Strage alla nizzarda: il terrorista gigolò, le armi finte, il camion frigo blindato

Come si organizza un attentato falsa bandiera come quello di Nizza? La risposta più plausibile è il ricorso alla tecnica adottata a Piazza Fontana nel dicembre del 1969: ad un primo livello, quello delle pedine inconsapevoli dell’attentato in preparazione, è sovrapposto un secondo livello, quello dei servizi segreti che scelgono l’obiettivo e organizzano l’operazione, nascosti dietro le quinte. Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il tunisino “violento”, “instabile”, “donnaiolo”, “bisessuale”, svolge nella strage della Promenade des Anglais lo stesso ruolo dell’anarchico e ballerino d’avanspettacolo, Pietro Valpreda, nell’attentato di Piazza Fontana: un semplice capro espiatorio. Anzi, addirittura migliore di Valpreda perché, qualsiasi sia stata la vera dinamica della carneficina, il tunisino è irrimediabilmente morto.

Il tunisino Bouhlel come l’anarchico Valpreda

Di scarsa utilità è lo studio della storia repubblicana dell’Italia che, uscita sconfitta dall’ultima guerra, fu vittima di una ventennale strategia della tensione (trenta anni, aggiungendo le stragi di mafia degli anni ’90), per frenare l’esuberanza elettorale del PCI e (oppure soprattutto?) per mantenere il Paese in una perpetua condizione di subalternità economica e politica, col ricorso ad attentati destabilizzanti, omicidi eccellenti e rapimenti di spicco.

Tra i pochi vantaggi si annovera l’acquisizione di una certa dimestichezza con una materia oscura come il terrorismo di Stato ed una certa malizia nell’affrontare le dinamiche della strategia della tensione che si ripropongono quasi uguali oggi, modificate qua e là solo per adattarle al mutato contesto politico e sociale: non più “brigatisti” ma “islamisti”, non più stelle rosse ma drappi neri, non più la retorica marxista-leninista ma quella della jihad mussulmana.

Per il resto è sempre il vecchio copione, trito e ritrito, che l’Italia sperimentò nel lontano 12 dicembre del 1969 con la bomba alla sede milanese della Banca Nazionale dell’Agricoltura: 17 morti che sancirono l’inizio di una lunga stagione terroristica, eterodiretta dai servizi angloamericani, israeliani e francesi (con l’aggiunta del BND tedesco, semplice filiazione, però, della CIA e del MI6). La strage di Piazza Fontana è, tutt’ora, un modello insuperato per sviscerare il terrorismo di Stato, comprenderne le logiche ed i meccanismi: è il prototipo dell‘attentato falsa bandiera, di cui la bomba che ha sventrato l’aeroporto Zaventem di Bruxelles o la carneficina di Nizza del 14 luglio sono semplici ripetizioni.

Come funziona quindi un attentato eterodiretto dai servizi? Bé, la triste vicenda di Piazza Fontana insegna che lo stragismo di Stato si compone normalmente di due livelli, due strati applicati l’uno sopra l’altro.

Al primo livello troviamo le pedine, la bassa manovalanza che partecipa all’azione senza essere neppure consapevole della natura dell’attentato in preparazione: come semplici operai avvitano bulloni, ignari che la linea di montaggio cui lavorano produce fucili e non frullatori. Le pedine, cui le autorità ed i media attribuiscono la paternità dell’attentato al termine dell’operazione, sono necessariamente tenute all’oscuro della macchinazione: pochi, infatti, sono gli uomini disposti ad uccidere a sangue freddo decine di persone e, ancora meno, quelli pronti ad immolarsi da kamikaze od a marcire in carcere per tutta la vita.

Al secondo livello troviamo i “pupari”, gli uomini dei servizi segreti che si spacciano come forze dell’ordine sotto copertura o criminali coinvolti in qualche attività illecita ordinaria: chiedono alle pedine di trasportare una borsa nel luogo X all’ora Y o di partecipare, ben remunerati, ad un’esercitazione d’antiterrorismo che degenera presto in una vera e propria carneficina. I “pupari” raramente finiscono sul banco degli imputati e, se incappano accidentalmente in qualche zelante magistrato, trovano provvidenzialmente riparo all’estero.

Nella strage di Piazza Fontana, la funzione della pedina è svolta da Pietro Valpreda (1933-2002): ballerino d’avanspettacolo, anarchico-individualista, dipinto come uomo fragile e manipolabile, finisce sul banco degli imputati per aver collocato la bomba nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura grazie alla controversa testimonianza di un tassista. Nelle settimane successive alla strage è oggetto di una violenta campagna mediatica che lo dipinge come un pazzo sanguinario. Si discute tuttora se Valpreda abbia effettivamente collocato un ordigno a scopo dimostrativo, cui fu affiancata una seconda bomba letale, o se a piazzare l’esplosivo sia stato un sosia: nessuno dei sette processi sulla strage di Piazza Fontana ne proverà mai comunque la colpevolezza e Valpreda uscirà definitivamente dall’iter giudiziario già negli anni ’80.

Al secondo livello, dove non arrivano le condanne, ma solo le inchieste giornalistiche e le indiscrezioni di fonti molto bene informate, troviamo gli esponenti di estrema destra che hanno infiltrato gli ambienti anarchici frequentati da Valpreda (Mario Merlino, Giovanni Ventura, Delfo Zorzi, etc.), in contatto con agenti del servizio segreto italiano (Guido Giannettini), a loro volta coordinati dall’ufficio Affari Riservati del Viminale. È proprio qui, secondo la ricostruzione fornita dal saggista americano ed ex-agente segreto Peter Tompkins che va cercata la regia dellastrategy of terror ed individua nel funzionario del Viminale, Federico Umberto D’Amato, intimo dei servizi americani sin dalla guerra, la mente dell’operazione di Piazza Fontana1.

Studiata la struttura di Piazza Fontana, prototipo della strategia della tensione, abbiamo strumenti idonei per sviscerare qualsiasi altra strage di Stato, compresa la carneficina di Nizza del 14 luglio.

Al primo livello, quello delle pedine, troviamo il 31enne tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel, che nella vicenda ricopre lo stesso ruolo dell’anarchico Pietro Valpreda, con l’ulteriore vantaggio che, essendo morto, gli sarà impossibile imbastire qualsiasi difesa davanti alla stampa ed alla giustizia.

Bouhlel, affetto da problemi psichici tra il 2002 ed il 2004, installatosi in Francia nel 2008 con la moglie originaria di Nizza da cui ha tre figli, in corso di divorzio, impiegato come autotrasportatore da un anno e mezzo dopo un periodo di disoccupazione, è conosciuto alle forze dell’ordine solo per alcune violenze commesse tra il 2010 ed il 20162: la moglie, infatti, si premura di incontrarlo solo in luoghi pubblici, per evitare che Bouhlel alzi le mani.

Descritto come taciturno ed introverso dai vicini di casa, Bouhlel sembrerebbe sfogare il suo esuberante carattere nel tempo libero: pratica arti marziali, frequenta una palestra ed una scuola di salsa (dove è noto come “Momo”), alza il gomito con la bottiglia, abborda donne giovani e mature ad ogni occasione. Fisicamente prestante, Bouhlel arrotonda forse lo stipendio prostituendosi con uomini, tanto che, secondo le ricostruzione dei media3, la sua più assidua frequentazione sarebbe stato un 73enne, ascoltato dalla polizia dopo i fatti del 14 luglio. Come nel caso di Valpreda, il quadro che ne emerge è quindi quello di personalità fragile e manipolabile, che oscilla tra la violenza famigliare e la costante ricerca di nuove donne, tra l’alcool ed i rapporti omosessuali, una figura, insomma, che un po’ di denaro e qualche menzogna si può facilmente circuire.

Bouhlel è “scelto” per l’operazione del 14 luglio per tre principali ragioni: i suoi natali arabi, la patente di autotrasportatore, conseguita circa 18 mesi fa, la sua saltuaria comparsa nei radar della polizia. Del tutto carente è il profilo di Bouhlel sotto l’aspetto del fanatismo religioso: data la sua vita piuttosto dissoluta e la sua estraneità a qualsiasi pratica mussulmana, il ministro degli Interni francese, Bernard Cazeneuve, parlerà, per avvalorare la pista del terrorismo islamico, di un nuovo tipo di terrorista, radicalisé très rapidement, ossia convertitosi ai precetti dell’islamismo più radicale in sole due settimane.

La tesi fa chiaramente fa acqua da tutte le parti ed è questo il motivo per cui, lo stesso giorno della conferenza stampa di Cazeneuve, il SITE Intelligent Group “scova” la rivendicazione ufficiale dell’ISIS sino a qual momento mancante (Bouhlel sarebbe un “un soldat de l’Etat islamique qui a répondu aux appels lancés pour prendre pour cible les ressortissants des pays de la coalition qui combattent l’EI”4).

nizza16luglio

Al secondo livello si collocano invece le menti della strage del 14 luglio, di cui disponiamo al momento, e forse per sempre, di pochissime informazioni. Dato il profilo “laico” di Bouhlel e le caratteristiche delle persone finora fermate (una coppia di albanesi, criminali comuni che avrebbe venduto una pistola automatica al tunisino5) è difficile ipotizzare il coinvolgimento di imam o fanatici sunniti, riconducibili alla solita Fratellanza Mussulmana, che avrebbero orchestrato la strage con il placet dei servizi segreti francesi. Più facile, invece, è che al secondo livelli si trovino direttamente gli agenti dei servizi transalpini ed israeliani, che hanno probabilmente adescato l’autotrasportatore tunisino, personalità manipolabile ed a corto di soldi, promettendogli una bella somma per partecipare ad un’esercitazione antiterroristica, velocemente degenerata nella strage del 14 luglio.

Analizziamo ora la dinamica dei fatti per dimostrare la validità della nostra tesi.

I soldi ai famigliari, il vetro blindato, le armi finte: l’esercitazione diventa strage

L’esercitazione antiterrorismo che si tramuta in attentato è una tattica non nuova: sicuramente in molti ricorderanno come in concomitanza agli attentanti islamisti a Londra del 7 luglio 2005, costati la vita ad una cinquantina di persone, una società di sicurezza privata, la Visor Consulting, stesse conducendo un’esercitazione che “simulava” gli attacchi poi effettivamente perpetrati da “Al Qaida”6. Più di un elemento lascia supporre che la stessa tattica sia stata impiegata anche a Nizza.

Bouhlel, a lungo disoccupato ed obbligato a pagare gli alimenti alla moglie per il mantenimento dei tre figli, inizia improvvisamente ad inviare denaro e qualche bene di lusso alla famiglia, dicendo al fratello di volere presto tornare a vivere in Tunisia, come fanno spesso gli immigrati dopo aver accumulato una piccola fortuna all’estero (Negli ultimi tempi non faceva che chiedermi dei nostri genitori. Mi aveva detto che sarebbe tornato presto a vivere a Msaken. E aveva anche cominciato a spedire telefoni cellulari e del denaro. Piccole somme. Trecento, quattrocento euro alla volta”7).

Purtroppo non è possibile precisare l’entità di questi “ultimi tempi”, ma, quasi certamente, corrisponde al lasso temporale in cui l’autotrasportare tunisino (che ha la patente per guidare i mezzi pesanti da 18 mesi circa) è impiegato in un lavoretto “extra”: un’occupazione che genera un improvviso benessere, tanto da consentirgli di inviare soldi ai famigliari e di progettare di ristabilirsi in Tunisia, come un rimpatriato di successo. È un’occupazione che non crea nessun turbamento in Bouhlel, perché nessuno nota cambiamenti nel suo umore ed il fratello, poche ore prima della strage, riceve un foto che lo ritrae rilassato e felice (“Ha detto che era a Nizza con i suoi amici europei per celebrare la festa nazionale”8).

Perché Bouhlel è così sereno a distanza di poche ore dall’attentato?

La risposta è semplice: per l’autotrasportatore, il 14 luglio si delineava come un giorno identico ai precedenti, un giorno in cui avrebbe svolto un lavoro ben remunerato per non meglio precisate forze dell’ordine, con cui ha una certa dimestichezza dati i suoi trascorsi giudiziari.

Bouhlel noleggia il camion frigo l’11 luglio ed effettua “sopralluoghi” sulla Promenade des Anglais il 12 e 13 luglio, dove è ripreso dalle telecamere di sicurezza9. Perché Bouhlel che vive da anni in città, si reca per due giorni consecutivi sul luogo dell’imminente strage? Non conosce il lungomare nizzardo? No, Bouhlel bazzica la Promenade des Anglais con l’autocarro perché è quello il lavoro per cui è pagato: testare la sicurezza del centro-città guidando un camion su cui viaggiano granate e fucili d’assalto finti, gli stessi che saranno rinvenuti sull’abitacolo dopo l’attentato (“una pistola automatica finta, due repliche di fucili d’assalto, kalashnikov e M16 finti”10).

Bouhlel, la notte del 14 luglio, era certo che avrebbe partecipato alla stessa operazione antiterrorismo già svolta nei due giorni precedenti.

L’unica differenza, quella sera, sarebbe stata testare l’efficienza (o meglio dire, l’inefficienza) delle forze di sicurezza durante una grande manifestazione come lo spettacolo pirotecnico sul lungomare.

Il camion, su cui sono già a bordo le armi finte, è lasciato parcheggiato in prossimità della Promenade des Anglais, dove non avrebbe dovuto nemmeno sostare data la chiusura della zona ai veicoli per la festa serale: gli agenti fermano Bouhlel già nel pomeriggio del 14 ed il tunisino se la cava con poco, dicendo che deve consegnare gelati. Si noti che qualcuno, tra l’11 luglio ed il giorno della strage, ha sostituito il parabrezza del camion frigo con un vetro blindato (che non andrà in frantumi nonostante la pioggia di proiettili)11, così da proteggere il conducente, complice dei servizi, nell’inevitabile scontro a fuoco.

Manca ora poco all’attentato.

Bouhlel raggiunge il lungomare in bicicletta (il suo abituale mezzo di locomozione che, nel condominio in cui abita, conserva diligentemente nel suo appartamento per evitare furti) e, arrivato al camion, colloca la bici nel carico del camion, sicuro, evidentemente, di spostarsi da quella zona nel corso della serata12. Adesso è a bordo dell’autocarro e siede a fianco, probabilmente, dell’uomo dei servizi che compirà la strage. Bouhlel invia ad uno degli uomini attualmente in custodia l’sms su cui scrive “Amène plus d’armes, amènes en 5 à C.”,13 “Porta più armi, portane 5 a C.”, evidenziando come le armi, tutte finte tranne un pistola calibro 7.65 con cui il conducente farà fuoco dall’abitacolo, siano il vero oggetto dell’esercitazione cui il tunisino pensa di partecipare.

Il camion, cinque minuti dopo l’invio dell’sms, si mette in moto, da principio adagio.

A questo punto Bouhlel è, probabilmente, ucciso nell’abitacolo da un secondo uomo, l’agente dei servizi, che ha sinora collaborato con lui “all’operazione antiterrorismo”. L’agente prende il volante, un motociclista si affianca al mezzo e nel tentativo di salire a bordo perde le vita finendo sotto le ruote, due agenti aprono il fuoco, il conducente ora accelera ed inizia la macabra corsa di due chilometri zigzagando tra la folla.

La polizia crivella di colpi la cabina, ma il vetro blindato protegge l’agente a bordo: raggiunto il punto di raccolta concordato preventivamente, il famoso hotel Negresco14, l’autocarro si ferma. Entra in azione il resto della squadra che, in abiti da Police Nationale, “uccide” Bouhlel e mette in salvo l’agente dei servizi, sfruttando il caos generalizzato. Un video manipolato, apparso il 15 luglio sul sito israeliano Ynet e confutato l’indomani da Le Monde nell’articolo “Attentat de Nice : une vidéo manipulée fait croire que le terroriste a été capturé vivant” filma il prelevamento di un uomo da parte della polizia, che lo trascina correndo via dal camion: diffondendo materiale falso, i servizi segreti israeliani hanno voluto probabilmente inficiare la vera dinamica dei fatti. Il ballerino di salsa Bouhlel, a differenza del ballerino d’avanspettacolo Valpreda, non potrà nemmeno tentare una difesa.

Ciò che più stupisce, ed è sintomo della gravità del contesto economico-sociale percepita dall’establishment euro-atlantico, è la concitazione della strategia della tensione francese rispetto a quella attuata decenni fa in Italia, dove intercorrono cinque anni tra la strage di Piazza Fontana ed il pesantissimo 1974 (l’attentato di Piazza Fontana e la bomba sul treno Italicus).

Nell’Esagono si contano attentanti spettacolari con cadenza quasi semestrale ed attentati minori, anch’essi letali, con cadenza mensile: puntualmente il primo ministro Manuel Valls ripete che la Francia è in guerra (“Nous faisons face à une guerre que le terrorisme nous livre” ha detto il 15 luglio) e preventiva nuovi morti e nuovi attentati che si materializzano puntualmente a distanza di poche settimane.

Si noti, infine, come allo base dello stragismo di Stato dimori sempre il connubio tra massoneria e servizi segreti: logge americane, inglesi e francesi supervisionarono gli anni di piombo italiani, come il Grande Oriente di Francia (cui appartengono François Hollande e Manuel Valls15) riveste oggi un ruolo di primo piano negli attentati che stanno insanguinando la Francia.

Lentamente anche la società francese sembrerebbe prendere coscienza di quanto sta avvenendo (si veda l’accoglienza riservata a Valls in occasione della visita a Nizza, salutato al grido di “bastardo” e “assassino”), ma la triste impressione è che l’Europa di oggi abbia, almeno a livello di classi dirigenti (politici, intellettuali, giornalisti, etc.) ancora meno anticorpi che nell’Italia degli anni ’70.

Sulla strage di Piazza Fontana, costata la vita a 17 persone, sono stati imbastiti sette processi e versati fiumi d’inchiostro in libri, inchieste giornalistiche e libelli. La strage di Nizza, costata la vita a 84 persone, è sostanzialmente già archiviata dopo una settimana: si attende solo il prossimo attentato per parlare d’altro. Pauvre France!

 

Il video falso che dimostra il prelevamento del terrorista da parte della polizia (minuto 1:50), diffuso dai servizi israeliani il 15 luglio per inficiare la vera dinamica dei fatti.

https://www.youtube.com/watch?v=UmZ2y5sw5AQ

 

 

 

1Il Segreto di Piazza Fontana, Paolo Cucchiarelli, Ponte delle Grazie, 2009, pagina 441

2http://www.lemonde.fr/societe/article/2016/07/16/attaque-de-nice-les-motivations-troubles-de-mohamed-lahouaiej-bouhlel_4970489_3224.html

3http://www.huffingtonpost.fr/2016/07/18/mohamed-lahouaiej-bouhlel-terroriste-nice-attaque-terrorisme_n_11052290.html

4http://www.liberation.fr/france/2016/07/18/mohamed-lahouaiej-bouhlel-terroriste-d-un-genre-nouveau_1467026

5http://www.sudinfo.be/1625181/article/2016-07-17/attentat-de-nice-sept-personnes-en-garde-a-vue-apres-une-nouvelle-interpellation

6https://www.youtube.com/watch?v=JKvkhe3rqtc

7http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/18/news/la_strage_di_nizza_diventa_un_mistero_la_bici_le_finte_armi_e_l_ultimo_sms-144334808/

8https://www.lastampa.it/2016/07/17/esteri/strage-a-nizza-venti-gli-italiani-ancora-da-rintracciare-kioqkNZ8r958RvjlBYlqqI/pagina.html

9http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/strage_nizza_bouhlel_non_sono_io-1861002.html

10http://www.corriere.it/esteri/16_luglio_15/nizza-strage-chi-assalitore-franco-tunisino-7ca69fcc-4a4d-11e6-8c21-6254c90f07ee.shtml

11http://www.debka.com/article/25551/Nice-terror-truck-had-bullet-resistant-windshield

12http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/18/news/la_strage_di_nizza_diventa_un_mistero_la_bici_le_finte_armi_e_l_ultimo_sms-144334808/

13http://www.parismatch.com/Actu/Societe/Le-tueur-de-Nice-Mohamed-Lahouaiej-Bouhlel-avait-il-des-complices-et-combien-1020964

14http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/14/news/nizza-144100478/

15http://www.lexpress.fr/actualite/politique/un-franc-macon-nomme-valls_1681324.html

78 Risposte a “Strage alla nizzarda: il terrorista gigolò, le armi finte, il camion frigo blindato”

  1. notevole Federico!
    Eccellente ricostruzione, l’unica cosa che forse non sembra far parte del quadro e’ la pistola (vera) comprata dagli albanesi…
    Nel video che hai postato la scena del supposto terrorista portato via dai gendarmi appare 2 volte (e mi sembra sia esattamente la stessa scena) dopo 46 secondi e al minuto 1:50… non so se cio’ voglia solo sottolineare la falsita’ del video… o forse dire altro…
    questa strategia come giustamente noti non sembra funzionare molto, almeno dal punto di vista del ritorno politico per i fantocci al governo, ma forse non e’ questo l’obiettivo primario di questa campagna.. infatti sembra, visto da qui, che la paura paura dilaghi e di fantocci da rimpiazzare credo che ce siano scorte infinite ai giorni nostri.
    Sono moderatamente pessimista, la paura e’ un demone feroce e come ho detto la fantocciagine dilaga, e non solo nelle alte sfere ma anche al livello della gente comune (ultima possibile risorsa di qualche verita’) di cui io sicuramente, come molti che frequentano questo blog, faccio parte.
    Ma proprio il fatto che ci si possa ritrovare in questo luogo (quasi virtuale) e in altri simili con altri esseri umani (non fantocci) credo voglia dire qualcosa… di buono…
    un abbraccio a tutti

    1. Per me questi attacchi favoriscono la tattica del divide et impera tra gli immigrati e la popolazione.
      Ma l’altro aspetto piú importante é che questo terrorismo islamico viene usato per logorare la religione musulmana. Molto probabilmente, dietro a questo attacco verso una religione piú forte rispetto a quella cristiana perché piú chiusa, ci sono gli stessi che hanno vantaggio ad indebolire il cattolicesimo dall’interno e che stanno avendo pienamente successo per ora.
      Oltre agli scenari economici, politici, geostrategici e militari bisogna non sottovalutare il vero centro: quello spirituale, a mio avviso il piú importante di tutti.
      L’ ignoranza su questi temi é evidente ne é prova la continua disinformazione propugnata alle masse sugli insegnamenti e sulla morale dell’ Islam.

  2. Ormai l’esperienza ci ha fornito gli elementi che dovrebbero farci tutti arrivare a queste conclusioni, ma si sa … la massa è pigra, e preferisce bersi la sceneggiata propalata dai mass media. Anche perché questi ultimi sono una macchina gigantesca, organizzata e dotata di mezzi, e fanno parte effettiva e fondamentale di tutto quanto il gioco, tenendolo in piedi nell’immaginario collettivo.
    In un futuro processo di Norimberga al sistema atlantista, i giornalisti dovranno pagare tanto quanto i servizi deviati e i vertici e i politici che hanno coperto e/o deciso le operazioni assieme ai massoni.
    Non solo i ‘giornalisti’ che preparano i siti tipo il SITE o le riviste patinate e hollywoodiane dei ‘jihadisti’, ma anche tutti i giornalisti ‘normali’, che, quasi senza eccezione, dalle testate di destra a quelle di sinistra a quelle clericali, ci servono la versione ufficiale senza nemmeno accennare a un qualsivoglia dubbio, anzi nascondendo accuratamente tutti gli aspetti palesemente dubbi e aggiustando la versione per farcela bere meglio senza farci sospettare.
    Sappiano tutti questi venduti che, anche se non riceveranno mai un processo in vita, saranno comunque ricordati dalle future generazioni con infamia, come dei venduti traditori non solo dei propri popoli ma anche della professione che praticavano.

  3. Ottimo articolo, quasi da paura. Hai del coraggio comunque a scrivere queste cose e a pubblicarle. Una domanda, perchè questo così tanti solo in Francia e poi venderli dai media “main stream” come se fosse un attacco all’Europa? Perchè è più facile organizzarli e “giustificarli” visto l’alto tasso di musulmani presenti nell’esagono?

    In Italia alla fine degli anni sessanta e inizio ’70 come hai detto nell’articolo bisognava difendersi dal Comunismo e aggiungo io dalla privatizzazione della Banca d’Italia (le Banche ed il sistema bancario c’entrano sempre e comunque!).

    Cosa sta accadendo in Francia? Mica devono distrarre l’opinione pubblica da un Bail-in di massa e quindi dire che ci sono problemi più gravi? O la scala è più grande e gli “atti terroristici organizzati dai servizi” servono per la scala più grande, cioè quella Europea? E quindi la Francia viene solo utilizzata in quanto lì è più facile “giustificare” il nemico islamico? Idem per il Belgio. In Germania solo piccole cose perchè lì (ci ho vissuto) gli stranieri sono abbastanza integrati e vengono trattati bene e lasciati in pace . In Italia non hanno organizzato niente perchè altrimenti potrebbe esserci una specie di sommossa popolare contro i musulmani residenti qui, mentre in Francia è impossibile perchè dovrebbero cacciare 1/4 della popolazione e sarebbe una guerra civile.

    Comunque ti ringrazio per questi interessanti articoli. Per il “golpe” Turco uscirà qualcosa? Secondo me è stato un vero golpe da parte dei sempre più bistrattati Americani. Non esiste più l’Intelligence di una volta…

    1. la francia viene intensamente “curata” perche’
      1)e ‘un paese ” grande” , una potenza nucleare con la maggior resistenza identitaria ( FN al 30% ) e grandi tradizioni ” sovraniste”
      2) e il paese dove la colonizzazione araba e’ piu’ avanzata e quindi dove maggiore e’ il rischio di una deriva antisionista
      E questo spiega la relativa “tranquillita’” ( per ora .. ) di italia e germania con popolazioni molto piu’ remissive e un apparato pubblico molto piu’ sottoposto al controllo U$raeliano
      Per il resto

      1. Grazie per alcuni chiarimenti però ho un dubbio. Ma la Francia non è uno dei paesi con il più alto numero di ebrei? Cioè in Francia sono di base i Rothschild e compagnia bella. C’è una guerra di potere all’interno della Francia? Tra chi? Giudaico-massoni contro Marine Le Pen? E’ davvero così potente allora Mme. Le Pen e tutto il FN ? O c’è altro e la chiave di lettura è molto più ampia?

        PS che l’Italia sia un popolo di caproni e quindi remissivi è ormai noto dalla notte dei tempi. I tedeschi sono crucchi per davvero anche i più intelligenti ed emancipati guai ad uscire fuori dai ranghi. Il sistema così è così deve essere rispettato. Ho ancora il trauma di un problema per un libro richiesto nella biblioteca dell’università che ho frequentato lì. La risposta di una bibliotecaria del cavolo:” il sistema non è fatto per essere giusto, è fatto per essere efficiente”. Più crucchi di così…

        1. ma infatti “il potere” che domina la francia e’ ben saldo ed occupa tutte le posizioni ( compreso il “sionista” FN). E’ il “popolo” che crea dei problemi con la sua resistenza identitaria dei “vecchi francesi” e l’ emergente islamizzazione di quelli “nuovi”.
          E’ quindi abbastanza chiaro che questo “terrorismo” sia finalizzato ad alimentare lo scontro tra queste “resistenze” affinche’ esse non si saldino mai contro “Il vero potere” che domina la francia

        2. In parte approvo, ma alle ultime elezioni, quando il FN ha vinto al primo turno in buona parte del paese, i voti venivano dalla campagna o periferia, come è successo per il Brexit, i “bobo” votano socialista.

        3. Ma siete proprio così sicuri che il Fn sia sionista e sotto il loro totale controllo? Il fatto stesso che per ogni elezione venga ferocemente avversato e non sia mai riuscito, nonostante la mole di voti conquistata, a prendere una carica istituzionale che sia minimamente in grado di poter insidiare il sistema di potere, contraddice l’idea che possa essere sistemico, appunto.
          Secondo me bisognerebbe approfondire meglio quale sia la reale matrice ideale del Fnostro. Che ne pensi Ws?

        4. Penso che il fn (come la lega) sia pesantemente infiltrato. Questo non significa che questi partiti siano burattini come gli altri , soprattutto perche’ la base e l’ elettorato restano fuori controllo perche’ “identitarii”.
          Quindi verso questi partiti viene fatta una duplice pressione : “l’ostracismo” e “la demonizzazione” per ridurne l’ appeal presso il cosiddetto “elettorato moderato” ( i tiepidi , pavidi, senza un pensiero politico proprio) e contemporaneamente l’ infiltrazione e l’ intimidazione verso il gruppo dirigente che ovviamente , in quanto politici di professione in media non sono certo degli idealisti e tanto meno eroi.
          Nella sostanza il partito risulta cosi’ ” sterilizzato ” ( vedi le varie astensioni leghiste tipo trattato di lisbona ) ma certamente resta ingombrante e pericoloso in ragione del suo consenso e messaggio politico ufficiale.

        5. WS concordo con la tua analisi, tuttavia vorrei aggiungere un’ulteriore riflessione: la presenza di infiltrati, ai vari livelli gerarchici della formazione politica, sembra essere inevitabile se guardiamo ala posta in gioco, stiamo parlando del controllo politico di una potenza economica e nucleare posta nel cuore dell’Europa. Il vertice tuttavia, a prescindere dal fatto che viva di politica, non può non tener conto dele insidie che provengono dal sistema e reagire attraverso una sapiente opera di contenimento delle numerose spinte pro-sistema e delle trappole, specialmente di tipo mediatico, che vengono continuamente poste. Dunque bisognerebbe piuttosto aiutare i responsabili di tali formazioni a portare avanti i loro programmi. Dopotutto il sistema è quello democratico e servono i voti.
          Discorso diverso per la lega, una formazione totalmente compromessa col sistema, basti pensare che ancora cercano di dialogare e governare con i berluscones…stendiamo un velo pietoso!

        6. Non vi fate illusioni: TUTTE le forze politiche vengono infiltrate, fin da quando sono ancora “associazioni” di tre gatti (se così non accadesse, i servizi di sicurezza sarebbero ben poca cosa).
          Poi, se l’associazione di tre gatti putacaso riesce a prendere voti e a crescere, gli infiltrati che se la dormivano all’interno si svegliano e cercano di occupare posti chiave o costruirsi una rete di potere. Se poi cresce ancora, gli infiltrati si infittiscono: arriva gente da servizi stranieri, da forze politiche avversarie, e tutti costoro cominciano a sgomitare per occupare cariche importanti, aiutati dall’interno o dall’estero, facendo contemporaneamente fuori quei membri (o funzionari) del partito che sono d’ostacolo agli uni o agli altri. A volte si fanno anche la guerra tra loro.
          E’ uno spettacolo interessante a cui assistere… e serve appunto anche a non farsi più illusioni.

        7. Si nella sostanza e’ come dici tu .
          Allora tutti i giochi sono bloccati ? Non proprio perche’ non tutti i fattori possono essere controllati , gli uomini non sono macchine e nella sostanza piu’ cresce il controllo del sistema piu’ esso si indebolisce.
          Questo esperimento di “neofaraonismo” e’ certo che sara’ una tragedia ma il suo esito non e’ certo.

    2. Sul FN:
      Io non credo che ci possa mai essere un’alleanza o sinergia tra forze alternative al Sistema atlantista di marca nazionalista e islamica: troppo diverse le matrici culturali, nonostante i nemici in comune. L’unico denominatore comune potrebbe forse trovarsi nel campo della Tradizione, tra guénoniani ‘trasversali’, ma: 1) non credo che ai guénoniani piaccia combattere; 2) il partito (FN) è troppo identitario dal punto di vista confessionale, e i ‘tradizionalisti cattolici’ non brillano per apertura mentale, non sarebbero mai capaci di digerire un’alleanza con gli islamici. E se consideriamo che l’ala ‘pagana’ spesso si riduce a tifosi da stadio e teste rasate, andiamo di male in peggio.
      L’unica cosa che potrebbe forse far collaborare le due aree potrebbe essere lo sbugiardamento delle menzogne della Lobby e dei suoi alleati-servi. Per questo la Lobby cerca di fomentare lo scontro frontale e la frattura insormontabile tra le due aree, e brama utilizzare l’estrema destra come punta di diamante della lotta occidentalista al suo nemico del momento, come sempre ha fatto da dopo il 1945 riuscendoci sempre.

      1. ci sono infatti alcuni di derivazione marxista che ha teorizzato un incontro di ” proletariati” contro questo sistema di potere. Ma e’ pura teoria , le “identita’” francesi e quelle “afroislamiche” non sono armonizzabili ( e i “padroni” lo sanno bene anche se dicono il contrario); il collasso quindi e’ inevitabile salvo ( miracoli “cosmici” ) e solo tra diverse generazioni dalla poltiglia Kaliergica potrebbe uscire un nuovo “proletariato unito”.. Ma e’ un teoria molto idelistica ( come il marxismo ) , molto piu’ probabile che ne esca solo una inerte ” societa’ del brasile ” o una gigantesca e orribile “detroit”
        “.

  4. Grazie dell’interessante ricostruzione. Un solo dubbio: benché in generale il coinvolgimento israeliano sia sempre verosimile, non capisco l’utilità della messinscena col tizio a terra dietro il camion e portato via. Nel momento in cui mette in dubbio la versione principale del pazzo solitario poco o tanto islamizzato, che senso avrebbe questo diversivo?

    1. i “filmati” piu’ o meno manipolati e/o rivelatori dei “controllers” messi in rete servono come pressione psicologica sugli operativi locali coinvolti nel “false flag”, un invito a “rigare diritto” con la minaccia che essi sarebbero i primi a saltare se saltasse la “versione ufficiale”

  5. Comunque la Lobby, e i pasdaran dell’occidentalismo, sono furiosi per il fatto che le masse non hanno ancora reagito come lorsignori si aspettavano: il TERRORE allo stato puro, emotività che faccia perdere il controllo e gettare nelle braccia dei burattinai (Le Twin Towers fumavano ancora e i mass media e i think tank avevano già pronto lo slogan da metterci in bocca: “Siamo tutti americani!”. Da allora, ad ogni nuovo attentato c’è già la formulina “Siamo tutti XYZ!”, dove alla variabile basta sostituire l’obiettivo attorno al quale via via le masse devono stringersi).
    Invece, nonostante gli sforzi per mostrare la massima truculenza possibile, le masse hanno reagito in maniera molto più tiepida del previsto; quasi con dignità, senza isteria. Tutto sommato ha vinto la linea dell’autocontrollo. Persino l’islamofobia non ha raggiunto i picchi che probabilmente i burattinai si aspettavano, nemmeno tra le estreme destre. L’altro giorno un intellettuale francese della Lobby intervistato dal Corriere massone paventava atti anti-islamici del Front National, ma per ora la cosa rimane solo nei loro desiderata. Un altro ultras occidentalista su Quotidiano Nazionale (altra testata massonica) si lagnava del fatto che negli ultimi mesi il Corano ha avuto un picco di vendite nelle librerie europee, e rampognava in ciò il ‘servilismo’ degli Italiani (servilismo che però gli va benissimo quando gli Italiani chinano il groppone davanti all’America o alla Lobby), Italiani descritti come pronti a prepararsi al prossimo padrone, l’Islam (una costante degli occidentalisti: preconizzare un’Europa di dhimmi; quando invece lo stesso René Guénon, filosofo francese convertito all’Islam nel primo ‘900, dichiarò che l’Europa non sarebbe mai diventata islamica per impossibilità antropologica).
    Nemmeno gli sforzi per farci solidarizzare con Israele hanno troppo successo, nonostante ad ogni attentato rabbini capi e sionisti vari ripetano, gongolanti: “finalmente potete capire quello che si prova in Israele dove la gente è sotto il tiro delle organizzazioni terroristiche Hamas e Hezbollah!”.
    Naturalmente i burattinai confidano sul lungo periodo: dopo anni di terrore da film splatter, vuoi che non riusciamo ad avere completamente in pugno l’emotività di ‘sti stronzi di Europei?!
    I mezzi li hanno. Noi, purtroppo no. Non ci resta che confidare nella nota incapacità del diavolo di fare i coperchi, o, più laicamente, nella legge storica dell’eterogeneità dei fini.

    1. Sono d’accordo anche se penso che la reazione non è quella dell’autocontrollo ma quella più modesta dell’abitudine. Cioè quando ho sentito del colpo di stato in Turchia non mi sono scomposto più di tanto, ormai penso che poche cose ci sconvolgeranno. Penso che se vorranno suscitare un vero clamore nell’occidente (fallito) dovranno inventarsi qualcosa di spettacolare. Chissà, un attacco a Roma a San Pietro con Trump (che è Cristiano) alla guida dell’esercito occidentale a prendersi tutto il Medio Oriente con Israele che si sfrega le mani essendo riusciti a manipolare come sempre il braccio numerico (i miliardi di cristiani ed il numero è potenza) cristiano occidentale. Gli Israeliani senza i Cristiani avrebbero le ore contate per il semplice fatto numerico.

      Penso che siamo solo all’inizio di un lungo periodo di battaglie in Eurasia e Medio Oriente. Stanno piazzando le fiches sul tavolo. Alla fine vincerà come sempre nella storia la falsità e l’inganno. L’uomo sapiens è più fesso di quello che sembra, almeno la maggioranza. Saluti

      1. No, un parabrezza normale non esplode per dei banali colpi di pistola. Un vetro blindato lascia invece dei grossi aloni a raggiera che impedicono la visuale (a meno che si tratti del nuovisssimo vetro antiproiettile della Labock Industries…, del tutto fantascientifico in un attentato che deve apparire “fai da te”).
        Del resto, che fosse blindato lo dice Debka-file, e dice altresì che l’attentatore è sceso dal camion sparando e facendosi ammazzare: che è un’altra bufala (mi pare) creata ad arte per “coprire” almeno un poco il filmato di Ynet.

      2. I parabrezza normali non esplodono, quando sono danneggiati e/o perforati da pietre o proiettili, perché sono fatti con diversi strati incrociati di vari materiali e sono molto più resistenti dei cristalli laterali e posteriori delle auto, che possono esplodere, se colpiti da pietre o proiettili:
        http://www.carglass.it/prenotaora/?gclid=CKb8g6mGhM4CFbgy0wodacQFXw
        E i parabrezza blindati, non vengono perforati dai proiettili:
        https://www.google.it/search?q=parabrezza+blindati&hl=it&biw=1680&bih=889&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwiQ2LLxiITOAhVD7BQKHatLCEEQsAQISw&dpr=1
        Quindi il parabrezza del camion, è assolutamente normale, non è esploso ed è pieno di buchi:
        https://www.google.it/search?q=parabrezza+camion+strage+nizza&hl=it&biw=1680&bih=889&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwiEvZ6L34POAhUKXBQKHQtwDCYQsAQIRg&dpr=1#imgrc=lk2NIYNJ2p1DuM%3A

      3. NO sig. Federico, i proiettili lo bucano ma non lo fanno esplodere però la ragnatela è un pò piccola. Da segnalare che lato guidatore non ci sono fori, il che è quantomeno strano perchè di solito si spara lì per prendere il guidatore.

        Una cosa le è sfuggita. Il camion non era frigorifero. Non ha il gruppo refrigeratore ne sotto lo spoiler ne sotto il telaio parte guidatore. Un furgonato non è necessariamente frigorifero. Se poi nota le porte dietro, ci sono immagini che le riprendono aperte non hanno assolutamente lo spessore per essere di una cella frigorifera che porta gelati a -20°c. Ottima analisi, complimenti.

        1. Enrico, c’è un punto di vista C, oltre ai A e B che avete espresso. Cioè i fori dei proiettili sono… finti, solo costruiti ad hoc. Come i “finti” aerei delle Torri Gemelle. Non avete la minima idea di quanto, nella realtà mediatica contemporanea, è possibile falsificare, abolendo di fatto il limite fra il reale ed il virtuale. E comunque oltre al finto attentato vi è la necessità di esprimere “codici segreti” per gli addetti ai lavori, disseminandoli qua e là in tutto lo scenario oggetto dell’attentato. Per chi non avesse ancora capito: i proiettili sono stati creati al computer con un software di fotoritocco.

        2. Si e’ una spiegazione , ma poi bisognerebbe chiedersi perche’ hanno appiccicato i fori sul solo lato del passeggero.. 🙄
          Ma in genere davanti alle “versioni ufficiali” non spetta a noi !apoti” spiegare “fatti” che potrebbereo essere falsi o manipolati quando rilevare che la “verisione ufficiale” e’ incongruente ,e che quindi chi ha il potere e il dovere di spiegare gli eventi e’ quantomeno un incompetente da mandar via.

        3. Se leggete l’ultimo post di Blondet, spiega perché il vetro fosse intatto dalla parte del guidatore. E’ pieno di testimoni che dichiarano che gli attentatori fossero due, e che il corpo del tunisino è stato trovato sul sedile del passeggero.
          In sintesi, le testimonianze confermano la ricostruzione di Dezzani… che come sempre la sa lunga. 😉

  6. Ciao Federico,

    seguo il tuo blog da qualche mese e devo dire che quotidianamente accedo per controllare se ci sono nuovi articoli, sempre eccellenti complimenti ! Spero vivamente che continuerai a deliziarci con le tue magistrali analisi. Un caloroso saluto.

  7. A me preoccupa proprio il vetro blindato più di tutto. Non penso sia cosi semplice reperire un vetro blindato per quel camion, è fatto su commissione da qualcuno del mestiere mica lo fanno a Murano, è cosi difficile cercare di capire chi può aver fatto un lavoro del genere in qualche officina e andare a verificare le telecamere per vedere se quel camion era dalle parti dell’officina nei giorni precedenti? Dai dettagli del montaggio (guarnizioni, silicone, residui) si può capire quanto è “fresco” il vetro

    1. Il parabrezza non è blindato. E’ un vetro asolutamente normale, stratificato. I parabrezza blindati hanno una caratteristica raggiera quando vengono colpiti dai proiettili.

  8. Fino a qualche anno fa, avrei condiviso pienamente questa analisi.
    Ma, vista l’impressionante evoluzione del fenomeno terrorismo, il mio approccio alla questione è radicalmente mutato, e non mi ritrovo più in certe considerazioni.
    Una delle caratteristiche di questa evoluzione è il bombardamento mediatico intorno agli eventi, con un martellare ininterrotto di notizie vere o presunte che sostengono tutto e il contrario di tutto, dalle quali, selezionandone alcune, si possono fare tesi e supposizioni che possono avvalorare una tesi, oppure la tesi opposta, dipende da quali notizie si selezionano.
    Tra l’altro, se solamente una di queste notizie è falsa, il filo logico che porta all’ipotesi, cade, e l’ipotesi non regge più.
    Stanco di inutili discussioni, che non portano da nessuna parte perchè ognuno ha il suo bagaglio di notizie selezionate per avvalorare la propria tesi, ho deciso di cambiare linea, fregarmene delle notizie e ragionare secondo logica, prendendo come riferimento i fatti certi e metterli in relazione tra loro, per arrivare ad una soluzione logica.
    I fatti certi, inoppugnabili, indiscutibili sono:
    1)C’è stato un attentato (vale anche per gli altri, non solo per Nizza)
    2) C’è stata una manifestazione dopo pochi giorni dall’attentato.
    La logica vorrebbe che, dopo un attentato, la gente venga invitata a non trattenersi troppo in giro, e soprattutto a non creare gruppi e assembramenti.
    Ci troviamo quindi di fronte ad una palese contraddizione, se non si riesce a garantire la sicurezza di qualche decina di migliaia di persone, come si può convocarne in piazza centinaia di migliaia? quanti polizzioti, militari, cani ci vorrebbero?
    Sapendo anche che il nemico che si combatte è in grado di costruire artiglieria artigianale con tubi e bombole, e potrebbe colpire anche da una periferia.
    Qual’è lo Stato, il politico cosí irresponsabile da poter portare in piazza la gente senza avere l’assoluta certezza che niente accada?
    Chi può avere questa certezza, se non chi gli attentati li organizza?

    Continua ….

    1. Arrivati a questo punto, ci si trova sempre davanti ad un ostacolo che sembra insormontabile, che si presenta nell’ormai famosa domanda:
      “possono lo Stato, le Istituzioni uccidere centinaia di cittadini per i propri scopi?”
      A questa ipotesi crede solo una minoranza, ma la stragrande maggioranza rifiuta di crederci a prescindere, perchè pensa che le proprie istituzioni non possano mai arrivare a farlo, ed è per questo motivo che tendono ad abbracciare le versioni ufficiali.
      In effetti è vero, lo Stato non uccide i propri cittadini, o perlomeno non più.
      L’obbiettivo del nuovo terrorismo non è il passante o il viaggiatore comune da far saltare per strada o all’aeroporto, ma le persone che comprano i giornali e guardano la tv, e la cosa importante è che loro credano che siano state ammazzate centinaia di persone.
      Per far questo non è necessario che vengano realmente uccise, ma semplicemente farlo credere.
      Quelli del nuovo terrorismo non sono veri attentati, ma esercitazioni antiterrorismo spacciate per attentati.
      Esistono società chiamate “crisis cast” http://crisiscast.com che offrono servizi per esercitazioni tutto compreso, morti feriti soccorsi e quant’altro per realizzare l’esercitazione in maniera più realistica possibile, e chi è ignaro, crede che sia realmente successo qualcosa. https://youtu.be/SzHGLdtR2WU
      Malgrado tutto però, anche loro qualche errore lo fanno, in questo filmato di Nizza si vede chiaramente che i morti in realtà sono dei manichini. https://youtu.be/3mxJHISUWBY
      Sono riusciti ad arrivare al punto che la verità non è credibile!!
      Saluti.

      1. I teorici dei “falsi attentati” si sono infiltrati anche qui? Ma che volete che gliene importi al potere, si sono mai fatti scrupolo delle vittime, reali, dei loro attentati? A me questa ossessione delle “crisis cast” sa tanto di manovra per screditare i canali della controinformazione…

        1. Tutte le tesi sono plausibili se hanno validi argomenti di supporto .
          Tutti gli attentati sono accaduti in contemporanea o a ridosso di esercitazioni che prevedevano gli stessi scenari degli attacchi.
          La presenza di compagnie di crisis cast è praticamente certa.
          Non è poi così assurdo sospettare che gli attentati e le esercitazioni, siano, in realtà, la stessa cosa.
          Inoltre, bisogna essere totalmente stupidi o in malafede per non riuscire a distinguere le persone dai manichini …
          https://youtu.be/3mxJHISUWBY

  9. L’ analogia con la nostra “storia” da Piazza Fontana in avanti, ma direi addirittura dal cosiddetto terrorismo in Alto Adige in avanti, è importante oltre che per le argomentazioni addotte nell’articolo, anche per avere ulteriore conferma del penoso stato in cui versa tutta l’informazione del nostro Paese.
    Nel tempo vi saranno stati “milioni” di articoli, inchieste giornalistiche, trasmissioni TV etc. su chi era dietro alla strategia della tensione, praticamente ogni aspetto e stato analizzato a fondo, infatti oggi tutti sappiamo che Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, Stazione di Bologna etc. sono si stati materialmente commessi da qualche “ingenuo” come viene giustamente detto nell’articolo, ma tutti sappiamo anche che dietro c’era qualcuno, che fosse Federico Umberto D’Amato o qualche entità non ben definita, penso che tutti i cittadini italiani questo lo abbiano ben chiaro!
    Come è possibile che non uno, e dico non uno delle migliaia di “giornalisti ufficiali” nostrani abbia mai sollevato dei dubbi sulla realtà dei fatti, ovviamente non penso ad analisi come quelle fatte in questo blog o altri simili, ma semplicemente, vista la purtroppo straordinaria esperienza che abbiamo avuto in Italia, che sollevi un dubbio generico partendo proprio dalle nostre stragi e ricordando che negli anni sono emerse delle verità completamente diverse da quelle ufficiali fornite dal Governo.
    Perlomeno i fatti dell”11 settembre, diciamo dal libro di Meyssan in avanti, sono stati messi in forte dubbio da moltissime persone a tutti i livelli, anche nel nostro Paese nonostante chi metteva in dubbio la cosa fosse catalogato come complottista e quindi considerato non credibile, invece ormai da anni tutto tace, e questo purtroppo è una unità di misura della tragedia che stiamo vivendo per quanto riguarda i media.
    Il futuro non ci riserva nulla di buono perchè la funzione anestetizzante dei media ha ormai raggiunto la sua forma quasi perfetta, di conseguenza i cittadini saranno veramente come pecore inconsapevoli condotte dove vuole il pastore che ormai ha perso la ragione, se va bene a brucare in un prato recintato, se va male spinte in un burrone!!

  10. Gentile Dezzani
    Ho la curiosità di sapere chi ha visto il cadavere o la foto del cadavere del tunisino.
    Personalmente ho visto un video nel quale diceva “non sono stato io,sono in Tunisia”.
    Come spiegare questa doppia verità?
    Grazie.

  11. Gentile Dezzani
    sarei curioso di sapere chi ha visto il cadavere o la foto del cadavere del tunisino.
    Personalmente l’ho visto in video che diceva”non sono stato io”.
    Quale potrebbe essere la versione più attendibile?

  12. Ricostruzione interessante, come sempre

    Mi chiedo però: come distinguere un attentato vero da uno falso? O dobbiamo pensare che ogni attentato terroristico, o strage dettata dalla follia come parrebbe in questo caso, sia in realtà organizzato dai servizi segreti in ottica di strategia della tensione? Di pazzi in giro ce ne sono tanti, non è impossibile che qualcuno compia atti estremi, quindi dobbiamo valutare caso per caso.

    Torri gemelle: falso
    Londra: falso
    Madrid: falso
    Parigi: falso
    Bruxelles: falso
    Nizza: falso
    ecc.
    Ma il terrorismo islamico esiste veramente, se in tutti i più recenti attentati la versione “complottista” è più realistica di quella ufficiale ?
    Da quando è iniziata la mistificazione? Quanto dobbiamo tornare indietro per trovare un atto terroristico genuino? L’omicidio del re da parte di Gaetano Bresci era un false flag organizzato da Giolitti? (è una battuta, ma le domande restano)

    1. Gli attentati sono veri, sono le menti raffinatissime che muovono i fili che sono subdoli e si nascondono. Ricorda che sono tutti dalla loro parte, CIA FBI, servizi segreti, MI5-6, governi, mass media, Chiesa cattolica etc. etc. Tutti lavorano per un medesimo fine. mantenere il sistema economico giudaico massonico fatto di moneta FIAT, fiducia e speranza nel futuro. Hanno tutto e tutti dalla loro parte e chi rompe le palle (se sono 4 poveri cristi su un blog li lasciano perdere) se li comprano (Movimento 5 stelle, quel miracolato di Di Maio già sta incontrando le varie lobby italiane) o li ammazzano, vedi David Rossi della Banca Monte Paschi a Siena. Vedi il giudice Falcone e Borsellino. Ma veramente credi alla Mafia? La Mafia esiste, come tanti guappi che spacciano droga e chiedono il pizzo ma poi non potendo fare la guerra al popolo (in Sicilia gran parte del popolo divenne Mafia, interi paesi tutte famiglie mafiose) le Menti Raffinatissime se li sono comprati e li hanno assecondati, anche per un fatto economico. Tutto quel contante nelle mani della criminalità era un problema e doveva essere riciclato. Ricorda la regola numero 1: i soldi dalle Banche escono e nelle Banche devono rientrare. La regola numero 2: Se domani milioni di persone non “credono” più nel sistema smettendo di lavorare e di spendere il nostro caro sistema economico crolla in due giorni e ci ritroveremmo con banconote che varrebbero meno della carta di Novella 2000. La fiducia nella fuffa, nella TV, nella bellezza, nelle tettone, nei calciatori, nella musica spazzatura, nelle cazzate. Ti sei mai chiesto perchè non fanno fallire le squadre di calcio?

      SVEGLIATEVI !!!!!!

      PS Grande Dezzani che ha il coraggio di scrivere certe cose

  13. Una sola cosa non mi torna: i parabrezza blindati non si comprano su di un catalogo ma vengono realizzati su richieste specifiche ed in genere non se ne trovano per i camion (le Case non hanno maschere adatte).
    Ma soprattutto, quelli capaci di resistere a scariche di armi automatiche, non possono riprodurre la curvatura del parabrezza originale né essere inseriti nell’alloggiamento originale perché troppo spessi e quindi sono realizzati sempre piatti ed alloggiati in un’apposita sagoma (come si vede per i furgoni portavalori).

    La spiegazione c’è ma è un’altra: i fori sul parabrezza sono finti, ottenuti sparando dei proiettili di cera normalmente utilizzati in cinematografia. L’effetto balistico è esattamente quello di creare un vuoto al centro dell’impatto – che anche da molto vicino può essere scambiato per un foro di proiettile – ed una serie di irraggiamenti di cera che assomigliano molto (ma non troppo) alle vere crepe di un vetro normale colpito da un proiettile (non però di un cristallo temperato da parabrezza che appena colpito da un solo proiettile si opacizza).

    1. Ma certo, proiettili di cera bianchi per il parabrezza, di cera neri per la carrozzeria bianca, e proiettili veri per bucare le gomme. Anzi no, le hanno sgonfiate a mano i camerieri del bar di fronte perché, quando tutti se n’erano già andati via, il regista, guardando il girato nel suddetto bar, s’è reso conto che il dettaglio delle gomme stonava con la scena.
      Ciak si gira: buona la quarta.

  14. “Cancellate tutte le immagini”

    La vicedirezione francese responsabile dell’antiterrorismo (Sdat) ha inviato agli agenti che gestiscono la videosorveglianza della città di Nizza una specifica richiesta per chiedere la cancellazione “completa” delle 24 ore di immagini provenienti da sei telecamere numerate, ma anche di tutte le scene filmante dall’inizio dell’attentato sulla Promenade des Anglais: è quanto rivela LeFigaro.fr.

    Contattata dal giornale la procura di Parigi ha confermato l’informazione e precisato che “questo è stato fatto per evitare la diffusione non controllata e non gestita delle immagini”.

    http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/159848/nizza-molti-mesi-prima-di-passare-all-azione

    1. Chissà come mai, evidentemente qualcosa è andato storto e non collima con la versione ufficiale. Avranno buon gioco a far sparire ogni traccia e ogni prova del coinvolgimento dei servizi, ci pensa la Nice Systems con sede in Israele, sono loro che hanno l’appalto sulla “sicurezza” e la videosorveglianza a Nizza.

      In effetti un tir che va da solo mentre l’autista è impegnato a fare a botte non è che si possa spiegare tanto facilmente… Meglio far sparire ogni prova.

      Diffusa anche una foto del presunto attentatore morto, non prova nulla se non che certamente non potrà testimoniare in un processo

  15. Scusa Federico, non ho ancora letto l’articolo, scusami per le tue vacanze e tutto, ma nonostante tutto hai scritto già due articoli su Nizza, con tutto il mio sacro rispetto per il drammatico evento, le vittime e tutti, ma mi aspettavo qualcosa sul golpe in Turchia, forse sembra una cretinata ma secondo me è un fatto ancor più grave, puzza molto di miccia guerra mondiale. Boh

  16. Bouhlel come Valpreda è un’ottima intuizione.
    Wayne Madsen, però, parla di MK-Ultra.

  17. Scommettiamo che in Italia non avremo rogne fino ai referendum? La gente deve andare tranquilla a mettersi il cappio al collo, fidandosi del capo di gabinetto Renzi.

    Dopo, si vedrà…

    1. possibile , ma con queste continue “accelerate” che vediamo in giro per il mondo, ci potrebbe andare di mezzo anche un peso piuma come il pinocchietto di firenze .. 🙂

  18. Spunti interessanti ma alcune cose vanno puntualizzate:

    1) Le armi finte e la leggerezza con la quale il capro espiatorio dispensava selfie solo poche ore prima suggeriscono che l’uomo pensava di prendere parte a un drill, un’esercitazione fatta altre volte con le stesse persone che poi gli hanno piantato un proiettile in testa. E’ un’ipotesi ma non è verosimile che l’uomo fosse sul camion con un altro al volante, troppo rischioso, è più probabile invece che in cabina non ci fosse nessuno e che chi ha condotto l’azione lo avesse già eliminato avendo però cura che venisse ripreso in volto, più volte, nei giorni precedenti, mai al momento della strage.

    2) Nizza è disseminata di telecamere, ce ne sono almeno 1.500, peccato siano gestite da una società israeliana (Nice Systems), per questo non vedremo mai un filmato con la cabina del tir vuota o con un manichino al volante.

    3) Parabrezza blindato? Si vede perfettamente, quando viene rimosso il veicolo, che la luce passa attraverso il centro delle crepe per cui, o sono adesivi con un finto foro trasparente o sono veri fori di proiettile non compatibili con la blindatura. Gira una foto con il vetro lato passeggero rotto, mentre nel video si vede chiaramente che non solo è intatto, ma che la fiancata corrispondente non è stata raggiunta da alcun proiettile. Possibile sotto il fuori di più armi? Direi di no.

    4) Perché parlare di “video falso” ? Il video è manipolato, tagliato, a qualità appositamente ridotta e compatibile con quello girato dal tedesco al soldo del Mossad, ma è parte della scena, mostra e non mostra, è roba da addetti ai lavori che non si può vedere nei TG i quali da giorni fanno girare immagini di due uomini dal volto diverso ma dallo stesso nome, uno dei quali vivo e vegeto e non residente in Francia.

    5) Siamo nel 2016, non negli anni ’70, le agenzie di intelligence hanno budget illimitati e operativi al 100% sotto controllo mentale che agiscono come automi, che ci mettono a fare una cosa così semplice come teleguidare un tir da remoto? Hanno la tecnologia, le coperture politiche e tutto il sistema bacato dell’informazione dalla loro parte, ogni cosa che leggiamo sui media mainstream è manipolatoria e tesa a portare a facili conclusioni, con una serie di indizi falsi messi lì proprio per depistare (come il parabrezza anti-proiettile) come la sparatoria di cui non vi è alcuna ripresa se non dal lato opposto dove nulla si vede, come il guidatore fantasma di cui non esiste alcuna traccia, nè video nè fotografica mentre compie questo orrendo atto.

    Viviamo in una realtà olografica dove l’unica cosa reale sono i fischi a Valls, una contestazione sentita, di gente comune che non capisce fino in fondo le cose ma avverte perfettamente che quei manichini che si fanno chiamare politici sono l’ipocrisia fatta uomo, persone che forse mai pagheranno per i loro crimini ma che almeno, per un giorno, sono stati smascherati in tutta la loro pochezza morale

  19. Perdonami caro Federico se nel primo commento sono stata un po’ dura, ma davvero la situazione è preoccupante ed ero molto interessata ad una tua analisi su ciò che sta accadendo. Si vede che io non faccio parte di quelli “che si sono abituati” , non riesco ad abituarmi a questi orrori che ci circondano in questo periodo terribile.

    Grazie come sempre per i tuoi bellissimi articoli (nel dramma)

  20. Inoltre l’uomo catturato dalla polizia nel filmato Ynet è, molto probabilmente, il coraggioso scooterista “Franck” (Sémonin, intervistato ieri da Nice-matin), che ha inseguito il camion, è salito sul predellino, ha dato quelche pugno al guidatore, s’è beccato un colpo in testa, è caduto ma si è subito riattaccato al camion e lì è rimasto fino a quando l’automezzo s’è fermato all’altezza dell’Hotel de la Méditerranée. Lo scooterista aveva infatti un giubbotto grigio come quello dell’uomo prono a terra (a sinistra del camion nel filmato Ynet), e ha degli ematomi alla schiena essendosi beccato qualche pugno dai poliziotti, come si vede appunto nel filmato.
    Immaginare che quel filmato “israeliano” nascondesse un segreto, era dunque too good to be true.

    1. Quello che le prende dalla polizia è l’uomo vestito completamente di nero (come i corpi speciali), non quello in grigio che giace quasi senza vita a poca distanza. Il filmato non è assolutamente un falso ma fa vedere parte della scena finale (quello che era utile a qualcuno far vedere, evidentemente).
      Trovo molto difficile che il giudatore potesse lottare con qualcuno aggrappato al collo che lo riempie di pugni e nel frattempo guidare a quella velocità a zig zag, direi che è più probabile che da un certo punto in poi qualcuno debitamente posizionato abbia preso il controllo da remoto del tir e lo abbia telecomandato con precisione sulla folla mentre i due lottavano. Sempre che la testimonianza sia vera e non sia uno dei tanti “collaboratori” del DGSE per dare veridicità alla ridicola storia del “lupo solitario”

  21. Ti leggo ti stimo mi piaci
    (detto cosi’ sembra … we came we saw he died),
    ma questa volta mi sembri proprio fuori strada.
    Gli elementi che adduci a sostegno sono essenzialmente TRE:
    UNO – armi finte
    DUE – vetro antiproiettile
    TRE -. uomo portato via nel video

    Ed ecco le spiegazioni :

    UNO – le armi finte sono un iniziale errore di comprensione e traduzione poi dilagato su tutti gli altri media. Non c’erano armi finte.
    DUE – il vetro non è anti proiettile. Dipende dal calibro e dalla vicinanza dello sparatore. Piu’ è vicino piu’ il buco è netto come a Nizza.
    TRE – l’uomo portato via è il guidatore dello scooter che è soravvissuto: http://www.corriere.it/esteri/16_luglio_22/nizza-l-uomo-lo-scooter-mi-sono-lanciato-contro-l-attentatore-l-ho-preso-pugni-incassava-taceva-617220d2-4fca-11e6-a079-6300f66c3f65.shtml

    1. UNO – E’ possibile che il nostro credesse di fare “una consegna” a qualcuno. Uno che non ha dimestichezza con le armi non sa riconoscere armi vere da armi finte, non escludo che gli fosse stato fatto credere di avesse un remunerativo “carico” da portare a qualcuno. A tutti i costi

      DUE – Sul vetro è stato già detto, se sono fori di proiettile veri non sono compatibili con un vetro rinforzato o blindato. Durante la sparatoria però non vi è alcun foro di uscita sulla fiancata dal lato passeggero mentre la parte guidatore è crivellata di colpi. Sparavano anche a salve? Il camion è stato “trattato” da qualcuno dopo?

      TRE – Gli uomini sono due: quello in grigio e quello in total black. Chi era quello in grigio forse lo si è capito, ma l’altro?

  22. Ritorniamo alla firma della strage. Non quella messa prima, ma dopo. Firma goffa, peraltro, come dimostra questo documento che non avrebbe mai dovuto essere né scritto, né diffuso. Tanto maldestro da sembrare finto, nonostante ci siano possibilità che sia vero.

    http://www.youscribe.com/catalogue/tous/actualite-et-debat-de-societe/actualite-evenements/attentat-de-nice-la-requisition-judiciaire-urgente-demandant-la-2746942

    Finora la strategia della tensione in Francia ha prodotto: dichiarazione di uno stato di emergenza prolungato con concentrazione dei poteri nel presidente del consiglio dei ministri e nel ministro degli interni, in rottura con la tradizione francese che vede la preminenza del parlamento e del presidente della repubblica; riforme della pubblica sicurezza con attribuzione di poteri tipici dei governi autoritari; rifinanziamenti di missioni militari incostituzionali; riforma del diritto del lavoro per una deflazione salariale a iniziativa delle sinistre e loro conseguente divisione (capolavoro politico).
    Oltre a ciò, i profitti occasionali dei soliti opportunisti: è un ennesimo attentato terroristico dell’Islam radicale, ma tutto l’Islam è radicale e, siccome islamico e musulmano sono sinonimi, fino a prova contraria tutti i musulmani sono terroristi. Che poi il presunto attentatore c’entri nulla con l’Islam non conta: l’associazione ormai è stata fatta.

    Tuttavia, se pare sia stata acquisita con successo l’acquiescenza di gran parte delle sinistre, non sono state messe altrettanto in sicurezza anche le destre, dalle quale potrebbe arrivare un effetto sopresa. Inoltre in Francia ci sono capacità di analisi diffuse, spirito nazionale e vivacità di reazione intellettuale e popolare. Che potrebbero portare un giorno un politico qualunque a dichiarare: “Noi siamo una democrazia, non un Paese sudamericano. Certe cose potete chiederle a loro, non a noi”. Come fece in Italia … Palmiro Togliatti? No: Mario Scelba; in risposta a un’attonita Claire Boothe Luce.

    Analogamente il sindaco di Nizza, Philippe Pradal, dell’RPR (Rassemblement pour la République), ha detto che di distruggere le prove della strage lui non ci pensa proprio.
    Se vogliono avere successo nel loro disegno autoritario Valls e combriccola dovranno stare molto più attenti. In Francia due miti sono duri a morire; quello delle rivoluzioni del 1789 e del 1830 e quello di Charles de Gaulle.

  23. Ritorniamo alla firma della strage. Non quella messa prima, ma dopo. Firma goffa, peraltro, come dimostra questo documento che non avrebbe mai dovuto essere né scritto, né diffuso. Tanto maldestro da sembrare finto, nonostante ci siano possibilità che sia vero.

    http://www.youscribe.com/catalogue/tous/actualite-et-debat-de-societe/actualite-evenements/attentat-de-nice-la-requisition-judiciaire-urgente-demandant-la-2746942

    Finora la strategia della tensione in Francia ha prodotto: dichiarazione di uno stato di emergenza prolungato con concentrazione dei poteri nel presidente del consiglio dei ministri e nel ministro degli interni, in rottura con la tradizione francese che vede la preminenza del parlamento e del presidente della repubblica; riforme della pubblica sicurezza con attribuzione di poteri tipici dei governi autoritari; rifinanziamenti di missioni militari incostituzionali; riforma del diritto del lavoro per una deflazione salariale a iniziativa delle sinistre e loro conseguente divisione (capolavoro politico).
    Oltre a ciò, i profitti occasionali dei soliti opportunisti: è un ennesimo attentato terroristico dell’Islam radicale, ma tutto l’Islam è radicale e, siccome islamico e musulmano sono sinonimi, fino a prova contraria tutti i musulmani sono terroristi. Che poi il presunto attentatore c’entri nulla con l’Islam non conta: l’associazione è stata fatta.

    Tuttavia, se pare sia stata acquisita con successo l’acquiescenza di gran parte delle sinistre, non sono state messe altrettanto in sicurezza anche le destre, dalle quale potrebbe arrivare un effetto sopresa. Inoltre in Francia ci sono capacità di analisi diffuse, spirito nazionale e vivacità di reazione intellettuale e popolare. Che potrebbero portare un giorno un politico qualunque a dichiarare: “Noi siamo una democrazia, non un Paese sudamericano. Certe cose potete chiederle a loro, non a noi”. Come fece in Italia … Palmiro Togliatti? No: fu Mario Scelba; in risposta a un’attonita Claire Boothe Luce.

    Analogamente il sindaco di Nizza, Philippe Pradal, dell’RPR (Rassemblement pour la République), ha detto che di distruggere le prove della strage lui non ci pensa proprio.
    Se vogliono avere successo nel loro disegno autoritario Valls e combriccola dovranno stare molto più attenti. In Francia due miti sono duri a morire; quello delle rivoluzioni del 1789 e del 1830 e quello di Charles de Gaulle.

  24. Uno dei tuoi pezzi migliori. Piccolo refuso sul ’74: la strage è Piazza della Loggia.

    Il pezzo forte come sempre è la tua capacita di legare gli eventi.

    Notevole anche il parco commentatori…

    Una cosa però non l’hai capita. Tu le ferie non te le poi fa’. Non quest’anno almeno. Rassegnati. 🙂

  25. Il più grande storico al mondo lo aveva spiegato all’atto della liberazione della Gran Bretagna: sarà estate di guerra. E così è. La guerra dei nostri dante causa a Zurigo contro i popoli, europei e americano, che vogliono che il loro dominio prosegua. Cosa difendono? La libertà loro di emettere moneta in quantità senza limiti, prestandola ai popoli che dovranno accettarla in cambio del loro lavoro. E’ il segreto che un altro italiano dal genio senza pari, non casualmente chiamato Giacinto, scoprì studiano la loro storia. Ecco come avevano fatto, a distruggere l’Impero romano. Lo avevano de-monetizzato con il mamrè. Esattamente come avviene oggi con il ‘dollaro’ nei villaggi e nelle città americane: dove non hanno più il denaro per riparare strade e ponti. Loro, che pure posseggono tecnologie di ogni tipo, come allora Roma possedeva navi e legioni imbattibili.

    1. no , come ha spiegato mario attilio levi la caduta dell’ impero romano e’ stata determinata dalla rottura ( da parte delle elites romane) del patto fondante “SPQR”.
      Da li poi e’ venuto tutto il resto , la “globalizzazione” romana , la distruzione della “classe media ” romana e , inevitabilmente, la “destrutturazione” della societa’ romana.
      “La caduta” quindi e’ stata diretta conseguenza della riduzione delle “risorse mobilitabili” Per dare un esempio all’ apogeo della societa’ romana (seconda guerra punica) roma pote’ mobilitate 700000 uomini perdere 50 legioni e vincere, ma gia’ augusto non poteva permettersi di perdere le 4 legioni di varo .
      Quindi per similitudine i sintomi del collasso della “societa’ occidentale” ci sono tutti , l’ unica differenza sta nel “fattore umano” che ai tempi di roma era il nucleo di ogni risorsa ma oggi sembra ( o cosi’ credono le nostre elites traditrici) ormai secondario rispetto a quello tecnologico .

  26. video, se si blocca a 0:54 ci sono un paio di fotogrammi dove si intravade una sagoma scura evidenziata da un cerchio rosso.
    non so se sia un dettaglio significativo…mi chiedo che senso possa avere…se qualcuno ha un’idea a proposito batta un colpo.

  27. Caro Federico,
    è bello avere un coretto di fan sfegatati come il criptico/perentorio Muenzenberg (à propos: Willy all’inglese, o Willi alla tedesca?), ma questa volta tu hai proprio toppato, e qualcuno te lo deve pur dire. La versione ufficiale della polizia francese è molto più verosimile della tua, complottista.
    Il parabrezza non era affatto blindato, i due uomini messi in salvo dalla polizia erano vittime, non attentatori, e le armi erano davvero finte (eccetto la 7,65): probabilmente sono stati i cinque compagnucci tunisini e albanesi deli Mohamed nizzardo a spacciargliele per vere, per approfittare di lui e al tempo stesso per assecondarlo. Il che attenuerà l’accusa di complicità nel futuro processo a loro carico.
    La spiegazione della strage di Nizza, come quelle più recenti del Muhammad afghano di Würzburg, dello Alì iraniano di Monaco e del Mohamed siriano “Amokläufer” di Reutlingen, che ha fatto a pezzi una lavapiatti polacca di cui era innamorato, sta appunto nella parola “amok”, di origine malese ma resa famosa dallo scrittore Stefan Zweig quasi un secolo fa, e che indica un raptus omicida ormai catalogato come sindrome dal più diffuso manuale di nosografia psichiatrica: il DSM.
    Che l’islàm sia il terreno di coltura di questi raptus “mohamed-amok” è ormai assodato al di là di ogni ragionevole dubbio, e dovremo farcene una ragione. Israele tiene sotto controllo il fenomeno come ha sempre fatto: distruggendo le case delle famiglie da cui provengono terroristi e amokläufer. Ma qui in Europa dovremo inventarci qualcosa di nuovo.

    1. Si,potrebbe benissimo essere come Lei dice Parvus, ma la sostanza nn cambia, sono sempre gli stessi soliti noti ad avere spalancato le porte dell’Europa a tutti gli amok mediorientali e ad aver attivato quelli locali (volo germanwis), questo x dire che guarda caso tutti i pazzi assassini si svegliano nello stesso momento? Ma se anche fosse, alla base c’è sempre un precariato sociale mantenuto e incrementato con dolo da Lor Signori. E poi suvvia che 5 scalzacani siano così bene addestrati e capaci di tanto.. è un insulto all’intelligenza…. concordo (forse un po’) sugli amok, ma si tratta si amok etero diretti.

      1. L’unico addestrato era l’Omar afghano di Orlando, che l’11 giugno ha ammazzato 50 persone con due armi d’assalto: un fucile SIG Sauer MCX e una pistola 9mm Glock 17 (la stessa arma usata dallo Alì iraniano di Monaco). Quindi l’amok è contagioso, per emulazione, fino ai dettagli tecnici.
        Quasi tutti avevano parlato del loro progetto amokicida a un parente o a un amico, ma nessuno li ha denunciati prima del fatto (a san Bernardino, California, nel dicembre 2015 la moglie addirittura spalleggiò il marito, entrambi pakistani). Questo è il vero problema.
        A Monaco, durante la commemorazione delle vittime, un gruppo di giovani musulmani (probabilmente turchi e albanesi) ha inneggiato lo “allah-u akhbar” a gloria dell’omicida-suicida. Va da sé che la maggior parte delle vittime erano… turche e albanesi come loro.

    2. Dunque il propellente per l’escalation di ‘amok’ di questi ultimi tempi, sarebbe “l’Islam terreno di coltura di questi raptus”? Rimane da spiegare allora perché il fenomeno “mohamed-amok” è esploso solo in questi ultimi anni; l’Islam non esiste certo dagli ultimi due decenni. Invece guarda caso il fenomeno follia coranista esiste dagli anni a cavallo del millennio, gli anni del PNAC (Project for the New American Century) neocon. Da lì cominciano a nascere come funghi e a moltiplicarsi i casi di amok ‘coranico’ e anti-occidentale/anti-americano.
      Un tradizionalista potrebbe spiegarlo come un segno del ‘kali yuga’, o dei tempi ultimi. Ma è più sensato credere che tutti questi psicolabili e borderline che dal giorno alla notte diventano dei fantomatici soldati di Allah passando direttamente dal deboscio al martirio, un qualche aiutino debbano avercelo avuto. Diciamo che sono stati instradati, con consolidate tecniche psicologiche ormai in mano dei servizi da decenni (li si avvicina, li si galvanizza, li si aizza, li si arma). Il meccanismo amok – false flag – can can mediatico – raccolto finale (in termini politici, bellici, geostrategici, di dominio, ecc.) è un tran tran ormai diventato talmente banale da essere negato solo dai diretti interessati. In fin dei conti trattasi di un’arma speciale dal costo minimo ma dall’immenso potenziale.

      Senza contare che il profilo dei “mohamed-amok” è tutto fuorché islamico o tradizionale, e corrisponde invece benissimo alla figura dell’individuo spostato occidentale (rapper, erotomane, giocatore di playstation, bevitore, tossico, ecc.). Senza arrivare agli amok veri e propri, gli stessi Foreign Fighters dell’Isis vengono definiti dai mohammediani locali (dai veri islamici, cioè) : “gli Americani” o “gli Occidentali”. Sono palestrati col body building, non osservano veramente nessuna prescrizione islamica, nonostante lo sfoggio di ‘ortodossia’, e cercano scuse per sfogare una violenza da individualisti urbanizzati occidentali, spronati alle pulsioni basali dalla società pan-sessualista, e drogati dalla ‘musica’ (o meglio, dal tam tam) rap prima ancora che dalle sostanze psicotrope. Che cos’abbiano di islamico queste figure rimane tutto da spiegare.
      Interessante poi sarebbe analizzare i siti e le riviste delle sedicenti organizzazioni islamiste riconducibili alla cosiddetta ‘Isis’: patinate, dotate di mezzi tecnici e di tecniche ‘persuasive’ tipicamente americane, per non dire hollywoodiane, e per niente richiamanti un appeal musulmano o tradizionale, ma fatte apposta per colpire e suggestionare una mente occidentale. Il frasario è tipico nostro, e si intravede dietro la mano degli sceneggiatori che lavorano per l’USIA. Gli argomenti, poi, sono un endorsement indiretto, ‘ex contrario’, degli obiettivi USA neocon, sono la ciliegina sulla torta che serve alla politica aggressiva americana per dimostrare che ha ragione a fare ciò che fa.

      Secondo me i servizi dei soliti noti sentono che il tempo stringe e stanno lasciando il guinzaglio dei vari spostati seguiti dagli agenti, con risultati a volte credibili e sfruttabili, a volte goffi – come gli ultimi dei ragazzini stragisti in Germania, meno sfruttabili e capitalizzabili (e difatti i media si sono trovati più in difficoltà con questi ultimi, dovendo fare dietro front con la grancassa già avviata della macchina propagandistica).

  28. Lo scrittore John le Carré si è ormai ritirato, per cui c’è un posto libero. Questo potrebbe bastare quale commento, ma vorrei integrare osservando che, secondo la ricostruzione, sarebbe stato messo in atto un complotto rivolto, in definitiva, allo scopo di aizzare l’opinione pubblica francese contro gli squilibrati, di origine nordafricana, assolutamente non osservanti della religione islamica: mi pare poco credibile.

  29. L’islàm POLITICO (sunnita) è terreno di coltura di mohamed-amok a partire dal 2005-06, anni in cui la maggioranza sciita dell’Iraq mette sotto processo e condanna all’impiccagione Saddam, vara una nuova costituzione “maggioritaria” e conquista il potere in un paese che, come quasi tutti gli Stati arabi, era stato SEMPRE dominato da una minoranza etnica, tribale o funzionale (l’esercito in Egitto).
    Il fenomeno amok è dunque prevalentemente sunnita e nasce dall’UMILIAZIONE inflitta dagli “esportatori di democrazia” neocon all’islàm politico; così come oggi, a distanza di 10 anni, esso è nato dall’umiliazione inflitta allo “STATO islamico” dalla coalizione Russia-Eu-USA.
    Colgo l’occasione per salutare l’ennesimo mohammed-amok di Ansbach…

  30. La ricostruzione descritta è plausibile, e quindi moralmente orribile.
    Non ci sono tuttavia solide basi di supporto, ma solidi indizi.
    Non ho visto una foto di una vittima, solo dei filmati incomprensibili, se non si possiede una macchina da ingrandimento come possiede l’ FBI.
    Perciò, mi entusiasmo per la ricostruzione, ma attendo conferme.
    L’indizio che mi fa credere è la richiesta di cazeneuve di distruggere le prove fotografiche dell’attentato.
    Quersta, pe ril mio carattere complottista, è la prova provata.
    Mi convincono meno le prove tecniche. Il vetro blindato, ecc..
    Mi fido della amministrazione di Nizza. E del sostegno della popolazione alla responsabile delle fotocamere di sicurezza.
    Ovviamente, la società che dirige il traffico sia israeliana, fa pendere il coltello dalla parte del manico in favore del Governo.
    Quelli in tribunale porteranno una copia contraffatta….
    Mahh..
    Invece gli attentati in germania sono tutti attentati emulativi a cui si può applicare la sindrome di amok…
    Occorre aspettare.
    Oggi hanno sgozzato un parroco a Rouen…
    Vedremo domani.

  31. Mi pare che con il barbaro omicidio di padre Jacques sia stato fatto un salto di qualità: è stato ucciso ritualmente un sacerdote, durante la messa, ai piedi dell’altare.
    Al di là del simbolismo usato, mi sembra ormai chiaro che lo scopo sia quello di suscitare una vera e propria guerra di religione. Anche i media mainstream con tutti i loro esperti della domenica annaspano dopo aver propagandato il buonismo dell’accoglienza a piene mani.
    Senza voler essere facile profeta, sicuramente ci andrà di mezzo molta gente che non ha nulla a che spartire con i veri organizzatori di queste carneficine.
    Mala tempora currunt sed peiora parantur!

    1. Per favore, siamo seri.
      L’attentatore-“capo” Adel Khermiche (nome germanico e cognome maghrebino) era un ragazzino di 19 anni, figlio di buona famiglia ma, lui personalmente, fallito anche come scappato da casa. L’unica cosa che sia mai riuscito a fare nella vita è stato plagiare un amichetto minorenne (tuttora anonimo) che filmasse lo sgozzamento di un vecchio prete 86enne e poi, dato che Facebook non glie lo pubblicava, uscire sul sagrato della chiesa nella speranza di trovare telecamere che riprendessero lui che sgozzava una suora.
      Un cretino spettacolare, da ogni punto di vista!

      1. Parvus, cercherò di essere serio: credo che per i suoi giochetti lei abbia sbagliato blog, dalla media dei commenti che si leggono qui sono certamente in pochi ad aver abboccato.
        Se qualcuno scrivesse un commento sull’infinito di Giacomo Leopardi lei avrebbe scritto che Leopardi era solo un ragazzotto malaticcio e complessato che scriveva cazzate per darsi un senso.
        Questo è il tenore dei suoi commenti. Un consiglio : vada a trollare da qualche altra parte che questo blog non è pane per i suoi denti!
        Buon proseguimento.

  32. Гороскоп от Камилла, на неделю с 23 по 29 января 2017 года
    28 января – новолуние. Прекрасное время для разгадывания желаний. Выпишите их на листе бумаге, сверните его и положите в красный конверт или красную коробку. Через год достаньте этот список и перечитайте. Вы удивитесь, как много пунктов окажутся реализованными.

    Источник: http://u.to/fX6rDw Гороскоп от Каммила

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