Trattato del Quirinale: vendersi alla Francia per restare “in Europa”

Le politiche monetaria ultra-espansive della BCE hanno sedato le tensioni finanziarie ma non hanno risolto nessun problema strutturale della zona euro: le divergenze tra la Germania, che registra forti avanzi fiscali e debito pubblico decrescente, e l’euro-periferia, sempre più indebitata, spingono l’euro verso il capolinea. All’interno di un’Unione Europea in via di dissoluzione, si valuta la creazione di un nocciolo duro: è la coppia Francia-Germania. Per rimanere agganciata al progetto d’integrazione europea, la classe dirigente italiana sta cedendo quote crescenti del nostro sistema economico-finanziario alla Francia, nella speranza che Parigi ci apra le porte della “serie A”.

Italia: gli europeisti sognano un futuro da satellite francese

Il mercato obbligazionario ha smesso dal 2012 di essere il termometro dell’euro-crisi: il celebre “spread”, il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato periferici e quelli dei Bund, si è eclissato dopo il varo dell’allentamento quantitativo della BCE. Fiumi di liquidità hanno irrorato i mercati: i focolai di crisi sono stati soffocati, ma non estinti. Se è infatti vero che le politiche di austerità/svalutazione interna hanno riequilibrato le bilance commerciali negli ultimi anni, la cura era ed è destinata inevitabilmente a fallire (dopo aver rapinato il rapinabile). Si analizzano le finanze pubbliche: la Germania ha chiuso il 2017 con un avanzo fiscale di 5,3 €mld1 ed un rapporto debito pubblico/PIL in calo, la Francia con un deficit pari al 3% del PIL ed un debito pubblico record, ormai vicino al 100%, l’Italia con un deficit attorno al 2,5% del PIL ed il debito pubblico al 132%. Se la Germania è il centro dell’euro, sia Francia che Italia se ne stanno allontanando a grande velocità. Nonostante la BCE.

Anche tralasciando le crisi di altra natura che affliggono l’Unione Europea (l’emergenza migratoria, la svolta nazionalista-autoritaria-russofila dell’Est Europa, il problematico divorzio con il Regno Unito) è ormai evidente che il progetto d’integrazione europea, lanciato nell’immediato dopoguerra perché completasse la NATO, è giunto al capolinea. Dal 2011 in avanti, parallelo al progetto originario dell’Unione Europea a 28 membri, è quindi emerso un “piano B” con cui salvare il processo d’integrazione europea: è “l’Europa a due velocità”, che contempla una maggiore integrazione fiscale e politica tra Francia e Germania, con rispettivi satelliti.

Un’unione a due significherebbe che Berlino si faccia carico di Parigi, trasferendo un ammontare di risorse tale da consentirle di “vivere al di sopra dei propri mezzi”: è un’ipotesi piuttosto remota, considerato che in Germania manca attualmente una maggioranza parlamentare per procedere in questo senso, ma non escludibile a priori. Dopotutto la Francia dispone ancora di un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU e di un arsenale atomico: per Berlino, “l’acquisto della Francia” sarebbe un buon affare e le consentirebbe di evitare la sindrome di isolamento/accerchiamento di cui ha sofferto dal 1870 in avanti. Al di là di una maggiore integrazione con Parigi, Berlino però non andrà: sicuramente non è nell’interesse della Germania creare le condizioni perché anche l’Italia possa partecipare “al nocciolo duro”.

Tutte le iniziative tedesche di questi ultimi mesi vanno, infatti, nella direzione di un’espulsione forzata dell’Europa mediterranea dall’area euro: dall’ipotesi di “default controllati” avanzata da Wolfgang Schaeuble alla stretta sui crediti deteriorati, passando per nuovi criteri per la valutazione dei Btp iscritti nei bilanci della banche, è chiaro che la Germania sta facendo di tutto per spingere l’Italia e l’euro-periferia fuori dall’euro.

La classe dirigente italiana ha preso progressivamente coscienza che il maggior pericolo per la nostra permanenza nel nocciolo europeo è la Germania. Consapevole però di aver indissolubilmente legate le sue fortune al progetto d’integrazione europea e terrorizzata dal “salto nel vuoto” che comporterebbe un’uscita dall’Europa (si tratterebbe di riesumare una programmazione industriale ed una politica mediterranea, senza che nessuno ne abbia più le capacità), il nostro establishment ha quindi maturato dal 2011 una strategia disperata: “vendere l’Italia” alla Francia, in cambio dell’impegno francese a perorare la nostra causa di fronte alla Germania.

Si considerino gli investimenti. Se le acquisizioni tedesche in Italia sono piuttosto limitate dal 2011 in avanti (il marchio Ducati, l’Italcementi della famiglia Pesenti), quelle francesi esplodono letteralmente e, concentrandosi in settori strategici come l’energia, la finanza e le telecomunicazioni, godono dell’esplicita approvazione dei governi Monti-Letta-Renzi. Nel 2011 Parmalat è acquistata da Lactalis e Bulgari da LVMH, nel 2012 Edison da EDF e Acea entra nell’orbita GDF Suez, nel 2016 Pioneer è comprata da Amundi e Telecom è scalata da Vivendi, nel 2017 Luxottica è inglobata da Essilor. Saltuariamente, circolano voci di un acquisto di Unicredit da parte di Société Générale e delle Assicurazioni Generali da parte di AXA: quel che è certo è la finanza italiana è ormai dominata dal trio francese Jean Pierre Mustier (ad di Unicredit), Philippe Donnet (ad di Generali) e Vincente Bolloré (azionista di Mediobanca e padrone di Telecom), a loro volta espressione della finanza Rothschild che occupa attualmente l’Eliseo con Emmanuel Macron. L’Italia, negli ultimi sette anni, è diventata un sotto-sistema dell’economia francese, con l’avallo dei governi “europeisti” nostrani: il governo Gentiloni ha persino inviato i nostri militari a presidiare i fortini della Legione Straniera in Niger.

In quest’integrazione a senso unico (qualsiasi acquisto italiano in Francia è bloccato, dal passato interesse di ENEL per Suez alle più recenti mire di Fincantieri su Stx Saint-Nazaire), si può facilmente scorgere il grande disegno geopolitico della Francia: ridurre l’Italia, acquisendo il controllo di tutti i gangli dell’economia, alla condizione di Stato-vassallo, così da raggiungere una massa tale da confrontarsi con la Germania che, al contrario, sta coagulando attorno a sé i Paesi dell’Europa nordica e centrale (Olanda, Austria, Slovenia, Paesi Baltici, etc.). L’Italia, che ha la stazza economica ed una popolazione sufficiente per essere un attore autonomo, guadagna invece da questo scivolamento nell’orbita francese soltanto la promessa di rimanere agganciata al processo di integrazione europea: come satellite di Parigi. La fallimentare classe dirigente sta, in sostanza, vendendo il Paese alla Francia per salvare se stessa, sperando che l’assoggettamento a Parigi eviti la nostra espulsione “dall’Europa”.

Anche lo schema dei trattati bilaterali è un indice della gerarchia che si sta creando in Europa: la proposta di un nuovo Trattato dell’Eliseo, presentata il 22 gennaio 20182, dovrebbe rafforzare l’integrazione tra la Germania (contraente forte) e la Francia (contraente debole). Nessun accordo simile è previsto tra Germania e Italia. Il nostro Paese dovrebbe invece siglare entro il 2018 il cosiddetto “Trattato del Quirinale”, presentato dal premier Gentiloni lo scorso 10 gennaio, in occasione della visita a Roma di Emmenuel Macron3: si tratterebbe del corrispettivo del Trattato dell’Eliseo, dove però la Francia è il contraente forte e l’Italia quello debole. Accantonata qualsiasi pretesa di parità tra i diversi Stati, “l’Europa a due velocità” sarebbe quindi una struttura gerarchica, dove l’Italia è un sotto-sistema della Francia, a sua volta dipendente dalla Germania.

I prossimi mesi saranno decisivi per le sorti dell’Unione Europea: gli scenari spaziano dal collasso totale del processo d’integrazione europeo, qualora Angela Merkel non riuscisse a formare una Grande Coalizione e prevalessero in Germania le forze “nazionaliste”, ad un suo restringimento alla coppia franco-tedesca, qualora Emmanuel Macron ed Angela Merkel riuscissero a raccogliere il consenso politico necessario. In qualsiasi caso, non è interesse dell’Italia rimanere in “serie A” come satellite della Francia: una classe dirigente fallita ed esautorata sogna di stipulare il “Trattato del Quirinale” e assoggettarci alla Francia, una nuova classe dirigente dovrebbe studiare come ricollocare l’Italia al centro del Mediterraneo e rimettere in sesto l’economia con un’accurata programmazione industriale.

 

 

1http://www.foxbusiness.com/features/2018/01/12/germany-achieves-fourth-budget-surplus-in-row.html

2http://www.assemblee-nationale.fr/15/propositions/pion0542.asp

3http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-10/macron-roma-si-lavora-trattato-quirinale–125731.shtml?uuid=AEMCtYfD

78 Risposte a “Trattato del Quirinale: vendersi alla Francia per restare “in Europa””

  1. andrebbero impiccati tutti per alto tradimento. Certo nella italia pretesca certe ” ricompense” non si sono mai usate ma il disastro rovesciato su quelli che dovranno restare qui sarà così tanto forte che non si può escludere una simile “deriva” ..Mica potranno trasferirsi tutti in francia …

    1. WS consiglio la ghigliottina visto che si parla di svendita ai francesi. E poi richiede boia poco qualificati a differenza della forca.

      1. Lo so, ma vuoi mettere l’eleganza della forca? Un classico che non passa mai di moda. E’ come paragonare una Mercedes a una Fiat
        E poi la ghigliottina è poco igienica e con tutti quegli schizzi di sangue.
        Quelle horreur

  2. Al genio si aggiungono corollari, per usare ancora la vostra splendida lingua. La classe dirigente francese, per salvare se stessa assediata nelle piazze e nelle urne il cui responso – ancora una donna, ancora una bretone – quella sera fu costretta ad alterare, assogetta quella della ex Roma, ormai scaduta nel trivio e nel ridicolo: e proprio per questo disposta a vendere il suo intero popolo pur di restare nel lusso dei palazzi costruiti dai Pontefici e dalle loro famiglie. Roma, costituita Terza, ripreso il suo mare, si prepara: a riportarvi la civilta’. L’onore, nella ex Roma e nella ex Atene, e’ per sempre perduto.

  3. Europa a Due velocità ?

    Quando la propose la Lega Nord, ormai vent’anni orsono, fu ricoperta di sputi.

    Adesso crepate, italopitechi farabutti…

    1. Beh c’ è stato un “piccolo” errore di calcolo; l €uroentusiasmo dell’ elite ( ma anche di tantissimi italiani ) poggiava sulla erronea convinzione che la germania fosse/divenisse una “grande padania”.
      Ma l’ elite tedesca aveva/ha altri progetti ( quelli di sempre) e non poteva/può essere un nostro azzerbinamento a cambiarli.

  4. Non trascurerei il fatto che parte delle nostre elites e’ affiliata al Grande Oriente di Francia: ne ha ottenuto l’adesione col cappello in mano, da questuanti desiderosi di accedere al salotto buono del Potere per condividerne i benefici, pronti per essi a qualsiasi cosa, prima fra tutte venderci come carne di porco al miglior offerente. E lo dico da italo-francese.

    1. Se in un futuro prossimo, si vendono le municipalizzate a Veolia e Vinci, allora è proprio come dici….

      Saluti

      1. Mi risulta che il Conte Gentiloni abbia già venduto, in sordina, migliaia di kilometri quadrati di mare sardo ai francesi. Non ti basta?

        1. Non è proprio così. Cerchiamo sempre di riportare i fatti e di documentarli.

          I fatti, in estrema sintesi sono:

          Un’imbarcazione italiana viene fermata dalle autorità francesi e accusata di oltrepassare un confine rivisto da un accordo firmato nel 2015;
          La Francia aveva ratificato l’accordo e, in buona fede, le capitanerie di porto transalpine erano convinte che quell’accordo fosse in vigore anche nel nostro paese. Successivamente esprime le scuse ufficiali accettate dall’Italia.
          La precisazione del Governo italiano ricorda che, in ogni caso, in base all’articolo 2 dell’accordo, quando sarà ratificato, è comunque salvaguardata la zona di pesca congiunta tra la Corsica e la Sardegna;
          L’Onorevole Pili afferma che i sardi sono stati derubati di moltissime miglia di mare, ma non c’è nessuna prova oggettiva su quanto ipotizzato dal deputato di Unidos;
          Comincia una massiccia operazione mediatica che trova molti consensi in quanto giocata sul furto della terra.
          L’Onorevole Pili, correttamente, presenta un’interrogazione parlamentare nella quale tra le altre cose afferma che: è un accordo che non ha nessun valore proprio perché non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano però, nella stessa interrogazione, chiede al Governo di revocarlo ben sapendo, invece, che non è stato ancora ratificato e, pertanto un l’atto non perfezionato in diritto amministrativo è un atto senza alcun valore. E’ comprensibile che questi passaggi giuridici non siano molto comprensibili ed immediati;
          Su facebook imperversa una polemica e si accusa il Presidente del Consiglio Matteo Renzi di svendere il mare sardo ai francesi . Da un’attenta lettura dei fatti si scopre che, eventualmente, ci sono diversi complici e sono, nell’ordine: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta e, solo in ultima battuta Matteo Renzi.

          http://www.sardegnablogger.it/14304/

  5. Bene Dezzani, è mia impressione che se Trump aggiusta le cose in casa, poi penserà anche alla Germania, ma non credo in questa grande alleanza francotedesca, intanto le borse scivolano giù e i tassi sagono su, l’implosione è vicina, molto vicina.
    Che il nuovo dirigente FED crei un altra mega bolla per salvare il sistema?

    Saluti

  6. Secondo me, il progetto della UE è sin dall’inizio un progetto finalizzato a un accordo franco-tedesco, la polizza di assicurazione che i due paesi non entreranno in un conflitto armato tra loro. I costi di questo accordo ricadono sugli altri paesi che fanno da contorno, perchè questo contorno è essenziale a promuovere un semplice accordo bilaterale in un accordo di rilevanza internazionale generale, che cioè nessuno dei due paesi lo violerà perchè andrà contro non solo all’altro, ma a tutti i partners.
    Inoltre, questa assicurazione funziona se è vantaggiosa per entrambi i paesi, e l’unico modo perchè ci guadagnino entrambi è quella di fare ricadere i costi su altri paesi.
    L’Italia in tutto questo è la più danneggiata proprio perchè è la prima a rimanere fuori da questo nucleo privilegiato e data la sua maggiore ricchezza, le tocca dare il contributo maggiore per foraggiare Francia e Germania.
    Di nuovo, in realtà, c’è solo il passaggio da quel tartufo incapace di Hollande a Macron che mostra una sua maggiore capacità di iniziativa, sfruttando ovviamente l’eredità di vincitore della seconda guerra mondiale con commesso armamento nucleare.
    La classe dirigente italiana (ci tengo a dire non soltanto la classe politica, ma l’intera classe dirigente) ha sempre pensato in primis a sè stssa, è credo uno dei casi di classe dirigente nel mondo meno patriottica, incapace direi strutturalmente di avere come criterio fondamentale gli interessi del proprio popolo, e così anche in questa evenienza pensa prima di tutto a difendere il proprio culo, ed è per questo che difende una politica che chiaramente ormai non soltanto ci danneggia ma che sembra incamminata verso un insuccesso dato il declino dell’impero USA che ne avrebbe dovuto costituire il supporto di base, proprio perchè non si sa concepire al di fuori di questi equilibri, e teme giustamente direi di sparire, di smettere di godere dei privilegi dei quali ha fin qui goduto.
    Per questo, io dico ai giovani che dovrebbero impegnarsi per costituire una classe dirigente di ricambio. Non sarà certo una passeggiata, ma non v’è alternativa se non si vuole che diventiamo una colonia di interessi stranieri, questo è il modo in cui dovrebbe manifestarsi un nuovo patriottismo.

  7. Buongiorno.
    Ti volevo informare che la newsletter su gMail era stata messa tra lo spam: fino ad ora non era mai successo

    1. Anche io ho problemi con le newsletter, a me non arrivano proprio, neanche in spam. Tant’è vero che sono venuta qui a vedere se c’era il nuovo articolo e sono arrivata in ritardo

  8. Sono anti-euro della primissima ora e pertanto più’ che d’accordo sulla analisi e sulla diagnosi sempre magistralmente condotta su questo sito. Ciò che non riesco a vedere, non dico tanto nelle proposte politiche dei partiti meno allineati all’oligarchia pro-euro, ma nemmeno nelle fila dei, chiamiamoli così’, eurocritici più attrezzati culturalmente (peraltro rispettabilissimi), è la “terapia” al cancro eurotomane che ci ha contagiati. Tutto giusto: l’asse Francia-Germania che ci strozzerà, i venti di guerra dagli USA, la guerra vera in MO e nord Africa, i nostri interessi calpestati ovunque e la miseria alle porte. Ma, dicevo, la terapia dov’è? Proprio nessuno che sappia delineare una strategia, e di conseguenza una tattica, che consentano di schivare o quanto meno minimizzare gli effetti, di una ritorsione certa nei confronti di chi intenda sottrarsi al delirio eurotomane? Credo che solo su questo terreno si possa essere vincenti o perdenti; sulla strategia.
    Eppure esistono precedenti di attacchi condotti sul piano finanziario ad intere regioni del mondo e a paesi in particolare: non siamo su di un terreno inesplorato. Nessuno più’ ricorda la “crisi delle tigri asiatiche” di fine anni ’90, generata dai devastanti attacchi destabilizzanti della finanza USA (ancora Soros …)? Pochi lo sanno ma il salvataggio, per quei paesi, giunse da mani inaspettate: dalla stessa persona che ci aveva avvertiti per tempo sul carattere “maligno” dell’euro e della EU e che noi abbiamo bellamente irriso. La crisi, che durava da anni, venne risolta in una notte.

    1. Quando torneranno alla ribalta una o più delle seguenti “priorità UE”:
      – saldi Target2
      – diversa valutazione (in base allo stato che li ha emessi) dei titoli pubblici utilizzati come garanzia collaterale dalle banche nei confronti della BCE
      – nuove regole per valutare gli NPL nei bilanci delle banche

      sarà il segnale che dobbiamo uscire, ammesso che non sia troppo tardi.

      Uno scenario alternativo è descritto qua: https://www.upr.fr/actualite/france/sortie-furtive-de-leuro-vincent-brousseau

    2. Scusa l’ignoranza, ma chi salvò le tigri asiatiche? E come fu risolta la loro crisi in una notte?

      1. Si trattò essenzialmente di una mega speculazione valutaria che causò danni devastanti a diversi paesi del SE asiatico. Il Primo Ministro Malese, Dr. Mahathir (dr. perché era medico di professione prima di entrare in politica) pubblicamente accusò Soros (e chi dietro di lui …) di essere un criminale: la valuta malese perdette circa il 50% del suo valore in poco tempo e chi aveva capitali in banca li trasferì’ all’estero, segnatamente a Singapore. Il risultato fu una serie infinita di fallimenti, disoccupazione ed altre piacevolezze. Mahathir aveva però un Advisor, Paul Krugman: questi suggeri’ la cura. Alla sera venne annunciato in tv che, a partire dalla mezzanotte dello stesso giorno, la valuta malese non sarebbe più’ stata convertibile. Chi voleva avrebbe potuto liberamente far rientrare i capitali detenuti all’estero, no question asked. Fu una corsa al rientro e, nel giro di pochi mesi, l’economia tornò a fiorire più’ di prima. Questo fu il segnale che fece cessare la speculazione in tutto il SE asiatico. La crisi, che durava da anni, era chiaramente pilotata dall’esterno.
        Nel ns. caso non si tratta di attacchi valutari anche se, mutatis mutandis, la lezione qualcosa lo dovrebbe insegnare anche a noi. Il nostro caso è solo più’ complesso poiché abbiamo una direzione politica ed un establishment non solo disomogenei ma sostanzialmente collusi con il nemico e, anche se le soluzioni potrebbero essere altrettanto semplici, queste non verranno mai prese.

  9. Buonasera.
    Un po’ (un bel po’) ci hai visto giusto: ” (si tratterebbe di riesumare una programmazione industriale ed una politica mediterranea, senza che nessuno ne abbia più le capacità), “.
    Un Moro od un Mattei non emergono tra noi ogni legislatura. Eppoi misteriosamente vengono sacrificati… e quando non ce li sopprimono ce li minacciano come il Comico svizzero: https://m.youtube.com/watch?v=PX1UNTjrvFE appena aveva capito il sistema monetario carte colorate scudorosso…
    Un po’ sta nella storia recente della gabbia “leuropa” combinata col sistema bancario. Vedi la famosa immagine grafica del nyt 8 anni fa: http://www.nytimes.com/interactive/2010/05/02/weekinreview/02marsh.html
    Da allora i transalpini esigono beni reali in cambio di titoli.
    DNFTT. IST

  10. Bene! Anzi malissimo! Si ritorna a “Italia espressione geografica”.
    150 anni di illusione!
    Chi ci crede ancora, che questa potrebbe essere una location gestita a dovere, non ha capito nulla degli abitanti della penisola e della loro natura. Solo capre e pecore.
    L’antica roma si è trasferita da tempo e qui sono rimaste solo le erbacce.

    1. L’erede dell’Impero Romano è la Russia, non l’Italia. Roma, cacciata dal Mediterraneo nel 1453, sta cercando di tornare al suo luogo naturale e, ovviamente, i Barbari fannodi tutto per impedirglielo: fallito miseramente ogni tentativo di attaccarla (1808 e 1942) la strategia è stata quella di sigillare ogni via d’accesso con un cordone che si snoda dal Medio Oriente alla Turchia fino all’ Est Europa – Jugoslavia. Oggi, inaspettatamente, si è aperta una falla nel sistema (Siria) e i Barbari sono impazziti dal terrore, non sanno che pesci pigliare, è la prima volta dal 476 che devono ritirarsi…

  11. In vari interventi si è scritto di creare una nuova classe dirigente in grado di risollevare le sorti del Paese.
    Sembra un’impresa impossibile, visto che sono scomparse tutte le istituzioni e i luoghi che, ad esempio, ai tempi della Prima Repubblica, sovrintendevano alla selezione del personale politico ed economico.
    L’unica speranza di rinascita risiede in una riforma del sistema scolastico mirato alla formazione di una classe di giovani specializzata nelle alte tecnologie, come è avvenuto in Israele alcuni anni fa.
    Il Paese mediorientale ha stravolto completamente i criteri di educazione scolastica, ha abbandonato la vecchia industria pesante e si è riproposto come leader nel settore delle nuove tecnologie, ribalatando una situazione negativa.
    La vecchia industria che abbiamo ereditato dal passato è ormai stata ceduta dai nostri politici corrotti alle potenze straniere; ormai dobbiamo accettare questo fatto e cercare di crearne una nuova lavorando su nuove strategie scolastiche e industriali.

    1. La situazione non è così tragica, i due centri principali di potere economico, Eni e Intesa San Paolo, sono tutt’altro che anti-italiani (e sono tutt’altro che anti-russi…)

      1. Lo stesso può dirsi per quasi tutto l’apparato dello stato (emblematica la recente bocciatura dei corsi di laurea in lingua straniera da parte della Consulta).
        Di fatto, il controllo del nemico non si spinge oltre il Quirinale, Palazzo Chigi, i vertici del PD, qualche frangia della magistratura e dei servizi segreti, qualche azienda tutt’altro che florida (Edison, Unicredit) e i pochi salotti buoni rimasti della Roma e della Milano “bene”…

        1. Le infiltrazioni ci sono un po’ ovunque, ma nel complesso credo dalla parte “giusta” (memorabile, del resto, la scena di Sigonella nel 1985, con i Carabinieri schierati da Craxi a difesa della Sovranità dell’Italia). Come buona parte dell’Esercito. Forse in Polizia c’è un po’ di marcio, ai livelli alti, perché è un corpo meno indipendente dai palazzi della politica. E’ chiaro, naturalmente, che nessuna forza armata italiana può resistere ad un eventuale tentativo di abbattere la Sovranità Nazionale attraverso un attacco militare nemico. In una simile, sciagurata, eventualità, una possibilità di salvezza esiste e risponde al nome di Forze Armate della Federazione Russa.

        1. L’esercito secondo me è una grossa incognita, nel senso che malgrado tutte le infiltrazioni non è affatto scontato che al dunque andrebbe contro la popolazione italiana, tra cui ci sarebbero madri, padri, fratelli, nonni, figli, amici dei soldati…ecco perché, sapendo quanto sono ancora forti i legami familiari da noi (ma del resto chi sparerebbe a sua madre, elites a parte?) hanno pensato bene di piazzarci la sede principale di Eurogendfor, così a schierarsi contro la folla non saranno i soldati italiani ma quelli europei: che non si faranno, ovviamente, scrupoli.

  12. Gli economisti tedeschi Flassbeck e Spiecker pubblicano un articolo di chiara denuncia: sembra che il governo tedesco stia manipolando le sue statistiche sul surplus commerciale per evitare le crescenti critiche. Mentre i tedeschi ritengono che un enorme surplus commerciale sia una conferma della superiorità nazionale, altrove questo surplus è inquadrato nelle politiche di “beggar thy neighbour”, ovvero “frega il tuo vicino”. I perdenti non sono solo il resto del mondo, ma anche gli stessi lavoratori tedeschi, che vengono sottopagati per mantenere un avanzo commerciale, non godendo così pienamente dei frutti del loro lavoro.

    http://vocidallestero.it/2018/01/30/flassbeck-e-spiecker-il-surplus-delle-partite-correnti-tedesche-molto-piu-grande-di-quanto-riportato-dai-dati-ufficiali/

  13. Dal 2013 il governo francese aveva annunciato varie volte una vittoria definitiva in Mali, ma, all’atto della sua elezione, Macron, durante una sortita in Africa, aveva di fatto ammesso che le cose non vanno per niente bene.

    Bisogna quindi liberare truppe da altri teatri come il Niger, che diventa a sua volta instabile per la stessa pressione coloniale francese. Insieme con altri tredici Paesi africani, il Niger è infatti costretto ad adottare come valuta il franco CFA, una specie di euro africano garantito dal Tesoro francese. Dei Paesi sottosviluppati sono perciò costretti ad adottare una valuta “forte”, vincolata all’euro, che deprime le loro esportazioni. Non mancano ovviamente in Africa tentativi di opposizione a questa imposizione coloniale.
    Sempre per la serie “aiutiamoli a casa loro”, al poverissimo Niger non si fa mancare neppure l’assistenza provvida della microfinanza, che destabilizza il tessuto economico tradizionale, indebita gli agricoltori del Paese e spesso li costringe alla migrazione nella speranza di ripagare il debito. Non c’è Paese tanto povero da non avere a disposizione il suo “portale” per la microfinanza e il Niger non può fare eccezione.
    Per prevenire e screditare ogni possibile intervento del governo nigerino sull’economia, la Banca Mondiale è corsa in soccorso del colonialismo francese pubblicando un rapporto allarmistico sulla corruzione in Niger, come a dire che i “boveri negri” hanno ancora disperato bisogno di tutela occidentale. Il rapporto è a tinte così fosche che la stessa sede locale della Banca Mondiale ha dovuto prenderne le distanze.

    Mantenere il Niger nell’assoluta povertà ha i suoi vantaggi perché è la pauperizzazione con i suoi vari pretesti (crisi, austerità, rigore nei conti, ecc.) a favorire la finanziarizzazione dei rapporti sociali, cioè l’indebitamento delle masse povere. Ma la pauperizzazione ha anche i suoi svantaggi per il colonialismo francese, poiché espone le colonie alla pressione di altre intromissioni finanziarie e di altre destabilizzazioni da parte di concorrenti come la Cina, sempre più presente in Niger con le sue multinazionali.
    Sta di fatto che oggi la Francia nutre le sue aspirazioni coloniali in Africa con mezzi militari sempre più scarsi e con continui tagli al bilancio della Difesa. Se ne può concludere che l’impero coloniale francese in Africa è a rischio di asfissia.
    Nei prossimi mesi Macron sarà forse costretto a scegliere tra la vocazione coloniale della Francia e la sua permanenza nell’euro. Se rimane nell’euro Macron dovrà probabilmente accontentarsi della colonia italiana.

    http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=826

  14. La strage di Traini mi ricorda, con i dovuti distinguo, quella di Berlino fatta per far dimenticare di Karlov. Ora è successa più o meno la stessa cosa

  15. “L’attentatino” terroristico, come ho pronosticato una settimana fa, è puntualmente arrivato. Nemmeno a dirlo, politicamente, inchioda la Lega. Contemporaneamente un pezzo dello stato ci fa sapere che con la presidenta Boldrini non si scherza, tutti i pericolosi delinquenti virtuali che scorrazzano su Facebook e dintorni verranno severamente puniti. La psicopolizia è stata sguinzagliata e lavora su due fronti.

    Inutile dire che il risalto mediatico che la stampa anglosassone ha dato del “Macerata shooting”, oltre al timing sospetto, non lascia dubbi sulla sua matrice. E’ in atto un tentativo di destabilizzare l’opinione pubblica ed il paese tutto. Purtroppo è solo l’inizio, saranno 30 giorni di fuoco

  16. Segnalo, a sostegno dell’ottimo post di Dezzani, la caparbieta’ con cui il governo attuale sta per svendere il gruppo siderurgico ILVA al gruppo franco-indiano Arcelor-Mittal.

  17. Dezzani, ma mi faccia il favore!
    Quando potró leggere un articolo dove vengono pesati pro e contro della politica europea e estera italiana, anziché il fomento di odio verso questo o quello Stato?

    1. Se vuole leggere qualche articoletto di taglio europeista/atlantista, utile a coprire lo scempio che stanno facendo di questo Paese, le consiglio una testata del gruppo RCS/GEDI/Sole 24 ore: ne troverà a decine.

    2. Una scorsa a Repubblica o ad altro giornale mainstream Le fornirà tutti i pro della politica europea ed italiana. La bilancia utilizzata dai suddetti quotidiani per pesare i pro è ampiamente truccata. Veda Lei di applicare i necessari coefficenti perequativi. Dei contro neanche se ne parla e dovrà quindi rivolgersi altrove. Saluti

  18. Dezzani , non voterò per la lista proposta da Chiesa ed Ingroia anche perchè qui da me non sarebbe possibile perchè non c’è. Ma non la voterei ugualmente , non ho più fiducia.Mi resta solo la possibilità di annullare la scheda.
    Stia bene,

    Maurizio

  19. buongiorno. i pro ed i contro della nostra “mummia”, secondo il Socci ne “Lo Straniero”:
    Il vero protagonista di questa campagna elettorale sta nell’ombra: è il “partito straniero”, che sui giornali (che nella quasi totalità stanno dalla sua parte) viene chiamato “l’Europa”. In realtà l’Europa è da tempo una colonia della Super Germania a cui cerca di associarsi la Francia. E l’Italia è il pollo da spennare (ormai già ridotto malissimo). Questa cosiddetta “Europa” – nelle elezioni italiane – punta sul PD e liste associate (come “Più Europa” di Emma Bonino che significa per l’Italia: più immigrati, più tagli, più tasse, più disoccupazione, più sottomissione dell’Italia, più laicismo anticristiano, più affossamento dello stato sociale e ancora più annientamento dello stato nazionale). Ho cercato di illustrare le vere strategie che si dispiegano e la vera posta in gioco in questo articolo pubblicato da “Libero”.
    C’è una campagna elettorale ufficiale sulla scena e ce n’è un’altra dietro le quinte dove si confrontano forze e progetti di cui gli elettori sono all’oscuro e la posta in gioco è l’Italia stessa.
    Anzitutto consideriamo ciò che si vede pubblicamente. Sulla scena appare un Pd che arranca, in caduta libera, con un Renzi bollito, barricato nel bunker con i fedelissimi; poi un centrodestra con buoni sondaggi (come coalizione), ma dove coesistono programmi diversi; e un M5S col vento in poppa come lista singola.
    Quindi tre contendenti e sui giornali si ipotizzano le loro possibili combinazioni future, in base all’esito delle elezioni. Questo è ciò che appare. Ma dietro la scena va in onda un’altra partita e i veri contendenti sono solo due.
    C’è anzitutto un protagonista in incognito: la cosiddetta Europa, che significa le cancellerie di Berlino e Parigi le quali possono contare in Italia sull’establishment (anche nelle istituzioni) e sui media.
    La partita vera è fra questo “partito europeo”, cioè coloro che intendono restare agli ordini di Bruxelles (ovvero della cancelliera Merkel e di Macron) e il “partito italiano” che intende riportare al centro della politica il nostro interesse nazionale, scongiurando il definitivo annichilimento del nostro sistema produttivo e della nostra sovranità.
    Il M5S, che in teoria, fino all’altroieri, era definito “antisistema”, con l’allontanamento “spintaneo” di Grillo (e forse di Di Battista) appare del tutto normalizzato.
    Lo dimostrano le dichiarazioni di Di Maio che annuncia l’abbandono della battaglia anti-euro e anti UE, che (a Londra) garantisce ai mercati di non voler togliere il cappio al collo dell’Italia e che dichiara finito l’isolamento per concorrere ai giochi di palazzo dopo le elezioni (si dice che per Di Maio sia già pronta la presidenza della Camera, con l’affettuoso placet di Mattarella).
    L’altra “scheggia” da “normalizzare” è la Lega di Salvini: pare che l’operazione Maroni punti proprio all’azzoppamento del partito leghista, in previsione degli equilibri futuri.
    Fra Forza Italia e il Pd renziano – che dovrebbero essere il pilastro su cui puntano la Merkel e Macron – è luna di miele.
    Come dimostra il favore di Forza Italia al Pd renziano in Commissione banche e il fatto che Berlusconi eviti ogni attacco a Renzi, così come ha sempre evitato di fare opposizione al suo governo.
    Il recente viaggio a Bruxelles di Berlusconi è servito – tramite Tajani – a rassicurare i padroni d’Europa che l’Italia non si sottrarrà al suo attuale status di colonia della Super-Germania.
    Pure l’endorsement di Prodi (e perfino di Gentiloni) a sostegno degli alleati “euristi” del Pd – la lista Bonino e la lista Insieme – fa capire che l’establishment internazionale ha bisogno che il Pd non crolli (anche se Prodi ha assestato qualche calcio a Renzi per aver mandato a ramengo la coalizione di centrosinistra).
    E’ curioso che mentre Berlusconi cerca in tutti i modi di proteggere Renzi come futuro interlocutore (giudicandolo il “meno peggio”, anche se lo ritiene del tutto inaffidabile), a progettare rese dei conti contro il politico fiorentino, dopo il 4 marzo, pare siano, proprio nel Pd, i Prodi, i Del Rio, i Franceschini, i Gentiloni, i Minniti, gli Sposetti e i La Torre.
    A questo punto da “euronormalizzare” restano solo Salvini e la Meloni. I due ne sono ben consapevoli, ma sperano ancora di poter vincere come centrodestra e – una volta vinto – sperano di persuadere Berlusconi a lanciare un governo “italiano”, dando una “sòla” al padrone teutonico, visto che – in fin dei conti – proprio Berlusconi fu la vittima di quell’establishment franco-tedesco nel 2011: oggi potrebbe restituire la pariglia con una scaltra operazione di alta politica. E chissà che il suo progetto non sia proprio questo.
    Si è fatto ormai accreditare dalla Merkel e dall’establishment estero come il normalizzatore del centrodestra, ma poi – di fronte a una vittoria netta del centrodestra unito – potrebbe legittimare un governo che riporta l’Italia alla sovranità e alla tutela del suo interesse nazionale.
    E’ una mossa che oggi sarebbe possibile, perché la Merkel è indebolita e – a livello internazionale – la Ue e l’euro sono assediati e bombardati dagli Usa di Trump a cui si aggiungono la Brexit e la “sedizione” politica dell’est europeo contro Bruxelles.
    Del resto la nuova pretesa egemonica di Merkel-Macron che pretendono di riformare la UE a loro piacimento e che puntano ad annientare gli altri (anzitutto l’Italia) spiana la strada a una politica italiana che si sottragga al vassallaggio al “partito straniero”, devastante per il nostro paese.
    DNFTT: IST

    1. Apprezzo molto questo suo commento, caro Mihai, ma pensare ad un Berlusconi “sovranista” che possa mettersi di traverso rispetto alle politiche eurotomani di tedeschi, francesi ed elites varie ed eventuali, mi sembra francamente irrealistico. Per tante ragioni, la più’ evidente delle quali è il suo tornaconto o meglio, il tornaconto delle sue aziende. Davvero lei pensa che un uomo come quello sia disposto a rischiare del suo? Davvero lei pensa che Maroni si sia chiamato fuori “sua sponte” e non invece a seguito di un preciso ordine pervenuto da Arcore e che dovrebbe fare del buon Maroni il restauratore della ragione sociale primigenia della Lega bossiana del 4% (quella a suo tempo magistralmente descritta dal nostro Dezzani, per capirci) via colpo di stato normalizzatore interno? D’altra parte, per i meno sprovveduti, la funzione dello zombie di Arcore nella politica italiana è un fantastico caso di scuola. Lei pensa che la sinistra sarebbe mai stata capace di introdurre l’inversione dell’onere della prova in materia fiscale (cancellando secoli di cultura giuridica) come magistralmente seppe fare il mostro delle reti mediaset? Quella norma gettò sul lastrico centinaia di migliaia di italiani e migliaia di piccole/medie aziende, causando all’Italia una perdita di produzione della propria industria pari al 20%.
      E’ evidente che il mostro piace alle elites eurotomani. Chi potrebbe fare più’ di quanto ha fatto lui per l’Europa ? E quant’altro ancora potrà fare ?
      Ad majora, caro Mihai … il mostro vive e combatte ancora per e con i suoi simili.

      1. Mmm, chissà. E’ vero che Berlusconi ha tirato il carro per le elites euroatlantiche, ma questo accadeva tempo fa e in cambio della sua lealtà ha ricevuto talmente tante bastonate che non è fantascienza ipotizzare che questo vecchio cavallo malmesso mediti in realtà di sferrare alla prima occasione un calcio negli stinchi ai suoi antichi referenti, mentre a parole li rassicura. Sarà pure imbolsito, ma sarebbe un errore sottovalutarlo e, se ho capito qualcosa del suo carattere, non è nato per fare lo zerbino (perciò è stato ‘ammorbidito a dovere). O meglio può anche farlo, ma solo se gli conviene per i suoi interessi.
        Ecco, l’ideale sarebbe far coincidere i suoi interessi con quelli dell’Italia. Riusciranno i nostri eroi a…?

  20. La Francia, a differenza dell’Italia, si muove con decisione su più fronti: si accorda con la Germania per spolpare quel che resta del nostro settore industriale, ma contemporaneamente Macron e la May, entrambi cavalli di razza della scuderia Rothschild, rilanciano il Trattato di Lancaster House, voluto a suo tempo da Cameron e Sarkozy in previsione dell’attacco a Gheddafi.
    La rinnovata intesa franco-britannica potrebbe significare una presa di distanza dei francesi da Berlino, che sta allestendo il proprio riarmo e aspira a prendere le redini delle altre forze armate europee e che potrebbe in futuro cercare di avvicinarsi alla Russia.

    http://www.voltairenet.org/article199531.html

  21. Mihai,con tutto il rispetto, ma sperare in un “vento di cambiamento” proveniente da Salvini e Meloni equivale a cercare di sfuggire ad un sodomizzatore, entrando nudo in un club di ricchioni in astinenza da un anno. Entrambi hanno fra i dieci e i venti anni di presenza in parlamento e una è stata pure Ministro del governo presieduto da Silvio il tombeur de femmes.

    Nella disperazione io seguo la linea di Dezzani: Non voto

  22. Sbagliato. Occorre votare.
    Mai come stavolta.
    Riguardo agli auspici di Socci riportati da Mihai. Tenue speranza, ma pur sempre speranza

  23. Abbravo Giuseppe e magari bisogna votare pure il “meno peggio”, che poi seguendo il mantra talebano, sarebbe il m5s. Vero ?

  24. Abbravo Carletto che parla senza sapere. Che trae conclusioni avendo letto due righe (non è la prima volta che scrivo qui, per cui prima di dare giudizi affrettati prenditi la briga di controllare). Che parla per fare sputazza
    Hai vinto l’oscar dell’intervento più inutile del blog.

    Come diciamo in Sicilia…..a passìati a papira.
    Trad.: Vai a passeggiare la papera

  25. Avevo dimenticato di parlare della faccenda, ma qualche anno fa (mi sembra 2010) Maria Giulia Sergio, meglio nota come Fatima, che poi diventerà jihadista tra le file della marionetta chiamata ISIS, fu intervistata dall’Espresso, guarda caso. Conservo ancora quel numero. Se all’epoca il fatto mi parve quantomeno bizzarro, mi sembrò ancora più strano che nessuno se lo fosse ricordato. Ora mi è tutto più chiaro. Comunque penso di votare Casapound

  26. Giuseppe a parte il fatto che io, con quelli che si atteggiano a “professoricchi saccenti” e poi hanno al massimo la terza media, di solito non ci parlo. Però con te farò un’eccezione e ti dico che se vuoi essere credibile dovresti indicare non soltanto le ragioni per cui un italiano dovrebbe andare a votare ma anche le Ragioni per cui dovrebbe farlo. Se non sei in grado, tappati la bocca e ritorna da dove sei venuto ce fai più bella figura.

    1. Carletto è la seconda volta che insulti.
      Hai rotto abbastanza.
      La terza media penso di averla presa quando tuo padre e tua madre andavano ancora alle elementari.

      Aria, ok?

  27. Matteo, anche io sono stato per molto tempo convinto di votare Casapound (o Forza Nuova per altri moltivi più “romantici”. A Casapound gli ho pure aiutati nella raccolta firme per potersi presentare alle elezioni. Ma alla fine ho soprasseduto.
    Premesso che avere una maggioranza che rappresentati l’attuale coalizione è quasi impossibile e che le alleanze attuali sono solo di facciata (ad esempio Salvini/Berlusconi vivono già da separati in casa) e sono solo funzionali al meccanismo della legge elettorale.
    Mi sono studiato per bene la legge elettorale e il collegio dove voto.
    La mia idea è che:
    1) Occorre abbattere il PD (per ovvi motivi)
    2) Occorre abbattere Berlusconi (per far si che possa nascere un vero partito di massa di destra)
    3) Occorre rendere irrilevanti il 5 Stelle (in seguito imploderà essendo un partito di plastica)
    4) Occorre rendere più difficoltose possibile le larghe intese.

    Per cercare di raggiungere questo obiettivo credo, intanto, che un qualsiasi voto dato a cespugli di destra è l’equivalente di un voto dato al PD.
    Stessa cosa, con distinguo, per il voto al 5 Stelle. Specie se si vota in collegi elettorali del Sud Italia.
    Al Nord, dove risiedo, è per me fondamentale che nel mio collegio (che si traduce in senatori/onorevoli) non vinca uno del PD che poi me lo ritrovo a proporre lo ius soli.
    All’interno della coalizione di centrodestra devo fare in modo che la Lega vinca contro F.I.
    Poi si separeranno. Quindi occorrono quanto più leghisti o persone di Fratelli d’Italia (che tra le sue file accetta solo ex MSI….non a caso).
    Fortunatamente nel mio collegio sono tutti Lega e Fratelli d’Italia. Forza Italia ai margini

    Ad ogni modo credo che alla fine faranno l’inciucione F.I/PD/M5S.
    Soluzione da lacrime e sangue per noi, ma allo stesso tempo ciò decreterà la fine definitiva di Berlusconi (quindi cresceranno i partiti di destra) e la fine del 5 Stelle (che probabilmente è stato programmato per questo).

    Chi non va a votare, nei fatti, vota PD o F.I.
    E’ tra le righe della legge elettorale.

    Poi ognuno è causa del suo mal….ma senza dispensare idiote sentenze o sparare a caso due parole di fila

  28. Giuseppe per fortuna “verba volant scripta manent”. Sei stato tu il primo a rispondere con insulti al mio semplice commento. Detto questo se non sai dire CHI votare e PERCHÉ non sei credibile. Punto. Adios

    1. Non so se Salvini sia un sionista. Sinceramente.
      Penso che all’interno della Lega si stia giocando una partita.
      Sospetto che probabilmente dopo le elezioni l’ala di Maroni spaccherà la Lega.
      Credo che a questo giro occorre scongiurare che Berlusconi vinca la sua partita interna nel centrodestra.
      Altrimenti, Fratelli d’Italia, o comunque un partito di destra di massa sarà condannato per un altro decennio all’irrilevanza.
      Per cui, a questo giro me la voglio giocare così.
      Comunque non esiste solo la Lega, esiste anche il partito della Meloni

      1. Però ti confesso che la cosa mi dà da pensare. Manca un mese al voto e devo capire se seguire il cuore (Casapound) o la testa (tutto quel ragionamento che ho scritto prima).
        Il mio timore è che per seguire il cuore faccio alla fine un favore a Berlusconi.

        1. In un caso o nell’altro l’unico vincitore delle elezioni sarà la troika, quindi tanto vale seguire il cuore

  29. ipotesi interessante. il prode gentiloni a ben pensato: dato che già ci stanno comprando tutto perchè non gli diamo una mano a finire l’opera?” . Tanto ormai si sa che Gentiloni e i suoi sodali sono abbituati a vendere il di dietro pur di tenere la poltrona!

    Macerata: guarda caso dopo neanche due giorni salta fuori il fascista, finalmente il pd ora ha qualcosa di cui parlare e la psicopolizia è a pieno regime!
    Guarda caso lo stesso copione, con personaggi diversi, si è verificato dopo le violenze di Rimini.
    “cosa dici mai fascista, non sono i migranti che stuprano ma anche i carabinieri” e magia il dibattito è anichilito!

    Per quanto riguarda il voto, la penso comeGiuseppe M.
    A tal proposito Blondet ha pubblicato un articolo di cui consiglio la lettura.
    Inoltre, visto tutti i tentativi della psicopolizia di associare La Lega al folle fascista di Macerata, il pd deve stare proprio con l’acqua alla gola.
    Per questo sono proprio convinto di votare la Lega, facciamoli sudare sti bastardi globalisti !

    Saluti

    1. Si, ma io ho detto Lega ma si può dire lo stesso anche per Fratelli d’Italia. Anzi, forse Fratelli d’Italia è anche meglio perchè potendo portare al massimo una batteria di 30/40 parlamentari sono più facilmente controllabili.

      Da questa tornata elettorale, sia ben chiaro, non si sfuggirà ad un governo anti italiano. Si può sperare solo che poi questo governo che nascerà sancirà la fine di Berlusconi e del 5 Stelle. A vantaggio quindi della destra.
      E l’irrilevanza del PD che deve morire ora!

  30. Nota a margine:

    Intanto pare che nel Donbass arrivino in massa consiglieri militari USA, GB e canadesi.

  31. Gente, stanno crollando le borse mondiali (come anticipato dalla prima analisi dell’anno).

    Se continuate a rompere le palle con ‘ste elezioni del 4 marzo, blocco i commenti.

    1. Fra l’altro, lo stesso giorno d’insediamento di Jerome Powell, alla guida della Fed Wall Street

  32. Le borse stanno crollando ma Draghi tranquillizza.

    ieri il governatore della Bce, Mario Draghi intervenendo all’Europarlamento di Strasburgo, ha rassicurato sulla ripresa economica e sui tassi di interesse, che si aspetta “rimangano ai livelli attuali per un periodo esteso di tempo e ben oltre l’orizzonte dei nostri acquisti di titoli”.

    Draghi ha inoltre aggiunto che “l’aumento dei prezzi degli asset nei mercati dell’area euro finora non è stato accompagnato da un’eccessiva crescita del credito” con tassi di crescita “ancora ben al di sotto di quanto abbiamo visto prima della crisi” ha sottolineato il presidente della Bce. “Quindi, non c’è alcuna evidenza di bolle sistemiche alimentate dal credito”.

  33. A riprova di quanto l’Italia sia ormai irrilevante, le elezioni sulla Wikipedia inglese sono classificate come “Mid” cioè come argomento di interesse unicamente nazionale

  34. La sudditanza alla francia è storia italica, anche recente. Gli Agnelli avevano la loro partecipazione in generali del 6% sotto spoglie francesi. Si chiamava Exlilor(?). Scalfari Eugenio diceva che i veri proprietari erano i proprietari di quel pacchetto ed erano gli Agnelli nel 1970…Gli Agnelli hanno sempre lavorato coi francesi: Ad essi hanno venduto la galbani, li hanno introdotti in Italia nei supermercati della Rinascente (Auchan ha rilevato i supermercati costruiti da Agnelli nel 1980 tramite Rinascente), ecc. Gli Agnelli hanno sempre ottenuto le concessioni dal Governo ed hanno poi venduto ai francesi, lucrando le commissioni..Quindi non c’è nulla di nuovo. Ultimo esempio: il treno veloce Italo, ottenuto da Agnelli-Montezemolo tramite concessione di prodi per girarlo ai francesi…Purtroppo non fa soldi e quelli aspettano….
    Per il resto l’Italia e sotto il comando di Goldman Sachs. Quindi siamo come Arlecchino: servitore di due padroni.Stiamo cercando il terzo: la germania. Ma Merkel sa che in Italia comandano gli americani. perciò si terrà sempre lontana.Non vuole drammi finanziari in casa sua provocati da altri.

    1. Guido, non diciamo eresie!

      Partiamo da quel famoso 1991, ovvero l’anno del “sorpasso” in cui l’On. Gianni De Michelis, all’ombra del governo presieduto da Giulio Andreotti, annuncia il famoso sorpasso economico dell’Italia nei confronti di Francia e Gran Bretagna. Il nostro paese si attesta così, al quarto posto nel ranking mondiale delle superpotenze economiche. (Altro che sudditanza alla Francia). Di lì a poco, il 17 febbraio del 1992, una volante della Poliz ia, si recava presso il Pio Albergo Trivulzio a prelevare l’Ing. Mario Chiesa. Inizia “Mani Pulite”. Il governo Andreotti, dura fino all’aprile del 1992. Segue il governo Amato, per un anno esatto fino all’aprile 1993 e poi un governo Ciampi, fino al maggio 1994. A questo punto entra Berlusconi che dura in carica meno di un anno, ovvero fino al maggio 1995. Fin qui l’economia italiana, regge ancora bene il sorpasso nei confronti della Francia.

      Eccoci arrivati alla “gestazione dei maiali”, come chiamo io, simpaticamente quest’epoca, in quanto nella fattoria di un caro amico, per coincidenza temporale”, restarono incinta diverse scrofe in quel periodo.

      Arriva il governo Dini dal 17 gennaio 1995 al 17 maggio 1996 ed infine lo stesso giorno, ovvero il 17 maggio 1996, Romano Prodi.

      Iniziano le privatizzazioni. L’economia italiana si avvia verso il baratro economico, nei confronti di tutti e non solo della Francia.

      Con la scusa di reperire capitali in vista della futura introduzione della moneta unica il governo presieduto da Romano Prodi (17 maggio 1996 – 20 ottobre 1998) iniziò a spingere sull’acceleratore delle privatizzazioni e sulle cartolarizzazioni, ovvero la sistematica svendita del patrimonio di tutti gli italiani.

      Il governo Prodi non riuscì a completare la sua missione perchè ad ottobre del 1998 cadde, ma con una mossa a sorpresa, evitando di fatto il ricorso alle urne, si diede l’incarico di creare una nuova maggioranza all’ex comunista Massimo D’Alema, che che proseguì la barbarie fin quando gli fu permesso (aprile del 2000) e conseguentemente proseguito dal governo “tecnico” Amato, quest’ultimo finito con la chiamata alle urne nel maggio del 2001.

      Questa fu la stagione legata alla più colossale svendita del patrimonio pubblico italiano. Furono incassati 178.019 miliardi di lire pari a 91 miliardi di euro. “Meglio” della liberale Inghilterra della Thatcher. Milioni di posti di lavoro cancellati negli anni a venire che fecero perdere quella crescita che viceversa aveva contraddistinto i decenni precedenti.

      Le privatizzazioni non sono mai cessate. Dopo il 2000 proseguirono e continuano ancor oggi a piè sospinto.

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