Attentato a Berlino: un memento per la Germania (a spese della Merkel)

Nelle stesse ore in cui l’ambasciatore russo Andrei Karlov era assassinato ad Ankara, a Berlino andava in onda una riedizione dell’attentato di Nizza: un camion investiva il centralissimo mercatino di Natale di Charlottenbourg, uccidendo 12 persone. Entrambi gli attentati sarebbero opera galassia dell’ISIS: tradotto in altri termini, dei servizi segreti atlantici. Se le finalità dell’omicidio di Karlov non lasciano adito a dubbi, la strage di Berlino richiede un maggiore sforzo analitico: l’attentato infligge infatti un duro colpo ad Angela Merkel, “l’ultimo baluardo dell’ordine liberale”, molto esposta sul tema immigrazione. Le ricadute sull’imminente campagna elettorale tedesca sono un effetto collaterale: l’attentato va piuttosto inquadrato nello scontro in corso tra l’establishment tedesco e quello atlantico. Dopo Volkswagen e Deutsche Bank, si è passati al terrorismo.

Berlino: il solito (raffazzonato) copione

Doppio attentato del fondamentalismo islamico, lunedì 19 dicembre: mentre da Ankara piovono ancorale agenzie sull’assassinio dell’ambasciatore russo Andrei Karlov, iniziano a balenare quelle di un attacco terroristico a Berlino. Un camion avrebbe travolto un mercatino natalizio nel centro di Berlino e, considerate le evidenti analogie con la strage di Nizza della scorsa estate, ci sono pochi dubbi sulla natura dolosa del gesto: la polizia tedesca parla da subito di un’azione terroristica. Nella giornata successiva si avrà la conferma “ufficiale”: ad Ankara come Berlino, hanno agito affiliati o simpatizzanti della galassia dell’ISIS. In entrambi i casi, si tratterebbe quindi dei colpi di coda del Califfato che, entrato in coma irreversibile in Medio Oriente, riesce ancora a sferrare duri colpi in Occidente.

Sarebbe curioso appurare con metodi scientifici quanti “si bevano” ancora la versione spacciata dai grandi media: i risultati potrebbero essere sorprendenti perché, come i media non riescono più ad influenzare l’opinione pubblica su questioni politiche (lo si è visto con la Brexit, l’elezione di Trump e la sconfitta di Renzi al referendum costituzionale), è probabile che anche in materia di terrorismo la percentuale di persone che rifiuta la versione ufficiale del fatti sia consistente, se non maggioritaria.

Chi conosce un po’ la storia sa come il terrorismo, dai tempi degli assassini delle teste coronate e dei primi ordigni esplosivi degli anarchici, sia tradizionalmente uno strumento in mano al Potere: parafrasando Carl von Clausewitz, si potrebbe dire che il terrorismo è “una continuazione della politica con altri mezzi”. Una bomba può uccidere, distrarre, intimorire o destabilizzare: il vero lavoro di analisi consiste nello stabilire, di volta in volta, a quale funzione essa assolva.

Si considerino ad esempio gli attentati terroristici dell’ISIS che stanno insanguinando la Francia da quasi due anni, sinora costati la vita a quasi 200 persone: in questi ultimi 24 mesi li abbiamo sviscerati uno per uno, evidenziando come fosse evidente lo “zampino” della DGSE francese e dei servizi segreti israeliani. Abbiamo sottolineato come questa lunga striscia di sangue, accompagnata dalla dichiarazione dello stato d’emergenza (prorogato recentemente sino al luglio 2017), servisse a sedare un Paese in ebollizione: periferie fuori controllo, disoccupazione record, mobilitazione di massa dei sindacati contro il “Job Act” transalpino. Con un crescendo di attentati, sempre più sanguinari e spettacolari (è facile prevederne altri, prima delle presidenziali di maggio), si è cercato di sviare l’attenzione dall’esplosiva situazione sociale verso la “minaccia islamica” (per la gioia di Tel Aviv).

A distanza di poche l’assassinio dell’ambasciatore russo Andrei Karlov, abbiamo dimostrato come l’attentato non fosse opera di un fanatico religioso isolato, bensì fosse il frutto di un’attenta pianificazione dei servizi: l’assassino era un poliziotto delle unità d’élite, quasi certamente membro della rete dell’imam Fethullah Gülen, le misure di sicurezza erano state aggirate grazie ad un aiuto interno, il video dell’omicidio aveva in pochi minuti lasciato la scena del crimine per riversarsi sui media, così da ampliare al massimo l’effetto del gesto. Già, perché la clamorosa uccisione del diplomatico si proponeva di compromettere i rapporti russo-turchi in un momento decisivo del conflitto siriano: sforzo inutile, considerato che l’incontro trilaterale a Mosca tra Russia, Iran e Turchia si è poi svolto come da programma. “Putin: un attacco per minare le relazioni tra Mosca ed Ankara” titolava il Giornale nella tarda serata del 19 dicembre1.

Che dire invece dell’attentato, quasi concomitante, di Berlino?

Se per l’assassinio di Andrei Karlov abbiamo usato un ragionamento deduttivo, dal generale al particolare, dall’analisi geopolitica alla dinamica dell’omicidio, per l’attacco terroristico di Berlino useremo un approccio induttivo: prima evidenzieremo tutte le “falle” nel presunto attentato di matrice islamista (compito semplice) e poi lo inquadreremo in un contesto geopolitico (compito più complesso). Enumerare tutte le incongruenze della strage di Berlino è piuttosto facile: più difficile, è invece spiegarne le ragioni più profonde, quella che hanno mosso i mandanti. Sostenere che l’attacco sia opera di un profugo o di immigrato mussulmano, non è infatti durissimo colpo per Angela Merkel? Non compromette la sua corsa per il quarto mandato alla Cancelliera Federale? E non è la Cancelleria “l’agente angloamericano” più prezioso in Europa, l’ultima garante dell’ordine euro-atlantico post-1945?

Cominciamo quindi con l’analisi dell’attentato, definibile come una “brutta copia” di quello di Nizza dello scorso 14 luglio: se nella strage sul lungomare nizzardo era già visibile l’intervento dei servizi segreti (profilo dell’attentatore, mancanza di misure di sicurezza, distruzione del materiale video, provvidenziale ripresa amatoriale per mano di un giornalista tedesco-israeliano, etc. etc.), l’attentato di Berlino, che ne è la fotocopia sbiadita, corrobora l’ipotesi. Il copione è lo stesso, ma l’esecuzione molto più improvvisata e sconclusionata.

Lunedì sera, ore 20, nel centralissimo quartiere di Charlottenburg, ai piedi dei resti della Chiesa commemorativa dell’Imperatore Guglielmo, un camion Scania entra in corsa nel mercatino di Natale, travolgendo bancarelle e persone, per fermarsi (senza alcun apparente motivo) una cinquantina di metri dopo: si conteranno 12 morti e 48 feriti, alcuni in gravi condizioni.

Il camion, appartenente ad una ditta di trasporti polacca, era partito il giorno prima dall’Italia, trasportando laminati che avrebbero dovuto essere consegnati a Berlino il 20 dicembre. Il conducente è un cittadino polacco, il 37enne Lukasz Urban, cugino del proprietario della ditta di trasporti: il suo cadavere sarà ritrovato all’interno dell’abitacolo, dopo che il terrorista (o, più probabilmente, i terroristi) l’hanno ucciso. Grazie ai dati forniti dal sistema GPS, si sa che il motore del camion è stato acceso tre volte nel pomeriggio del 19 dicembre, benché il camion fosse fermo: alle 19.34 si è messo in moto un’ultima volta, diretto verso le bancarelle di Charlottenburg2.

Considerato che la moglie del conducente polacco ha provato a contattare il marito senza successo verso le ore 16, possiamo ipotizzare che l’uomo ed il mezzo siano stati sequestrati nel primo pomeriggio: Lukasz Urban (pestato al momento dell’aggressione, come suggerisce il viso gonfio) deve aver probabilmente pensato ad una banda di ladri, specializzata in camion. Sappiamo che l’autista polacco era ancora vivo al momento dell’attentato ed avrebbe lottato con il terrorista per evitare lo schianto, prima che questi lo uccidesse: il fatto che sul corpo siano state rinvenute ferite da taglio e d’arma da fuoco3, corrobora il sospetto che gli attentatori fossero almeno due, muniti d’armi diverse. Ciò spiegherebbe anche come il camion abbia potuto raggiungere il centro città con Lukasz Urban ancora vivo: uno guidava, l’altro teneva sotto controllo il polacco.

La confusione, nei minuti che seguono l’attentato, è alta e l’attentatore/gli attentatori, può/possono dileguarsi senza problemi, coperti dal caos e dalle ombre della notte.

A questo punto, però, qualcosa si inceppa nella narrazione: nessun presunto attacco islamista regge senza un fondamentalista mussulmano da incolpare. Nelle ore immediatamente successive all’attentato, si parla di un misterioso “cittadino eroe” che avrebbe inseguito per diversi chilometri il presunto attentatore, rimanendo in contatto telefonico con la polizia: lo zelo dell’anonimo cittadino porta all’arresto del 23enne pakistano, Naved B4. Per 24 ore scarse l’immigrato, entrato in Germania nel febbraio del 2016 dalla rotta balcanica, è ufficialmente il responsabile della strage. “Se fosse confermato che l’attentatore è un profugo, sarebbe orrendo” commenta un’affranta Angela Merkel il 20 dicembre mattina5, vedendosi complicare (e non poco) il suo cammino verso il quarto mandato alla Cancelleria.

Le accuse contro il pakistano si dimostrano però così fragili da costringere la polizia tedesca a rilasciarlo già nel primo pomeriggio del 20 dicembre: si tratta quindi del primo attentato di matrice “islamista” si cui non si conosce neppure il responsabile materiale. Che fare? Nella serata interviene l’immancabile Rita Katz ed il suo Site Intelligence Group: nessun dubbio, la strage di Berlino è opera dell’ISIS, che ne rivendica la paternità attraverso la sua agenzia di stampa (sic!) Amaq.

site-berlin

A questo punto, c’è il colpo di scena: nella mattina del 21 dicembre, le autorità tedesche informano la stampa che è in corso una gigantesca caccia all’uomo: la polizia sta braccando il 21enne tunisino Anis A., entrato in Germania nel 2015, “recentemente radicalizzato”6, e già sospettato della preparazione di attentati terroristici. “A luglio 2016 gli era stata rifiutata la richiesta di asilo ma non poteva essere rimpatriato perché la Tunisia aveva sostenuto non si trattasse di un cittadino tunisino. Guarda caso, i documenti su di lui che avevamo chiesto alla Tunisia sono arrivati oggi”7. La domanda è d’obbligo: è o non è, Anis A., l’autore materiale della strage? Poco importa: se è lui, sarà probabilmente ucciso perché non sveli le complicità a livelli più alti, se non è lui, sarà a maggior ragione ucciso perché taccia per sempre.

L‘elemento più esilarante vicenda è però come le indagini si siano indirizzate verso il 21enne tunisino: i suoi documenti sarebbero stati trovati all’interno della cabina di guida del tir”. Il rinvenimento della carta d’identità o del passaporto sul luogo del delitto, è ormai divenuto un “topos” del terrorismo anglo-israeliano: due Boeing si schiantano contro le Torri Gemelle? Tra le macerie si trovano i documenti degli attentatori sauditi. Due uomini fanno irruzione a volto coperto nella redazione di Charlie Hebdo e fanno una carneficina? Nella loro auto lasciano la patente. Un camion travolge un mercatino natalizio a Berlino e la polizia brancola nel buio? Frugando nella cabina, spunta la carta d’identità del terrorista. È quasi un’offesa all’intelligenza delle persone, resa possibile dalla totale impunità di cui godono i mandanti di queste stragi.

La concomitanza con l’assassinio di Andrei Karlov, l’attribuzione all’ISIS, la dinamica identica all’attentato di Nizza, il provvidenziale ritrovamento dei documenti del presunto terrorista tunisino, lasciano pochi dubbi sulla natura dell’attacco di Berlino: la matrice non è islamista, ma atlantica. Fin qui, tutto relativamente semplice: ora però il nostro ragionamento induttivo deve fare il salto dal particolare al generale, cercandone le ragioni geopolitiche.

Perché questa strage nella Germania di Angela Merkel?

Un memento per la Germania: comandiamo noi

La cancelleria Angela Merkel, in virtù del primato economico e finanziario della Germania, è assurta durante i suoi undici anni al Bundeskanzleramt a  “proconsole” degli angloamericani in Europa: è lei che ha sinora garantito l’integrità dell’eurozona sfidando i falchi della CDU e della Bundesbank, è lei che ha imposto le sanzioni alla Russia al resto dell’Unione Europea, è lei che ha caldeggiato sino all’ultimo il TTIP.

Obbedendo alle direttive atlantiche, Angela Merkel ha anche effettuato nel corso del 2015 una repentina svolta politica, inaugurando la politica delle “porte aperte a tutti” che ha riversato in Germania circa un milione di persone, in meno di dodici mesi. La mossa, studiata perché la Germania conoscesse la sua prima crisi dopo anni di marosi alla periferia dell’Europa, ha comportato un costo elevatissimo per la cancelleria: la sua popolarità è crollata, portando con sé quella della CDU e della grande coalizione.

La vittoria degli anti-europeisti al referendum inglese di giugno e la successiva sconfitta di Hillary Clinton alle presidenziali americane, hanno fatto di Angela Merkel “l’ultimo baluardo dell’ordine liberale”: “se fossi tedesco, voterei per Angela Merkel” ha affermato Barack Obama durante il suo ultimo (e struggente) incontro con la Cancelliera.

L’imminente insediamento di Donald Trump e l’avanzare dei populismi, ha indotto Angela Merkel a sciogliere le riserve verso la fine di novembre, dichiarando la sua volontà di correre per un quarto mandato alla Cancelleria Federale. Le (esigue) speranze di salvare l’Unione Europea passano anche per la sua riconferma alle elezioni del 2017: logica vorrebbe che l’establishment euro-atlantico evitasse qualsiasi azione che possa comprometterne la rielezione, in primis su un tema così sensibile come quello dell’immigrazione e della sicurezza.

L’esenzione da qualsiasi attentato di matrice islamista era la conditio sine qua non perché Angela Merkel potesse accogliere indiscriminatamente centinaia di migliaia di immigrati mussulmani e, a maggior ragione, potesse sperare in una riconferma al Bundeskanzleramt.

Per tutto il 2015 e buona parte del 2016, “l’ISIS” si accanisce infatti sulla Francia di François Hollande, attraversata da profonde tensioni sociali a causa della disoccupazione record e della riforma del lavoro, mentre in Germania regna una relativa calma. Nel corso dell’ultima estate, si assiste però ad un‘improvvisa e radicale svolta: nel mese di luglio si verificano tre attentati, di cui due perpetrati da immigrati mussulmani entrati di recente in Germania e rivendicati dal Califfato. Come abbiamo scritto a suo tempo nell’articolo “Se il caos in Germania ha precedenza sulla rielezione della Merkel”, è evidente che, nelle più alte sfere dell’establishment atlantico, la volontà di destabilizzare la Germania prende il sopravvento sul desiderio di riconfermare Angela Merkel alla Cancelleria Federale.

Trascorrono ancora cinque mesi ed il camion guidato da “un 21enne immigrato tunisino”, piomba sul mercatino di Natale di Berlino, uccidendo 12 persone e complicando ulteriormente la campagna elettorale di Angela Merkel, attaccata alla sua destra da Alternativa per la Germania e sfiduciata da settori crescenti dell’opinione pubblica.Berlin lorry attack raises election stakes for Angela Merkel” 8scrive il Financial Times (lo stesso che un anno prima l’aveva eletta “persona dell’anno”), evidenziano come la prossima campagna elettorale sarà tutta in salita per la Cancelleria e dominata dai temi dell’immigrazione e della sicurezza.

Come conciliare quindi la benevolenza verso Angela Merkel, “ultima paladina dell’ordine liberale”, con la strage islamista di Berlino del 19 dicembre che ne compromette gravemente la posizione politica? L’establishment euro-atlantico è forse schizofrenico?

Come abbiamo sempre sottolineato nelle nostre analisi, bisogna tenere distinti la figura di Angela Merkel dalla classe dirigente tedesca nel suo complesso: la prima è sostanzialmente stata imposta alla seconda, affinché vigilasse sullortodossia atlantica della Germania.

Se la Cancelleria è una persona fidata agli occhi di Washington e Londra, l’establishment tedesco lo è molto meno: è stato il rigore fiscale di quest’ultimo, il suo rifiuto a rinunciare a politiche economiche mercantiliste, il suo costante diniego a qualsiasi condivisione dei debiti pubblici, a portare l’eurozona e l’Unione Europa ad un passo dal collasso. È cronaca di questi giorni che Berlino, dopo aver imposto il “bail in” come regola generale nei salvataggi bancaria, sta scalpitando per l‘imminente intervento dello Stato italiano in MPS: “Mps, critiche dalla Germania: non sia salvata dai contribuenti” scriveva il Sole 24 ore il 18 dicembre9. È superfluo dire che, negli attuali frangenti, l’opposizione tedesca ad un salvataggio pubblico della banche italiane, darebbe il colpo di grazia all’euro ed all’Unione Europea.

Per scongiurare il collasso della UE, lo strumento che garantisce il controllo angloamericano del continente insieme alla NATO, l’establishment atlantico ha intrapreso nell’ultimo anno una vera e propria guerra con la Germania, poco importa se di natura economica e non militare: si è passati dalla scandalo Dieselgate che nell’ottobre 2015 ha quasi dimezzato la capitalizzazione in borsa della Volkswagen ed è costato 30.000 posti di lavoro, all’assalto del Dipartimento di Giustizia americana e di George Soros contro Deutsche Bank, coll’obbiettivo di metterla alle corde ed obbligare Berlino ad adottare una soluzione “europea” che salvasse anche il pericolante sistema bancario dell’europeriferia.

Gli attentati islamisti della scorsa estate e la strage di Berlino del 19 dicembre, sono la declinazione terroristica della guerra economica contro Volkswagen e Deutsche Bank: sono attacchi con cui l’oligarchia atlantica ribadisce la propria egemonia sulla Germania e mette in guardia la classe dirigente tedesca dall’adottare politiche che accelerino la dissoluzione dell’Unione Europea. È lecito chiedersi se a Berlino si preoccuperanno ancora del salvataggio pubblico di MPS, ora che che il Paese è sotto choc per l’attentato terroristico…

L’improvvisa comparsa dell’ISIS è quindi un memento degli angloamericani rivolto all’establishment tedesco, finalizzato a ribadire chi comanda, proprio come il terrorismo “rosso” che ha insanguinato il Paese negli anni ’90: in quest’ottica, i danni inflitti dagli attentati ad Angela Merkel ed alla sua campagna elettorale, sono poco più che effetti collaterali, indesiderati ma inevitabili.

L’obiettivo del terrorismo non è la Cancelleria, ma è impossibile che qualche scheggia non colpisca anche lei: d’altra parte, non avvalersi del terrorismo di “matrice islamica”, vorrebbe dire riesumare nel 2016 le RAF e la guerriglia leninista-marxista. Decisamente fuori tempo massimo. La speranza è che Donald Trump, “licenziando” Angela Merkel ed avvallando la dissoluzione dell’Unione Europea, ponga fine a questi inutili spargimenti di sangue.

kunf

1http://www.ilgiornale.it/news/milano/putin-attacco-minare-relazioni-mosca-e-ankara-1344278.html

2http://www.corriere.it/esteri/16_dicembre_19/berlino-camion-veniva-dall-italia-83715102-c636-11e6-81c3-386103f9089b.shtml

3http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/21/attentato-berlino-media-lukasz-urban-lautista-polacco-che-ha-lottato-fino-alla-fine-per-far-deviare-il-tir/3273885/

4http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/20/attentato-berlino-isis-rivendica-media-dopo-rilascio-fermato-terrorista-e-libero-e-armato-cronaca-ora-per-ora-foto-e-video/3271655/

5http://www.repubblica.it/esteri/2016/12/20/news/merkel_germania_strage_berlino-154514111/

6http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/12/19/camion-contro-mercato-di-natale-a-berlino-diversi-feriti_c0f0cc26-1b9a-4fef-ac1f-d40ed862077e.html

7http://www.repubblica.it/esteri/2016/12/21/news/strage_di_berlino_l_autista_ha_cercato_di_evitare_la_strage-154568487/?ref=HRER1-1

8https://www.ft.com/content/a92d6c16-c6b6-11e6-8f29-9445cac8966f

9http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-12-18/mps-critiche-germania-non-sia-salvata-contribuenti-163256.shtml?uuid=ADic7IGC

49 Risposte a “Attentato a Berlino: un memento per la Germania (a spese della Merkel)”

  1. Ma “terrorizzare” l’ elite tedesca affinche’ si accolli il “costo” dell’ €urolager dopo averla illusa di esserne il Kapo’ puo’ realmente funzionare ?
    Come l’ uccisione dell’ ambasciatore russo in turchia anche questa riedizione di “strategia della tensione” in germania mi sembra un atto piuttosto avventato… Buttare così insieme su ENTRAMBI I TAVOLI i profitti di 70 anni di abile e continua strategia “coloniale” suona molto come un bluff disperato.
    Daltronde il LORO “sistema del credito” sta collassando gia’ da dieci anni senza che nessuno ancora li voglia fornire la tanto desiderata WWIII

  2. riguardo all’uccisione dell’ambasciatore russo non credo che sia stato un atto diretto a “compromettere i rapporti russo-turchi in un momento decisivo del conflitto siriano” … mi sembra che se così fosse, l’oligarchia globalista darebbe mostra di una stupidità colossale considerato che erdogan (probabilmente salvato proprio dai russi nel tentativo di golpe estivo) non ha alcun interesse a compromettere rapporti appena ripresi dopo il lungo periodo conflittuale seguito all’abbattimento del caccia russo.

    Mi riesce anche difficile accettare la tesi che l’attentato di berlino sia diretto contro l’establishment tedesco (anche a costo di danneggiare la fidata Merkel nelle prossime elezioni) perché l’elite tedesca si ostina nella sua politica di “austerity” che rischia di portare al collasso la Ue.
    Come si può cercare di riportare all’ovile quell’establishment tedesco con attentati che “destabilizzano la germania”? Mi sembra che destabilizzare la germania (peraltro fino al punto di accettare il rischio di danneggiare la fidata Merkel) è il modo migliore per destabilizzare proprio la Ue che, secondo autore, i circoli atlantici vorrebbero invece salvare.
    Una cosa è attaccare la ww o la Deutsche Bank, altra cosa è “destabilizzare” la germania con attacchi terroristici.
    Ammetto di non saper indicare una ragione alternativa (all”ipotesi Dezzani) dei due attentati in turchia e in germania.
    Potrei solo dire che entrambi gli attentati mi sembrano sostanzialmente privi di motivazioni politiche
    e, quindi, essenzialmente ispirati :
    a) da una specie di furia vendicativa delle forze che manovrano l’Isis e degli stessi capi dei tagliagole per tutti gli scacchi subiti negli ultimi tempi (compresa la sconfitta ad Aleppo)
    b) dal bisogno di dare una dimostrazione di forza e di vitalità utile sia a intimidire i loro avversari con una imprevista “potenza di fuoco”, sia a sollevare il morale delle loro truppe per evitare ulteriori defezioni nelle loro fila.

    1. forse semplicemente hanno dato la partita per persa e vogliono lasciare il campo più destabilizzato possibile: après moi le déluge

      1. “Come si può cercare di riportare all’ovile quell’establishment tedesco con attentati che “destabilizzano la germania”?”

        Ti consiglio di indagare un po’ sul terrorismo in Germania negli anni ’90, dall’attentato dinamitardo che uccise Alfred Herrhausen ai “pazzi” che provarono ad uccidere Oskar Lafontaine e Wolfgang Schauble.

        1. Per l’appunto anche questo che nella mia generale insipienza non mi torna tanto, non dei poveri disgraziati qualunque

    1. L’apparato di sicurezza tedesco è cosa angloamericana, non russa. Gli ultimi russi se ne sono andati a metà anni ’90.

  3. Ave Tacito, Roma invitta che non vuol smettere di essere luce delle genti.

    Perché altrimenti il mio amico Thomas, parte eminente del Trust nostro, lo chiamò Naphta e ne specifico’ tutto? Ai nostri, spiegava, interessa solo mettere le mani sulle immense e a voi sconosciute risorse delle Russia. Che, guardacaso, sono le sole a resisterci. Ma ora, 1932, c’è Iosif: nostro allievo, proprio come Ulianov. Settembrini è un povera creatura. La Russia è nostra. Che i tedeschi guidati dai genitori della odierna ne distruggano la popolazione che si ostina a mantenersi fedele. E via a spartizione e al resto. Ma Stalingrado li attendeva come oggi li attese Aleppo. Non solo le Russie ma l’Asia intera e tutta l’Africa. Civilizzate di nuovo da Roma. E Zurigo: costruita sull’oro che rubammo al mondo?​ IE Buckingham? E le corti del nord Europa che preservammo? E adesso pure questo generale americano che ci vuol cacciare…

    1. Stavolta ad essere citato è Thomas Mann e “La Montagna Incantata”. Il messaggio, però, stavolta si capisce, almeno in parte: Stalingrado ha resistito una volta, resisterà anche questa.

      Intriga l’ebreo gesuita, Leo Naphta. Sempre lì va a puntare il nostro Sig. Willy. A Santa Marta, a Lodovico “Francesco” Settembrini. L’antiprogressista ma dignitoso Naphta contro il progressista e “politicamente corretto” (seppur un po’ …) Settembrini. Come al solito, nun c’ho capito gnente. Ma ormai è una costante.

  4. Ciao Federico, ottimo articolo che aggiunge dei tasselli importanti alla comprensione di questo complicato attentato. Prendendo spunto da quanto scrivi possiamo riassumere che la motivazione di fondo é il monito all’ estabilishment tedesco che peró ha un effetto collaterale di un indebolimento della Merkel alle prossime politiche. Sembrerebbe però poter distinguere due piani: quello dei mandanti e quello degli esecutori. Per rimadire chi comanda (obbiettivo dei mandanti) sarebbe stato sufficiente fare un attentato non così clamoroso nello stile di quelli giá avutisi in Germania. Come dici giustamente tu questo attentato é una brutta copia di wuello di Nizza dove si poteva conoscere con maggiore precisione l’impatto in termini di vite umane. Ci sono dei video che fanno vedere come l’attentatore di Nizza prenda sotto ad uno ad uno i passanti accelerando improvvisamente e quasi contandoli. A Berlino invece era piú difficile fare delle previsioni sul numero di morti. Magari erano state previntivate un numero piú limitato di vittime poi sai com é, ti scappa l acceleratore e ne fai dieci. Non c’é dubbio che maggiore é il numero di vittime e piú grande é l effetto collaterale di cui prima. Voglio dire che per gli esecutori materiali (servizi atlantici) il vero obbiettivo fosse l’effetto collaterale. Non c’é dubbio che un indebolimento della Merkel possa essere visto con favore da Trump. Come dici tu Trump potrebbe però ridimensionare i servizi atlantici in Europa. Con questo attentato i servizi hanno però dimostrato che possono essere sempre utili…

  5. L’omicidio in Turchia e l’attentato in Germania sembrano preparati in maniera diametralmente opposta, scrupolosamente il primo (un turco che uccide un russo con telecamere che riprendono solo quello che devono riprendere), in maniera sbrigativa e frettolosa il secondo. Partiranno sicuramente da due rami della stessa pianta, ma sembra che questa pianta cominci ad avere qualche problema di fotosintesi clorofilliana, almeno spero.

    1. Credo che quello di Berlino, più semplice, sia stato deciso all’ultimo, quando si è avuto la certezza che quello di Ankara, più complesso, andasse in porto.

  6. Caro Dezzani, non ritieni possibile un attentato anche in Italia per punirla del risultato del referendum sulla riforma costituzionale e ricondurla su binari eurorispettosi? A me non sorprenderebbe.
    PS C’è sempre una colazione che ti attende a Pizaa Cavour. IO pago i miei debiti di gioco.

      1. Sinceramente l’Italia è complice di questi attentati, passano tutti da qui, sul tappeto rosso, accolti con tanti baci e abbracci dal Papa. Non dimenticate il Papa (questo papa), finché c’è lui state tranquilli…

  7. Ankara, Berlino ieri Mosca. Mi sto rapidamente convincendo che lei abbia ragione Dezzani, si stanno comportando come cani rabbiosi. Non possiamo che gioire di ciò.

  8. Risposta ad Anna Cadom.

    No, non credo che sia un attentato per puntellare la Merkel. Dal suo punto di vista, è chiaro che i danni dell’attentato di Berlino superano nettamente i potenziali benefici.

  9. Ho una sensazione strana … che ci sia qualcosa, in questa storia (Ankara/Berlino), che non riusciamo ancora a comprendere bene (ed io meno di tutti). Certo è che stanno saltando tutti i vecchi equilibri.

    Non mi viene in mente niente di meglio che una citazione di Antonio Gramsci, che mi sembra attualissima: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”.

  10. Federico, non é curioso che il giorno stesso in cui Christoph Heusgen(in odore di servizi) massimo esperto della sicurezza della Merkel, incontra il generale Flynn (a cui sono assegnati i servizi) accade l attentato a Berlino? In teoria é andato per conto della Merkel a prendere contatti con la nuova amministrazione….

  11. Ma tutti questi ragionamenti e queste analisi si dovranno però raccordare con uno snodo fondamentale: quale sarà esattamente la politica di Trump per l’Europa e per il Medioriente? Non credo che qualcuno abbia delle certezze a tal proposito, ci basiamo sulle caratteristiche dei collaboratori scelti e sui propositi espressi in campagna elettorale, non molto..
    Allora, un’altra possibile lettura potrebbe essere quella secondo cui questi accadimenti tragici stiano preparando il terreno alla politica estera della nuova giunta Trump. È possibile che Obama stia agendo solo ed esclusivamente per sabotare la nova agenda politica del suo successore? Ed è ammissibile questo a pochi giorni dal suo insediamento, o piuttosto gli uomini dei due staff non stanno già collaborando fianco a fianco per il passaggio di consegne e di dossier?
    Credo solo che in una ipotesi di questa stregua la reazione dei russi sia solo questione di tempo.
    Cosa ne pensa Dezzani?

  12. Carissimo Federico, la penso esattamente come Willy….sei un faro nella nebbia!
    Ed è proprio a te che chiedo di commentare l’uscita clamorosa di Rudy Giuliani del 20 dicembre scorso….in Italia, che io sappia, nessun blog od organo di informazione se n’è occupato!!!

  13. E’ in corso una guerra mondiale ibrida e sotterranea tra gli attuali detentori del potere , i globalisti e gli apparati al loro servizio, e i nazionalisti che si oppongono al progetto. Il fallimento del tentativo di impedire l’ elezione di Trump rende impellente la necessita’ di blindare la Germania , roccaforte del marxismo culturale la cui popolazione e’ totalmente inibita dai riferimenti storici. Mentre negli Usa anche i sassi sanno ormai chi detiene il potere, in Europa si e’ ancora ipnotizzati dalle contorsioni intellettuali di coloro che si attribuiscono l’ autorita’ morale. Obama ha passato a Angela Merkel il testimone che vincola la Germania alla continuazione del progetto globalista, che ormai prevede l’ arroccamento , e la canalizzazione del malcontento popolare verso un capro espiatorio. Shultz, colui che dichiaro’ che la Germania esiste solo per servire Israele, ha deciso di lasciare la presidenza del parlamento Ue per dedicarsi alla politica della” sua” nazione, e si richiede da parte del governo una tempestiva censura nei social , di ” fake news ” e ” hate speeches “. Per riuscire in cio’ che in America e’ fallito, questi poteri si servono della strategia della tensione, che gli permette di ergersi a garanti della ” democrazia” , minacciata tanto dai ” terroristi” quanto dai populisti ” razzisti” . Questa tattica abbastanza scontata e’ stata applicata con successo in Italia, dove per annullare gli opposti estremismi si realizzarono autentiche stragi. Altri tempi e altre latitudini, stesse finalita’. Esprimo i miei dubbi sulle modalita’, perche’ guardando il resoconto fotografico del daily mail sembra una messa in scena e non una mattanza. E’ possibile che un regime che disponga di un vasto apparato e una diffusa complicita’ tra i beneficiari dello status quo riesca a mantenere in piedi una finzione del genere ? A giudicare da quanti ancora credono ai 6 milioni, credo proprio di si.

  14. @the Roman
    E’ possibile che un regime che disponga di un vasto apparato e una diffusa complicita’ tra i beneficiari dello status quo riesca a mantenere in piedi una finzione del genere ?

    Assolutamente sì.
    E’ il Willy Muenzenberg che crede che loro siano nel panico. Loro hanno ancora tutto sotto controllo e non hanno ancora mostrato tutta la ‘potenza di fuoco’ in grado di esibire.
    Il Trump é nei guai perchè la sua iniziale offerta di pacificazione: non perseguirò Hillary perchè ne ha gia passate tante, Bill Clinton é persona capace, é stata palesemente rifiutata: riconteggi negli Stati, pressioni sui Grandi Elettori ecc.
    Poi dal 20 Gennaio 2017, ammesso che ci arrivi, avrà da affrontare l’immane disastro economico degli USA, che é questo, ma é solo un piccolo esempio:
    Gruppo Usa di crediti suprime fa crac, rischi per fondi europei
    Come lo affronta? Con proclami o con altro debito?

    No, non hanno perso e non stanno facendo le valige.

  15. ..c’è in atto una guerra tra “fazioni”;…..questo da secoli…
    …nella “tiepida” Europa non toccata da guerre sanguinose la strategia è: 1) l’impoverimento ecomico della popolazione (i risultati sono quasi simili ad una guerra, ma meno cruenti)… 2) la perdita dei diritti acquisiti e in pratica un livellamento delle classi a favore di pochi….3) l’arma dell’islam in casa con l’utilizzo dei facilmente manipolabili giovani estremisti e la difficile se non impossibile condivisione dei valori “occidentali” da parte della stessa umma;…(in ogni società ospitante c’è un limite di tollerabilità che per me può essere al massimo un 5%;…in seguito l’ospitante rischia di creare problemi)….

    …non c’è che dire..una bella miscela….
    ……vorremmo presto una soluzione…(per il bene di tutti)…, ma intanto i lor signori continuano nel loro gioco (massacro per i “vuoti a perdere”…poltrone comode al caldo ed un bicchiere di whisky in mano)…

    …mi dispiace non essere utile all’analisi dell’articolo in corso…valido tentativo di dipanare le nebbie…

  16. Avevi ragione ancora una volta Federico: il colpevole (o supposto tale) l’hanno fatto fuori a Sesto S.Giovanni stanotte

    1. E’ il solito copione, da Charlie Hebdo in avanti: tutti morti, nessuno arrestato che possa parlare.
      L’unica eccezione è Salah Abdselam, che è stato però messo a marcire in isolamento in un carcere di massima sicurezza e finora non ha aperto bocca.

  17. Guarda caso, con tutti gli extra-comunitari che ci sono a Milano e dintorni, fermano il presento attentatore per un controllo e lo uccidono… Ma c’é ancora gente che crede a queste pagliacciate ?!

  18. “L’improvvisa comparsa dell’ISIS è quindi un memento degli angloamericani rivolto all’establishment tedesco, finalizzato a ribadire chi comanda”: ma perché comandano ancora gli angloamericani? Sono rovinati economicamente quanto noi, dunque bisognerebbe smetterla di temerli, o no?

  19. Ottimo pezzo, come sempre.
    Penso che nei prossimi diciamo 6 mesi ne vedremo ancora delle belle, come si suol dire.
    A presto e Auguri! (per quel che conta)..

    ciao

    ps ho provato 6 volte a mandare il commento, il codice captcha lo metto giusto ma “lui” dice che è sbagliato..

    1. Una volgare pezza.
      Guido Olimpo è la versione giornalistica del ministro degli Interni Minniti.

      1. Quello che pensavo anch’io, non dice niente questo articolo, sembra di leggere l’oroscopo che dice tutto e non dice niente…

        1. L’ho letto perché sono entrato in discussione con la persona che me lo ha mandato, la quale ritiene che sia così, che è tutto normale ecc.
          L’ho letto per assicurarmi che effettivamente fosse un articolo inutile.
          E così è…però volevo il parere di un esperto…(anche se, secondo me, non ci vuole un premio nobel per capire che c’è qualcosa di storto)

  20. Aggiungo tra parentesi che adesso sappiamo nome, cognome, codice fiscale, indirizzo e pizza preferita dei poliziotti coinvolti nella sparatoria e morte dell” “attentatore” beccato a milano, per dire…

  21. A mio parere, a Berlino è andato in scena l’ennesimo “crisis actor show” (un esercitazione spacciata per attentato), con lo scopo di distogliere l’attenzione dall’assassinio dell’ambasciatore russo, da considerare un vero e proprio atto di guerra.
    Ps: anche questo episodio, a giudicare dal video, solleva parecchi dubbi.
    Pps: se fosse vero, Obama ha firmato la sua condanna a morte.

    1. Se proprio deve distrarre da qualcosa, l’uccisione a Milano del tunisino serve a distrarre dalla nazionalizzazione di MPS.

      1. Sicuramente servirà allo scopo.
        C’è però un particolare, berlino e ankara hanno la stessa matrice, sono in qualche modo connessi tra loro.
        L’episodio ddi berlino, come altri, ha anche lo scopo di sostenere l’europeismo e la solidarietà tra i popoli europei, fallendo miseramente, perchè un identità europea non esiste.
        Come nelle barzellette degli anni 70, … C’è un tedesco, un inglese un francese e un italiano …. 🙂

  22. in un articolo del corriere un giornalista (guido olimpo), per contraddire le ipotesi “complottiste” su presunte collusione dei servizi con gli attentatori, giustifica il ritrovamento dei documento dell’assassino tunisino soprattutto con 2 argomentazioni:
    1) i terroristi ci tengono a far sapere ai loro referenti lontani di aver compiuto la loro missione
    2)guidando un camion, un terrorista non può rischiare di farsi trovare senza patente in un qualche controllo di polizia.
    Riguardo al primo argomento, direi che lasciare i documenti per mandare un segnale ai propri referenti sia un inutile spreco di tempo perché ai referenti basterebbe accendere la televisione e apprendere dell’avvenuto attentato.
    Quanto al secondo argomento, credo che , considerato che quel tunisino (assieme a un probabile secondo complice) aveva sequestrato l’autista del camion, difficilmente l’avrebbe fatta franca con la semplice esibizione della patente se fosse stato bloccato da qualche controllo della polizia.
    A meno che i poliziotti non fossero stati degli scemi si sarebbero senz’altro insospettiti per la presenza di due islamici assieme a un polacco, avrebbe preso informazioni sul camion, avrebbero perquisito conducente e passeggeri e tutto sarebbe finito prima ancora di cominciare, con o senza patente.
    Perciò quel giornalista racconta stronzate!
    Piuttosto mi domando com’è possibile che un tunisino senza documenti possa tranquillamente spostarsi dalla germania alla francia e poi viaggiare in treno dalla francia all’italia…ma capitreno e polizie non controllano i documenti sui treni che viaggiano tra paesi diversi?
    Dicono che è stato fermato dalla polizia mentre camminava a piedi alle 3 di notte e proprio in una zona vicino a quella dalla quale sarebbe partito il camion!
    Proprio furbo questo tunisino!
    A me viene il sospetto che abbiano ammazzato qualcuno che non aveva niente a che fare coi fatti di berlino…hanno messo i suoi documenti sul camion poi l’hanno fermato nient’affatto casualmente a milano ma ben sapendo che dovevano eliminarlo per dargli la colpa dei fatti di berlino…naturalmente è solo un’ipotesi.

    1. Se l’ho pensato anch’io, mi sa che non è solo un’ipotesi, fanno così con tanti crimini, caro Stefano. Prendono il primo idiota (adatto) e lo sacrificano

  23. Ansa – “Israele respinge la risoluzione dell’Onu” sulle colonie, definendo il voto del Consiglio di Sicurezza “vergognoso” e annunciando che non la rispetterà. Lo ha detto l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu, citato dai media locali. “L’amministrazione Obama non solo ha fallito nel proteggere Israele dall’ossessione dell’Onu, ma ha collaborato con l’Onu alle sue spalle. Israele non vede l’ora di lavorare con il presidente Trump per arginare gli effetti di questa risoluzione assurda”, conclude l’ufficio del premier.
    “Per quel che riguarda l’Onu, le cose andranno diversamente dopo il 20 gennaio”: cosi’ su Twitter Donald Trump commenta il voto del Consiglio di sicurezza contro le colonie israeliane, con la storica astensione degli Usa.”
    Ora forse è più chiaro perché Trump ha vinto le elezioni …

    1. Ha vinto grazie agli haker russi, non perchè è circondato da un certo tipo di collaboratori ai quali a dedicato le parole del 25 settembre.

  24. un tale esperto dell’ISPI dice che non bisogna meravigliarsi del fatto che una persona (il presunto terrorista tunisino) possa spostarsi senza problemi da un paese all’altro dell’europa!
    Caro esperto non diciamo stronzate! specie di questi tempi a ogni frontiera si controllano i passaporti e quant’altro.
    Perciò o questo tunisino (che poi sembra non essere neppure tunisino) è davvero il terrorista di berlino ma ha avuto dei complici “istituzionali” nel suo viaggio oppure non ha affatto viaggiato e quello che hanno beccato a milano è qualcuno che, pur non essendo un’anima candida, forse aveva poco o niente a che fare coi fatti di berlino ma, essendo già conosciuto come un associato all’Isi , eliminarlo non ha creato molti scrupoli…tutto secondo copione (naturalmente ribadisco che è solo un’ipotesi).
    Ho sentito in tv che hanno trovato il suo cellulare nel camion usato a berlino! caso strano sembra che documenti e cellulari li trovano con una certa lentezza….forse perché la polizia tedesca o servizio d’intelligence aspetta che gli siano inviati da qualche altra polizia di qualche altro paese?
    Dicono anche che il proiettile col quale sarebbe stato ferito il poliziotto italiano a milano è “compatibile” con quello/i usati per uccidere il camionista a berlino…ma che significa “compatibile”? è uguale o non uguale? bho! e poi caspita come sono stati veloci a fare queste analisi sui proiettili italiani e quelli di berlino…vabbè che siamo nell’era digitale e le informazioni viaggiano in tempo reale ma questa ipervelocità nelle analisi dei proiettili direi che contrasta un po’ con la lentezza dei ritrovamenti di documenti e cellulari.
    Insomma, continuo ad avere molti dubbi sulla versione ufficiale dei fatti…beninteso auguro una pronta guarigione al poliziotto italiano ferito a milano.

    1. Io non ho proprio dubbi invece. Questa persona non ha viaggiato affatto. Non ci vuole molto a fregare cellulare e documenti, a spedirli e a metterli sulla scena del delitto. La famiglia di questo ragazzo è incredula e sta protestando, anche se non sarà ascoltata da nessuno, questa famiglia dice che lui non si faceva sentire da un po’, da quanto tempo? non ho capito (da quando ha perso il cellulare?). Secondo me la cosa è stata fatta in fretta stavolta, e quindi male, perché di solito li scelgono senza famiglia, scelgono degli sbandati che non hanno nessuno che poi va a rompere le scatole…

  25. La dominazione giudaica e’ basata sul controllo. In primo luogo della pubblica percezione degli eventi, e di conseguenza delle dinamiche sociali da essi scaturite. Con la manipolazione culturale e il martellamento mediatico , coloro che detengono il potere riescono a mantenere le masse subservienti alle loro finalita’. Quello che viene definito New World Order, e’ un progetto vecchio di secoli illustrato nei Protocolli dei savi di Sion , (ufficialmente definiti falsi) e confermato dalle arroganti dichiarazioni dei piu’ sfrontati tra gli adepti. Gia’ l’ industriale Henry Ford nel 1920 denuncio’ questa cospirazione nel suo libro ” the international jew” , divenendo egli stesso oggetto di una torrida campagna mediatica volta a screditarlo. Al tempo Adolf Hitler era soltanto un reduce di guerra senzatetto , e la Germania uscita sconfitta dal conflitto una repubblica democratica. L’ antisemitismo non fu quindi il frutto di una mente malata, come molti ancora credono, ma un fenomeno culturale e sociale che ha attraversato la storia dell’ occidente dall’ antico Egitto ai giorni nostri. Quella guerra ” di liberazione” che ” libero’ ” milioni di tedeschi e italiani delle loro vite, costitui’ una tappa fondamentale verso il progetto globalista e fu combattuta da angloamericani e alleati , per ricondurre la Germania nazionalsocialista sotto il tallone della finanzia internazionale ebraica. Il fine ultimo del nuovo ordine mondiale e’ infatti l’ instaurazione di un governo mondiale con una sola moneta, emessa a debito da una banca centrale mondiale di proprieta’ privata di un manipolo di banchieri .E’ tutto scritto nel Talmud:” gli ebrei possederanno tutte le ricchezze della terra” . L’ imprevista resistenza della Russia e la presa di coscienza di larga parte dell’ opinione pubblica mondiale sta costringendo coloro che detengono il potere ad un massiccio uso delle psy-ops. Questi eventi, spesso falsi per la necessita’ di vaste complicita’, servono a stordire e sedare le masse. Come una medicina , questo trattamento ipnotico e psicotronico puo’ avere effetti collaterali e puo’ indurre assuefazione. Io spero nella tachifilassi. Saluti e Buon Natale.

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