Discesa agli Inferi

Si aggrava la situazione in Italia dove il governo, impressionato dall’alto numero di vittime, ha adottato misure senza precedenti senza considerare che, così facendo, agisce secondo lo schema d’attacco angloamericano: l’intero sistema produttivo, salvo le attività strategiche per garantire il funzionamento essenziale della Nazione, è stato chiuso. L’economia italiana si dirige verso un rapido collasso, innesco della ben maggiore crisi europea. Lo sfaldamento del tessuto politico ed economico metterà in forse l’unità nazionale: Cina e Russia pompieri.

E decrescita (violenta) fu

Sabato 21 marzo si è consumata la svolta probabilmente decisiva dell’emergenza Coronavirus in Italia: l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, dopo il pesante bollettino giornaliero (circa 550 morti, con un’età media attorno agli 80 anni), ha varato una misura senza precedenti, ossia la chiusura di tutte le attività economiche tranne quelli ritenute essenziali per il funzionamento del Paese (agroalimentare, energia, sanità, trasporti, acquedotti, etc.). La gravità della situazione sanitaria, specie nelle regioni del Nord, è fuori discussione, ma il governo avrebbe dovuto vagliare con molta più attenzione i pro ed i contro della decisione, che rischia di essere fatale per l’Italia nel suo complesso (con un conto sociale, ex-post, ben più oneroso): così facendo, Roma ha reagito proprio come auspicato da Londra e Washington che, sferrando l’attacco biologico, non miravano certamente ad uccidere qualche migliaio di persone, ma a paralizzare l’economia italiana, per portarla gradualmente al collasso ed usare la terza economia dell’eurozona come grimaldello per scardinare l’intera UE. L’attacco angloamericano si è concentrato sulla penisola, in ossequio alla consueta “pheripheral strategy” delle ultime due guerre mondiali, proprio perché l’Italia costituisce il “ventre molle” del continente ed è possibile far saltare l’intero blocco europeo spingendola verso il default.

Si potrebbe obiettare che anche la Cina ha adottato simili misure draconiane con buoni risultati, ma si deve considerare che, innanzitutto, Pechino ha arrestato l’attività economica nella sola regioni di Wuhan, mentre il resto dell’economia cinese, sebbene perturbata, ha continuata a funzionare; in secondo luogo, la Cina, per molti aspetti ormai la prima economia mondiale, finanziariamente “autarchica” e munita di ampie riserve, avrebbe potuto permettersi di sospendere per qualche settimana tutte le attività produttive non essenziali. Così non l’Italia, con il terzo debito pubblico al mondo espresso in una valuta “non nazionale”, un ventennio di crescita anemica alle spalle e nessun margine di manovra finanziario: può sembrare brutale, ma l’Italia avrebbe dovuto tollerare un numero di vittime di molto superiore prima di imboccare la strada del 21 marzo. Bloccare per circa due settimane tutto il sistema produttivo (con le eccezioni sopra citate) significa causargli un sorta di “infarto” da cui rischia di non riprendersi più. Il blocco delle attività significa interrompere infatti il circuito dei beni (cui corrisponde un circuito monetario in senso inverso) su cui poggia l’economia: nessuna circolazione dei beni, significa nessuna circolazione della moneta, con il conseguente scardinamento di intere filiere produttive ed annessa crisi bancaria. L’economia si ferma, le banche barcollano, il fardello sulla spalle dello Stato si fa talmente pesante da spezzargli infine la spina dorsale: default. Inutile farsi illusioni sulle capacità salvifiche della BCE (specie se governata da una figura di comprovata fede angloamericana come Christine Lagarde): l’eurozona e, maggior ragione, la UE difficilmente riuscirebbero a sopravvivere qualora l’Italia iniziasse a cedere strutturalmente.

Come abbiamo sottolineato nella nostra precedente analisi, l’attuale guerra in corso, l’ennesimo scontro tra Terra e Mare, si combatte tutt’intorno alla massa afro-euro-asiatica: una destabilizzazione dell’Europa consentirebbe a Inghilterra e Stati Uniti (con alleati, tra cui sta emergendo prepotentemente l’India di Narendra Modi) di concentrarsi sulla Cina che, al contrario, cerca di organizzare, appoggiandosi alla Russia, l’intera massa afro-euro-asiatica (l’Isola Mondo di Mackinder), attraverso la Via della Seta. L’azione destabilizzante delle potenze anglosassoni e quella contro-destabilizzante di Russia e Cina è ben visibile anche nell’attuale crisi italiana: i media cinesi non fanno più mistero che il Coronavirus sia un’arma biologica statunitense. Occorre compiere solo un picco ulteriore passo logico (il Coronavirus è un’arma biologica inoculata in Italia da Londra e Washington) per collegarsi alle nostre analisi. Per contro, in Italia, già si nota l’azione di Cina e Russia, impegnate a spegnere l’incendio appiccato dalle potenze anglosassoni: Pechino si è impegnata ad inviare centinaia di medici e tonnellate di materiale sanitario per fronteggiare l’emergenza e altrettanto ha promesso di fare la Russia domenica 22 marzo. In Italia, in sostanza, si rischia ormai il ripetersi di uno scenario siriano, dove Londra e Washington (con l’ambiguo ruolo di Parigi) lavorano per la dissoluzione del Paese, mentre Pechino e Mosca si prodigano per neutralizzare qualsiasi manovra eversiva.

Uno scenario siriano per l’Italia, è, infatti, ormai nell’ordine della cose: come avevamo sottolineato a suo tempo, un’Italia unita è geopoliticamente protesa verso il Mediterraneo, Suez, il Mar Rosso e l’Oceano indiano e quindi naturalmente predisposta ad allacciarsi alla Via della Seta marittima. Sul piano europeo, l’Italia tende sempre poi, per compensare la propria debolezza, ad appiattirsi alla Germania, che sta apertamente flirtando con Russia e Cina e sarà il prossimo obiettivo angloamericano. In sostanza, l’Italia è ormai inutile agli angloamericani: ecco perché il Coronavirus, portato il Paese al default, rischia infine di evolversi nella dissoluzione politica dello stesso. Come ai tempi delle guerre napoleoniche, qualsiasi strategia angloamericana anti-continentale si basa sull’esclusivo controllo del Sud Italia. Forse anche solo della Sicilia. Uno scenario siriano, dopo il 21 marzo, è sempre più concreto.

7 Risposte a “Discesa agli Inferi”

  1. Scusi la ignoranza mi mi spiga perché le élite finanziarie tallassocratche hanno abbandonato la globalizzazione aspettiamo tutti il terzo volume grazie luigi

  2. … può sembrare brutale, ma l’Italia avrebbe dovuto tollerare un numero di vittime di molto superiore prima di imboccare la strada del 21 marzo.

    Sarà brutale l’affermazione ma è realistica. Questi ns. governanti, che credo eterodiretti, con l’ultimo decreto annunciato su Facebook (patetico, oltre che demenziale) hanno innescato una bomba sociale che quando esploderà causerà un numero di morti di almeno un ordine di grandezza superiore a quello che, alcuni dicono, essere provocato dal Covid-19.

  3. Salve Dezzani. Indubbia la sua capacità visiva prospettica, sugli scenari che si stanno delineando.
    Il ruolo del Movimento Cinque Stelle, nell’assestare il colpo di grazia al paese, supportato in questo dal Partito Democratico, era stato predetto, da lei anni fa in un suo articolo, dove descriveva proprio la nascita di un partito giallo-rosso, con il M5S da un lato, alleato al PD (scorporato da Renzi) dall’altro. Ma come fa ? Sembra che lei abbia capacità divinatorie.

    Allora proprio per questo le domando:” Se il ruolo dell’Italia è quello di fungere da detonatore per l’implosione dell’eurozona, allora perchè coinvolgere tanti paesi nella paralisi ? Ad esempio anche il governo di Madrid ha bloccato tutto in Spagna ? Anche lì è tutto fermo, con i militari in strada ? Perchè le case automobilistiche FCA, PSA e Renault hanno fermato la produzione in Europa ? Insomma, sarebbe bastato paralizzare l’Italia per raggiunggere suddetto scopo. Invece vedo che la nostra situazione è presente in tantissimi paesi. Perchè ?

  4. terrificante analisi ma comunque coerente con la visione d’insieme che hai sempre portato avanti …complimenti con la morte nel cuore

  5. Caro Federico, complimenti come al solito per l’articolo! In merito al commento di Marco, vorrei farti anch’io una domanda: come spieghi la svolta pro-Cina del M5S, in totale contraddizione con gli interessi di chi ha contribuito a creare il partito (Enrico Sansoon giusto per fare un nome)? È forse avvenuta dopo la morte di Casaleggio padre?
    So che non c’entra tantissimo con l’articolo, ma se mi dessi una riga di risposta saresti gentilissimo!
    Un saluto e buona continuazione

  6. Per gli scettici, (con un sorriso appena accennato), posto il passaggio “veggente” di Dezzani del marzo 2018 ! http://federicodezzani.altervista.org/perche-poteri-forti-vogliono-m5s-al-governo/

    ” Prima si indebolisce l’Italia con le ricette del governo Monti; poi si aumenta il veleno con i governi Letta-Renzi-Gentiloni; parallelamente si prepara il virus che dovrà uccidere il paziente debilitato: è il Movimento 5 Stelle, gonfiato a dismisura dalle politiche dei precedenti esecutivi “europeisti”. La strategia appena descritta non è affatto nuova ed è già sperimentata, ad esempio, nella Germania degli anni ‘30 ”

    “Come si arriverebbe, concretamente, ad un governo M5S? Attraverso il “contratto” proposto da Luigi Di Maio. Pochi giorni fa, Di Maio ha smentito un’alleanza con la sinistra ma, per scongiurare scenari di “caos”, ha parallelamente aperto ad un programma di legislatura con chi è disponibile, da mettere nero su bianco in un contratto3. È chi potrebbe essere disponibile a quest’avventura, se non proprio la sinistra? Liberi e Uguali (5%) ed un PD depurato dall’ormai esausto Matteo Renzi (20-25%) fornirebbero un numero di parlamentari sufficienti, sommandoli a M5S (25-30%), da formare una maggioranza”.

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