2018, Italia al bivio: commissariamento o uscita dall’euro

Il futuro dell’Italia si fa sempre più minaccioso man mano che il 2018 si avvicina: all’incertezza derivante dalle elezioni politiche si somma un quadro europeo ostile, dove la Germania, disposta forse a sobbarcarsi la Francia per ragioni geopolitiche, non ha alcuna intenzione di concedere sconti al nostro Paese. Un commissariamento esplicito o subdolo, sulla falsariga del governo Monti, è tra le ipotesi sul tavolo e, se a Berlino dovesse prevalere una linea ancora più rigorista, non si potrebbe neanche escludere l’imposizione di un “default ordinato”. Di fronte a questo scenario, l’Italia sarà costretta a scegliere: capitolazione o un’uscita dall’euro. Un soccorso può venire soltanto dalle potenze emergenti.

Nessuno sconto da parte della Germania (cui interessa solo il Veneto)

I prossimi 12-18 mesi, come abbiamo sovente evidenziato nelle nostre ultime analisi, saranno cruciali per il futuro dell’Italia e dell’Europa: man mano che il 2018 si avvicina e nuovi dettagli si aggiungono, è quindi opportuno riallacciare i fili dell’analisi. Avevamo abbandonato il discorso parlando del “nuovo sacco di Roma” che Germania e Francia andavano preparando ai danni del nostro Paese e della conseguente necessità, per l’Italia, di stringere una serie di alleanze internazionali per evitare un tristissimo epilogo. Tutti gli ultimi sviluppi confermano i nostri presagi.

Bisogna iniziare ribadendo che gli “Stati Uniti d’Europa” allargati all’intero continente, se qualcuno li ha mai davvero presi in considerazione, sono stati ormai scartati da anni: il vertice a Deauville dell’ottobre 2010, cui partecipano Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, può essere considerato lo spartiacque che separa il progetto dell’Europa allargata da quello dell’Europa franco-tedesca, moderna riproposizione dell’Impero Carolingio. È un disegno che non soddisfa pienamente gli USA (da cui una serie di attacchi al sistema-Germania come Volkswagen e Deutsche Bank), ma ha il probabile assenso della Gran Bretagna (da cui il tentativo di fondere Lse-Deutsche Boerse e l’uscita dall’Unione Europea per facilitare i piani federativi di Angela Merkel e Macron).

All’interno della coppia franco-tedesca, la posizione dominante spetta, ovviamente, alla Germania, la cui prestazioni economiche e finanziarie surclassano quelle della Francia. Probabilmente Berlino, se ragionasse in termini meramente egoistici, procederebbe con l’integrazione politica della sola area euro-marco (Austria, Olanda, Slovenia, Lussemburgo, Slovacchia, Estonia, Finlandia), ma ragioni di natura geopolitica la inducono a sobbarcarsi anche la storica rivale: la Francia dispone ancora di un seggio permanente nel consiglio di sicurezza dell’ONU, è dotata di testate atomiche e, se abbandonata a se stessa, rischia di scivolare verso pericolose posizioni revanchiste-nazionaliste. Ad ogni modo, qualsiasi proposta di ulteriore integrazione europea, come l’introduzione di obbligazioni comuni1, è ormai circoscritta all’asse franco-tedesco e gli ultimi sviluppi politici in Germania, dove la destra nazionalista è in forte crescita, chiudono la porta a qualsiasi integrazione a 27 (complicando persino la convergenza tra Emmanuel Macron e Angela Merkel).

Il “resto” dell’Europa ha, in ottica franco-tedesca, valore modesto: non dispiacerebbe, se possibile, annettere al neo-impero carolingio la Catalogna, regione sviluppata e contigua alla Francia. Farebbe gola anche quella “Padania” che Gianfranco Miglio sognava di federare alla Germania: il Triveneto, in particolare, è il naturale sbocco della Germania sul Mar Adriatico e non è un caso se Luca Zaia, esponente della vecchia Lega Nord, abbia presentato il recente referendum sull’autonomia come “una risposta al plebiscito del 18662, che separò Venezia ed il suo retroterra all’orbita germanica.

La penisola italiana nel suo complesso, però, non è nei desideri di Berlino e l’improvvisa ricomparsa dei secessionismi “insulari3”, in primis quello sardo, testimonia che altre cancellerie europee (Londra in testa) sono interessate allo spezzatino dell’Italia. Se la Germania non ha intenzione di spendere un centesimo perché Roma rimanga agganciata all’eurozona, è solo questione di tempo prima che la situazione dell’Italia, sottoposta a letali dosi di austerità (perché “smetta di vivere al di sopra dei propri mezzi”), si faccia insostenibile.

In prossimità del 2018, a distanza di sette anni dall’imposizione delle ricette della Troika, l’Italia è  allo stremo: il rapporto debito pubblico/PIL ha raggiunto livelli record a causa della costante crescita del nominatore e la contrazione del denominatore, la caduta verticale dell’attività economica ha gonfiato i bilanci delle banche di crediti inesigibili e gli indicatori occupazionali/demografici sono drammatici (il Sud Italia ed alcune aree del Nord stanno sperimentando un vero processo di desertificazione). Se la Germania avesse interesse a tenere la penisola nell’euro, dovrebbe immediatamente invertire marcia. Invece, tutti i segnali che provengono dal Nord vanno nella direzione di un ulteriore inasprimento dell’austerità: il testamento politico di Wolfgang Schäuble, lasciato al prossimo ministro delle Finanze (un liberale ultra-rigorista?), contempla apertamente il “default ordinato” per i membri dell’eurozona4 ed il recente ammonimento del vicepresidente della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen, sulla necessità di varare una manovra-bis subito dopo le elezioni, conferma che Berlino non intende fare alcuno sconto all’Italia in materia di riduzione/contenimento del debito5.

Nel 2018 si prospettano quindi due strade all’Italia: la capitolazione di fronte all’asse franco-tedesco o l’uscita dall’eurozona.

La prima soluzione equivarrebbe ad inasprire ulteriormente le politiche lato offerta (tagli alla sanità e pensioni, licenziamenti, etc. etc.), taglieggiare il risparmio privato (prelievo sui conti o patrimoniale), saccheggiare quel che rimane del patrimonio pubblico (riserve di Bankitalia, immobili e partecipate) e lasciare che le ultime medie-grandi imprese italiane passino in mano straniera. Preme per questa soluzione il “partito Draghi” (o “partito Bilderberg”) che annovera, oltre al governatore della BCE, Ignazio Visco, Giorgio Napolitano, Eugenio Scalfari, Ferruccio De Bortoli, Carlo De Benedetti, Paolo Mieli, Mario Monti, Romano Prodi, gli Agnelli-Elkann etc. etc. Il “partito Draghi”, in vista delle politiche 2018, punta sulla vittoria elettorale del Movimento 5 Stelle, cui andrebbe sommata in Parlamento la sinistra “prodiana”: il reddito di cittadinanza o provvedimenti analoghi sarebbero ottimi paraventi per completare con discrezione la definitiva spoliazione dell’Italia.

La seconda opzione, invece, prevede l’abbandono dell’eurozona di fronte ai diktat franco-tedeschi sempre più gravosi ed umilianti. L’uscita dalla moneta unica sarebbe emergenziale, dettata dal semplice istinto di sopravvivenza del nostro Paese: non esiste al momento “un partito dell’uscita dall’euro” analogo a quello che preme per il commissariamento (formazioni come la Lega Nord si sono appropriate della causa anti-euro per meri fini elettorali, senza possedere né prevedere alcun programma concreto per l’Italexit), anche se la vittoria della destra alle politiche del 2018 favorirebbe senza dubbio questa strada. L’unico “boiardo di Stato” ad aver apertamente contemplato un “piano B” è stato l’economista Paolo Savona, ex-ministro del governo Ciampi.

Nonostante il “partito dell’uscita dall’euro” sia ancora in gestazione, c’è da scommettere che cresca in fretta nel corso del 2018 e, entro la fine dell’anno, prenda il sopravvento: come abbiamo evidenziato all’inizio della nostra analisi, infatti, il progetto europeo allargato all’intero continente è ormai morto ed arrendersi al commissariamento franco-tedesco significherebbe soltanto abbandonare l’eurozona con 2-3 anni di ritardo, spogliati di ogni ricchezza residua (proprio come i governi Monti-Letta-Renzi hanno favorito il saccheggio del Paese, anziché risanare le finanze).

Gli squilibri sul mercato interbancario europeo, ben visibili dai saldi dal sistema Target 2, lasciano pensare che nel mondo della finanza continentale ci si stia preparando per una Italexit nel corso dei prossimi dodici mesi: mai le banche tedesche hanno accumulato così tanto denaro presso la Bundesbank e mai, specularmente, le banche italiane si sono indebitate in maniera così alta presso Bankitalia.

Un’imminente uscita dall’euro, quindi, per non essere schiacciati: contando su quali alleanze internazionali? Evaporate in fretta le speranze riposte in Donald Trump, totalmente paralizzato dagli intrighi di Washington, solo le potenze emergenti hanno interesse a sostenere la svolta italiana: un terremoto finanziario, quindi, e geopolitico.

 

1https://www.politico.eu/article/franco-german-bonds-eurozone-emmanuel-macron-merkel-coalition-rottgen/

2https://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3110642

3http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/29/news/catalogna_indipendentisti_sardi_referendum-176888751/

4http://www.corriere.it/economia/17_ottobre_09/schauble-documento-indirizzo-germania-euro-ue-4b52f468-ad0a-11e7-a5d5-6f9da1d87929.shtml

5http://www.lastampa.it/2017/11/14/economia/litalia-deve-fare-di-pi-in-arrivo-nuova-lettera-ue-sulla-manovra-la-decisione-finale-a-maggio-uZDQAk8iDtdEAzWaajv6mM/pagina.html

46 Risposte a “2018, Italia al bivio: commissariamento o uscita dall’euro”

  1. HO stampato l’articolo e lo leggerò strada facendo. Ma una domanda: intanto la moneta € è sempre più superstar contro dollaro, NOK ah sta NOK che non si riprende più. Sul pesos filippino e mi sa pure sul franco svizzero! Solo domanda-considerazione , non criticaEh. Sono tuo fan e ti seguo su twitter come un drogato.

  2. Parvus ci parlava sempre dell’oro posseduto da voi italiani: ora che le cartine colorate non saranno più accettate per dare via olio, è innanzitutto a quello cui mirano. Dopo, i terreni e i casali delle stupende campagne dove Ezra compose i suoi Cantos. I palazzi della fu Roma e di Firenze. E quelli di Venezia e Trieste: Zurigo sul mare. Rapidi: governo fantoccio chiede 400 mld di cartine colorate. Concessi. In cambio altrettanti di tasse: pagabili entro 3 mesi, con ipoteca su quanto sopra.

  3. Buongiorno, ma la riproposizione in chiave moderna dell’ impero carolingio non sconfesserebbe il secolare obbiettivo inglese di non far emergere nessuna potenza sul continente in grado di mettere in discussione il suo peso geopolitico?
    Gli inglesi non avrebbero come necessità un Italia unita come contrappeso ai neocarolingi.
    L’ unico interesse per usa e uk potrebbe derivare dal creare una entità abbastanza forte da contrapporre ai russi?
    Chiedo lumi Dezzani
    Saluti

    1. Gli inglesi non sono contrari ad un grande blocco continentale… purché si scanni con la Russia. E poi, come detto, a Londra interessa perlomeno la Sardegna.

      1. Credo di aver capito.
        Nella migliore delle ipotesi per usa e uk, dopo il via libera al blocco continentale, trovare un personaggio alla saakashvili o un personaggio dalla fulminante carriera politica come ha descritto in un suo libro, per scannarsi coi russi.
        Nella peggiore delle ipotesi creare un solco profondo tra blocco continentale e russi tale da rendere inutile la nuova via della seta cinese che avrebbe come naturale sbocco il mercato europeo per le merci cinesi e le materie prime russe.
        Saluti

      2. Oibò…io son sardo…e proprio in questi giorni ho amici inglesi come ospiti ………devo preoccuparmi ???…..

        a molti sardi e pare anche a un bel po di svizzeri..non dispiacerebbe (cosi pare…) l’unirsi con la Svizzera …perché è uno sbocco nel mare..perché è disabitata ..perché in Sardegna non attecchiscono fenomeni mafiosi e non c’è molta delinquenza…perché 50 mila sardi integrati in svizzera si son rivelati una communità perfettamente integrata che non ha mai creato nessun problema…per il sole e la bellezza del posto….io inizialmente la prendevo come uno scherzo..eppure mi dicono che pare siano a come si suol dire umma umma …interessati anche ai “piani alti” in prospettiva………..a me il connubio sardi e svizzeri fa ridere e mi sembra anche assurdo…son totalmente e radicalmente diversi in tutto…eppure pare che siano interessati: sarà vero ?

        https://www.facebook.com/cantonmarittimo

        io non so se ridere o piangere……mo ci mancano pure gli Inglesi (con chi vorranno appaiarci ??? )….

        a parte gli scherzi : spero che nasca qualche movimento che esalti i valori dell’identità nazionale…altrimenti qui va a finire che l’Italia si sfascia per davvero…

        gli indipendentisti sari (più di quanto non si immagini..superano il 45 % ) sono divisi tra loro…ed hanno un denominatore comune : son tutti pro euro. Il che dimostra di quanto siano diciamolo pure : imbecilli….ma qualcuno glie lo ha loro spiegato che una Sardegna /Nazione con una moneta come l’Euro verrebbe schiacciata da una non doppia tensione ma tripla rispetto a quella già distruttiva che l’Euro esercita sull’Italia. Degli imbecilli calzati e vestiti. Le pecore ragionano meglio.

        1. A proposito di “Movimenti”…..ricordiamoci che recentemente Giggino Di Maio si è recato a Washington, non in veste di Vice-Presidente della Camera (come alcuni sostengono ai fini di una sua difesa) ma come Candidato Premier per il M5S ( come chiaramente scritto da lui sul suo profilo Facebook ).

          Cosa ci è andato a fare ?

          * La grande “forza rivoluzionaria” che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, si prepara ad altri cinque anni di “feroce lotta politica”, fatta di cene e viaggi ai tropici.

          In pratica è come se Che Guevara, fosse ancora all’Havana a menarcela che Fulgencio Batista non gli fa fare niente perchè ha la maggioranza in Parlamento, mentre lui e Fidel Castro sono all’opposizione.

          Solo in Italia !

  4. Da quando si è persa ogni speranza per un uscita dall’Euro causata da un altro Paese (vedi Francia ed Austria) l’unico piano “b” rimasto è guarda caso quello individuato da Borghi della Lega, il quale ha proposto l’emissione di mini-bot come una moneta parallela, mantenendo inizialmente l’Euro e con lo scopo di alimentare la domanda interna e di creare contestualmente una sorta di cuscinetto al momento in cui dovesse rendersi necessario effettuare il vero e proprio Italexit.
    P.s. Trump sarà anche occupato dagli intrighi interni, ma il tempo per andare a brigare in Medio-Oriente lo trova. Agli USA oggi forse farebbe anche comodo neutralizzare la Germania. Sarebbe interessante approfondire il senso della visita di Luigino negli states.

  5. Tutto quanto scritto nel post ha senso e filo logico, quello che proviene dalla prima devastante spoliazione italiana che fu nel famoso biennio 1992/1993, dettagliatamente analizzato da Dezzani. I nemici dello Stato italiano (o degli Stati inn generale che si frappongono alle loro manie di Potere assoluto, personaggi che perlopiù sono di stanza a Washington) non sono idioti e sanno aggiornare i loro attacchi in base alla situazione storica; e certamente servirebbe anche dal nostro lato qualcuno di altrettanto attento all’evolversi della situazione.

    Vorrei aggiungere un dettaglio all’analisi di Dezzani, quello sugli aspetti energetici, che potrebbe dare anche più senso.

    Parto dal crollo dell’URSS (19 gennaio 1990 e il 26 dicembre 1991), vicino al famoso biennio 1992/1993, quando arrivarono i criminali del Britannia, accolti dai traditori della Patria.

    Nel 1991 il golpe in ex URSS fu uno scossone che fece tremare tutto il Mondo; l’Italia, in particolare, si trovò tagliata fuori dalla fornitura di materie prime fondamentali, quelle energetiche appunto e dovette iniziare a chiedere gas aggiuntivo all’Algeria e alla Libia.

    In Algeria però ci fu un altro golpe iniziato nel 1991 e finito nel 1992, meno famoso ma rilevante per le nostre aspettative energetiche. Il FIS algerino aveva vinto le libere elezioni con oltre il 75% e avrebbe voluto inviare gas proprio all’Italia, oltre che alla Francia, però non a costi “coloniali”. L’Algeria, politicamente fragile e con già presenti gravi problemi interni e geopolitici con i cosiddetti estremisti islamici, vide “stranamente” arrivare al Potere i Generali e il FIS fu messo fuori legge e la volontà del popolo algerino fu schiacciata.

    All’Italia aumentarono i costi delle forniture energetiche, e questo incise moltissimo sul nostro PIL, fin dal 1991. La correlazione tra produzione di beni e servizi e il consumo energetico dovrebbe “teoricamente” andare di pari passo o magari disaccoppiarsi per merito dell’efficientamento energetico. Tuttavia il costo dell’energia da fonte fossile crescerà ancora (perchè la produzione raggiungerà il picco, per il petrolio c’è già stato nel 2005/2007, per il gas è previsto tra il 2020/2022) e la fonte rinnovabile, non essendo a alta intensità energetica, non potrà coprire le necessità di industrie energivore (siderurgia per esempio) o degli aerei o delle navi, mentre per il treno l’energia elettrica va benissimo (vedere la Nuova via della Seta). E questo nonostante l’Italia sia il Paese industrializzato più efficiente dal punto di vista energetico, proprio perchè non abbiamo fonti autoctone, da sempre. Addirittura il boom economico dei primi anni sessanta, fu praticamente coperto dalle fonti idroelettriche, fonti rinnovabili.

    Il fabbisogno energetico lordo italiano dal 2010 al 2014 è correlato al PIL; cresce uno e parallelamente cresce l’altro e viceversa. Ma nel 2015 il consumo interno lordo è stato di 171.289 (MTEP), con un aumento di quasi il 3% rispetto al 2014, a fronte di un limitato aumento del PIL in termini reali dello 0,8 %.

    Nel 2019 scadono i contratti di importazione dalla Russia attraverso l’Ucraina, mettendo a rischio la sicurezza globale dell’approvvigionamento italiano; l’ultima Strategia Energetica Nazionale, quella del 2017, prevede che l’Italia aumenti l’approvvigionamento di gas che, tra le fonti fossili, è quella più duttile e meno inquinante. La Germania ha già in progetto un gasdotto che aggira il caos ucraino, il Nord Stream. Se l’unica infrastruttura di trasporto energetico fosse solo quella dopo il 2019, senza altre infrastrutture, l’Italia dovrà importare il gas dall’unica rotta tedesca.

    L’Italia dovrebbe assolutamente pensare a come far arrivare gas russo in Europa, anche perchè le nostre importazioni di gas sono soprattutto dalla Russia (l’Algeria è ancora instabile, con l’Iran ci sono problemi, ora anche con il Qatar), con un corridoio Sud. E siamo competenti in gas visto che in Norvegia l’ENI organizza e gestisce il gas norvegese. Il gasdotto Igi Poseidon potrebbe essere il tratto finale del Corridoio sud, svolgendo un ruolo complementare a quello del Tap che importerà il gas dall’Azerbaijan, che importa gas russo e lo vende agli europei, a noi, così obbedienti alle sanzioni USA per Crimea e altre amenità similari.

    Lo shale gas che gli USA stanno producendo (con costi ambientali e finanziari elevatissimi e Trump pensa proprio di aumentare le concessioni, in barba ai nativi americani e in barba alle future generazioni di cittadini USA che avranno paesaggio e ambiente devastato), come da dati IEA al 2015, porta gli USA a essere i primi produttori di metano del Mondo, secondi i russi che però sono saldamente tra i primi esportatori. E’ difficile esportare shale gas con le navi metaniere, i costi sono piuttosto alti, mentre il costo del gas russo, con gasdotti, no. Poi servono rigassificatori per lo shale gas, di taglie diverse, per soddisfare la domanda di consumo.

    I Paesi che importano più metano sono il Giappone (117 mmc), la Germania (73) e l’Italia (61). Seguono la Cina, la Turchia, la Corea, la Francia, il Messico, il Regno Unito e la Spagna.

    Il 2018 credo emergerà come l’anno della guerra del gas, tra USA e Russia. Una guerra già iniziata con l’attacco USA all’Ucraina, stranamente strategica per i gasdotti russi che trasportano in Europa.

    In mezzo a questo scenario i vasi di coccio cosa faranno, cosa subiranno i loro popoli?

    1. Daniela,
      ottime osservazioni. Aggiungo che la durata utile dei giacimenti dello shale gas e molto inferiore a quella dei giacimenti tradizionali.

  6. In effetti, come si deduce dall’articolo a dai successivi commenti, il progetto Stati Uniti d’Europa ha il benestare anglosassone finche’ si contrappone alla Russia. Fintanto che Merkel & Co massacrano il sud Europa va tutto bene, ma se poi invece tentano un’intesa coi russi, vedi raddoppio del Nord Stream, ecco che iniziano le ritorsioni: crisi migratoria del 2015, Dieselgate e dintorni.

  7. A me non sembra per nulla vero che la Lega parli di Euroexit solo per fini elettorali. Claudio Borghi ha iniziato la sua lotta contro l’Euro nel 2011, in solitaria, quando molti altri autori che oggi pontificano non si erano nemmeno resi conto del problema. Dopo averne parlato con tutti i partiti, l’unico che si è mostrato ricettivo è stata proprio la Lega. Fin dal 2013 hanno prodotto insieme il manuale “Bastaeuro”, che spiega i danni provocati dalla moneta unica, e da un anno Borghi sta preparando i “minibot”, unico metodo realistico per uscire dall’Euro senza venire strozzati dalla BCE.
    In tutta onestà, Borghi mi sembra l’unica speranza realistica per il paese di uscirne senza troppi danni. Altrimenti il diluvio.

    1. Sottoscrivo al 100%,Borghi(eccellente),comunque non esisterebbe senza Salvini,quindi Salvini che ha l’80% del partito + noi con Salvini dietro,è concretamente solitario antieuro/ue!Poi se a Dezzani Salvini fà venire le eruzioni cutanee,questo non cambia la realtà.Credo che un minimo di onestà intellettuale lo si debba pretendere anche(o soprattutto) dai vate!

  8. L’UE, come la NATO, sono creazioni dell’impero americano e la prima regola di ogni impero è il mantenimento dello “status quo”, come si è visto nel caso della Catalogna.
    L’ inesperta amministrazione Trump aveva in un primo tempo pensato di favorire la secessione, ritenendo in questo modo di danneggiare la Germania.
    Poi, però, è intervenuto il Pentagono riportando il presidente americano alla ragione e imponendo la regola della tutela dell’alleato e della conservazione dell’esistente.
    Trump ha ricevuto alla Casa Bianca il premier Rajoy e ha garantito l’appoggio USA. Fine del conato indipendentista dei catalani, che negli anni precedenti avevano speso milioni di dollari in attività di lobbying presso il Congresso USA.
    Non credo che nei confronti dell’Italia gli Stati Uniti cambieranno il loro atteggiamento e le regole imperiali: l’Italia rimarrà unita e nell’UE, affronterà le spremiture imposte da Wall Street e dalla City, terrà ben lucidate le testate nucleari, continuerà a sorbirsi basi militari con antenne dell’NSA incorporate e manderà i suoi soldati nei posti più assurdi a tutelare gli interessi americani.

    1. Giulietto Chiesa ed Ingroia hanno presentato ieri nella sede istituzionale , mi pare nella sala stampa della Camera dei deputati , un movimento politico che si rivolge a coloro che hanno votato NO al referendum che voleva abrogare di fatto la nostra Costituzione. Movimento che la Costituzione la vuole attuare ed ha in programma l’ uscita immediata dalla NATO , la nazionalizzazione della Banca di Italia e la ridiscussione completa di tutti gli accordi presi a livello europeo. Questi i punti importanti che ricordo a memoria. Non si tratta di un secondo m5s , di questo sono sicuro. Maggiori informazioni su http://www.pandoratv.it

      1. E non dimenticare:” L’ IMPOSIZIONE DELLO IUS SOLI ”

        ” La mossa del cavallo” tse….bogliono fare i furbi.

        Fuck-off ”

        * Lo volete capire o no che gli italiani non lo vogliono lo ius soli, si o no ? “

      2. Stai parlando di Ingroia, magistrato colluso e amicone della spia di Pietro? Non farmi ridere…

        1. Io conosco Chiesa , Ingroia no. Alcuni accusano anche Chiesa di essere un traditore , Lattanzio è tra questi. Seguo pandoratv fin dall’ inizio e l’ho anche sostenuta personalmente. Mi sembra che faccia un’ informazione seria , soprattutto in politica estera non dipende certo da oltreatlantico , tutt’ altro. Comunque per me il tema ” uscita dalla NATO ” è fondamentale.

      3. Francamente questa “convergenza” tra Giulietto Chiesa e il protetto di Crocetta, ex pm Ingroia, la trovo quanto meno singolare. Quello che poteva essere un buon progetto parte zoppo in partenza, Ingroia è troppo opaco e poco credibile per poter essere credibile. Aggiungo che se avesse avuto un minimo di credibilità si sarebbe presentato alle elezioni siciliane, invece non ci ha nemmeno provato.

        1. Oltre alla fondamentale uscita dalla NATO c’è la totale ridiscussione di tutti i trattati con l’ Europa e la nazionalizzazione della Banca d’ Italia , scusate se è poco. Poi , ripeto , seguite la cosa sul web e fatevi la vostra opinione.

      4. Qualcuno mi spieghi come mai Giulietto è per lo Jus soli?Ex adoratore dei 5 stelle..adesso scomodi, e lui si defila…di tsipras,adesso scomodo e lui si defila,per l’euro e per “cambiare leuropa da dentro… sempre antilega,perché veramente antisistema:mi sembra quantomeno un soggetto da prendere con molta cautela:gioca su più tavoli!

  9. -Nell’inverno 2018-19 è previsto l’inizio della PEG (Piccola Era Glaciale). La crisi preparata per l’Italia potrebbe coincidere con quanto citato.

    George Kukla (deceduto nel 2014), luminare della climatologia, Columbia University e Lamont-Doherty Earth Observatory, Prepare for new Ice Age now says Top Paleoclimatologist, Science 360°, 28 marzo 2011

    1. L’uomo è responsabile di una parte del riscaldamento globale, ma la maggior parte è naturale.

      L’unica cosa di cui preoccuparsi riguardo al riscaldamento globale è il danno causato dalle preoccupazioni stesse. Perché alcuni scienziati si preoccupano? Forse perché sentono che smettere di preoccuparsi può significare smettere di essere pagati. La Terra ha vissuto un ciclo continuo di ere glaciali per milioni di anni. Il freddo, con periodi glaciali che interessano i poli e le medie latitudini, persiste per circa 100.000 anni, fasi scandite da più brevi periodi più caldi, chiamati interglaciali. Tutte le glaciazioni iniziano con un periodo di riscaldamento globale. [Questi riscaldamenti] sono i precursori di nuove ere glaciali.

      In realtà il riscaldamento è una cosa buona. Le glaciazioni sono mortali e possono anche uccidere milioni di persone. L’umanità non può bloccarle. Proprio come l’umanità non può influire sul clima a lungo termine del pianeta, non può impedire che una glaciazione abbia luogo. Il clima è governato principalmente dal Sole.

      Le attività umane possono avere un certo impatto sulla transizione verso condizioni glaciali, aumentando il flusso d’acqua polare e accelerando l’avvento di una glaciazione. Quello che sta accadendo è molto simile al precedente di 115 mila anni fa, quando si è innescata l’ultima glaciazione.

      1. È difficile da accettare, ma è davvero così: l’ultima glaciazione è stata accompagnata dalla crescita della temperatura media globale, ossia dal riscaldamento globale.

        Quel che accadde fu che il Sole riscaldò maggiormente i tropici e raffreddò l’Artico e l’Antartico. Poiché i tropici sono molto più grandi dei poli, la temperatura media globale aumentava. Ma in aumento era anche la differenza di temperatura tra oceani e poli, cioè il prerequisito per l’espansione dei ghiacci polari. Che ci crediate o no, l’ultima glaciazione è cominciata con un riscaldamento globale!

        Man mano che più vapore acqueo arriva ai poli l’Antartide produce iceberg e si addensa, mentre il centro del polo nord si libera dai ghiacci e le latitudini più basse subiscono nevicate pesanti che a poco a poco iniziano a migrare verso sud.

        Un deterioramento globale del clima, di un ordine di grandezza maggiore di qualunque finora sperimentato dall’umanità civilizzata, è una possibilità molto reale e in effetti può avvenire in tempi rapidi, anche in una dozzina d’anni.

        Man mano che il ghiaccio inizia a procedere verso sud dal Mare Artico la produzione di cibo si ridurrà notevolmente e ci saranno abbondanti anomalie climatiche alle latitudini settentrionali ma anche meridionali. Potrebbero verificarsi tempeste globali. In alcune regioni potrebbero verificarsi ondate di freddo anomalo, mentre altre arrostiranno con picchi di temperature mai visti prima dalla nostra civiltà.

        Ed è esattamente ciò che sta accadendo ora >

        1. finalmente qualcuno che dica che il riscaldamento dipende dal SSSSSSSOOOOOOLLLLLEEEEE
          e non dall’ometto terrestre –
          BRAVO!!!

  10. I tempi astronomici, geologici, geoastronomici e i cicli climatici sono in ogni caso immensamente più dilatati dei tempi storici, già alquanto lunghi rispetto ai cicli biologici delle persone che vivono qui e ora e per un periodo alquanto limitato malgrado l’aumento della “aspettativa di vita”, che è stata trasformata in formula per scardinare uno dei migliori sistemi di previdenza al mondo, tale da favorire – assieme a quello sanitario e alla crescita di ricchezza e sviluppi della medicina – la longevità stessa. Milioni di persone tendono a preoccuparsi più del tempo biologico – al massimo nell’estensione metastorica della loro discendenza – anche immediato (come arrivare alla fine del mese) e di quello che è stato loro sottratto prima di avere i requisiti per accedere alla pensione, per dire, dilatati fino a una decina di anni dalla legge Fornero e sue affini.
    Molti oggi sono esposti a cadere come Dorando Petri prima del traguardo visto che la formuletta “aspettativa di vita” glielo sposta sempre più avanti, per ora attorno ai 70 anni di età quando magari avranno ancora a casa un figlio o una figlia 39enni plurilaureati precari perchè la disoccupazione giovanile si attesta attorno al 40%. Entrambi i fenomeni – previdenza, precariato/disoccupazione – mossi da quelle politiche ‘lato offerta’ – svalutazione interna – di cui qui parla Dezzani: pensioni, lavoro e reddito (e risparmio attaccato dalla “repressione finanziaria e patrimoniale” malgrado sia garantito dalla Costituzione) sacrificati alle compatibilità europee, garantite a dispetto degli scoraggianti numeri che man mano si andavano palesando – crescita ferma e debito crescente – dall’ultima filiera di governi. Gli storici domani magari diranno che Roma, pur essendo tra i fondatori della costruzione europea, non ha avuto la forza in questo decennio delicato di imporre a Berlino una correzione che impedisse lo sgretolamento del sistema Italia. Oltretutto l’aspettativa di vita non è scritta nelle tavole della Legge divina, non avanza per sempre e anzi retrocede in caso di disagio sociale: è accaduto nella vecchia Urss in seguito al trauma della perdita di garanzie come, appunto, pensioni, reddito e lavoro, prima di tornare a risalire col rilancio della Russia. Nel caso dell’Italia, a fronte di questa devastazione sociale ed economica, le cui conseguenze sono da stimare più drammatiche in un futuro prossimo – alla fine della longeva vita dei loro genitori, i 45/55enni come manterranno beni familiari gravati di patrimoniali, e figli, schiacciati tra precarietà, redditi incerti, rendite abbattute e senza prospettiva di pensione? – ciò che lascia perplessi è che non si sia “arroventato” il clima sociale, come era avvenuto in tanti momenti critici della storia italiana del Novecento. Ma non sarà il Sole, né la CO2, a determinare un cambiamento.

    1. Temo che l’anidride carbonica conti, invece. Per non parlare del particolato di alluminio, della distruzione dello strato di ozono con conseguente penetrazione di radiazioni UVB ed UVC, dell’acidificazione di suolo ed oceani, del collasso nel numero di specie ed esemplari animali e vegetali (dagli insetti al pescato alle foreste di ogni latitudine), dell’inquinamento ed esaurimento delle falde acquifere, dell’inquinamento elettromagnetico e radioattivo. Continuiamo pure ad illuderci che si può trasformare il pianeta in una fabbrica con annesso supermercato e che l’ecosistema che ci mantiene in vita e in salute funzioni come prima. Continuiamo a preoccuparci dei numerini da noi inventati chiamati “denaro”, e ad ignorare atmosfera, suolo ed oceani. Non prendiamoci cura della devastazione ambientale, tanto la devastazione ambientale si sta già prendendo cura di noi.

      1. Vero. Ma nessuno infatti sosteneva che non sia necessario curarsene, al contrario si osservava che la stragrande maggioranza delle persone si cura del proprio immediato e concreto, e difficilmente si mobiliterà per un cambiamento a partire dalle preoccupazioni per il clima, o l’ozono distrutto, e nemmeno sul drammatico problema del depauperamento della biodiversità che significa tagliare il ramo sul quale si è seduti, visto che non si è mobilitata neanche, in Italia, dopo che la riforma Fornero ha spostato in avanti di circa 10 anni i requisiti per la loro pensione. La più parte non contempla macroproblemi planetari, anche perchè effettivamente non ha mezzi per affrontarli: chi li avrebbe – i governi, e questi famosi enti transnazionali da essi finanziati fra i quali ve ne sono che si occupano per ‘mission’ di risorse – a loro volta hanno impiegato una ventina di anni per ‘chiudere’ gli accordi di Parigi che diversi scienziati, che li avevano sollecitati, hanno dichiarati già insufficienti negli obiettivi. Chi se ne cura: partiti come i verdi Grüne tedeschi che stavano negoziando l’accordo di governo con Frau Merkel appena abortito? A tale magnitudo di fenomeni (peraltro: se si distrugge un territorio con la guerra, e quindi le risorse per la popolazione che vi risiede, forse sarebbe prioritario impedire o fermare la guerra), bisognerebbe mettere in discussione il modello di sviluppo e perfino il modo di produzione instaurato con la rivoluzione industriale del XVIII sec.
        E siamo convinti che le popolazioni accetterebbero una frenata a questo sviluppo, specie quelle che ne hanno beneficiato di recente? Condivido che bisognerebbe metter fine immediata alla dispersione di plastica negli oceani che li uccide, all’iperpescato, alla pressione antropica sulle foreste e le risorse ittiche per garantire cibo all’umanità. Ma allora i governi – ed enti internazionali – forse dovrebbero mettere in agenda (non lo hanno mai fatto, salvo la Cina) il tabù che il “visionario” Luis Buñuel aveva intuito oltre mezzo secolo fa: la sovrappolazione è uno dei cavalieri dell’Apocalisse (e, quando lo affermava, la popolazione mondiale era appena di 2,5 miliardi..)

  11. Le vendite di Titoli di Stato allo SCOPERTO sono state “vietate” nel 2012… ma siamo sicuri che valga per tutti …o solo per i piccoli pesci italiani… e non per i grandi squali stranieri ovvero i market maker e primary dealer.”
    La norma serviva ad escludere le speculazioni al ribasso sui titoli di stato, speculazioni che hanno portato il potere dello SPREAD, in mano straniera, a prevalere in ogni caso sul VOTO democratico in mano interna.
    http://www.bancaditalia.it/compiti/sispaga-mercati/short-selling/index.html
    http://www.consob.it/web/area-pubblica/vendite-allo-scoperto2
    —–
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    “Il Regolamento vieta inoltre di effettuare vendite allo scoperto “nude” su azioni e titoli di Stato, ossia vendite allo scoperto non assistite dalla disponibilità dei relativi titoli (disponibilità ottenibile, ad es., tramite il prestito titoli).
    Il Regolamento permette alle Autorità competenti di adottare divieti temporanei alle vendite allo scoperto (anche se assistite dal prestito titoli) o alle PNC, se sono soddisfatte determinate condizioni.
    IL REGOLAMENTO INTRODUCE UN REGIME DI ESENZIONI PER MARKET MAKER E PRIMARY DEALER.”
    ——

    Finché ENTITÀ ESTERNE avranno in mano quest’ arma non dovranno neanche ricorrere a brogli, corruzione, minacce, ecc. per controllare gli stati.
    Il massimo della finzione ovvero indicare il dito (sbagliato) e in più nascondere la Luna…

  12. Vorrei porre la seguente questione:
    cosa succederebbe se la massa di miliardi di euro creati dal NULLA dalla BCE e che sono serviti, tramite il QE, a finanziare una buona parte del debito pubblico venisse CANCELLATA dalle passivita’ dello stesso debito pubblico verso TUTTO il sistema bancario dell’eurozona?
    Ossia, se il creditore presta al debitore creando moneta dal nulla, il debitore puo’ restituisce al creditore…nulla?

  13. Il 1918 sarà un anno cruciale per molti aspetti.
    L’Italia per la sua posizione geografica non può essere abbandonata dall’attuale alleanza.
    Anche se ha perso,in parte, la sua importanza strategica con l’allargamento dei confini ad est, ha una posizione importante rispetto all’Africa e al Medio Oriente.
    Credo che nel caso di una sua fuoriuscita dal contesto Euro, (anche se Trump sta attuando una sua visione nazionalista determinando automaticamente la stessa visione a più Nazioni o aree geografiche), l’Italia avrà sempre un suo ruolo (subordinato) verso l’alleanza definita anglo/americana, una carta spendibile e non abbandonabile.
    Certo che, in entrambe le situazioni e ipotesi del Dezzani, saremo sempre più marginali e di secondo piano. Si è proceduto nell’arco di un trentennio a indebolire nei suoi aspetti più vitali un Paese che poteva infastidire in termini concorrenziali. La sua classe politica è di pura apparenza. Il sistema statale inefficiente e asfittico. Un’imprenditoria tartassata nonostante mantenga in piedi una burocrazia parassitaria verso la stessa e la Società tutta.Una popolazione che non si è evoluta spiritualmente e in balia dell’effimero consumo si sente emancipata.
    La lista è lunga e per questa Nazione nata per meglio controllare una parte di mondo il momento è particolare e non si vede nessun traghettatore o idea traghettatrice all’orizzonte. L’Italia in quanto tale non è mai esistita se non nell’illusione convenientemente costruita da abili menti che l’hanno sempre guardata solo sulla carta geografica o al massimo ci si sono recate in visita come fosse un parco a tema. Solo una piccola parte dei suoi abitanti ci hanno creduto con la mente ed il cuore e tanti sono caduti inconsapevolmente.
    Abbiamo il ricordo della prima Roma, ma è lontano.
    Tra essere subordinati all’Impero Carolingio ed essere sotto la custodia della cosiddetta Alleanza Atlantica ci vedo francamente soltanto un ritorno al passato prossimo, ma la cosa che mi duole in particolar modo è vedere un posto così bello zavorrato da una parte della sua popolazione che non ha nessuna intenzione di migliorarlo.

  14. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate dell’impossibilita di formare un governo in Germania, secondo voi è un volere prendere tempo cosi da creare incertezza e conseguente debolezza dell’euro sul dollaro ( e favorire le solite esportazioni tedesche ), oppure realmente siamo vicini ad un cambiamento di rotta ???

    1. Caro Giovanni niente di preoccupante per la Germania che avendo il genio dell’organizzazione ha già pronto non solo il piano B ,ma anche C, e D . Saranno invece grossi problemi per l’Italia . Per capire la situazione si può ricorrere ad un parallelo storico , pur con le dovute cautele . Nel 1939 l’Italia stipulò il patto d’acciaio con la Germania Nel 1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania ,convinta che con poche centinaia di morti avremmo guadagnato tanto . Nel 1999 abbiamo stipulato il patto d’acciaio con la Germania legandoci al marco alias euro . Nel 2000 Prodi ci garantì che con l’euro e con pochi sacrifici avremmo guadagnato tanto ossia lavorato di meno e guadagnato di più . Nel 1943 l’ Italia era militarmente ed economicamente col culo per terra . Ci si poteva sganciare avvisando i tedeschi , invece ce la filammo alla chetichella . I tedeschi si incazzarono e cominciarono i rastrellamenti e la Repubblica sociale di Salò portò la guerra civile nel nostro Paese . Oggo anno domini 2017 l’Italia è con il culo per terra e avrebbe un disperato bisogno di sganciaresi dal marco e dalla Germania . Ma il governo repubblichino di Gentiloni ( vedi post di Dezzani ) continua l’alleanza . Quando saremo allo stremo usciremo dall’euro alla chetichella e avremo il nostro otto settembre . I tedeschi cominceranno il rastrellamento delle banche italiane . Non so prevedere se i repubblichini attuali saranno fucilati sul posto .

      1. Anche la maggioranza degli Italiani non vuole uscire dall’Euro e dall’alleanza, per non perdere i suoi risparmi, salari, pensioni

  15. Molti avranno notato che sulla copertina del “Mondo nel 2018” dell’Economist (edito da Rothschild – Elkan) l’eurozona perde una stella. Può essere l’Italia ad essere sbattuta fuori? Altamente improbabile, se un’uscità ci sarà sarà di certo la Grecia nel secondo semestre dell’anno

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