Accelera, giorno dopo giorno, il collasso dell’impalcatura euro-atlantica. I due turni delle primarie francesi hanno prima sancito la definitiva uscita di scena di Nicolas Sarkozy e poi la sconfitta del candidato europeista, filo-atlantico ed anti-russo, Alain Juppé: ne è emerso vittorioso il gaullista, cattolico e filo-russo François Fillon. Il 1 dicembre è stata la volta di François Hollande, che ha annunciato il clamoroso ritiro dalla corsa per le prossime presidenziali. Come la filastrocca dei “Dieci piccoli indiani”, i rappresentati dell’establishment cadono uno dopo l’altra. Il 5 dicembre toccherà con alte probabilità a Matteo Renzi e, se il candidato populista Norbert Hofer dovesse conquistare la presidenza austriaca dopo i brogli della scorsa primavera, non resterebbe che un “solo povero negretto, che in un bosco andò ed ad un pino si impiccò”: la cancelleria Angela Merkel.
Dieci piccoli negretti se ne andarono a mangiar…
Il ritmo degli eventi si è fatto incalzante negli ultimi mesi. L’analisi che scrivemmo a poche ore dal clamoroso esito del referendum che sancì l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, si è rivelata corretta: la Brexit, poco importa se ostacolata e ritardata dalla autorità britanniche, ha decretato la fine “dell’ordine liberale post-1945”, basato sull’egemonia angloamericana, sulla NATO e sull’integrazione europea in chiave atlantica.
Il disfacimento dell’assetto internazionale durato settant’anni sta causando un’ecatombe nel mondo politico, con un ritmo diventato anch’esso, inevitabilmente, impetuoso. Uno dopo l’altro, presidenti e capi di partito, progressisti o conservatori, così simili da essere interscambiabili (europeisti, atlantisti, russofobici, pro-immigrazione selvaggia, pro-matrimoni omosessuali, etc. etc.) soccombono, pugnalati dall’elettorato in aperta ribellione, infilzati dalla classe media sul piede di guerra. Settimana dopo settimana, mese dopo mese, la nomenclatura si assottiglia. È uno stillicidio così spietato e ripetitivo, da ricordare la famosa filastrocca dei “Dieci piccoli indiani” (“Ten Little Niggers” in lingua originale), il celebre romanzo giallo scritto da Agatha Christie nel 1939.
L’allegra comitiva di premier e statisti, i nostri dieci piccoli indiani (“negretti” nell’opera inglese), è quella che dal 2011 si prodiga per riplasmare il sistema internazionale, così da salvaguardare l’egemonia dell’oligarchia euro-atlantica, fortemente indebolita dalla Grande Recessione post-Lehman Brothers: destabilizzazione del Medio Oriente, eurocrisi per strappare gli Stati Uniti d’Europa, incentivazione dell’immigrazione indiscriminata, guerra per procura con la Russia, strategia della tensione per sedare l’opinione pubblica, etc. etc., sono le principali attività cui la lieta comitiva si dedica per cinque anni, sino alla tarda primavera del 2016.
È infatti un giovedì del tardo giugno, quando il primo “negretto” della compagnia è ferito a morte da una consultazione elettorale, da lui stesso promessa soltanto pochi mesi prima e sicuro di poterla vincere senza difficoltà (dice niente, Matteo Renzi?).
Il primo piccolo indiano è, ovviamente, David Cameron, il premier inglese che, dalla Libia alla Siria, dal golpe nazionalista in Ucraina al sostegno all’ISIS, è stato uno dei principali artefici della destabilizzazione internazionale degli ultimi anni. Evocato il referendum sulla permanenza nell’Unione Europea per ottenere la riconferma alle elezioni del maggio 2015, Cameron si avventura in un’impresa molto più insidiosa di quanto preventivato: a nulla gli serve l’appoggio di Barack Obama, della City, della finanza cosmopolita ed il ricorso a colpi bassi come l’omicidio della deputata Jo Cox. La sua battaglia contro la Brexit si trasforma in una clamorosa disfatta politica, che ne provoca la morte politica:
Dieci piccoli negretti se ne andarono a mangiar, uno fece indigestione, solo nove ne restar.
È grande lo choc per la morte del primo negretto.
Sui grandi media piovono dure accuse contro il vile assassino del povero David Cameron: si chiama “populismo”, ossia la ribellione dell’elettore medio ad anni di austerità, impoverimento, globalizzazione selvaggia, immigrazione di massa e perdita di qualsiasi controllo sulla gestione dello Stato. L’apprensione tra la comitiva di negretti sale, ma c’è la certezza di poter superare incolumi il prossimo appuntamento. E che appuntamento!
Si tratta delle presidenziali statunitensi che, qualora fossero conquistate da un “populista”, metterebbero a rischio tutta l’impalcatura occidentale. La paura è tale che, a Bruxelles come a Berlino, a Parigi come a Roma, non c’è un capo di Stato o tecnocrate che non tifi per la candidata che promette un’escalation militare con la Russia, ma garantisce allo stesso tempo la continuità del sistema euro-atlantico. La vecchia coppia Barack Obama e Hillary Clinton, cui si deve la Primavera Araba, la nascita dell’ISIS ed il rigurgito di Guerra Fredda, si ricompone quindi per fronteggiare la nuova minaccia: Donald Trump. A nulla vale la mobilitazione dei mercati finanziari, dell’ONU, del papa, di Hollywood e dell’intero circuito mediatico: altri due piccoli negretti cadono vittima della classe media in rivolta.
Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne restar. Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar: uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar.
La combriccola di presidenti e premier non è più allegra ora, ma smarrita e tremante: tre compagni sono già scomparsi ed anche i più importanti, quelli che sedevano ai vertici del sistema ed impartivano le direttive a tutti gli altri! Lungo la schiena dei poveri negretti superstiti corrono i brividi, perché l’assassino è in circolazione e, per uno scherzo del destino, si profila all’orizzonte una sfilza di tornate elettorali dove gli sarà possibile rapire e liquidare tutti i sopravvissuti.
Grande è l’apprensione in particolare per le presidenziali francesi dove, grazie al doppio turno, è possibile che la candidata populista Marine Le Pen conquisti l’Eliseo, decretando così la fine dell’integrazione europea su cui l’oligarchia massonico-finanziaria investe molto da quasi un secolo.
Un negretto, Nicolas Sarkozy, una vecchia conoscenza di quelli già caduti con cui rovesciò ed uccise il Colonnello Gheddafi, tenta di conquistare la candidatura alle presidenziali, sebbene molti altri della compagnia lo considerino ormai logoro: e non a torto, perché alle primarie del centrodestra, il povero Sarkozy raccoglie il 20% delle preferenze e, umiliato, annuncia l’addio definitivo alla politica.
Le speranze dell’oligarchia convergono allora verso il candidato Alain Juppé, che ha molti tratti in comune con agli altri negretti della combriccola: europeista, atlantista, favorevole alle sanzioni alla Russia, ostile al presidente siriano Bashar Assad1. Niente da fare! L’elettorato non obbedisce più ai media, né il soccorso degli elettori di sinistra è utile a salvarlo. Vince così il secondo turno delle primarie del centrodestra l’ex-premier François Fillon, “le candidat de Poutine”, gaullista di vecchio stampo, cattolico tradizionalista e colpevole di aver votato “no” al trattato di Maastricht nel 1992: c’è ne abbastanza per sentire odore di “Vandea” nei templi della libera muratoria francese.
È senza dubbio l’inaspettato esito delle primarie del 27 novembre a convincere un altro negretto a togliersi la vita, pur di sfuggire alla mannaia delle urne: è François Hollande, il socialista che nell’estate 2013 avrebbe volentieri bombardato la Siria, il presidente che ha inaugurato la sanguinosa strategia della tensione, spacciata come “terrorismo dell’ISIS” e costata oltre duecento vittime, l’uomo grazie cui la Francia è precipitata nel caos sociale e voterà alle prossime presidenziali in pieno stato d’emergenza.
Altri tre negretti, Sarkozy, Juppé ed Hollande, sono quindi scomparsi:
Sette poveri negretti legna andarono a spaccar: un di lor s’infranse a mezzo, e sei soli ne restar. I sei poveri negretti giocan con un alvear: da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar. Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar: un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar.
La combriccola dei presidenti e premier è sempre più sparuta e confusa. È così serrato il ritmo con cui stanno cadendo i compagni, che non c’è nemmeno il tempo di versare una lacrima o di recitare una preghierina.
Il primo dicembre è spirato Hollande e, a distanza di soli tre giorni, è grande il rischio che tocchi ad un altro negretto, il premier Matteo Renzi, cadere vittima di quello stesso referendum costituzionale da cui sperava di ottenere l’investitura popolare, mai conquistata alle urne. Solo pochi mesi prima, Renzi si beava al sole di Ventotene col suo amico Hollande, sognando un futuro radioso per l’Unione Europea, araba fenice dalla ceneri della Brexit: ora, rischia invece di seguirne il macabro destino. A quale sventurata combriccola di negretti si è associato Renzi, quando subentrò con un’oscura manovra di Palazzo al premier Enrico Letta!
A benedire quell’operazione tutta extra-parlamentare fu un altro membro dell’allegra comitiva, timoroso pure lui di perdere la testa il 4 dicembre: è l’ex-presidente Giorgio Napolitano, il puparo della Repubblica italiana, il capo dello Stato che, dalle pressioni per l’intervento militare in Libia alla defenestrazione di Silvio Berlusconi, proseguendo con la nascita del governo tecnocratico di Mario Monti, ha sempre agito in sintonia con la compagnia di negretti. L’attempato Napolitano spende tutte le sue energie per difendere la riforma Boschi, perché sa che gli storiografi sarebbero con lui implacabili se l’approvazione della nuova Costituzione, benedetta dalla Troika e da Washington, fosse bocciata alle urne. È grande, quindi, il timore che il 5 dicembre si contino altre due vittime:
Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar; uno un granchio se lo prende, e tre soli ne restar. I tre poveri negretti allo zoo vollero andar: uno l’orso ne abbrancò, e due soli ne restar.
Solo più due poveri negretti sono rimasti, da dieci che furono! E il destino è cinico e baro, perché il 4 dicembre la lama affilata dell’assassino può mietere ancora una vittima!
È l’europeista e, ça va sans rien dire, massone Alexander Van der Bellen, che si cimenterà nella ripetizione del ballottaggio delle presidenziali austriache, sfidando il “populista e xenofobo” Nobert Hofer. Il piccolo Paese alpino è costretto a tornare alle urne perché le “forzature” del meccanismo elettorale con cui si tentò di regalare la vittoria a Van der Bellen, furono così palesi da obbligare le autorità a invalidare il voto: furono quei voti per corrispondenza che decretarono il successo del candidato pro-UE con uno scarto di poche migliaia di schede ed è, per inciso, lo stesso trucco cui si sta disperatamente aggrappando il premier Renzi in queste ore.
I sondaggi vedono i due candidati appaiati, ma la dinamica di fondo, dalla Brexit alla vittoria di Donald Trump, lascia presagire la vittoria dell’anti-europeista Hofer e la parallela disgrazia del verde e “cosmopolita” Van der Bellen. A quel punto:
I due poveri negretti stanno al sole per un po’: un si fuse come cera e uno solo ne restò.
L’alba del 5 dicembre rischia così di sorgere e di trovare una combriccola non più allegra e numerosa, ma decimata ed affranta: caduto Cameron, trapassata la Clinton, immolatosi Hollande, travolto (si auspica) Renzi, chi rimane?
Rimane lei, Angela Merkel, la negretta che nel bene e nel male ha garantito l’unità dell’eurozona, la cancelliera che imposto le sanzioni anti-russe al resto dell’Europa, la “Mutti” che ha spalancato le porte all’immigrazione selvaggia.
Certo, il circuito dei media internazionali l’ha già elevata ad “ultima paladina dell’Occidente liberale”2, ma la sua esistenza si fa, giorno dopo giorno, sempre più grama e difficile: più nessun protettore alla Casa Bianca, più nessun Paese europeo (il Regno Unito) cui appiattirsi, più nessuna spalla all’Eliseo con cui scimmiottare un inesistente direttorio franco-tedesco, più nessun premier-cazzaro per giustificare una capatina a Ventotene!
Ma, soprattutto, la sconfitta di Van Der Bellen sarebbe un foschissimo presagio per la cancelliera: se la presidenza di un Paese centrale dell’eurozona e per giunta di lingua tedesca, come l’Austria, dovesse cadere in mano al Partito della Libertà, si assisterebbe allo “sdoganamento” dei populisti anche nel cuore germanico dell’Unione Europea. La vittoria di Hofer tirerebbe la volata agli euro-scettici e “xenofobi” di Alternativa per la Germania, erodendo ulteriormente l’elettorato della CDU-CSU.
Crede davvero Angela Merkel di poter conquistare un quarto mandato alla Cancelleria e di guidare una grande coalizione nera (CDU-CSU), rossa (SPD) e verde, se l’unione cristiano-democratica dovesse precipitare al minimo storico? Alla Casa Bianca siederà allora un presidente che ha sferrato duri attacchi contro la sua politica pro-immigrazione ed è perfettamente consapevole che la cancelliera è l’ultimo residuato dell’era Bush-Obama-Clinton. A quel punto, la filastrocca si concluderebbe:
“Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò: ad un pino s’ impiccò e nessuno ne restò”.
1http://www.lefigaro.fr/elections/presidentielles/primaires-droite/2016/11/24/35004-20161124ARTFIG00256-syrie-crimee-les-vraies-positions-d-alain-juppe-et-francois-fillon-sur-vladimir-poutine.php
2http://www.nytimes.com/2016/11/13/world/europe/germany-merkel-trump-election.html
Complimenti sempre per l’intreccio e la capacità di lettura di dati tanto complessi.
Le propongo un ulteriore “pacchetto di dati” che, a mio modestissimo parere, sono imprescindibili per capire quale quadro geo-politico si stia per profilare a partire dalll’insediamento di Donald Trump:
– Il nuovo numero uno del Pentagono sara’ l’ex generale dei marine James Mattis, predilige la linea dura con gli avversari e con l’Iran in particolare. Lo scorso aprile, parlando al Center for Strategic and International Studies, stigmatizzò l’accordo sul nucleare iraniano e sottolineò come l’attenzione venga erroneamente concentrata solo sui gruppi terroristici come Isis o al-Qaeda, mentre è l’Iran a rappresentare «la più forte minaccia per la stabilità e la pace nel Medio Oriente».
– Vladimir Putin ha approvato una linea aggiornata di politica estera che si continuerà a rafforzare le relazioni con la Cina e la sua posizione militare nella regione asiatica e nell’oceano Pacifico, zone considerate fondamentali per la propria politica estera. A ottobre è stato comunicato che la Russia e la Cina si sono unite per contrastare il sistema di difesa missilistica degli Stati Uniti, che entrambi i paesi considerano un rischio per il proprio territorio.
– Russia, Iran ed adesso la Cina. Putin ha formato una nuova “triplice alleanza” in Siria con i paesi storicamente vicini al Cremlino.
In buona sostanza, questa nuova linea del Pentagono riuscirà a conciliarsi con il tentativo bilaterale di Trump e Putin di distendere i rapporti tra le due potenze? Se il nuovo obiettivo degli Usa sarà quello di colpire l’Iran, mi sa che possiamo dire addio alla distensione.
Per la politica di trump il nodo iran è tanto palesemente contraddittorio che credo sia puro tatticismo . Daltronde qualcuno ha gia’ detto che Trump sara’ un “lenin alla casa bianca”
E’ di questi giorni la notizia che L’ Iran modificherà la propria costituzione per consentire alla Russia l’ utilizzo della base aerea di Hamadan per un periodo iniziale di cinque anni. La base era già stata utilizzata in alcune occasioni dai bombardieri russi nella guerra in Siria.
Dezzani Dezzani spero sempre che lei abbia ragione perché il risveglio dal sogno potrebbe essere tragico.
Sempre convinto della vittoria netta del NO!
Federico, The Lord of the Ring (politico)…!
caro Dezzani da giovane guascone ci hai voluto mettere la faccia PRIMA, ma forse scaramanticamente era meglio aspettare altre 48 ore …. mai fidarsi troppo dell’ “italiano medio”😎
Mai dire gatto finche’ non ce l’hai nel sacco … L’Impero non si arrendera’ facilmente ad un mondo multipolare ( en passant: l’unico ‘democratico’…). Morale: entropia con caos globale: ma non era forse questa la politica delle elites … ? Cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: come mai …
Caro Federico, ho paura di non poter condividere il tuo ottimismo, prova a dare un’occhiata all’interessante articolo dell’ottimo sito Comidad:
http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=612
La massa critica degli italopodi teleberlusconidiotizzati farà il resto.
Temo che il tuo prossimo articolo sarà simile a questo:
http://www.linkiesta.it/it/article/2011/09/21/hacker-ecco-il-manuale-per-la-guerriglia-online/6318/
Con grande stima e riconoscenza, ti abbraccio.
Marco
Grande Federico, mi fa piacere vederla “divertirsi” per la situazione e soprattutto di renderci partecipi!
MI piacerebbe aver risposta a un paio di domande: Elenco lungo di quelli per il si da ROmano Prodi a Napolitano etc… ma perché Grillo Casaleggio ( pure spie sono per il NO) D’alema è per il NO ( se non sbaglio e comunque certa sinistra e stampa di sinistra atantista?
E poi quando ci scrive un bel romanzo su come questi negretti quando si incontrano pianificano strategie della tensione omicidi vari ( Regeni …. ). Le dirò: appena sentito dell’omicidio della COX ho pensato: bastardi la hanno ammazzata! ed è relativamente facile organizzare questo ( ma un bel romanzo ci starebbe pure bene. Ma organizzare un sacco di altre cose tipo la strategia della tensione in Francia un “camion senza nessuno al volante” ….. ci sono coinvolte un sacco di persone nelle indagini e durante il fatto che , mi domando come sia possibile che non scappi nulla!! BUon fine settimana di divertimento per tutti. Roberto
Tacito chiese forse in cielo che il suo successore avesse pure lo spirito del suo amico Plauto. L’esito mi pare non ammetta paragoni forse ancora per qualche secolo. Il vostro problema, ben incardinato nel 1958, è che mente la Francia ha nella figlia di Jean-Marie la donna che, ancora una volta, né ripulirà il degrado, nelle terre che furono di Roma nessuno per molto tempo ancora sarà in grado di guidarne la ricostruzione. L’industria italiana in pratica non esiste più. Il giornale che avrebbe dovuto almeno darne un cenno, da noi ovviamente controllato, nel non farlo è collassato con essa, accompagnato da tutta la stampa. Lucido, un gioviale ed enorme deputato spiegava come narcotici e lussuria da basso impero siano ormai l’unica cosa che accomuna le ‘classi dirigenti’. Un nostro allievo, forse il più intelligente che mai abbiamo avuto nella ex Roma, commentando il 50esimo rapporto annuale con cui ha raccontato il vostro paese, mentre i nostri Dante causa a Zurigo e a Geneve lavoravamo alla sua distruzione, ha compreso tutto e d’accordo con il genio autore di queste pagine, ha chiosato. Dal prossimo anno non ci sarò.
Ho grossi dubbi su quanto sta accadendo. In Spagna dovevano votare il 25 Dicembre e li hanno bloccati. In Austria penso che Van der Bellen vincerà e se vince anche il si in italia, l’europa ha serrato i ranghi. Se vince Fillon con i voti socialisti la Le Pen è spacciata. Poi rivincerà la Merkel. Non sarà cambiato niente. Anzi più Europa con la forza… purtroppo e che tristezza ! Andiamo almeno a votarli sti cazzo di Stati Uniti d’Europa e non se ne parla più porca putt… Boschi !
Per ragioni anagrafiche, son passato tante volte attraverso momenti come questo. Il timore di non farcela ci assale e ci prende alla gola. Sembra che tutti i ragionamenti che abbiamo fatto fino ad ora non abbiano più alcun valore e che non ci sia più spazio finanche per la speranza. Al contrario, domani sera festeggeremo la vittoria del NO e, vedrà, anche Hofer ce la farà (pensi che roba! Io sarei un vecchio socialista libertario … e mi trovo costretto a fare il tifo per un “destro”). Ha da passà ‘a nuttata, come diceva De Filippo. E quel giorno vorrei esserci anch’io.
Io sono un liberale vero e spero che vinca il NO. Alla fine tutte le posizioni convergono quando il “nemico” o “re” è nudo. Spero in una vera democrazia con una finanza sana e non tiranna come quella in cui viviamo. Queste sono potenziali rivincite ma siamo ben lungi dal costruire qualcosa di buono. Per questa volta Rosso Piceno sono d’accordo con lei. Domani mi alzo e vado a votare NO, come del resto gli altri miei familiari. Spero di poter commentare Lunedì su questo blog con le parole della gioia di una vittoria sincera della libertà e della Costituzione che da ormai quasi 70 anni accompagna l’Italia e gli italiani. Forza NO !!!!!!
Caro Corto
leggendo il tuo posto mi e’ calata una lacrima
Anche io sono come te. Un liberale che oltre a dover sopportare questa Unione Socialista Europea deve pure sopportare le angherie di quelli che la odiano come me e deve sentire dire che questa Unione è costruita su regole liberali.
Vorrei sapere chi è il pensatore liberale che si e’ schierato a favore dell’abolizione del segreto bancario e dell’anagrafe tributaria
Faccia così, Tenerone. Dia un’occhiata al sito http://orizzonte48.blogspot.it/
Dia un’occhiata alla sezione “GUIDA (MINIMA) ALLA LETTURA DEL BLOG”, poi non esiti a scandagliare gli articoli precedenti, dove si parla a lungo degli “Austriaci” e della struttura liberista dell’Eurozona. Si sforzi di capirci qualcosa, poi se vuole se ne riparla.
Non sarebbe meglio, in effetti, se prima di scrivere su un argomento, lei si sforzasse di capirci qualcosa, di quello che scrive? Cosa dovrebbe fare, un povero cristo che la legge? Colmare in un solo commento le sue palesi deficienze culturali (Unione Socialista Europea, ostia! Questa me la scrivo e la rilancio) e la sua singolare lettura della realtà?
Lei avrà già perdonato il mio modo di scrivere, forse troppo diretto.
Io sono seguace di BARRA CARACCIOLO (cui fa capo il blog citato) e le mie analisi come evidente sono figlie di quel che dice sull’Europa. Non faccio che ripetere bovinamente quel che dice anche perché non ho il suo livello culturale, Ma non sono d’accordo con lui nell’individuare nel liberalismo il nemico. I fatti sono fatti e non solo quel che ha fatto Monti è contrario a ogni idea liberale, ma i liberali a cominciare da Martino si sono sempre opposti a questo schifo.
La realtà è che una certa sinistra, orfana dell’Unione Sovietica, ha rubato alcune idee liberali e le usa ad cazzum. Ma di questo non possiamo essere responsabili noi liberali.
Che poi a sinistra ci siano fior di galantuomini che si oppongono a questi farabutti io non lo nego. Tu sei di sinistra e mi sembra che sei in linea con me per fermare questo mostro europeo.
Cito uno per tutti : Nino GALLONI che non a caso cita un episodio in cui per arrivare alla moneta unica CIAMPI ricatto’ BERLINGUER, Ora quando criticavo CIAMPI gente di sinistra minacciava di linciarmi. Ma devo riconoscere che BERLINGUER vide lontano quando si oppse alla marcia verso la moneta unica. Invece di cercare un facile capro espiatorio, sarebbe molto piu’ utile analizzare la situazione e vedere chi ha tradito l’Italia.
Per colpa tua e di Dezzani mi cacceranno di casa.
Continuate a fare queste affermazioni che portano sfiga e io giu’ a fare macumbe e riti scaramantici per allontanare la jella
Al piano di sotto si sono stufati del tanfo di aglio bruciato che viene da casa mia.
Ottimo.
Quanti commenti tra l’ironico (cattivo) e il pessimismo (rassegnato), non sono una maga, non lo è neanche Federico, ma quando l’aria comincia a tirare da un certo versante non c’è barriera che tenga, il castello di carte, inevitabilmente, crolla.
Federico, mi hai fatto troppo ridere con questo fantastico articolo 😀 Grande!!!!
Appuntamento a domani 😉
Che Dio ti benedica Federico!
Devo dire che, fino ad adesso Federico li ha azzeccati tutti i suoi “presagi”.
Non penso che la cosa finisca, anche perché è fin troppo facile far osservare che in Italia, con tale governo di ispirazione criminale-filo bancaria-massonica, il disastro è + che assicurato.
Anche se molti non hanno ancora ben compreso il sistema monetario, ovvero la truffa che si cela dietro alla moneta FIAT, molti invece hanno ben compreso come il governo con la sua azione furtiva, sta cercando di sostituire il popolo italiano in perfetta linea con il sistema MASSONICO, cui il papa Benedetto, ha dato la sua “benedizione” non che ha intascato pure lui il fio.
Mi fermo qui, in quanto già questa situazione è chiarissimamente visibile…. poichè quando una cosa diventa visibile, non può più essere messa sotto silenzio… anche se si sbracano nel dire che la cosa non è quella.
Sono ottimista e spero che la maggior parte della gente abbia in un certo senso capito, che tale governo sinistroide filo bancario, non può e non deve andare avanti.
Un saluto a Federico.
Spero che vinca il NO che ci libererà da Renzi. Aldilà del merito che comunque ritengo che si debba necessariamente migliorare, il problema principale è l’enorme arroganza e superficialità con cui si sono affrontati certi temi da parte del premier in carica. Che la costituzione sia da aggiornare è indubbio. Tuttavia piuttosto che fare una nuova assemblea costituente si è preferito fare accordi di basso cabotaggio in Parlamento. E questo crea un precedente pericoloso!
Sig. Federico, le scrivo anche a Lei sperando in una sua risposta…
Molti Dimenticano che lo Stato Italiano, avendo firmato a Parigi se non mi sbaglio nel 47, un accordo segretissimo e non divulgabilea seguito del trattato di armistizio, di fatto è messo al laccio dagli USA. Ora vorrei ragionare con Lei su una cosa che mi sembra elementare ma che vorrei un suo pensiero. Bene, se una nazione e una società si legano mani e piedi con lacci e laccioli, e questa nazione si scinde come una qualsiasi società in una nuova o se vogliamo, diversa forma di gestione come esempio un federalismo in stile Svizzero, la cosa comporterebbe ancora l’onere di rispettare il “capestro?” Io penso di no… nel senso che in una società che si trasforma in altra, i “debiti/vincoli/obblighi” rimangono con la “vecchia” società. Alla nuova non può essere addebitato nulla.
Grazie perla sua disponibilità e risposta.
Questo commento è solo per prova (ho lasciato un commento ma non appare).
Complimenti, mai visto una cosa così! (ed io leggo molto). Sei unico!
oops!…pardon.. mai vista
Pardon a tutti, ma faccio prove di miei commenti che non vedo.
Complimenti Sig. Dezzani. Articolo fantastico degno di una trama shakespeariana (naturalmente vista dal lato del mio pensiero). Se mi permette, io avrei aggiunto qualcosa al lieto fine: dopo la morte a vario titolo dei piccoli indiani, arrivò Aladino, con la lampada magica, che ordinò al genio di regalare al mondo pace, gioia, lavoro e ricchezza …..
E intanto in Austria sembra che il nazionalista abbia perso…
Ottimo articolo.
Nel frattempo in Austria: vince il “verde”, clamoroso lo staff di Hofer ammette la sconfitta con delle proiezioni pochi minuti dopo la chiusura dei seggi elettorali !!!
Ma come si fa a rubare in questa maniera?
Inizio a temere “cose turche” anche da noi.
Ore 12:00 affluenza 20% mi sembra alta ???
E’ arrivato il mio commento???
Non resta che fare gli scongiuri…ed aspettare domani.
La Borsa italiana questa settimana ha mostrato di non temere l’esito del referendum…
Grillo,invece, a Torino, è stato molto prudente.Booh??!
Comunque, la storia ha preso un cammino diverso da prima. Non finirà tanto presto.
Ho solo un problema. E se facessimo vincere Renzi, non sarebbe addirittura meglio?
Perchè, lui, appena dicono no, se ne va. OK.
Nel 2017, arrivano tutti i disastri bancari sulla penisola. OK.
Le borse crollano, le Banche tagleggiano i depositanti, ecc…La disoccupazione sale, e nessuna promessa del giovane Renzi verrà mantenuta.
Nel 2018, alle urne, si ripresenterà Matteo Renzi, che ci dirà: “Avete visto cosa è successo a non votare la mia Costituzione?”( Cosa che non c’entra un c…zo coi disastri bancari ecc. che ci pioveranno addosso. Ma il popolo ci crederà…).
E allora?
Se invece Renzi vincesse ADESSO e dovesse tener fede ai suoi impegni- COSA CHE ESCLUDO AVVERRA’, lui potrebbe essere travolto dalle sue promesse bugiarde.
E noi ci saremmo sempre liberati di lui.
Mah.
Ma questo Hofer che ammette la sconfitta prima ancora che abbiano conteggiato la metà delle schede e sulla base di proiezioni???
Non è che si scrive Hofer e si legge Tsiparas?
l’Europa serra i ranghi. In Austria Hofer ha perso ! Dezzani cosa ci dici? in italia cosa sta accadendo? La nostra cara Italia svenduta per due fritture ? Che fine di me..da. PS Il prossimo che incontro per strada e si lamenta dell’Euro gli mollo un destro fra i denti
stai preparando già l’articolo sulle matite e voti all’estero? Dobbiamo distruggere tutto !