Mafia, camorra e ‘ndrangheta: come il Meridione (e l’Italia) fu infettato dagli inglesi

“Sicilia e mafia”, “Campania e camorra”, “Calabria e ‘ndragheta” sono accostamenti triti e ritriti, spesso impiegati per dipingere l’intera Italia come un Paese mafioso, corroso dal crimine, e quindi da collocare ai margini del sistema internazionale, tra gli Stati semi-falliti. È dal 1861 che il Paese affronta il problema mafioso e da allora sono state condotte migliaia di inchieste, scritti migliaia di libri, elaborate migliaia di analisi economiche e sociali: ma è possibile affrontare la questione in termini geopolitici? È possibile cavare un’asciutta verità dall’enorme e amorfa quantità di materiale concernente le mafie? Mafia, camorra e ‘ndgrangheta sono società segrete paramassoniche, inoculate dagli inglesi all’inizio dell’Ottocento per destabilizzare il Regno delle Due Sicilie e trasmesse all’Italia post-unitaria per minare lo Stato e castrarne la politica mediterranea.

Mafie e massoneria speculativa: come Londra rovesciò il Regno delle Due Sicilie

Nella nostra recente analisi sul biennio 1992-1993 che decretò il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, abbiamo toccato il tema della mafia, smontando la tesi dominante sul quel cruciale periodo della storia italiana: alla base delle stragi in Sicilia e “sul continente”, non ci fu il braccio di ferro tra malavita e Stato sul 41 bis, ma un più ampio ampio ed ambizioso progetto con cui “le menti raffinatissime” vollero ridisegnare la mappa economica e politica dell’Italia, inserendola nella più vasta cornice del Nuovo Ordine Mondiale. L’omicidio dell’eurodeputato Salvo Lima va collegato alla cruciale elezione del Presidente della Repubblica di quell’anno; l’omicidio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono analoghi ammonimenti lanciati al Parlamento, ma allo stesso tempo sono anche un avvertimento alla giustizia italiana affinché si fermi al livello “insulare” delle indagini, senza approfondire i legami tra Cosa Nostra ed i servizi segreti della NATO; le bombe del 1993 sono un “lubrificante” per consentire agli anglofili del Britannia di smantellare a prezzi di saldo l’IRI e l’industria pubblica.

In questo contesto, la mafia è uno strumento dell’oligarchia atlantica per perseguire obiettivi addirittura in contrasto con gli interessi di Cosa Nostra: è infatti assodato che la stagione stragista debilitò gravemente Cosa Nostra, “spremuta” nella strategia della tensione del 1992-1993 fino quasi a svuotarla. Allargando l’analisi, non si può certo definire un’eccezione l’impiego del crimine organizzato da parte degli angloamericani: anzi, sembrerebbe quasi una costante della storia italiana. Del biennio 1992-1993 abbiamo detto a sufficienza: passiamo ora in rassegna gli altri momenti cruciali del Bel Paese, verificando se ci sia o meno lo zampino della malavita.

Sequestro di Aldo Moro, 16 marzo 1978: è ormai appurato che la ‘ndrangheta abbia partecipato al commando12 che rapì il presidente della DC, reo di turbare gli assetti internazionali con la sua apertura al PCI. Non solo, il capo della Nuova Camorra Organizzata, Raffaele Cutolo, ha ammesso che avrebbe potuto salvare Moro se i servizi segreti non si fossero opposti3. Piazza Fontana, 12 dicembre 1969: la strage che inaugura la strategia della tensione è perpetrata dalla destra eversiva di Franco Freda, in stretto contatto con la ‘ndrangheta. Omicidio di Enrico Mattei, 1962: è Cosa Nostra a sabotare all’aeroporto di Catania Fontanarossa4 il velivolo su cui trovò la morte il presidente dell’ENI, scomodo alle Sette Sorelle. Sbarco angloamericano in Sicilia del 1943: è il mafioso Lucky Luciano a facilitare la conquista dell’isola e papaveri di Cosa Nostra presenziano anche all’armistizio di Cassibile, che sancisce la fine delle ostilità tra l’Italia e gli Alleati. Sbarco di Giuseppe Garibaldi a Marsala, 1860: i “picciotti” danno un contributo determinante alla spedizione di Mille, benedetta e protetta da Londra.

Cosa sono dunque la mafia, la camorra e la ‘ndragheta? Perché affiorano in tutti i passaggi della storia italiana a fianco di Londra e Washington. Perché sono sovente associate ad un’altra organizzazione segreta di matrice anglosassone, la massoneria speculativa?

Sul crimine organizzato che flagella il Meridione e l’Italia sin dal 1861 sono state condotte migliaia di inchieste giudiziarie, diverse inchieste parlamentari, sono stati scritti migliaia di libri e girati migliaia di film e documentari: ci campano non soltanto i malavitosi, ma anche i “professionisti dell’antimafia” che pullulano nei tribunali, pennivendoli del calibro di Roberto Saviano ed il variegato mondo di preti, intellettuali e soloni che ruota attorno alla “lotta alla mafia”. Toccare l’argomento non sarebbe solo inutile, ma addirittura dannoso, se non fosse possibile dare un contributo originale e chiarificatore: si rischierebbe soltanto di alzare altra polvere. È il mestiere, detto per inciso, per cui sono profumatamente pagati giornalisti, pubblici ministeri, politici e membri delle forze dell’ordine. Se anche noi quindi ci occupiamo di Cosa Nostra e delle sue sorelle, è perché abbiamo la presunzione di avere perlomeno intuito la vera natura del crimine organizzato: la vera natura di quella mafia che, come notò lo stesso Giovanni Falcone, presenta forti analogie con le Triadi cinesi, la malavita turca e la Yakuza giapponese.

Servendoci del solito procedimento di comparazione con realtà simili, di un respiro storico più che giornalistico e di un approccio “geopolitico”, indispensabile per capire quali attori operano in una determinata area e quali sono i loro interessi, siano giunti alla nostra definizione di mafia, camorra ed ‘ndragheta: sono società segrete paramassoniche dedite al crimine, vere e proprie “sette” che rispondono alle logge inglesi ed americane, sin dalla loro origine agli inizi dell’Ottocento. Sia chiaro: è una verità perfettamente nota agli “addetti ai lavori” (vertici della mafia, politici, Grande Oriente d’Italia, CIA, MI6, etc. etc.), spesso intuita e talvolta accennata da onesti magistrati e seri studiosi. Non ci risulta però che nessuno abbia sinora affrontato l’argomento in maniera così esplicita ed organica come stiamo per fare, colmando così quella che ci sembra una lacuna dell’autocoscienza nazionale.

Cominciamo col porre il quesito chiave: perché le mafie si sviluppano in tre regioni meridionali quasi contemporaneamente, tra gli anni ‘10 e ‘30 dell’Ottocento? Le risposte più frequenti, quelle fornite per stendere una cortina attorno al fenomeno, sono di natura socio-economica e si ripetono ossessivamente dal 1861 ad oggi: l’arretratezza del Meridione, il retaggio della dominazione spagnola, la presenza del latifondo, le mentalità della popolazione, la diffusione di miseria e povertà, etc. etc.. Sono risposte fuorvianti, se non errate tout court: il reddito pro-capite del Regno delle Due Sicilie era paragonabile a quello del resto d’Italia5, la povertà simile a quella di alcune zone del Piemonte e del Veneto che non produssero crimine organizzato, la dominazione spagnola aveva interessato pure la “civilissima” Lombardia e altre regioni meridionali persino più povere (come il Molise e la Basilicata) non conobbero le mafie, che germogliarono invece in due ricche capitali come Palermo e Napoli.

Per scoprire le autentiche origini del fenomeno mafioso occorre tuffarsi nella storia, accantonando analisi pseudo-economiche, per afferrare le forze vive e la geopolitica dell’epoca: è lo stesso procedimento che abbiamo usato per dimostrare come l’ISIS, il sedicente Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, non sia altro che uno strumento degli angloamericani per balcanizzare il Medio Oriente e dividerlo lungo faglie etniche e religiose, piuttosto che il frutto spontaneo del fondamentalismo islamico o la naturale conseguenza dei “regimi dittatoriali”.

Tra la fine del Settecento ed i primi anni dell’Ottocento, il mondo è in fiamme per la guerra tra Francia rivoluzionaria e le altre monarchie europee: la rivoluzione francese, in cui Londra ha giocato un ruolo determinante (si pensi agli “anglofili” come Honoré Mirabau, il Marchese de La Fayette e Philippe Égalité), è sfruttata dagli inglesi per liquidare la Francia come grande potenza marittima, estendere i propri domini in India e rafforzare l’egemonia su un’area chiave del mondo: il Mar Mediterraneo, da unire in prospettiva al Mar Rosso ed all’Oceano Indiano con il canale di Suez. Il Regno di Napoli, di fronte all’avanzata delle truppe rivoluzionarie francesi, è costretto ad aprire i propri porti alla flotta inglese, senza sapere che, così facendo, firma la sua condanna a morte: gli inglesi sbarcano infatti coll’obiettivo di rimanerci anche dopo la guerra, installandosi così nello strategico Sud Italia che presidia il Mar Mediterraneo. Per un certo periodo, gli inglesi diventano addirittura padroni del Regno: quando infatti il francese Gioacchino Murat si insedia a Napoli, il re Ferdinando IV si rifugia in Sicilia protetto dagli inglesi e Lord William Bentinck governa l’isola come un dittatore de facto.

Arriviamo così alle origini di Cosa Nostra. Scrive un grandi esperto di mafia come Michele Pantaleone (1911-2002):

“Il brigantaggio, comune alla Sicilia come al resto dell’Italia meridionale, si risolveva nell’attività di bande mal coordinate e spesso contrapposte (…). Soltanto dopo il 1812, quando il potere feudale venne praticamente eliminato, il brigantaggio per bande assunse una funzione, per così dire, sociale. È storicamente documentato che lo spirito di mafiosità sorse in concomitanza con la formazione delle famigerate compagnie d’armi, create dalla baronia siciliana nel 1813 a difesa dei diritti feudali. (…) È in questo periodo, dunque, che – tra il 1812 ed il 1850 – prende forma lo spirito di mafiosità. Il suo epicentro è nel palermitano e di qui si irradia verso la Sicilia orientale con manifestazioni più sfumate, via via che si allontana dalla capitale.”

Il 1812 è un anno citato in tutti i testi di storia sulla mafia. È l’anno in cui il “dittatore” Lord William Bentinck impone al re esule a Palermo l’adozione di una Costituzione sulla falsariga di quella inglese, in comune accordo con i baroni siciliani: gli stessi baroni che creano quelle “compagnie d’armi”, prodromi della futura mafia. Strane davvero queste “compagnie”, “consorterie” o “sette” che iniziano a pullulare dopo il 1812: presentano singolari analogie con la massoneria speculativa che gli inglesi innestano ovunque arrivino: segretezza, statuti, rituali d’iniziazione, mutua assistenza, diversi gradi di affiliazione, livelli sconosciuti agli altri aderenti. E poi la pretesa di non essere volgari criminali, ma “un’aristocrazia del delitto riconosciuta, accarezzata ed onorata”, proprio come i massoni si definiscono gli “aristocratici dello spirito” in contrapposizione all’antica nobiltà di sangue. “Mafia” nei rioni di Palermo significa “bello, baldanzoso ed orgoglioso”.

La Restaurazione reinsedia Ferdinando IV, ora Ferdinando I delle Due Sicilie, sul trono di Napoli. Il re non perde tempo a revocare (1816) la Costituzione scritta dagli inglesi, considerata come un’insidiosa minaccia alle sue prerogative: i germi inoculati dagli inglesi, le misteriose sette criminali che dalla periferia di Napoli e Palermo si irradiano verso i palazzi di baroni e notabili però crescono. Corrodono il Regno delle Due Sicilie dall’interno, emergendo come un vero Stato nello Stato: trascorreranno poco meno di cinquantanni prima che contribuiscano in maniera determinante allo sfaldamento del Regno borbonico. È tra il 1820 ed il 1830 che lo scrittore Marc Monnier (1829-1885) situa la comparsa a Napoli di una misteriosa setta paramassonica, la “bella società riformata”, dedita ad attività illecite: è la futura camorra, che nel 1842 scrive il primo statuto definendo i vari gradi di affiliazione sulla falsa riga della libera muratoria, da “giovanotto onorato” a “camorrista”, passando per “picciotto di sgarro” e così via. Quasi contemporaneamente, al di là dello Stretto di Messina, la mafia è già ad uno stadio avanzato, perché nel 1828 il procuratore di Girgenti scrive dell’esistenza di un’organizzazione di oltre 100 membri di diverso rango, “riuniti in fermo giuramento di non rilevare mai menoma circostanza delle operazioni”. Idem per la ‘ndrangheta in Calabria.

Nel 1848 Londra incendia l’Europa usando come cinghia di trasmissione la solita massoneria speculativa: è la “Primavera dei popoli”, cui seguiranno tante altre primavere di complotti, da quella di Praga del 1968 a quella Araba del 2011. Nel Mar Mediterraneo gli inglesi si adoperano per staccare la Sicilia, avamposto strategico per ogni operazione militare e politica in quel quadrante, dal Regno Borbonico: i “baroni”, gli stessi che comandano le malfamate “compagnie d’armi”, insorgono contro Ferdinando II, proclamando decaduta la corona borbonica ed affidandosi alla corona d’Inghilterra, disposta a difendere l’indipendenza dell’isola. Il contesto internazionale non è però favorevole alla secessione dell’isola e Ferdinando II reprime manu militari l’insurrezione, guadagnandosi l’appellativo di “re bomba”, dipinto dalla stampa anglosassone come un sanguinario ed illiberale despota. Le carceri, che già allora sono il principale centro di propagazione delle mafie, si riempono di patrioti-liberali e “picciotti”, uniti dal comune retroterra massonico: si saldano così legami che saranno presto utili.

I rapporti tra Napoli e Londra, già deterioratesi con la questione degli zolfi, sono ai minimi termini, convincendo che Ferdinando II che è opportuno rafforzare i legami con la Russia, allora acerrima rivale geopolitica degli inglesi : sono gli anni del Grande Gioco e Londra e San Pietroburgo si sfidano in Eurasia per l’egemonia mondiale.

Quando nel 1853 scoppia la guerra di Crimea, il Regno delle Due Sicilie rimane rigorosamente neutrale e nega addirittura alle navi inglesi e francesi dirette verso Sebastopoli di attraccare nei propri porti per rifornirsi. Il primo ministro inglese, Lord Palmerston, non ha dubbi: il Regno Borbonico, nonostante la grande distanza geografica, è diventato un vassallo della Russia. Chi partecipa alla “Guerra d’Oriente” è invece il Regno di Sardegna, consentendo così al primo ministro, Camillo Benso, conte di Cavour, di acquisire un ruolo da protagonista nell’ormai imminente riassetto dell’Italia: la storiografia certifica che Cavour, da buon reapolitiker qual è, non ha in mente “l’unità” della Penisola, bensì “l’unificazione” doganale, economica e militare di tre regni autonomi. Il Regno sabaudo allargato a tutto il Nord Italia, lo Stato pontificio ed il Regno borbonico: la soluzione, seppur caldeggiata da francesi e russi, è però osteggiata dagli inglesi, decisi a cancellare il potere temporale della Chiesa Cattolica e a sostituire gli infidi Borbone con i più sicuri Savoia, tradizionali alleati dell’Inghilterra sin dal Settecento.

È infatti “l’inglese” Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi celebrato dalla stampa angloamericana nonché 33esimo grado della massoneria, a sbarcare nel maggio del 1860 a Marsala, feudo inglese per la produzione di vino, protetto dalle due cannoniere inglesi Argus ed Intrepid. La reazione della marina militare borbonica è nulla, perché la massoneria ha ormai assunto il controllo delle forze armate e dei vertici dello Stato. Le strade e le grandi città sono invece passate sotto il controllo del crimine organizzato: “i picciotti”, che agiscono sempre in sintonia con i “baroni”, danno un aiuto determinante all’avanzata dei Mille. Il Regno delle Due Sicilie, svuotato da uno Stato parallelo che è cresciuto dentro lo Stato di facciata, si squaglia rapidamente: Reggio Calabria non oppone alcuna resistenza, mentre Napoli precipita nel caos, lasciando che il vuoto di potere sia colmato la camorra, lieta di accogliere Garibaldi e le sue truppe. Nasce così il Regno d’Italia, che ancora oggi paga il prezzo del suo peccato originale. È uno Stato strutturalmente debole, nato senza possedere il monopolio della violenza, costretto a convivere con due gemelli siamesi, le mafie e la massoneria speculativa, che non solo altro che meri strumenti in mano a chi ha davvero orchestrato l’Italia unita: l’impero britannico.

Londra non è certo animata da nobili sentimenti: ha defenestrato i russofili Borbone per sostituirli con i fedeli Savoia, ha creato a Sud delle Alpi una media potenza da opporre alla Francia (si veda la Triplice Alleanza), ha partorito uno Stato sufficientemente robusto da reggersi in piedi, ma altrettanto debole da non insidiare la sua egemonia sul Mar Mediterraneo. Le stesse mafie che hanno corroso il Regno delle Due Sicilie sono lasciate infatti in eredità allo Stato unitario: è un’eredità avvelenata, finalizzata a compiere una perdurante opera di destabilizzazione nel Meridione, cosicché non possa mai sfruttare il suo enorme potenziale geopolitico di avamposto verso Suez, il Levante ed il Nord Africa.

Le mafie come strumento inglese di destabilizzazione non sono una peculiarità del Sud Italia. Si considerino ad esempio le Triadi Cinesi che smerciano nell’Impero Celeste quell’oppio per cui Londra ha addirittura combattuto una guerra (1839-1842): le analogie con la mafia, come già notato da Giovanni Falcone, sono incredibili. Tatuaggi, mutua assistenza, omertà, segretezza, riti d’iniziazione, diversi gradi di affiliazione, struttura piramidale: anche le Triadi sono sette criminali paramassoniche e, non a caso, quando i comunisti prenderanno il potere nel 1949, ripareranno nella colonia britannica di Hong Kong.

Il vice-Regno della mafia”, il prefetto Mori ed il secondo sbarco mafioso

Scrive lo storico Domenico Novacco:

“La storia della mafia coincide con l’introduzione dell’ordinamento liberale e democratico nella comunità civile (…). Lo stato liberale e democratico enuncia diritti (statuti e costituzioni) ed assume l’impegno di farli valere ugualmente verso tutti. Di fronte a tale “pretesa” la mafia si configura, nello stato liberale, come un quid anomalo, come un conato di potere locale, come un mini-stato che non si eleva mai al rango di antistato, ma solo di co-stato, condizione ammessa, eccezione consentita e tollerata”.

Mafia ed “ordinamento liberale”, si è visto con la costituzione del 1812 patrocinata da Lord William Bentinck, procedono di pari passo. Non c’è alcun dubbio che “l’Italia liberale” fondata nel 1861 sia terreno fertile per lo sviluppo del crimine organizzato: mafia, camorra ed ‘ndrangheta si sviluppano nelle rispettive regioni come Stati paralleli a quello unitario, prosperando più che ai tempi del Regno delle Due Sicilie: massoneria e mafie, benedette da Londra, sono i motori dell’Italia liberale, un edificio che sembra spesso vicino al crollo, totalmente ripiegato su se stesso. La mafia contribuisce a mantenere l’Italia in un perenne stato di fibrillazione, guidando ad esempio la rivolta del “sette e mezzo” che paralizza la Sicilia nel 1866, quasi l’antefatto di quel 1992 che abbiamo recentemente analizzato.

Il fenomeno mafioso è contenuto finché la Destra storica, quella di Cavour, resta al potere, ma esplode con l’avvento nel 1876 della Sinistra storica: sotto la presidenza del consiglio di massoni come Agostino Depretis e Francesco Crispi, è inaugurato il Vice-Regno della mafia” che dal 1880 circa si estende fino al 1920. “Lo Stato liberale abdica a favore del baronato” e l’intera Sicilia, formalmente governata da Roma, è in realtà un feudo anglo-mafioso: Londra non ha bisogno di staccare l’isola del governo centrale come ai tempi di Ferdinando II, perché esercita il controllo de facto con la “setta” criminale paramassonica. È la stessa organizzazione che negli Stati Uniti assume nomi evocativi come “Mano Nera” o “Anonimi Assassini”: quando nel 1909 il commissario delle polizia di New York, Joseph Petrosino, sbarca a Palermo per indagare sui legami tra mafia americana e siciliana, “i picciotti” non si fanno scrupoli a sparargli in testa.

Il trasformismo parlamentare dell’epoca giolittiana è terreno fertile per la malavita, determinante per l’elezione degli onorevoli espressi dalle popolose regioni meridionali. Un cambiamento si registra dopo la marcia su Roma del 1922: è vero che Benito Mussolini, un vecchia conoscenza di Londra sin dalla Prima Guerra Mondiale e dalla campagna interventista del “Popolo d’Italia”, conquista la presidenza del Consiglio con l’appoggio determinante degli inglesi e della massoneria di piazza del Gesù, ma tende ad emanciparsi in fretta.

L’omicidio Matteotti del 1924 può infatti essere considerato il primo tentativo inglese di rovesciarlo ed ha certamente un certo peso sulla decisione del 1925 di abolire la libera muratoria (sebbene numerosi massoni, primo fra tutti, Dino Grandi, restino al governo). Fedele alla massima “tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato”, Mussolini non può ovviamente accettare la convivenza con istituzioni parallele al governo, come la mafia. Nell’ottobre 1925 Cesare Mori è nominato prefetto di Palermo e, in poco meno di quattro anni, infligge un duro colpo a Cosa Nostra, avvalendosi dei “poteri eccezionali” affidatigli da Mussolini: nel 1927 il tribunale di Termini Imerese condanna oltre 140 mafiosi a durissime pene. Chi, ovviamente, stigmatizza la condotta del governo italiano è l’Inghilterra. Scrive l’ambasciatore Ronald Graham al premier Chamberlain:

“Il signor Mori ha certamente restaurato l’ordine (…). Ha eliminato numerosi mafiosi e ras ed anche numerosi innocenti con mezzi molto dubbi, comprese prove fabbricate dalla polizia e processi di massa.”

Mafie e massoneria, sorelle inseparabili, piombano quindi “nel sonno”, in attesa di essere risvegliate al momento opportuno: proprio come ai tempi delle guerre napoleoniche, sbarcheranno in Sicilia con gli inglesi, accompagnati questa volta anche dalle forze armate statunitensi.

È il 1943 e la mafia non solo facilita lo conquista dell’isola attraverso Lucky Luciano, ma addirittura presenzia alla firma dell’armistizio di Cassibile nella persona di Vito Guarrasi, lontano parente di Enrico Cuccia (la cui famiglia è originaria del palermitano). Finché il “continente” è occupato dai tedeschi, gli angloamericani coltivano la ricorrente idea di separare la Sicilia dal resto dell’Italia: è il momento d’oro del separatismo e del bandito Giuliano, destinato a scemare man mano che le truppe alleate risalgono la penisola. Perché infatti accontentarsi della Sicilia se, come ai tempi d’oro dell’Italia liberale, è possibile costruire dietro lo Stato di facciata un secondo Stato, retto dalle mafie a dalla massoneria?

Inizia così la lunga stagione dei “misteri italiani” dove mafia, camorra e ‘ndrangheta, figureranno a fianco di servizi segreti “deviati” e logge massoniche in decine di omicidi ed attentati: dal disastro aereo di Enrico Mattei alle bombe del 1993, dal sequestro Moro al rapimento dell’assessore campano, Ciro Cirillo. Come abbiamo appurato, il fenomeno rientra nella norma, perché sin dalle origini nella prima metà dell’Ottocento le mafie non altro che società segrete paramassoniche, dedite al crimine ed obbedienti alle logge inglesi ed americane. Ha affermato il pentito Giovanni Gullà, spiegando agli inquirenti i meccanismi di “Mamma Santissima”, la nuova ‘ndrangheta che contribuirà in maniera decisiva alla strategia della tensione:

“La “Santa” si spiega nella logica della “setta segreta”: si è inteso creare una struttura di potere sconosciuta agli altri per ottenere maggiori benefici. (…) Posso affermare con convinzione che la santa, come setta segreta, è l’esatto corrispondente della massoneria coperta rispetto a quella ufficiale. (…) Va chiarito che l’appartenente alla ‘ndrangheta non può essere massone, ma questo vale per la ‘ndrangheta “minore” e la massoneria pubblica. Ma come ho già detto la “Santa” rappresenta una struttura segreta dentro la stessa ‘ndrangheta, pertanto se il fine mutualistico può essere soddisfatto con l’ingresso con l’ingresso di massoni nella struttura e viceversa, nessun ostacolo può essere frapposto”.

La “santa” è l’élite della ‘ndrangheta, costituita negli anni ‘70 nel nome di tre personaggi storici, tutti risalenti al Risorgimento, tutti massoni, tutti ottime conoscenze di Londra: Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini e Giuseppe La Marmora.

Si è detto come l’avanzata delle mafie sia coincisa con l’espandersi dell’ordine “liberale”, che fu pax britannica dalla guerre napoleoniche sino al 1945 e pax americana dal 1945 ad oggi. È un sistema internazionale entrato ormai in crisi irreversibile, schiacciato dalla crisi del capitalismo anglosassone e dall’emergere di nuove potenze. Lo sfaldamento dell’egemonia angloamericana dovrebbe essere sfruttato per liquidare anche quelle società segrete paramassoniche che da due secoli corrodono il Meridione e l’Italia, impedendo di sfruttarne l’enorme potenziale come ponte naturale tra Europa ed Asia.

 

Bibliografia

Mafia e Droga, Michele Pantaleoni, Einaudi, 1966

Mafia ieri, Mafia oggi, Domenico Novacco, Feltrinelli, 1972

Breve storia della mafia, Rosario Minna, Editori Riuniti, 1984

Il Regno delle Due Sicilie e le Potenze europee, Eugenio Rienzo, Rubbettino, 2012

Atlante delle Mafie, AAVV, Rubbettino, 2013

Italia Oscura, Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, Sperling & Kupler, 2016

 

1http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/10/15/stragi-sequestri-un-pentito-racconta.html

2http://www.lastampa.it/2016/07/13/italia/cronache/omicidio-moro-in-via-fani-cera-il-boss-della-ndrangheta-antonio-nirta-XXptxclKt2nmoxZ0XveAhM/pagina.html

3http://www.corriere.it/anniversario-140-anni-corriere-della-sera/notizie/moro-l-ultima-verita-cutolo-4fe4fcac-3bdb-11e6-9ec4-cc8bddb9414f.shtml

4http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/21/fu-di-cristina-sabotare-aereo.html

5http://win.svimez.info/cassa/materiali/4.%20Materiali%20sulla%20Cassa%20per%20il%20Mezzogiorno/b.%20Altri%20lavori/2012%20-%20Il%20divario%20Nord-Sud%20dalle%20origini%20ad%20oggi.pdf

130 Risposte a “Mafia, camorra e ‘ndrangheta: come il Meridione (e l’Italia) fu infettato dagli inglesi”

  1. Leggo spesso con interesse questo blog, e quindi mi stupisce questa desueta retorica anti-risorgimentale, che in Italia è da sempre stata propria dell’anti-Italia, ovvero comunisti e clericali (due facce della stessa medaglia, oltretutto).
    Tesi abbastanza deliranti, mai toccate da gente che il Risorgimento lo ha criticato seriamente (in particolare Salvemini e Nitti, che si facevano beffe delle puttanate sulla massoneria “patriottica”) e rifiutate in blocco dalla storiografia seria, ovvero non da Pino Aprile o dalla cloaca blondettiana.
    Per esempio:
    http://www.treccani.it/enciclopedia/il-sud-e-i-conflitti-sociali_(L'Unificazione)/

    Oppure, per il ruolo assolutamente legittimista della Camorra dopo il 1948, si può leggere:
    http://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842092599

    Ma persino Gigi di Fiore (che mi risulta essere un anti-risorgimentale di ferro) ammette candidamente che i Borbone, da sempre vassalli dei britannici, avessero nella Camorra una sorta di “polizia segreta”, almeno dai tempi dello stramaledetto Ruffo.
    Nel 1861 il Regno Unito agevolò da Malta la partenza della spedizione filo-borbonica e legittimista di Borjes nell’Italia meridionale, il che mi pare in palese contraddizione con la ricostruzione di cui sopra.
    Sono abbastanza deluso.

    1. A me sembra che il Kapo dei comunisti, re Giorgio, sia un grande amante della storia risorgimentale…

      Qui si fanno analisi per capire la realtà ed agire di conseguenza. C’è un motivo se l’Italia è dal 1861 uno Stato di cartapesta. Con tutti i suoi limiti, certamente Mussolini mise qualche pezza.

      1. Lei mi sembra troppo intelligente per disconoscere la differenza fra retorica ed adesione.
        Per capire cosa ne pensassero del Risorgimento glorioso i comunisti basta leggersi Togliatti, in particolare quello che diceva di Mazzini.
        E la Chiesa, ovviamente, sempre anti-italia direi dai tempi delle invasioni germaniche (benedette dai vescovi e dai pontefici).
        La verità è che la sua ricostruzione pecca di determinismo, il che è quasi un peccato vista la lucidità che mostra in altri casi.
        I fatti sono che i Borbone erano vassalli britannici e facevano affari con i Rotshild; che gli inglesi hanno inventato la mafia; che la mafia era legittimista; che gli Inglesi non hanno mai appoggiato esplicitamente Garibaldi, negandogli addirittura le munizioni a Palermo; che CONTEMPORANEAMENTE, non l’hanno nemmeno particolarmente ostacolato, per fare dispetto ai francesi; che hanno permesso una spedizione legittimista da malta; che la massoneria allora (Salvemini docet) non contava molto.
        Poi possiamo, una volta accettati i fatti, fare delle ipotesi sul perché ad un certo punto i Borbone si sono decisamente (perché questo è oggettivo) alienati la simpatia britannica.
        Io direi che, oltre alla Crimea, ha giocato un ruolo sostanziale anche la guerra di successione spagnola.

        Ancora una cosa: Gramsci e Nitti erano contro il risorgimento, ma MAI E POI MAI, si sono sognati di metterne in discussione il risultato.

        1. Le modalità ,le modalità della rapina 400 milioni di ducati riserve monetarie
          Delle due Sicilie ,80 milioni granducato di Toscana,27 milioni regno di Sardegna
          Matteo i borbone avevano la terza Marina da guerra nel Mediterraneo dopo Inghilterra e Francia ,secondo te due vaporetti scassati potevano arrivare a Marsala
          Senza essere affondati ,se non. Fosse stato per la protezione della flotta inglese?
          Secondo te Landi il comandante delle truppe Borboniche a Calatafimi ,con
          Quattro volte le truppe dei garibaldini,artiglieria ,e posizione dominante , scelse
          Di ritirarsi ,per quale motivo? Non per la lettera di credito (poi risultata falsa) di
          30.000 piastre turche?
          Grande Dezzani ,ti avevo chiesto ,da quale sbarco saresti partito,la risposta è arrivata forte e chiara
          Alla. Via così, Federico ,non stare a buttare via tempo a rispondere alle critiche
          Dei “loggionisti”
          Che si leggano le memorie di Curletti , agente di Cavour, basta con l apologia
          Del mercante di schiavi cinesi,ladro di cavalli,servo degli interessi inglesi in Sudamerica, che in una sua lettere nel 68 ebbe l onestà di dichiarare. che se avesse
          Rimesso piede in Sicilia la gente lo avrebbe giustamente preso a sassate.
          Facciamola finita con le menzogne apologetiche patriottardo massoniche
          Alla Tito Livio style,
          La dignità di un paese, e di una nazione non può basarsi su falsità conclamate.
          La ndrangheta tuttora giura fedeltà nei suoi rituali con Mazzini Garibaldi e Cadorna
          Come numii tutelari.
          Gratteri ,Cordova,tra i pochi magistrati che hanno avuto il coraggio di denunciare
          La commistione massoneria/ criminalità organizzata.
          Da Dezzani non mi aspettavo di meno ,
          Amare il proprio paese non può essere fatto a scapito della onestà storica.
          Via i massoni dallo stato ,basta massoni in Polizia,magistratura,funzionari dello stato,e chiunque debba prestare giuramento di fedeltà alla costituzione italiana.
          Niente sconti Dezzani .

        2. Matteo è deluso. Dal suo intervento si nota anche un certo “nervosismo”. Che il buon Dezzani, abbia toccato un nervo scoperto ? Uh che peccato.

          Lo dirà al Gran Maestro alla prossima riunione ? ahahah si scherza eh 😉 e …e….

        3. Credo che Dezzani sia in grado di rispondere, se lo ritiene opportuno, anche senza l’aiuto di qualche mentecatto complottista sempre pronto a dare del massone (senza probabilmente nemmeno sapere cosa è la massoneria).
          Per il resto, io parlo e molto tranquillamente di fatti, non di ricostruzioni favolistiche e fantasiose.
          PS: per capire perché il Sud non aveva, per dire, il debito pubblico basta leggersi Einaudi.
          O magari Keynes.

      2. Complimenti Dezzani. Non sono studioso di storia ma da quando ho scoperto il sito “cinquantamila giorni dall’unità” a cura di Giorgio Dell’Arti non manco di leggerne la cronaca un pò alla volta. Proprio ieri leggevo gli eventi che portarono allo sbarco ad Assab dei primi Carabinieri Regi il 16 maggio del 1883 . Erano eventi che conoscevo sommariamente ma la sua avvincente analisi conferma si riscontra anche in quelle pagine di storia e in quello sbarco in cui iniziammo il colonialismo italiano su mandato dei britannici “meglio gli italiani che qualcun’altro” e anche in quel caso attraverso la Compagnia Rubattino . Estratto dal sito cinquantamila15 ottobre 1884
        Gli inglesi: «Che l’Italia occupi Massaua»
        • Lord Granville, ministro degli Esteri inglese, suggerisce al nostro ambasciatore a Londra, Costantino Nigra, che l’Italia occupi Massaua in Abissinia (Etiopia). Il concetto è: meglio l’Italia di altri. Gli inglesi sono impegnati a domare la rivolta egiziana guidata dal Mahdi (controllo del Sudan), gli egiziani per resistere dovranno per forza abbandonare presto Massaua.

    2. Immagino che i 14 dislike provengano tutti da profondi conoscitori della storia risorgimentale italiana. Un commento ben articolato rigettato dal “pubblico” solo perchè in antitesi con la linea del blog. Peccato…

      1. Matteo ci prova e dice mentecatti!
        Andrea invece dice ignoranti!
        Sortono dalle fogne come i ratti
        Con il cappuccio e co’ bianchi guanti
        Non vogliono si parli dei misfatti
        Dei confratelli che son tutti dei santi
        Mafia camorra ndrangheta massoneria
        Tre figlie tutte con la stessa balia .

        1. …insulti velati, e nemmeno tanto, argomenti inconsistenti, mancava il classico riferimento ai “protocolli”…
          eh sì, è duro da digerire.

        2. Matteo (non metto il Sig. davanti, perchè lei non se lo merita), un conto è alludere con ironia, altro conto è rispondere con “tono rabbioso”, insultando e dando del “mentecatto”.

          Può darsi che io non conosca la massoneria, come la conosce lei (…chissà perchè…) e di sicuro non ci tengo a conoscerla, però il suo insulto di darmi del “mentecatto” glielo ricaccio in gola, non prima di averle fatto notare però, che il suo comportamento è pessimo e denota un atteggiamento negativo nei confronti del prossimo. Lei non è migliore degli altri.

          Capitolo chiuso ! Addio e andiamo avanti.

  2. x Matteo
    per la sua delusione le consiglio di leggere scritti meno deliranti, tipo Repubblica, Corriere della Serva o Limes (che fa tanto intellettuale), o magari uno storico revisionista come Alessandro Barbero.

  3. Cortese utente che usa un nome inglese appartenente ad un personaggio che è considerato uno dei 100 eroi nazionali dalla Gran Loggia di Londra, immagino in perfetta buona fede a causa di quel filmetto di qualche anno fa, se io faccio una ricostruzione storica devo uscire dal complottismo, che è la menata di voler attribuire ad un’unica causa 1000 effetti diversi.
    Altrimenti si finisce nelle contraddizioni di cui sopra, quando si attribuisce all’Inghilterra di aver creato la mafia (sostanzialmente corretto, seppur troppo privo di sfumature) e CONTEMPORANEAMENTE averne contrastato gli scopi.
    La storia è complessa, e la geopolitica purtroppo non si piega alle nostre idiosincrasie.
    Piacerebbe anche a me trovare il Grande Vecchio responsabile di tutti i mali della Patria che io amo, ma credo che dovrò cercare ancora.

    1. Buongiorno Giuseppe, ieri sera ho cercato dei riferimenti nei siti di lingua inglese riguardo alla sua affermazione che Guido Fawkes è considerato un eroe della Massoneria inglese, ma non ho trovato niente. La UGLA (United Grand Lodge of London) non lo cita. L’unico sito massonico che se ne occupa:
      http://www.oriental33.org/oriental_lodge_no_33/2008/11/remember-remember-the-5th-of-november.html
      nell’articolo “Remember, remember, the 5th of November..” dice che “…So far as I am aware, Guy Fawkes Night has no connection with Masonry…”.
      Se volesse illuminarmi al riguardo, grazie.

    2. x Matteo: Angela Pellicciari ha scritto esaustivamente su quello che fu il grande inganno della liberazione del Sud.

  4. Buonasera Matteo, non sapevo che Guido Fawkes fosse considerato un eroe dalla Gran Loggia di Londra. Mi può dare maggiori ragguagli? Quindi il Gun Powder Plot, secondo lei, era un complotto massonico?

  5. … molti italiani, a nord del “muro di Firenze”, e tifosi dei vulcani Etna e Vesuvio, si sentiranno mancare il terreno sotto i piedi.
    Dopo gli svizzeri che emigravano a Napoli per lavorare nell’industria borbonica, e dopo la constatazione che le case degli operai di Ferdinando erano fornite perfino di servizi igienici ed acqua corrente, F.D. porta a conoscenza del grande pubblico cose che nemmeno i “terroni” sanno , e cioè che le mafie non sono un patrimonio genetico del Sud.
    Sono certo che , in qualche modo, si argomenterà prendendosi il tempo che occorre per dipanare la complessità storica e geopolitica dello Stivale, evitando accuratamente di inciampare in pericolosi e fuorvianti “complottismi … intanto F.D. perderà qualche deluso tra i fazzoletti verdi…et similia…

    1. intanto F.D. perderà qualche deluso tra i fazzoletti verdi…et similia…

      e perchè , visto che i “fazzoletti verdi” vorrebbero ritornare a PRIMA di garibbaldi ?😎

      1. vero, ma posso immaginare il dramma di chi è cresciuto nella convinzione di aver salvato il Meridione dalla arretratezza e dalla miseria.
        Questo articolo esce all’aria aperta, con verità finora nascoste al grande pubblico.
        Sarà duro da digerire…e ci vuole solo il tempo che arrivi ovunque.
        E’ stato fin troppo facile anabolizzare il proprio ego con gli steroidi dell’antimeridionalismo(qualcuno ci ha costruito carriere e fortune).
        E se un giorno si smettesse, per miracolo, di guardare a tutti i mali d’Italia come ad una infezione trasmessa dal Sud?
        Contro chi scarichiamo la disperazione e la rabbia?

        1. Contro i nostri colonizzatori ed i loro ascari?

          Imparare a guardare la luna e non il dito, sarebbe gia’ un passo avanti.

          Saluti

  6. Deportati a Roma ancora ai tempi di Tacito, furono chiamati Angli. Non angli, sed Angeli, disse di loro il grande Gregorio vero Papa. Fu la perdita della vera fede a perderli?
    Parla la loro storia: inclusa quella che Tacito, genio di Roma, racconta del vostro Meridione. Che, lungi dall’essere conclusa, con la loro uscita dalla finta Unione da essi stessi concepita, riapre al loro popolo sfiancato l’unica prospettiva che lo rivitalizzi.
    Ovvero, la fede e la fine di un modo del pensiero per cui loro stessi in visita nel vostro Meridione – appunto da loro mantenuto senza armonia civile – ne restano incantati.
    E non è scozzese, il fiero newyorkese che adesso con Volodia farà vera la pace fra i loro popoli? Una pace che toccherà anche il vostro sfibrato paese, e il suo Meridione.

  7. Dezzani ha toccato un nervo scoperto. Pregasi rettificare secondo quanto dettato dalla dogmatica risorgimentale: la mafia è creazione originale di popoli arretrati e antropologicamente inferiori quali quelli meridionali.

  8. “Mazzini autorizza…”, Dezzani? Scherzando coi 3 giuseppi quasi santi padri della Patria.
    Scherzi a parte (teniamo in conto il dovuto lavoro alla Storia), come sta andando colla radio che ha la ranocchia crowleyana sulla pagina web?
    DNFTT. IST

    1. ” Mazzini Autorizza Furti, Incendi e Attentati”= M.A.F.IA.
      Il personaggio è dell’ambiente, ma mi sembra una spiritosaggine.

      1. eh, sai… quando si parla di angli e Sicilia torna in mente Cefalù, poi Pike che scrive a Mazzini, poi British Israelites, poi cosmopoliti come Suchowlański…….

        1. Peccato che Mazzini (contrariamente a Garibaldi), mai fu massone.
          E che il carteggio in questione sia più o meno al livello dei “Protocolli dei savi anziani di Sion”.
          Ma basterebbe un minimo di buon senso per capirlo, visto che pare si parli del “nazismo” (usando fra l’altro il diminutivo) con qualcosa come 80 anni di anticipo.
          Che drago è questo Pike?

        2. x Matteo: traduco da APOSTLE ARNOLD, THE LIFE AND DEATH OF ARNOLD TOYNBEE, di ALAN KADISH, [Toynbee, UN ‘APOSTOLO della Loggia….] a pagina 109, per i tipi di Duke University Press: “Toynbee definì Mazzini come il vero maestro della nostra era”.
          Affinità elettive?

  9. è più o meno da una vita intera che aspetto di leggere un articolo del genere.. leggo questo blog perché mi appassiona la geopolitica, ma finalmente comincio a capire qualcosa del mio paese

  10. Complimenti per l’articolo ,vale quanto cento libri sull’argomento;
    Del resto, Palermo è sempre stata in rapporti privilegiati con Londra, più che con Roma ;la grande aristocrazia palermitana frequentava la Regina Vittoria e la sua corte ,i reali inglesi erano di casa a Palermo, c’è una foto della regina Vittoria a Villa Malfitano Whitaker, e anche la Regina Elisabetta è venuta in visita nel 1980 , presenziando ad un pranzo in suo onore a Palazzo Gangi (il palazzo dove Visconti girò la scena del ballo nel “Gattopardo );io stesso una sera cenai nel ristorante che si trova in alcuni ambienti a pianterreno del palazzo, e alcuni habitué del luogo mi riferirono di aver visto il principe Carlo varcare quella soglia, anche in anni recenti …;potremmo parlare anche del Grand Hotel Delle Palme ,un vero pezzo di Inghilterra vittoriana nel cuore di Palermo, grande albergo ricco di memoria e misteri …in ogni caso,c’è eccome un filo anglopalermitano poco divulgato , che si dipana fino a chissà dove …

    1. Gli hotel hanno sempre un significato particolare, in tutte le vicende storiche.

    2. del resto NICO PERRONE, uno ben informato dei fatti, nel suo LA LOGGIA DELLA FILANTROPIA descrive bene la longa manus ‘foresta’ nel Meridione… documenti alla mano…

  11. Meraviglioso e geniale Dezzani, adesso tutto torna. Come in un puzzle, quando si trova il tassello centrale, poi anche tutti gli altri tasselli vanno al loro posto. Tutto torna, tutto torna e ve lo dice uno che ha bazzicato “centri di potere” pur avendone repulsione e mantenendosi alieno. Tutto torna, finalmente. Grazie infinite Federico e te lo dico con sincerità. Con questo articolo sei riuscito a squarciare quel velo che oscurava la lettura dei fatti. Ragazzi facciamo girare questo articolo perché qui stiamo riscrivendo la Storia d’Italia”.

    1. condivido. grande federico! e grazie
      p.s. curioso come di tutto questo non si faccia mai cenno nella vulgata dietrologica sulla strategia della tensione… come se a un certo punto ci si dovesse fermare. come sull’uscio di palazzo caetani.

      1. a questo punto si spiega anche il tentativo poi abortito di balcanizzare l’italia nel 1992, aveva appena funzionato con la jugoslavia. ma ancora qualche anno fa una cartina pubblicata sull’economist riproponeva il progetto. e pannella ammoniva sinistramente su questa prospettiva sempre incombente. messaggi tra addetti ai lavori.

  12. Veramente un articolo fondamentale per capire la situazione attuale del nostro paese.
    In effetti, pur non avendo mai avuto indizi così precisi come quelli qua elencati, io ho sempre fatto il collegamento tra le mafie e la city. E anche tra le mafie e la massoneria. Diciamo che l’opera scientifica di indagine messa a punto da quel gran genio di Federico ((o di chi si cela dietro) rimarrà per me una pietra miliare per capire la nostra storia. Farò girare molto questo articolo è anche i due precedenti in quanto assieme avvalorano tesi che io , al contrario,non ho mai saputo ben dimostrare. Grazie Federico

  13. Una analisi interessante che ha anche fondate ragioni storiche: gli inglesi vogliono dominare tutto, da sempre e usano la tecnica della cospirazione. Ma non solo loro, è insito nell’animo umano, purtroppo.

    Diceva Marco Paolini, in un suo spettacolo dedicato alla Serenissima, che tutti quelli che sono stati in cima al Mondo, stanno sul culo al resto del Mondo e citava, gli Antichi Romani, i Veneziani e gli Angli (così prendo le due coste dell’Oceano Atlantico), ultimi in ordine di apparizione mondiale.

    Altri veri popoli invasori, a livello mondiale, pochi, i greci non lo erano, gli egizi nemmeno, gli assiri neanche, e così i cinesi. Si vede che fa parte della mentalità occidentale DOC, quello di rapinare e uccidere.
    Questo a grandi linee, naturalmente.

    Dal punto di vista geopolitico noi siamo una favolosa imbarcazione che staziona nel centro del Mediterraneo e può controllarne, le coste meridionali e tutte le strategie di telecomunicazione (prima marinaie, adesso altro). La parte più interessante è proprio quella zona a sud, la più ricca, Sicilia e Napoli. E quindi è del tutto credibile, a grandi linee, quello che ha scritto con grande passione il Dezzani, di cui apprezzo l’intelligenza e la giovanile passione.

    E serve un giovane adulto per fare queste analisi, colto e preparato come lui. Sono certa che imparerà da solo a ridurre il determinismo in favore di un maggiore possibilismo e probabilismo (e non solo sulla Mafia et similia).

    Al Liceo, eoni fa, mi dissero che in effetti la riunificazione dell’Italia (un ente geografico ma null’altro) fu dovuta a forzature britanniche, in odio verso la Francia. Libro di scuola, eh…
    Mi dissero anche che i Savoia erano miserabili e pieni di debiti nonchè massimamente ignoranti (quindi facilmente manipolabili) e quindi l’idea di depredare la casse borboniche fu per loro un sollucchero.
    Mi dissero che le più grandi industrie italiane erano al sud, dove i Borboni, ottimi gestori di Stato, avevano creato una società piuttosto avanzata per l’epoca, come burocrazia, istruzione, giustizia e formazione.

    Al Nord non c’era molto, anzi c’era il poco uscito da secoli di guerra intestine similmedievali e continue invasioni esterne. C’era solo, come grossa unione territoriale, l’ex Repubblica Veneziana che era stata l’unico Stato ateo italiano, anche questo ben gestito e molto potente. A cui seguì la gestione austroungarica, altrettanto buona. Non mi metto a parlare delle molte ingiustizie di questi ottimi Stati che sono sempre esistite all’interno delle società umane. Ma che si possono ridurre.

    Ma il Nord era strategicamente più vicino al centro Europa, l’area tuttora più ricca del continente.
    Niente lunghe strade o lunghi tragitti marini.

    La spoliazione del Sud è cosa nota. Solo tra il 1958 e il 1963 i meridionali che si trasferiscono al centro-nord furono circa un milione. Un numero altissimo, su una popolazione di nemmeno 50 milioni. E un grande spostamento si ebbe anche dalle zone interne d’Italia alle zone costiere, stesso periodo.
    Negli anni successivi al secondo dopoguerra, l’Italia subì spostamenti di popolazione al suo interno, mai viste prima nella Storia, paragonabili, in ordini di grandezza, alle grandi emigrazioni dei secoli XIX e XX di italiani verso alcuni Stati delle Americhe, dell’Africa e dell’Europa. L’addensamento fu nella Pianura Padana.

    Per contrappeso alla spoliazione del Sud, cito un libro di Luca Ricolfi “Il sacco del Nord. Saggio sulla giustizia territoriale” – Guerini e Associati, del 2010.

    Povera Italia, il Paese con il maggior numero di bellezze storiche, architettoniche e artistiche, con un Paesaggio che dovrebbe essere protetto dall’articolo 9 della Costituzione, saccheggiato da mani estere che nel farlo hanno trovato moltissima sponda interna, devastato da inquinamento e consumo di suolo e ciò nonostante mantiene ancora (per poco) una altissima biodiversità (anche umana, pare che ci sia una significativa differenza all’interno delle diverse regioni italiane a livello di DNA, anche s epoi, ricordo, il 98% del nostro DNA è identico a quello del moscerino della frutta), un Paese fragile delicato e con una forte forma di autorazzismo che ci indebolisce, oltre a quello che fanno altri, da fuori.

    Per quello quando vedo giovani adulti come Federico Dezzani che studia, si appassiona e scrive anche molto, ma molto bene, mi sento meglio. Studiare è l’unica arma di difesa a chi ci vuole supini e ignoranti e manipolabili.

      1. TI SBAGLI TU.
        il Regno Borbonico era molto avanzato per quei tempi, forse troppo. e questo non piaceva. concedere la maternità, avere le casse dello stato piene, avere una marina mercantile che potenzialmente avrebbe potuto creare fastidi alla propria (e siamo in epoca vittoriana tanto per capirci), avere di fatto l’esclusiva di alcune materie prime, vedi lo zolfo, assolutamente necessarie per l’industria siderurgica del tempo…..beh sono tutti buoni motivi.
        ti ricordo pure che, ad es. il distretto industriale tessile di Biella è stato “inventato” dal nulla rubando i macchinari dalle zone di Napoli e Caserta……
        che alla fiera internazionale di Parigi di meta ‘800 il regno borbonico aveva palesato una crescita impressionante che destava parecchia preoccupazione sia per gli inglesi che per i francesi.
        infine volevo aggiungere un dettaglio riguardante la ricorrenza nella terminologie utilizzate dalla massoneria: come ben detto nell’articolo la mafia campana inizialmente si chiamava mano nera…..stesso nome ripreso nella prima Mafia americana (che pare fosse coinvolta anche nell’omicidio di Lincoln e……..stesso nome del gruppo “pseudo terroristico” serbo (Princip & C) che tese l’agguato mortale all’Arciduca Ferdinando d’Asburgo, ovvero alla 1° guerra mondiale…..
        tutte coincidenze???

    1. Non credo che Venezia fosse atea. Basta entrare in san Marco quando non ci sono i turisti per farsene un’idea o recarsi alla Salute quando ricorre la Festa o visitare le Accademie, sempre senza turisti. Durante la Quarta Crociata mentre i conti Franchi sgomitavano per farsi incoronare sul Regno Latino d’Oriente il doge Enrico Dandolo chiese l’icona della Vergine Nicopeia (che è in san Marco) e alcuni scali strategici. E vero che i Dogi sorridevano delle scomuniche dei Papi.
      Libero

  14. Complimenti Federico, per il coraggio innanzituto e non è cosa da poco, e poi per l’acutezza, e non è vera l’accusa che le è stata fatta di volere trovare un capro espiatorio o diciamo meglio una spiegazione che racchiuda tutto, la storia è sempre una “lunga storia” e nasconde, ma a volte mette anche in bella vista, quei suoi percorsi che solitamente sono sotterranei, questa bella spiegazione da Lei fornitaci mi è stata di grande aiuto per togliermi alcuni dubbi, o quantomeno a intravedere una spiegazione, una possibile risposta ad una serie di domande a cui sin qui non sono mai riuscito a dare risposte soddisfacenti, ma che adesso grazie al Suo contributo sento mi sia possibile dare, che le attività criminose delle varie mafie avessero un collegamento con altri livelli di governo, e non mi riferisco al governo nazionale, mi è sempre sembrato cosa evidente, quasi fossero servizi dati in appalto, mi riferisco soprattutto al traffico internazionale degli stupefacenti che necessita di un livello molto più alto ed internazionale rispetto a quello che è nelle possibilità di mafie locali, la domanda che mi sono sempre posto è come mai dato il giro enorme di miliardi di dollari che necessita di un riciclo in cui il ruolo delle piazze borsistiche e finanziarie quali la city e war street è irrinunciabile, nonchè il supporto delle grandi banke d’affari, ebbene come mai nessuna inchiesta ha mai sfiorato questi interessi alla fonte di tali attività? la Sua lettura mi aiuta a dare un indirizzo preciso, tutto si tiene, come anche un certo livello di connivenza e complicità che si venne a creare tra i terrorismi politici e le compagini mafiose all’interno delle carceri italiane durante il ventennio 70/80 del secolo scorso, anche questo fatto mi ha sempre lasciato con molti dubbi, insieme a tante altre sensazioni di incongruità che mi si sono presentate come tali di fronte a molti episodi inspiegabili della storia “politica” di cui sono stato diretto testimone, La voglio ringraziare perchè un po’ di luce è stata portata in quella mia storia personale, ma che ancora fatico a capire di cosa sono stato realmente testimone, pur essendo sempre stato avidamente curioso e sempre alla ricerca di spiegazioni sensate.
    Continui così Federico, in me ha trovato un interessato lettore.

    1. Come mai nessuna inchiesta ha mai sfiorati quegli interessi? Chi solo osa volgere lo sguardo in quella direzione semplicemente muore insieme ai loro collaboratori che li protegge e aiuta….. Di inchieste ce ne sono state eccome e chi le ha condotte è saltato in aria. Il periodo prima di morire Falcone e Borsellino indagavano in quello che chiamava il “Grande Gioco” (mafie/narcotraffico+servizi segreti/Gladio/CIA/MI6+terrorismo+Vaticano+riciclo multimiliardario di denaro in notissime grandi industrie, banche e piazze borsistiche+appalti+politica nazionale+geopolitica internazionale e globale) e sappiamo tutti in quanti quintali di esplosivo sono incappati 25 anni fa….
      7 anni prima anche il giudice Carlo Palermo saltò in aria salvandosi per miracolo, riportando comunque lesioni permanenti, puntando dritto al “Quarto Livello” (questo il suo appellattivo alo stesso coacervo di ambienti sotterranei potentissimi) con la sua inchiesta.
      Provi a fare una ricerca su chi ha intrapreso la strada del “follow the money” provenienti dalle attività malavitose negli utlimi 50 anni, ne troverà ben pochi arrivati alla pensione ma molti nella tomba anzitempo, come per esempio: procuratore Scaglione, commissario Ninì Cassarà, avvocato Ambrosoli, etc. Se poi allarga la ricerca anche all’estero, l’elenco diventa chilometrico.

      Da sempre se segui il percorso dei soldi, muori.

      1. Ho scordato di menzionare nel ‘coacervo’ l’ovvia onnipresente massoneria e nell’elenco delle vittime il prefetto ex generale Dalla Chiesa, il quale nei mesi prima di morire si dilettava a perquisire ed indagare banche….. Mentre non ho utilizzato volutamente l’insensato aggettivo ‘deviato’.

    2. ti consiglio di fare una ricerca sulla famiglia Matheson. compagnia delle indie, guerra dell’oppio banca HSBC (Hong Kong & Shangai Bank Corporation) sede trasferita a Londra dopo che Hong Kong è tornata cinese…….
      Guarda dove si produce l’oppio e quando e guarda chi controlla dette zone nei rispettivi periodi .
      Per un periodo del secolo scorso anche la Francia l’ha fatta da padrone e guarda caso controllava la Cambogia……e guarda caso negli stessi anni 50-60-70 la raffinazione della eroina avveniva quasi tutta a Marsiglia……
      Buona ricerca

  15. Che dire di fronte al monumentale samizdat di Federico ? Sublime è forse il termine più appropriato.
    Come qualcuno ha già sottolineato, dopo aver letto Dezzani, ogni tassello torna al suo posto e l’immagine diviene chiarissima.

    D’altra parte, l’intreccio Mafia-Massoneria è qualcosa che gli addetti ai lavori conoscono da tempo. Proprio verso giugno dell’anno scorso, nel totale silenzio dei media mainstream, in Sicilia è scattata l’inchiesta “Brotherhood” dove Gran Maestri di note logge massoniche erano al contempo esponenti di spicco di famigerate cosche mafiose http://catania.meridionews.it/articolo/44514/brotherhood-affari-degli-ercolano-con-i-massoni-indagati-anche-avvocati-per-usura-ed-estorsione/ – La povera Rosy Bindi, ricordiamolo Presidente della Commissione Anti-Mafia, d’altra parte è circa un anno che chiede gli elenchi degli affiliati del GOI alle logge massoniche siciliane e calabresi http://gds.it/2017/02/02/antimafia-occhi-su-massoneria-per-consegna-elenchi-di-sicilia-e-calabria_623822/ ed è un anno che il Gran Maestro Bisi, puntualmente, si straccia le vesti, gridando allo scandalo “Come osate chiedere l’elenco dei nostri iscritti ?” http://ildubbio.news/ildubbio/2016/12/28/bindi-la-massoneria-basta-segreti-nomi/ ed ovviamente non glieli da. Il tutto supportato da moti d’indizìgnazione di personaggi dai nomi altisonanti http://formiche.net/2017/03/03/massoneria-rosy-bindi-gli-elenchi-e-i-brividi-della-gogna-mediatica/ e da una stampa più che compiacente http://www.ilfoglio.it/politica/2017/01/20/news/rosy-bindi-elenchi-massoneria-antimafia-stefano-bisi-116190/ “. Dice il Gran Maestro Bisi:” Ci dicano chi sono i malavitosi e NOI prenderemo provvedimenti. Capite ? NOI prendiamo provvedimenti. “Lo stato nello stato, appunto”.

    Naturalmente la Massoneria, ogni qual volta, qualcuno tenta d’indagare e/o di squarciale quel velo omertoso, che tiene in piedi questa anacronistica condizione di “stato nello Stato”, comincia a lanciare strali di accuse di “persecuzionismo, caccia alle streghe” e quant’altro, il tutto corroborato da una stampa connivente e prona. Molti ricorderanno la lotta del Magistrato Cordova, contro alcune logge massoniche http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/16_febbraio_25/cordova-a-80-anni-mi-sento-ancora-come-mastino-96813488-dbfe-11e5-a830-6e3da2b49ec4.shtml

    Quando l’associazione con la squadra ed il compasso, non riesce o non può combattere direttamente le accuse che le vengono rivolte, allora usa la tattica dell’insinuare “il DUBBIO”. Vedrete che anche nel thread al “devastante samizdat di Federico”, compariranno flautati commenti che inviteranno il Dezzani a “lasciare le ipotesi deterministiche per passare a quelle probabilistiche” e così faranno anche con i lettori del Blog, tentando la “carta del dubbio”. “Insinuare il DUBBIO sarà il must da seguire. D’altra parte il “terreno grigio del dubbio” è quello dove LORO si muovono meglio, volgendolo sempre, in un modo o nell’altro, a loro favore.

    Le cose da dire sarebbero tante, ma preferisco non fare un “post nel post” appunto ahahah. Chiudo, sposando la chiosa di federico, quando dice ” È un sistema internazionale entrato ormai in crisi irreversibile, schiacciato dalla crisi del capitalismo anglosassone e dall’emergere di nuove potenze. Lo sfaldamento dell’egemonia angloamericana dovrebbe essere sfruttato per liquidare anche quelle società segrete paramassoniche che da due secoli corrodono il Meridione e l’Italia, impedendo di sfruttarne l’enorme potenziale come ponte naturale tra Europa ed Asia”.

    Si! E’ così. Lo sapevamo e lo aspettavamo. E’ un sistema al collasso che sta per scomparire. Spetta a noi, il compito di fare in modo che quello che segua sia migliore e non peggiore. Comunque e sempre GRAZIE FEDERICO DEZZANI

  16. Guarda caso è proprio davanti alla Sicilia che passano i cavi attraverso i quali fluiscono le informazioni tra Medio Oriente, Europa e USA.
    Il controllo di queste vie di trasferimento dati è fondamentale per la gestione dell’impero americano.
    Però, rispetto ai tempi della Guerra Fredda le mafie hanno perso d’importanza, visto che gli interessi imperiali si sono spostati verso altri settori geopolitici.
    Un tempo i capi cosca trattavano direttamente con i capi dei servizi angloamericani, adesso si limitano a gestire le questioni economiche dell’Italia meridionale.
    Di questa perdita di importanza strategica parla anche Messina Denaro in una sua lettera.

  17. Che strano ? Ho commentato prima, brevemente, senza problemi.

    Adesso ho tentato d’inserire un commento più articolato, con ricerche, links, documentazione ed il sistema mi dice:” Commento in attesa di moderazione”.

    Dezzani è normale ? Hai inserito il filtro sui commenti ?

    1. Ho dovuto inserire qualche filtro per proteggermi dagli attacchi di spazzatura. Ora controllo.

  18. Superbo Federico!! Bellissimo questo articolo, alcune cose le sapevo già, ora leggo i commenti

  19. scusa Federico, magari è una stupidata ma mi manca un pezzo, inglesi-ebrei ebrei-inglesi.
    Se nn ricordo male furono proprio gli inglesi che spinsero affinché sorgesse lo stato di Israele…

  20. La storia dell’Inghilterra a partire dalla fine dell’Impero Romano si evolve tutta all’interno della storia della pirateria. I vichinghi che la invasero erano i più abili predoni di tutti i tempi e tutt’ora sono i veri capi di quello che è sempre stato il regno dei pirati, a proposito basta ricordare la storia del loro capo più famoso Sir Francis Drake. La monarchia inglese è la diretta emanazione di quelle bande piratesche che hanno poi colonizzato gli Stati Uniti e combattuto sempre gli antichi stati nazionali in ogni parte del globo. Praticamente tutte le grandi organizzazioni criminali para-massoniche sono il frutto avvelenato che questi pirati hanno lasciato al loro passaggio.

    1. Chi comanda davvero in Inghilterra e in USA, Enzo? Non facciamo il gioco di lorsignori, puntando il dito contro gli anglosassoni. I pirati assaltano, non creano massonerie speculative.

  21. Un solo appunto, o meglio, una correzione (probabilmente un refuso). Il lontano parente di Enrico Cuccia, presente all’Armistizio di Cassibile si chiamava Vito Guarrasi e non Guarrisi.
    Da solo, per il ruolo che ha poi rivestito per più di 50 anni nelle vicende siciliane e nazionali, sia della Prima che della Seconda Repubblica, meriterebbe un approfondimento sulla falsariga di questa ricostruzione.

  22. Articolo straordinario e chiarificatore come sempre!

    Federico, avrei una curiosità sull’articolo precedente che qui hai ripreso:

    “le bombe del 1993 sono un “lubrificante” per consentire agli anglofili del Britannia di smantellare a prezzi di saldo l’IRI e l’industria pubblica.”

    Ma perché quesgli angolfili si sarebbero dovuti preoccupare delle bombe?
    Non hanno certo una sensibilità umanitaria.
    E non temevano destabilizzazione visto che in genere le bombe tendono a rafforzare la compattezza del popolo verso i governi in carica.
    Perché preoccuparsi dunque?

  23. Dezzani, le sue notevoli intuizioni storiche spiegano molti passaggi in modo convincente. Non c’è dubbio che la mafia e le altre organizzazioni criminali hanno un’organizzazione iniziatica e che sono, molto spesso, state usate per degli scopi di politica generale. Una coincidenza? Credo proprio che lei abbia centrato l’analisi e non solo, alla luce di questa sua intuizione ci sono numerosissimi episodi criminosi che vanno riletti in modo molto diverso.
    Riporto un esempio molto famoso che, seguendo il filo logico da lei proposto, andrebbe riletto: la strage di Portella della Ginestra e l’attività di Salvatore Giuliano e della sua organizzazione. In provincia di Palermo il comando delle operazioni per l’indipendenza della Sicilia, nell’immediato dopoguerra, fu assunto dal colonnello dell’E.V.I.S. (esercito volontario per la liberazione della Sicilia) Salvatore Giuliano, il suo territorio d’azione fu Monte Lepre dove le forze dell’ordine e l’esercito italiano furono impegnati in una vera e propria guerra a cui solamente il tradimento del braccio destro di Giuliano, Gaspare Pisciotta, doveva porre fine. Anche su Salvatore Giuliano le opinioni degli storici sono state spesso divergenti, così se da un lato è stato visto come un bandito senza scrupoli pronto a farsi strumento di morte per la difesa dei privilegi della classe terriera e di certa turpe politica, dall’altro è stato visto come un novello Robin Hood che difendeva i poveri da un Sistema illiberale ed oppressivo. Certo l’eccidio di Portella della Ginestra del primo maggio 1947 non sembrerebbe lasciare molto spazio all’immagine di un Giuliano protettore dei disagiati, ma secondo una versione della stessa sorella di Giuliano a sparare sugli inermi contadini furono i componenti del gruppo armato che erano contravvenuti agli ordini del fratello, il quale aveva ordinato di sparare in aria qualche colpo “giusto per dare una lezione a quel Gerolamo Li Causi”, dirigente comunista, che in un primo momento aveva dato il proprio assenso ad una alleanza con lo stesso Giuliano per poi tirarsi indietro (non si capisce bene per quale motivo). Evidentemente, al di sopra dello stesso Giuliano (alla luce di quanto riferito dalla di lui sorella) vi era qualcuno che avrebbe ordinato di sparare sui contadini “comunisti” contravvenendo agli ordini del comandante e mandando un messaggio sia a Roma che a Mosca, su chi dovesse controllare il territorio in Sicilia. Poi vi sono tutti gli episodi collegati all’indipendenza della Sicilia, ma quello è un capitolo a parte che ha bisogno di una trattazione approfondita.
    Ho provato a rileggere quel fatto storico alla luce di quanto scritto nel suo articolo, tenendo anche conto che la testimonianza della sorella non era mai stata tenuta in debito conto. Tuttavia oggi assumerebbe un siglificato ben preciso, specialmente se lo leghiamo al tradimento e assassinio dello stesso Giuliano, che ne pensa?

    1. Giuliano fu ucciso dalla stessa mafia quando l’ipotesi separatista era ormai sorpassata. Si era anche “allargato” troppo, a discapito della mafia ordinaria.

      Consegnarlo vivo alla polizia era impensabile, perché conosceva troppi segreti, in primis la strage di Portella della Ginestra.

  24. Leggevo che quando gli inglesi sono arrivati in India, la convivenza tra indù e musulmani aveva raggiunto un certo equilibrio.
    Per tenere meglio sotto controllo questi nuovi territori, gli inglesi decisero di attuare una politica di destabilizzazione, fomentando gli scontri tra le due componenti religiose principali.
    Fecero arrivare dal Medio Oriente dei predicatori fanatici che, nelle moschee, aizzarono i musulmani contro gli infedeli indù, provocando una reazione violenta; gli scontri che tormentarono la penisola asiatica nei tempi successivi, permisero ai 10.000 funzionari di Sua Maestà di gestire la situazione a proprio favore, saccheggiando le ricchezze della colonia e facendone un mercato di sbocco dei prodotti britannici.
    Furono, inoltre favorite, alcune minoranze etniche a scapito di altre e provocate sommosse popolari contro i capi locali infedeli.
    Quando l’India proclamò l’indipendenza, i servizi segreti britannici riuscirono a staccare dal nuovo Stato la parte a maggioranza musulmana, in modo da creare un Paese cuscinetto, il Pakistan, che allontanava l’India dai giacimenti petroliferi iraniani.
    Questo per dire che il comportamento inglese in Italia rappresenta il “modus operandi” normale dell’impero da tre secoli a questa parte e non è un gioco facile: bisogna garantire al Paese-colonia un equilibrio economico e politico che garantisca il consenso del popolo alle classi dirigenti subordinate all’impero, ma allo stesso tempo destabilizzarlo quel tanto che non gli permetta di agire in modo indipendente seguendo i propri interessi.

    1. “il comportamento inglese in Italia rappresenta il “modus operandi” normale dell’impero da tre secoli a questa parte”

      Esatto: da tre secoli. E cos’è stata fondata nel 1694 in Inghilterra?

  25. …è dai tempi della fine di Roma Imperiale che in questa “espressione geografica” ci si “barcamena”…però nonostante tutto, in questa penisola sono nate e continuano a nascere delle autentiche genialità…bellissima analisi Federico… frutto di studio concreto…passione per la verità e spirito di onestà storica…

  26. Dezzani visto gli ultimi “tuffi” nel passato, sarebbe interessante un samizdat sullo scandalo della banca romana. Le rinnovo i complimenti.

  27. Grazie Dezzani, Il tassello che mi mancava, ora è tutto più chiaro.
    L’impero inglese, la massoneria e le mafie.
    Lo sospettavo anch’io mischiando Lyndon Larouche e Giovanni Fasanella.

  28. Complimenti a Federico Dezzani, ottima ricostruzione.

    solamente una domanda per Federico come è riuscito a fare una ricerca così colossale ed unire tutte le tessere del puzzle?

    solamente una diversità di visione con Federico: Guy Fawkes sarà stato anche un massone ma comunque sfidò il governo in maniera plateale e se non erro fu anche tradito e giustiziato; riguardo al “filmetto” di anni fa, V per Vendetta, è stato scritto da un grande fumettista, Alan Moore e l’ispirazione la prese dall’Inghilterra dell’era Thatcher

    a molti dei commenti che leggo sopra: chi è che disse che la storia la scrivono i vincitori?…………

  29. Per grandi linee la storia d’Italia è quella sintetizzata in questo samizdat: le pagine dei libri di scuola (lette un pò in controluce) non ne riportano poi una molto diversa. Dezzani è un grande divulgatore e in un momento come questo è particolarmente prezioso. Da secoli gli Inglesi dominano con lo stesso sistema: mettono le potenze del continente in condizioni di doversi scannare e al momento giusto tirano su il ponte levatoio. Brexit e Trump in questo senso dovrebbero (anche) allarmare molto. Il gioco l’hanno inventato loro e l’hanno sempre condotto muovendosi d’anticipo. I Russi hanno tutto assai chiaro da parecchio, sanno difendersi, eventualmente allargarsi, e hanno una pazienza incredibile. Non è chiaro nei secoli cosa abbiano capito i Tedeschi, i Francesi, gli Italiani e gli Spagnoli. In questi ultimi anni si è lasciato che innescassero i Baltici, i Balcani, la Polonia, l’Ucraina, la Turchia (oltre che la Siria). Ora che sono pronti i fuochi d’artificio si fermeranno sul più bello? Quando scoppierà la bolla li fermerà la Mogherini?

  30. Interessante per l’argomento trattato da Dezzani
    leggere il libro di Antonella Randazzo, dal titolo
    Pirati e Mafiosi editore Espavo.
    Inoltre, volevo specificare che i picciotti siciliani
    erano uomini a servizio dei nobili dell’isola, ai
    quali ubbidivano devoti. L’origine della parola mafia
    non è siciliana, ma toscana o piemontese, tale
    parola fece la sua comparsa ufficialmente, dopo
    circa trent’anni dall’Unità d’Italia. Il politico Giolitti
    chiamato il ministro della mafia o della malavita
    fece insediare nelle prefetture, nelle questure,
    nelle dogane, dei malavitosi, il cui scopo non
    era certo quello di tutelare le leggi, il Procuratore
    del Regno Diego Tajani, che voleva arrestare il
    questore di Palermo, fu osteggiato dal Viminale
    al punto di presentare le dimissioni. In quanto al
    prefetto Cesare Mori, per sua stessa ammissione
    affermò più o meno le seguenti parole,” finora
    abbiamo frugato tra i fichi d’india, ma il vero
    colpo alla mafia lo daremo quando ci sarà
    consentito di entrare nei palazzi nobiliari, nelle
    prefetture e financo in qualche ministero a Roma”.
    Il Deputato del Regno Giuseppe De Felice, in un
    suo discorso in Parlamento, disse ” La mafia non
    è la vergogna della Sicilia, ma dello Stato che la
    mantiene”. In quanto ai Borbone, non erano affatto
    vassalli degli inglesi, certo è, che gli inglesi
    salvarono il Regno a Ferdinando quarto, i Borbone
    si disobbligarono regalando all’Ammiraglio
    Nelson la Contea di Bronte, un angolo British in
    Sicilia, compreso il cimitero annesso, ceduta
    recentemente al Municipio di Bronte. Quello che
    interessava agli Inglesi in Sicilia, oltre la
    posizione geografica e il commercio del vino,
    (il marsala era la bevanda ufficiale della flotta
    inglese), era lo zolfo, vera ricchezza strategica
    dell’epoca, indispensabile per gli esplosivi e
    innumerevoli altri usi. Al punto che Garibaldi
    prima ancora della spedizione dei mille, aveva
    preso accordi con una società di Livorno, per
    la concessione di alcune linee ferrate in Sicilia
    da costruire non appena conquistata l’isola
    e per la quale, fu pagata la prima tangente della
    Italia Unita, a Milano, per aggiudicarsi l’affare.
    La società era la Adami Lemmi. Lo scopo delle
    linee ferrate in Sicilia, non era certo quello di
    offrire ai siciliani un nuovo mezzo moderno
    per spostamento agevole di passeggeri e merci.
    infatti erano tra le miniere di zolfo e i vari porti
    dell’isola, gli inglesi con la spedizione dei mille
    si erano aggiudicati lo sfruttamento vitale dello
    zolfo siciliano, dopo che i Borbone non avevano
    più rinnovato la concessione dell’estrazione
    del minerale nell’isola di Vulcano.

  31. Caro Federico Dezzani, credo d’interpretare il pensiero della stragrande maggioranza di quelli che ti seguono, se ti chiedo, per questa volta di lasciare questo ultimo samizdat, in bacheca, per almeno un settimana in più degli altri.

    L’importanza dei temi toccati e’ vitale per l’ Italia e gli italiani. Le informazioni che verranno fuori nei prossimi commenti, importantissime. Magari potresti prenderti una settimana di relax .

    E’ solo una semplice proposta, ma spero venga accettata. Grazie Federico. sei un patrimonio nazionale. Siamo con te in maniera profonda. W l’Italia !

  32. Non entro nel merito dell’articolo per incompetenza scientifica, ma posso dire che tra il 1990 e il 1993, mentre i poteri finanziari internazionali coordinati da Londra (vedi la riunione del Britannia) preparavano l’assalto alle prima repubblica (per derubare l’Italia e gli italiani dei frutti della ricostruzione) la Massoneria inglese portava un attacco subdolo e feroce al Grande Oriente D’Italia.

    Nello stesso tempo Magistratura e giornali attaccavano i partiti che del benessere e della sovranità italiana erano i custodi e che alle elezioni del 1992 avevano preso oltre il 52% dei voti (che allora la gente votava!)

    Ma questo fa parte del naturale andazzo delle cose retto dalla logica della sopravvivenza. Infatti al GOI per schivare l’attacco bastano poche persone illuminate (perché arrivati, opportunisti e quaqquaraqqua quando il gioco si fa duro se la squaliano o si confondono), anche se passata la buriana tornano tutti fuori a confondere le menti più semplici, mentre il popolo italiano tirava le monetine a Craxi ed applaudiva ed alzava alle stelle magistrati improbabili e persone che definire equivoche è un eufemismo.

    Insomma, gli inglesi ci governano, ma noi, con la nostra mentalità forgiata da secoli di Controriforma, gli diamo una bella mano a farlo con facilità.

  33. “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Questo disse Giovanni Falcone. Che morì per dare Giustizia a questo Paese martoriato e colonizzato. Vero, siamo un Paese di cartapesta, malato di autorazzismo, dove, come ai tempi medieveli, ogni discussione tende a polarizzarsi, con il rischio di non voler nemmeno prendere in considerazione un punto di vista diverso, ma neanche tanto, come quello di Matteo. A seguire frotte di attacchi AD HOMINEM, come ormai producono i social. Se l’intento è APPROFONDIRE per meglio comprendere e poi agire, di sicuro non segue il metodo dell’attacco personale. Inoltre lede il buon lavoro che sta facendo Dezzani. Troppi BIAS di conferma non fanno bene a chi sta cercando una delle molte verità di questo mondo complesso e di sicuro il determinismo storico non serve, come già ampiamente dimostrato. Dezzani è bravo, preparato e molto intelligente, sono certa che apprezza chi porta nuovi argomenti.

  34. Buongiorno Dott. Dezzani,

    in riferimento alla sua premessa:

    “Sicilia e mafia”, “Campania e camorra”, “Calabria e ‘ndragheta” sono accostamenti triti e ritriti, spesso impiegati per dipingere l’intera Italia come un Paese mafioso, corroso dal crimine, e quindi da collocare ai margini del sistema internazionale, tra gli Stati semi-falliti.”

    c’è da chiederesi dove finisce una buona fetta dei proventi del crimine organizzato in un’economia globalizzata come quella attuale?

    Insomma, a parte le organizzazioni criminali, chi ne beneficia in primis?

    Ecco la risposta:

    https://sputniknews.com/europe/201606011040611129-money-laundering-corruption-london/

    Della serie: chi di corruzione ferisce, di corruzione perisce!!!!

    Saluti.

    Fabrice

    PS nel successivo post le segnalerò un interessante libro a riguardo.

  35. b) La versione originale in inglese:

    “Don’t tax or regulate us or we will flee offshore!” the financiers cry, and elected politicians around the world crawl on their bellies and capitulate. And so tax havens lead a global race to the bottom to offer deeper secrecy, ever laxer financial regulations, and ever more sophisticated tax loopholes. They have become the silent battering rams of financial deregulation, forcing countries to remove financial regulations, to cut taxes and restraints on the wealthy, and to shift all the risks, costs and taxes onto the backs of the rest of us. In the process democracy unravels and the offshore system pushes ever further onshore. The world’s two most important tax havens today are United States and Britain……

    http://treasureislands.org/the-book

    E intanto i pennivendoli italiani fanno a gara ancora a dire: “Gli Stati Uniti sono la più grande democrazia del mondo”, ” Il Regno Unito è un paese serio dove le cose funzionano mica come qui in Italia” e tante altre battute ciarlatane e ruffianeggianti del genere !!

    Saluti.

    Fabrice

    PS nel prossimo post le segnalo un interessante articolo su Cia mafia droga Falcone

  36. Ecco l’articolo!!

    “Cosa Nostra: la legione sicula della CIA”

    ……..Alfio Caruso: “Agli occhi di Paolo [Borsellino] è ormai chiaro lo schema del Gioco Grande individuato da Falcone: inserimento del capitale mafioso in aziende pubbliche e private; partecipazione al traffico internazionale di droga e di armi gestito da appartenenti al Sismi e al Sisde con la copertura di politici e apparati dello Stato; riciclaggio dei guadagni attraverso le società offshore di alcune multinazionali compiacenti. In un contesto così variegato e dagli ampi risvolti internazionali è persino inevitabile la presenza degli Stati Uniti attraverso l’asse Cia–Mafia–Industria, che sin dal dopoguerra imperversa in Italia. Se vogliamo, niente di nuovo sotto il sole. Era il sistema già scoperchiato dal giudice istruttore Carlo Palermo a metà degli anni Ottanta. Lo avevano trattato da reietto e aveva salvato la vita perché il tritolo a lui rivolto aveva, viceversa, massacrato una giovane madre e la sua coppia di figli”.

    Carlo Palermo: “Per le modalità dell’attentato, e per quanto stava avvenendo in Italia nella primavera del ’92, si può ragionevolmente ritenere che quella di Capaci sia una strage di Stato…Sempre nell’87, a Trapani, il Sismi crea il Centro Scorpione, una propaggine di Stay Behind (Gladio, ndr). Tale Centro era dotato di un velivolo. Sempre di un velivolo si servì la mafia, proprio in quella zona, per un enorme trasferimento di droga. Proprio su quella struttura dei servizi segreti stava indagando Giovanni Falcone nei giorni in cui furono trovati i candelotti di dinamite accanto alla sua villa all’Addaura. Infine: l’ultimo importante processo per il quale Falcone si impegnò a fondo, mentre stava a Palermo, è quello notoriamente individuato come “Big John”, dal nome della nave sulla quale venne sequestrato un carico di 565 chili d’eroina. In questo processo figurano diversi punti di contatto con altri già citati e con numerosi personaggi variamente coinvolti nelle inchieste di Milano. In conclusione, ritengo che nel processo sulla strage di Capaci vadano approfonditi non solo gli aspetti esclusivamente “mafiosi” facenti capo a Salvatore Riina, di cui si occupò Giovanni Falcone come magistrato, ma anche quelli bancari perché dietro quei conti potevano esserci chiavi di lettura importanti. Ed io sono convinto che i mandanti del braccio armato della mafia siano non solo siciliani e non esclusivamente mafiosi»…….

    http://www.andreacarancini.it/2011/01/nel-suo-la-fonte-del-petrolio-brevi/

    Saluti.

    Fabrice

    PS nel prossimo post articolo interessante su CIA, droga,ecc..!

    1. Nuova strategia tensione in Italia – periodo: marzo-luglio 1992

      Nel periodo marzo-luglio di quest’anno avverranno fatti intesi a destabilizzare l’ordine pubblico come esplosioni dinamitarde intese a colpire quelle persone “comuni” in luoghi pubblici, sequestro ed eventuale “omicidio” di esponente politico PSI, PCI, DC sequestro ed eventuale “omicidio” del futuro Presidente della Repubblica.
      Tutto questo è stato deciso a Zagabria Yu – (settembre ’91) nel quadro di un “riordinamento politico” della destra europea e in Italia è inteso ad un nuovo ordine “generale” con i relativi vantaggi economico finanziari (già in corso) dei responsabili di questo nuovo ordine deviato massonico politico culturale, attualmente basato sulla commercializzazione degli stupefacenti.
      La “storia” si ripete dopo quasi quindici anni ci sarà un ritorno alle strategie omicide per conseguire i loro intenti falliti.
      Ritornano come l’araba fenice.

      Elio Ciolini, 4 marzo 1992

  37. “La Droga: uno strumento di politica globale”

    di Dmitrij Sedov – 30/08/2012

    ……… All’inizio degli anni ’50 la CIA dirigeva un network di fabbriche di eroina nel Sud Est Asiatico e con parte dei guadagni sosteneva Chiang Kai-shek, che combatteva contro la Cina comunista. La CIA iniziò quindi a patrocinare il regime militare in Laos, rafforzando i propri legami nella regione del Triangolo d’oro comprendente Laos, Tailandia e Birmania, Paesi che hanno contribuito per il 70% della fornitura globale di oppio. La maggior parte della merce era diretta a Marsiglia e in Sicilia per il trattamento effettuato dalle fabbriche gestite dalla mafia corsa e siciliana. In Sicilia, l’associazione criminale che gestiva diverse fabbriche di droga era stata fondata da Lucky Luciano, un gangster americano nato in Italia e rideportatovi dopo la Seconda Guerra mondiale. Le informazioni non classificate non lasciano alcun dubbio circa il lavoro che Luciano svolgeva per l’intelligence americana………

    http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=43896

    Saluti.

    Fabrice

    PS nel prossimo post la versione originale in inglese dell’articolo.

  38. La versione originale in inglese dell’articolo di cui sopra, eccola!!

    http://www.strategic-culture.org/pview/2012/08/05/drugs-an-instrument-of-global-policy.html

    In conclusione, lei Dott Dezzani ha un’ottima cultura, capacità d’analisi e capacità logiche e quindi magari di quello che le ho segnalato già sapeva tutto e allora in quel caso qualche suo lettore ne potrà eventualmente beneficiare!!

    Un caro saluto e buon fine settimana!!

    Fabrice

  39. Personalmente non sono d’accordo
    sul fatto che Salvatore Giuliano fosse
    presente sulle alture del passo di
    Portella delle Ginestre, al momento
    della vile aggressione alla gente
    inerme. Politici e notabili che dovevano
    presenziare alla festa del 1 maggio,
    con varie scuse non si presentarono
    perchè erano a conoscenza su quello
    che doveva accadere quel giorno.
    Salvatore Giuliano era considerato
    un difensore e non avrebbe mai
    sparato sulla folla di uomini, donne
    bambini. Chiuso questo argomento
    mi meraviglio che ancora ci siano
    delle persone che insistono sulla
    natura mafiosa o camorrista delle
    genti del sud, quando ormai, grazie
    alla rete cominciano a filtrare verità
    acclamate sui fatti accaduti.
    Paradossalmente, oltre ad essere le
    vere vittime del controllo criminale
    mafioso, le genti del sud, vengono
    spacciati per responsabili della mafia
    come se le cose potessero coesistere
    nelle stesse persone. E’ chiaro che la
    responsabilità di queste infamanti
    accuse sono il risultato di certa stampa
    che bolla quelle popolazioni come
    ” regioni a tradizionale cultura mafiosa”
    cosa deve pensare la gente del sud dei
    continui attacchi su questa falsariga?
    Questi giornalisti sono disinformati o
    fanno parte del sistema?
    La gente del meridione non ha mai, a
    memoria storica, assalito e depredato
    altre popolazioni, invece è stata vittima
    di spedizioni con l’unico scopo di
    rubare, rapinare, uccidere, nonostante
    questa verità storica, si vede infamare
    come fosse il contrario. Vergogna!
    In quanto al fatto di essere tacciati di
    omertà diffusa, fu un siciliano
    deputato del Regno a denunciare in
    parlamento lo scandalo della Banca
    Romana, l’ex garibaldino Napoleone
    Colajanni di Enna. Invito, come già
    ha fatto un’altro commentatore, il
    bravissimo e coraggioso Dezzani a
    dedicare qualche pagina su questo
    vicenda. L’omertà in un popolo nasce
    non per complicità con i malavitosi
    ma per sfiducia nello stato, quando
    i siciliani hanno capito che andare a
    denunciare alle autorità dei fatti
    delittuosi poteva significare finire al
    cimitero o in carcere, d’altronde per
    sfatare il mito dell’omertà del sud,
    basta segnalare quella del paese di
    Campofranco Veneto,e la mafia del
    Brenta, la loro impunità, che incuteva
    timore e paura diffusa. Da non
    sottovalutare la tassazione selvaggia
    alle genti del sud, imposta dal nuovo
    stato dopo l’unità d’Italia, tale da
    costringere un’emigrazione di milioni
    di persone verso nuovi lidi, per la
    totale impossibilità di vivere nella
    propria terra. Ad esempio, alla
    categoria dei proprietari di mulini
    ad acqua per macinare il grano, fu
    imposta una tassa altissima, per
    cui molti di loro furono costretti a
    chiudere l’attività, ebbene, lo stato
    impose, nonostante la chiusura
    dell’attività di pagare lo stesso le
    tasse.

      1. Egregio Dezzani. Mi riferivo al commento di Cinà, il
        quale accenna ad una testimo-
        nianza della sorella di Giuliano, la
        quale riferisce che non sono stati
        eseguiti alla lettera gli ordini del
        fratello. Siccome mi risulta che a
        sparare furono dei mafiosi con sei
        mitragliatori pesanti, arrivo alla
        conclusione che Salvatore Giuliano, nulla c’entra con la
        strage di portella delle Ginestre,
        perchè non credo ad una sua complicità con dei mafiosi, nè
        tantomeno con chi ha fornito
        quelle armi.
        Volevano un capro espiatorio ?

      2. Scusate, nel mio commento sopra, si fa riferimento ad una precisa testimonianza della sorella riportata da alcuni storici siciliani, secondo la quale Giuliano era presente all’azione con il preciso intento di intimidire Gerolamo li Causi, accadde che l’ordine che impartì di sparare qualche colpo in aria fu disatteso dai suoi uomini e fu compiuto l’eccidio. Mi rendo conto che non è questo il luogo adatto per disquisire di un complesso avvenimento storico che, se letto con il filo del ragionamento proposto dal Dezzani, prende però una piega molto diversa rispetto alla vulgata cui siamo abituati. Ecco perché invitavo a riflettere su quel particolare avvenimento. Potrebbe significare che Giuliano in realtà non aveva potere sugli stessi uomini del suo gruppo, e che quindi rispondevano direttamente agli ordini di altri (gli angli?). Inoltre, da persona intelligente qual era, forse cercò un appoggio al partito comunista rendendosi conto che i suoi alleati avevano rinunciato alla causa dell’indipendenza…
        Il fatto poi che fu tradito è ucciso perché sapeva troppe cose, e perché l’indipendenza non era più un obiettivo, sembra abbastanza scontato.

  40. Mentalità mafiosa? Vedasi la vicenda della ducea di Bronte e del Borgo Caracciolo per capire chi è mafioso.
    Purtroppo l’Italia è talmente infiltrata nelle sue istituzioni ed eterodiretta che può solo sperare in un cambiamento drastico degli equilibri internazionali e in vari spostamenti di baricentro.
    Una nazione (almeno dal punto di vista dell’ordine internazionale) che annovera una classe di giornalisti lacché (tipo quelli: ovvove, ovvore, che popolo avvetvato l’italiano, mica come i novdici) e che ostende sulle facciate delle sue università cartelloni che appellano a “verità per Regeni” ha scarse speranze. La dicotomia nord-sud è funzionale all’inoculamento di un virus che non permetta a un organismo di funzionare al massimo delle sue possibilità.
    Mi stupisce che ancora ci sia tantissima gente che crede alla storia dei picciotti contadini che hanno esportato in America la mafia. Come se un rozzo contadinotto siciliano possa avere le competenze per affermarsi nel mercato internazionale degli stupefacenti i cui fondatori non stanno certo nella Gela o nella Canicattì del 18° secolo (in effetti si tratta di un’isola, ma sta poco più a nord).
    Federico sta divulgando informazioni che fino a poco tempo fa erano tabù assoluto. Chissà, forse stanno davvero cambiando gli equilibri (ci credo poco).
    Magari Federico potrebbe un giorno osare scrivere delle origini “cosmopolite” della mafia americana.

    p.s.
    Lo so che è poco democratico, ma perché non filtri quei coglionazzi troll? (magari godi a sentirli schiumare dalla rabbia). Leggere alcuni commentatori apporta ulteriori elementi, ma altri fanno perdere solo tempo.

    1. Infatti Charlie “Lucky” Luciano ha avuto dei grandi “maestri” …. sshhh! non si può dire!

    2. Sono un illeberale piuttosto liberale: cancello solo il pattume. Il dissenso è ben accetto. Almeno finché non inizierà la censura di guerra, arte in cui sono maestre la democrazie anglosassoni.

  41. Odoacre mi da lo spunto per
    mettere in luce gli antefatti
    alla strage di Bronte, e la
    mentalità degli inglesi alla
    epoca. Bronte (tuono) alle
    falde dell’Etna, forse riferito
    alle attività vulcaniche, è stata
    una cittadina infelice e non
    solo per la famigerata strage.
    Ferdinando primo e non quarto
    come erroneamente ho scritto
    sopra, dona all’ammiraglio
    Nelson la contea di Maniace
    la quale comprende diverse
    migliaia di ettari di terreni, e
    il complesso monastico
    chiamato castello, nonché,
    la cittadina compresi i suoi
    abitanti, i quali non ne vollero
    sapere di diventare sudditi
    degli inglesi. Infatti i Brontesi
    avevano riscattato, con enormi
    sacrifici economici, la proprietà
    appartenente all’Ospedale di
    Palermo. Nasce in questo modo
    una diatriba legale durata oltre
    un secolo, dove i Brontesi
    pur avendo le carte in regola
    perdono sistematicamente tutte
    le cause, chissà perché.
    La feroce strage perpetrata da
    Bixio, non è altro che la dura
    risposta al tentativo dei Brontesi
    di riavere i loro legittimi beni,
    visto che spesso manifestavano
    il loro malumore nei pressi della
    contea. Tra le imposizioni degli
    inglesi alla popolazione, vi era
    quella di far pagare il pedaggio
    a coloro che per necessità
    dovevano passare il torrente
    che scorreva accanto al
    castello, attraverso un ponte di
    legno da loro costruito.
    Mussolini aveva dato buone
    speranze ai cittadini Brontesi
    ma con lo sbarco in Sicilia degli
    alleati, si infrangono i loro sogni.
    Il comune di Bronte ha dovuto
    sborsare una consistente cifra
    per appropriarsi dei beni,
    compresi i mobili, gli arredi e
    numerosi quadri raffiguranti
    battaglie navali in cui il
    protagonista è l’ammiraglio
    Nelson.

  42. Gent.mo dott Dezzani, seguo da oltre un anno il vs. blog con grande interesse anche se è la prima volta che lascio un commento. Sono perfettamente a conoscenza delle interferenze inglesi nelle vicissitudini storiche del regno di Napoli e delle due Sicilia, e con corso che l utilizzo a fini strategici delle organizzazioni mafiose da parte britannica sia perfettamente coerente con in quasi tutte le colonie del impero. Ciò detto credo anche questa non possa essere considerata come una spiegazione sufficiente a giustificare la nascita del fenomeno nel meridione d Italia, credo infatti che il seme germogli se il terreno è fertile, e le condizioni che hanno permesso la nascita e lo sviluppo delle mafie vadano iniziati a ricercare, a mio avviso, negli anni del vice regno spagnolo. Quanto al fatto che lo stato italiano sia , vuoi per debolezza o per collusione, incapace di eliminare questi fenomeni è chiaramente inoppugnabile. Ma le vorrei solo far notare che anche i metodi repressivi adottati nella lotta alle mafie in alcune fasi politiche della storia d Italia non hanno sortito effetti permanenti, proprio perché non affrontavano la radice del problema, finendo solo per alimentare il sentimento di rifiuto verso l istituzione statale, che sta alla base del potere mafioso

    1. Ah beh. È un po’ difficile sradicare la mafia se siede nel salotto buono della fiananza milanese. Un salotto un po’ british ed un po’ esoterico. È vicino a piazzetta Cuccia.

      1. Su questo siamo assolutamente d accordo, le mafie sono una logica conseguenza delle politiche neoliberiste e mondialiste portate avanti dalle elite finanziaria globale

  43. E pensare che ci sono tanti meridionali (lo so perché ci vivo) che pensano ancora che la lotta è tra sud e nord, senza sapere che fanno solo il gioco del potere che ci vuole perennemente divisi in tutto. (Vedere oggi il caos a Napoli, non parlo dei manifestanti pagati ma di una parte del popolo che ci casca). Ma chi glielo va a spiegare a questi che la storia è diversa…ho postato persino questo articolo, ma credete che si siano sforzati a leggerlo? no, perché sono testardamente convinti delle loro ipotesi. Questo è il difetto, e il danno, dei meridionali. Non è un’offesa, dei settentrionali non parlo perché, a parte la famiglia di mia madre, altri non conosco.

  44. “Il 24 giugno 1717 la Gran Loggia di Londra riforma l’antica Massoneria operativa d’origine medievale per trasformarla in speculativa (alla fine in tutti i sensi …), arrogandosi il diritto, da lì in poi, di decidere chi sia “ortodosso” e chi non lo sia più”. Da quel momento in poi tutti i valori che avevano rappresentato la possibilità di riscatto per un umanità incapace di evolvere diventano la materia prima per una manipolazione che sovvertirà il senso dell’esistenza umana. In nome della Fraternità, dell’Uguaglianza e della Libertà vengono commessi i peggiori crimini facendo sì che ad oggi l’ipocrisia domini su tutto il giro di orizzonte. I poteri della finanza cosmopolita che da allora si annidano dietro le maschere dei buoni sentimenti, sono gli stessi che hanno concepito la globalizzazione liberista, che sono dietro le politiche guerrafondaie, dietro al relativismo etico, alla cosiddetta cultura postmoderna, al conflitto di civiltà, alla “guerra al terrorismo” e al progetto di un unico governo mondiale. Una realtà che nessuno può più negare tranne coloro che per la loro un’attitudine servile chiudono gli occhi sulla realtà.
    Fin dall’inizio la massoneria è stata strumento nelle mani delle potenze coloniali dirette da quei poteri. L’Unità d’Italia di cui fanno vanto è solo il risultato della spoliazione di un intero regno pacifico e industrioso la cui potenza navale faceva concorrenza al potere talassocratico inglese. Anche se la storia la scrivono i vincitori molti documenti restano, e quelli che restano parlano di spoliazione e genocidio! Il Regno di Savoia, in modo efferato, sotto la spinta del debito contratto con i padroni della City per la sua avventura in Crimea, si è prestato al loro piano: “La goccia che fa traboccare il vaso delle finanze sardo-piemontesi è la guerra di Crimea, che porta Torino ad indebitarsi ulteriormente con i Rothschild, attraverso le banche inglesi. Il rischio di default è alto. Il deputato piemontese Pier Carlo Boggio dichiarerà che “il Piemonte non può permettersi indugi. Perché? Perché è in vista la bancarotta. La pace ora significherebbe per il Piemonte la reazione e la bancarotta”. È necessaria una guerra, che permetta di rapinare uno stato dalle finanze floride per ripagare parte del debito contratto. Le guerre d’Indipendenza saranno, quindi, guerre di rapina, che permetteranno al Piemonte di ripagare (ma solo nel 1902) il debito contratto con i Rothschild”. (Jacopo Castellini)
    La storiografia che si muove fuori dall’ottica risorgimentale e da quella pseudo-meridionalista ha già da tempo, sulla base della documentazione disponibile, ricostruito un quadro nel quale il Regno unito ha un ruolo di regia in quella che è stata “l’epopea risorgimentale” ma anche in gran parte delle vicende politiche internazionali dell’epoca, proprio come oggi gli USA. L’impero britannico ha visto nell’élite finanziaria il vero motore dell’espansionismo coloniale. – “Non dovrebbe destare stupore, allora, sostenere che proprio i Rothschild, manovratori della City, furono i veri beneficiari di quella vasta operazione che sarà chiamata dai posteri ‘Risorgimento” (“Così nasceva una nazione” di Jacopo Castellini). I Savoia non ebbero scrupoli a prestarsi come testa di ponte per le loro mire egemoniche saccheggiando uno stato ricco e una terra fertile, e sottomettendo con la violenza e il genocidio un’intera popolazione. Quella che fu una vera e propria guerra di aggressione fu spacciata come l’intervento di un popolo amico per liberare le terre del sud da un “despota ignorante e sanguinario”(come non pensare alla propaganda della NATO contro i lider dei paesi presi di mira per le loro risorse e per ragioni geopolitiche) . Una guerra mascherata con i principi illuministi di libertà, uguaglianza e fratellanza. Ideali propagandati dalla massoneria inglese, la quale aveva ispirato l’ideale mazziniano e risorgimentale del “risveglio delle nazionalità oppresse”. Come si può vedere l’internazionalismo, che ha messo le basi per la libera circolazione dei capitali, è stato inventato e partorito dalla volontà di egemonia dell’élite finanziaria del tempo. L’ideologia illuminista fu alla base del fiorire, in tutta Europa e poi negli Stati Uniti, della massoneria. In questo modo l’élite finanziaria prende in mano il gioco dello scacchiere internazionale, mette le case regnanti d’Europa l’una contro l’altra, finanzia e promuove i gruppi di anarchici che con i loro attentati porteranno l’Europea sull’orlo della prima guerra mondiale, e con la destabilizzazione degli stati nazionali sostituirà la monarchia con l’ordine repubblicano.
    Le élite della finanza internazionale, che ha fatto degli USA una grande potenza militare e il suo braccio armato, attraverso la rete delle logge massoniche ha infiltrato i governi e gli apparati statali delle nazioni occidentali. Si è fatta promotrice della “difesa dei diritti civili”, della “libertà” e della “democrazia” garantendosi l’appoggio dell’opinione pubblica, in special modo progressista, e la usa per sottrarre sovranità, scardinare i sistemi politici e di governo e la struttura culturale e identitaria che permette stabilità politica e coesione sociale. Quindi basta con questa retorica risorgimentale. E’ servita solo ad avvelenare gli animi perché ha fatto del Risorgimento il promotore del riscatto di una terra che, secondo la vulgata, non meritava tutto quell’afflato libertario perché popolato da gente incapace di concepire il bene comune, la cui anarchia morale la destinava irrimediabilmente al sottosviluppo. La storia insegna, invece, che il malaffare, la corruzione, la delinquenza, possono essere facilmente inoculate là dove le comunità non decidono più del proprio presente e del proprio futuro, quando insieme alla sovranità e all’autodeterminazione le vengono sottratte dignità e amor proprio!

  45. “la rivoluzione francese, in cui Londra ha giocato un ruolo determinante (si pensi agli “anglofili” come Honoré Mirabau, il Marchese de La Fayette e Philippe Égalité), è sfruttata dagli inglesi per liquidare la Francia come grande potenza marittima”

    Caro Dezzani e da oltre un anno che ti seguo…..ho sempre pensato che la rivoluzione francese fosse stata ispirata in gran parte dalle potentissime logge massoniche “anglofone”…non a caso Illuminatismo, enciclopedismo, e massoneria convergenti nel giacobinismo furono il motore della Rivoluzione Francese….

  46. Il metodo seguito dagli USA è analogo a quello a cui storicamente si attenne la Gran Bretagna nelle sue colonie: esso consisteva in una fondamentale tendenza alla manipolazione delle identità etniche e razziali, per dividere e dominare le popolazioni assoggettate all’impero coloniale di sua Maestà Britannica, un sistema sperimentato per creare incidenti, tensioni razziali e provocazioni studiate per avere il pretesto di scatenare la repressione. Se si leggono le memorie del britannico Colonnello (brigadier) Frank Kitson, questi teorizzò per primo il metodo seguito dalla Gran Bretagna, della manipolazione, metodo che allora venne denominato come ‘pseudo gang’— la creazione di un gruppo sponsorizzato dallo stato, utilizzato per portare avanti alcune azioni di provocazione, per screditare la vera opposizione e fornire il pretesto per l’intervento militare.

    http://www.controinformazione.info/strategia-dellimperialismo-usa-analogie-storiche-con-limpero-britannico/

  47. Volendo “integrare” l’ottimo post di Dezzani con un “punto di vista” più pragmatico e che tenga conto degli effetti, anche molto negativi, che associazioni segrete come la massoneria, possono arrecare in una società civile, libera e democratica, vorrei elencare alcuni punti che in parte si evincono dalla nuova prospettiva, venutasi a creare alla luce delle nuove informazioni svelate da questo ultimo samizdat di Federico:

    A) La genesi della massoneria ed il suo stretto legame con “società paramassoniche” come appunto le mafie (camorra, ndrangheta, mafia siciliana), lascia intendere, che lo stesso modello sia stato utilizzato anche in altre regioni del mondo, ai fini del “controllo imperialista” (ad esempio il Giappone/Yakuza).

    B) Ad oggi “la Massoneria, governa il mondo”, disse l’esorcista “Padre Amort” https://www.youtube.com/watch?v=kJcnyQoBnn4 , ….e come dargli torto. La Massoneria è quindi, parte di quella “rete occulta” di società massoniche (massoneria speculativa) e paramassoniche riconducibili agli anglo-americani, attraverso le quali, vengono “controllate, indirizzate e manipolate” le società, gli stati, la loro politica, la loro economia, la loro finanza e vedremo anche i singoli cittadini

    C) Molti non sanno, ad esempio, che la Statua della Libertà, che svetta al centro della baia di Manhattan a New York e che fu donata dai francesi agli americani nella seconda metà del 1800, simboleggia la Regina assiro-babilonese Semiramide, nota per avere avuto un rapporto incestuoso con il proprio figlio. https://it.wikipedia.org/wiki/Statua_della_Libert%C3%A0

    La statua rappresenterebbe, inoltre il “culto esoterico” della dea Ragione, la cui torcia simboleggia il sapere massonico. Il culto della Ragione, il culto dell’Essere Supremo, e la successiva teofilantropia, tutte forme di culti razionalisti, sorti durante la Rivoluzione francese. https://it.wikipedia.org/wiki/Culti_della_Ragione_e_dell%27Essere_Supremo

    D) Dalla massoneria speculativa è sorta, nel tempo, un’altra forma di massoneria, ancora più occulta se vogliamo ed è la “Massoneria Nera”. Ho fatto una ricerca ed ho trovato questo interessante documento http://paolofranceschetti.blogspot.com.es/2008/08/la-massoneria-nera.html da cui si evince quanto segue:

    In fondo, se ci pensate bene, cosa c’è di meglio, per “legare indissolubilmente” e garantire l’assolutà fedeltà e servilismo di un professionista (ad esempio) recalcitrante, magari di carattere e che non si assoggetta facilmente ai diktat impostigli da chicchesia ? Semplice, lo si coopta in una di queste associazioni, oppure lo si invita ad assistere ad uno dei loro rituali e con la “scusa del satanismo”, lo si fa assistere ad un omicidio. A quel punto il legame, grazie alla “paura” dell’accusa di “concorso in omicidio” diventa forte, leale e indissolubile.

    Semplice no ?

    E) “Il Re è nudo” ha avuto il coraggio di gridare Dezzani. Non è stato il solo. In internet questo tipo d’informazioni cominciano a circolare in maniera massiva. Qualcosa sta cambiando rapidamente. Probabilmente nei prossimi anni, questo tipo di “alterazioni della società” saranno solo un lontano ricordo. Ce lo auguriamo tutti….

  48. Ho cominciato io. Mi prendo l’onere io.
    Buonasera e grazie Dezzani.
    Googla, nic. Troverai solo ipotesi plausibili.
    Una mostra al British Museum. Un Commodoro americano. Un suo libro che cita una sola lettera in un solo verso: dal Pike a bepi… nelle immagini, salvati quella del Pike anziano seduto con al collo…

  49. Per la prima volta da quando leggo questo blog, non sono convinto.
    Il ragionamento mi pare basato su un sillogismo fallace del tipo: la massoneria è una società segreta, la mafia è una società segreta, quindi massoneria e mafia sono la stessa cosa ! Poi è tutto da dimostrare che ogni massoneria nazionale prenda ordini da quella inglese.
    I dati inconfutabili sono che l’unita d’Italia non si sarebbe raggiunta senza l’aiuto militare di Francia e Prussia, contro l’impero austriaco. L’Inghilterra avrà anche dato un supporto politico esterno, ma senza Napoleone III e Bismarck (anche loro massoni?) non si faceva nulla.
    E attenti alla trappola: ora l’anti-Risorgimento è mainstream ( si vedano in libreria i libri recenti sul tema ). È un motivo ci sarà…

    1. su può manifestare consenso per una sensazionale disamina di una realtà troppo complessa per menti grezze e male informate, e lo si fa senza doversi sforzare di provare alcunchè; come ho fatto io.
      se si vuole invece contestare, non basta condividere deduzioni od esprimere impressioni.

    2. Gengiss, prima di parlare… studiare.
      In poche righe hai fatto un concentrato di strafalcioni storici.

  50. “Guarda caso è proprio davanti alla Sicilia che passano i cavi attraverso i quali fluiscono le informazioni tra Medio Oriente, Europa e USA.
    Il controllo di queste vie di trasferimento dati è fondamentale per la gestione dell’impero americano.”

    E del MUOS, nel bel centro del Mediterraneo , che i nostri politicanti hanno permesso l’istallazione ???

  51. Gengiss ma lo hai letto il samizdat di Dezzani ? Dalla tua ingenerosa critica, sembrerebbe di no. Tu dici che Dezzani avrebbe creato un sillogismo fra mafia e massoneria speculativa, fondandosi sul semplice fatto che entrambe sono segrete. Questo non è vero! Il samizdat traccia una superba analisi storica, curando fatti e dati documentati e documentabili. Altra furbata e’ quella di dire che e’ in atto una “campagna anti-risorgimentale”. Ma dove ? Ma quale campagna ? Semplicemente la geopolitica mondiale e’ cambiata ed in futuro lo sarà ancora di più. Mafia e Massonerie e’ giusto che seguano l’evoluzione geopolitica ed emigrino in Cina (se riescono), altrimenti spariscano per sempre.

  52. Volevo segnalare un articolo
    pubblicato sul sito ” I Nuovi
    Vespri ” intitolato ” Una giornata
    per i martiri del Sud ?
    Nostalgismo borbonico. “

  53. Mille grazie Federico! Vivo da molti anni all’estero ed ogni volta che qualcuno viene a sapere che sono italiana parte il simpatico commento: Mafia, mafia!
    Aspettate che d’ora in poi vi ricaccerò la parola in gola.

  54. Caro Dezzani ..molti storici ritengono che Mazzini fosse “massone”. Data l’importanza del personaggio penso sia fatto ovvio. Lo storico inglese D. M. Smith nella biografia su Mazzini cita le “epistole” tra la “Massoneria inglese” e italiana e Mazzini..secondo il grande Oriente d’Italia Mazzini fu massone e ricoprì anche la carica di Gran Maestro…
    Da inesperto dico che la massonerìa, la “libera muratoria”, ha come fine l’edificazione di un mondo e di Nuovo ordine mondiale….

    Lei cosa ne pensa?

    1. Credo che il discorso sul NWO, ovvero il nuovo Ordine Mondiale necessiti di un samizdat a parte. Impossibile liquidare un argomento di tale portata e complessità, in poche righe, sebbene il buon Dezzani ne abbia ampiamente parlato nei suoi articoli precedenti. Consiglio a tal proposito la lettura di questo http://federicodezzani.altervista.org/alle-radici-dellinfamante-seconda-repubblica-il-biennio1992-1993-parte-i/ e questo http://federicodezzani.altervista.org/alle-radici-dellinfamante-seconda-repubblica-il-biennio-1992-1993-parte-ii/

      Ovviamente, indicare che in geopolitica, l’asse portante si stia spostando da Uk-Usa a Russia-Cina è esso stesso una indicazione di una mutazione del Nwo.

      P.s. A proposito di NWO, una piccola curiosità, lo sapevate che la diffusione dell’entomofagia fra i popoli occidentali, rientra nei loro folli piani ? Tutti proni a promuove il consumo d’insetti:” Dalla FAO, all’Unicef, all’ONU, ai grandi media main-stream, alla UE. Persino Beppe Grillo, in un suo spettacolo, ha fatto mangiare gli insetti ai suoi “adepti” (quando non potevano dire di no, ovvero su di un palco…..che furbastro) http://www.radiospada.org/2016/04/video-grillo-blasfemo-fa-mangiare-grilli-al-pubblico-questo-e-il-mio-corpo/

      P.s. Le ragioni dell’entomofagia, mi sfuggono ma di sicuro non la trovo una cosa normale. Coltivare patate sarebbe più economico, nutriente e naturale. Allora perchè costringere i popoli all’entomofagia ?

      1. Entomofagia? Per millenni è stata l’alternativa più facile all’allevamento di animali. Per secoli al mercato di Bagdad il prezzo della carne al mercato crollava quando c’erano le cicliche ondate di invasione di cavallette (=gnam!). In Asia se magnano normalmente ancora oggi insetti di vario genere belli arrostiti.

  55. Da l’articolo su l’Espresso:

    ” Aboliamo la Massoneria! Un’inchiesta politica 
e giudiziaria senza precedenti dai tempi della P2 mette sotto scacco il mondo 
degli incappucciati. 
E la commissione Antimafia vuole i nomi degli affiliati. Era ora. Ma non basta ”

    *Link all’articolo : http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/02/10/news/aboliamo-la-massoneria-1.295252?refresh_ce

    Nell’articolo si legge:” ……Nel 1992, in piena tempesta Cordova, quando il gran maestro cosentino Ettore Loizzo denunciava all’allora numero uno del Goi Giuliano Di Bernardo che 28 logge calabresi su 32 erano in mano alla ’ndrangheta, i fratelli in Calabria erano circa 800 su circa 9 mila affiliati in Italia.
    Dopo il boom di iscrizioni a livello nazionale durante i 15 anni di granmaestranza di Gustavo Raffi (21 mila in 802 logge), l’attuale Gran Maestro Stefano Bisi ha dichiarato che su 23 mila iscritti al Goi in 805 logge (dati al 31 dicembre 2015) ce ne sono 2634 in Calabria e 2208 in Sicilia. Il 21 per cento degli affiliati è nelle due regioni più a sud dell’Italia. Le logge calabresi sono passate dalle 32 dei tempi di Loizzo alle attuali 80. La stessa proporzione (21 per cento) vale per la Gran loggia regolare d’Italia, obbedienza fondata da Di Bernardo e retta da Fabio Venzi con 2400 iscritti in Italia.

    La Gran Loggia degli Alam di Antonio Binni, seconda obbedienza in Italia con 8114 iscritti, ha la proporzione più bassa con complessivi 1357 fratelli calabro-siculi (16,7 per cento). In compenso 104 logge degli Alam su 510 totali sono in Calabria o in Sicilia (20,3 per cento).

    La piccola Serenissima Gran Loggia di Massimo Criscuoli Tortora (197 membri) ha la percentuale più alta con circa 60 fratelli affiliati alle tre logge calabresi (30 per cento) oltre agli iscritti alla loggia di Messina-Catania.
    Per ovvi motivi non si hanno cifre sulle obbedienze irregolari o spurie che sovrastano in numero le circa dieci obbedienze regolari. Le massonerie fai da te sono 124 secondo Criscuoli Tortora e 192 secondo Binni, di cui 97 nella sola Arezzo, patria di Gelli”

    P.S. Mi viene da chiudere con la frase del mio amico fruttivendolo Oronzo che, seduto ad un tavolo di un bar, dove, fra amici, si parlava degli oltre 50.000 liberi muratori, iscritti alle diverse logge ed obbedienze massoniche in Italia, ruppe il silenzio e tuonò:” Ecco perchè è un anno che devo rifare il bagno di casa e non riesco a trovare un muratore a basso prezzo, accidenti a loro” 🙂

  56. Non so se i lettori dell’espresso possono accettare di leggere anche solo il titolo…
    a me viene da ridere!
    Aboliamo la massoneria…come se fosse una pubblica istituzione, oppure una legge riuscita male!
    Farebbero prima ad abolire la …..mafia!

  57. Caro mimmo, forse a te viene da ridere, ma per annientare la massoneria basterebbe applicare la legge vigente ed imporre l’obbligo della trasparenza. Da oggi tutti gli iscritti a TUTTE le associazioni d’Italia saranno messi in rete, così come accade già oggi con i professionisti iscritti ai diversi ordini professionali. Vedrai che nessun italiano si opporrà…tranne i massoni. Per Dio lo faremo. Puoi contarci!

  58. Caro Cesare,
    non sarò certo io a contestare questa tua sacrosanta e lodevole convinzione,
    Dio voglia che un giorno si possa davvero essere liberati da questa maledizione;
    di certo non sarà nemmeno lo Stato, un qualsivoglia governo e comunque una qualunque istituzione legata al Potere che potrà, meglio dire “vorrà”, “abolire” la massoneria.
    Ovvero, la aboliranno “ufficialmente”; ma permettimi di dubitare che si potrà andare oltre la pura
    azione legale.
    Altrimenti, ripeto, si sarebbe potuta abolire la mafia nello stesso modo.
    Cordiali saluti, e il mio appoggio incondizionato

  59. Vorrei porre l’accento su di un passaggio magistrale dell’articolo, ovvero:” …Nel 1848 Londra incendia l’Europa usando come cinghia di trasmissione la solita massoneria speculativa: è la “Primavera dei popoli”, cui seguiranno tante altre primavere di complotti, da quella di Praga del 1968 a quella Araba del 2011 “.

    In realtà, non mi ha mai convinto il fatto che una rivolta di piazza, di tali proporzioni, come quella avvenuta nel 2011, in quasi tutto il mondo arabo https://it.wikipedia.org/wiki/Primavera_araba e che vide coinvolta tutta l’Africa nord-sahariana oltre a buona parte della penisola arabica, potesse essere sorta dal nulla, dal popolo e solo grazie ad internet ed al tam-tam dei social network, così come i mass-media, hanno voluto farci credere.

    Evidentemente qualcosa di anomalo c’era. Già in un primo momento si parlò del ruolo dei servizi segreti occidentali e della Cia, tanto da spingere l’ex presidente tunisino Ben Alì ad esporsi in una formale accusa ai servizi segreti americani in coordinamento con i jihadisti. Il messaggio lo ha pubblicato l’agenzia di stampa Jamahiriya News ed ignorato dai media occidentali. http://www.controinformazione.info/rivelazioni-dellex-presidente-tunisino-fu-la-cia-a-scatenare-la-primavera-araba-a-tunisi-in-coordinamento-con-gli-jihadisti/

    Ovviamente per muovere centinaia di migliaia di persone e portarle in piazza, non possono bastare poche unità d’intelligence, per quanto esperte, ma serve una “RETE DIFFUSA SUL TERRITORIO” che funga da “starter” all’accensione della rivolta. Chi fu quindi, ad innescare la rivolta popolare nella Primavera Araba ? Il samizdat di Dezzani, ancora una volta, nel passaggio riportato sopra, trova finalmente la risposta a questa domanda. La “massoneria speculativa” legata alle “mafie locali”, diffusa capillarmente sul territorio arabo, ha avuto gioco facile, nell’aizzare i rivoltosi ed innescare il fuoco della sommossa.

    Tutto torna, appunto, come in un puzzle, dove si colloca il “tassello chiave”.

    A questo punto, assodato che con molta probabilità, sia stato questo il “modus operandi” nei territori nord-africani e del medio oriente, la domanda che ci si deve porre è:” Vuoi vedere che questo sistema lo stanno utilizzando anche da noi, sebbene con altri obbiettivi (almeno per ora) ? “.

    Sposto a questo punto l’analisi, su una mia intuizione che già da tempo ho maturato su alcune “anomale situazioni politiche italiane”. Prendiamo il Movimento Cinque Stelle ad esempio. Il movimento, sin da subito, dalla sua genesi, sembra conquistare “feudi inespugnabili” in Sicilia ed in Calabria, dove “notoriamente” non “si muove foglia che il Padrino non voglia”. Ancora oggi, il m5s in Sicilia, nonostante l’evidente fallimento, nel resto d’Italia, come forza politica popolare e l’evidente appoggio dei e ai “poteri forti”, sfiora percentuali bulgare del 40% http://www.lasicilia.it/news/catania/60895/il-sondaggio-choc-in-sicilia-m5s-sfiora-il-40-pd-rischia-di-restare-sotto-il-10.html

    Strano no ? Allora mi sono messo a spulciare i profili facebook dei “cosiddetti talebani”, ovvero di quelli che supportano il M5S “senza se e senza ma” e che attaccano ferocemente, chiunque si opponga e faccia notare le contraddizioni, ormai evidentissime, della politica del movimento. Mi sono messo a spulciare i profili di quelli che di solito portano la scritta sul profilo “Lavora presso M5S”. Ebbene, mi sono reso conto che la stragrande maggioranza di quei profili o era creato ad arte (con foto prese a caso sulla rete), oppure era riconducibile, per una serie di “dettagli” e “particolari”, proprio a quelle forze, citate dal Dezzani e diffusissime sul territorio italiano. Ponendo, nell’anonimato domande “esca” molti si sono confessati.

    I “focus” di Dezzani sulla “cinghia di trasmissione”, sono convintissimo, ancora una volta ha fatto centro. Ecco quindi chi sostiene ed alimenta il consenso a movimenti, come il cinque stelle. Secondo Mentana, d’altra parte, Grillo era sul famoso panfilo Britannia nel 1992 https://pianetax.wordpress.com/2016/04/02/mentana-beppe-grillo-era-a-bordo-del-famoso-britannia-nel-1992-emma-bonino-non-so-a-che-titolo-fosse-li/ anche se poi, lui stesso ha smentito. Di sicuro però, nel 2010 Grillo fu invitato a tenere conferenze alla Oxford University ed alla London School of Economics. Niente male per un comico, no ? http://www.beppegrillo.it/2010/04/un_grillo_mannaro_a_londra.html

    Avranno fatto lo stesso anche in Grecia con Tsipras ? Probabile ! Matrix è qui !

    a prova del nove, vi basterà frequentare i social network e dare una occhiata ai profili facebook (ad esempio) di tutti quelli che difendolo

    1. Segnaliamo, a questo proposito, in quanto assai meritevole, lo studio condotto da Alfredo Macchi – Rivoluzioni S.p.A. Chi c’è dietro la primavera araba – per i tipi di Alpine Studio, sulle recenti destrutturazioni degli antichi poteri nel Nord Africa. L’archetipo che agì in modo virulento nel cicaleccio sessantottino è stato riproposto pari pari, mutandis mutandi, anche in questi delirî arabi.
      Leggiamo difatti:

      «Che cosa ci fa uno dei gruppi protagonisti della rivoluzione egiziana all’interno di un’associazione voluta dal Dipartimento di Stato americano e sponsorizzata dalle maggiori aziende statunitensi?
      Che ruolo ha svolto una scuola di Belgrado che tiene corsi su come rovesciare i dittatori?
      Perché Washington ha addestrato blogger tunisini, egiziani, libici, yemeniti e siriani e fornisce loro software contro la censura?
      Chi si nasconde dietro gli account di Facebook, Twitter e YouTube che invitano alla ribellione?
      Come mai gli stessi uomini che hanno combattuto in Libia si ritrovano in Siria?
      E perché milioni di dollari mandati dalle Monarchie del Golfo attraverso organizzazioni caritatevoli sono finiti ai ribelli?
      Quale peso infine hanno avuto agenti segreti, addestratori militari e forze speciali?».

  60. Domanda a Federico Dezzani:

    ” L’ 11 marzo del 2004, Madrid (e la Spagna tutta), fu scossa da una serie di attentati che interessarono quattro diverse stazioni ferroviarie madrilene, fra cui quella di Atocha e che causarono la morte di quasi 200 persone https://it.wikipedia.org/wiki/Attentati_dell%2711_marzo_2004_a_Madrid

    Un anno più tardi, o poco più, il 7 luglio del 2005, Londra fu presa di mira da una serie di attentati suicidi, che causarono la morte di 56 persone, un numero imprecisato di feriti e la chiusura momentanea della celebre metropolitana londinese “The Tube” https://it.wikipedia.org/wiki/Attentati_del_7_luglio_2005_a_Londra

    Come inquadrare questi attentati, da un punto di vista “geopolitico” ?

  61. Hello, I do think your web site may be having internet browser compatibility problems.
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  62. Articolo che ricalca esattamente il processo di unità forzato che l’Italia dovette subire (e ancora subisce). Mi soprprende tuttavia che l’Autore, contraddicendo ciò che è riconosciuto ormai da diversi storici ed avallando una tesi chiaramente manipolata e falsata della storiografia ufficiale, affermi che i moti del “Sette e mezzo” furono guidati dalla mafia. Appare invero strano che una rivolta di decine di migliaia di rivoltosi (c’è chi parla di quarantamila) composte da filoborbonici, antiborbonici, ex garibaldini, clericali, laici, simpatizzanti della sinistra, liberali e quant’altro potessero soggiacere tutti ai “desiderata” mafiosi. Non è da escludere che ci fossero degli infiltrati, ma da questo ad intestare la rivolta del Sette e mezzo alla mafia ce ne corre. Mi piacerebbe, se possibile, conoscere le fonti dalle quali questa affermazione discende. Evitando però i pareri di storiografi ormai notoriamente di parte e prezzolati, interessati solamente a sminuire e ridicolizzare il valore storico di quella rivolta.

  63. Giovanni Maduli, se vuole può leggersi il libro del giornalista (volutamente la g minuscola) Giovanni Fasanella “Il Golpe Inglese” oppure può cercare su you tube il video della conferenza a Poggibonsi “Giovanni Fasanella – Una lunga trattativa stato mafia” dove l’autore parla proprio del ruolo della mafia nello sbarco degli anglo-americani in Sicilia. Fra l’altro nel trattato post-guerra s’imponeva all’Italia l’impunità per centinaia di mafiosi che avevano aiutato lo sbarco e l’occupazione. Tale elenco resta tuttora segreto.

    Notare al minuto 28:09 del video che la professoressa cita per la prima e ultima volta la massoneria ed immediatamente sopraggiunge una biondina a chiedere di “stringere”. Il prode Fasanella invece, invece in 50 minuti di chiacchiere è riuscito a non nominarla neppure una volta. D’altra parte erano in Toscana …. In compenso si è sperticato in una strenua difesa del diritto dell’ex presidente Napolitano a non essere intercettato.

    Questi sono i coraggiosi giornalisti che ci salveranno dalle menzogne..

    Ad ogni modo, troverà notizie e documenti nel libro di Fasanella che, nonostante tutto, soddisferanno ampiamente la sua sete di verità ed i suoi dubbi.

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