Omicidio Karlov: un’esecuzione in diretta, opera di cani rabbiosi

È stato vittima di un’esecuzione quasi in diretta l’ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov, freddato con una raffica di colpi alla Galleria d’Arte Moderna d’Ankara: le grida dell’omicida, un poliziotto poco più che 20enne, inducono i media a parlare di terrorismo di matrice islamista, una vendetta per le vicende di Aleppo. Diversi elementi suggeriscono che la pista dell’estremismo religioso sia solo un paravento e che dietro l’assassinio si nascondano i servizi atlantici, ancora radicati in Turchia grazie alla rete dell’imam Fethullah Gülen. Difficilmente tra Russia e Turchia scenderà il gelo, perché il Cremlino farebbe così il gioco dei mandanti: l’omicidio dell’ambasciatore Karlov è però una spia dell’attuale clima internazionale. L’establishment atlantico agisce sempre più come un cane rabbioso.

No, non ci sarà nessuna rottura russo-turca

Lunedì 19 dicembre, Ankara, Galleria d’Arte moderna: l’ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov, sta tenendo un discorso all’inaugurazione della mostra “la Russia vista dai Turchi”. Prima che inizi a parlare, si posiziona alle sue spalle un uomo: è vestito con camicia bianca e cravatta nera, giovane, ben rasato e composto. L’ambasciatore russo si cimenta nel classico discorso di routine per simili occasioni.

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Il ragazzo alle sue spalle estrae la pistola e gli scarica diversi colpi in corpo, in una drammatica sequenza immortalata dalle telecamere rivolte verso Karlov1.

https://www.youtube.com/watch?v=mujTdkw7LeQ&t=84s

L’attentatore non fugge, né esce dal campo delle telecamere, ma rivendica platealmente il gesto: “Allaha Akbahar”, “Non dimenticate Aleppo, non dimenticate la Siria”, “noi moriamo in Siria voi morite qua”, etc. etc. A quel punto il racconto video si interrompe: intervengono le forze di sicurezza, liquidano il terrorista e, per soddisfare il pubblico che ama il feticcio dei cadaveri, sarà pubblicata solo la sua foto dopo il blitz, riverso a terra e sanguinante, sullo sfondo di un muro crivellato.

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Andrei Karlov è dichiarato ufficialmente morto poco dopo, ottenendo così il triste primato di primo ambasciatore russo ucciso in servizio in quasi due secoli di storia: bisogna infatti risalire all’assalto alla delegazione russa a Teheran, nel 1829, per trovare un caso analogo. Trascorrano poche ore ancora e anche l’omicida riceve un nome: è Mevlut Mert Altintas, 22enne, di professione poliziotto. Sfruttando il tesserino, Altintas ha potuto introdursi armato in sala, posizionarsi alle spalle dell’ambasciatore e freddarlo al momento opportuno.

A corroborare la pista jihadista interviene, come sempre in questi casi, l’israeliana Rita Katz e la sua società Site Intelligence Group, che sondano la rete alla ricerca di ciò che l’ISIS pensa e dice: il loro lavoro è così prezioso che, in sua assenza, il Califfato sarebbe senza voce. La galassia dell’ISIS, dice la Katz, è in grande fermento per l’assassinio di Karlov e saluta il terrorista come un eroe, caduto difendendo gli eroi di Aleppo.

site-karlov

La matrice “islamista” dell’attentato è credibile? L’assassinio è il secondo, drammatico, atto di un’escalation tra Russia e Turchia dopo l’abbattimento del Su-24 russo nel novembre 2015? C’è da attendersi un repentino deterioramento delle relazioni russo-turche?

La risposta a tutte le domande è: no.

Seguendo il classico ragionamento deduttivo, partiremo dal generale per scendere al particolare, dimostrando come la clamorosa uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia non sia opera di un fanatico isolato, ma dei servizi atlantici, decisi a sabotare qualsiasi intesa tra Mosca ed Ankara in un momento cruciale del conflitto siriano. Partiremo quindi dall’analisi geopolitica per scendere ai dettagli dell’omicidio di Karlov: sarà un percorso agevole e lineare, che non lascerà alcun dubbio sulla matrice “NATO” dell’attentato.

La Russia e la Turchia sono state, per quasi cinque anni, sul lato opposto della barricata nella guerra siriana: Mosca a sostegno di Bashar Assad, Ankara a fianco dell’insurrezione armata e poi dell’ISIS. La prima difendendo uno storico alleato regionale, la seconda allettata da sogni neo-ottomani, sapientemente alimentati dagli angloamericani che hanno sfruttato la Turchia per i loro piani di destabilizzazione del Medio Oriente. Dalla Turchia, partono armi e terroristi, verso la Turchia, viaggiano i camion cisterna carichi di petrolio, da cui il Califatto trae il suo sostentamento.

Mosca, nell’autunno 2015, scende direttamente in campo inviando una spedizione militare che nel volgere di poche settimane sposta gli equilibri del conflitto a favore di Damasco. Ankara, sobillata dagli angloamericani (che promettono probabilmente a Recep Erdogan di schierarsi a fianco dell’alleato NATO qualsiasi cosa capiti), reagisce abbattendo il Su-24 russo nei cieli siriani: i rapporti tra Ankara e Mosca precipitano ed il Cremlino adotta una serie di misure economiche in rappresaglia.

L’appoggio angloamericano, però, non supera all’atto pratico qualche tiepido pronunciamento da parte del segretario della NATO, Jens Stoltenberg, e del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: Ankara è sostanzialmente lasciata sola dinnanzi ad una superpotenza nucleare, avvelenata per la pugnalata alle spalle. Non solo. Più i mesi passano e più Recep Erdogan intuisce quali siano i progetti più reconditi “dell’Occidente”: smembrare Siria ed Iraq, a vantaggio di un nascente Kurdistan nel cuore del Medio Oriente. La prospettiva è inquietante per Ankara, perché una simile entità finirebbe, presto o tardi, col cannibalizzare le regioni turche a maggioranza curda.

Tradito ed isolato, il “sultano” Erdogan cambia radicalmente strategia: licenzia Ahmet Davutoglu, artefice della politica neo-ottomana ed anti-russa, e nomina un nuovo premier che, il 13 luglio, apre alla riconciliazione con la Siria e Bashar Assad. Come impedire la defezione di Ankara ed una ricomposizione tra Erdogan e Putin? Semplice: destabilizzando la Turchia. Scatta così il colpo di Stato del 15 luglio che, come analizzammo a suo tempo, non mirava tanto a defenestrare Erdogan per sostituirlo con una giunta militare quanto, piuttosto, a scatenare una guerra civile così da gettare il Paese nel caos, sul modello delle insurrezioni in Libia e Siria.

C’è chi dice che durante le concitate ore del golpe Erdogan fosse nascosto in una base russa; chi dice che Mosca abbia giocato un ruolo di primo piano nello sventare il putsch: di certo sappiamo soltanto che Recep Erdogan, represso col pugno di ferro il colpo di Stato, vola il 9 agosto a San Pietroburgo per incontrarsi con Vladimir Putin, per la prima visita dopo la rottura diplomatica dell’anno precedente. In parallelo, i rapporti con gli USA precipitano: ministri e giornali vicino al governo accusano direttamente Washington di essere all’origine del putsch, mentre lo stesso Erdogan chiede con insistenza l’estradizione dell’imam Fethullah Gülen, suo vecchio padrino politico oggi residente in Pennsylvania e padrone di un impero mediatico-religioso benedetto dalla CIA.

Lo scenario per gli strateghi angloamericani volge al peggio: si è passati dall’auspicata guerra civile tra sciiti e sunniti ad una riappacificazione tra Ankara e Teheran, benedetta da Mosca, in chiave anti-curda ed anti-occidentale. “Iran and Turkey agree to cooperate over Syria” scrive con rammarico la qatariota Aljazeera nell’agosto 20162, presagendo il rischio di un’intesa tra i due Paesi a discapito dell’ISIS e dell’insurrezione islamista.

Grazie al disimpegno di Ankara dal dossier siriano (non totale, perché urterebbe troppi interessi nazionali ed internazionali, ma comunque determinante), russi ed iraniani possono infatti stringere il cerchio intorno ad Aleppo, sino alla totale riconquista del 12 dicembre. Il colpo per Washington e le altre cancellerie occidentali che hanno investito un enorme capitale politico sulla caduta di Assad (Londra, Parigi e Tel Aviv) è durissimo: il “regime di Bashar” riporta una vittoria decisiva e Mosca, galvanizzata dal successo, si afferma come il nuovo dominus del Medio Oriente a discapito delle vecchie potenze occidentali. Gli equilibri regionali si decidono ormai al Cremlino, che si assume l’onore e l’onore di conciliare gli interessi, spesso divergenti, dei diversi attori.

A distanza di poco più di una settimana dalla liberazione di Aleppo, è in programma infatti a Mosca una trilaterale tra Russia, Iran e Turchia per discutere sul conflitto siriano alla luce degli ultimi sviluppi: “Russia, Iran and Turkey to hold Syria talks in Moscow on Tuesday” scrive la Reuters il 19 dicembre. Nelle stesse ore in cui esce l’agenzia, l’ambasciatore russo Andrei Karlov è ucciso ad Ankara, nella Galleria d’Arte Moderna, per mano del poliziotto Mevlut Mert Altintas.

Possiamo quindi dedurre senza difficoltà l’identità dei mandanti dell’attentato: ad armare la mano dell’assassino di Karlov sono gli stessi che dal 2011 in avanti hanno tentato di rovesciare Assad, gli stessi che hanno inoculato il germe dell’ISIS in Siria, gli stessi che hanno ordito il putsch militare in Turchia della scorsa estate, gli stessi che sognavano un zona d’interdizione di volo sopra la Siria, gli stessi che hanno interesse a sabotare un’intesa tra Turchia, Russia ed Iran. Sono Washington ed i suoi alleati.

Il nostro ragionamento si sposta quindi sulla dinamica dell’omicidio: afferrata le realtà a scala generale, grazie all’analisi geopolitica, non ci resta che calarla nel particolare, evidenziando tutte le peculiarità dell’omicidio Karlov che rivelano l’inconfutabile “zampino” dei servizi segreti atlantici:

  • il poliziotto Mevlut Mert Altintas non avrebbe mai potuto introdursi armato nella Galleria d’Arte moderna e posizionarsi alle spalle dell’ambasciatore, né quest’ultimo essere separato dai propri guardaspalle, se un’attenta regia non avesse pianificato nel minimo dettaglio l’operazione: qualcuno ha agito perché tutte le misure di sicurezza fossero aggirate;
  • la presenza di una regia nell’omicidio di Karlov è testimoniata dalla sua esecuzione “a favore di telecamera” e dalla velocità con cui il video ha lasciato la Galleria d’Arte Moderna per invadere la rete ed i media: è stato quasi un omicidio in diretta, così da aumentarne esponenzialmente l’impatto. Il filmato, in altre circostanze, difficilmente avrebbe lasciato la scena del crimine, certamente non così in fretta. Il killer è stato attentamente istruito per agire dentro il campo della telecamera, così da confezionare un video sulla falsariga di quelli prodotti dall’ISIS o da Al Qaida: il poliziotto Mevlut Mert Altintas è nell’inquadratura delle camere prima, durante e dopo l’omicidio;
  • l’attentatore non è un funzionario di polizia qualsiasi: membro delle unità anti-sommossa, ha fatto parte anche della scorta di Recep Erdogan3. Per avvicinare il presidente turco ed essere assegnato al suo corpo di sicurezza personale, Mevlut Mert Altintas deve aver superato un accurato esame psicofisico e politico. Ciò corrobora la tesi del sindaco di Ankara, Melih Gokcek, secondo cui l’attentatore fosse un membro della rete dell’imam Fethullah Gülen, radicata sia nella magistratura che nelle forze dell’ordine. Ricordiamo che Gülen, mentore di Erdogan e suo alleato fino al 2015, ha orchestrato dall’esilio dorato in Pennsylvania il putsch militare della scorsa estate;
  • la concomitanza dell’omicidio di Karlov con l’attentato di Berlino, una riedizione della strage di Nizza del luglio scorso, indica una comune regia ed un’attenta pianificazione: una serie di attacchi terroristici simultanei o separati da poco tempo, hanno un effetto stordente sull’opinione pubblica, che non ha il tempo per metabolizzare gli avvenimenti né la possibilità di porsi interrogativi su quanto stia realmente avvenendo. Lo si è già visto quest’estate in Francia: il 14 luglio muoiono un’ottantina di persone ed il 26 luglio, quando le domande senza risposta sulla strage abbondano ancora, l’attenzione è già dirottata sulla barbara uccisione del parroco di Rouen.

Quali conclusioni si possono quindi trarre dall’omicidio Karlov?

Difficilmente Mosca ed Ankara romperanno i rapporti come lo scorso novembre dopo l’abbattimento del Su-24, perché così facendo agirebbero secondo i piani di chi ha orchestrato l’attentato. L’assassinio dell’ambasciatore è però una spia del clima internazionale che si respira. Il 2016 è stato un annus horribilis per l’establishment euro-atlantico: il referendum inglese di giugno ha decretato l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, le presidenziali americane hanno incoronato il populista e filo-putiniano Donald Trump, le forze centrifughe in seno all’eurozona hanno raggiunto livelli allarmanti, la Russia si è imposta come potenza di primo piano in Medio Oriente, la guerra siriana ha svoltato a favore di Bashar Assad.

Cresce l’impotenza dell’oligarchia e ed aumenta, di conseguenza, la sua ferocia: attentati, omicidi e stragi sono ormai tanto frequenti e clamorosi quanto approssimativi e spudorati. L’esecuzione in diretta dell’ambasciatore Andrei Karlov confermare la sensazione che, avvicinandosi la fine, il Potere si comporti sempre più come un cane rabbioso.

 

policeman

1https://www.youtube.com/watch?v=mujTdkw7LeQ

2http://www.aljazeera.com/news/2016/08/iran-turkey-agree-cooperate-syria-160812141119888.html

3http://www.repubblica.it/esteri/2016/12/19/news/turchia_attentato_ambasciatore_ferito-154466100/?ref=HRER3-1

71 Risposte a “Omicidio Karlov: un’esecuzione in diretta, opera di cani rabbiosi”

  1. Grazie, Signor Dezzani,
    attendo con interesse le sue analisi e riflessioni .Sono preziose .
    Buona giornata~L~

  2. Grazie Federico, solo una cosa stona secondo me, l’attentato di Berlino fatto di lunedì, sicuramente domenica c’era più gente, nn capisco se volevano la simultaneità con Ankara o evitare la rivolta in Germania se l’attentato fosse stato della stessa portata di Nizza.

  3. Federico, ottima analisi.
    Appunto tecnico: sul mio telefono (WP) la parte finale, cioè a partire dall’elenco puntato che segue “rivelano l’inconfutabile “zampino” dei servizi segreti atlantici” non si riesce a leggere, l’ho dovuto guardare da computer. Non so se è un problema solo mio, ma consiglierei di controllare.
    Ciao

  4. Federico, ma non è un po’ troppo evidente la cosa? Chiunque mastichi un po’ di geopolitica vede chi è il responsabile, figuriamoci se non lo capiscono turchi e russi. Possibile che i perpetratori di tale gesto sperassero davvero che Putin avrebbe dato la colpa ad Erdogan? A me pare proprio un omicidio inutile, se l’obiettivo era quello.
    Peraltro anche controproducente nei confronti dell’opinione pubblica: “Se Isis uccide russi, allora vuol dire che russi sono veri nemici dell’Isis” pensa l’uomo della strada. Possibile tanta idiozia da parte dei mandanti? Boh…

    1. La conclusione, infatti, sottolinea la natura sempre più approssimativa e sconclusionata di questi gesti: agiscono come cani rabbiosi….

      1. Capisco. Ma è possibile che gente preparata si comporti con tanta approssimazione e faciloneria (per usare un eufemismo)???

        1. Perché, primo: non sono così preparati, secondo: sono così ridotti male da mostrare tutto il loro lato schifoso sfacciatamente al pubblico, loro non hanno dignità, se ne fregano, le cose sono diventate talmente sporche che le noterebbe anche un bambino. Ma certa gente sembra che voglia avere gli occhi chiusi. Io parlo di queste cose (da tempo), alle persone che ho vicino, ma nessuno mi vuole credere, preferiscono credere ai tg

          Una cosa volevo chiedere a Federico, una domanda ingenua, perché queste “elite” dominano solo gli Usa, Europa, Israele e compagni, perché non c’è un’elite anche per la Russia, Asia o forse c’è?

          Ciao carissimo

        2. Io parlo di queste cose (da tempo), alle persone che ho vicino, ma nessuno mi vuole credere, preferiscono credere ai tg
          e pensa te a quando non c’ era internet con cui poter scoprire che almeno c’ era qualcun’altro che la pensava come noi ..:-)

  5. Ottimo ma non capisco perché ti ostini a mantenere questo sistema arcaico di commenti e non inserisci un semplice plugin per connettere i commenti a Facebook.

    Ne avresti un riscontro molto più ampio.

    Con la consueta stima. 🙂

  6. Come qualcuno disse:” Questi, prima dell’insediamento di Trump e prima della sconfitta della Merkel, saranno capaci di tutto !”.

    Proprio così ! Non escludo neppure una escalation, fino ad arrivare ad un plateale attacco militare nei confronti di Mosca.

    Nervi saldi , che il 2017 porterà – comunque vada – cambiamenti epocali e duraturi !

  7. Caro Dezzani, a mero livello dialettico (non mi mandi a quel paese) … e se fosse tutto al contrario?
    Questo attentato rinforza palesemente le posizioni di Russia/Turchia/Iran. Gioca a favore di un loro accordo, visto che la lettura che lei ha fatto degli eventi è tutt’altro che isolata.

    E se, ad un certo punto, fosse stato proprio Erdogan ad organizzare l’attentato, proprio perché si pensi quello che lei ha scritto, ed avviare conseguentemente la fuoriuscita dalla Nato (a questo punto senza più alcun senso, visto che la Turchia sta alleandosi con coloro che la Nato dovrebbe combattere, contro cui ha schierato batterie di missili nell’Europa dell’Est), vincendo anche le ultime resistenze interne, come quelle portate probabilmente dagli ambienti (anche e soprattutto militari) legati al vecchio e non isolato Primo Ministro Ahmet Davutoglu (distante dall’Imam Fethullah Gülen, ma fortemente euro-atlantico).

    Anche l’attentato di Berlino, se verrà attribuito all’ISIS (e conseguentemente ad ambienti sauditi/statunitensi), rinforza in Germania ed Europa il sentimento pro Russia, e non certo quello a favore degli Stati Uniti.

    Questa doppia lettura degli eventi, la mia senza dubbio pochissimo fondata (ma non impossibile), getta sulla vicenda una luce ancor più spaventosa, che sbalordisce ancor prima di inquietare.

    1. Non è nel modus operandi della Russia post-sovietica e di Putin in particolare, questo genere di operazioni machiavelliche. E poi…. i media.
      Nell’omicidio Karlov i media giocano un ruolo di primo piano e i circuiti della stampa sono tutti in mano a Washington e Londra.

      1. dato per assodato il coinvolgimnto dei servi(zi) turchi ad un livello superiore al “kamikazzo” subito ucciso , resta la domanda perche’ l’ ambasciatore girasse senza corpetto e guardia del corpo in un paese certamente “non amico”

      2. Putin non ucciderebbe mai un amico, nonché un validissimo diplomatico, per questo genere di pastette.
        E’ vero altresì, però, che l’ambasciatore aveva il giubbotto antiproiettile…

  8. Last not least, l’assassinio di Ankara e il diversivo della mini-strage berlinese hanno coinciso con l’elezione ufficiale di The Donald alla presidenza degli States

    1. Fino a prova contraria, chi “comanda” oggi negli states è Obama, almeno fino al prossimo 20 Gennaio 2017, quando s’insedierà Trump a tutti gli effetti

  9. Preferisco il vecchio sistema !

    L’ anonimato dei commentatori è fondamentale (con questi chiari di luna), al fine di consentire la totale apertura dei loro cuori.

    Se li “schedi” avrai più commenti, ma pochissimi saranno quelli “veri e spontanei”

    Sic

  10. Dezzani, che ne pensa dell’attentato di Berlino consumatosi a stretto giro dall’omicidio dell’ambasciatore russo?
    Non si puó certo considerarlo un assist alla Merkel…

  11. 19 dicembre: festa di San Nicola, il pacificatore dei nemici.

    Negli ultimi mesi il dispiegamento nel mar Caspio e nel Mediterraneo di navi e sottomarini equipaggiati con missili Kalibr e il posizionamento in territorio siriano di batterie antiaeree russe S-300, a difesa dei cieli sopra Aleppo, ha disinnescato il tentativo di indire una no-fly zone. Che sarebbe facilmente degenerata in uno scenario libico. Con modalità delle quali si è avuto soltanto un assaggio a Deir ez-Zor, verso la metà di settembre, in zona non coperta dallo schermo difensivo contro le incursioni aeree antisiriane.

    Intanto è passato un anno da quando la Turchia abbatteva un jet russo nei cieli della Siria. Da allora tutto è cambiato. L’esercito della Federazione russa è intervenuto a fianco di quello siriano. Davutoğlu tiene comportamenti ambigui e viene costretto alle dimissioni. Erdoğan è vittima di un tentativo di colpo di stato che gli fa perdere ogni residua fiducia nei suoi storici alleati. L’Unione europea a guida tedesca non perde occasione per ribadire che, con una scusa o un’altra, non integrerà mai un concorrente industriale forte come la Turchia.

    Messo alle strette, Erdoğan che cosa può fare? Con esercizio acrobatico di realismo politico, cambia alleanza.
    Non può tuttavia dichiarlo apertamente, perché le diverse basi NATO che ospita fungono da controllo dell’amico prima e meglio che da controllo del nemico.
    Intesse quindi una fitta e poco pubblicizzata rete di relazioni, interconnesse in materie che vanno dalla cooperazione turistica a quella economica, da quella culturale a quella militare. Ieri veniva annunciata l’apertura dei negoziati con la Federazione russa e l’Iran sulla Siria, senza la partecipazione dei Paesi NATO, dopo la liberazione di Aleppo. Contemporaneamente, la Duma russa muoveva un passo fondamentale per la conclusione della trattativa sul Turkish stream. Ma, soprattutto, veniva inaugurato un trattato di cooperazione sulle forniture militari, a favore del secondo esercito NATO, con quello che il comando NATO e l’industria militare collegata considera il primo nemico della NATO.

    Reazioni a questa nuova postura internazionale? A settembre un certo numero di consiglieri militari russi viene bombardato da un raid aereo della coalizione a guida U.S.A. Agli inizi di ottobre una granata cade nel perimetro dell’ambasciata russa a Damasco. L’altro ieri un’improvvisa recrudescenza del conflitto nell’Ucraina dell’est. Ieri un incontro a porte chiuse del Consiglio NATO – Russia, caratterizzato da una “discussione franca e sostanziale” e conclusosi con un “profondo disaccordo”. Poco dopo, l’uccisione dell’ambasciatore della Federazione russa. Che simbolicamente rappresenta il presidente e l’intera nazione.

    Saranno bastati come avvertimenti? Per niente. Oggi un gruppo di “investigatori russi” è arrivato in Turchia. Per sperimentare, seppur con riferimento all’oggetto limitato delle indagini sui mandanti dell’attentatore, una possibilità e un meccanismo di cooperazione tra servizi di un Paese NATO e servizi della Federazione russa che dal 2002 non soltanto non veniva più praticato, ma da ultimo nemmeno immaginato. Si inaugura il summit sulla Siria, anticipato di una settimana. Prosegue la cooperazione in materia militare ed energetica.

    Forse merito dell’ottimo livello di preparazione della diplomazia russa, che anche in quest’occasione riesce a trasformare una sconfitta in un’opportunità. Arma più potente ancora dell’esercito. Non per niente l’anno scorso la Russia viene ammonita colpendo un militare, mentre quest’anno viene redarguita prendendo di mira un ambasciatore.

    Ma secondo alcuni commentatori il vero merito va attribuito a San Nicola, di cui ricorreva ieri la celebrazione del culto. Nato nell’attuale Turchia, veneratissimo in Russia, celebrato come il pacificatore dei nemici. Si dice che il santo non potrà mai tollerare una profanazione tanto blasfema del giorno della sua festa. I rapporti tra i due ex nemici proseguiranno più fitti e intensi di prima. Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi.

  12. Secondo me è un avviso lungimirante ai potentati tedeschi che stanno fornicando con la Russia
    La Merkel è considerata già una causa persa.

  13. Per favore Federico,
    non so che novità potrebbero esserci con i commenti. Ma io Facebook non ce l’ho e vorrei potere continuare a commentare.

  14. Buonasera.
    Solo per opportuna chiarezza.
    1. Teniamo presente che i mandanti dei versamenti di sangue considerano i sacrifici umani una probabile continuazione del potere con altri mezzi. Pertanto cerchiamo di non peccare di ingenuità. Almeno di fronte alla Storia.
    2 anonimato una sega. Per favore. Anche qui.
    Ma dove crediamo di commentare? Al bar sotto casa?
    3 “luca”, complimenti. Potresti aver messo in evidenza una occasione di contiguità con forze che forse battagliano lateralmente alle nostre esistenze di poveri untorelli.
    DNFTT. IST
    Grazie Dezzani

  15. Ottimo articolo Federico! non c’è dubbio che i due attentati siano collegati. Quallo turco lo capisco e lo spieghi molto bene. Ma quello tedesco francamente è più strano perchè ha delle condeguenze immediate sulle elezioni in Germania. Di fatto ne patisce la Merkel che è la candidata prescelta. Di fatto o è stata scaricata (ma non si capisce perchè così tutto ad un tratto) oppure ci potrebbe essere una divisione all’interno dei servizi segreti americani che rispecchia ad una sorta di guerra intestina degli Stati Uniti che si proietta al di fuori dei confini. Per cui 1 a 1 e palla al centro. Ciao

  16. Mi piacerebbe anche un commento su attentato a Berlino. Ricordo che il 12 ottobre, il siriano denunciato dai suoi conoscenti, ed in carcere , si suicidò, perchè la Germania sembra non abbia le fotocamere di sorveglianza. Troppo sofisticate. Meglio un carceriere che passa ogni mezz’ora, come nelle ronde dell’800 dei romanzi di Dumas. E che trovò il siriano morto, impiccatosi.
    Ora, questo nuovo attentato, simile a quello di Nizza, vede che viene arrestato un estraneo, dopo aver diffuso alle 22, la notizia “Abbiamo l’uomo che ha colpito”. Il che dimostra, come i servizi segreti tedeschi siano sotto la guida dell’ispettore Clouzot della Pantera Rosa.
    Stranissimo, che non esista nessuna fotocamera di sorveglianza in quell’area. Oppure i filmati vengono tenuti nascosti, per non allarmare l’opinione pubblica…
    Aspetto il blog.

  17. Ottima disamina Federico… ma una considerazione la farei.
    L’attentatore era addirittura una ex guardia del corpo di Erdogan.
    Io in questo episodio oltre che uno schiaffo dato alla Russia in mondovisione ci vedrei anche un messaggio al sultano turco.
    del tipo…possiamo prenderti quando vogliamo.
    Un po come il modellino del duomo di Milano in faccia al berlusca con tante beffe della sua scorta.

    Insomma più che una reazione scomposta io la vedo come una minaccia ben precisa.
    La bestia ha ancora carte da giocarsi.

  18. Questo post di Federico mi lascia quasi catatonico per la sua immensità…come può una mente umana a distanza di minuti dall’attentato riuscire a racchiudere in un mirabile resoconto tutti gli avvenimenti successi in quella parte del mondo fino a giungere a delle conclusioni così illuminanti, si badi bene SEMPRE CON IL SUPPORTO DI FONTI E CITAZIONI…
    ecco forse ho capito, Federico non è umano, ma qualcosa di più 😛
    forse sto esagerando, ma di sicuro è un genio..

    Aldilà di queste smancerie, se mi posso permettere, anch’io posso non condividere sempre al 100% ogni singola tesi o conclusione di Federico, ma trovo poco costruttivo quando qualcuno dei commentatori si limita a far notare di non essere d’accordo su questo o su quel punto, dimenticando di trovarsi di fronte ad un’analisi bella pronta e sfornata che trasuda comunque genio e fatica. Se poi invece servono a sviluppare il dibattito, comunque ben vengano i rilievi di cui sopra.

    P.s. il video non si può vedere SU QUESTO SITO (su youtube invece sì), per la serie si inizia a diventare scomodi (mi sa che scriverò anch’io sotto pseudonimo prossimamente..)

      1. Vadi (lol) per Il Maglia..però ti riescono meglio le analisi geopolitiche che le scelte dei nick 😀

    1. permettete di sollevare un ragionevole dubbio sulla utilità dell’anonimato.
      Noi navighiamo in internet con una targa attaccata ai computer, proprio come le automobili.

  19. Ottima disamina Federico, ti seguo da un po e trovo che le tue analisi colgano davvero nel segno.
    Farei però una considerazione.
    Non mi convince molto la tesi omicidio/reazione scomposta.
    Mi spiego meglio.
    La bestia è ferita e sta pericolosamente alzando il tiro , rischiando di perdere la maschera.
    Ma il poliziotto in questione era addirittura un ex guardia del corpo di Erdogan.
    Io più che un affronto sanguinoso ai russi della cui reazione non possono dubitare (altrimenti sarebbero idioti) ci vedrei un messaggio diretto ad Erdogan stesso.
    Del tipo…possiamo prenderti quando e come vogliamo. Okkio!

    Un po come la statuetta del duomo di Milano sul Muso del Berlusca con tanti saluti al suo apparato di sicurezza.

    Perchè sia chiaro…questo episodio non poteva e non potrà che spingere ancor di più i turchi tra le braccia dei russi… a meno che il sultano non si prenda paura.

    Quindi attenzione, la bestia è ferita ma non così moribonda da agire in maniera cieca e rabbiosa. Ha ancora delle carte da giocarsi e dei tasselli da muovere.

  20. Sbaglio oppure il 17dic. venivano arrestati ad Aleppo una 20 di “ufficiali” nato, SAU, MA, QA, IL ed altri. Rimasti intrappolati mentre i Russi bombardavano bambini vedove e malati?

  21. Non si capacitano ancora, a Zurigo, di Stalingrado. Ma come? Stalin. Controllato quasi come il progenitore della futura kanzlerin. Che ci aveva dato Baku. Il rublo. La distruzione della Chiesa. Al palazzo di Buckingham si cammina nervosi quasi più che nella ex Roma: ma davvero arriva la moneta asiatica emessa a credito basandola su oro e immense ricchezze della Cina? Che ne sarà dei 100 euromiliardi che penso’ furbo il finto papà di portare dal socio Fidel? Valore dimezzato? Con il la dato dalla banca cantata fra i parchi da Ezra? Tacito ormai studiato al Cremlino come a Pechino e a Teheran anticipa, sintetizza e segna la guida. L’opposto esatto di quel che il mio amico Gramsci scriverà altrettanto sintetico dei cattolici ‘democratici’ (una mia invenzione).

    1. @Willy Muenzenberg
      Insomma Willy stai raccontando il fallimento di questo progetto?

      Apolonia Engineering17 dicembre 2016 17:45

      Il massone e rosacroce Angelo Roncalli alias papa Giovanni XXIII, il
      Concilio vaticano II e il sogno di una moderna armonia tra essoterismo
      religioso ed esoterismo massonico in funzione di una rinnovata stagione
      di uguaglianza, fratellanza e libertà (1958-1968)

      Dove si racconta delle iniziazioni del primo papa massone, del Concilio vaticano II e degli archivi
      segreti della Ur-Lodge «Ghedullah»

      Il primo papa massone

      Poco oltre la metà del XX secolo, anche sull’onda lunga degli sforzi collaborativi tra Vaticano e circuiti
      massonici (sia elitari che progressisti) nella costruzione dell’Unione europea, maturò un singolare
      progetto di ulteriore collaborazione tra alcuni settori della libera muratoria e della cattolicità.62
      A differenza di quanto avvenne per il progetto di unificazione europea (rispetto alla quale i massoni
      conservatori convinsero molti confratelli democratici e socialisteggianti a non opporsi
      all’implementazione prioritaria di una integrazione economica in luogo di procedere anzitutto con la
      creazione di organi politici federali), questa collaborazione fu realizzata all’insegna di ideali nettamente
      progressisti.
      Su proposta congiunta della loggia «Ecclesia»,63 Ur-Lodge radicata non solo in Vaticano ma, al pari
      della società paramassonica B’nai B’rith,64 operante in tutto il pianeta – presso strutture cattoliche
      secolari e regolari, così come presso associazioni e movimenti cattolici laicali ed ecclesiali –, e delle Ur
      Lodges «Daath» (ambienti israeliani laici e dell’ebraismo americano e internazionale
      liberalprogressista, con inserzione anche di non ebrei), «Thomas Paine» (a prevalenza angloamericana e
      francese), «Montesquieu» (con affiliati soprattutto francofoni di ogni parte del mondo), «Christopher
      Columbus» (sovranazionale come ogni Ur-Lodge, ma saldamente radicata soprattutto in Usa, Canada e
      America latina), «Ioannes» (Ur-Lodge con base nel New England, Usa, che affilia soprattutto cattolici
      anglofoni di tutto il pianeta, oltre ad anglicani ed episcopaliani, ma naturalmente non esclude confratelli
      di altre confessioni religiose e ha sempre avuto delle sezioni permanenti aperte a Roma, Parigi, Londra
      e Monaco di Baviera), «Hiram Rhodes Revels» (composta specialmente da affiliati bianchi
      iperprogressisti, statunitensi e britannici, ed eminenti personaggi della comunità afroamericana) e
      «Ghedullah» (tradizionalmente operativa nell’area mediterranea e nel Medio Oriente), venne elaborato e
      portato a compimento un progetto trasgressivo ed epocale.
      La proposta di queste potentissime Ur-Lodges venne portata non solo all’attenzione di cattolici
      (ecclesiastici e laici vicini alle gerarchie) iniziati alla libera muratoria, ma anche a rappresentanti
      progressisti, benché non massoni, di quello stesso mondo che aveva nel Vaticano il suo epicentro
      spirituale e politico, senza trascurare i vertici di potenti conferenze episcopali extraitaliane come quella
      statunitense, quella tedesca e quella francese.
      Il progetto prevedeva di favorire l’elezione – per la prima volta nella storia – di un papa massone e
      spiritualmente innovatore e, congiuntamente – altra primizia storica –, di un presidente degli Stati Uniti
      cattolico e non massone, ma di orientamento progressista.
      E il progetto andò a buon fine

    2. Decriptiamo Mr. Willy. Visti gli 8 “like”, faccio affidamento soprattutto su questi lettori. Visto che hanno espresso un apprezzamento, palesemente (e a differenza mia) devono aver compreso (a differenza loro, sono nuovo del sito). Quello che non capisco è:

      “””Che ne sarà dei 100 euromiliardi che penso’ furbo il finto papà di portare dal socio Fidel? Valore dimezzato? Con il là dato dalla banca cantata fra i parchi da Ezra?”””

      Senza l’accento papà diventa Papa. Mi viene in mente un vecchio articolo di Veterans Today – http://www.veteranstoday.com/2016/01/23/corporate-fascism-the-vatican-and-the-21st-century/ – intitolato in italiano “IL FASCISMO, IL VATICANO E IL 21° SECOLO” (a suo tempo lo tradussi ma dubito di averlo mai pubblicato, benedetta memoria!), in cui Katherine Frisk sostiene che i beni vaticani stanno o hanno già preso il volo per il Sud America.

      In effetti anche nel precedente intervento il nostro Sig. Willy ha fatto un riferimento al “controllato dai poteri forti che sta a Santa Marta” (Papa Francesco). Due riferimenti sono troppi per essere casuali. Il Sig. Willy si iscrive anch’egli al partito della Frisk? E’ il Vaticano che vuol portare 100 miliardi (dimezzati) di euro in Sud America (il Fidel, ovviamente Castro, sta ad indicare questo), come ci ha già detto, per la verità, la “biblica” Frisk?

      Oh, capiamoci, il mio è solo un gioco! Serve per farsi due risate. Per le cose serie c’è Dezzani. Per la Sig.ra Luigiza, lo scriva che ha copia-incollato da Magaldi. Magari si arrabbia a non essere citato.

  22. La domanda, a questo punto, è se la nuova amministrazione Usa di Trump riuscirà a cambiare la rotta verso l’abisso dell’attuale apparato di intelligence e militare atlantico. Anche perché, se non ci dovesse riuscire, cosa potremmo aspettarci dai russi? Forse che continuino a farsi abbattere aerei civili e militari o a farsi uccidere gli ambasciatori senza reazione?
    In ultimo, se decidessero di reagire, i russi, quanto potrebbero “far male” all’Occidente con degli interventi “asimmetrici”?
    Forse Mr Trump dovrebbe iniziare a ragionare in modo approfondito rispetto a questi temi, perché potremmo presto sperimentare scenari molto poco piacevoli!

  23. Ricordo un affermazione di Sergei Lavrov ,in un intervista nel 2014 : ” Ci hanno chiesto di lasciare il nostro posto , ma non lo faremo, non lasceremo”. Questa frase buttata nel discorso, quasi sfuggita, mi resto’ impressa. La crisi ucraina era agli inizi, e mi colpi’ soprattutto l’ animosita’ della Nuland, la sua protervia e sfrontatezza. Osservando i lineamenti di questa strega , ebbi una folgorazione… Decisi di saperne di piu’ , sempre di piu’. Chi e’ Victoria Nudelman, chi e’ john kaganovich, Richard Perle, Wolfovitz, Allbright, etc. ? Questo movimento transpartitico e’ il politburo dell’ ebraismo internazionale, il quale e’ un hidra a piu’ teste e ambisce al dominio del pianeta. Putin e il blocco patriottico russo si oppongono a questo potere, la vecchia guardia conservatrice americana e la maggioranza del pentagono sta provando a fare lo stesso. Questo assassinio , come gli altri che lo hanno preceduto, da quella della guardia del corpo di Putin, a quello del suo autista fino all’ uccisione di un suo amico personale da lui inviato in America per negoziazioni riservate,e’ l’ ennesimo tentativo di intimidire il presidente russo e i suoi fedelissimi. La mafia giudaico massonica e’ in difficolta’, perche’ a differenza di quanto avvenne negli anni 30 del secolo scorso, non riesce a precipitare il mondo in una guerra. Non ci riesce in primo luogo perche’ il tentativo ricalca gli stessi schemi messi in pratica contro la Germania hitleriana, e Putin , uomo dei servizi segreti li conosce ma anche perche’ l’ America si sta risvegliando . A questo punto a gli ” eletti” preme blindare la Germania. Attentati, leggi speciali e via col piffero mediatico: I love Berlin. Vedremo quanti fessi seguiranno questa sciocca litania.

  24. “The Roman”, temo che tu abbia toccato il punto G della questione. La mafia giudaico-massonica, altresì chiamata “alleanza euro-atlantica” è in tensione. Essa conosce bene, cosa accade di prassi, nei paesi dove la loro “finta democrazia” imposta su protocolli ben studiati, viene spodestata. Ricordano bene cosa accadde, ad esempio, in Italia, durante il ventennio fascista. Il rischio che una deriva populista anti-massonica, prenda il sopravvento, per loro è una ipotesi sufficiente a giustificare qualunque livello di difesa preventivo. Il terreno gli sta franando sotto i piedi e non possono credere che il mondo sta cambiando e che questo cambiamento (questa volta) non li vedrà protagonisti e forse neppure partecipi.

  25. Buonasera
    Tre giorni prima dell'(illegale) abbattimento del Su-24 l’aviazione russa aveva (legalmente) incenerito un migliaio di autobotti per il trasporto di petrolio dello stato arcobaleno che servivano a rifornire i distributori di benzina turchi.
    L’abbattimento del caccia ha fatto arrabbiare la Russia, che ha reagito, a 360 gradi.
    Sette mesi dopo Erdogan si cosparge il capo di cenere e chiede “pubblicamente” scusa a Putin. Con tutte le conseguenze del caso (vedi colpo di stato).
    Il 18/9/16 la coalizione a guida americana commette un piccolo errore di calcolo uccidendo sbadatamente una novantina di soldati siriani.
    Tre giorni dopo un missile kalibr colpisce millimetricamente un centro di comando ad Aleppo di “terroristi” uccidendo però una trentina di “turisti” tra israeliani e occidentali.
    E sappiamo come è finita poi la battaglia di Aleppo.
    Dopo questo omicidio non so come e se reagirà la turchia, ma per quanto riguarda la Russia non nutro alcun dubbio che ciò accadrà.
    L’unica cosa che fa veramente arrabbiare è il fatto che mentre i “buoni” possono commettere qualsiasi atrocità alla luce del sole e in mondovisione (grazie al loro dominio mediatico), i “cattivi” devono agire nell’ombra.

  26. E se invece fosse un duplice avvertimento alla Russia e alla Germania, che hanno ormai raggiunto un accordo sottobanco? Un ultimo, spero, ” regalo” di Obama e dei neocon, che ormai si sentono all’angolo?

    1. Non è escluso: la Russia è stata “avvertita” per la sua intraprendenza in MO. Vedremo nel prossimo articolo per cosa è stata “avvertita” la Germania.

    2. Non c’ e’ nessun accordo sottobanco tra Germania e Russia. Le sanzioni appena rinnovate , provano semmai che e’ proprio la Germania , con il suo corollario di euroservi, l’ ultimo bastione dell’ impero ” occulto” ( ottima definizione di Daniel Estulin ). Non puo’ durare … I kapo’ alla Renzi o alla Tsypras sono odiati come e piu’ di loro. Willy, che dimostra di saperne di queste cose, rivela nel suo brillante commento la vera posta in gioco. La moneta fiat, ovvero la moneta stabilita’ sulla fiducia presto morira’. Non c’ e’ piu’ la fiducia a sostenerla.

  27. Buongiorno sig. Dezzani, le consiglio di acquistare una copia del Fatto Quotidiano di oggi. Troverà un articolo del generale Fabio Mini che concorda con lei su numerosi punti. Buona giornata.

  28. Non c’è bisogno di comprare la “carta straccia” che affolla le nostre edicole e che presto sarà buona solo per incartare il pesce al mercato http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/23/attentati-parigi-il-generale-fabio-mini-e-una-nuova-guerra-simmetrica-in-cui-isis-sottovaluta-la-forza-di-europa-e-usa/2242204/

    Cosa vuoi dire di un articolicchio che esordisce evidenziando in negativo il ” 13 ” mentre lustra le scarpe al ” 17 ” ?

    Federico seguita a fidarti solo del tuo istinto !

  29. Continuo però a trovare sempre la stessa falla in tutti i nostri ragionamenti post-attentati (al plurale): perché diamo così per scontata la reperibilità di attentatori kamikaze un tanto al chilo? Il mainstream ha convinto anche noi, con tanta facilità, che il mondo sia pieno di persone che non vedono l’ora di andarsi a suicidare per assecondare complotti altrui?

    Per carità: qualche pazzoide analfabeta barbuto a cui lavare il cervello con fesserie esisterà pure; così come esiste di sicuro il ladruncolo di periferia inviato a suicidarsi a sua insaputa, dietro promessa di “un lavoretto facile”. Ma francamente, qui c’è un giovane militare ben addestrato (e si vede, nel secondo video), con un ottimo curriculum per la sua età: non ci credo, che sia così facile convincere un tipo del genere a una missione suicida. Non ha neanche tentato di scappare, malgrado l’assoluta assenza di qualsiasi pericolo o reazione intorno a lui. Ce lo vedete lo Swat a star lì strillacchiare Allah Snackbar sventolando la pistola in attesa del proiettile fatale, mentre i fotografi scattano tranquilli? Ma dai!!

    Dare sempre per scontato il kamikaze è un errore. Cosa resta allora? Non saprei proprio; la messa in scena, il manchuriano, boh… Dovremmo però ricordarci di considerare anche questo aspetto, nelle varie analisi.

      1. Al di là del “Progetto Mk-Ultra”, conosciuto e desecretato, vale la pena ricordare anche tutte le attività collaterali dei “servizi segreti deviati” facenti capo all’alleanza euro-atlantica, quali il “Gang Stalking”, le “Illegal Intrusions”, e tante altre cosette interessanti, sapientemente tenute nascoste dai media, fino alla pubblicazione di questa intervista a dir poco devastante, allucinante, sconvolgente https://www.youtube.com/watch?v=WpbloZWO8oA e che consiglio solo a coloro che sono dotati di stomaco forte, oltre che di un ottimo inglese.

        Riguardo ai dubbi sollevati da Cris, posso solo dire che esistono anche altri modi, utilizzati dai servizi per convincere determinate persone a compiere atti anomali, quali ad esempio le promesse di essere arrestati e poi scagionati e liberati sotto-cauzione ed inviati in una isola tropicale con svariate decine di milioni di dollari in banca. Poi qualcosa và storto…..I giornalisti non ripprendono nulla, perchè sono stati spinti fuori…..Ed il corpo dell’attentatore è ormai a terra, privo di vita:

    1. hai buon occhio osservativo, Cris.
      vergognandomi, ammetto pure io d’aver voluto guardare il video incollatoci. ma come diavolo fa un cameraman a ZOOMARE INDIETRO PROPRIO IN QUEL MOMENTO? per dare campo medio alla ripresa della recita dell’assassino? tra le altre.

    2. Al di là del progetto “Mk-Ultra”, mirato a condizionare le menti, esistono anche altre cosette interessanti, sapientemente tenute nascoste dai media, come il ” Gang Stalking “, le “Illegal Intrusions”, perpetrate dai servizi d’intelligence euro-atlantici e dai militari, nei confronti della popolazione civile.

      Il tutto è stato tenuto segreto, fino alla pubblicazione di questa intervista, sconvolgente, allucinante, dai contenuti incredibili, adatta solo a stomaci forti
      ed a chi mastica un ottimo inglese, della moglie di un Colonnello Americano dei Marines ( Navy Seals ) https://www.youtube.com/watch?v=WpbloZWO8oA

      Riguardo alle tecniche utilizzzate per convincere un ragazzo di 22 anni a compiere un’azione come quella di Ankara, bhe credo si possa ipotizzare anche la promessa di un arresto, con conseguente liberazione su cauzione e/o evasione pilotata, cambio di passaporto e resto della vita felice su una isola tropicale, con qualche decina di milioni di dollari in banca. Poi qualcosa va storto, i giornalisti vengono allontanati, qualcuno spara ed il corpo del giovane si ritrova riverso a terra privo di vita.

      Ipotesi plausibile, no ?

      1. Dubbi legittimi, ma anziché scervellarsi sul COME è condotta un’azione terroristica, è interessante chiedersi PERCHE’ è fatta. Trovo inutile e dannoso disperdere energie in finti morti, sangue finto, giubbotti antiproiettile , colpi a salve ed ipnosi: non è quel livello che si capiscano gli avvenimenti.

        1. Io guardo prima il “come” perché spesso ci aiuta a capire il “chi”. Senza il “chi”, come facciamo a scoprire il”perché”?
          LOL pare uno scioglilingua…

  30. Intanto è stata finalmente trovato il documento di identità del presunto terrorista di Berlino. Era nella cabina del tir!!!
    Ora si, che l’attentato è un attentato compiuto a regola d’arte! Cavolo, mi stavo preoccupando.

  31. Vorrei segnalarle, caro Dezzani, questo commento su Orizzonte 48, nel caso le fosse sfuggito: http://orizzonte48.blogspot.it/2016/12/la-geostrategia-della-tensione-e-la.html#comment-form

    L’analisi poggia su una “decriptazione” comparsa su EIR (ovvero Movisol), ed accusa apertamente Obama di essere il mandante dell’omicidio dell’ambasciatore russo. Francamente tutti questi eventi, se da un lato sono leggibilissimi, dall’altro un po’ mi imbarazzano per la facilità della lettura. Aspetto con molto interesse il suo articolo sull’attentato di Berlino.

  32. Vorrei provare a dare una lettura alternativa.
    Faccio una premessa. Qualcuno lo ha giá scritto, e sottoscrivo in pieno.
    La Russia é della partita e sta al tavolo come tutti gli altri.
    Gli strumenti a disposzione tra i vari player mondiali variano, e non sono piú quelli che aveva Stalin o Hitler piuttosto che Mussolini. Uno di questi strumenti utilizzati oggi é proprio il terrorismo.
    La Russia sul piano delle relazioni internazionali si comporta come gli altri.

    Io credo che bisogna valutare la possibilitá che stavolta, (o forse anche in altri casi) dietro questo attentato ci siano (anche) i Russi.
    I due attentati sono collegati.
    In Germania vive la comunitá turca piú grande d’Europa. Le relazioni tra servizi tedeschi e servizi deviati turchi sono tra le piú strette. La Merkel é inoltre l’ultima pedina rimasta a chi si oppone al progetto globalista. L’attentato di Berlino é una reazione dei russi (e forse degli israeliani) all’assassinio dell’ambasciatore turco.
    E Israele? Israele si é giá riposizionata e potrebbe approfittare del nuovo corso politico americano. Una guerra tra nazioni in Europa inoltre (con partiti nazionalisti al potere) avvantaggerebbe proprio coloro i quali vogliono arrivare ad una guerra in Europa.

    1. Aspetta questa sera, Andrea: leggerai la mia interpretazione sui fatti di Berlino. E poi il “colpevole” è un 21enne tunisino, quindi ISIS, quindi NATO.

      1. Faccio una correzione, anzi due.
        La Merkel é inoltre l’ultima pedina rimasta a chi vuole realizzare (non opporsi) il proggetto mondialista.
        L’ambascatore russo. (non turco)

    1. I servizi marocchini sostengono di avere informato ben due volte le controparti tedesche che era in contatto con dei membri dell’ISIS. In particolare uno marocchino e uno russo.

  33. Che siano stati i servizi atlantisti – direttamente o per via interna tramite i dunmeh – rabbiosi per il nuovo corso turco e i successi russi, è la cosa più sensata da pensare.
    Però se il poliziotto-killer non era un integralista islamico – e quindi non aveva la fregola del ‘martirio’ – che cosa l’ha spinto a sacrificarsi? Sperava che i suoi mandanti gli salvassero la pelle facendolo esfiltrare dopo l’attentato? Era immaginabile che sarebbe stato freddato dagli altri membri della sicurezza, o arrestato e torturato.
    Oppure era drogato e/o suggestionato al punto da essere diventato una marionetta totale?
    Un giovane radicalizzato religiosamente, lo si convince facilmente a immolarsi. Ma uno laico?

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