2018, guerra sino-americana: commerciale o militare?

Le Olimpiadi invernali in programma in Corea del Sud hanno stemperato la tensione internazionale, producendo una momentanea riconciliazione tra le due Coree: difficile, però, che riescano a ricomporre gli interessi divergenti delle super-potenze. L’atomica nordcoreana assomiglia sempre più alla Bosnia Erzegovina del 1914: una questione marginale rispetto ai grandi squilibri del sistema internazionale, dove gli USA, in conclamato declino, sentono la loro egemonia mondiale minacciata dalla Cina emergente. Nel 2018, è concreto il rischio che il duello sino-americano si allarghi dal piano economico-finanziario a quello militare: l’attacco alla Nord Corea sarebbe l’estremo tentativo statunitense di ribadire la loro supremazia.

“Non temiate le difficoltà né la morte”

Già nell’antichità vigeva la cosiddetta “tregua olimpica”: i greci sospendevano momentaneamente le ostilità per partecipare ai giochi panellenici, considerati un collante tra le diverse comunità. Anche le Olimpiadi invernali di Pyeongchang, fissate per il 9 febbraio 2018, hanno sortito l’effetto di stemperare la tensione internazionale: le due Coree sfileranno (non per la prima volta) sotto un’unica bandiera, accantonando la retorica militarista di questi ultimi mesi.

Si tratta, però, di una semplice tregua, superata la quale le potenze riprenderanno il braccio di ferro incentrato sulla penisola coreana: il nucleare nordcoreano (sviluppato per fini puramente difensivi) è infatti sempre più il pretesto per misurare i rapporti di forza internazionali. Riallacciandosi all’antichità, il nucleare coreano è simile alle questioni marginali che portarono allo scoppio della guerra tra Atene o Sparta o, per fare un esempio più recente, alla periferica Bosnia-Erzegovina da cui scaturì la Prima Guerra Mondiale: si tratta di semplici pretesti, la cui funzione è quella di servire da innesco ad una “guerra d’egemonia” che riequilibri il sistema internazionale. Nella fattispecie gli USA, potenza egemone in declino, stanno adoperando la Nord Corea per tentare di “rimettere in riga” la Cina, sfidante emergente e candidata ad essere il fulcro del prossimo sistema internazionale.

Se l’ordine euro-atlantico è in oggettiva crisi (disgregazione della UE/NATO, perdita d’influenza in Africa, Medio Oriente ed Estremo Oriente), la Cina, attraverso la “Nuova via della Seta”, sta gettando, anno dopo anno, le basi per una “pax sinica” incentrata sul continente euro-asiatico. Se le finanze e l’economia degli USA arrancano, vivendo ormai solo più a debito, la Cina gode di un tale surplus di risparmio da inondare il mondo di investimenti. Se la supremazia tecnologica aveva consentito agli USA di esaurire l’URSS, oggi la Cina si può dire sullo stesso piano degli americani e, in alcuni settori, come i treni ad alta velocità, in netto vantaggio. Se il dollaro, sinora moneta di riserva per eccellenza e quindi “esportabile” a volontà dalla FED, è sempre più in crisi, lo yuan cinese sta velocemente conquistando terreno in tutto il globo: si commercia in yuan il petrolio iraniano1, si regolano in yuan gli scambi tra Pechino ed un crescente numero di Paesi centro ed est-asiatici, si inseriscono gli yuan nelle riserve della prestigiosa Bundesbank2.

La traiettoria dei rapporti sino-americani è inequivocabile.

Fallito, a differenza dei Paesi dell’orbita sovietica, il cambio di regime del 1989 (repressione della rivoluzione colorata di Piazza Tienanmen), gli USA scelgono di cooptare la Cina nel “nuovo ordine mondiale” nonostante questa conservi un monolitico e centralizzato partito “comunista”: nel suo “The Grand Chessboard: American Primacy and Its Geostrategic Imperatives”, edito nel 1997, Zbigniew Brzezinski definisce la Cina come “il naturale alleato” degli USA sul continente asiatico. Sotto l’amministrazione Clinton (1993-2001), la Cina è quindi cooptata nel WTO e fiorisce il circuito “debito americano in cambio di merci cinesi”.

L’amministrazione Bush (2001-2009), totalmente assorbita dal Medio Oriente, non altera la precedente impostazione e gli scambi tra i due Paesi crescono di volume: unico neo, la cattura di un aereo spia americano EP-3 nell’aprile 2001. Durante l’amministrazione Obama (2009-2017), il registro progressivamente cambia: si inizia col “G-2”, una spartizione del mondo tra gli alleati Cina ed USA, e si termina col “pivot to Asia”, mirante ad accerchiare e contenere la Cina con una serie di alleanze economico-militari. Nel frattempo, le potenze marittime adottano contro Pechino i soliti strumenti della guerra ibrida: tentativi di rivoluzione colorata ad Hong Kong, assalti speculativi alla borsa cinese, insurrezioni islamiste nello Xinjiang.

L’attacco simultaneo alla Cina ed alla Russia (colpo di Stato in Ucraina, annessione della Crimea e correlate sanzioni) produce l’effetto collaterale di avvicinare le due potenze continentali, materializzando lo spettro del “blocco euroasiatico”, da sempre aborrito dagli strateghi angloamericani. La cooperazione dentro la “Shanghai Cooperation Organisation” si intensifica e tra i due Paesi cominciano a correre ferrovie, oleodotti e metanodotti, aumento la resilienza di Mosca e Pechino al classico “strangolamento dell’anaconda” con cui gli angloamericani liquidano da sempre i nemici.

L’amministrazione Trump (gennaio 2017) si propone, almeno sulla carta, di incunearsi tra la Russia e la Cina, rispolverando la vecchia dottrina di Kissinger: considerati i mutati rapporti di forza, questa volta dovrebbe essere la Russia ad essere attratta nell’orbita americana, così da poter essere utilizzata contro la Cina3. La strategia, però, non trova alcuna attuazione concreta: ampi settori dell’establishment liberal si oppongono a qualsiasi accomodamento con Mosca (vedi Russiagate) e, soprattutto, le dinamiche storiche rendono ormai il blocco euroasiatico (cui va aggiunto anche l’Iran, teatro a inizio anno di un tentativo di rivoluzione colorata) infrangibile. È significativo che nel documento sulla “Strategia di Sicurezza Nazionale”, pubblicato lo scorso dicembre4, la Casa Bianca abbia individuato sia la Russia (citata 17 volte) che la Cina (citata 23 volte) come minacce alla “sicurezza ed alla prosperità americana”. Leggendo il testo, emerge la visione di una potenza egemone che sente pericolosamente erodere il proprio vantaggio militare ed economico sugli sfidanti.

Subentrando il secondo anno di presidenza, la sfida di Trump alla Cina entrerà nel vivo. Si può prospettare, in ossequio alla dottrina nazionalista-protezionista dell’America first, un braccio di ferro economico, di cui già si percepiscono le prime avvisaglie in questi giorni5: la volontà americana di porre un freno all’export cinese è, peraltro, controbilanciata dalla parallela freddezza cinese nei confronti del debito pubblico americano. Pechino ha ormai rallentato da tempo l’acquisto di buoni del Tesoro americano, iniziando addirittura a ridurre la sua esposizione6: ancora più spietate sono state le agenzie di rating cinesi che, di fronte alla riforma fiscale a deficit di Trump, hanno declassato il debito americano al livello BBB+, ben al di sotto della tripla A assegnata da Fitch and Moody’s7.

Un quesito, tornando alla Corea del Nord, è però pressante: il braccio di ferro sino-americano rimarrà circoscritto sul piano economico o esonderà in quello militare, sfociando in guerra aperta?

Attenendosi ai semplici fatti, è ormai chiaro che i vertici cinesi considerino plausibile uno sbocco bellico. Il presidente Xi Jinping, in occasione del Congresso del Partito Comunista dello scorso ottobre, ha rafforzato la propria presa sull’apparato politico-militare: ottenendo che il suo nome fosse inserito nella costituzione8, si è eretto a capo indiscusso della Cina, dotandosi dei poteri illimitati di un vero comandante supremo9, analoghi a quelli di Mao Zedong . La retorica militarista si sta anche intensificando (Xi Jinping ha recente pronunciato un acceso discorso davanti alle truppe, esortandole a non temere “né le difficoltà, né la morte”10) e, soprattutto, come si legge sulla stampa cinese filo-governativa11, le più alte sfere delle forze armate ritengono la deflagrazione in Nord Corea probabile ed addirittura imminente.

Sul versante americano non si è fatto nulla, in questo primissimo scorcio del 2018, per allentare la tensione internazionale: anzi, Washington ha agito nella direzione opposta. Il 16 gennaio si è riunito a Vancouver, Canada, il vertice degli alleati che combatterono la guerra del 1950-3 (USA, GB, Francia, India, Giappone, etc.), scatenando le immediate proteste di Russia e Cina, inducendo quest’ultima a parlare di “mentalità da guerra fredda”. Il 14 gennaio, il New York Times ha scritto di preparativi in corso per una possibile azione militare contro la Nord Corea: “Military Quietly Prepares for a Last Resort: War With North Korea”. Nella base di Guam sono stati dislocati nei primi giorni di gennaio i bombardieri B-52 e B-212. I ripetuti “falsi” allarmi missilistici (13 gennaio alle isole Hawaii e 16 gennaio in Giappone) hanno saggiato la reazione della popolazione ad un possibile bombardamento.

L’attacco americano alla Nord Corea non mirerebbe al regime di Pyongyang, né al suo arsenale atomico: essendo la classe dirigente nordcoreana perfettamente razionale, mai userebbe le testate nucleari per fini offensivi. A Washington ne sono consapevoli. Un attacco a Pyongyang mirerebbe alla potenza continentale retrostante, la Cina, e punterebbe a ribadire la subalternità di Pechino a Washington. Come le dispute marginali tra ateniesi e spartani o la Bosnia-Erzegovina del 1914, la piccola Nord Corea sarebbe così un pretesto per regolare i conti all’interno di un sistema internazionale sempre più squilibrato, dove gli USA godono di una posizione ormai troppo privilegiata rispetto alla loro forza reale: la guerra in Nord Corea, esondando presto dalla penisola coreana ed allargandosi ad altri fronti, assumerebbe così le caratteristiche della classica “guerra d’egemonia”. Simile a quella del 1914-18 o a quella del 1939-45.

Ci si potrebbe domandare ancora: perché proprio ora? Perché nel 2018? Perché sotto l’amministrazione Trump? La risposta, come abbiamo spesso sottolineato nelle nostre analisi, va cercata nell’imminente fine di quella politica monetaria ultra-espansiva che, nel bene e nel male, ha consentito al blocco euro-atlantico di superare il tormentato decennio 2008-2018.

 

1https://www.rt.com/business/415347-iran-sanctions-help-petro-yuan/

2https://www.reuters.com/article/bundesbank-reserves-yuan/update-1-bundesbank-looking-to-place-some-reserves-into-chinese-yuan-idUSL8N1PA2WV

3http://carnegie.ru/2017/05/24/donald-trump-s-plan-to-play-russia-against-china-is-fool-s-errand-pub-70067

4http://nssarchive.us/wp-content/uploads/2017/12/2017.pdf

5http://www.scmp.com/news/china/diplomacy-defence/article/2128590/donald-trump-warns-xi-jinping-us-china-trade-deficit

6http://money.cnn.com/2016/12/16/investing/china-japan-us-debt-treasuries/index.html

7https://www.reuters.com/article/us-usa-ratings-dagong/chinese-agency-dagong-cuts-u-s-sovereign-ratings-to-bbb-from-a-idUSKBN1F50OU

8https://www.vox.com/world/2017/10/24/16533526/china-xi-jinping-constitution-chinese-congress-mao

9https://www.ft.com/content/72a64aec-f698-11e7-88f7-5465a6ce1a00

10https://www.theguardian.com/world/2018/jan/04/xi-jinping-tells-army-not-to-fear-death-in-show-of-chinas-military-might

11http://www.globaltimes.cn/content/1080722.shtml

12https://www.washingtonpost.com/news/checkpoint/wp/2018/01/11/air-force-deployed-b-2-stealth-bombers-to-guam-as-sensitive-talks-involving-north-korea-commenced/?utm_term=.4c895dab5d8e

51 Risposte a “2018, guerra sino-americana: commerciale o militare?”

  1. Personalmente, oltre alla Corea del Nord, presterei molta attenzione a quello che potrebbe succedere a Taiwan, l’altro nervo scoperto delle relazioni sino-americane. Per la Cina si tratta di una provincia ribelle da riportare all’ordine quanto prima. Ma dalle elezioni con l’elezione della pro-indipendenza presidente Tsai Ing-wen i rapporti tra le due sponde dello stretto si sono deteriorate. E durante il recente congresso del PCC Xi Jinping ha ribadito che non esitera’ ad usare la forza per impedire ogni tentativo di secessione.

  2. Nel caso si verificasse lo scontro tra Usa e Cina quale sarebbe il ruolo degli europei? Potrebbero approfittarne per riprendere un minimo di autonomia dalla morsa atlantica?
    Non sembra, altresì, meno preoccupante il progetto della creazione di un esercito di trentamila uomini in Siria da parte degli Usa, nelle regioni curde al confine con la Turchia, per perpetuare la guerra in quel Paese martoriato. E poi la pentola ucraina dove si è appena approvata una legge che tutela senza mezzi termini il diritto inalienabile e sovrano dell’Ucraina ai territori temporaneamente occupati della Crimea e di Sebastopoli (…) che autorizza l’impiego delle forze armate nazionali per liberare i territori conquistati dall’esercito russo.
    Non mi pare ci sia da stare molto allegri …

  3. Nell’ ipotesi di un attacco “convenzionale” U$A alla NK senza riposta nucleare nordkoreana ( un attacco nucleare anche solo tattico sarebbe invece sicuramente replicato) quale certezza avrebbero gli U$A che la cina si limiti a lasciarli fare ?
    La cina non ha permesso agli U$A di salire oltre il 38 parallelo nel 1950 quando era infinitamente più debole di adesso e non credo che la sua “risposta” adesso si limiterebbe a ” ricevere i profughi” come una Italietta qualsiasi.
    Minimo minimo l’ esercito cinese entrerebbe in corea non fermandosi al 38 parallelo ma ributtando gli americani definitivamente a mare . E questo sarebbe solo un inizio di un conflitto molto più lungo ed esteso ben oltre la penisola coreana.

    1. Ancora un ottimo scritto su temi tanto trascurati dalla stampa di regime quanto d’importanza capitale per capire la “vera” politica. Kim Jong Un, messo alla berlina come un povero demente, sta rivelando doti strategiche e politiche non comuni, rivelando quanto sia ridicola la nostra pretesa di usare le nostre stesse categorie di occidentali (razza occidentale) per capire come ragiona un orientale (per l’appunto di razza orientale …).
      La Cina è già ampiamente, militarmente preparata ad uno scontro strategico con gli USA: questi non hanno infatti alcuna possibilità di manovra in quella regione. Senza che nessuno se ne accorgesse, si sono impossessati degli stretti di Malacca; una grande base a Kuantan, sulla costa Est della Malaysia, che controlla il Mar Cinese Meridionale ed un’altra grande base sulla costa Ovest, sull’Oceano Indiano. I malesi (30% di etnia, o razza, cinese) non se ne sono nemmeno accorti e, in ogni caso, non potevano che abbozzare. Il Giappone, sotto tiro dei missili di Kim e anch’esso, tra l’altro, popolato dalla razza asiatica, non può muovere un dito e la Korea del Sud è ormai tendenzialmente fuori dall’influenza americana (d’altra parte era una relazione contro natura): unico santuario disponibile agli USA, l’isola di Guam, lontana 3/4000 km dal teatro operativo, stante il controllo russo sul teatro artico. Vi sono molti motivi per ritenere che l’atteggiamento aggressivo degli americani sia in gran parte dettato da frustrazione dettato dalla convergenza degli interessi strategici cinesi con quelli russi, da un vago senso di accerchiamento e dalla montante miseria nel loro paese.

      1. Sono daccordo, Gli U$A non hanno alcuna speranza di “avanzare” in NK e dovrebbero cogliere “le proposte” russo-cinesi per salvare la faccia al prezzo comunque della ” neutralizzazione” dell’ intera penisola ..Hanno bluffato, il bluff è stato visto e devono “lasciare la mano “.

        Questo ovviamente a meno che non desiderino proprio un “casus belli” qualsiasi per alzare ancora la posta.

  4. Ne La Superficie Opaca correva una ‘sottocorrente’ che come un filo continuo reiterava la questione se davvero l’assetto geopolitico mondiale fosse solo appannaggio del duopolio anglosassone/israelita o se fosse più o meno verosimile l’ipotesi avanzata tempo distantissimo da noi dal ‘cultore di scenari’ René Guénon ne La Grande Triade dove si dava prospetto di un terzo angolo acuto, di un vertice che aveva la sua prepotente sede nell’Impero di Mezzo, ossia in Cina, con la tesi di base che tutte le manovre iniziatiche fossero in qualche modo, in qualche tempo, in qualche origine, equipollenti l’una all’altra in quanto derivate tutte da una stessa fonte primigenia. Tesi invero suggestiva ma difficilissima da seguire non solo nei suoi ‘centri focali’ ma addirittura nei suoi contorni. Difatti da una parte sono così innumerevoli i fatti che si accatastano vorticosamente l’uno sull’altro a dimostrare non il potere, ma bensì lo strapotere cinese Worldwide che giungono talora ad annoiare per quantità di episodi e spessore ‘qualitativo’ dei medesimi. L’elenco è troppo lungo per citarlo nella sua integrità. Basti pensare ad esempio che i «magnati cinesi sono presenti in forze nel mercato dell’arte [mondiale ed ai più alti livelli; N.d.A.] e sono diventati una potenza nelle aste: alla fine del 2013 il Wanda Group, la più grande società immobiliare della Cina, ha messo le mani su ‘Claude e Paloma’ di Picasso pagato 28,2 milioni di dollari da Christie’s, a New York, [mentre] il tycoon dei media cinesi, Wang Zhonjun, fondatore con il fratello della Huayi Brothers Media Corporation, s’è aggiudicato ‘Natura morta con margherite e papaveri”, un vaso dipinto da Van Gogh a 61,8 milioni, il prezzo più alto mai pagato per un’opera dell’artista».

    Invero c’è chi è di diametrale parere opposto, come Song Hongbin che addirittura asserisce di vedere nella Cina una partita persa a causa della sua non padronanza delle leve finanziarie del pianeta, cosa che lascia perlomeno perplessi visto che i puri dati di fatto dimostrano inequivocabilmente una riserva monetaria ingentissima che viene dispiegata ad ogni piè sospinto, in ogni campo, in ogni recondito angolo del mondo, dal Dragone Rosso. Oppure chi – e questo ancora più sorprendentemente – come Lyndon LaRouche vede ‘proprio’ nella Cina la testa di ponte di una nuova matrice di sviluppo economico mondiale da cui si dipanerebbe addirittura una neo ‘via della seta’ non spiegando però come ed in quale modo il Dragone Rosso non sia tentato a mangiarsi in un sol boccone – vista la sua incredibile potenza – tutto e tutti nella strada imboccata, che sia della seta o no… Mentre diamo ascolto giustamente anche a queste tesi che sostengono il contrario di quello che noi molto più modestamente tentiamo di evidenziare quale sagoma, perimetro, di uno scenario che pare apparirci all’orizzonte, ci perviene la notizia che Alibaba, azienda cinese dedita alla promozione del commercio online, una specie di Amazon o Ebay per intenderci, è sbarcata a Wall Street superando addirittura il record fatto segnare dalla quotazione di Facebook! Ma non è solo per così dire sulla superficie terrestre che si dipana l’offensiva d’attacco cinese: la rivista a carattere professionale “Maritime Executive Review” riporta nel suo bollettino ad uso della marina mercantile, del 19 dicembre 2014 che la Cina entro il 2020 completerà un network di monitoraggio delle superfici acquee prospicenti le coste cinesi basato sia su radar che su satelliti che ha l’ovvio scopo di rafforzare la potenza militare navale cinese in quelle zone. Se accoppiamo questa notizia a quella che i cinesi stanno per completare un proprio, autonomo, sistema di GPS (Global Positioning System) avulso da quello delle reti attualmente disponibili e da cui dipende la localizzazione di tutto il resto del mondo abbiamo un quadro completo degli sforzi titanici in atto nel neo Impero di Mezzo. Per non menzionare gli accordi, sebbene in fase di contrasto e di definizione reciproca, tra Cina e Pakistan e tra la prima e lo Sri Lanka per varare porti commerciali di smisurata capacità di scambio…

    Per non dire poi che alla decima edizione della manifestazione aeronautica cinese a Zhuhai ha debuttato il caccia J-31 di tipo Stealth della quinta generazione: un velivolo che è un condensato della tecnologia più d’avanguardia disponibile a livello mondiale. Forse anche questa rivelazione potrebbe sembrare una quisquilia se confrontata con quanto scrive la sempre ‘prudentissima’ “la Repubblica” additando la Hong Kong Shangai Bank, quale simile ad «un’associazione mafiosa piuttosto che a un legittimo e prestigioso istituto di credito di livello internazionale con uffici in ogni continente». In pratica la pista porta ad un riciclaggio pilotato dalla Hong Kong Shangai Bank effettuato anche tramite l’uso disinvolto di diamanti (un’ulteriore traccia del legame esistente tra il Dragone Rosso e la potentissima lobby di gestori del traffico di diamanti che è di squisita natura israeliana?) che ruota attorno ad Anversa e ad altri centri del Belgio.
    Sorprenderà ancora apprendere che è la cinese CRCC – China Railway Construction Company – a vincere, in Messico, la gara d’appalto per il treno ad alta velocità e la conseguente rete ferroviaria ad alta velocità che sarà la prima di tutto il continente sudamericano. Il governo messicano stima che tale impresa gigantesca produrrà lavoro per 60.000 addetti. Fa dunque un po’ sorridere, alla luce di questi fatti, l’intervento di una voce autorevolissima, quella di Edward Luttwak, della Kulturkritik anglosassone che invoca proprio dalla pagine di “Orizzonte Cina”, rivista online edita dallo IAI, l’Istituto degli Affari Internazionali, branca nostrana della Kulturkampf americana, una consonanza ed una ultimativa alleanza tra l’Impero di Mezzo e le potenze denarili/iniziatiche anglo-americane. Difatti Luttwak fa eco alle conclusioni del suo conterraneo e ‘correligionario’ Henry Kissinger che nel volume Cina «[…] propone la propria visione di una ‘Comunità del Pacifico’, sorta di armonioso ‘G-2’ tra gli Stati Uniti e Cina auspicato da […] intenzioni cinesi benevole: […] la famosa ‘ascesa pacifica’». Prestiamo attenzione a quanto va dicendo Luttwak sempre nella stessa sede a proposito delle movenze inglobanti della Cina quanto omnicomprensive:

    «Il metodo si articola, secondo una precisa sequenza logica. Prima fase: iniziare concedendo tutto ciò che è necessario alla potenza superiore, compreso il tributo, al fine di evitare atti ostili e ottenere la tolleranza che viene offerta. In ragione della straordinaria ricchezza della Cina, questa politica di per sé intrappola la classe dirigente della potenza ancora superiore in una rete di dipendenza materiale che alla fine riduce la vitalità e la forza della sua indipendenza. Seconda fase: offrire una relazione bilaterale paritetica nel contesto di un bipolarismo privilegiato che esclude tutte le potenze minori, o ‘G-2’ nel linguaggio corrente. Ciò finisce per neutralizzare l’ancora potente controparte e la isola dai potenziali alleati, impedendole di bilanciare la Cina attraverso una coalizione. Terza fase: quando la potenza superiore è stata indebolita a sufficienza. Ritirare simboli e promesse di uguaglianza e imporre una vera subordinazione».

    Stiamo capendo una tela del ragno? Un episodio per quanto marginale avvenuto in terra americana ci fa riflettere ulteriormente. Nel tardo agosto del 2014, una vecchia carretta del mare, la Pink May, si apprestava a lasciare il porto colombiano di Santa Marta a volta dell’Olanda quando gli ispettori doganali scoprono un ingente carico di cocaina nascosto nel gavone dell’ancora. Il sequestro di droga è avvenuto lontano dallo stato del Kentucky ma nondimeno qualcosa costituisce un rimando a quei paraggi. Infatti il leader della minoranza repubblicana al senato americano – Mitch McConnell – è ‘vicino’ alla proprietà della nave, la società Foremost Maritime Corporation, fondata appunto dal McConnell assieme alla sua parentela, la famiglia Chao. Nonostante la notorietà di McConnell, specie in Kentucky, pochi hanno notato la connessione descritta essendo come molte compagini marittime la Foremost schermata dietro una rette di fitte scatole cinesi che rimandano ad una piccola società registrata nelle isole Marshall. La Pink May batte la classica bandiera liberiana che previene le più elementari osservanze dei diritti dei lavoratori marittimi. I legami di McConnell con i Chao risalgono ai primi anni Ottanta quando questi sposò la figlia di James Chao, Elaine, una attivista repubblicana attiva sia nell’amministrazione Reagan che in quella di Bush. Naturalmente, come si vide ne La Superficie Opaca, nel caso dei Clinton, anche questa volta la parte politica americana gode di abbondanti finanziamenti di provenienza cinese. Nel 1991 McConnell e moglie assieme all’ambasciatore cinese Li Zhaoxing tennero una conferenza in cui era chiara l’intenzione di non supportare criticismi già sorti in Occidente a favore della setta operante in Cina e rispondente al nome di Falun Gong, di chiara ispirazione taoista tibetana. Questo ci da il destro per notare come ci sia una dissonanza tra il passato di un Cina maoista, inviluppata sin nelle sue più profonde pieghe con il ‘triadismo’ iniziatico e quello attuale in cui quelle tendenze vengono non solo respinte ma duramente perseguite.
    Questa prospettiva pone una serie di interrogativi che, dobbiamo confessare, temiamo non possano essere sciolti nel corso di questo studio ma solo prefigurati, sbozzati. Intanto il ruggire maestoso della Cina continua a sferragliare imperterrito senza sosta dalla Nigeria ove i cinesi stanno costruendo una immensa tratta ferroviaria oltre le 870 miglia che costituisce il più grande investimento cinese oltremare, sino al Venezuela che su richiesta cinese manda il suo petrolio greggio con la superpetroliera Carabobo da quasi due milioni di barili, e pure in Afghanistan ove i cinesi stanno iniziando a ridar sesto alla gloriosa ‘via della seta’ oggi colle sembianze di una ultra moderna autostrada. Non finisce qua. Ci sono cose ben più grosse che covano sotto il Tinxia, quello che sta sotto al cielo. La famosa rivista di studi militari strategici – “Jane” – asserisce che la Cina ora è in grado di colpire sino in Alaska con ordigni nucleari balistici lanciati dal proprio suolo ed addirittura le coste orientali degli USA se lanciati presso le Hawaii. Anche nella globosfera spaziale la Cina si è fatta assai temibile facendo a pezzi la tradizionale supremazia statunitense essendo infatti capace di attaccare cineticamente ed elettronicamente i satelliti americani in orbita. Tanto per rendere un’idea della portata dello sforzo spaziale cinese tra il 2011 ed il 2013 la Cina ha lanciato solo tre satelliti in meno che gli Stati Uniti.
    Ma è il mare che vede il più colossale svilupparsi dell’egemonia gialla: Challenge vera e propria alle Potenze Wasp di antiche tradizioni talassocratiche. L’oceano Pacifico che un tempo non remoto si poteva configurare come ‘un lago americano’ assiste oggidì a delle cose che hanno dell’inverosimile sino al punto che in un atollo denominato Fiery Cross, situato nelle isole Spratly, altresì Nansha Islands (un vasto lembo di mare situato pressappoco al centro di un triangolo formato tra Malesia, Vietnam e Filippine) satelliti spia hanno individuato l’avanzatissima costruzione di una lingua di terra, sorta quasi dal nulla, manu gialla che servirà come pista di atterraggio e di decollo per velivoli militari e civili. La nuova ‘isola’ è più lunga di tremila metri ed è larga circa 300 metri: draghe apposite ne stanno ultimando le fondamenta. Ma non si creda che sia un caso isolato. Simili terre artificiali sono state create dai cinesi sull’atollo Johnson South, poi a Cuateron Reef ed a Gaven Reefs sebbene quello di Fiery è il primo ‘insediamento’ capace di ospitare una base aerea. Ovviamente tutto questo collide aspramente con le velleità giapponesi di sovranità su quelle acque (che poi sono quelle anglofile visto che il paese del Sol Levante dopo l’olocausto nucleare manu militari di Nagasaki ed Hiroshima è divenuto fotocopia quasi al cento per cento dei voleri e dei diktat anglo-americani). Ma la bulimia della mano gialla non si sfama certo solo col Giappone. La Cina – Qingdao Joint Research Centre for Marine, Subsea and Ocean Engineering and Technology – ha stretto una joint-venture di studi di fattibilità con l’Australia al fine di permettere la diretta estrazione del petrolio dalle profondità marine – questo pare difatti la prossima tendenza tecnologica – onde esser convogliato sulle piattaforme oceaniche e da lì portato direttamente a destinazione. Anche sul fronte bellico la Cina estende la sua longa manus. Giustamente fa notare Mordechai Chaziza che è davvero la Cina la vincitrice ultimativa della guerra in Iraq in quanto sarà essa la più preponderante acquisitrice del petrolio iracheno nel futuro prossimo e questo grazie al fatto che la prima ha cancellato quasi l’80 per cento del debito della seconda! Anche nel vicino Iran la Cina gioca al gatto coi topi. A Bandar Abbas – porto iraniano strategico – nell’altrettanto strategico Stretto di Hormuz si sono ospitate a fine estate del 2014 due navi militari cinesi a significare un patto d’alleanza tra Iran e Cina che si svilupperà poi com’è ovvio in linee di scambio energetico tra i due paesi. L’autore dell’articolo in questione sottolinea doverosamente che è la prima comparsa in assoluto di una naviglio cinese nei paesi del Golfo che tradizionalmente avevano visto solo navi militari americane o tutt’al più russe. La stessa superpotenza India (la quale ‘respira’ in prima consonanza cogli aut-aut dei suo ex-padroni, aguzzini, autentici Godfathers britannici…) non è esente dall’essere inquadrata nell’occhio lungo dei mirini cinesi. Lo Sri Lanka ha dato il permesso di approdo ad un sottomarino cinese nella sua capitale, Colombo, facendo alzare più di un sopracciglio alle autorità indiane. Nel medesimo suolo americano si sono registrati dei fatti assai significativi. Ad esempio, il prestigioso hotel di lusso a New York, il Waldorf Astoria è stato ceduto dalla catena Hilton al gruppo assicurativo Anbag, dei tycoon cinesi, a prezzi stratosferici. «L’Anbag – come riferisce l’agenzia Reuters – è una compagnia assicurativa cinese che gestisce circa 114 miliardi di dollari di asset. Ed è il secondo colosso cinese a prendere possesso di edifici storici della città di New York: l’anno scorso era stata la volta del One Chase Manhattan Plaza, il grattacielo della JP Morgan, ceduto al conglomerato cinese Fosun per 275 milioni di dollari». Un altro segnale di cui tener conto è che «l’ADIZ – Air Defense Identification Zone – cioè la Zona di Identificazione della Difesa Aerea istituita dalle autorità di Pechino nel Mar Cinese Meridionale, potrebbe essere tacitamente avallata dagli Stati Uniti d’America. […] la FAA (Federal Aviation Administration), l’ente che regola il settore civile dell’aviazione americana ha istruito i vettori aerei civili americani ad obbedire alle regole imposte dai cinesi sul mar Cinese Orientale». Una autentica capitolazione difronte allo strapotere cinese? Pure da noi la cosa è seria. Fa notare Fabio Tamburini sul “Corriere della Sera” che i servizi segreti nostrani mettono in guardia il governo sull’invasione ‘pacifica’ ad opera di Pechino che si attuerebbe per esempio anche tramite l’acquisizione di nodi strategici vitali come Ansaldo Breda e la Ansaldo STS. Nel settore del leisure la Cina fa la parte del leone. Infatti «la Cina è in testa al consumo mondiale di vino rosso […] più di Francia e Italia […] secondo gli ultimi dati di “International Wine & Spirit Research”. Conti alla mano, l’aumento in questo settore è stato del 136 per cento rispetto ai dati di cinque anni fa». Il resto del mondo forse sta avvertendo il brivido che dà la scossa il risveglio del Dragone cinese, come temeva persino Napoleone?
    The Ubermenschen take, the Untermenschen give.

    1. I soldi del traffico di diamanti li hanno riciclati quando hanno venduto buoni del tesoro americano e se li sono comprati in Belgio, tè capì 🙂

  5. Lanciare la prima atomica è come invadere il Belgio nel 1914… un enorme azzardo politico.

  6. Ottima analisi. Siamo al redde rationem, dunque.

    A novembre 2017, lo statunitense Alfred McCoy, professore di Storia all’Università del Wisconsin-Madison, ha spiegato in una intervista a Chris Hedges il declino degli Stati Uniti come Potere globale e il sorgere di un nuovo Potere globale, la Cina. Alfred McCoy ha focalizzato la sua ricerca sul Sudest asiatico e in particolare sulle Filippine e sul traffico mondiale di oppio. Ha scritto e testimoniato, anche di fronte al Congresso, sulla storia politica filippina, sul traffico di oppio nel Triangolo d’oro, sui crimini dei sindacati e sulla vigilanza della politica internazionale. Il suo primo libro, “The Politics of Heroin in Southeast Asia” (New York, 1972) scatenò forti polemiche perché la CIA cercò di bloccarne la pubblicazione. Nel 2011, l’Associazione per gli Studi asiatici lo ha premiato il libro con il premio George Mc T. Kahin, descrivendo il successivo libro sulle Filippine del 2009, come dotato di forte scrittura analitica, dovuta a anni di scrupolosa ricerca e al suo sesto senso riguardante le minacciose implicazioni globali della sua storia. Un esperto insomma.

    Cosa dice McCoy nel suo nuovo libro ““In the Shadow of the American Century: The Rise and Decline of U.S. Global Power”? Si concentra sugli strumenti chiave nell’esercitare questa egemonia, strumenti che includono il dominio geopolitico, il controllo degli Stati subordinati, le operazioni segrete, la sorveglianza mondiale, la tortura e la tecnologia militare. Il lavoro si conclude analizzando la sfida della Cina e il complesso di forze che probabilmente porteranno a un’eclissi dell’egemonia degli Stati Uniti entro il 2030.

    Cita il lavoro del geografo Halford John Mackinder, riportandoci a una sua lettura in una notta fredda dell’inverno del gennaio del 1904, a Londra, davanti alla Royal Geographical Society, di un report intitolato “The world island in the geographical pivot of history” dove disse diverse cose. La prima fu che Europa, Asia e Africa non sono tre continenti separati, ma un territorio unico, il Pivot del Mondo, e il controllo di questo unico territorio è centrale per il sorgere e il collassare degli Imperi globali. Allora il tema era la transiberiana, la prima ferrovia che stava passando lungo tutta la rotta euroasiatica, unendo quell’unico territorio, da Mosca a Vladivostock. Mackinder affermò che era comparso il primo Potere mondiale che avrebbe potuto utilizzare le enormi risorse del grande cuore del Pianeta ovvero parlava della Russia centrale, delle steppe, del deserto del Gobi e di tutto il resto, risorse che avrebbero potuto essere la fonte della nascita di un nuovo impero mondiale. Con quella lettura, Mackinder inaugurò due fatti: determinò un principio preciso a riguardo degli imperi del Pianeta e fondamentalmente scoprì, con una singola lettura, la scienza degli studi geopolitici.

    Ai giorni nostri questa informazione è molto importante perché la Cina ha iniziato nell’ultimo decennio a capire la sua condizione all’interno della visione geopolitica di Mackinder. I cinesi hanno investito circa un trilione di dollari nel 2007 per dare il via alla costruzione di una elaborata rete di ferrovie, gasdotti e oleodotti che attraversano il continente euroasiatico, hanno costituito la Banca Asiatica per lo sviluppo infrastrutturale (Asian Infrastructure Development Bank) per dotare il Pivot del Mondo di una sovrastruttura finanziaria e ha costituito la Shanghai Cooperation Organization per favorire accordi diplomatici. Si sta assistendo al declino dell’impero americano e McCoy immagina una data, il 2030, dove magari non si sarà ancora in presenza di un mondo multipolare ma certamente l’Impero americano vedrà il suo potere diminuito in modo significativo e quello cinese potrebbe essere il potere dominante.

    McCoy cita un altro storico britannico, John Gareth Darwin dell’università di Oxford, che sostiene che gli USA sono diventati l’impero più ricco e potente della storia del mondo perché sono stati il primo impero a controllare i terminali dell’asse euroasiatico. Fa riferimento alla fondazione dell’alleanza NATO in Occidente e in Oriente, lungo il litorale del Pacifico con tutta una serie di isole concatenate, dal Giappone, alla Corea del sud, dalle Filippine all’Australia con patti di reciproca difesa; questi due terminali dell’asse euroasiatico furono vincolati da patti d’acciaio, partendo dalla NATO fino alla Southeast Asia Treaty organization. Si aggiunga a tutto questo la sesta flotta nel Mediterraneo, la settima flotta nel Pacifico e la quinta flotta nel golfo Persico nel Bahrain. Negli ultimi dieci anni, il patto d’acciaio lungo questi due terminali si è rafforzato con 60 basi di droni che si estendono dalla Sicilia fino all’isola di Guam.

    Tutto questo è stato fondamentale, per costruire il potere geopolitico globale degli USA, costruzione eseguita dai leader USA fin dagli anni cinquanta. Ma gli attuali leader USA ne hanno dimenticato la centralità. A parte Obama. Obama è stato uno degli ultimi architetti geopolitici USA, insieme a Brzezinski e Elihu Root. Obama espresse una audace visione geopolitica che non sottovalutava la questione cinese. La strategia fu molto semplice; prima Obama comprese che la Cina stava espandendosi con la sua enorme e massiccia infrastruttura per unificare il Pivot del Mondo da un punto di vista economico. Obama propose una strategia di forte contro bilanciamento con i due trattati commerciali, il TPP che collegava 12 nazioni che controllano il 40% del commercio globale e il TTIP che doveva intercettare un altro 20% di commercio globale nell’Europa occidentale. Tramite questi due patti commerciali globali Obama voleva prendersi la linfa vitale del commercio esterna al Pivot e lontano dalla Cina, attraversando gli oceani Pacifico e Atlantico. Obama comprese anche la necessità di schierarsi con il boom del fracking negli USA, al fine di non aver più necessità del petrolio del Medio Oriente dove gli interessi strategici americano si stavano affievolendo.

    Ma quei due trattati commerciali, delineati per sostituire l’autorità sovrana delle Corti e legislature nazionali, diventarono subito i simboli di una globalizzazione spinta troppo in avanti. La promozione di questi trattati da parte di Obama coincise con una reazione crescente in tutta Europa contro la globalizzazione in tutta Europa, favorendo per contrappasso la crescita dei cosiddetti partiti nazionalisti (Danimarca il partito del popolo, Francia il Fronte nazionale della Le Pen, Germania il partito dell’alternativa, Italia Lega, Grecia Alba Dorata, Svezia i democratici e in Gran Bretagna, il partito per la Brexit). Brzezinski per far crollare l’odiato impero sovietico scelse di espandere il fondamentalismo islamico nell’Asia centrale contro l’URSS (60 anni fa il fondamentalismo islamico era in estinzione) con danni che paghiamo ancora adesso e Obama vide emergere queste “conseguenze impreviste” che hanno lavorato per neutralizzare il suo sforzo. I “geni geopolitici” spesso fanno danni incalcolabili al Mondo, astraendo troppo. Questi trattati sono stati cancellati da Trump e con il fatto che la classe lavoratrice non avrebbe affatto prosperato con la globalizzazione del commercio. I lavoratori dell’industria e del commercio si sono infuriati in tutto il Mondo, come pure negli USA, e Obama semplicemente non ha notato questo fattore politico fondamentale.

    McCoy dice che tutti gli imperi sono fragili, quando crescono si vedono i loro eserciti marciare, annerire i cieli con i loro aerei e missili, sfrecciare le loro navi nei mari, passare con i loro uomini nei diversi continenti e sembrare invincibili e potenti. Ma attualmente le risorse USA sono quelle di una nazione di media grandezza, sia come difesa e sia come economia, e queste operazioni così lontane da casa costano moltissimo e sono improvvisate da apparati fragili. Le operazioni militari lontane da casa sono forti all’apice del potere ma quando inizia il crollo, c’è un effetto domino che fa cedere tutto, a velocità inimmaginabile. Le entrate finanziare USA stanno scendendo precipitosamente. Il libro di McCoy indica che quando le entrate crollano, gli imperi si sgretolano. Il collasso della sfera sovietica avvenne non appena implose la sua economia e ci fu una rapida dissoluzione dell’impero britannico dopo la seconda guerra mondiale (dopo la catastrofe finanziaria del Canale di Suez).

    McCoy indica l’invasione dell’Iraq nel 2003 da parte di Bush figlio come l’inizio della caduta dell’impero USA. Trump quando parlò di fronte alla NATO in Europa rifiutò di riaffermare la difesa comune e, osservando la natura delle relazioni USA con quattro nazioni come il Giappone, la Corea del Sud, le Filippine e l’Australia, si comprende che da quando Trump si è insediato come presidente, sono diventate molto deboli. McCoy si domanda se l’amministrazione Trump farà o meno una micro operazione militare. Questo termine è stato concepito dagli storici. Quando gli imperi si stanno allargando il loro uso della forza militare e razionale e inarrestabile ma quando il processo di declino e collasso ha inizio un modo più controllato di usare la forza militare. Ogni cosa sembra funzionare nell’ascesa dell’impero, ma quando inizia il collasso tutto gira al contrario. Le pressioni psicologiche di un popolo che vede la perdita di prestigio internazionale del proprio Paese e la conseguente perdita di fiducia interna perché il popolo statunitense o britannico si identificava con quel potere imperiale, portano a azioni irrazionali atte a fare credere di poter riprendere, con magistrale colpo militare, il potere perduto ovvero il micromilitarismo. La caduta di Bush figlio nel Medio Oriente e in Iraq è stato proprio un classico esempio di micromilitarismo, i cui effetti sono stati compresi dopo almeno un decennio se non di più, in retrospettiva.

    McCoy ricorda che il Consiglio nazionale di sicurezza, il più alto livello di apparato militare degli USA, prepara scenari. Nel 2012 hanno scritto che ci sarà uno spostamento storico nell’economia globale, per la prima volta dal 1750, dall’occidente all’oriente e questo significherà che l’apparato militare degli USA non potrà più garantire di essere il predominante. La Rand Corporation, un importantissimo Think tank collegato a Washington sebbene con sede in California, ha redatto uno studio nominato “La guerra con la Cina” le cui conclusioni, basate su diverse variabili, dicono che gli USA, in fase di sgretolamento militare, potrebbero non vincere; il risultato potrebbe essere di trovarsi di fronte a un mondo molto diverso da ora, visto che anche le comunità di sicurezza occidentali concordano che il potere degli USA stia svanendo, nonché il migliore Think Tank militare abbia evidenziato che gli USA potrebbero perdere militarmente. A questo stato di cose sono possibili uno svariato numero di risposte, e una di queste è il “micromilitarismo”.

    Un esempio attuale di tentativo di “micromilitarismo” è la Corea del Nord dove gli USA stanno perdendo lo scontro perché hanno esagerato con le pressioni; in Corea del Nord i missili USA non hanno impensierito, anzi la Corea del Nord ha mandato segnali precisi al Giappone e alla Corea del Sud, entrambe Nazioni alleate con la Nato e che potrebbero decidere di distaccarsi dagli USA, non più in grado di difenderle. Altro esempio possibile di “micromilitarismo” potrebbe essere nel mare cinese meridionale dove la Marina cinese potrebbe sconfiggere la Marina USA. Lo studio della Rand Corporation indica che i cinesi hanno supercomputer più veloci di quelli USA e che potrebbero craccare i codici più velocemente e quindi, la guerriglia tra computer, satelliti e tecnologie aereospaziali, tra Cina e USA porterebbe alla vittoria della Cina.

    Questo esame, proveniente dagli USA è tuttavia da prendere con le molle.

    Si ricorda che questa è probabilmente una abile propaganda della Rand Corporations. Una guerra su vasta scala, non micromilitarismo, non è per nulla certo che la Cina potrebbe vincerla. Molto probabilmente i sottomarini USA potrebbero affondare tutte le navi della marina cinese, da vicino o da mille chilometri di distanza dove non possono essere colpiti dalle mine. Quanto scritto dalla Rand Corporations mi ha molto stupito. Tuttavia lo storico McCoy, persona che si è guadagnata sul campo autorevolezza nel campo dell’analisi geopolitica,grazie alla lucidità e imparzialità delle sue analisi, cita il report della Rand Corporations, prendendolo sul serio. Il Congresso USA, che decide sul bilancio militare, lo ha sicuramente letto.

    McCoy e Chris Hedges non sono filo imperialisti ma nemmeno filo cinesi. Sembrano invece piuttosto preoccupati.

    Come disse Marco Paolini nel MILIONE parlando della Repubblica di Venezia, nessuno aiuterà gli USA a rimanere in piedi e loro lo sanno. Chi sta sul primo scalino, sta sul cazzo a tutti quelli sotto, e tutti faranno squadra per farlo cadere. È sempre successo con tutti gli imperi del passato.

    La guerra moderna prevede micro militarismi e molti computer. Se i computer e gli informatici sono più veloci e più competenti, la guerra è vinta. Ma una guerra su vasta scala?

    Se fosse per me, vivremmo tutti in pace, amando natura e animali e usando la nostra empatia (sempre più scemante) per imparare a conoscerci.

    Ma abili manipolatori indeboliscono le nostre difese, rasano la nostra empatia e ci vogliono portare all’estinzione.

  7. Se gli Stati Uniti attaccano la Corea del Nord rischiano di trovarsi tutte le loro portarei affondate nell’arco di 30 minuti… a quel punto penso che pure a Washington scoprirebbero che è meglio la pace

  8. Il blocco russo-cinese vincerà. Ottima analisi. Mi viene da pensare a questo punto che anche il Dalai Lama sia un pupazzo americano…

    1. Certo che lo è, da sempre !!! lui è il protagonista del tentativo della 1° ” rivoluzione colorata ” in Cina ( dove non è molto simpatico……)
      Ha rubato un tesoro in Tibet ed è ricchissimo !!
      Una brava persona insomma….!!

  9. Gli USA spostano aerei stealth B2s nella base Anderson a Guam.
    Ma la Base Anderson non è stealth.

  10. egr.dezzani,noi,i vecchiettidiminghiapitittu,crediamo,che si vogliano dividere il mondo in due parti,una all occidente e l altra all oriente.personalmente tutti noi,tifiamo,ci sta piu’ simpatico quello orientale,perche, crediamo, speriamo,,che riportera,fara’ tornare,il nostro paese agli antichi splendori,siamo vecchi,ottimisti e un po,con i piedi per terra,e con tute le teste all aria!e da oggi,a chi non andra’ a votare, il 4 marzo,oltre a regalare il barattolo di miele bio da 500 grammi, daremo pure una latta di un kilo, di olive verdi schiacciate, a mano,in salamoia, e col finocchietto selvatico ,e ,man mano,aggiungeremo ,qualche altro nostro prodotto, buono , sano , e sempre a gratis! scambio di non voto!

  11. L’imperialismo come fase suprema del capitalismo, scriveva Ulianov. Ma la nostra Urss, creata dagli stessi che vollero comunista anche il Catai, sara’ piu’ volte sul punto di invaderlo. Divenuta Roma, memore di cio’ che le occorse con la demonetizzazione col mamre’, la terza Roma usa proprio il laborioso Catai per chiudere con le cartine colorate emesse ad libitum emesse da secoli dai nostri dante causa e da essi prestate alle nazioni. Volere olio? Dare moneta oro, no cartine colorate. E noi tre, Roma, Persia e Catai, non dare più nulla per cartine colorate. Di qui l’unica opzione oltre la resa: la guerra, e questa volta i dante causa e non i loro esecutori, in Antartide.

      1. Dopo il risultato del congresso Spd in Germania e il nuovo governo della Merkel … temo Dezzani abbia ragione da vendere.
        Altro che Cina, caro Germano, siamo messi proprio male!

      2. Federico, se le cose stanno così, finchè posso, vorrei chiederti una cosa, credo, a nome di tanti:” Quale partito vale la pena votare e/o sostenere in Italia ?

        Tempo fa, ricordo che indicasti i “Forconi”, ma si rivelarono di lì a poco, un partito totalmente asservito alle solite élites atlantiche ( basti pensare al generale Pappalardo ).

        Chi resta da appoggiare e sostenere ? Quale partito è scevro da legami con i poteri occulti ? Come ne usciamo da questa situazione ?

        Grazie se vorrai rispondere.

        1. I forconi? Ti sbagli, mai indicati, forse citati in un articolo. Io non voto alle prossime elezioni.

      3. Si spera il più possibile, Federico, per quanto obiettivamente non si possa essere ottimisti. Mi piacerebbe un suo articolo su un argomento che negli ultimi mesi è stato gonfiato dai media mainstream, i bitcoin. Qual è la sua opinione in materia?

      4. Durerà fintantochè non avrà un numero insidioso di followi, capaci di far spostare voti e risvegliare neuroni. Per ora il numero è bassissimo, non si disturba nessuno.

        Dezzani è stata una bella scoperta, lo rintracciai perchè scrive da sempre una frase di grande potenza “dove finisce la finanza ed inizia il terrorismo”.

        Bravo, perchè capire la geopolitica è di per sè semplice SE FATTO DOPO. Ma qui Federico cerca di farlo PRIMA, e se ne assume ogni responsabilità.

        Anche in questo caso l’argomento di una possibile “guerra” sinoamericana è stato anticipatorio.

        1. Per ora il numero è bassissimo, non si disturba nessuno.

          Insomma… Per i temi trattati, mica tanto… Infatti ho già ricevuto diversi attacchi, a testimonianza del mio “peso”. Certo, scrivessi “IMMIGRATI RAUS!”, “ISLAM RAUS!”, “NO ALLE SCIE CHIMICHE!”, farei il botto.

      5. Federico, questo dimostra che stai toccando le corde giuste. O sbagliate, a seconda del punto di vista.

  12. egr.dezzani,speriamo lei si sbagli sulla imminente chiusura del suo blog,ma i segnali ci sono,e se queste shit hanno deciso di farlo chiudere,chiudera,e non perche lei non abbia personalmente il coraggio di tenerlo in vita,ma questi usano metodi vili, subdoli meschini e da criminali
    ma un blog fatto chuidere in italia,si puo appogiare su una piattaforma all estero?

    1. Un Blog come questo di Dezzani, non chiuderà mai, a meno che non lo desideri Federico stesso.

      Basta, infatti, spostarlo su un server all’estero ed il gioco è fatto.

      I “maiali satanisti”, che hanno portato Trump a chiedere l’intervento del pentagono e ad evocare lo “stato di guerra” http://www.libreidee.org/2018/01/clinton-pedofili-al-potere-e-trump-mobilita-il-pentagono/ hanno i giorni contati.

      Federico non si tocca e neppure il suo Blog !!!

    2. Se Dezzani sarà costretto, a fronte di minacce insostenibili, a chiudere questo sito, trasferirlo all’estero, purtroppo non servirà a nulla. A menochè non si trasferisca anche l’autore stesso.
      Per tenerci preparati nel caso di questa malaugurata ipotesi si verificasse, suggerisco di salvare in locale alcuni degli articoli di Dezzani dove, sono magistralmente delineati i temi fondamentali della problematica geopolitica per diversi anni a venire. Con l’aiuto dei link riportati in bibliografia cercheremo d’informaci per quanto possibile seguendo il metodo ormai ben delineato dal Dezzani.
      Nel frattempo non sarebbe male andare nel sito della Electronic Frontier Foundation (https://www.eff.org/pages/tools) e cominciare ad impratichirsi delle tecniche di protezione per chi naviga in Internet.
      In ultimo Forza Dezzani, Forza Dezzani, Forza Dezzani !

      1. Per la navigazione in Internet ci sono ottimi sistemi operativi criptati su base Linux-Debian, tutti in modalità live-usb. Posso citare “Tails os” (ideato da Snowden), oppure “Subgraph os” ideato da un gruppo di informatici canadesi o “Discreete Linux” un sistema operativo (ora in fase Beta 2) sviluppato da alcuni ricercatori tedeschi , tutti fruibili da un utente dilettante come il sottoscritto. Io sto usando i primi due e mi trovo benissimo. Per gli esperti c’è “Qubes Os” un vero tank superblindato recensito favorevolmente dallo stesso Snowden. Attenzione però a non usare per le ricerche motori come Google, Msn ed evitare posta elettronica tipo Hotmail e Gmail. Del resto chi usa i sistemi citati verrebbe disconnesso immediatamente.
        Verklarte.

        1. Tails per navigare in maniera anonima è una buona scelta in particolare se usato da DVD. Discreete Linux non è progettato per navigare in Internet anzi ciò espressamente impedito. Il suo uso è quello di un sistema air gapped (cioé sconnesso da Internet ) dove trattare informazioni riservate.
          Attenzione per garantire un elevato livello di sicurezza necessario quando il rischio è estremo, richiedono particolari attenzioni e non sono facili da usare come sembrano.

  13. Beh, a leggere i nomi delle associazioni inviate al tavolo e alle quali verrà dato il compito di organo di psico polizia non c’è da stare allegri:

    Amnesty international,

    Unar (….)

    Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali,

    Alto commissariato delle Nazioni Unite,

    Comunità Sant’ Egidio,

    Associazione 21 luglio,

    Ucoii – Unione delle comunità islamiche italiane,

    Confederazione islamica italiana,

    Presidente della Comunità islamica italiana,

    Comunità ebraica di Roma,

    Segretario generale del Centro islamico culturale d’ Italia,

    Arcigay,

    Arcilesbica,

    Rete Lenford,

    circolo Mario Mieli,

    associazione Gaynet,

    circolo Pink di Verona,

    Cospe – cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti,

    Associazione Lunaria,

    Arci,

    Associazione Carta di Roma,

    Asgi –

    Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione,

    Associazione Archivio delle memorie migranti, Articolo 3,

    Osservatorio sulle discriminazioni,

    Unione forense per la tutela dei diritti umani,

    Apice – Agenzia di promozione integrata per i cittadini in Europa,

    Aicem – Associazione internazionale per la cooperazione e l’educazione nel mondo,

    Per esempio onlus,

    Cir,

    Consiglio italiano per i rifugiati,

    Fish – Federazione per il superamento dell’handicap,

    Unicri (United nations interregional crime and Justice),

    Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale,

    Presidenza del Consiglio dei Ministri,

    No hate speech movement Italia,

    Acsim – Associazione centro servizi immigrati Marche,

    Associazione interculturale Onlus Tandem,

    Cooperativa sociale Shannara,

    Omphalos Arcigay Arcilesbica,

    Associazione Acmos,

    Associazione Ala Milano onlus,

    Associazione Arcifisa di Cosenza,

    Asi – Associazione sportive e sociali italiane,

    Acam – Associazione culturale alfabeto del mondo onlus,

    Fondazione Centro Astalli,

    Associazione Cieli aperti,

    Nosotras onlus,

    Open Group,

    Associazione Upre Roma,

    Associazione Pangea onlus,

    Associazione donne in rete contro la violenza,

    Associazione nazionale volontarie del telefono rosa,

    Udi – Unione donne in Italia.

  14. Notasi che per quanto riguarda il reato (scusate psico reato) a sfondo religioso ci sono prorpio tutti (dagli atei uar alle associazioni islamiche e ebraiche) tranne i cattolici.
    Ci sarebbe la Comunità di Sant’Egidio, la quale però odora tantissimo di modernismo mondialismo globalismo….protestanti di fatto

  15. Stanno sparendo un sacco di pagine Facebook. Prima quella di Dario Moccia, youtuber che seguo da quando andavo alle medie, e ha sempre diffuso cultura popolare. Ora è sparita la pagina di Election Day, pagina neutrale che si occupa di tutte le elezioni del mondo. Perchè questo?

  16. Buonasera Dr. Dezzani, ottimo articolo!
    Vorrei far notare che il drago cinese sta investendo unsacco nel settore delle IA. Il presidente cinese, nella riunione del partito ad Ottobre, ha delineato come obbiettivo strategico la creazione di una IA entro il 2030.
    Oltre ai fondi statali e tutti i scenziati cinesi messi all’opera per raggiungere questo scopo, è interessante notare il fenomeno denominato tartarughe marine. Ossia tutti i cinesi specializati in università e azziende occidentali che fanno ritorno in cina mettendo a disposizione tutte le conoscienze acquisite nelle università occidentali (questo si che è patriottismo!).
    Le potenzialità di una IA non sono assolutamente da sottovalutare sia nel settore finanziario che militare.

    Vorrei segnalare una notizia esplosiva: MR. Trump sta continuando a combattere contro in deep state ed ha mobilitato l’esercito!
    https://comedonchisciotte.org/dopo-131808-82-fr-60839-e-dopo-questa-ultima-ora-i-media-non-esistono-piu/

    Infine, anche io sarei molto interessato ad un suo articolo sulle criptomonete.
    Saluti

    1. P.S. i Turchi e i Curdi se le stanno dando a vicenda! La futura uscita dalla NATO della Turchia si avvicina sempre più.

  17. http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:zwRZXXduEEAJ:it.euronews.com/2018/01/01/india-e-pakistan-confermano-accordo-non-aggressione-ai-siti-nucleari+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it
    “Il confronto fortunatamente era rientrato, scongiurando uno scontro fra due colossi la cui vicinanza in realtà rende comico il ricorso a un’arma il cui fall out non puo’ che ricadere sul territorio dell’aggressore.”
    Già. Ridere per non piangerli…

    1. Avevi forse dei dubbi ? Io postai un commento alsig.Torquemada
      il 16 gennaio 2018 a 12:51 pm sa nel quale invitavo gli amici del blog ad andare a votare . IL commento comparve per un poco , ma quando andai il giorno successivo a vedere se c’era una risposta iL mio commento era sparito . Non mi ripeterò nel commento , ma posso assicurarvi che il Deep-state ringrazia commosso gli astenuti . La querelle che poi Maroni , Berlusconi ecc. creeranno problemi a Salvini e lo faranno fuori è mettere il carro davanti ai buoi . Personalmente non sono mai stato leghista anche se ho votato Borghi , per le sue posizioni anti UE , figuriamoci ora che uno come Bagnai ci mette la faccia !! E pensare che su questo blog una volta si parlava di riscossa . La Lega oggi mi sta dando una chance , sarei uno stupido a farmela scappare . Buona Vita a tutti ,

  18. Ciao Federico, a destra della tua home page ho intercettato questo tuo commento:

    “L’impressione che sto maturando in questo primo scorcio del 2018 è che ci stiamo dirigendo a grandi passi verso la guerra, ma non è interesse di nessuno, in Occidente, sollevare l’argomento. Anche perché la gente si chiederebbe: guerra? Per quale motivo?”

    E’ quanto con amarezza sto constatando ogni giorno che passa. Credo di avere dei validi amici, ma non si parla mai quando si esce. Non si parla mai di niente di serio. A lavoro, fuori, in tv. Sempre e solo fregnacce o qualche tragedia che la cronaca ci riserva, come oggi per il deragliamento del treno.

    Veramente questo blog, come qualche altro, è rimasto come oasi per non sentirsi nel deserto.
    Come hai scritto tu, non sappiamo quanto può durare, un giorno forse non avremo manco quello.
    Ma la gente non si sveglierà più fin quando non si vedrà catapultata direttamente in un inferno in terra.

  19. Vorrei concludere questo mio commento con un estratto di un sogno profetico di San Giovanni Bosco.
    Non so se conoscete quanto si dice dei sogni di questo Santo morto a fine 1800, se volete cercate in rete. Ad ogni modo lui vide la Russia invadere l’Europa, ma divenirne prestissimo da Paese occupante a Paese difensore dell’Europa contro guerrieri che venivano da Sud (la qual cosa si accorderebbe benissimo con la profezia di Fatima). Il sogno si chiama ” La salvezza viene da Nord, la guerra da Sud”. Nella prima parte parla della Francia (e son dolori), nella seconda dell’Italia….e sono dolori amarissimi. Posto qui solo la seconda parte:

    Ma tu Italia, terra di benedizioni, chi ti ha immersa nella desolazione? Non dire: nemici, ma gli amici. Non senti che i tuoi figli domandano il pane della Fede e non trovano chi loro lo spezzi? Che farò?… Io picchierò i pastori, Io disperderò il gregge, affinché coloro che siedono sulla cattedra di Mosè cerchino dei buoni pascoli e il gregge ascolti docile e si nutra.
    Ma sopra il gregge e sopra i pastori peserà la mia mano: la carestia, la pestilenza e la guerra faranno sí che le madri dovranno piangere il sangue dei figli e dei mariti, morti su terra nemica!
    E di te Roma, che sarà?… Roma ingrata, Roma effeminata, Roma superba!… Tu sei giunta a tale che non cerchi altri, né altro ammiri nel tuo Sovrano se non il lusso, dimenticando che la tua e la sua gloria sta nel Golgota!… Ora egli è vecchio, cadente, inerme, spogliato; però con la sua sola parola, egli fa tremare il mondo!
    Roma!… Io verrò quattro volte a te!… La prima volta, percuoterò le tue terre e gli abitanti di esse. La seconda volta, porterò la strage e lo sterminio fino alle tue mura. La terza volta, abbatterò le difese e i difensori, e per comando del Padre installerò il regno del terrore, dello spavento e della desolazione!
    Ma i miei saggi fuggono, la mia legge è calpestata… perciò io ritornerò per la quarta volta. E allora guai a te se la mia legge sarà ancora un nome vano! Vi saranno prevaricazioni tra i dotti e gli ignoranti; e il tuo sangue e quello dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alle leggi del tuo Dio. La guerra, la peste, la fame sono i flagelli con cui sarà percossa la superbia e la malizia degli uomini. Dove saranno, allora, o ricchi, le vostre magnificenze, le vostre ville, i vostri palazzi?… Saranno diventati la spazzatura delle piazze e delle strade!
    E voi, sacerdoti, perché non correte a piangere, tra il vestibolo e l’altare, invocando la sospensione dei flagelli? Perché non prendete lo scudo della Fede e non andate sopra i tetti, nelle case, nelle vie, sulle piazze, in ogni luogo, anche inaccessibile, a portare il seme della mia parola? Ignorate, forse, che essa è la terribile spada a due tagli che abbatte i miei nemici e che infrange l’ira di Dio e degli uomini?
    Queste cose dovranno inesorabilmente venire, l’una dopo l’altra. Ma l’augusta Regina del Cielo è presente. La potenza del Signore è nelle sue mani. Ella disperde i suoi nemici come nebbia! Ella riveste il venerando vecchio di tutti i suoi antichi paramenti!
    …Arriverà ancora un violento uragano. L’iniquità è consumata; il peccato avrà fine e, prima che trascorrano due pleniluni del mese dei fiori, l’iride di pace comparirà sulla terra.
    Il gran Ministro vedrà la Sposa del suo Re vestita a festa. Su tutto il mondo apparirà un sole cosí luminoso quale non fu mai dalle fiamme del Cenacolo fino ad oggi, né piú si vedrà fino all’ultimo dei giorni.

  20. Me lo auguro Giuseppe.

    La seconda guerra mondiale ha rappresentato la chiave di volta per il consolidamento del potere atlantico, in Italia.

    Maxoneria e mafie, furono gli strumenti per implementare la loro piramide di controllo, nel paese.

    Per fare questo, fu necessario eradicare il fascismo e la sua mentalità, strenua oppositrice dei poteri segreti.

    Una volta conquistato il potere fu necessario approntare leggi e strumenti affinchè, il gruppo di potere usurpatore, permanesse ai vertici. Ecco quindi le leggi di apologia del faxismo, i battage mediatici continui e tutti in chiave anti-muxoliniana, le campagne pro-immigrazione di massa, mirate a destabilizzare e atomizzare le identità storiche e culturali del paese.

    Quel periodo storico rappresenta, l’opposizione all’attuale piramide di potere. Ecco perchè la paura per il cambiamento politico che sta investendo tutta l’Europa.

    1. A proposito, vorrei fare una domanda.

      Secondo voi è possibile che in Italia si possa ricostituire un partito fascista e si possa presentare alle prossime elezioni 2018 ?

      Secondo voi, quanti voti prenderebbe ?

      ************************************************************************

      Risposte serie please !

I commenti sono chiusi.