L’ultima resistenza del “filotedesco” Mattarella

Il veto presidenziale alla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia ha ucciso in fasce il governo M5S-Lega: si tratta di uno stop momentaneo, perché lo stallo parlamentare obbligherà inevitabilmente a sciogliere le Camere e indire nuove elezioni nel prossimo autunno. Anzi, l’incarico assegnato all’ex-FMI, Carlo Cottarrelli, porta nuova acqua al mulino dei populisti, lanciati verso una schiacciante vittoria una volta che sarà acclarata l’impossibilità di portare avanti la legisltatura. Dietro al niet di Mattarella si nasconde la volontà di difendere l’integrità dell’eurozona di cui Angela Merkel e Mario Draghi sono gli ultimi custodi: l’asse Trump-Macron guarda invece con simpatia ai populisti italiani, considerandoli uno strumento indispensabile per scardinare l’Europa “tedesca”.

A grandi tappe verso l’accerchiamento della Germania

Si fa sempre più concitata la situazione in Italia ed in Europa, sintomo che la rottura dei vecchi equilibri è vicina. Domenica 27 maggio, il presidente della Repubblica ha posto il veto alla nomina dell’euroscettico Paolo Savona al ministero dell’Economia, affossando così il fragile governo M5S-Lega: nonostante l’incarico per la formazione di un nuovo esecutivo sia stato assegnato all’ex-FMI Carlo Cottarrelli, è ormai inevitabile che la XVIII legislatura volga velocemente al termine, presumibilmente nel prossimo autunno. Si potrebbe addirittura dire che la mossa di Mattarella sia un clamoroso regalo allo schieramento M5S-Lega, che consentirà ai populisti di galvanizzare l’elettorato e fare il pieno di voti alle urne.

Sullo scenario italiano e sulla sua collocazione nel più ampio contesto internazionale, avevamo scritto 48 ore prima che Mattarella, con una mossa inaspettata, stroncasse sul nascere il governo Conte: in particolare, sottolineavamo come il governo M5S-Lega fosse stato assemblato dagli angloamericani per scardinare l’eurozona monopolizzata da Berlino, spingendola ad abbandonare la moneta unica. Una Germania, dicevamo, che continua a trarre enormi benefici dalla moneta unica ma, anziché impegnarsi nel progetto europeo, si sta sempre più allontanando dall’orbita atlantica per avvicinarsi alle grandi potenze euroasiatiche. Cina e Russia. Lasciando intatto l’impianto analitico, con resta che incardinare gli ultimi sviluppi.

Partiamo con la figura del Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella entra al Quirinale nel febbraio 2015, quando Palazzo Chigi è occupato da Matteo Renzi, l’Eliseo da François Hollande, Downing Street “dall’europeista” David Cameron, la Casa Bianca da Barack Obama, la Cancelleria Federale da Angela Merkel e la BCE da Mario Draghi. Quasi nessuno dei suddetti politici è più in carica. In questi ultimi due anni, l’Occidente è stato investito dall’ondata “populista” che ha spinto l’Inghilterra fuori dall’Unione Europea (ponendo così fine alla carriera di Cameron), l’euroscettico Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca e Matteo Renzi è stato travolto alle politiche dello scorso marzo. All’Eliseo si è invece insediato l’ex-Rothschild Emmanuel Macron che, curiosamente, ha sviluppato un strettissimo legame con Trump, posizionando la Francia su posizioni rigorosamente atlantiche (si pensi al recente bombardamento tripartito della Siria). Sono sopravvissuti, faticosamente, solo in due, gli ultimi custodi del vecchio ordine euro-atlantico in fase di profonda ristrutturazione: Angela Merkel e Mario Draghi. La cancelliera ed il governatore della BCE sono accomunati da una peculiarità: entrambi hanno legato il proprio nome alla sopravvivenza dell’euro. La prima, come si notò già durante la crisi greca del 2015, difendendo a spada tratta l’integrità dell’eurozona; il secondo pronunciando il celebre “whatever it takes” che, nel bene e nel male, ha garantito la sopravvivenza dell’eurozona per sei anni.

Sono proprio la Merkel e Draghi ad avere esercitato le pressioni su Mattarella perché bloccasse la nomina a ministro dell’Economia di Paolo Savona, riconducibile invece all’establishment anglosassone schierato su posizioni euro-scettiche (come la stessa Mediobanca cui Savona è da sempre vicino). Mattarella, anche con una certa coerenza con la sua carriera da democristiano di sinistra ed “europeista”, si è piegato alle richieste di Berlino, ponendo così il veto sul nome di Savona. La mossa è senza speranza e, più che altro, serve a testimoniare la sua personale volontà di difendere sino alla fine la moneta unica. La nomina di Cottarrelli, destinata quasi certamente a naufragare, gonfia infatti ulteriormente le vele dei populisti, che marciano verso le prossime elezioni con certezza di vittoria: aumentanti ulteriormente i loro seggi parlamentari, potranno riproporsi al cospetto di Mattarella con qualsiasi lista di ministri, avendo la sicurezza che siano accettati, Savona compreso. Sempre che, ovviamente, l’82enne ex-protetto di Cossiga non sia destinato a incarichi ancora più prestigiosi del ministero dell’Economia.

Chiuse le urne e certificata la vittoria dei populisti, si porrà infatti il problema di Sergio Mattarella, il cui mandato si conclude formalmente nel 2022. Davvero qualcuno pensa che il presidente della Repubblica, già inimicatosi l’attuale Parlamento, possa sopravvivere al prossimo, spostato su posizioni ancora più intransigenti? No, la “Terza Repubblica” vorrà eleggere il proprio capo dello Stato, che dovrà soprattutto essere in sintonia con gli Stati Uniti di Trump e la Gran Bretagna post-Brexit: ecco perché non sarebbe azzardato scommettere sulla salita di Paolo Savona al Quirinale.

Il veto di Mattarella è stato accolto con sollievo dalla stampa tedesca, che ha visto allontanare nell’immediato il rischio di un odiatissimo governo italiano “anti-europeista”. Chi, invece, aveva aperto al governo giallo-verde, usando toni concilianti che hanno sorpreso molti (ma non noi), è stata la Francia di Macron: “La mano tesa di Macron a Conte: “Impazienti di lavorare insieme” titolava la Repubblica la sera del 25 maggio1.

L’apertura di Macron al governo giallo-verde si inquadra nella crescente convergenza tra Parigi e Washington, recentemente culminata con la visita di Macron alla Casa Bianca: Francia e Stati Uniti si stanno avvicinando anche in funzione anti-tedesca ed è questo il motivo per cui l’inquilino dell’Eliseo ha salutato con cordialità l’esecutivo giallo-verde. Tanto i francesi stanno rafforzano i legami con gli USA e l’Inghilterra, tanto parallelamente si stanno allontanando dalla Germania: il gelo con cui i tedeschi hanno accolto le proposte con cui Macron intende riformare l’eurozona, indica che il motore franco-tedesco appartiene ormai più all’immaginario che alla realtà.

In definitiva, “l’accerchiamento” della Germania procede: gli angloamericani hanno già attirato dalla loro la Francia di Macron, lavorano per ricreare l’Intermarium a guida polacca e, col prossimo governo populista, aggiungeranno anche l’Italia allo schieramento anti-tedesco, mossa decisiva perché Roma è pur sempre un Paese fondatore dell’Unione Europea. Il “tedesco” Sergio Mattarella sarà inesorabilmente destinato alle dimissioni nel nuovo contesto geopolitico. La fine dell’eurozona, per come la conosciamo oggi, incombe: oltre Atlantico, si lavora perché sia Germanexit.

1http://www.repubblica.it/esteri/2018/05/25/news/macron_conte-197334427/

91 Risposte a “L’ultima resistenza del “filotedesco” Mattarella”

  1. Ben scritto Federico.
    Ipertestualizza per cortesia ” e rimasero solo la kasner e zio Mario “, assieme alla sistemazione refusi, ed è perfetto. Complimenti. Ci aggiorniamo alle midterm di novembre. Sarebbe bello votare assieme quel martedì 6. Così, per la massima correttezza.
    DNFTT. IST

  2. Scenario interessante, le potenze anglosassoni piu’ la Francia si coalizzano contro la Germania, un deja-vu delle guerre mondiali. Ma questa volta c’e’ una differenza importante, i tedeschi hanno i russi dalla loro parte e pure i cinesi che nella prima meta’ del XX secolo erano un attore geopolitico trascurabile. Vedremo come andra’ a finire.

  3. Non è che nella creazione dell’euro era previsto il medesimo “meccanismo a molla” che ha determinato la seconda guerra mondiale (debiti di guerra insolubili per la Germania – in quel caso iperinflazione (meccanismo simile all’attuale Venezuela) – malcontento del popolo – ascesa pilotata del nazismo in Germania)? Tenete conto che, rispetto a 70 anni fa, la Russia sembra propendere per un’alleanza con l’Occidente, mentre uno dei motivi scatenanti dei conflitti è, com’è noto, la perdita dell’egemonia, di cui l’assetto monetario è parte fondamentale. Che ne pensate?

    1. Il “meccanismo a molla” c’è. Certamente.

      Lei, G., è una persona interessante. Me ne accorgo subito, delle persone interessanti.

      1. Dunque l’euro sarebbe (sarebbe stato) una specie di trappola, per topi, visto che si parla di molle. L’idea come dice Federico c’è, ma va precisata.
        Gli Usa potevano avere interesse a creare l’euro nel mondo post ’89, quando la Cina si delineava come l’unico avversario rimasto: rimossa la Russia, l’Europa diventava terreno di retroguardia da integrare monetariamente nella sfera d’influenza atlantica. La Russia si è ripresa e l’Eurasia comincia a diventare una forza geopolitica reale prossima a fagocitare la Germania (e con essa quindi l’Europa intera) per cui, retrospettivamente, sembra quindi che negli anni ’90 gli Usa sponsorizzando l’euro abbiano fatto il passo più lungo della gamba e che ora si ritrovino nella situazione di dover fare terra bruciata, o meglio, aree monetarie bruciate. Modestamente mi sembra di aver trovato la quadra…! che ne pensi?

        1. La domanda che mi sono sempre posto è: quanto l’euro possa costituire ora (post crisi 2007-2008) un concorrente del dollaro come moneta di riserva internazionale? Al momento scarsa: sembra che le aspettative siano quelle per cui il padre-padrone americano dell’euro possa rovesciare il tavolo in qualunque momento, e con il cambio di amministrazione e i giochetti angloamericani che ora vediamo sulla pelle della politica italiana sembra che sia pure passato all’azione.

      2. In che senso? Qui ci sono miei articoli, anche analisi geopolitiche: http://www.bit.ly/2qKplo4
        Tenete conto che l’euro è il perfezionamento del progetto del dollaro, ma mentre il dollaro almeno per il periodo 1945-1971 era ancorato all’oro ed ha sostenuto la forte crescita di tutto l’Occidente dopo la seconda guerra mondiale, quindi perdendo successivamente la parità almeno teorica con l’oro (non a caso subito dopo – nel 1973 – si è avuta una prima guerra legata direttamente al procacciamento delle risorse), l’euro nasce direttamente come “moneta fiat”, cioè senza alcun tipo di copertura che non sia la mera accettazione del mezzo finanziario: pegno dell’euro è semplicemente l’economia europea, oppure l’acquisizione di risorse tramite l’accettazione sul mercato internazionale dei pagamenti. Ma qual è, in realtà, il vero pegno dell’euro (questa è una domanda che giro a Lei)?

    2. Che hai ragione, stanno riportando la guerra in europa, prima con governi del menga, che fanno aizzare i popoli, poi con governi populisti che dovrebbero sfociare in totalitari e quindi guerrafondai…..
      Nà leggenda metropolitana…

  4. Scusate la domanda da inesperto, ma quale è il vantaggio per l’ Italia nel passare da un fronte all’altro? Penso alla fine del “drenaggio” di euro da sud verso nord, e non è poco. Ma c’è dell’altro?

    1. Sembra che negli ultimi anni siano passati dall’Italia verso la Germania, in termini di tassazione e drenaggio di risorse, qualcosa come 1.000 miliardi di euro… Inoltre con la moneta-debito non solo il debito pubblico sembra sempre più impagabile, ma è strutturalmente ad incremento – aumento del costo degli interessi a fronte del vincolo di parità di bilancio, rendendo l’aumento del Pil a ritmi bassi un semplice ripagamento degli interessi correnti. Senza un intervento sulla moneta, cioè, la crescita fisiologica serve a malapena a pagare gli interessi correnti sul debito.

      1. Grazie “G.” della risposta. Dove posso trovare dati che documentino la tua affermazione circa i 1000 miliardi?

  5. Tenete conto che l’euro è stato implementato subito dopo la caduta del Muro di Berlino, dunque a lungo termine serviva a fare dell’Europa il “gemello nuovo” degli Stati Uniti d’America, che dal 1971 hanno fatto del dollaro allo stesso modo una “moneta fiat”, dunque entrambi gli assetti economico-statali trovano nell’imperialismo (la conquista manu militari di risorse economiche di altri Stati, magari ad economia stabile) la normale risposta per un assetto economico fortemente sbilanciato (debitorio), anche se nell’eurozona i conflitti sembrano rivolti più verso il proprio interno – all’interno dei singoli Paesi e tra i medesimi Paesi dell’eurozona, ridando alla Germania post-nazista un posto di guida parallelo a quello degli Stati Uniti a guida Cia.
    Resta il fatto che, nella guerra in Siria come anche nell’intervento in Libia, o nell”ingerenza politica verso Paesi lontanissimi come il Venezuela, emerge chiaramente la vocazione “neo-imperialista” e militarista dell’Europa dell’euro, con esiti che ancora non conosciamo ma che possono essere prevedibili (si tratta degli stessi architetti dell’ordine internazionale degli anni ’30) – non è forse la Russia post-comunista il miglior alleato dell’Occidente per una possibile guerra alla Cina?

    1. E cosa avrebbe da guadagnare la Russia da una guerra alla Cina? La distruzione totale del suo territorio? E per fare un favore a chi? A quelli della City? La guerra NATO+Russia contro Cina è solo una masturbazione mentale degli strateghi angloamericani.

      1. E’ un problema di “mission”: la Russia di Putin è anti-occidentale, ma anche anti-bolscevica (assumendo che la versione sovietica del comunismo è sia fortemente anti-religiosa che anche piuttosto sionista). Il problema della Russia, secondo me, è – come si dice in geopolitica – di “Lebensraum”, di spazio vitale, sia geografico che soprattutto psicologico-ideologico.
        In ciò, è più facile vedere la Russia affiancata all’Occidente (sono entrambi comunque capitalisti) che affiancata in un’alleanza un po’ spuria e più o meno sincera con la Cina.
        Il rischio cioè, forse remoto, è che con un Navalnyi a caso al potere essa possa rivolgersi facilmente contro la Cina, oppure – fatto che sarebbe quasi certamente accaduto con la Clinton vincente alle presidenziali degli Stati Uniti – che venga scatenato un conflitto contro gli Stati Uniti.
        Tutte le provocazioni anti-russe – russofobia, presunte influenze russe sulle elezioni straniere, guerra di spie – secondo me servono a colpire da più lati la Russia, ma spesso è più facile accordarsi con i propri avversari che combatterli contemporaneamente.

        1. Guardi, se la Russia va in cerca di un Labensraum (non ne ha già abbastanza?) è in Ucraina, sicuramente non nella Manciuria cinese.

      2. Le guerre, tranne alcune guerre locali, non rispondono a criteri di razionalità, altrimenti non sarebbero guerre: quando c’è di mezzo ad esempio il fanatismo, l’obiettivo è solo distruggere l’avversario, dimenticando il fatto che si possano subire perdite (immaginate ad esempio se fosse scoppiata una guerra Usa-Russia). Hitler, se fosse stato razionale, non avrebbe invaso l’Urss. Il problema è identificare i fattori di squilibrio, e le lotte ideologiche sono quelle meno razionali.

        1. Leggendo le conversazioni a tavola, Hitler aveva delle argomentazioni ben razionali per entrare in guerra. Non ultima, quella che gli States stavano convertendo la produzione industriale per la guerra e lui ne era certamente al corrente. Roosevelt confessò candidamente al suo biografo di aver mentito sulle intenzioni di non entrare in guerra, ma a uno sguardo storico questo dovrebbe essere evidente, già solo per il land lease act e per gli scontri cercati insistemente nell Atlantico. La produzione delle prime fortezze volanti per i bombardamenti strategici, nel 41/42 comportava numeri impressionanti, 5500 al mese. Il particolare é riportato da Galland, il comandante dell`aviazione da caccia tedesca, nelle sue memorie di guerra. Poche pagine prima, il generale ancora esultava per le cifre degli abbattimenti dei bombardieri inglesi su Rostock e Lubeck… circa una ottantina. Una accusa di irrazionalità può esser mossa a Hitler per aver abboccato all`esca polacca, ma una volta preso all`amo il dittatore poteva solo sperare che l`Urss sarebbe venuta giù alla prima spallata, come dice nelle Conversazioni. Un azzardo. Ad ogni modo era solo questione di tempo, Polonia o non Polonia, URSS o non URSS.

        2. Il confine sull’Amur. Dal lato russo la Siberia con una quantità quasi inesauribile di risorse naturali, materie prime, fonti di energia, un clima meno inclemente rispetto a trenta anni fa, un’immigrazione asiatica – anche clandestina – soprattutto cinese, per svolgere i lavori pesanti in località brutte, fredde e inquinate. Da almeno quindici anni ci vivono più cinesi che russi, pur in un territorio che ha una bassa densità di popolazione (che per quanto riguarda i russi ha una percentuale alta di donne e anziani) . Dal lato cinese la prima potenza economica al mondo, la prima manifattura di tutto, una popolazione tale da offrire a lungo mano d’opera a basso costo, il bisogno vitale di tutte quelle materie prime, quelle fonti di energia, quei territori che, dall’altra parte dell’Amur, abbondano. Una densità di popolazione diverse volte superiore a quella della Siberia. Una popolazione – quella cinese – con un’alta percentuale di maschi giovani.

        3. Domando da neofita: forse però queste risorse (e queste manodopere cinesi a bassissimo costo insediatesi in Siberia) fanno gola più agli atlantici che ai russi. La descrizione di Massi Prad mi sembra molto in linea con le teorie dell’Hearthland, o sbaglio?

    1. La cartina geografica è sempre la stessa…

      Questa volta però, se si fanno furbi, stringono un patto d’acciaio con almeno una delle due grandi potenze continentali.

      1. Con 80.000 militari USA sul suo suolo? Allora si manifesta la profezia del generale Mini, i carri armati americani a Berlino e il popolo tedesco non capisce perchè….

      2. Certo lo “Stahlpakt” questa volta non lo fanno con l’Italia (che al momento avrebbe il Galeazzo Ciano del XXI secolo in Angelino Alfano).

  6. Dezzani potrebbe spiegare il ruolo e il destino dell’Italia nell’eurozona senza Germania? Grazie

    1. Ma, uscisse la Germania, noi rimaremmo in un euro svalutato e in orbita francese-atlantica.

      1. Già, il lato occidental-meridionale dell’Europa, Italia inclusa, finirebbe inevitabilmente per gravitare sull’atlantico.
        Ho sentito che l’Italia “non sarà lasciata sola” dopo la disgregazione dell’euro, e mi sembra che ciò significhi che gli americani se facciamo come vogliono loro in cambio sono disposti a sorreggerci ed a gestire il distacco in modo ordinato e non catastrofico, anche se una svalutazione dell’euro-med ovviamente sarà inevitabile. IL 15-20% comunque è poco, secondo me ci sarà un deprezzamento di almeno il 50% nel medio periodo.

  7. Mi sembra poco logico spingere la Germania fuori dal euro , “perchè invece di impegnarsi nel progetto europeo, si sta sempre più allontanando dall’orbita atlantica per avvicinarsi alle grandi potenze euroasiatiche.”
    Facendo questo gli anglo-americani non farebbero che accelerare la saldatura politico economica della Germania con la Russia ,con il pericolo che i teutonici porteranno in dono di nozze l’Olanda e la Danimarca , Meglio sarebbe non spingerli alla Germanexit e lasciare loro mano libera nella spoliazione dell’Italia , Spagna, Portogallo,Grecia che è già è a buon punto . Aiutarla nei rapporti con Erdogan a cui la Germania paga fior di euro per non avere migranti in casa, e magari permettere anche alla Turchia una buona preda e avrebbero alleati sicuri e riconoscenti che garantirebbero agli USA il controllo del Mare Adriatico . Alla Francia si lascia un buon bottino in Africa e si ottiene una alleanza durevole .
    So di essere cinico e magari accusato di antipatriottismo , ma mi metto nei panni
    degli USA .In sostanza voglio dire che è meglio dividersi il bottino ,piuttosto che
    fare guerra agli ex alleati .Ogni buon generale sa queste cose .
    ” «Soldati! Io vi condurrò nelle più fertili pianure della terra. Province ricche, città opulente, cadranno in vostro potere; vi troverete ricchezze, onori e gloria”
    Buona Vita

      1. condivido al 100% – questo è l’obiettivo vero. La rivalutazione, a seguire la recessione e alla fine il ritorno del figliol prodigo a casa, castigato per la troppa supponenza economica. Una Germania ridimensionata sarà più utile e adeguata all’egemonia della talassocrazia atlantica. Non è comprensibile che un vassallo osi sfidare il monarca assoluto. Pena il castigo.L’Italia è soltanto un valvassino agonizzante che in questo caso potrebbe essere “usato” per far saltare gli squilibri di potenza teutonica in Europa e riportare i riottosi tedeschi e le loro velleità uber alles a piu’ miti consigli. Ricordarsi chi siamo e cosa siamo e su tutti chi realmente dirige la banda. Divide et impera.

    1. Io direi che la rivalutazione non è l’obbiettivo in sè: il Giappone ha sperimentato un apprezzamento della sua valuta semplicemente perchè il suo espansionismo economico è stato castrato, e le aspettative che si sono create sui movimenti di capitali si sono invertite (futuri rientri dei capitali, quanto futuri era ed è tutto da determinare, ma comunque l’inversione delle aspettative c’è stata, da cui l’apprezzamento). Quello che voglio dire è che l’obbiettivo è più diretto, non la rivalutazione ma semplicemente quello di strozzare economicamente la Germania, e come effetto macroeconomico paradossalmente ciò comporterà l’apprezzamento della sua valuta perchè per il futuro i capitali finanziari tedeschi all’estero dovranno rientrare. Si blocca il paese, tramite una strategia di contenimento, vogliono dividere e imperare, basta solo questo per mandare in recessione permanente la Germania.

      1. Caro mics giusta l’osservazione che la rivalutazione non è sufficiente a spingere un paese in recessione . Per chiarirci le idee vediamo quali sono le cause della recessione .
        1) aumento della disoccupazione
        2 ) rallentamento della produttività
        3 ) calo dei consumi
        4 ) calo dell’accesso al credito .
        Tutte sono importanti ,ma quella determinante è il calo dei consumi E quando calano i consumi ? Quando le paghe degli operai sono basse . Anche se i prezzi al consumo si stabilizzano e quindi non salgono se non si hanno soldi da spendere non si compra. Di conseguenza non si vende e quindi non si va in banca a chiedere credito per produrre e figuriamoci per innovare. E quindi la produttività rallenta .
        Vediamo il caso del Giappone che è in recessione da 26 anni .
        Le aziende esportavano molto e quindi incassavano molto, ma le paghe degli operai rimanevano invariate , Bisognava aumentarle,ma gli industriali non lo volevano fare per essere competitivi sul mercato . Ma quando le paghe degli operai europei sono diventate più basse di quelle dei Giapponesi, è accaduto che le aziende giapponesi non hanno esportato più e non hanno venduto più neanche in casa loro perchè i salari erano sempre e comunque bassi. IL mercato del lavoro non era mai stato così rigido.Quale ricette economiche ha adottato il famoso ABE ?
        1) l’aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro con l’obiettivo di innalzare il reddito delle famiglie.
        2) riduzione dell’aliquota dell’imposta sulle società per rendere il Giappone un mercato più attraente per le aziende.
        3) taglio delle imposte sulle società al 25% per le aziende che innalzano i salari del 3% e fino al 20% per quelle che investono in nuove tecnologie
        4) Il governo giapponese sta vagliando altresì l’idea di ridurre le imposte sulle immobilizzazioni per aiutare le piccole e medie imprese ad aumentare la produttività.

        Ora perchè il Giappone fa fatica a decollare ? La risposta è che non hanno la scala mobile salariale .( una volta era in vigore anche in Italia) .In soldoni anche l’eventuale aumento del 3% delle paghe degli operai ad oggi è basso .Aumentando le paghe non si vende all’estero,ma almeno si vende in patria .

        Tutto questo ragionamento ,per arrivare ad una conclusione : Se la Germania viene spinta alla Germanexit e ritorna al marco sopravvalutato rispetto a chi ha l’euro o qualche altra moneta
        non va necessariamente in recessione . Basta aumentare la paga degli operai i quali consumeranno prodotti esclusivamente tedeschi e fregano tutti . Se si mettono d’accordo con Putin sul costo del gas e di altri prodotti necessari alla produzione e innovazione , abbassano ugualmente i costi di produzione senza intaccare le paghe degli operai . In cambio potrebbero concedere alla Russia basi sul loro territorio per inviare missili atomici sulla UK (ricordiamoci delle V1 e V2 di Hiler ) ed il gioco è fatto . Dici che è difficile ? Non troppo. Basta fare appello alla Nazione dicendole che si è commesso una grande ingiustizia ” Quella di toglierle un posto al sole “.

        Per l’osservazione che mi hai fatto più giù diciamo che al momento hai ragione , nel senso che è vero quello che dici di rafforzare i nazionalismi dei paesi del EST per contenere lo strapotere teutonico, ma la storia è imprevedibile , e i fucili che io ho dato loro un giorno si potrebbero rivoltarsi contro di me .
        Buona VITA .

    2. Rispondendo direttamente a Gianni Barbato: lasciare le cose come stanno significa non spezzare il potere economico della Germania (e in qualche misura delle sue appendici, Italia inclusa, dell’Europa grazie all’indotto tedesco. Non parlerei proprio di spoliazione quindi), che è il vero obbiettivo. E’ proprio grazie al lavorio sul fronte orientale (tramite i nazionalismi e ai neofascismi dei paesi dell’Europa dell’est) che si impedirà alla Germania di saldarsi efficacemente con la Russia, il fatto che piccoli paesi quali Danimarca e Olanda rimangano nell’orbita tedesca sarà piuttosto irrilevante.

  8. La domanda che pongo a Dezzani è perchè sia cosi sicuro dell’esistenza di un asse Macron – Trump quando di fatto, non è detto che continuerà a comprare Gas da scisto dagli americani in dollari, visto che la sua presenza a Mosca e l’incontro con Putin lasciano aperti non tanto spiragli ma intere porte aperte all’acquisto di Gas molto più economico dalla Russia, pagato in Euro. E questa è la pietra dello scandalo che potrebbe trasformare anche la Francia da potenza amica e alleata nella Nato in paese ribelle e disobbediente e quindi da punire severamente secondo le logiche atlantiche dei Buoni e dei Cattivi. Questa interesse all’acquisto del Gas Russo in realtà accomunerebbe la posizione di Macron a quella dell Merkel su codesto argomento, la quale è classificata nei paese sempre più cattivi e ribelli e quindi da sanzionare, visto il suo recente rifiuto di bloccare i lavori del Gas stream 2, che porterebbe molto più Gas dalla Russia alla Germania, per poi distribuirlo più facilmente in tutta europa. Quindi questo asse Macron Trump mi pare assai fragile, e destinato ad andare presto in pezzi, a meno di un ripensamento da parte di Macron delle politiche petrolifere suddette.
    Mi piacerebbe sapere che ne pensa Dezzani di questo aspetto, vista l’accuratezza di argomentazione di molte sue altre tesi che condivido.
    Per il resto Concordo con l’analisi di Dezzani sui 5 stelle, vicina alle mie antiche tesi che essi rappresentino l’esperimento USA di marketing politico più riuscito dell’ultima decade, fulgido esempio di fazionismo eterodiretto rispetto al Renzianesimo (altro esperimento in provetta USA, ma oggi abortito). Esperimento 5 stelle, governato da una precisa regia che tende ad accendere il microfono e muovere prima I Grillo, i De Battista e Fico, come arieti di sfondamento, per poi spegnergli l’audio e sostituirli col nuovo personaggio Di Maio e il suo entourage, dai toni meno aspri e più suadenti per portare avanti azioni diverse volte prima a conquistare consensi trasversali e poi andare al potere usando qualsiasi mezzo tipico del pragmatismo più bieco e del trasformismo politico, usata come prassi di futuribile governo. Salvini di fatto si è dimostrato un politico più arguto e più fine, ribaltando le posizioni di forza e i ruoli iniziali, tanto che dopo le prossime elezioni i 5 stelle saranno il personale domestico di Casa Salvini, che acquistando ancora maggiori consensi e forza negoziale, li assumerà come cuochi e giardinieri del suo governo.

  9. Fabio Oreste mi hai preceduto. Anch’io mi pongo e pongo stessa domanda a Federico Dezzani…: perchè ci sia questa sicurezza dell’asse Macron – Trump.
    L’apertura di Macron al governo giallo-verde è certa solo per la telefonata? Sappiamo cosa si sono detti Macron e Conte? o cosa ha detto , suggerito Macron a Conte? Ha telefonato per “suggerire”?per “tastare il polso”?
    Domande che mi pongo visto visto che poi leggo: il presidente Macron ha lodato ieri il grande senso di responsabilità e coraggio del presidente della repubblica , Sergio Mattarella

  10. Due domande.
    La prima. Oltre alle considerazioni principalemte geopolitiche ovvero una “gestione” razionale da parte dei poteri atlantici dell’uscita dall’euro della Germania ( o alla divisione euro A ed euro B) potrebbe aver avuto qualche influenza la valutazione del rischio potenzialmente innescabile dalla paventata introduzione dei Mini Bot o forse anche dei CCF che – al contrario della situazione greca di qualche anno fa dove erano addiruttura paventati dalla Germania quasi come stimolo all’uscita della Grecia dal sistema – oggi porterebbero l’eurozona ad una probabile implosione dalle cause imprevedibili?
    La seconda, che più che una domanda è una considerazione. Le oltre 300 nomine in enti ( a partire proprio dalla CDP) che saranno snodi fondamentali per le politiche del futuro governo che uscirà dalle urne in settembre – e che credo, a meno di sorprese sempre possibili, sarebbe di nuovo “gialloverde” ma molto molto più forte nei numeri e nel consenso – se fatte da Cottarelli (come molto probabilmente avverrà) non saranno un ostacolo notevole a qualsiasi azione del Governo stesso minandone alle fondamenta le potenzialità?

  11. In tutta questa situazione tragica forse a qualcuno è sfuggito il lato (tragi)-comico: dopo ben 17 anni di trepidante attesa finalmente i tedeschi avranno in mano le chiavi della BCE.. ma solo per vedersi saltar in aria il giochino 1 minuto dopo.

  12. (…) le parole di Gunther sono antieuropee, perché sono molto pesanti: esse teorizzano la rappresaglia dei mercati, come i suoi avi, forse, erano parte di quella maggioranza rumorosa di tedeschi che teorizzava le rappresaglie uso Fosse Ardeatine.
    Le prime non funzioneranno come non hanno funzionato le seconde, e il motivo sarà lo stesso: non tanto il nostro malanimo (nel mio caso inesistente) verso la Germania, quanto l’insofferenza degli Stati Uniti verso l’arroganza di un paese che in fondo è uscito come noi sconfitto dalla Seconda Guerra Mondiale, ma si erge a dominus del subcontinente europeo portandolo a una balcanizzazione che forse può anche essere funzionale a progetti egemonici di più ampio respiro, ma che d’altra parte evoca lo spettro di sempre: la saldatura fra Russia e Germania (che procede, fra loro, nonostante noi si debba sottostare alle sanzioni).

    il pezzo è estrapolato dal blog del Sen. Bagnai: si direbbe un avido lettore del Dezzani o, più semplicemente, informato dei fatti

    1. Il riferimento di Bagnai alle Fosse Ardeatine e il collegamento all’errata, parziale e decontestualizzata traduzione della dichiarazione di Oettinger è assolutamento fuori luogo. Soprattutto nel 2018. La maggior parte dei commenti è evidentemente fatta da persone che non vivono in Germania, non la conoscono se non da turisti e, forse, non leggono neanche il tedesco. Si basano su un errore molto diffuso tra noi italiani: pensare che i tedeschi del 2018 siano quelli del 1939-45, per giunta nella versione del cinema italiano, britannico o statunitense. La Germania è un paese sconfitto ed occupato quanto e più dell’Italia. La classe dirigente tedesca è assolutamente piegata e ubbidiente a Washington e a Londra. Anche più di quella italiana. In Germania ci sono più basi militari statunitensi che in Italia, compresa la più grande al mondo al di fuori degli Stati Uniti d’America. Senza considerare poi le basi militari britanniche. I russi sono andati via nel 1994. I francesi nel 1997. I britannici e gli statunitensi hanno occupato anche i Laender lasciati dai francesi e dai sovietici. Questo in violazione degli “Accordi 4+2” del 1990. Ben pochi tedeschi hanno protestato e quei pochi che lo hanno fatto sono tutti ex-cittadini della DDR, gli unici a fare un po’ di opposizione alla Merkel. Gli statunitensi e i britannici non andranno via dalla Germania; continueranno a controllare tutte le conversazioni del governo e del parlamento tedesco. Quindi la rivalutazione della futura valuta usata in Germania (“Nordeuro”, “Neuro” o come si chiamerà) sarà, come ha scritto Dezzani, una riedizione degli Accordi del Plaza Hotel (settembre 1985): solo conseguenze economiche. Nessuna conseguenza politica e/o militare.

      1. bel post. però non capisco perchè dovremmo stare dalla parte della germania. se la germania si affranca da uk-usa, lo fa per i propri interessi, mica per bontà d’animo nei confronti degli altri europei o per una europa unita e sovrana indipendente dagli usa….la germania si fa i caxxi proprii e si dà il caso che non coincidano con quelli dell’italia….anzi sono antitetici…….solo adinolfi(gabriele) pens che dobbiamo stare agganciati alla germania ma è rimasto al 1945 forse…..e purtroppo la pensa come lui la classe dirigente italiana.

      2. non sono quelli del 39-45 ma hanno la stessa avidità (e l’avidità non porta niente di buono)

      3. non sono quelli del 39-45 ma hanno la stessa avidità (e l’avidità non porta niente di buono)

        1. Di avidità si possono accusare, forse, i polacchi che sono coloro che, già prima del 2004, ricevevano più denaro dalla Commissione Europea di qualsiasi altro popolo e che sono molto riottosi a “dare” o “fare” qualcosa per gli altri europei: da ultimo la loro non collaborazione in tante politiche, redistribuzione degli immigrati inclusa (e fanno bene). Accusare i tedeschi di avidità, considerando che sono dal 1950 il primo contribuente della Comunità e poi dell’Unione Europea, così come sono sempre stati il terzo, poi il quarto, ora il quinto contribuente delle Nazioni Unite, è un’accusa dettata dalla cattiva informazione. Un po’ come farsi un’opinione della Russia sulla base delle traduzioni delle agenzie di stampa statunitensi e britanniche (questa è la nostra “libera” stampa).

        2. @massi
          pagano il pizzo per la loro bilancia commerciale così tutti stanno zitti.
          l’avidità di cui parlo si riferisce al freno che hanno messo su spesa e salari che schiaccia l’inflazione di tutti

  13. La ex Roma si prepara al grande crollo che portera’ alla grande diaspora dei suoi figli residui. Che sia un siciliano della tradizione identificata in via definitiva da Gramsci su Ordine Nuovo nel 1919 commentando la nascita del Partito popolare, non deve sorprendere: ‘il cattolicismo democratico fa cio’ che il socialismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida’. Ne’ Antonio ne’ Ulianov avrebbero creduto che dopo 80 anni di ateismo di Stato e sana formazione marxista-leninista di ogni singolo studente, Roma invitta sarebbe riemersa proprio li’ dove lui prese moglie. Allo stesso modo, nessuno guardando le condizioni della I Roma potrebbe credere alla sua salvezza: che invece ci sara’, seppure dopo la diaspora e profondo travaglio.

  14. il messaggino a mattarella e’ gia arrivato: rapinato de mita e svaligiata la cassaforte.
    bagnai e’ molto bene in formato come tutti i massoni del resto.
    il mondo non e’ geopoliticamnte determinato come pensa il cortese federico,
    basta leggersi il carteggio pike -mazzini per capire dove si vuole arrivare

    1. La geopolitica non è soltanto una scienza sociale, come pensa l’ignoto “maurizio”.

    2. Conosco il carteggio Pike-Mazzini e può darsi che l’obietttivo finale della setta sia quello, ma “non praevalebunt”

  15. La sinistra USA di Soros & clan Clinton cosa sta’ facendo in questi giorni caotici ?

  16. parliamo di soldi…..se io apro mutuo con deutshebank…..di 100mila euro….se la germania esce, posso non pagare???

    1. Rischi che ti fanno un c… cosi. Ti conviene una banca italiana, mutuo tasso fisso. Cosi’ se c’e’ una svalutazione, la tua rata resta ferma, e quindi nel tempo (se i salari crescono) ci guadagni. Volevo intervenire sul dibattito del marco che si rivaluta. In passato con le svalutazioni della lira, i tedeschi erano costretti a comprare lire per non rivalutare troppo. Io credo che, nonostante tutto, qualche impresa italiana ancora competitiva, ci sia. Chissa’ che il meccanismo non si ripeta, sarebbe uno spasso.

    1. Gabriele aiutami a collegare il video con quello che dice Dezzani… Io su questo punto penso che pandoratv sia andata nel pallone come molti altri: di fronte alle affermazioni di Bannon non sanno fare 2+2 e pensano che tutti i problemi dell’Europa siano colpa di Maastricht ma non capiscono che la strategia di fondo americana è cambiata e che ora attaccando i fondamenti dell’Europa stanno facendo il loro gioco.
      “forte pressione viene esercitata sull’Italia […] dagli Stati Uniti, che temono una rottura delle regole [di Maastricht, per come l’ho intesa io] che subordinano l’Italia ai loro interessi economici e strategici”.
      Secondo me l’america ora vuole smantellare tutto, altro che timore della rottura delle regole! Anche Manlio Dinucci ci è cascato?

  17. “Lo avrete, camerata Oettinger.
    Il voto che credevate salvasse le Vostre banche… ( http://icebergfinanza.finanza.com/2018/05/25/deutsche-bank-e-commerzbank-mine-vaganti-deuropa/#comments )”.
    Scusate collettivo Dezzani… la citazione era una tentazione facile.
    Seriamente, Federico, che hai studiato economia “triste scienza” ed i suoi modelli matriciali: esistono sistemi econometrici così precisi nelle previsioni? E se sì, sono robusti abbastanza statisticamente?
    Sappiamo che le macchine ci battono (prima a scacchi e poi a poker ed a Go)… nel campo dei giochi “fair”.
    Grazie

  18. anno 1992 debito pubblico italiano=1100miliardi….anno2018 debito pubblico.italiano=2400miliardi…il tutto dopo aver versato 1500miliardi di interessi sul debito in 25anni………usciamo dall’euro e restiamo in europa….esattamente come l’ungheria.

    1. le cifre che lei cita sono vere e quindi impressionanti. Credo sia ora di gridare a tutti che il debito pubblico è una truffa. La democrazia una finzione colossale. Ma dove è scritto che un paese democratico (?) e sovrano debba prendere a prestito la moneta da una banda di privati? Il resto è tutto un teatrino perchè il potere è in mano a chi controlla la moneta come insegnava Rothschild decenni fa. Io vorrei che circolassero banconote con scritto Repubblica Italiana e non Bce o altra banca privata. Termino consigliando a tutti di visionare la puntata n° 171 di Radio Border Nights, che ha intervistato lungamente l’ex comandante supremo del Grande Oriente d’Italia, venerabile Giuliano di Bernardo. In anteprima assoluta di Bernardo rivela cosa hanno intenzione di fare prossimamente i poteri forti che ci opprimono. Visionate, visionate, di Bernardo vi aprirà gli occhi.

  19. Affascinanti le tesi esposte da Dezzani in questo articolo.
    Ci sono,però,come in tutte le tesi manichee (nel senso che vedono da una parte
    solo il bene e dall’altra solo il male) alcuni particolari che non quadrano.
    Posso convenire sul fatto che M5 si possa qualificare come un movimento
    che fa riferimento al mondo anglosassone ma altrettanto non si può dire
    della Lega che,con la direzione di Salvini,non mi pare possa essere qualificata
    come un partito che abbia il mondo anglosassone come punto di riferimento.
    La Lega ha avuto un’iniziale simpatia per Trump ma solo perché costui si contrapponeva ai liberals americani Obama e Clinton e,di conseguenza,ai liberals
    europei.
    Trump è stato scambiato inizialmente come un “sovranista” ma,quando ha rivelato
    di essere solo una versione rozza degli ambienti neocon che avevano pure espresso
    Obama e Clinton,la Lega ha perso tutto l’entusiasmo per lui.
    Ricordo il commento di Salvini,piuttosto sprezzante,nei confronti di Trump,in occasione del bombardamento americano in Siria,effettuato con il pretesto di
    un inesistente attacco chimico.
    Mi pare di poter scrivere che la Lega ha un rapporto di partenariato con il partito
    Russia unita ma che non ha particolari rapporti e frequentazioni con i repubblicani
    americani.
    Il programma di governo di Lega e M5 conteneva,comunque,l’impegno a eliminare
    immediatamente le sanzioni alla Russia e questo sarebbe stato ben poco coerente
    con la funzione di cavalli di Troia degli anglosassoni attribuita da Dezzani a Lega e M5.
    In conclusione: tesi affascinanti quelle di Dezzani ma dalle fragili fondamenta.
    Cero è che la Germania ha motivi di temere un governo M5-Lega ma ritenere che gli
    Usa abbiano invece simpatia per tale governo mi sembra ancora tutto da verificare.
    Concludo con un’osservazione sulla Germania: Angela Kasner in Merkel viene considerata come una grande statista ma,a mio modesto parere,è solo una bottegaia
    grassa che viene votata da grassi bottegai.
    La Germania attuale non ha una politica a medio o lungo termine ma vive alla giornata,
    con l’unico obiettivo di fare affari con tutti e di battere ogni record di export.
    Distrutta da due guerre mondiali ha rinunciato a ogni velleità militaristica ma ha riversato le sue grandi capacità intellettuali e lavorative nell’economia.
    Berlino non ha più ideali e il suo unico obiettivo è fare soldi.

    1. Condivido molto di quello che scrivi, soprattutto sullo stato attuale della Germania che si sposa bene con quello che dice Massi Prad più sopra nei commenti.
      Su alcune cose che come dici non quadrano provo a gettare luce:
      – il programmi di governo possono contenere qualunque cosa e poi i politici possono fare esattamente l’opposto senza problemi, e questo vale in particolare per i 5 stelle vista la loro natura e visto il raffinato ed impercettibile appoggio mediatico di cui godono. Lega e 5 stelle devono aver tratto insegnamento da come Trump ha gestito le elezioni americane (dove si presentò come l’uomo della distensione e della pace: tutti discorsi di facciata): qui la funzione peculiare è quella della concentrazione e successiva sterilizzazione del dissenso. La questione russa non può essere ignorata del tutto dalla politica e necessita di una valvola di sfogo in campagna elettorale, ma alla prima occasione ci si rimangia tutto senza troppi problemi. I 5 stelle sono dei campioni assoluti nell’uso di questa tecnica.
      – la Lega è un partito che è cambiato e che continua a cambiare: non puoi passare dal 4-8% al 16 e poi al 25 senza cambiare nel dna. L’intenzione di Salvini di uscire dall’euro, che c’è sicuramente, facendo in ultima analisi il gioco degli inglesi e degli americani, va interpretata. Il nocciolo duro leghista veneto e filo tedesco non sembra più essere stato così centrale nella strategia politica di Salvini degli ultimi anni, che come sappiamo ha messo al centro il populismo di matrice internazionale a scapito di federalismo/secessionismo eccetera, e qui il nodo verrà al pettine. Credo che la carriera politica di Salvini si stia giocando in questi giorni.

    2. Aggiungo una nota sulle ragioni per le quali non si dovrebbe abbandonare la Germania, pur nelle sue cocenti contraddizioni. Il discorso è ampio. A mio avviso in questi anni cruciali sti stanno dispiegando le contraddizioni fra le “destre” del pianeta, presupponendo naturalmente che le “sinistre” si siano estinte nel secolo scorso. Si tratta di una lotta per gli ultimi mercati e le ultime risorse rimaste da parte delle elites dei vari paesi, e la partita si gioca fra pochi attori globali. La Germania è uno di questi, e quindi è il semplice fatto che sia una potenza economica a metterla in conflitto strategico soprattutto con gli Usa. Saranno pure dei rozzi bottegai, saranno pure interessati solo ai soldi, ma dove sta la differenza morale rispetto alle “destre” delle altre nazioni (americana, russa, giapponese, cinese… perchè loro non sono interessate solo ai soldi?).
      Detto questo, il passo logico successivo è semplice: qualcuno qui ha mai giocato a Civilization? Il livello di corruzione di ogni singola città e la fatica con la quale si riusciva a rendere felici i suoi abitanti era direttamente proporzionale alla distanza dalla capitale… quanto dista Berlino rispetto a Washinton?

    3. Finalmente uno che non pensa ai tedeschi come pericolosi e aggressivi, pronti a invadere l’est, bla bla bla.
      Non conosco un solo tedesco che volesse rinunciare alla propria moneta per l’Euro.
      Non hanno una strategia politica internazionale. La Germania è un paese doppiamente sconfitto e occupato quanto il Giappone e più dell’Italia, che almeno erano due potenze vincitrici della prima guerra mondiale.
      In Italia si hanno tante idee e informazioni fuorvianti sul paese che è il centro, il cuore del nostro continente.
      Basti ad esempio pensare che Israele ha relazioni diplomatiche con poco più della metà degli oltre duecento stati esistenti sul pianeta. In tutti quelli nei quali non ha né ambasciate né consolati, non si fa rappresentare dagli Stati Uniti d’America, dal Regno Unito o dalla Francia.
      No. Il paese che rappresenta Israele, ad esempio nelle capitali di quasi tutti gli stati a maggioranza musulmana, è la Repubblica Federale di Germania. Questo non da dieci anni, bensì da dieci anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.

  20. Maurizio Innocenti, se “Berlino non ha più ideali e il suo unico obiettivo è fare soldi” è perché Berlino e la Germania tutta, sono guidati da una donna e tutte le donne, dopo una certa età, pensano ad un partner con un portatogli sostanzioso

  21. Sembrerebbe una riedizione degli schieramenti della Prima Guerra Mondiale.

    Con la differenza che questa volta (forse) la Russia e la Germania sarebbero alleate.
    L’Intermarium polacco verrebbe facilmente assorbito in stile spartizioni del XVIII secolo.

    Il blocco che va dal Reno a Vlaidivostok sarebbe comunque difficilmente aggredibile da parte degli angloamericani … e se poi ci aggiungiamo la Cina …

  22. egr.dezzani,noi,i vecchietti di minghiapitittu,siamo usciti stanotte da una casa che cura le intossicazioni da rincoglionimento da virtuale.per prima cosa ci hanno fatto un corso intensivo sui nomi dei supermercati stranieri nel nostro paese,, ,lidl,despar,auchan,penny,aldi,simply,etc,etc,raccomandandoci di non comprare i loro prodotti,perche,non solo li facciamo arricchire,ma tentano di dominarci,pure.ci hanno insegnato a smettere di bere,e fumare,e,di non leggere,quotidiani,settimanali,mensili,a meno che non facciano,gli interessi dei lettori,a rottamare le auto,comprese quelle elettriche,che creano campi magnetici,a tipo wireless,ghiotti di cervelli umani.p.s negli attestati di frequentazione,a caratteri cubitali,c è scritto,che chi si trasferisce ad altri per soldi,va preso a calci in culo

  23. Mics e Massi Prad hanno espresso considerazioni e concetti
    più che apprezzabili.
    Salvini ha trasformato abilmente la Lega in qualcosa di radicalmente
    diverso dalla Lega di Bossi.
    Lo ha fatto piano piano,senza strappi,tributando elogi di facciata a Bossi
    e emarginandolo totalmente.
    Lo ha candidato alle elezioni del 4 Marzo solo perché Bossi,diversamente,
    sarebbe stato candidato da altri (penso da “Grande Nord”,lista piena di
    bossiani ex leghisti) e avrebbe potuto creare qualche problema nelle zone di
    primo radicamento della Lega.
    Non sarà facile per Salvini tenere la barra a dritta e proseguire nel cammino
    trionfale degli ultimi mesi ed anni.
    Ma,avendolo seguito con attenzione,anche in alcuni suoi comizi,penso che
    sia un sovranista abbastanza convinto,che alle rotture preferisca le manovre
    avvolgenti e che non si possa definire né filoamericano né antitedesco.
    Su M5 condivido in gran parte quanto in passato ha scritto Dezzani.
    Quanto alla Germania,io sono un germanofilo dai lontani anni del Liceo,seguo
    la politica tedesca leggendo articoli sui siti tedeschi (in particolare il sito di
    Afd) e mi sono convinto che la Germania,ancora di fatto occupata dagli americani
    che vi tengono enormi basi militari,sia un paese a sovranità limitata che ha o
    aveva autonomia solo in campo economico e che non si è resa conto che il
    troppo successo economico le avrebbe attirato l’ira di mezzo mondo.
    L’esercito tedesco è oggetto di barzellette sui siti tedeschi,Merkel e predecessori,
    vista l’occupazione militare americana,hanno deciso di non spendere soldi per
    la difesa,pensando,a torto,che la “difesa” fatta al loro posto dagli americani
    sarebbe stata gratis per sempre.
    La Germania attuale vuole solo fare affari con tutti (da qui le sue posizioni su Iran
    e Siria) pur dichiarando di essere fedele alla Nato.
    Fa affari,anche in violazione delle sanzioni,con la Russia,vuole costruire Nordstream 2
    in contrasto con Usa,Polonia,Ucraina solo perché il gas russo costa di meno e consente
    alle sue industrie di continuare a essere concorrenziali.
    Sfida,però,la Russia in Ucraina perché vuole impossessarsi del mercato ucraino.
    Perché l’Italia deve rinegoziare con Germania e altri paesi i trattati europei?
    Perché la Germania,prima della classe in Europa,vuole imporre le sue visioni non tanto politiche ma di pubblica amministrazione e lo vuole fare senza flessibilità.
    La flessibilità non fa parte della mentalità tedesca.
    Uno dei capolavori letterari tedeschi,”Der Prinz von Homburg”,è istruttivo al riguardo:
    il comandante di una guarnigione a difesa di una città tedesca,durante le guerre napoleoniche,riceve ordini precisi su come difendere la città quando arriveranno i francesi;i francesi arrivano e il comandante si rende conto che,rispettando gli ordini,
    la città cadrebbe.
    Decide di fare di testa sua e salva la città.
    A guerra finita viene processato e impiccato per aver contravvenuto agli ordini.
    Questa era e,in parte è,la Germania che,avendo subito una enorme inflazione negli
    anni della Repubblica di Weimar,pretende un’Europa senza inflazione non per seri
    motivi economici ma per la sua paura atavica al riguardo.
    In conclusione:la Germania non fa più le guerre con la Wehrmacht ma,forse inconsa-
    pevolmente,applica all’economia le tattiche militari e,è nel suo Dna,non si accontenta
    di vincere ma vuole stravincere,umiliando gli altri.
    Questa è la Germania,a mio parere modesto,nel bene e nel male:quando si applica è
    la migliore di tutti ma poi vuole stravincere e,allora,è la peggiore di tutti.

    1. Mi dispiace, l’analisi è buona, ma le conclusioni sono l’espressione di un giudizio etico, morale.
      Se conosci il mondo tedesco, non solo la Germania, ma anche l’Alsazia, la Svizzera, l’Austria, e tutti i vari altri territori adiacenti il mondo tedesco, insomma il cuore del continente, allora sai che è l’unica grande nazione ad aver al suo interno, da cinque secoli, due anime: una luterana, l’altra cattolica. Senza considerare l’influsso della cultura ebraica aschenazita.
      A livello di mentalità il problema dell’inflazione gioca il suo ruolo, ma è il debito il problema (e quello tedesco non è certo irrilevante). Basti pensare che il termine “die Schuld” indica ‘debito’, ma ancora prima, già nel medioevo e, ancor oggi già per un bambino di pochi anni, indica ‘colpa, peccato’. Questo è solo un esempio dell’egemonia non solo linguistica della matrice evangelica, luterana, su quella cattolica.
      Non casualmente la Germania trascina con sé i Paesi Bassi, la Finlandia, l’Estonia, la Lettonia… e se farà una nuova moneta, vi aderiranno anche la Danimarca e la Svezia che pur non usano l’Euro.
      Un altro aspetto difficile per noi italiani da tener presente è l’abitudine dei popoli nordici che vivono in società meglio organizzate al cambiamento, alla critica e al dubbio. I tedeschi sono solo l’esempio più grande, ma come loro sono gran parte dei nord-europei: non hanno il senso critico, la diffidenza, l’abitudine a cambiare le regole, le procedure, il metodo, ecc. che abbiamo noi nel Mediterraneo. La maggior parte dei tedeschi non ha la minima consapevolezza di vivere in una colonia statunitense-britannica.
      Gli unici che hanno un atteggiamento critico nei confronti delle istituzioni sono gli ex cittadini della DDR, se hanno almeno quarantacinque anni, quindi ormai parliamo di sette, otto milioni di tedeschi su ottantadue milioni di abitanti.

      1. Massi Prad,la tua analisi è ottima,sia pure con qualche
        imprecisione (dimentichi,ad esempio,la componente
        calvinista,particolarmente forte in Assia).
        Mi pare che tu ritenga che sia la componente luterana
        della popolazione a dirigere la Germania.
        Su questo avrei dei dubbi.
        Io penso che la cultura luterana sia quella predominante
        ma solo perchè il luteranesimo era la sola religione identitaria
        tra quelle esistenti in Germania e la sola che teorizzava la
        sottomissione della Chiesa allo Stato.
        Lutero,oltre che il fondatore di una Chiesa,è stato un po’ anche
        come Dante e Garibaldi (ha tradotto la Bibbia in sassone,dialetto che
        da allora è diventato la lingua dei tedeschi tutti,ha guidato
        spiritualmente parte dei tedeschi durante guerre di religione,ha guidato spiritualmente i principi tedeschi contro i contadini,ecc.ecc.).
        Io sono,da quando avevo 20 anni,un ammiratore di Martin Luther e
        di Filippo Melantone.
        Ne conosco quasi tutti gli scritti pubblicati in italiano.
        Mi sento di scrivere che il luteranesimo è una religione di pace,
        che non ha alcuna responsabilità nelle catastrofi della successiva
        storia tedesca.
        Penso che le componenti cattoliche e calviniste della Società tedesca
        abbiano avuto maggiori responsabilità.
        L’unica colpa dei luterani è quella di aver seguito acriticamente gli ordini dei governanti,da Federico il Grande a Hitler.
        Questo è avvenuto proprio perché la religione luterana è una religione
        sottoposta per sua volontà al potere civile.
        Ma la Germania di oggi non è più a maggioranza luterana ( i tedeschi
        che al momento di pagare le tasse,dovendo optare per il contributo
        ad una confessione religiosa piuttosto che un’altra,scelgono chiese luterane sono non più del 20% della popolazione).
        La Germania attuale è in via di scristianizzazione,tant’è che le chiese sono vuote (qualche anno fa ad Ulm,nella Cattedrale luterana,una
        Domenica mattina,quando entrai,erano presenti circa 15 persone) e,come la Chiesa cattolica,pensa che la sua sopravvivenza,anche
        economica,dipenda dagli immigrati.
        In conclusione:la Germania attuale è un colosso economico dai piedi d’argilla e non ha pretese di egemonia politica o culturale.
        Vuole solo continuare a essere la prima della classe in economia,
        con poco o nessuno spazio per la solidarietà con gli altri paesi Ue.
        Cerca di mantenere ferma una Ue che,invece,non può restare ferma.
        Gli anglo americani,figli di puttana di matrice calvinista,sono quelli
        da temere e non credo che l’attuale governo italiano sia al loro servizio e sia pregiudizialmente antitedesco.
        Stiamo a vedere.
        Come dice il proverbio,bisogna credere a nulla di quanto si sente e
        alla metà di quel che si vede.

  24. se posso inserirmi in questo istruttivo commento, vorrei ricordare che la Lega, costruzione anglosassone al pari dei M(I)5, è stata utilizzata mirabilmente al tempo di mani pulite, ma successivamente ha iniziato a tradire i progetti atlantici spostandosi (assieme al Berlusconi) verso la Russia. Gli episodi sono tantissimi, inutile citarli.
    Gli avvertimenti atlantici sono poi arrivati con gli scandali in casa Bossi e con il cambio di regime imposto da Salvini. Uno bravo, occorre dirlo, astuto, ben consigliato. Ricordiamocelo, il ragazzo fa politica dall’età di 17 anni, non è un pirla qualsiasi.
    Quindi credo che la lega sia oggi sovranista soltanto di facciata, ma sia pilotata abilmente per fare piccole battaglie estemporanee, locali, situazionali. E la gente che la segue, ovviamente, pensa che lo spirito sia sempre quello di un tempo. I cavalli di battaglia sono ancora validi, alcuni slogan si sono via via aggiornati altri sono stati dimenticati o posti nel cassetto pronti a essere nuovamente branditi. Ad esempio, la secessione? Sarà utile quando occorrerà ricorrere al regionalismo europeo, non oggi, è troppo presto.
    Ma finché la Lega sarà utile agli atlantici conservatori (come oggi contro la Germania) la si terrà in piedi. Perché fa tante cose insieme: contiene e sfoga la “pancia” della gente, occupa uno spazio psicologico molto importante (l’appartenenza) e può sempre far paura a chiunque.

    1. Su quello che scrivi va fatta una riflessione.
      Noi che commentiamo su questo blog siamo persone
      semplici,fuori da ogni gioco politico,e siamo paragonabili
      a quelli del famoso mito platonico della caverna.
      Quello che crediamo di vedere non è necessariamente
      la realtà.
      Salvini potrebbe essere molto diverso da quello che vuol
      fare apparire.
      C’è un però: agli inizi della Lega,a fine anni 80,io l’ho frequentata
      per qualche anno,dopo di che decisi che Bossi non poteva essere
      il mio leader perché troppo rozzo,troppo ignorante e nemmeno
      troppo onesto (imponeva,ad esempio,a tutte le sezioni della Lega,
      di non provvedere agli acquisti di materiale da Cancelleria perché
      a questo doveva provvedere,chissà perché,solo la sede di Milano).
      Ma aveva anche qualche elemento positivo.
      Era uno costantemente sul territorio,che sembrava disposto a ascoltare ogni militante, soprattutto se più incolto di lui,e la Lega
      operava con votazioni genuine,se non democratiche.
      Segnalo un episodio divertente:quando,nei primi anni novanta,si doveva votare per il rinnovo del Parlamento italiano,nella sede di Bergamo si svolsero tra i pochi iscritti le votazioni per decidere
      il candidato di Bergamo città e un mio amico ex tipografo prese
      4 voti,gli stessi di Roberto Calderoli,allora solo dentista.
      Si andò al ballottaggio e prevalse Calderoli.
      Ho ricordato l’episodio per dire che non è necessario vedere o
      cercare sempre qualche gruppo o qualche nazione estera dietro
      le scelte di un partito.
      Salvini è uno che tutti i giorni gira l’Italia per ascoltare
      la sua base e,fortunatamente,a differenza di Bossi,non ha paura ad
      ascoltare chi è più preparato di lui e la Lega attuale rimane un
      partito democratico in cui conta molto la base.
      Vedremo in futuro chi è veramente Salvini ma criticarlo per il passato
      mi pare ingeneroso: ha preso in mano un partito allo sbando,con il
      4% dei voti su scala nazionale,e l’ha portato al 17,6%;le idee che esprime sono semplici e chiare e vedremo se,alla prova di governo,
      le porterà avanti con coerenza e capacità.
      Eviterei,però,di attribuirgli in anticipo collegamenti geopolitici con
      Usa e G.B. tutti da verificare.

      1. Perfettamente d’accordo con te, Maurizio. Il legame tra il M5S e Londra è praticamente conclamato. Quello della Lega – a guida Matteo Salvini – con il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America è ancora allo stadio di tesi, teoria, peraltro non certamente del tutto coerente con le aperte simpatie manifestate nei confronti della Russia di Vladimir Putin e dell’Ungheria di Viktor Orban.
        Quello della politica estera ed internazionale è anzi, forse, il vulnus iniziale che, se adeguatamente sollecitato, potrebbe portare ad una rottura della attuale neo-coalizione di governo.

    2. Penso anch’io alla fine che la Lega sia anch’essa uno strumento atlantico. L’unica differenza rispetto ai 5 stelle è solo generazionale, si tratta di due strumenti con funzioni identiche attivati in tempi (e quindi per generazioni) differenti.
      Basti pensare a questo piccolo fatto: mi sembra fuori discussione il fatto che la Lega abbia fatto il pieno di voti SOLO per la questione immigrazione (così come del resto la Brexit è avvenuta SOLO per la paura dell’immigrazione). Questa affermazione tuttavia è un tabù mediatico. Di questioni monetarie la gente non capisce niente ed il trucchetto è stato quello di mescolare immigrazione ed euro, sbraiti da una parte per far passare l’altra. Semplicemente il consenso leghista è stato captato esclusivamente tramite la questione immigrazione. In campagna elettorale infatti questo era il tema centrale mentre sull’euro silenzio assoluto (sto parlando della campagna elettorale degli ultimissimi anni, non degli indispensabili annunci preparatori degli anni precedenti). Dopo le elezioni c’è l’inversione dei temi: l’immigrazione non è più un problema (pochi giorni dopo addirittura una piccola beffa, ricordo che è saltato fuori un consigliere comunale leghista nero di cui nessuno sapeva niente… prima. A mio avviso si è trattato di uno sberleffo via media agli elettori leghisti). All’atto di formazione del governo invece esplode il taciuto bubbone dell’euro. Questo fenomeno non può essere casuale, questo coordinamento fra media e Lega è stato sicuramente orchestrato, e se la Lega si coordina con i media significa che la Lega e i media sono due strumenti dello stesso potere.
      Una parentesi sulla questione euro: mi sembra di ricordare di aver letto da Federico Dezzani che l’euro non è collocato in area monetaria ottimale. A mio avviso su questo punto la teoria non può dire assolutamente nulla, perchè è tutta una questione politica: le scelte politiche possono rendere l’euro conveniente o meno. Se la politica europea è pesantemente influenzata da potenze estere (sostanzialmente gli Usa e l’Inghilterra) e queste ad un certo punto decidono di sabotare il giocattolo, l’area “teoricamente” da un giorno all’altro non è più ottimale. Ma può sempre valere anche il contrario, se l’influenza nefasta dovesse venir meno. Anche l’ipotesi del superstato europeo non mi convince del tutto, poteva valere fino a qualche tempo fa ma… sto cominciando a pensare che gli Usa si preparino a fare terra bruciata (spaccatura dell’Europa ottenuta con l’isolamento della Germania, come giustamente detto).

  25. Pacifico, certo. E hai ragione a difendere il tuo credo.
    Però lo capisci che quelle prove chiare e indiscutibili dell’appartenenza atlantica (sia di Bossi che di Salvini) non le avremo mai e poi mai. Top secret.
    E noi dobbiamo (e possiamo) continuare a fare congetture.

  26. Se si farà un governo Lega-M5 avremo,giudicando il loro
    operato,qualche indizio che ci consentirà di capire qualcosa
    più di quello che riusciamo a capire oggi.
    Può darsi che la realtà sia quella a tinte fosche descritta da
    Dezzani e che ci sia una guerra sotterranea tra Germania e
    Russia da un lato e Usa-G.B. dall’altra,con i sovranisti italiani
    dalla parte non di Putin,sovranista ante litteram,ma di Trump
    e Teresa May ma,personalmente,penso che Angela Kasner in
    Merkel sia semplicemente un’orfana di Obama e che stia sperando
    in una vittoria democratica alle elezioni di medio termine,per
    far tornare il mondo intero al politicamente corretto.
    Fermo restando che “pecunia non olet” e che il gas russo,pur
    non politicamente corretto,fa bene all’economia tedesca.

  27. Ci riprovo. Che succede se la sinistra USA di Soros & Company vince le elezioni di meta’ mandato o di medio termine ?

    1. Stefano Scuppa,se la sinistra americana vince le elezioni di novembre
      Angela Kasner può ragionevolmente sperare che Trump non sia rieletto,
      che il successore approvi il Ceta e che con il Ceta la Germania possa
      continuare a dominare il commercio mondiale.

  28. Ora che finalmente abbiamo un Governo Lega-M5S che come avevo previsto già dal 7 marzo in base a considerazioni aritmetiche sul voto , e non invece un governo PD-M5S ,avendo ipotizzato il veto di Renzi alla sua formazione ,azzardo una previsione che è in linea con il pensiero di Dezzani
    ITALYEXIT 0%
    GERMANYEXIT 100%
    Da oggi comincia il conto alla rovescia per la Germania , con i dazi imposti da Trump alla UE , in particolare sulle auto e sul acciaio tedesco , e con la Deutsche Bank in pieno crollo bancario .

      1. Non necessariamente di qualcuno . Per natura detesto il complottismo , ma credo fermamente alla comunanza di interessi politici ed economici fra le nazioni . Allo stato attuale agli USA interessa ridimensionare fortemente la Germania all’Italia interessa ancora di più ridimensionare lo strapotere economico teutonico che tanto danno ci ha fatto . La Lega è partita da un ben misero 4% di consensi elettorali , e oggi viaggia verso il 27% . Nessuno è in grado di programmare un simile balzo al tavolino , questo risultato è frutto di un malessere sociale diffuso nel Paese . Gli USA intervengono in un secondo momento quando fiutano l’esito delle elezioni ,e mandano Bannon in Italia . Non si conosce cosa si siano detti , Lega e Bannon , ma si può ipotizzare un aiuto Americano quando L’ Italia si troverà ad affrontare la Germania . Gli USA garantiranno l’acquisto dei titoli
        italiani e non faranno salire lo spred . Da un articolo di Claudio Antonelli per “la Verità”
        Martedì sera, mercoledì e pure ieri. I grandi fondi americani hanno dato il via ad acquisti massicci di titoli di Stato italiani.
        “In questo panorama rivoluzionario per il Vecchio continente, Donald Trump non ha avuto problemi a dare un segnale netto a favore dell’ Italia. Essere percepito come una sorta di prestatore di ultima istanza fiducioso nei titoli di Stato italiani ha dato una spallata finale e ha favorito definitivamente la nascita del governo gialloblu.
        L’Italia non verrà più considerata come un’ entità reietta da tutta l’ Europa ma come un blocco politico che in caso di necessità potrebbe avere un santo nel paradiso a stelle e strisce.Una parte, allineata a Donald Trump, vedrebbe l’ Italia sempre più allontanarsi dalla Germania, mentre gli uomini del partito che ancora oggi rispondono alla famiglia Bush preferirebbero che Roma rimanesse in scia a Berlino. O meglio che il nostro Paese mantenesse un ruolo complementare all’ economia tedesca per evitare che la Germania abbia contraccolpi economici. ”

        Questi politici italiani e i loro media che li appoggiano sono quelli che io chiamo i repubblichini di Salò . Possiamo poi ipotizzare che il M5S sia stato in prima battuta preferito e costruito dagli angloamericani al posto della Lega per arginare lo strapotere economico della Germania , ma a come si sono messi i fatti politici dopo le elezioni si è preferito puntare su entrambi i movimenti . Questo detto en passant è stato il motivo per cui non ho mai preso in considerazione un Governo PD-M5S e Renzi ha avuto molto probabilmente il compito di far fallire anche questa flebile possibilità . Si prospetta quindi la nascita di un partito di stampo macroniano sul quale fare affidamento qualora la situazione politica italiana dovesse evolvere verso esiti imprevedibili ai desiderata angloamericani qualora l’Italia si sbilanci verso la Russia .
        Ovviamente in questa prima fase di aiuti americani all’Italia ,noi si rimane strettamente vincolati alla NATO , aumentiamo le spese militari per essa, e partecipando alle sanzioni contro l’Iran decise da Trump .

  29. Pongo a chiunque sappia di monetarismo questa domanda: è vero che ci sono le elezioni di midterm, e Trump deve garantire quanto promesso per in campagna elettorale (correggere gli squilibri commerciali con Europa, rifare accordi sul nuke iraniano ecc.) e quindi guardare alle prossime lezioni del 2020 con maggior fiducia. Ma qui mi sembra che l’amministrazione dell’uomo col parrucchino stia facendo di tutto per distruggere le ultime amicizie rimaste sul globo. Cioè gli Stati europei. Mi sembra una tattica disperata, folle, da kamikaze. Perché?
    Salvare il dollaro è la strategia che guida tutte queste azioni suicide?

  30. Alcune rapide e spicciole considerazioni sul nuovo governo:

    1) La legge elettorale va cambiata. Non è ammissibile vedere personaggi come la Lorenzin e soprattutto la Boldrini, bocciati sonoramente dal voto popolare, sedere nuovamente sugli scranni di Montecitorio e palazzo Madama per meccanismi di potere.

    2) Salvini ispira fiducia

    3) Di Maio non ispira fiducia

  31. Il Sole 24 Ore, in un suo articolo titola:” La Gran Bretagna cresce nonostante la Brexit”. http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-02-07/la-gran-gretagna-cresce-piu-previsto-nonostante-brexit-090424.shtml?uuid=AExmSqvD

    Io direi che Il Sole 24 Ore è costretto dai fatti a titolare così. Dopo averci frantumato pr mesi i maroni, con la storia che la Brexit avrebbe scaraventato la Gran Bretagna nella grande recessione, con povertà in ogni angolo del regno…adesso é costretto ad ammettere che “esiste vita” al di fuori di questa Europa.

    P.s. Speriamo tolgano una volta per tutte i contributi all’editoria. Poi possono scrivere quello che gli pare, ma fino a quando saranno pagati anche con i miei soldi, i giornali dovranno scrivere tenendo conto della realtà e non delle direttive politiche provenienti dall’alto.

    1. Se l’Italia avesse ancora dei servizi segreti non ci sarebbe Conte premier e Grillo avrebbe fatto la fine del suo collega Coluche.

  32. Gentilissimo Dott. DEZZANI, approfitto delle mie pause caffè non per prendere il caffè, ma per leggere con molta attenzione i Suoi interessantissimi scritti (compresi i Tweet).
    Purtroppo noto che tra i commentatori del Blog ci sono ancora molti “fiduciosi” sul cambiamento in Italia.
    Mi permetta di cogliere questa occasione per indicare un illuminante video di VINCENZO CALCARA (del 19/01/2011) che indica CHIARAMENTE chi comanda in Italia (senza se e senza ma):
    https://youtu.be/tmr1VVNuCjM
    Vi invito a visualizzarlo e a diffonderlo il più possibile, affinchè ci sia finalmente una presa di coscienza di qual’è la reale situazione italiana e quali siano veramente i modi per uscirne.
    Tutto il resto sono solo chiacchiere e distintivo!
    Grazie Dott. DEZZANI per il Suo solito impegno.

  33. SANTO SUBITO lei non è affatto santo, altrimenti saprebbe che esiste solo una cosa immutabile in questo mondo e questa cosa è proprio la “mutabilità continua di tutte le cose”. Nulla rimane a lungo com’era. Per ogni cosa arriva il giorno del cambiamento e della morte. Ieri, comunque vada é stata la morte della seconda repubblica.

    Conte ai servizi segreti, checchesenedica é un ottimo inizio e considerata la presenza di Bannon e la valenza di Trump sul nuovo chief della CIA, nei prossimi mesi vedremo saltare molte teste masso-global-neoliberal-sataniste che ammorbano da decenni il vivere quotidiano nazionale. Anche se io sono per un equo e rapido processo e carcere.

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