Nel segreto della cassetta postale, Bruxelles ti vede!

Dopo la clamorosa bocciatura olandese dell’accordo di associazione UE-Ucraina e la morte in fasce della legislatura spagnola, l’Unione Europea evita per il rotto della cuffia un’altra debacle dagli effetti difficilmente calcolabili: per 31.000 voti il candidato verde alla presidenza austriaca, Alexander Van der Bellen, supera l’euroscettico Norbert Hofer del Partito della Libertà Austriaco. Decisive si rivelano le preferenze per posta, la cui esplosione numerica rispetto al primo turno lascia adito a qualche dubbio sulla correttezza del voto postale, storicamente oggetto di brogli. L’exploit del Partito della Libertà Austriaco conferma comunque che il colpo di grazia alla UE partirà dalla destra dello schieramento politico. Perché? Non avrebbero dovuto essere le sinistre ad intercettare il malcontento per l’impoverimento generalizzato di questi ultimi anni?

C’è posta dalla UE

Cerchiamo di tenere alto il livello dei nostri lavori e di non scadere in facili dietrologie, consapevoli dell’onere che ci addossiamo: se il candidato alle presidenziali austriache, il verde ed europeista Alexander Van der Bellen, ha superato di 31.026 preferenze l’euroscettico, “xenofobo e populista”, Norbert Hofer, e l’apporto determinante alla vittoria è stato fornito dai voti postali, i benpensanti hanno gioco facile a difendere il risultato appellandosi alla sacralità del voto. I maliziosi che contestano l’esito elettorale, invece, hanno il gravoso compito di dimostrare la fondatezza delle loro accuse, destinate altrimenti a rimanere banali, risibili, congetture.

Chiamiamo quindi a testimoniare nientemeno che l’OSCE, la blasonata Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, e lo facciamo attraverso il rapporto sulle elezioni federali svizzere del 2007: in quell’occasione fu ampio il ricorso al voto al voto postale, perché ogni cittadino ricevette nella sua buca delle lettere una scheda elettorale, da usare in alternativa al seggio. Scrive l’OSCE1:

The system could be vulnerable to manipulation when no checks are undertaken. Given the current level of checking, the use of ‘default’ postal voting, where all electors are sent a ballot packets, does make electoral malfeasance possible by anyone willing to intercept and use otherwise genuine ballot packets.

L’ampio ricorso al voto postale è facilmente soggetto a manipolazione, dice l’OSCE, da parte di qualsiasi malintenzionato che voglia intercettare le schede elettorali, “altrimenti valide”: le lettere rispedite ai seggi sono infatti rigorosamente anonime, in ottemperanza al diritto di segretezza del voto, ed è quindi impossibile verificare che le buste siano state compilate da mittenti autentici o fasulli. Il sistema adottato per le presidenziali austriache prevede, un po’ sulla falsariga del modello svizzero, che possano ricorrere al voto postale (Briefwahl) sia i cittadini austriaci all’estero (im Ausland), sia quelli in patria (im Inland) che ne facciano espressa richiesta2: si aumenta così il tasso di partecipazione al voto ma, d’altro lato, si introduce un passaggio nel meccanismo di voto (la trafila postale) facilmente “vulnerabile alle manipolazioni”, per usare le parole dell’OSCE.

Si arriva al primo turno delle presidenziali austriache. Il 24 aprile si sfidano il candidato socialdemocratico e quello popolare, espressione dalla grande coalizione al governo, il verde Alexander Van der Bellen, convinto sostenitore dell’Europa unita e federale, e l’euroscettico Norbert Hofer, rappresentante del Partito della Libertà Austriaco, formazione “nazionalista e populista”. Nonostante i sondaggi diano per vincente il verde Van der Bellen3, dallo spoglio elettorale emerge tutt’altro risultato: i popolari ed i socialdemocratici, fermi entrambi all’11%, incassano una storica sconfitta, rimanendo esclusi per la prima volta dal 1945 dal secondo turno delle presidenziali, Van der Bellen si ferma al 21% ed Hofer schizza al 35%.

A nulla, quindi, è servito il giro di vite sull’immigrazione del governo austriaco in vista delle elezioni, culminato il 14 aprile con l’annuncio di una possibile chiusura del Brennero4: il malessere dei cittadini dovuto all’ondata migratoria che transita dal piccolo Paese alpino (passano un milione di profughi ed immigrati nel solo 2015), saldandosi alla delusione per le scarse prestazioni dell’economia (sempre ad aprile la banca Hypo Alpe Adria è liquidata ricorrendo alle nuove regole del “bail in”), gonfia le vele del populista Hofer, gettando lo scompiglio a Bruxelles e dintorni. Il terremoto politico è di tale magnitudo che, a distanza di due settimane, il premier austriaco Werner Faymann è costretto alle dimissioni.

Si notino i numeri: i voti espressi ammontano a 4.279.170 (affluenza al 70%) di cui 535.000 voti postali5 , che, rispetto alle preferenze espresse ai seggi, riducono il vantaggio di Hofer (dal 36,4% al 35,1%) a tutto beneficio di Van Der Bellen (dal 20,4% al 21,3%). I voti postali, per qualche oscuro motivo statistico, anziché ripartirsi in maniera uniforme tra i candidati, si concentrano su alcuni di essi (quelli europeisti in particolare!): il mezzo con cui è espresso il voto non è quindi neutrale, ma ha precisi connotati politici. Cambia il reddito degli elettori? Cambia il grado di istruzione? Cambia l’età? O si tratta di manipolazione?

Sopraggiunge il 22 maggio ed è tempo di ballottaggio: questa volta, è lo “xenofobo” Norbert Hofer ad essere dato in vantaggio dai sondaggisti, mentre tutte le speranze dell’establishment euro-atlantico sono riposte in Van der Bellen. Significativi gli epiteti che Hofer affibbia allo sfidante, quali “massone” e “candidato dell’élite, degli snob e della Commissione europea6: peraltro epiteti giustificati, considerato che Van der Bellen, per sua stessa ammissione7, è stato per diversi decenni affiliato alla “Innsbrucker Loge”, la loggia massonica di Innsbruck.

I voti espressi salgono al secondo turno a 4.477.942 (affluenza al 72%), grazie alla vera e propria esplosione del voto postale che, con un balzo del 39,5%, raggiunge il record di 746.000 schede: si noti, altra anomalia statistica, che, senza l’incremento degli 211.000 voti postali, l’affluenza sarebbe stata addirittura inferiore di 13.000 schede al primo turno. Una decina di migliaia di elettori che il 22 aprile si è recato alle urne diserta l’appuntamento, mentre gli amanti della cara, vecchia, posta cartacea, aumentano di un numero superiore agli abitanti della città di Linz, neonati inclusi. Ma…

L’exploit del voto postale si rivela presto determinanti per decidere l’esito della consultazione. Il “populista” Hofer, concluso lo spoglio nei seggi domenica sera, ha infatti un vantaggio sul “massone” Van der Bellen di 144.000 preferenze (51,9% contro 48,1%); il vantaggio è però annullato, anzi ribaltato, quando lunedì mattina inizia il conteggio dei voti per posta. Ben oltre il 61% dei “Briefwahl”8  , dei voti postali, arride a Van der Bellen, consentendo così al candidato europeista di superare l’avversario di 31.000 voti. Si noti ancora che, senza l’esplosione numerica del voto postale (+39,5%) rispetto al primo turno, Van der Bellen avrebbe comunque perso, anche con il 61% delle preferenze. Sorge di nuovo spontaneo il quesito: perché il campione del voto postale è così diverso da quello delle cabine elettorali? Cambia il reddito dei votanti? Cambia il grado di istruzione? Cambia l’età? O si tratta di manipolazione?

Io sto partendo proprio per Vienna. Bene, sono molto contento” gongola soddisfatto Romano Prodi9. Si goda l’elezione di Van der Bellen e ringrazi anche le poste austriache, potremmo aggiungere noi.

Si tratta comunque di una vittoria di Pirro perché, dall’Austria all’Inghilterra, dalla Polonia alla Francia, le forze “populiste, xenofobe e anti-europeiste” crescono vigorose ovunque: è nient’altro che la fisiologica e spontanea reazione dell’elettorato a quasi 30 anni di globalizzazione e integrazione europea, i cui unici beneficiari sono stati l’alta finanza ed i partiti politici a lei subalterni.

Perché la reazione, come nel caso di Norbert Hofer in Austria, è venuta dalla destra e non dalla sinistra dello schieramento politico?

La grande Vandea europea

Lasciamo ora i freddi numeri dei conteggi elettorali per addentrarci in un’analisi puramente politica.

Arrivati a quasi metà del 2016, si sono ormai dissipati anche gli ultimi dubbi sulla natura della reazione politica ai danni prodotti dall’Unione Europea, che si tratti di crisi economica o di apertura indiscriminata all’immigrazione: si tratta di una reazione che nasce e cresce alla destra dello schieramento politico.

Dal Partito della Libertà austriaco ad Alternativa per la Germania, dal Diritto e Giustizia polacco al Front National francese, dal Partito per la Libertà olandese al Fidesz ungherese, la ribellione contro Bruxelles e le élite euro-atlantiche ha tutti i tratti di una grande Vandea europea, dove col termine “Vandea” si fa riferimento alla lunga e sanguinosa resistenza conservatrice (1793-1796) contro la Francia rivoluzionaria ed ai suoi eserciti. L’unica, significativa, eccezione in questo quadro è rappresentata dal premier slovacco Robert Fico, definito, non a caso, come “socialdemocratico nazionalista” o “nazionalista di sinistra”; i vari partiti contestatari, da Syriza al Movimento 5 Stelle, non vanno invece neppure presi in considerazione, essendo ormai chiaro a qualsiasi osservatore equanime, come siano funzionali alla conservazione dello status quo, che si chiami UE oppure NATO.

Perché la reazione dell’elettorato è partita da destra? Perché assistiamo ad una Vandea conservatrice anziché ad un giacobinismo di sinistra, inflessibile nel difendere i diritti dei cittadini, calpestati da anni di impoverimento generalizzato, e nel chiedere la testa dei tecnocrati europei?

Dopotutto, a pensarci bene, un simile sbocco politico era tutt’altro che scontato quando, nel lontano 2011, scoppiò la fase più virulenta dell’eurocrisi. Anzi, “pane” per le destre europee è stato fornito in abbondanza solo di recente (con l’inizio della grande ondata migratoria verso l’Europa centrale e nordica nella tarda primavera 2015), mentre la vertiginosa caduta del tenore di vita, le condizioni sempre più precarie del lavoro e l’aumento drammatico della disoccupazione giovanile, sono fenomeni che risalgono all’introduzione dell’euro (2002), poi aggravatisi con la recessione del 2009 ed infine esplosi con l’acme dell’eurocrisi (2011-2012).

Le sinistre avrebbero dovuto essere le prime a cavalcare il malcontento dell’elettorato, causato netto peggioramento delle condizioni di vita, scagliandosi contro le ricette neoliberiste (privatizzazioni, lavoro precario, tagli allo Stato sociale, etc. etc.) sui cui si basano le politiche di svalutazione interna, imposte dalla Troika non solo alla Grecia, ma anche a Portogallo, Spagna, Francia, Italia, etc. etc. Capita, invece, che vocaboli come “nazionalizzazione”, di un’impresa in cattive acque oppure di un’azienda strategica, escano solo più dalla bocca di esponenti politici di destra, come Marie Le Pen10.

Perché un esito così paradossale? Perché “l’Europa unita”, nata nell’immediato dopoguerra per contenere l’avanzata del comunismo moscovita, è terrorizzata oggi dall’avanzata delle destre?

Una prima risposta possibile è che i partiti comunisti (in primis quello italiano) e socialdemocratici, perduta la stella polare dell’URSS e svanita la pressione a soddisfare le esigenze dei lavoratori per frenare derive massimaliste, si sono convertiti tout court alla causa europeista, investendoci un tale capitale politico da rischiare, oggi, la bancarotta (come, in effetti, sta avvenendo ai socialdemocratici in Germania ed Austria, ai socialisti in Francia, ed ai catto-comunisti del PD in Italia –absit iniura verbis: si vuole solo evidenziare la matrice cattolica e comunista del partito-).

La risposta poggia sicuramente su solide basi, ma rischia di fermarsi alla superficie del problema, senza cogliere le affinità più profonde tra la finanza cosmopolita che da almeno un secolo insegue l’Europa federale (i famosi Stati Uniti d’Europa) e le sinistre europee. Tra la finanza liberal della City e di Wall Street, quella che propugna i mercati deregolamentati, il lavoro iper-flessibile, la globalizzazione selvaggia, etc. etc., e le sinistre post-Guerra Fredda, c’è una comunanza di sentimenti che va ben oltre il significato del termine “liberal”, ossia di liberalismo progressista.

L’affinità più profonda tra le oligarchie finanziarie e la sinistra deve essere cercata, a nostro avviso, nella loro natura intimamente rivoluzionaria, dove per “rivoluzionario” non si intende l’abbattimento anche violento di un sistema ormai esausto, per sostituirlo con un nuovo e vitale, bensì si fa riferimento all’accezione di “sovvertimento” del termine “rivoluzione”. Le oligarchie finanziarie (quelle dei Soros, dei Rothschild, degli Schroder, per intendersi) e le sinistre europee, che dopo il 1989 hanno abdicato alla difesa dei lavoratori, sono intimamente legate dallo spirito di sovvertimento dell’Occidente, che le spinge ad individuare nella famiglia tradizionale e nello Stato-nazione (l’aggregato politico di più famiglie) i principali nemici da abbattere.

Ecco perché la minaccia all’Unione Europea non viene da sinistra, ma da destra: perché l’Unione Europea è allo stesso tempo un mezzo per la finanza cosmopolita di scardinare lo Stato-nazione (sottraendogli dosi crescenti di sovranità e favorendo l’immigrazione indiscriminata) e, attraverso le direttive e le politiche economiche della UE stessa, un mezzo delle sinistre per scardinare la famiglia tradizionale (dalla parificazione del matrimonio all’unione tra persone dello stesso sesso all’incentivazione della denatalità, rendendo impossibili alle giovane coppie retribuzioni stabili e dignitose).

Unioni civili, il Parlamento Ue all’Italia: «Dica sì ai matrimoni gay»” 11, “Respingimenti di migranti, Ue condanna Italia. Monti:peserà su scelte future” 12 sono alcuni dei mille titoli citabili a proposito, mentre personaggi del calibro di Laura Boldrini ed Emma Bonino, convinte sostenitrici degli Stati Uniti d’Europa ed allo stesso tempo dei matrimoni omosessuali, della porte aperte all’immigrazione e della cittadinanza facile, sono l’incarnazione vivente della contiguità tra la finanza cosmopolita e le sinistre europee.

Concludendo, è più che naturale che la fine dell’Unione Europea, prodotto della finanza internazionale che si muove tra la City e Wall Street, venga dalla destra dello schieramento politico e non dalla sua sinistra: i generosi finanziamenti elargiti da Vladimir Putin al Front National francese corroborano la tesi che il ruolo di antagonisti del sistema atlantico, svolto durante la Guerra Fredda dai partiti comunisti, è stato ereditato oggi dalle formazioni nazionaliste. I vecchi compagni rossi rimasti fedeli a Mosca, volenti o nolenti, devono farsene una ragione ed agire di conseguenza.

 

votopostale

1http://www.osce.org/odihr/elections/switzerland/31390?download=true

2https://www.help.gv.at/Portal.Node/hlpd/public/content/32/Seite.320520.html

3http://www.huffingtonpost.it/2016/04/24/elezioni-austria-estrema-destra_n_9767724.html

4http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/14/migranti-austria-se-litalia-continua-a-far-passare-profughi-chiudiamo-il-brennero-tirolo-non-sara-sala-di-attesa/2635306/

5http://www.nachrichten.at/nachrichten/politik/bundespraesidentenwahl/art199104,2215658

6http://www.repubblica.it/esteri/2016/05/22/news/presidenziali_austria_hofer_scheda-140371131/

7http://meinparlament.wienerzeitung.at/p/739/alexander-van-der-bellen/?site=question&&p=10

8http://www.kleinezeitung.at/s/politik/innenpolitik/4994636/Alexander-van-der-Bellen-wird-neuer-Bundespraesident

9https://www.lastampa.it/2016/05/23/esteri/austria-media-vince-il-verde-der-bellen-sconfitto-hofer-5VjAixsTioCFIaJ7Jy4H8H/pagina.html

10http://www.spiegel.de/international/europe/interview-with-french-front-national-leader-marine-le-pen-a-972925-2.html

11http://www.corriere.it/cronache/15_settembre_08/unioni-civili-parlamento-ue-all-italia-dica-si-matrimoni-gay-6d9d6a4c-563d-11e5-b0d4-d84dfde2e290.shtml

12http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE81M02620120223

40 Risposte a “Nel segreto della cassetta postale, Bruxelles ti vede!”

  1. Nemmeno 24 h dal più classico degli inganni delle democrature, ed ecco spiegato da questo genio italiano il broglio elettorale consumato a Vienna oggi; e fra poco a Londra. Seguendo il nostro esempio, caro Professore, le grandi elites austriache si riunivano ad Alpenbach. C’era un giovane genio che capiva la storia reale della scienza come mai nessun altro prima; specie proprio i viennesi che si distinguevano per ottusità. Ecco, Professore, di quel genio lei ha i tratti essenziali. E Roma, per suo tramite, spiega e disvela di nuovo il mondo.

    1. Ahahaha! Grazie, Willi!
      Penso però che i brogli elettorali siano impossibili su grande scala: oltre un certo limite, cambia il tipo di “risposta”. Non più schede falsificate, ma colpi di Stato, terrorismo, etc.

      1. caro Dezzani,
        è così sicuro che i brogli abbiano limiti tecnici?
        Vede, la “guerra elettorale”, o electoral warfare, è una tecnologia raffinatissima, migliorata continuamente attraverso un susseguirsi di “generazioni” come ogni altro sistema d’arma, e impiegata con succeso dagli USA (e con meno successo da altri) da oltre un secolo. L’electoral warfare serve esattamente a evitare golpe e terrorismo, che costano e possono impantanarsi con in Nicaragua negli ’80 o in Siria adesso, perché è infinitamente più efficiente e efficace. Diciamo che questo strumento sta ai golpe come le bombe a guida laser stanno alle bombe a gravità:
        http://www.isn.ethz.ch/Digital-Library/Articles/Detail/?lang=en&id=190103

        1. Hai ragione, per evitare i brogli ci vuole una fortissima percentuale di scarto…ma il popolo è coglione e arriva alle votazioni spaccato in due, o in 3 come le nostre ultime, che hanno permesso, sicuramente coi brogli, l’installazione dell’ebete fiorentino all’attuale postazione dittatoriale.

        2. Il broglio elettorale e’ l’anima e la base della democrazia. In Italia, dal Plebiscito finanche alle lontane oramai passate elezioni, il “broglio” e’ stato l’elemento chiave che permette di governare la colonia italiana.
          I giudici italiani sono per il 90% burattini, per il 9% complici e per l’1% vittime.

  2. Io, come sempre alla fine di un suo articolo, spero che la conclusione di questa grande farsa chiamata UE sia davvero ad un passo…. , nel sentire le notizie provenienti dall’austria, almeno qualche milione di persone avrà pensato al broglio, quanti malpensanti caro Dezzani! Lei x primo! 😉

  3. Il fatto che il candidato della destra, Hofer, abbia subito accettato il risultato elettorale – pur essendo evidente la palese manipolazione “postale” – per me significa che è uno scenario che gli austriaci avevano previsto e che quindi si aspettavano, a vari livelli. Adesso bisognerà vedere la risposta del “sistema austriaco”, quello vero e che a noi manca…

    1. Consideriamo che le elezioni legislative, quelle davvero decisive, potrebbero già tenersi l’anno prossimo, visto che la grande coalizione è già alle corde…

      1. Troppo ottimismo per le elezioni prossime. Io invece penso che non è con le elezioni che si rovescerà tutta questa barbarie…ci vuol ben altro…si chiamano palle o…l’imponderabile…che li sorprenda. Nelle elezioni hanno pronte tutte le ricette per vincere…lo hanno studiato a tavolino da decenni. Hanno una difesa arcigna invalicabile, ci vorrebbe il miglior Roberto Baggio per scartarne cinque e fargli goal.

  4. Articolo da applausi come sempre.
    Mi si consenta l’amara battuta che forse il “trait d’union” che lega le socialdemocrazie europee al dirigismo capitalista del progetto eurista è rappresentato dal termine “sociale”, come evidenziato nel Trattato di Lisbona del 2007, all’Art.1-3 dove si precisa che la UE persegue una “economia sociale di mercato competitiva”, ovvero la naturale evoluzione dell’ordo-liberismo.

  5. Mi permetto, di far osservare che la Sinistra non esiste e no esisterà mai, in quanto partorita dal capitale bancario/sionista.
    Mi riferisco alla sinistra della Russia dei primi del 900, nella quale come ben sappiamo la sinistra è stata foraggiata dalle banche occidentali, per abbattere lo Zar.
    Per quanto riguarda le votazioni, osservo che tali pratiche di modifica dei voti, non deve essere considerata una eccezione, ma la regola…
    Chi controlla i voti, ovvero noi votiamo ma la somma dei voti chi li fa? Chi va a fare un controllo generale in tutta Italia? Il governo tramite il proprio personale….
    Poi se vogliamo dirla tutta, abbiamo anche dichiarazioni da parte di tecnici abilitati al funzionamento in altri stati che adottano la votazione elettronica, che hanno evidenziato la facilità di tale pratiche di manipolazione.
    Che la destra “estrema” sia il vero voto reale, anche qui ci sarebbe da fare delle osservazioni anche se non abbiamo una valida alternativa, la quale come sappiamo è soggetta a ricatti/intimidazioni per non parlare di omicidi… In Austria Haider, ne è la prova lampante.

    1. Sui bolscevichi del treno blindato del 1917 siamo d’accordo. Alla sinistra va però riconosciuto il merito di aver messo in altri tempi un freno (e lo fa tuttora in Sud America) al capitalismo predatorio dell’1% a danno del 99% della popolazione: non facciamo di tutta l’erba un fascio…

  6. Ottimo articolo!
    La seconda parte (senza nulla togliere alla prima) si addentra nel nodo della questione, già accennata da Michea, Preve e De Benoist.
    In sostanza regrediamo alla situazione della Vandea cattolica, della società Borbonica del banditismo anti unitario, dei Fra Diavolo del Cardinale Ruffo nemici dei giacobini, della Russia bianca nemica della globalizzazione sovietica, degli stessi Talebani nemici della modernità, per reagire alla mondializzazione ed all’omologazione ed alla perdita della differenza storica?
    I poveri, gli sconfitti, i debitori, le multitudini (negriane) dei perdenti della globalizzazione smottanto verso le avite memorie? Ha senso?.
    Con una differenza – non da poco – il progetto unitario italiano o quello sovietico hanno comunque realizzato una modernità “distributiva”, quello globale non solo non ha distribuito, ma ha riassorbito quanto era stato distribuito.
    Non dimentichiamo inoltre un sintomo quasi mai notato. La sparizione dell’arte, della stampa indipendente, delle figure dei grandi intellettuali e soprattuttto la sparizione dei grandi statisti.
    Figure ben presenti fino agli anni 70.

    1. Grazie per il commento!
      Anch’io sono colpito dalle condizioni in cui versa l’arte: ma più che di sparizione, parlerei di omologazione ed involuzione. Le orripilanti opere di Zaha Hadid e Massimiliamo Fuksas si trovano in Italia come in Cina, negli USA come in Indonesia: come se non ci fossero giovani architetti “autoctoni” capaci di esprimere qualcosa di originale.

  7. L’equilibrio precario della zona fa falle da tutte le parti, la minima scossa e salta tutto, a meno che non ci ritroviamo sotto regime poliziesco come per incanto, speriamo scoreggi una farfalla a Shangai e che si ripercuota su questo sfracello comunitario che di comunitario non ha nulla.
    Dire che hanno costruito l’Unione Sovietica invece dell’unione europea è un complimento.
    Certo che quando paesi come l’Austria esprimono un voto al 50% di destra, come in questo caso, che viene anche ipocritamente additata come xenofoba, fascista, etc etc, non credo sia un voto cui non tenerne conto, in quel benedetto 50% c’è la metà di un paese che comprende senza ombra di dubbio gente di tutte le classe sociali, che hanno semplicemente capito che bisogna uscire da questa prigione assurda.
    Chi farà il primo passo?

    Saluti

  8. Complimenti Dezzani,un articolo splendido per la sua lucidita’ di analisi,detto questo non pensa che il fine ultimo di questo tentativo di sovvertimento (come giustamente lei lo definisce ) possa essere in ultima analisi rivolto contro le leggi naturali ( che io considero divine) che per secoli hanno rappresentato il comune sentire delle societa’ umane o almeno di quelle piu’ vicine a noi ? Lei escluderebbe nella lotta in atto, lo zampino (o meglio la coda) di entita’ soprannaturali?

    1. La lotta apocalittica del Bene contro il Male è sempre affascinante… La volontà della finanza internazionale di sovvertire la società tradizionale è evidente, dalla diffusione delle droghe ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Una società destrutturata è più facile da controllare… Che ci dietro anche lo zampino del diavolo? Non escludiamolo: per avere ridotto l’Occidente in simili condizioni, ci vuole un genio luciferino…

  9. Troppo ottimismo caro dezzani !
    Per il resto due note:
    1) il modo piu’ facile di brogliare un voto postale e’ ovviamente laddove esso “viaggia” dentro l’ apparato dello stato prima che venga scrutinato alla presenza ( si spera) di rappresentanti dell’ opposizione. Ma nel caso austriaco sembra presente anche l’ aggiunta di qualche decina di migliaia di voti “involontari'” di gente che non aveva spedito alcun voto pur avendo richiesto tale modalita’( e questo sperando che almeno i due sistemi , “postale” e ” fisico” , siano almeno mutalmente escludenti ! 🙂 )

    2) come conseguenza del punto sopra la domanda subito spontanea e’: perche’ il “perdente” per “posta” non ha fatto una piega avallando subito la propria sconfitta senza una minima riserva ? Non ha anche lei la sensazione che pure ” l’ opposizione” sia tutto un teatro ?

    1. Al FPO austriaco conviene incassare la sconfitta tattica e puntare alla vittoria strategica, ossia le elezioni legislative, non troppo lontane. I riconteggi finiscono sempre nel nulla: ne sappiamo qualcosa in Italia…

  10. I “diritti civili”sono uno dei pochi ambiti dove si possa
    esprimere un conflitto, visto che in ambito economico il conflitto non è più contemplato. Per questo ci si scatena alla grande con cospirazioni gender e bandierine arcobaleno.
    È assai più probabile che il matrimonio omosessuale non cambi proprio niente nel modo in cui le ricchezze vengono distribuite ma, esattamente come il matrimonio eterosessuale, provvede a fornire distrazioni e consolazioni. Il matrimonio omosessuale è di una banalità infinita e fa ridere come venga osteggiato o promosso con tanta veemenza.

    1. “Noi abbiamo sudato lacrime e sangue per fare la riforma agraria e per dare la terra ai contadini. Invece, oggi vogliono dare il contadino al contadino” disse Andreotti…

      1. Una frase molto elegante. Andreotti la usò, a quanto leggo, come critica ai Dico, nel 2007.
        Personalmente ritengo necessario far notare a tutti coloro che conosco come l’attuale sinistra promuova le unioni civili mentre allo stesso tempo, attraverso la dottrina economica, rende a chiunque difficile la prospettiva di unirsi in un progetto famigliare. Mi sfugge invece il nesso tra “famiglia tradizionale” e “benessere economico diffuso”.

        1. Infatti,non si crea ricchezza in un mondo senza l’uomo,diro’ di piu’,l’uomo produce ricchezza anche quando muore,a favore di tutti coloro che sono incaricati di attendere alle mansioni collegate al suo commiato terreno !

  11. Grazie per questo articolo.
    I brogli sono ormai evidenti ovunque e possono essere riconosciuti dal fenomeno del fifty-fifty. Quando la forchetta tra due scelte è troppo stretta, far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra è facile. Non cercano nemmeno più di nascondersi.
    Ogni volta che ci dicono che “l’elettorato è spaccato a metà” dovremmo avere l’accortezza di pretendere più controlli del solito. Soprattutto notando che queste spaccature ormai sono non più l’eccezione ma la regola. Invece i trombati di solito smettono presto di lamentarsi e dopo un po’ li ritrovi con una bella posizione sociale nuova di zecca da difendere.

    Continuerò a leggerti, complimenti per il blog che purtroppo ho scoperto solo oggi.

    1. Grazia, Barbara, per l’intervento!
      Sono convinto che una percentuale di brogli sia constante e diventi decisiva quando, come dici tu, l’elettorato è spaccato a metà. Che gli sconfitti si dimostrino “accomodanti” è possibile, ma il semplice egoismo dovrebbe indurli a non accontentarsi di strapuntini per sempre…
      Complimenti anche per il tuo bel blog!

  12. Federico, non si offenda se le dico che in alcuni passaggi della sua eccellente analisi(si è proprio un analisi vera anche se mostra una realtà spettrale) mi sembrava di leggere blondet.

    In ogni modo in una società sempre piu amorfa o meglio dire asessuata, ad essere lgbt sono anche le cosiddette rappresentanze politiche per cui non ha piu senso parlare di destra o sinistra o quantomeno sarebbe meglio parlare proprio di buonsenso e nonsenso.

    E oggi fa comodo definire il buonsenso di destra allo scopo di evocare fantasmi mai sopiti.
    (addirittura neanche si può dire che Mussolini costruendo il quartiere Eur a Roma negli anni 30 del secolo scorso ,diede l’ultimo esempio del concetto di architettura funzionale ed estetica non solo in Italia).

    A parte ciò, volevo ricordarle ad esempio che il lavoro interinale in Italia,la famigerata riforma biagi ,o meglio il caporalato legalizzato,( del quale per anni sono stato vittima anche io)1- fu una legge sostenuta avallata e votata non solo dalla cosiddetta sx, MA DA TUTTI I SINDACATI CGIL IN TESTA.con l’eccezione di Cofferati allora leader Cgil, ma che da quello strappo in poi fu ESILIATO dalla politica attiva.

    Onde per cui sono troppi gli elementi che sono asserviti allo smantellamento della democrazia e della nostra società per come è stata concepita e vissuta fino ad ora.

    Mi duole dirlo, anzi ripeterlo:
    Noi oramai dobbiamo rassegnarci ma se vogliamo salvare il futuro dei nostri figli bisogna auspicare una guerra di quelle dove si rade tutto al suolo in maniera tale che chi rimane, memore della lezione storica vissuta, possa ricostruire veramente un mondo migliore..

    saluti

    1.Praticamente sono stato trattato come un mezzo a noleggio…una delle imprese dove sono stato “noleggiato”versava all’agenzia interinale 15 euro per ora di lavoro…
    MENTRE IO RICEVEVO 6,20 EURO PER OGNI ORA…OVVIAMENTE LORDI…
    vale la pena ricordare che questa agenzia interinale fattura 20miliardi di euro ogni anno e che l’utile netto è sempre del 10% minimo…ROBA DA FARE INVIDIA AI CAPORALI ILLEGALI DEL SALENTO!!!!

  13. Ciao Federico, puntuale come sempre!
    Sul cosiddetto euroscetticismo della “dx”e progressismo liberal della “sx” sulla loro genesi e sviluppo ti suggerirei la lettura di un libro recente che si intitola “L immagine sinistra della globalizzazione” di Paolo Borgognone, un po’ lungo ma davvero esaustivo.

  14. Credo sia utile farsi una ragione che le cosiddette “libere elezioni”, altro non sono che la versione per adulti della favola di Babbo Natale.
    Brogli sul referendum di ottobre? Sono una ragionevole certezza, grazie ad una legge che offre ai nostri servizi segreti (non si dimentichi che sono, in pratica, appendici della NATO) una facoltà di intervento davvero sconcertante.
    Propongo, per chi volesse saperne di più, la lettura dell’interessante analisi riportata al link in basso. Ce n’è abbastanza da far comprendere che, se non ci si sveglia in fretta, presto saremo tutti morti…

    http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=612

  15. A proposito di brogli, legga qui:
    http://blog.ilgiornale.it/foa/2016/05/26/brogli-in-austria-leggete-questi-dati-qualcosa-davvero-non-torna/

    O. T.

    Gentile dottor Dezzani, rileggendo gli “Scritti corsari” di Pasolini ho trovato più volte il riferimento al discorso tenuto agli allievi ufficiali dell’accademia di Modena da Eugenio Cefis nel 1974, che pare sia stato un punto di svolta nella sua vita. Ho cercato il testo in rete, ma sono riuscito a trovarlo solo in forma compressa qui:
    http://www.mediafire.com/download/cwbaoghn25d2afu/Pasolini+e+Cefis.rar
    ma non mi fido ad aprire il file compresso. Dovrebbe essere anche riportato sul numero 6 de L’erba voglio, una vecchia rivista digitalizzata, ma in cui manca proprio quell’articolo:
    http://www.inventati.org/apm/archivio/320/ERB/L_erba_voglio_6/L_erba_voglio0006_web.pdf
    Beh, se riuscisse lei a procurarselo in qualche modo, sarei proprio interessato a leggerlo in chiaro sul suo sito, se lo ritenesse interessante: meglio con aggiunte e commento.
    In ogni caso, grazie per l’ottimo lavoro.
    Con stima.
    Ugo Mattioni

    1. Gent.mo UGO, apra pure tranquillamente quell’archivio .RAR, che contiene soltanto (si fa per dire) una ventina di fotocopie dell’articolo da Lei desiderato.

      Debbo dire anche molto interessante ed attuale, anche se scritto nel lontano 1972.

      Non abbia paura, che non ci sono virus all’interno (ma il contenuto scritto è certamente peggio di un virus informatico).

      Eugenio Cefis… che patriota !!!

  16. A CEFISVIRUS,
    cefis era un patriota, a causa del suo esasperato pattriottismo fece dannare
    la vita a Mattei, grazie al suo buon ufficio. gli israeliani si fregarono il materiale
    per la perforazione in egitto,che dovette essere riscattato.
    Cefis era un patriota italkin, con doppio passaporto e doppia personalita’.

  17. Perdoni l’aggiunta, preciso che sono un pò di fretta e non potendo leggere tutti i commenti e risposte, non so se qualche commentatore, o la risposta, lo abbia rilevato, comunque, un’altra anomalia pare essere stata anche l’incremento dei voti per procura, e come l’articolo faceva notare, data l’età dei votanti, si è avuto un sospettoso incremento dello schieramento verde, mentre sarebbe stato più logico quanto meno un pari con la destra.

    P.S. Il mio nick name non ha niente a che vedere con Grimaldi, sono anni che mi firmo così,

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