatto) avvenne in Italia, a cavallo dell’anno 1970/71, altresì chiamato ” il “Golpe Borghese”.

    In intenet trovate moltissimo materiale, ma invito tutti voi ed in particolare Federico Dezzani a leggere lo studio e la ricostruzione storica, condotta dall’avvocato Solange Manfredi a questo link : http://paolofranceschetti.blogspot.com.es/2008/02/il-golpe-borghese-quando-il-giuramento.html

  35. La storia sulle stragi la racconta Riina in una sua famosa confessione in un’aula di tribunale, italiano sgangherato ma mente lucida: mentre Falcone salta in aria insieme alla sua scorta un aereo (militare? Partito da quale aeroporto?) vola sopra l’autostrada, chissà per conto di chi e per fare cosa.

    Omicidio Borsellino, l’hotel sul Monte Pellegrino, sede dei servizi, aveva telefoni roventi prima e dopo la bomba… Con chi comunicavano?

    Francesco Di Carlo, professione trafficante di droga e informatore, a cui si rivolgono i servizi inglesi e nostrani per trovare qualcuno per fare il lavoro sporco a Capaci, raccomanda loro suo cugino, Antonino Gioè, che dopo essersi messo a disposizione farà una brutta fine in carcere. Paolo Bellini, uno che in ogni processo su stragi e attentati è sempre presente, passandola però misteriosamente sempre liscia, è un altro elemento in contatto con Di Carlo e il cugino, causalmente anche lui a libro paga dei servizi. La storia è tutta qui, raccontata in un italiano stentato, con la semplicità di chi ben conosceva come funzionano le cose in Italia dallo sbarco in Sicilia in poi.

    Adesso, facendo 2+2, si può forse pensare che, per come sono stati creati, organizzati gerarchicamente e gestiti i nostri servizi dal dopoguerra in poi, potessero agire in maniera autonoma da Londra e Washington? Per i delitti citati si dovrebbe mettere sotto processo il signor Robert Michael Gates, direttore della CIA dell’epoca, insieme a George Bush senior che ben sapeva cosa stavano per scoperchiare dei giudici che su certi rapporti scottanti avevano saputo decisamente troppo

      1. Ottima lettura. E’ facile intuire che Falcone e Borsellino avevano nel mirino i rapporti tra mafia, politica, servizi segreti e massoneria. Giustamente si citano Gladio e P2, due incresciose vicende italiche, rigorosamente innominabili nelle aule di tribunale, impiantate nel nostro paese dall’estero. Le “menti raffinatissime” vanno ricercate in quell’ambiente lì.

        Il contatto creato da Di Carlo insieme a uomini dello Stato, secondo la vulgata, è Ciancimino. Ma non è così scontato. Credo che la storia del “bandito” Giuliano dovrebbe far riflettere, nel 1992 le cose non erano poi tanto diverse…

  36. Mi associo ai complimenti per Dezzani, da pigro commentatore (è il primo in assoluto) ma indefesso lettore.
    Mi permetto di proporre un ulteriore spunto di approfondimento, visto che si parla, fra le altre cose, di Mafia, di Democrazia Cristiana e di Sicilia: l’ambiguo ruolo di Leoluca Orlando e del suo oscuro mentore, il gesuita Ennio Pintacuda, la cui traiettoria incrocia più volte il famigerato Cerisdi.
    Orlando era uscito dalla DC in polemica con i vertici di matrice andreottiana ed aveva dato vita ad un movimento con ambizioni nazionali, La Rete, che si presentò per la prima volta alle politiche del ’92, prendendo il 2% scarso ma ottenendo un grande risultato in Sicilia, contribuendo a disarticolare il sistema di potere della DC; in sostanza, aveva anticipato gli smottamenti che avrebbero condotto alla Seconda Repubblica fondando, appunto, il primo partito post-repubblicano (per la Lega andrebbe fatto un discorso a parte).
    Parlando di cose più sostanziose, Orlando ha sempre goduto di buona stampa: la cosiddetta “Primavera di Palermo”, cioè gli anni della sua prima sindacatura (una giunta che godrà poi anche dell’appoggio del PCI) è stata stramagnificata dalla Repubblica e dalle cricche annesse, mentre Orlando veniva promosso al rango di personaggio televisivo nazionale, permettendosi di sbraitare senza colpo ferire, dalle tribune di Rai 3, che Andreotti era un mafioso: in pratica, l’incarnazione del “professionismo dell’antimafia” di sciasciana memoria.
    Di spunti ce ne sarebbero tanti: si tratta di un periodo denso di cui solo adesso si inizia a cogliere la portata.
    Intanto, aspetto con trepidazione la seconda parte del saggio e porgo un modesto ma sentito “Vai avanti così!” a Federico Dezzani.

  37. Noto con piacere la presenza fra gli ospiti di questo straordinario blog di Danilo Fabbroni, ed invito oltre che alla lettura dei romanzi di Dezzani a quella dei libri di Danilo( che giuro non conosco se non attraverso la lettura dei suoi libri) che aprono uno squarcio di luce e verità nel mondo che ci circonda.
    Complimenti ad entrambi per i loro lavori.

  38. Caro Dezzani fuori dalle palle lo dica a suo fratello, se una semplice obiezione circostanziata la fa uscire di testa e’ un brutto segno per lei; forse ho sbagliato a darle credibilita’

  39. Questo articolo è la bussola politica, dovrebbero leggerlo si Rai 1 a ripetizione almeno per un mese per svegliare le cosce ne. coloro che ancora commentano insultando la prima repubblica, sono ignoranti o avvantaggiati dal nuovo sistema. Non si butta il bambino con l’acqua sporca, l economia mista difesa fino alla morde dalla DC ha permesso a milioni di italiani di uscire dalla povertà, di avere istruzione avanzata e sanità gratuita. Questo sistema liberista sta rigettato la popolazione nella povertà (Grecia), quindi aridatece Er gobbo che sta volta lo vengo a difendere io con il fucile

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