Referendum lombardo-veneto sull’autonomia: i poteri del 1992-1993 tornano all’attacco

Si respira una pessima aria in Spagna, dove la determinazione di Madrid di impedire il referendum sull’indipendenza della Catalogna si contrappone alla volontà dei secessionisti di svolgere comunque la consultazione. Benché Bruxelles sostenga formalmente il governo centrale iberico, sono molte le pressioni perché l’Unione Europea si proponga come “intermediario” tra le due parti, legittimando così i secessionisti: lo smembramento della Spagna e dell’Europa meridionale coincide, infatti, con  l’ultimo stadio dell’eurocrisi. Collegati al voto catalano, sono i due referendum per l’autonomia che si terranno il 22 ottobre in Lombardia e Veneto: gli stessi poteri che sferrarono l’assalto del 1992-1993, hanno oggi condotto l’Italia al default e mirano a smembrare il Paese.

Perché l’Italia deve osservare da vicino quanto accade in Spagna e prepararsi al peggio

Nell’autunno del 2017 è ufficialmente subentrata la penultima fase dell’eurocrisi: sovraccaricata l’Europa meridionale di tensioni economiche/sociali e portato il livello di indebitamento pubblico a livello critico grazie alla moneta unica, si fomentano le spinte secessionistiche in seno ai membri più deboli, in vista di un default più o meno ordinato e lo smembramento dei medesimi. Su questo piano, Spagna ed Italia si trovano appaiate: maggiori le spinte secessionistiche e minore il debito pubblico nella prima, situazione inversa nella seconda. È questa la ragione per cui noi italiani dobbiamo osservare attentamente quanto sta avvenendo in Spagna, capire le dinamiche, le forze coinvolte, gli interessi dei diversi attori: ne va, dopotutto, del futuro del nostro Paese.

Sul referendum secessionista e sul suo inquadramento in un contesto geopolitico, abbiamo scritto di recente: la consultazione per l’indipendenza della Catalogna si inserisce nel più ampio disegno di un superamento degli Stati nazionali, svuotati in alto da un’Europa federale e in basso dalle “macroregioni” e/o dai particolarismi etnico-linguistici.

Si tratta, ovviamente, di un processo che richiede molta delicatezza nella realizzazione, in quanto la posta in gioco è l’integrità territoriale degli Stati membri dell’Unione Europea stessa: la condotta adottata è quindi quella di sdoganare, passo dopo passo, giorno dopo giorno, la secessione di alcune aree, evitando chiare prese di posizioni e pericolosi sbilanciamenti. La Corte Costituzionale iberica vieta lo svolgimento del referendum iberico? Non tutte le Costituzioni hanno lo stesso peso, a leggere i giornali. Il governo centrale chiede il rispetto della legge? Il referendum è sempre un esercizio di democrazia e poi, non è neppure vincolante! Madrid difende legittimamente l’inviolabilità dei suoi confini? La Catalogna non è mai stata davvero Spagna, a essere precisi. Un abile trucco, già utilizzato in Libia per sugellare lo spaccamento del Paese in due entità, è quello che la comunità internazionale offra la propria “intermediazione” nel braccio di ferro, sancendo così l’esistenza di due legittimi contendenti, quando la fazione secessionista è, in realtà, illegittima.

Scrive a proposito l’Istituto Affari Internazionali, fondato nel 1965 da Altiero Spinelli e pienamente ascrivibile all’establishment euro-atlantico1:

Nella crisi politica spagnola, l’Unione europea è un attore che può e deve quindi giocare un ruolo importante. Da un lato, essendosi fatta garante dei localismi e del rispetto delle diverse culture e religioni, in un melting pot che da sempre la caratterizza, l’Ue si trova ora chiamata in causa per difendere i diritti dei catalani, che fanno leva sul concetto di cosmopolitismo europeo per rilanciare la legittimità della propria richiesta di indipendenza. Dall’altro, non è compito delle istituzioni europee di intervenire in Spagna.”

Bruxelles non deve rispettare tout court le scelte di Madrid, ma deve difendere i diritti dei catalani (disconosciuti dalla Corte Costituzionale iberica) ed il loro “cosmopolitismo europeo” (musica per le orecchie dello IAI). Non è certo un caso se il sindaco di Barcellona, Ada Colau, abbia proprio seguito il copione suddetto, chiedendo la mediazione dell’Unione Europea, perché Bruxelles “non può non reagire alle minacce ai diritti e alle libertà fondamentali che l’offensiva di Madrid provoca in Catalogna2”.

Chiarita la dinamica di fondo (il tentativo di Bruxelles e dell’establihsment liberal di smembrare gli Stati nazionali), è facile individuare chi sia contrario a questo disegno. Si oppone, ovviamente, il “populista” Donald Trump, messo sotto assedio in patria da quegli stessi poteri che fomentano la secessione della Catalogna: ricevuto il premier Rajoy alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti ha ribadito la necessità che “la Spagna rimanga unita, perché è un grande Paese”3. Dello stesso parere è la Russia di Vladimir Putin: gigantesco Stato multi-etnico e multi-religioso, già vittima di un tentativo di smembramento da parte dell’establishment liberal appena dopo il default del 1998 (si veda la guerra in Cecenia), la Federazione russa non ha alcun interesse ad alimentare le spinte centrifughe in un Paese storicamente amico come la Spagna (idem per l’Italia). Le accuse mosse da El Pais4 alla Russia di lavorare segretamente per la secessione di Barcellona, sono classica “disinformazione”, cui abboccano, in primis, i micro-nazionalismi à la Lega Nord. Non ha alcun interesse a smembrare la Spagna, infine, la Repubblica Popolare Cinese, che scruta con attenzione ogni mossa atlantica tesa a separarla da Tibet e Formosa. È probabile che anche Tel Aviv sia contraria alla secessione della Catalogna: forti sono i parallelismi con il dualismo Stato d’Israele/Palestina.

Elencati gli attori in scena e gli interessi divergenti, non rimane che augurarsi che il fronte “sovranista-nazionalista” abbia la meglio su quello “globalista-secessionista”: e che abbia la meglio ad ogni costo, compreso il (legittimo) ricorso alla forza da parte di Madrid. La situazione peggiora, infatti, giorno dopo giorno e non è escludibile che il governo centrale debba ricorrere al massiccio dispiegamento della Guardia Civil (la nostra Arma dei Carabinieri) di fronte alla ostinazione degli indipendentisti (supportati da Bruxelles & co.) di svolgere comunque il referendum: domenica 1 ottobre, si rischia quindi di assistere ad un’escalation di tensione dove, constato il sostanziale ammutinamento della polizia locale catalana5, emergerà con chiarezza il ruolo della polizia militare come garante dell’unità nazionale (e ciò, continuando il parallelismo con l’Italia, spiega le manovre messe in campo ultimamente per indebolire l’Arma dei Carabinieri6).

L’interesse italiano è che, il primo ottobre, il governo iberico stronchi a qualsiasi costo le pulsioni separatiste e ristabilisca un ordine duraturo: il prossimo Paese nella lista, come dicevamo, è infatti il nostro. Il referendum catalano avrebbe dovuto (e dovrebbe tuttora) fungere da apripista per due iniziative analoghe: i referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto del 22 ottobre. Qualcuno potrebbe obbiettare che si tratta di “autonomia” e non di “secessione”, ma conta soprattutto il messaggio politico che, con questa consultazione, la Lega Nord vuole lanciare al resto del Paese: la “macroregione del Nord” lavora per svincolarsi dal resto dell’Italia.

Sulla natura massonico-atlantista della Lega Nord scrivemmo in tempi non sospetti, quando analizzammo il tormentato biennio 1992-1993. Aggiungiamo soltanto che i promotori del referendum sono Roberto Maroni, leghista della prima ora, ex-ministro dell’Interno e storico uomo di fiducia degli Stati Uniti, e Luca Zaia, presidente di una regione dove è ben visibile la presenza NATO: l’iniziativa dei due non è certamente autonoma, ma va piuttosto ricondotta agli stessi ambienti che appoggiarono le manovre secessionistiche del 1992-1993 (c’è sempre il solito George Soros di mezzo, benché invecchiato). Sottoposto il Paese ad una micidiale cura di austerità, esasperate le tensioni sociali ed economiche, portato scientemente il debito pubblico a livelli record, l’Italia è oggi più fragile che mai. Un “sì” all’autonomia di Lombardia e Veneto, seguito da un governo vacante dopo le elezioni del 2018 ed un default controllato o caotico, sarebbe il prodromo della balcanizzazione del Paese: le regioni del Nord-Italia sarebbero staccate dal resto del Paese per annetterle al nocciolo franco-tedesco federale o, più probabilmente, alla “Grande Germania”.

Sì all’Europa delle regioni”, “Alto Adige ai tedeschi”, “Non comprate i titoli di Stato italiano” gridava nel 1993 la coppia Umberto Bossi-Gianfranco Miglio7, mentre i Btp affondavano, la lira precipitava, le bombe dei servizi seminavano lo sconcerto ed i pescecani dell’alta finanza facevano a brandelli l’IRI. “Sì all’Europa delle regioni”, “Sì alla macroregione alpina”, “Sì alla permanenza nell’euro” grideranno probabilmente Roberto Maroni e Luca Zaia quando, in un futuro non troppo lontano, l’Italia sarà spinta al default. Si completerebbe così l’opera avviata dopo il crollo della Prima Repubblica: saccheggio delle imprese pubbliche, taglieggiamento dei risparmi residui, smembramento del Paese.

Si eliminerebbe così dalla carta geografica un Paese che, seppur soltanto durante la breve parentesi del periodo fascista, ha dimostrato grandi potenzialità geopolitiche, grazie alla doppia natura di Stato continentale e marittimo: protetta al Nord dalle Alpi, che la incastonano allo stesso tempo nell’Europa Continentale, l’Italia domina naturalmente il Mar Mediterraneo. Una spina nel fianco per la massa terrestre e una base ideale per qualsiasi operazione nel Mediterraneo. La divisione dell’Italia riporterebbe la penisola al XIX secolo, dove gli austriaci (ora tedeschi) dominavano il Nord-Est, francesi ed inglesi si contendevano il controllo del Meridione e nessuna potenza significativa occupava il quadrante mediterraneo.

Che fare, quindi? Come evitare la balcanizzazione del Paese?

Come in Spagna, bisogna essere pronti a soffocare a qualsiasi costo le pulsioni secessionistiche, tenendo ben presente che i particolarismi locali (micro-nazionalismo veneto, lombardo, sardo e siciliano) sono semplici pedine dell’establishment euro-atlantico. Dall’altro lato, bisogna traghettare l’Italia fuori dalla gabbia dell’eurozona, una gabbia che ha ormai portato l’Italia ad un passo del default e reso possibile il suo smembramento. Come nel caso iberico, amici e nemici del nostro Paese sono chiari. Russia, Cina e, forse, Trump, tra i primi. La UE/NATO, Soros ed i masso-secessionisti tra i secondi.

La partita, arrivati all’ottobre del 2017, si avvicina alla fine: è il tempo delle scelte.

 

1http://www.affarinternazionali.it/2017/09/catalogna-referendum-prova-europea/

2http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/europa/2017/09/28/catalogna-sindaco-barcellona-chiede-mediazione-ue_927d93e9-802e-4e65-b358-8b00446f259a.html

3http://www.lastampa.it/2017/09/27/esteri/trump-si-schiera-con-rajoy-la-spagna-deve-restare-unita-ozxxXOky9cU6VvbZNRoQRK/premium.html

4https://politica.elpais.com/politica/2017/09/22/actualidad/1506101626_670033.html

5http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/23/news/mossos_barcellona_referendum_catalogna_spagna-176295101/

6https://www.forzearmate.eu/2017/08/20/minniti-sfratta-i-carabinieri-nelle-grandi-citta-solo-la-polizia/

7 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/09/15/miglio-alto-adige-ai-tedeschi.html?ref=search

121 Risposte a “Referendum lombardo-veneto sull’autonomia: i poteri del 1992-1993 tornano all’attacco”

  1. Assolutamente concordo.
    Ho appena scritto sulla Sardegna, che presto sarà Arab-egna, grazie alla tenaglia massonica sull’isola. Certo che il Pd, dove i galantuomini si annidano, è dietro anche alla situazione farsesca creatasi in SudTirolo-Alto Adigya (lol) dove, grazie ai copiosi contributi provinciali, prosegue indefesso l’inserimento dei voluti da Merkel e Bergoglio.
    Le elezioni prossime venture non hanno alcuna possibilità di sovvertire la nefasta rotta, il perché l’ho spiegato con un sintetico twitter e dei rimandi di video.
    Complimenti a Dezzani, che riesce a far girare le scatole ai meno attenti, forse si sveglieranno anche loro. Perlomeno tentammo.
    Entendance

      1. Anche su questo concordo, anche perchè, in verità, la battaglia per l’oro contro le fiat currencies vede Cina e Russia sullo stesso fronte. E vinceranno.

  2. Spesso purtroppo la rinascita nasce da una tragedia. Data la totale mediocrità e svendutezza della nostra classe dirigente bisogna solo aspettare il crollo prossimo venturo per risollevare l’Italia, purtroppo. Per me tra un anno l’euro e l’UE saranno nella pattumiera della Storia e i partiti, organizzazioni massonico-giudaico-sorosiane per eccelenza con essi. Proviamo a stendere una breve cronologia: Marzo-Aprile 2018, In Italia si svolgono le inutili elezioni che, stante l’annichilimento del PD e l’affluenza inferiore alla metà degli aventi diritto, consegnano un paese ingovernabile. Mattarella, uomo di provata fede atlantico-massonica, con la scusa di salvare l’Italia, offre l’incarico di governo a Draghi, costretto a dimettersi dalla BCE. Il Governo Draghi, che sarà un governo tecnico di effimerà durata, è sostenuto dai grullini e da quello che rimane di PD e Forza Italia, mentre la Lega fa finta opposizione per mantenere il gioco delle parti. Al posto di Draghi, su suggerimento del Ministro delle Finanze Christian Lindner, che minaccia il ritiro dei liberali dalla maggioranza in caso contrario, subentra Jens Weidmann. Angela Kasner è costretta ad accettare per non portare il paese a elezioni anticipate. Il nuovo leader della BCE, nonostante le proteste del suo predecessore, pone immediatamente fine al quantitative easing. Di conseguenza l’economia italiana implode. Il debole governo Draghi è costretto a una serie di “riforme d’emergenza” per evitare la bancarotta (ricorda qualcosa?). A dimostrazione di quanto detto sopra, anche la Lega vota queste riforme. Tuttavia Weidmann annuncia che “il peggio è passato” e si prepara a rialzare i tassi. Collasso dell’economia italian, che trascina con sè tutta l’eurozona

  3. Se il Borbone non fosse ormai anche lui come suo padre un ex romano, da molti giorni i governanti di questi ‘catalani’, marinai commercianti che amavano parlare la lingua dei sardi, si troverebbero da mesi nell’iberica Isola di Pasqua. Quanto alla ex Roma, ormai sfiancata da decenni di giogo straniero, sarà pur sempre la sua capitolazione a far crollare la ridicola Unione concepita dai dante causa di Parvus. Ma poiché traditrice esattamente come allora fu Gerusalemme, sarà la nuova e ultima Roma a riportarvi, insieme, la fede e la civiltà.

  4. In linea di principio direi che in ogni costituzione dovrebbe essere previsto il diritto di qualsiasi minoranza (naturalmente di un certo rilievo numerico) di “secedere”….è una questione di democrazia vera!
    Tuttavia il diritto dovrebbe fondarsi sulla volontà autentica e autonoma dei “secessionisti”.
    Nel caso della spagna mi sembra che siamo al di fuori di questo requisito in quanto sembra effettivamente tutta un manovra di alcuni poteri esterni che alimentano la spinta secessionista catalana per scopi ben diversi da quelli di assicurare loro la “democrazia” che sarebbe negata dal potere centrale.
    Detto questo, troverei comunque molto imbarazzante schierarmi con un rajoy affinché ristabilisca l’ordine costituzionale violato dalla catalogna…così come in un ipotetico prossimo futuro troverei imbarazzante schierarmi con un eventuale Draghi presidente del consiglio qualora dovesse minacciare di far intervenire l’esercito contro le spinte o i referendum secessionisti in una qualsiasi regione italiana.
    Bisognerebbe trovare un’altra soluzione che non sia tout court questo appoggio ai rajoy proposto nell’articolo.
    Intanto bisognerebbe capire bene i motivi che sembrano comunque spingere i catalani a questa soluzione secessionista.
    Una volta capito questo bisognerebbe allora sfilare di mano il giocattolo alle elite globaliste euroatlantiste che lo manovrano inserendo le loro rivendicazioni in un piano più generale contro il governo centrale…lo so, è più facile a dirsi che a farsi tuttavia mi sembrerebbe l’unica via davvero percorribile per evitare di cadere nella trappola del nazionalismo patriottico d’accatto alla Rajoy ora, alla Draghi domani.

      1. bho! questa non l’ho capita! Draghi sarebbe della mia squadra? Ma secondo Lei a quale squadra apparterrei? Ma che diavolo dice sig. Dezzani? Ora ci si mette anche Lei ad appiccicare etichette senza sapere niente dell’interlocutore? Per sua norma e regola a me Draghi sta sulle palle più di quanto lo stia a Lei, è chiaro?
        E mi sta sulle palle anche un rakoy , un renzi, una merkel, un macron, un trump …e forse dimentico qualcuno.
        Vogliamo fare a gara a chi è più antisistema?
        o forse la sua battuta dipende dal fatto che anche Lei ha fatto propria la calunnia di qualche pazzoide che mi ha definito “troll” per il semplice motivo che, pur schierandomi con la corea del nord, non inneggiavo come lui alla forza dirompente della corea del Nord?
        O forse la sua battuta che considero offensiva dipende dal fatto che anche lei è intollerante verso chi esprime qualche opinione non perfettamente allineata alla sua?
        Le chiedo di scusarsi per quella sua affermazione … in caso contrario toglierò il disturbo della mia presenza su questo blog.

        1. Di non essere gradito ai tipi come te non mi frega proprio niente.
          E poi non impicciarti, ho chiesto a Dezzani e non a te.

        2. SIg. Dezzani è offensivo questo che lei ha scritto ;”Draghi è della vostra squadra. Soltanto che non ve ne siete ancora accorti.”…siccome io conosco un po’ di italiano so che in quel suo “vostra” sono compreso anch’io.
          Ma come può dire un’eresia simile? eppure da tutti i miei commenti si dovrebbe capire facilmente che sono di tutt’altra squadra…anche se a volte non sono perfettamente d’accordo con lei o con chiunque altro scrive qua sopra.
          Quanto all'”anonimato” di che stiamo parlando? qui quasi tutti sono anonimi …cosa centra!
          Purtroppo sto constatando da qualche tempo che nei blog ci sono persone intolleranti verso chi non la pensa come loro, però non mi aspettavo certo un’uscita del tipo di quella sua e da persona intelligente come lei (e solo per aver detto che non me la sentirei di appoggiare un rakoy o un draghi)!
          Poi non mancano quelli che, incapaci di confrontarsi con argomenti, sono però sempre pronti ad approfittare del permesso che gli da implicitamente il padrone del blog (cioè lei) per scagliarsi contro chi non rientra nelle loro simpatie.
          Comunque non mi aspettavo di ricevere le sue scuse perché lei non ha sufficiente umiltà per farlo anche se ha sbagliato.
          Pertanto per la sua gioia o per quella di qualche scimunito di qui, considero terminata la mia permanenza su questo suo blog.
          Ma prima di chiudere voglio solo salutare le molte persone per bene di qua sopra e in particolare il sig. barbato, la sig.ra francesca e “parvus” … che purtroppo è sparito anche lui da questo blog.

        3. Mario, perché vuole gettare la spugna?
          I suoi commenti li considero pagine strappate dai Vangeli!
          Qualcuno sosteneva che “molti nemici, molto onore” e qualcun’altro ” non raggioniam di lor, ma guarda e passa.”

        4. Carissimo Mario,
          Io sono una persona semplice,un vecchio comunista che non voterà mai più a SX salvo un “miracolo”.
          Vorrei ci si ricordasse chi è M. Draghi : Un massone che a partire dal Panfilo Britannia nel 1992 ha fatto molta strada e si è impegnato moltissimo per distruggere l’Italia. Non abbiamo bisogno di gentaglia come lui.

  5. Dezzani,
    ottimo articolo. Questa volta le sue previsioni hanno una elevata probabilità di avverarsi. Comunque il governo di Madrid non cederà perchè questa volta ci rimetteranno in prima persona il loro fondoschiena e questo fa la differenza.
    Saluti

    1. Il governo di Madrid ha già perso, può solo dare un grado di legittimazione maggiore ai Catalani (semplificando il lavoro a Bruxelles). Rajoy è pollo giusto nel pollaio giusto, non per questo gli hanno dato un governo di larghe intese pur di averlo primo ministro al momento opportuno. Mi ricorda Sonny (Santino Corleone) nel padrino.

      1. “non per questo gli hanno dato un governo di larghe intese”

        Scenario “alla spagnola” anche per l’Italia del 2018. Meditate, gente. Meditate…

  6. Domando…
    Nella “prima parte”
    “Lo Stato nazionale è superato”: perché Bruxelles tifa per la secessione della Catalogna, del 20/09/2017, come riportato nel titolo si evince che vi è un interessamento per la secessione della Catalogna.
    Nel nuovo articolo qui riportato troviamo l’inverso, ovvero che Bruxelles si schiera da parte dello Stato Spagnolo.
    Due cose diverse e distinte. Del resto avevo già a suo tempo segnalato che la cosa non stava così.
    Ora la domanda che mi pongo, è molto semplicemente questa… CHI SI AVVANTAGGIA o come dicevano i romani “CUI PRODEST” nel restare o nel rimanere?
    Dezzani fa osservare che si opera per la distruzione degli stati nazionali. Ma veramente ci sono gli stati nazionali? Me lo chiedo proprio, in quanto la Catalogna è da secoli “in guerra con la Spagna” cui è stata sfruttata e sbeffeggiata in modo orribile.
    Ultima domanda, ma quando mai, il nord Italia potrebbe, una volta avuta la sua secessione, optare per restare nella UE e nell’Euro, visto che dell’Europa ne abbiamo le scatole piene?
    Chiedo…

    1. Orazio, è notizia dell’ultima ora che gli indipendentisti sardi sono alla volta di Barcellona per supportare i catalani. Vicinanza certo non nuova, per motivazioni storiche e con motivazioni, a prima vista, simili. Ma qua sta la beffa: enormi sono le differenze economiche fra le due entità, ma simile è la forza massonica in entrambi i territori. Di più non vale scrivere, lascio, da bravo gesuita (lol) il seguito ai desiderosi di unire i puntini.
      Rendiamoci conto, infatti, che questa, intorno alle riflessioni di Dezzani, è (ve ne siete accorti?) oramai una micro-comunità di cervelli
      che si pongono domande e non urlano per slogan stantii.
      Fatevi un giro su twitter e scoprirete, se non lo aveste già notato, che vige sovrano il livello dell’appartenenza, terzo nella piramide di Maslow; oltre non si va. Qua mi sembra che non siamo setta. Sbaglio?

      1. Io ho fatto una domanda… la risposta è totalmente insufficiente.
        O per dirla in modo semplice, è fumosa e non chiara.
        Faccio inoltre osservare una cosa curiosa, molto curiosa.
        Trump, Putin e altri primi ministri si sono espressi per la non divisione della Spagna.
        La cosa mi ha lasciato stupito, ma poi pensandoci bene, non posso non notare che la MASSONERIA, sia che provenga da ovest che da est, ha sempre voluto accentrare il potere.
        Partendo dalle prime azioni dei carbonari, passando per la prima guerra mondiale, sino a raggiungere l’attuale situazione… ora che si sta disfando quanto fino ad ora creato per raggiungere questa concentrazione, escono allo scoperto per vietarlo…. sono io che sbaglio oppure sto unendo in puntini….

  7. L’articolo è molto lucido e ben argomentato.
    Però secondo me evita accuratamente di menzionare la posizione di Salvini e del suo entourage.
    Quello che sta accadendo oggi nella Lega equivale, forse in misura ancora più accentuata, a quello che è avvenuto nel PD renziano, con le sue numerose e rumorose scissioni.
    E’ sotto gli occhi di tutti che nei leghisti c’è una frangia storica, avente in prima fila il decaduto Bossi, il subdolo Maroni ed anche simpatizzanti come il dimissionario (e convinto europeista) Tosi, che mal digerisce la svolta nazionalista-lepenista proposta nel programma della nuova dirigenza anche durante le recenti primarie.
    http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2017/05/21/news/a-parma-nasce-la-lega-nazionalista-1.15371490?refresh_ce

    Ma in realtà tale orientamento è emerso ben prima di quella data, come riportato qui…
    http://formiche.net/2015/03/09/lega-salvini-carroccio-lega/

    Come ho affermato anche in precedenti interventi, i partiti sono formati da uomini che non sempre attuano comportamenti prevedibili da chi ritiene di poterli gestire, ma a volte agiscono motu proprio.

    Poi dipenderà capire quanto dureranno prima di essere esautorati

    1. Buongiorno.
      Quella nicchia di consenso è pronta per essere intercettata da FDI di Giorgia… rasserenateVi.
      DNFTT: IST

  8. Grazie, Federico!! Già nel precedente articolo sulla Lega mi avevi aperto gli occhi(ricordo tutti i passaggi di quegli anni..). Con quest’ultimo sono in crisi, speravo in Borghi, che ritengo competente e sincero. Pazienza..ma cosa consigli di votare? Marco Rizzo (PCI)? Mah! Grazie, comunque, di tutto.

    1. Federico ti consiglierà l’astensione… sbagliando.
      Chi ha la ferma convinzione di astenersi, meglio si rechi al seggio e voti per un qualsiasi partituncolo da zero virgola (ma un *vero* zero virgola): servirà ad abbassare il quorum dei partiti “grandi” e a rendere impossibile la formazione di un governo.
      Che è poi quello che, si presume, auspichi un astensionista… vero? 😀

  9. Chissà che la tempistica del decreto Fiano, che vieta di parlare senza pregiudizi a proposito del fascismo, non si inserisca nel programmino autunnale eurosecessionista. D’altronde chi volesse osservare la storia dello stato unitario in prospettiva sovranista non potrebbe che notare, come fa Dezzani, che il fascismo dispiegò, con tutti i limiti del caso, alcune potenzialità geopolitiche dell’Italia. Non tanto per mettere in galera qualche sovranità, quanto per tenere ben sveglia la polemica fascismo-antifascismo, ché gli antifa belli in forma servono sempre quando si organizzano destabilizzazioni in grande stile…

    1. fiano conta zero…..forse cerca di accreditarsi a telaviv……vi ricordo che gli italiani di religione ebraica sono al 99,9% sefharditi. Mentre a telaviv la classe dirgente è al 98% askenazita…..e come si sa gli ask schifano i sepha……prova ne è che han mandato yoram gutgeld…..e il nuovo ad tim…..non si fidano degli italiani…

  10. A me l’Italia, sin dal modo in cui si è formata 150 anni fa, non è mai piaciuta. Sin dall’inizio la sua classe dirigente si è distinta per l’ottusa difesa dei suoi privilegi, per l’esclusione, controllo e repressione delle masse popolari e lavoratrici, per il rifiuto costante di un vero riformismo (mica quello delle “riforme” strutturali con cui da anni ci asfaltano i maroni i ladri di parole), e infine per la sua naturale tendenza a vendersi/ci allo straniero pur di mantenere intatti quei suoi privilegi.

    Detto questo, so che lo smembramento dell’Italia è l’ultima carta che sempre quella solita classe dirigente vuole giocare per continuare a conservare quei suoi privilegi.

    Di fronte a questo tentativo, la carta di un movimento popolare (che difende cioè gli interessi del popolo lavoratore) è una sola (per ora): difendere l’integrità dello Stato e allearsi con qualunque forza abbia questo medesimo obiettivo.

    Poi verrà il tempo in cui fare i conti, una volta per tutte, con quella classe dirigente.

    1. Nell’agone internazionale o si è soggetti o si è oggetti: l’Italia è l’unità minima perché la penisola possa pensare di essere indipendente.

  11. L’idea che bloccando militarmente la Catalogna si sventi il pericolo per l’Italia mi pare francamente molto ingenua.

    È più probabile che ce lo scaraventi contro con ancora più veemenza.

    Siamo molto più appetibili della Spagna, politicamente molto più deboli e istituzionalmente molto più fragili, con un senso patriottico mediamente sotto le scarpe, a differenza degli spagnoli.

    La Spagna è la prova generale ma l’obiettivo finale è l’Italia. Solo lì (qui) si può fare o far crollare l’Europa, a seconda delle forze che prevarranno.

    Io concordo con chi ha detto che il Paese va comunque difeso nella sua integrità, pur con i suoi giganteschi e strutturali difetti.

    Verrà anche il momento di chiudere quei conti.

    Nel frattempo serve un movimento realmente popolare e democratico che spazzi via il marciume e si prepari a difendere il Paese.

  12. L’idea che bloccando militarmente la Catalogna si sventi il pericolo per l’Italia mi pare francamente molto ingenua.

    Costituzione>violazione>reazione.

    E poi l’obiettivo non è “far crollare l’Europa”, ormai morta nella forma attuale, ma spazzare via l’Europa meridionale.

    1. Esatto!! Vae Victis! Ringraziamo sempre gli ex-alunni gesuiti al potere o nei quotidiani “giornalieri” (lol). Got the picture?
      Mi sono stufato di farne l’elenco, ma una chicca ve la accenno…occhio al “pentolaro”, anche lui è del team. Stendo un pietoso velo sul “belloccio” dell’entroterra napoletano fasciato dentro improbabili giacche; quando ci parlai quattro anni fa, mi fece scattare immediatamente il ricordo del mio cupo meeting del secolo scorso con mr.Bean-d. Stessa brama, stesso modo obliquo di scrutare, stessa diabolica freddezza. Disgraziato chi li voterà.

  13. Vivo in provincia di Bolzano , amministrata dai tedeschi , i servizi funzionano bene e la qualità della vita è buona. Siamo quasi senza disoccupazione. Questi sono i fatti. Quello che accadrà in futuro , non lo so. Staremo a vedere.

    1. Eh certo, Maurizio, pagate meno tasse degli altri! Ed il presidente della vostra provincia autonoma è tra i politici più pagati al MONDO!

      1. Per non parlare della figlia del “martellatore della Val Passiria”, con il suo bel vestitino da canederli, la quale, per il solo fatto di portare quel nome (Klotz) e di continuare a gracchiare il suo “los von Rom” dai banchi della provincia, si è vista recapitare un bel milioncino alla carriera dallo stato italiano.
        Mi viene il vago sospetto che il povero Andreas Hofer si stia rivoltando nella tomba.

      2. Questa risposta me l’ aspettavo. Non sarà lo stipendio del nostro presidente a mandarci in rovina , anche se non è certo un gran bell’ esempio. Sulla Klotz sono d’ accordo con il commento qui sotto. Comunque non paghiamo meno tasse degli altri , la provincia ha competenze su settori che in altre regioni sono di competenza dello stato e sono gestiti sicuramente peggio. Il confronto con un’ altra regione autonoma , la Sicilia , non è nemmeno proponibile. Vivo qui da oltre settant’ anni e conosco molto bene la burocrazia e la corruzione che c’era nei settori che a suo tempo erano di competenza dello stato.

  14. Non ho letto i commenti.
    Però c’è qualcos’altro da dire:
    Kosovo: sì all’autoproclamazione dell’indipendenza !
    Crimea : Che dice l’UE ?
    Donbas: Che dice l’UE ?

    Io , francamente ho le idee confuse (Tibet, Formosa, ….per non parlare di California e qualche altro Stato degli USA – e getta -)

    1. Il Kosovo è un narco-Stato costruito attorno alla base americana di Bondsteel (analogie con Camp Ederle?).
      Tibet e Formosa sono Cina da sempre.
      La UE/NATO non riconoscerà MAI i referendum di Donbass e Crimea.

        1. Le potenze dell’ordine (Cina e Russia) uniscono.
          Le potenze del disordine (UE/NATO) dividono.

  15. Buondì, anche a me la secezione catalana puzza molto , soprattutto per il fatto che se vincono vogliono rimanere nell’euro. Cosa veramente insensata!
    Vivendo nel triveneto, Per quanto riguarda il referendum per l’autonomia, ho notato che molte persone sono poco informate (non sanno nemmeno quando è).
    Leggendo i commenti ho notato che molti di voi si intendono dei complotti massonici.
    Cosa mi consigliereste per iniziare ad informarmi?

    Grazie per i consigli e buon weekend !

    1. Ti consiglierei innanzitutto di avere rispetto di questo blog e/o in alternativa, un buon corso di sintassi e grammatica italiana.

      Un conto sono i “complotti massonici” ed un conto sono le “verità nascoste”.

      Qui mettiamo alla luce le “verità nascoste” !

      Ti è chiara la differenza ?

      1. Mammamia quanto stress accumulato …
        Dato che sono un neofita in questo settore, mi piacerebbe informarmi riguardo alle “verità svelate” come dice lei.
        Perchè non mi indica qualche testo da cui iniziare?
        Grazie

    2. Il fatto che i Catalani, vogliono restare nella UE e con l’euro mi sembra molto strano.
      A parte il fatto che se escono dalla Spagna, l’entrata nella UE e nell’euro, non è immediata ne scontata, visto che questa deve essere approvata da tutte le nazioni che ne fanno parte.
      La domanda che mi pongo è per quale motivo dovrebbero restare nella UE e nell’euro?
      Quali vantaggi ne trarrebbero? Cambierebbero solo un intermediario..
      Poi mi chiedo, ma la storia anche recente della Brexit, non ha insegnato nulla?
      E’ vero il detto dividit e impera, ma se questi escono “dal gioco” faranno altri giochi… più congegnali ai loro interessi.
      Vorrei ricordare che l’Inghilterra con l’uscita dalla UE, ovvero non è più tenuta ad osservare le norme imposte da Bruxelles, si sta preparando a crescere moltissimo.
      Un pensierino me lo farei.

  16. Volevo sottoporre alla vostra attenzione un aspetto, a mio parere di grande importanza: avete notato l’organizzazione dei secessionisti catalani? Trattori a decine o centinaia schierati come fossero carriarmati, studenti organizzati militarmente e schierati in tutti i nodi strategici, gadget preparati per tutti etc. Il tutto somiglia molto alle tante rivoluzioni colorate degli ultimi tempi (una specie di marchio di fabbrica).
    Cosa fa il governo spagnolo? Emana inutili provvedimenti che servono solo ad esacerbare gli animi e a creare un’alea di vittimismo attorno ai secessionisti, quando il vero lavoro andava fatto da parte dell’intelligence in silenzio e senza clamore.
    Volevo semplicemente dire che i globalisti sono organizzati militarmente, mentre dall’altra parte, se ci va bene, riusciamo a scrivere due righe di lamentazione su qualche blog. In Austria avete visto qualcuno ribellarsi dopo i brogli elettorali? In Francia avete visto qualcuno fiatare dopo la disfatta poco chiara del Fn? Invece siamo abituati a vedere proteste continue e organizzate in Usa contro Trump, addirittura iconoclastiche nei confronti di simboli della storia americana.
    I black block? Sono organizzati anche loro militarmente e conoscono tecniche di guerriglia urbana. Insomma i globalisti sono finanziati (Soros!?) e organizzati militarmente, dall’altra parte solo chiacchiere e distintivo (nel 2011 quando fu fatto il golpe in Italia avete visto qualcuno protestare nelle strade?)
    Questo è il problema: non cambieremo nulla stando seduti a casa e sfogando le nostre delusioni sul blog di riferimento!!

    1. Analisi assolutamente esatta, che si sintetizza in un grido di allarme che dovrebbe arrivare a tutto il paese, ma ancora prima, diventare fondamento per un sovranismo consapevole della posta in gioco.
      La volontà di sventare questo possibile scenario potrebbe diventare l’elemento che permette l’incontro di chi si oppone all’Europa delle banche e alle politiche mercantiliste della Germania; di chi si oppone al mondialismo e al conseguente annullamento delle identità e degli stati nazionali; di chi si oppone alla distruzione dell’economia reale per mano del capitalismo finanziario con la concomitante invadenza delle multinazionali, dei trattati di libero scambio e della svendita di tutte le aziende e marchi nazionali; di chi si oppone alla NATO e alla “guerra infinita” statunitense e di chi vuole fermare il grande esodo, prodotto dal colonialismo delle potenze europee e dalle guerre dell’imperialismo americano, di popolazioni che fuggono dalla guerra e dalla povertà, esodo favorito con lo scopo di sostituire questi ultimi con le le popolazioni autoctone.
      Si potrebbero mettere insieme le persone giuste per un tour nelle città italiane: Fusaro, Galloni, Bagnai, Luciano Barra Caracciolo, Federico Dezzani, Marco Mori… e raccogliere gli elettori 5stelle, la destra e la sinistra sovranista, i no global, i difensori dei beni comuni, quelli del family dei e i no vax…

    2. @Cinà
      Certo, sono organizzati militarmente e dettagliatamente informati, inoltre hanno una conoscenza pragmatica del comportamento umano ovvero basata su come gli uomini sono realmente, anziché su come dovrebbero essere. Al contrario la resistenza, oltre ad essere povera e disogranizzata, è divisa in mille correnti più o meno utopiche e inconcludenti.

      1. Ecco perchè è ASSOLUTAMENTE necessaria la nascita di un partito di estrema destra nazionale che attui in maniera determinata, ferma e senza tentennamenti, contro questi demoni. Il tempo delle mezze misure è terminato. Se vogliamo sopravvivere come popolo e come nazione, non ci resta altra scelta.

        Qualora per il prossimo marzo 2018, non nascerà e si proporrà agli elettori un partito come il sopradetto, l’Italia sarà balcanizzata ed invasa dai clandestini, fino ad una trasmutazione intrinseca dell’intero corpo elettorale, che ne decreterà il soggiogamento definitivo e totale ai “padroni”.

        1. @Benito
          Non so se l’Italia abbia bisogno di un partito di estrema destra o di estrema sinistra … forse ci sarebbe bisogno di un poco di “estremo buon senso” che metta insieme tutte le persone che vogliono continuare a vivere padroni del proprio pensiero e con vera dignità….

  17. Di seguito eventuali utili spunti integrativi di riflessione sulla “Big Picture”, eccoli arrivano!!

    “Dividere per regnare meglio.
    La scissione del continente europeo al servizio degli Stati Uniti”
    di Pierre Hillard

    Le modalità della costruzione europea dipendono dall’idea che ci si fa dell’unità dell’Europa e del suo ruolo nel mondo. Dopo aver pilotato la creazione dell’Unione per stabilizzare l’Europa occidentale e sottrarla all’influenza sovietica, gli Stati Uniti incoraggiano oggi a un tempo la sua espansione geografica e la sua diluizione politica. L’Unione potrebbe allora assorbire la Russia e triturare gli Stati membri in una miriade di regioni, che si trasformerebbero in una vasta zona di libero scambio protetta dalla potenza militare degli Stati Uniti.

    Al contrario di un’idea diffusa, numerose forze per promuovere questo progetto si trovano già nel seno dell’Unione, come lo attesta la carta ufficiale che riproduciamo.

    Per articolo completo:

    http://www.voltairenet.org/article164471.html

    L”ottima analisi di Pierre Hillard di cui sopra risale al 2003 ma nel frattempo l’ascesa di Putin in Russia ha messo i bastoni fra le ruote a un folle progetto globalista del genere che però continua e guarda caso, che strana coincidenza, per completarlo del tutto ( rimuovere definitivamente tutti gli ostacoli anche il più rognoso ) molto recentemente sono avvenuti due fatti gravissimi ( taciuti/censurati dai media mainstream occidentali, ma che altre strane coincidenze…!! ) che vanno comunque in quella folle direzione, digitare sul vostro motore di ricerca preferito:

    a) Craig Roberts: americani folli, stanno ammazzando i russi Libreidee

    b) Il ministro israeliano minaccia di morte Putin Controinformazione

    Cordiali saluti.

    Fabrice

    1PS sinceri complimenti per l’ottimo articolo!!

    2PS in relazione al punto b), c’e da dire anche che non sarebbe la prima volta che il Presidente di una grande potenza militare ed economica venga ammazzato da agenti esterni………..!!!

  18. Cit. ” …. (e ciò, continuando il parallelismo con l’Italia, spiega le manovre messe in campo ultimamente per indebolire l’Arma dei Carabinieri).

    Grazie Federico Dezzani per aver posto l’accento, sull’attacco congiunto ed in corso, da parte di tutta la “falange di SERVI” ascrivibile all’èlite euro-atlantica, nei confronti della Benemerita.

    Noi tutti, italiani liberi ed amanti della patria, abbiamo il dovere di “fare quadrato” intorno all’Arma dei Carabinieri !

    W i Carabinieri ora e sempre !

    1. La “falange di servi”… Dotta citazione! Come la misteriosa Falange che piazzava le bombe nel 1992-1993!

  19. La risposta di rayoj al referendum catalano, è “vecchia”.
    L’invio di 12000 poliziotti sa di fascismo e fa passare gli aggressori ( politici catalani) per vittime.
    Per sparigliare il tavolo, al posto di Rayoi, avrei impedito lo svolgersi delle partite del barcelona dal campionato spagnolo, in attesa dell’esito del referendum. Almeno i tifosi capirebbero che forse non fanno un grosso affare a separarsi, perchè in caso di esito positivo, il barcelona non deve più giocare nel campionato. Giochi nelle coppe, ma non nel campionato “spagnolo”. Mi sembra una mossa legittima e devastante.
    Gli spagnoli hanno un solo interesse profondo : il calcio. Colpirli in quell’interesse è far intendere come anche il benessere attuale della catalogna è in forse, se viene esclusa dagli scambi con il territorio spagnolo.
    Altra legittima mossa successiva al referendum catalano : referendum consultivo in tutta la restante Spagna per sapere se accettano o meno la consultazione della catalunya.
    Sempre lasciandoli senza partite di calcio. Oppure si incontrano solo coi baschi, se vorranno.

    1. Immagino lei stia scherzando. O no ? Ci è mai stato a Barcellona o in Catalogna ? Davvero crede che togliere il calcio, possa fermare le spinte secessionistiche dei catalani ? Magari anche dei Baschi ? Togliamo il calcio ai ragazzi dell’ETA ed azzoppiamoli dai. Sembra una battuta di Crozza. Ma per favore. Siamo seri !

      Piuttosto sono curioso di vedere come finirà la giornata di oggi. Ovvero in quanti andranno realmente a votare, se si raggiungerà il quorum (non credo), etc. etc.

      Le spinte secessionistiche (con buona pace di Dezzani ) potrebbero e sottolineo il condizionale, essere state amplificate volutamente dai media.

      1. il sopsendere il barcelona dal campionato spagnolo è una risposta moderna e creativa. Una doccia fredda sui bollori catalani. Vediamo se ripensano alla loro posizione autonomista. Fa intendere anche che i rapporti economici- tipo esportazioni dei prodotti catalani in Spagna non sarà più ammessa senza un dazio pesante,ecc…
        Certo, la Spagna rinuncerebbe all’Europa, ma non è detto che per Lei sia un male. La lingua ufficiale del Sud America è lo spagnolo, non il catalano. E su quello si avranno altre sorprese nei commerci…
        Resta sempre la risposta militare, tipo il blocco dei porti. Fuori dall’Europa si può fare. Con quella si chiuderebbe il discorso.

    2. Io invece sono d’accordo con Guido perché mette in evidenza la risposta debole di un presidente, Rajoy, che secondo me sta solo facendo finta di lottare (parere mio) ma in fondo è anche lui complice del disegno…Perché non potrebbe esserlo?

      1. Cara Francesca OK . In questo senso ho commentato che il” gioco”
        è truccato . Razionalmente nè Madrid nè Barcellona avrebbero alcun vantaggio economico a farsi la guerra . Per quanto riguarda
        l’ Italia non mi preoccupo affatto . Ai tempi della Lega di Bossi sono stato a Venezia e ho potuto constatare di persona quanto siano coglioni i Leghisti . Mi sembrava di essere a carnevale , tutti vestiti da guerrieri mediovali , mentre nelle finestre delle piazze sventolava il tricolore che mi sembrava che avevamo vinto i campionati del mondo . Ho parlato con molti leghisti . il grado di intelligenza è medio basso . E i leghisti non sono che una minoranza irrilevante del lombardo veneto che è formata in maggioranza da gente che sa farsi molto bene i conti in tasca .
        La mia non è un opinione , ma una constatazione di vita vissuta .
        Personalmente ritengo che questo articolo di Dezzani sia più allarmista che realista . Poi con quello che hanno combinato i Francesi ( a noi Monti è stato imposto ) gli Spagnoli , I Tedeschi
        con le loro assurde pretese economiche NOI ITALIANI con tutti i
        nostri difetti ci siamo comportati meglio di tutti . Anzi siamo stati dei signori . A mio avviso anche troppo . Un bel vaffanculo a tutti sarebbe stata la risposta più adatta . CIAO

        1. E’ proprio sicuro di essere stato a Venezia, quella originale, e non a Las Vegas?
          O per caso non è che indossasse degli occhiali deformanti che le facevano trasparire una realtà secondo le sue aspettative?
          Desideravo farle notare che la città in questione insiste nella laguna veneta e non nella padania di Bossi e che i vessilli che ivi garrulano sono il leone di san Marco e non il sole celtico.
          I “serenissimi” che hanno conquistato il campanile di piazza san Marco non si sono mai riconosciuti nella Lega, anzi proprio nell’occasione dei fatti il “senatur” lì definiva servi dei servizi segreti.
          Mi permetta un consiglio rivestito di bonomia: prima di scrivere mediti a fondo.

    3. Io invece sono d’accordo con Guido perché mette in evidenza la risposta debole di un presidente, Rajoy, che secondo me sta solo facendo finta di lottare (parere mio) ma in fondo è anche lui complice del disegno…Perché non potrebbe esserlo?

  20. Lo smembramento degli Stati come balcanizzazione delle democrazie e le fusioni dei piccoli comuni come strategia per soffocare la democrazia a livello locale è per me una stridente dissonanza cognitiva. Com’è possibile che lo smembramento e le fusioni siano guidate dallo stesso potere per lo stesso scopo?
    La mia risposta provvisoria è che né la fusione né la frammentazione siano una minaccia in sé stessa. Sono strumenti che possono allontanarci dalla dimensione ideale per la massima efficienza che è poi (potenzialmente) sinonimo di massima democrazia possibile. Quindi la vera questione è sulla dimensione valutaria ottimale di una moneta che è lo strumento essenziale per l’economia e quindi anche per la democrazia.
    Come esiste una dimensione ottimale dei comuni, 10 – 20.000 abitanti, così esisterà anche una dimensione ottimale dello Stato democratico. Dimensione che per me è oggi rappresentato dalla Svizzera. Quindi se è vero che una Regione Veneto che conquisti l’autonomia dallo Stato Italiano rischia di essere un’entità troppo piccola per sopravvivere in un oceano popolato di squali, è anche vero che la frantumazione potrebbe rivelarsi ingestibile per i Poteri forti se c’è una consapevolezza di “sciame”, di “branco” o insomma di comune destino. In fin dei Conti una Catalogna ricca e indipendente e consapevole, potrebbe fare da esempio a tutta la Spagna per uscire dal suo post franchismo ordoliberista.

  21. L’articolo che ci ospita è un coagulo di opinioni, legittime ma opinioni, fatti nemmeno l’ombra, peccato che la realtà è fatta da quest’ultimi.

    1. Fatti: vicende 1992-1993.
      Assunto: i fatti del 1992-1993 si ripetono.
      Conclusione: agire in fretta.

      1. I fatti del 92-93 a cui lei si riferisce sono di tutt’altra natura, nulla c’entrano con la scomposizione e composizione degli stati: tema del suo articolo.

      2. Leggendo i commenti, in coda all’articolo che ci ospita, ho maturato la conclusione che il web venga usato principalmente come fania degli ego degli scriventi e non come agone di scambio delle opinioni personali.
        In particolar modo in questi, commenti, riferiti ai referendum autonomisti/secessionisti, non s’intende, da parte della maggioranza dei commentatori, accettare le posizioni degli astanti che la pensano in modo antitetico a loro e quindi sarebbero disposti anche d’usare le maniere forti onde evitare la libera espressione di chicchessia, visto il timore di essere smentiti nelle loro convinzioni.
        A rileggervi.

        1. “commenti usati non come agone di scambio delle opinioni personali”

          Perché, gli articoli di Repubblica e La Stampa si possono commentare? E c’è libera espressione su Corriere.it?

          Ma per piacere….

        2. Condivido la sua nota sull’atteggiamento di molti.
          Per quanto riguarda le secessioni, mi limito a notare che una secessione senza moneta autonoma non porta ad uno stato sovrano, ma ad una provincia ancora più schiava. Ben vengano le piccole patrie, purché sovrane. L’emissione monetaria è la cartina di tornasole. Il fatto che né Catalogna né Lombardia o Veneto abbiano in progetto di emettere moneta propria rende evidente che si tratta di spinte autonomistiche finte, che sfruttano tensioni ideali più o meno reali per i fini geopolitici dei soliti noti.

  22. OTTIMO FABRICE. L’articolo del 2003, assai profetico, di Pierre Hillard, è da leggere e far comprendere.
    Questo post di Dezzani, collegato al citato altro post sul tema, è di una lucidità impressionante, talmente impressionante che molti anche seguaci di Dezzani, stentano a comprendere. Nell’altro post avevo segnalato i Programmi Strutturali europei che dal 1988 insistono sulle macroregioni. Hillard in effetti li cita anch’egli. Sono attività geopolitiche “patata” perché lavorano sotto per decenni. E il risultato non sarà per nulla buono come le pomme frites…

      1. @Federico Dezzani

        sull’argomento ottimo articolo di Thierry Meyssan, eccolo arriva!!

        “Kurdistan: quello che il referendum nasconde”
        di Thierry Meyssan

        http://www.voltairenet.org/article198068.html

        In particolare, significativo il seguente passaggio dell’articolo:

        “L’indipendenza darà ai clan di Barzani e Talabani mezzi aggiuntivi per continuare i loro affari. Inoltre, offrirà a Israele l’opportunità di attuare alcuni dei suoi obiettivi militari. Dalla fine degli anni ’90 e lo sviluppo dei missili, l’esercito israeliano ha abbandonato la sua strategia di occupazione delle “marche”, ovvero dei territori appena fuori dai suoi confini (Sinai, Golan, Libano meridionale). Al contrario, intende neutralizzare l’Egitto, la Siria e il Libano prendendoli alle spalle. Tel Aviv ha quindi sostenuto la creazione del Sud Sudan nel 2011 per piazzare dei missili puntati sull’Egitto e ora sostiene quella del Kurdistan per piazzare dei missili puntati sulla Siria.

        Secondo Israel-Kurd, ampiamente citato dalla stampa turca, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è impegnato presso Barzani a trasferire 200.000 israeliani nel nuovo stato per “aiutare” ad amministrarlo. ”

        Cordiali saluti.

        Fabrice

        PS in pratica, Israele c’è dentro fino al collo, ovviamente assieme agli USA, ma che strane coincidenze…..!!

      2. @Federico Dezzani

        nota di eventuale curiosità su Thierry Meyssan, eccola arriva!

        “Il Premio Internazionale di Giornalismo del Messico assegnato a Thierry Meyssan”

        Il Press Club del Messico ha assegnato a Thierry Meyssan il Premio Internazionale di Giornalismo 2017, categoria analisi geopolitica.

        La cerimonia si è svolta alla presenza di numerose personalità latino-americane del mondo dei media e di rappresentanti del governo messicano.

        Con il premio si è voluto onorare la qualità delle analisi di Meyssan, in particolare l’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre e la copertura delle guerre che ne sono seguite in Libano, Libia e Siria.

        http://www.voltairenet.org/article195868.html

        Cordiali saluti.

        Fabrice

        PS ovviamente silenzio assoluto sui media mainstream occidentali ( italiani inclusi ovviamente ), per loro Thierry Meyssan deve rimanere solo e pre sempre un complottardo antiamericano e antisemita, proprio gente corretta e professionale, non c’è che dire………!!

  23. @Fabrice Grazie. Molto interessanti i link. Cose che sapevo e/o sospettato. Credo sia opportuno leggere BENE “L’industria dell’Olocausto” di Finkelstein onde capire come il senso di colpa induca scelte controproducenti. Il Kurdistan è la nuova strategia USA sionista ma pochi lo capiscono, immersi in recinti di presunta giustizia e/o libertà.
    Guardare nella nebbia è difficile e questa della Catalogna è una nebbia ben fatta visto il numero di messaggi poco chiari che avanzano.
    Anche Assange è per la Catalogna e contro le brutalità della polizia spagnola che sembrano una lisciata controvento, pur avendo ragione. Mi sa che la monarchia spagnola è finita. E non so esattamente cosa porterà.

  24. Su Israele e Catalogna i contatti esistono. La cautela è dovuta al gran caos che sta uscendo in Spagna. Le maniere forti di Rajoy sembrano un grave errore strategico visto che poteva lasciar svolgere il referendum e poi non validarlo.
    Assange sta dalla parte della Catalogna probabilmente per l’eccesso forzuto poliziesco.
    E intanto in Scozia scorre una fiumana di indipendentisti scozzesi verso l’ambasciata ispanica.

    1. @Daniela

      Ulteriori spunti, eccoli arrivano!!

      “Relazioni tra catalanismo e sionismo”

      Se si hanno dubbi
      Il quotidiano El País pubblicò il seguente articolo il 29 ottobre 1988: “Tutti sanno che sono interessato alla causa sionista e che sostengo gli ebrei dal 1950“, ricordò Jordi Pujol nel gennaio 1986 commentando il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Israele. Ma la devozione di Pujol alla causa d’Israele può essere spiegata solo dalle sue convinzioni e concezioni religiose del nazionalismo. “Dobbiamo avere (noi catalani) la mistica collettiva del popolo israeliano e anche di più. Solo chi crede in se stesso e ha una profonda convinzione nella storia può sopravvivere“, disse nel maggio 1987 ai membri della maggiore organizzazione ambientale israeliana durante una visita di cinque giorni in Israele. Il viaggio si concluse con la firma di un documento di cooperazione agraria, ufficialmente una lettera d’intenti, tra la Generalitat catalana e il governo israeliano; l’impegno a creare una cattedra di catalano presso l’Università di Tel Aviv; la realizzazione di un’altra sull’uso del catalano nella comunità ebraica; un accordo per scambiare le produzioni televisive tra TV-3 e televisione israeliana, e la promessa di donare mezzo milione di lisas, un pesce d’acqua dolce, per ripopolare il lago di Tiberiade. Un anno dopo, nel maggio 1988, CiU impedì la votazione al Parlamento della condanna della repressione israeliana a Gaza e Cisgiordania. Il governo Pujol concesse la croce di Sant Jordi all’ex-ambasciatore d’Israele in Spagna, Samuel Hadas…..

      https://aurorasito.wordpress.com/2017/10/05/relazioni-tra-catalanismo-e-sionismo/

      Ciao! Fabrice

      1. Scusi Federico Dezzani, non potrebbe bannare questo soggetto che si prende la liceità di di postare imbecillità, in aggiunta, con un profilo palesemente falso anche se probabilmente veritiero ?

        Possiamo tenere sul blog uno che si fa chiamare “Malattie Mentali” ? Roba da matti davvero !

  25. Da fare anzitutto una premessa. Il referendum e la secessione se riusciva sarebbe una truffa, perche’ voterebbe si una percentuale inferiore al 50% dei cittadini votanti, da quel che ho capito. Sappiamo inoltre che non ci sono argomentazioni dirompenti, ne’ economiche -il residuo fiscale e’ basso- ne’ politiche, hanno sempre fatto parte della spagna. Sotto un commentatore attento ha argomentato che l’affaire Catalogna sembra una rivoluzione colorata. Ecco, dovendo definire l’affermazione con – acqua, fuocherello o fuoco- direi: fuoco.
    Di piu’: forse addirittura possiamo definire i tafferugli dei seggi, come i primi scontri tra sovranisti e globalisti. Ok, e’ un po’ ardita la cosa, ma rajoy messo alle strette secondo me ha reagito bene, la forza senza violenze inutili. Non so’ pero’ come andra’ a finire, se non che in ogni caso la spagna (e poi l’italia se la cosa avra’ un seguito) non ne uscira’ bene, come giustamente avverte Dezzani.

    1. in piazza a barcelona ci sono si(on)istra-italiana e leganodde…..sentito in tv l’ex odontotecnico bergamasco vice-presidente del senato, farneticare di nazismo/fascismo/e anti-semitismo del governo spagnolo …..manca solo il morto…..le premesse ci sono…..fc barcelona come dynamo zagreb???piqué come boban?

    2. Curioso che l’economista Loretta Napoleoni, ci segnala che gli “indipendentisti” vogliono avere una loro banca centrale.
      Questo ha importanti significati….
      Ciò spiega perché tutti non vogliono che la Catalogna esca dalla UE e dall’euro.
      A buon inteditor…

  26. Italia, Repubblica – Costituzione
    Art. 5
    La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

    REFERENDUM CONSULTIVO REGIONALE (LOMBARDO) DEL 22 OTTOBRE 2017 – “REFERENDUM PER L’AUTONOMIA”
    QUESITO -il testo della domanda che il 22 ottobre gli elettori troveranno sulla scheda elettronica:

    “Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”

    Premesso che sono d’accordo con la sua analisi, direi che allo stato non c’è nulla che si possa “reprimere” faranno una bella commissione e vai on le “trattative”.

    Voto elettronico, una garanzia.

  27. Di seguito altri eventuali utili spunti integrativi di riflessione sulla “Big Picture”, eccoli arrivano!!

    “Catalonia Independence: Five Things to Think About”

    2. NATO appears eager to encourage independence and would welcome what they expect to be a robust military capability to add to their wars of global aggression.

    An article published in 2014 by the Atlantic Council – a Fortune 500-funded NATO think tank – titled, “The Military Implications of Scottish and Catalonian Secession,” would state:….

    3. Pro-independence Catalan politicians appear to enthusiastically support Catalonia’s membership in NATO…..

    4. Some Catalan politicians have begun planning for its military’s integration into NATO.
    The pro-independence Catalan National Assembly’s Defense Policy Working Group has stated in a 2014 paper titled….

    per articolo completo:

    https://www.globalresearch.ca/catalonia-independence-five-things-to-think-about/5611607

    Cordiali saluti.

    Fabrice

    PS non si è mai visto un popolo che reclama la propria indipendenza ma che la lascia la sovranità monetaria a un ente sovranazionale ( ideato da massoni e paramassoni!! ) e che da subito vuole entrare a far parte di un’alleanza militare dove loro conterebbero come il due di coppe quando a briscola comanda bastoni!!
    Già basterebbero queste due semplici considerazioni per sentire puzza di bruciato lontano un miglio!!!

  28. fuori tema ma di sicuro interesse:

    Cooperazione militare e nel contrasto alle milizie jihadiste e ai traffici di immigrati illegali sono stati al centro dei colloqui romani del generale Khalifa Haftar. Il comandante dell’Esercito Nazionale Libico (ENL) e uomo forte della Cirenaica ha avuto colloqui col ministro degli Interni Marco Minniti (che lo aveva incontrato segretamente a inizio settembre a Bengasi), con il ministro della Difesa Roberta Pinotti e incontri “tecnici” con il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano e i vertici dell’intelligence (Aise).
    http://www.analisidifesa.it/2017/09/il-patto-con-haftar-che-chiude-il-cerchio/

  29. I movimenti indipendentisti sardi pedine dell’euro-atlantismo e della Nato? Vicini a logiche di potere massoniche? Ma di che diavolo state blaterando? Ma se non sapete chi e cosa muove, da dove nasce e cosa si prefigge l’indipendentismo sardo, perché prima di battere tasti a casaccio sulla tastiera non vi informate? Le pedine di cui parlate, logge comprese, sono quelle ITALIANE, “destri e sinistri” tutti, che (s)governano e soggiogano la Sardegna da secoli, dai Savoia per intenderci.
    Da sempre l’indipendentismo sardo (in tutte le sue sfumature) è contro l’occupazione militare del territorio, che drena anche risorse economiche notevoli le quali potrebbe essere certamente impiegate per altri scopi. E di sicuro non lo si può definire euro-atlantista, ma proprio per nulla!
    Unito in questa battaglia, anche se frammentato (storicamente) su altre vertenze, da tempo cerca una quadra e prima o poi la troverà.
    Paragonarlo ad altre “vertenze” secessioniste è un fesseria sesquipedale. Non è nemmeno paragonabile a movimenti come quello catalano o basco, tanto per gradire.
    Il fatto che poi alcuni rappresentanti di alcuni movimenti indipendetisti sardi siano andati in Catalunya per supportare le istanze catalane non vuol dire affatto che siano a libro paga di tipicomesoros, così come pensate voi. Ma che dite?
    Le logiche in Sardegna sono esattamente il contrario di quanto affermate. Certo, complicate e difficili. Quindi, studiate ed informatevi prima di fare considerazioni da burletta.

    1. Gentle Massimo a me pare che le motivazioni che tu adduci alla tesi per cui “I movimenti indipendentisti sardi non siano pedine dell’euro-atlantismo e della Nato e non siano vicini a logiche di potere massoniche” siano ancora più labili, effimere, ridicole e da burletta, di coloro che invece manifestano opinione contraria alla tua.

      Ricordati che se vuoi convincere qualcuno/a su questo Blog, non basta fare come si fa al bar, alzando la voce e dicendo “state dicendo solo fesserie”. Qui, dovresti imparare prima ad apportare materiale, documentazione, ricerche, interviste, articoli giornalistici credibili etc. etc.

      Dopo e solo dopo, potrai permetterti di dire:” Le vostre sono considerazioni da burletta”, altrimenti la figura del burlettaro la fai tu”.

      Capisci ?

      1. Certo, come il fatto che Zappadu e Mesina siano (o siano stati) indipendentisti? 😀 😀
        Dovrei controbattere a questi deliri che non meritano niente di più che una fragorosa risata?

        Vi lascio alle vostre certezze, io rimango con i miei dubbi, molto diversi dai vostri e per fortuna.

        In bon’ora.

      1. Ma lei sta scherzando vero? Zappadu, un fotografo, e Mesina, un criminale conclamato, indipendentisti? Ma se le sogna la notte queste corbellerie? 😀
        Manovalanza atlantica ma di che?

        Ripeto, prima di scrivere baggianate, nel suo caso sesquipedali, si informi meglio. Ne ha bisogno. La lascio ai suoi deliri complottisti, ed alle sue deduzioni da scuola materna.

        Non ho altro tempo da perdere, le ho dedicato fin troppo del mio tempo.

        Bai in bon’ora.

        1. Non ho altro tempo da perdere, le ho dedicato fin troppo del mio tempo.

          Colpito… ed affondato!

  30. 17 Agosto – Attentato sulle Ramblas
    1 Ottobre – Referendum indipendenza Catalogna
    1 Ottobre – Attentato Marsiglia
    1 Ottobre – Attentato Edmonton (Canada)
    2 Ottobre – Attentato Las Vegas

    C’è un filo conduttore? Qualcuno ha delle idee? Mi sembrano eventi troppo “vicini” per essere scollegati…
    Dezzani, tu che ne pensi?
    P.S.: Al TG serale di Rai2 dell’1 Ottobre le prime due notizie erano gli attentati di Marsiglia e Canada, a seguire la notizia sul Referendum in Catalogna, la cosa mi ha stupito…

  31. Francia e Germania sono nazioni che presentano al loro interno differenze culturali, etniche e di costume paragonabili o maggiori a quelle spagnole o italiane ma stranamente non si sente mai parlare di secessioni di qualche loro regione dallo stato nazionale. La regioni tedesche hanno in effetti una relativa autonomia ma non é molto differente da quella delle controparti italiane o spagnole. E’ quindi evidente che tutta questa falsa esigenza di autonomia è da ascriversi alla strategia franco-tedesca che dura dalla fine della seconda guerra mondiale di dividere il più possibile gli altri stati europei e/o i loro interessi economici. In pochi decenni sono scomparse la Jugoslavia e la Cecoslovacchia che fanno ormai parte delle economie di Germania e Francia mentre la Grecia è ancora unita solamente perché di fatto non esiste più essendo diventata una colonia. La Francia e la Germania sono la vera culla della massoneria e del sionismo e i vari tentativi di smembrare l’Italia sono stati impediti in passato solamente dalla DC e dal PSI che erano gli unici partiti pienamente nazionali, non controllati dai poteri massonici mentre Lega Bossi e PD Renziano sono creature rispettivamente tedesche e francesi. Ricordo la grande passione di Bossi per l’unione (annessione) alla Baviera o tutti i regali fatti dal PD alla Francia (dal mare dell’isola dell’Elba alla Libia, dalla sostituzione dei rapporti con l’Egitto sino a Telecom e a tutte le altre decine di imprese strategiche date in pasto alla finanza sionista francese). Sono convinto che entro la prossima metà del 2018 l’Italia come l’abbiamo fin ora conosciuta si avvierà rapidamente alla definitiva scomparsa (2-3 anni al massimo) e d’altra parte lo è già sotto l’aspetto formale.

    1. Sono convinto che entro la prossima metà del 2018 l’Italia come l’abbiamo fin ora conosciuta si avvierà rapidamente alla definitiva scomparsa.

      Hmm. Non sarei così pessimista. Ci sono potenze che premono in senso opposto, come spiegato nell’articolo.

    2. Roberto, condivido la prima parte della tua analisi però non la seconda. Nonostante siamo cugini, fra spagnoli e italiani vi è una profondissima differenza caratteriale, culturale e storica.

      Gli italiani sono un popolo che da il meglio di sè, proprio nelle situazioni border-line. Il nostro cruccio, difetto e causa dei nostri mali, non sono gli italiani, bensì quei “quattro farabutti” che hanno occupato le istituzioni politiche.

      Se riusciremo a liberarcene prima che l’Italia sia totalmente spolpata di industrie, laureati e professionisti, forse, ce la faremo a risalire la china senza andare incontro ad una balcanizzazione del territorio.

      Serve un Partito Nazionalista Nuovo, prima del Marzo 2018.

      1. Ma voi state parlando degli italiani anziani? Ecco, perché i nuovi giovani italiani non si sentono affatto italiani né mai voterebbero un nuovo partito nazionalista (a parer mio)

        Che poi ci sono forze contrarie che premono, come dice Federico, questo è un altro discorso, si parla di forze e gli opposti ci sono sempre

  32. Chiaramente agli USA un controllo completo di quel che resterebbe dell’Italia da parte di Germania e Francia non dovrebbe risultarevtroppo gradito ma sotto l’aspetto pratico non ho notato alcuna resistenza da parte USA alla colonizzazione economica della penisola negli ultimi anni, noto anzi che ci hanno messo del loro nel distruggere la FIAT, passarla dal controllo Agnelli agli stranieri Elkann e trasferirla in America. Sotto l’aspetto politico e militare gli USA manterrebbero comunque il loro potere in Italia mentre quello economico passerebbe (ma lo è già ora) all’asse Franco-Tedesco. Per quanto riguarda Cina e Russia sono abbastanza fuori porta e hanno già dimostrato che non possono molto dalla loro figuraccia in Libia, l’abbandono della Grecia a dispetto delle belle parole e precedentemente la Jugoslavia che era per lo loro uno storico alleato. In almeno due decenni le potenze che lavorano alla distruzione dell’Italia hanno avuto il tempo di infiltrare una quantità impressionante di anti-italiani ai livelli più alti, dai presidenti della repubblica alla magistratura, dai capi dei movimenti alla 5S ai vertici militari e della chiesa, non si può credere che il popolino dei pensionati tutto chiesa e mercatini rionali possa opporre molta resistenza. Bisogna capire che l’Italia come nazione sovrana attualmente non esiste da almeno due decenni ma le cose potrebbero cambiare e me lo auguro per tutti i giovani che non hanno mai conosciuto un nazione degna di quel nome.

  33. La Vanguardia, giornale edito a Barcellona, ha dato conto di due finanziamenti che la fondazione di Soros ha elargito nel 2014 a due istituzioni di Barcellona. Il primo, di 24.973 dollari, a favore del prestigioso Cidob, centro di studi di politica e affari internazionali, per l’organizzazione di una giornata per l’integrazione. Il secondo finanziamento, quello controverso, di 27.049 dollari, a favore di Diplocat, l’agenzia paradiplomatica catalana che, tra i suoi obiettivi, ha quello di «promuovere il dialogo e costruire le relazioni fra i cittadini della Catalogna e il resto del mondo». Una istituzione fra i cui membri siede direttamente la Generalitat catalana e che in questi giorni, come si può facilmente vedere dagli studi e dalle analisi ospitate sul sito, ha assunto una posizione a favore della secessione di Barcellona. I 27 mila dollari erano finalizzati a una giornata contro la xenofobia e l’euroscetticismo. Difficile comprendere come il distacco di Barcellona dal resto della Spagna, posizione sostenuta da Diplocat non certo negli ultimi mesi, possa conciliarsi con un maggiore europeismo e il rafforzamento delle istituzioni comunitarie.

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/denaro-ai-gruppi-separatisti-soros-finanzia-caos-spagna-1449306.html

  34. “Si eliminerebbe così dalla carta geografica un Paese che, seppur soltanto durante la breve parentesi del periodo fascista, ha dimostrato grandi potenzialità geopolitiche, ….”
    È detto tutto; non serve altro.
    Se questo è il massimo, possiamo ben immaginare il resto.
    Nessun rimpianto.

  35. Gent.mo Dezzani, leggo abbastanza assiduamente il suo blog e trovo spesso le sue analisi molto interessanti, tuttavia mi permetta di dissentire dalle tesi di questo articolo.
    O, meglio, sono daccordo con lei che lo stato italiano è destinato a sfaldarsi o ridursi perché è obsoleto ed inutile rispetto all’Europa e alla globalizzazione.
    1) La Catalunya, ha avuto periodi in cui ha goduto di una relativa indipendenza e sovrananità (La Repubblica di Venezia invece lo fu completamente), quindi i catalani aspirano alla INDIPENDENZA da uno stato (regno) che li occupò, cancellò le istituzioni e li sottomise con le armi nel 1715, non la secessione di uno stato di cui non si sentono parte.
    2) In Catalunya è in atto un processo pluridecennale che ha visto dichiarare l’indipendenza nel 1873 e nel 1923, entrambe gli episodi finirono in modo violento. Questa sarebbe la TERZA REPUBBLICA CATALANA!
    3) Dietro a questo fenomeno NON CI SONO PICCOLE ORGANIZZAZIONI ESTERNE, si tratta ormai di un fenomeno di massa in grado di organizzare manifestazioni che mobilitano da 1,5 – 2 milioni di persone su 7 Milioni di abitanti – (I famosi finanziamenti di Soros sono qualche decina di migliaia di euro e verso associazioni “affiliate”, una inezia – è disinformazione spagnolista)
    4) Gli stati e le costituzioni NON SONO ENTITA’ ETERNE E PERFETTE, anzi è doveroso metterle in discussione e adeguarle ai tempi o rimodellarle. Dal 1945 sono costantemente in crescita gli stati sovrani accreditati all’ONU. C’è qualcosa di male se da 192 passassero a 650 o 1600? Anzi, forse consentirebbero una miglior rappresentanza delle popolazioni all’ONU (oggi un veneto, Popolo con una storia millenaria e grandiosa, non è rappresentato all’ONU, è mediato da interlocutori romano-meridionali che nulla conoscono di questa cultura)
    5) L’Europa non può diventare forte finché tante funzioni saranno gestite dagli stati nazionalisti attuali. Occorre seriamente pensare ad un ridimensionamento degli stati e dei governi e accentrare certe funzioni in europa (Esteri, Difesa, Coordinamento fiscale, ecc.) e decentrare alle Regioni o Macro-regioni storiche (quelle che in passato erano stati, regni, ducati, principati) la legislazione e la gestione locale (come avviene con i 23 Land o stati tedeschi). Perché non possiamo puntare ad una Europa dei 50 stati nazionali eliminando il predominio della Germania?

  36. Continuo:
    L’Italia come Spagna, Francia ecc. sono stati sorti nel 1800 per assecondare le esigenze della nascente industrializzazione ovvero, la necessità di garantire ampi mercati (dove vendere le merci prodotte), standard precisi (pesi, misure, lingua, leggi e norme), nonché sistemi di comunicazione efficenti (ferrovie, carri, strade) per smistare le merci. Ma questi stati nazionalisti sono stati anche la causa degli enormi massacri e scempi sociali ed umani del 1900. L’esigenza di ampliare ulteriormente i mercati dove smerciare i propri prodotti industriali (che le fabbriche riuscivano a produrre a ritmi sempre più sostenuti) e alla ricerca delle materie prime, prima ha portato alla conquista delle colonie in Africa, Asia e America poi ha condotto alle due guerre mondiali tra questi mega-stati nazionali.
    Oggi che il mercato è globale, le frontiere sono solo quelle dei dazi, dogane, tasse ecc., quasi del tutto infrante nel mondo Internet, gli stati nazionali SONO SOLO ON OSTACOLO, UNA ZAVORRA, per lo sviluppo della economia. Ormai sono le MULTINAZIONALI a dettare le leggi economiche.
    Oggi per competere nel mercato globale SERVONO STATI PICCOLI, EFICIENTI, A MISURA D’UOMO E DI IMPRESA.

    Purtroppo, gent.mo Dezzani anche lei è vittima della colonizzazione intellettuale scolastica. Siamo stati indottrinati a vedere CONFINI, sacri, impermeabili e immutabili e ci è stato fatto credere che la COSTITUZIONE è SACRA, PERFETTA e INTOCCABILE.
    Purtroppo invece la realtà dimostra una politica sempre più lontana dal popolo, corrotta e piegata agli interessi delle multinazionali e delle banche globali in mano alle elite.

    Occorre fare uno sforzo mentale e pensare globale ma salvaguardare il piccolo, L’unica difesa da queste multinazionali sono gli stati a dimensione umana, dove le leggi tutelano i cittadini e piegano le multinazionali. La dimostrazione è data da Svizzera, Irlanda, Svezia, Danimarca, Norvegia ecc., paesi sovrani, relativamente piccoli (la Norvegia ha gli stessi abitanti del Veneto)
    Se sei piccolo incontri per strada il politico che ti rappresenta, lo pigli a cazzotti se non fa i nostri interessi. I politici italioti vivono in un’altro pianeta difesi da carabinieri auto e appartamenti blindati.

    LA prego faccia uno sforzo e capirà che non c’è nulla di male se si rottama lo stato italiano. Purché non prenda il suo posto lo stato Europeo centralista e totalitario, novello URSS.

    Grazie

  37. “…soffocare a qualsiasi costo le pulsioni secessionistiche…”: è proprio così che si è portata la Catalogna all’esasperazione.
    E ascoltare i popoli, per una volta?

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