E ne rimasero due: Angela Merkel e Mario Draghi

Si deteriora, giorno dopo giorno, il quadro generale in Europa: senza la morfina iniettata dalla Banca Centrale Europea, i mercati finanziari sarebbero in preda a convulsioni peggiori del 2012. L’amministrazione Trump si è saldata con le forze e populiste europee e, sebbene da Washington siano piovuti duri attacchi contro la Germania ed i suoi saldi commerciali record, persino i nazionalisti tedeschi, i falchi della CDU-CSU, viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda della Casa Bianca. In questo nuovo contesto solo due superstiti del vecchio establishment liberal, Angela Merkel e Mario Draghi, oppongono ancora resistenza al processo di euro-dissoluzione. Difficilmente riusciranno però a salvarsi dalla manovra a tenaglia messa in campo dalla Casa Bianca e dal “gruppo di Coblenza”.

Coblenza all’attacco, con la benedizione di Donald Trump

Le tensioni dentro l’eurozona hanno raggiunto il livello di guardia: il mercato europeo dei capitali è congelato, il denaro in fuga verso “l’area marco”, il settore bancario dell’Europa meridionale vacilla, le finanze pubbliche in evidente stress, le agenzie di rating declassano senza sosta i titoli di Stato. Molti investitori scommettono ormai sull’implosione della moneta unica. La cancelliera Angela Merkel, il proconsole europeo dell’oligarchia finanziaria, annuncia una contromossa, il colpo d’ala per uscire dal pantano in cui sta sprofondando l’euro: l’Europa a due velocità, ossia un nocciolo di Paesi che procede con l’integrazione fiscale e politica. Tesoro unico, bilancio comune, dissoluzione dei Parlamenti nazionali in un’entità sovranazionale: dopotutto l’euro, un banale regime a cambi fissi calato su un’area monetaria non ottimale, non è stato studiato proprio per questo obiettivo? Strappare i massonici Stati Uniti d’Europa con una lancinante crisi economia e finanziaria?

Titola il Financial Times: “Merkel insists on two-speed Europe”1:

We need more Europe. We don’t only need monetary union, we also need a so-called fiscal union. And most of all we need a political union – which means we need to gradually cede powers to Europe and give Europe control.”

L’unione monetaria non basta, dice la cancelliera: per uscire dalle sabbie mobili della crisi finanziaria, servono l’unione fiscale e politica. Bisogna, in sostanza, cedere più sovranità all’Europa. È musica per le orecchie del milieu finanziario-politico che ha scommesso tutto sulla federazione del Continente: alla Cancelliera Federale, gongolano soddisfatti, siede una preziosa alleata che segue con cura il copione. Sono gli stessi che si affrettano a firmare il Manifesto per gli Stati Uniti d’Europa promosso dal Sole 24 Ore2: Romano Prodi, Antonio Tajani, George Osborne, Jacques Delors, Joschka Fischer, etc. etc.

Bene, ma siamo nel febbraio 2017?

No, il quadro appena descritto, compreso l’articolo del Financial, risale al giugno 2012: quasi cinque anni fa, cinque anni in cui Mario Draghi ha pronunciato il suo “whatever it takes”, i Btp hanno subito una raffica di declassamenti, le sofferenze bancarie in Italia sono esplose, la Grecia è stato ad un passo dall’abbandonare l’euro, la presidenza Hollande è nata ed è morta, l’eurozona è sprofondata nella deflazione, la BCE ha varato l’allentamento quantitativo attirandosi le ire di Berlino ed i “populismi” sono cresciuti fino a conquistare percentuali maggioritarie dell’elettorato. Parlare nuovamente di “Europa a due velocità”, corrobora la tesi di Karl Marx che la storia si ripeta sempre due volte: la prima in tragedia e la seconda in farsa.

Ridicola è anche la reazione di quegli stessi personaggi che cinque anni anni fa firmarono il manifesto del Sole 24 Ore (a sua volta travolto dal dissesto finanziario a dalle inchieste per falso in bilancio), terrorizzati dall’idea di essere risucchiati dal cesso della storia insieme alla moneta unica ed ai palazzi di Bruxelles. Intervistato dalla Repubblica, Romano Prodi ha così commentato l’ennesima proposta di “un’Europa a due velocità” avanzata dalla Merkel3:

Trump e Le Pen sono i due volti dello stesso pericolo: non capisco come mai non si siano ancora sposati. E finora non era arrivata nessuna reazione. Questa è la risposta che aspettavo, anche se avrei preferito che nascesse da un più ampio dibattito politico. Finalmente la Germania sembra cominciare ad assumersi quel ruolo di leadership che non aveva mai voluto esercitare. Va bene così”.

Ma davvero qualcuno crede ancora che un manipolo di Paesi volenterosi decida nel 2017, dopo quasi sette anni di eurocrisi, di fondersi in una federazione? Probabilmente non ci crede neppure Romano Prodi, considerato che altri illustri tecnocrati illuminati hanno già gettato la spugna nel corso del 2016: “Juncker: Basta parlare di Stati Uniti d’Europa, la gente non li vuole”4, “EU chief Tusk slams utopian illusions of united Europe”.5

L’eurozona è oggi dilaniata dalle forze centrifughe e se sui mercati regna un relativa calma è solo grazie alla morfina iniettata da Mario Draghi, al ritmo di 80 €mld al mese: è un oppiaceo, che lenisce il dolore ma non risolve le cause della malattia. Considerato che l’allentamento quantitativo è stato prorogato per tutto il 2017, è ormai evidente che la moneta unica non cadrà sotto i colpi degli assalti speculativi, ma sotto quelli della politica. Anzi, ad essere più precisi, cadrà vittima di una precisa strategia politica: una manovra a tenaglia, progettata dall’amministrazione Trump e dalle forze nazionaliste europee per liquidare i superstiti dell’establishment liberal e, con loro, l’Unione Europea e la moneta unica.

È nata infatti una tacita, ma ben visibile, alleanza delle forze “populiste” americane ed europee contro l’élite finanziaria mondialista: non sbaglia Romano Prodi quando definisce Trump e Le Pen come “due volti dello stesso pericolo”, perché rappresentano effettivamente una declinazione della stessa corrente politica, quella dei movimenti nazionali che insorgono contro l’oligarchia liberal e le sue istituzioni: le Nazioni Unite (vedi i tagli ai finanziamenti operati da Trump), le agenzie sovranazionali che predicano il cambiamento climatico, la Chiesa di Jorge Mario Bergoglio, i paladini dell’immigrazione indiscriminata, la NATO, l’Unione Europea e la sua colonna portante, la moneta unica.

Il neo-presidente non può certo presentare una formale dichiarazione di guerra alle istituzioni di Bruxelles, ma tutte le azioni sinora intraprese vanno il quel senso: il duro attacco sferrato dall’amministrazione Trump contro la Germania, accusata di macinare esportazioni record ai danni degli altri membri dell’eurozona e degli USA stessi, sfruttando l’euro debole, equivale a mettere nel mirino le due figure chiave dell’impalcatura europea, la cancelliera Angela Merkel ed il governatore della BCE Mario Draghi, senza le quali l’euro si sarebbe già dissolto da almeno due anni. L’una, infatti, è stata la garante politica dell’integrità dell’eurozona, respingendo a suo tempo l’ipotesi di una Grexit caldeggiata dai falchi tedeschi, l’altro ha invece “sedato” l’eurocrisi iniettando massicce dosi di liquidità e svalutando l’euro, attraverso quell’allentamento quantitativo osteggiato sempre dai falchi tedeschi.

Si noti come i “duri” tedeschi, capeggiati da Wolfgang Schaeuble, siano in perfetta sintonia con la retorica di Trump (“Germania, Schaeuble torna all’attacco contro la Bce di Draghi: Cambiare politica ultraespansionistica”6), perché entrambi lavorano, neppure troppo velatamente, per lo smantellamento dell’eurozona per come è configurata oggi. Schaeuble viaggia sulla stessa lunghezza d’onda dell’amministrazione Trump anche su altro dossier che sta tornando alla ribalta in questi giorni, il salvataggio della Grecia: i falchi tedeschi, sempre in opposizione ad Angela Merkel, si oppongono a qualsiasi riduzione del debito pubblico greco, invitando la Grecia ad abbondare l’euro per alleviare il fardello del debito (“Schaeuble Rules Out Greek Debt Cut as Violation of EU Rules”7) e si pongono così sulle stesse posizioni dell’amministrazione Trump. Il probabile, futuro, ambasciatore americano degli Stati Uniti presso la UE, “l’euroscettico” Ted Malloch, si è infatti anch’esso espresso a favore di un’uscita di Atene dalla moneta unica (“Ted Malloch: Greece would be better off outside the eurozone”8), definendo come un inutile e doloroso spreco di tempo il tentativo di evitare la Grexit.

Ad un’analisi più approfondita, la politica europea dell’amministrazione Trump non è quindi un “attacco alla Germania”, ma l’ennesima prova di un’alleanza tra la Casa Bianca e le forze nazionaliste (compresi i falchi della CDU-CSU) contro gli ultimi esponenti superstiti dell’establishment liberal, caduti i quali si spianerebbe la strada alla dissoluzione della moneta unica e dell’Unione Europea.

Il fulmineo e misterioso vertice svoltosi alla cancelliera di Berlino il 9 febbraio tra Angela Merkel e Mario Draghi, vertice nel quale i due avrebbero discusso “sul futuro dell’Europa”,9 è il disperato tentativo di coordinamento tra due sopravvissuti, che studiano come coprirsi le spalle a vicenda di fronte all’attacco concentrico: nazionalisti tedeschi, populismi europei ed amministrazione Trump. Il titolo de la Stampa è più azzeccato che mai: “Vertice in cerca di alleanza tra Merkel e Draghi”. Al termine dell’incontro, la cancelliera ha dovuto addirittura rimangiarsi l’ipotesi dell’Europa a due velocità lanciata appena pochi giorni prima: già, perché procedere verso la creazione di nocciolo di Paesi federati, presuppone almeno due o più volontari. Ma chi potrebbe seguire la cancelliera Merkel nel febbraio del 2017 in quest’impresa?

Certamente nessuno di quei Paesi che si avvicinano alle elezioni, promettendo ottimi risultati al “gruppo di Coblenza”: ci riferiamo a quei movimenti nazionalisti che il 21 gennaio, all’indomani dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, si sono ritrovati nella città tedesca per lanciare la loro sfida congiunta all’Unione Europea (gli amanti dei retroscena ricordino che Coblenza fu la base dei monarchici francesi dopo la Rivoluzione del 1789, rivoluzione coordinata da quegli Illuminati che avevano la propria base a Francoforte…). Al vertice delle forze populiste hanno presenziato Matteo Salvini, Frauke Petry, Geert Wilders e Marine Le Pen.

Con quale Paese la cancelliera Angela Merkel potrebbe quindi procedere verso la creazione di una federazione europea? Con la “germanica” Olanda? Molto difficilmente, considerato che il populista Partito della Libertà è dato in testa ai sondaggi ed ha promesso di indire un referendum sulla permanenza nell’Unione Europea. Oppure con l’altra metà del “motore franco-tedesco”, quella Francia dopo il Front National è il primo partito e la “populista” Marine Le Pen avrà gioco facile a sconfiggere al ballottaggio il candidato della banca Rothschild, Emmanuel Macron?

Ci sono pochi dubbi sulla dinamica dell’eurozona all’indomani della vittoria di Marine Le Pen, tanto che il suo consulente economico, Bernard Monot, ha già svelato il piano da attuare nelle ore successive al voto del 7 maggio10:

  • immediata convocazione di un vertice europeo d’emergenza;
  • sostituzione dell’euro con un paniere di valute, paragonabile al vecchio ECU;
  • libera fluttuazione del “nuovo franco” fino ad massimo del 20% rispetto al paniere;
  • ridenominazione del debito pubblico in franchi;
  • abolizione della legge del 1973 per riportare la Banca di Francia sotto il controllo del Parlamento e successiva politica monetaria espansiva per stimolare l’economia.

Intervistato dalla BBC, il sullodato Ted Malloch (il cui solo nome ha scatenato la reazione isterica delle istituzioni europee quando la Casa Bianca ha ventilato di nominarlo ambasciatore presso la UE) ha asserito che l’euro potrebbe implodere nei prossimi 18 mesi11.

Previsione più che realistica, considerata la manovra a tenaglia (“siamo di fronte ad un doppio attacco coordinato: dall’estero e dall’interno” ha detto Romano Prodi) studiata dall’amministrazione Trump e dal “gruppo di Coblenza” per liquidare gli ultimi due bastioni dell’establishment liberal in Europa: l’Unione Europea ed il suo corrispettivo militare, la NATO. Gli stessi centri di potere, per inciso, che avrebbero preferito la vittoria di Hillary Clinton e la conseguente escalation militare con la Russia, pur di sopravvivere.

Gli ultimi due superstiti dell’oligarchia atlantica, Mario Draghi ed Angela Merkel, serrano i ranghi, giurandosi reciproca fedeltà in vista dell’assalto finale: chiusa la tenaglia, non ne rimarrà in piedi nessuno.

 

1https://www.ft.com/content/725ec0bc-b091-11e1-8b36-00144feabdc0

2http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-08/manifesto-stati-uniti-europa-095643.shtml?uuid=AbMhN6oF

3http://www.repubblica.it/esteri/2017/02/06/news/prodi_trump_e_le_pen_sono_una_minaccia_l_europa_a_doppia_velocita_puo_dare_finalmente_la_risposta_-157666611/

4https://www.lastampa.it/2016/10/07/esteri/juncker-basta-parlare-di-stati-uniti-deuropa-la-gente-non-li-vuole-h3HPFd2hUASRdBZhyKwcfO/pagina.html

5http://af.reuters.com/article/worldNews/idAFKCN0YL1UL

6http://www.huffingtonpost.it/2017/01/12/schaeuble-bce_n_14135390.html

7https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-02-08/schaeuble-rules-out-greek-debt-cut-as-violation-of-eu-rules-iyxc58e4

8http://www.ekathimerini.com/215981/article/ekathimerini/comment/ted-malloch-greece-would-be-better-off-outside-the-eurozone

9http://www.corriere.it/economia/17_febbraio_09/europa-piu-velocita-merkel-chiede-aiuto-draghi-vertice-due-ore-berlino-f7319a38-eee6-11e6-b691-ec49635e90c8.shtml

10https://www.bloomberg.com/politics/articles/2017-02-06/le-pen-s-plan-to-break-up-the-euro-and-make-france-great-again

11http://www.bbc.com/news/business-38749884

66 Risposte a “E ne rimasero due: Angela Merkel e Mario Draghi”

  1. Ma se poi vince il “kapo’” Shultz ? Finora , seppur per tempi sempre più corti , i i cambi di “burattino” hanno sempre funzionato.
    Risulta comunque ovvio che il passaggio più critico sarà in francia .

    1. E se vincesse Shultz (francamente ne dubito), cosa cambia? Se tutti gli altri se ne vanno, l’euro può tenerselo.

  2. Io avrei anche citato come lo stesso Draghi si sia rimangiato quella frase sui conti di target2 in sospeso che automaticamente implicavano che l’uscita dall’euro fosse una procedura standard.
    Due smentite quindi di due personaggi chiave dell’establishment politico europeo.
    Tu dici che li abbiano lasciato solo. Io invece vi vedo un intervento dietro le quinte di altri personaggi dlelo stesso fronte, io pensavo anche a Napolitano che solo pochi giorni fa ha mostrato come con una semplice frse egli riesca tuttora a provocare svolte alla politica italiana.
    Sembrerebbe quindi che questi due che forse immaginavano ad una soluzione di compromesso, siano stati messi in minoranza dal gurppo degli intransigenti che rifutano qualsiasi anche vago segnale di compromesso.
    In un modo o nell’altro, rimane il fatto che come tu dici costoro stanno davvero alla frutta.

  3. Incredibile la distonia cognitiva sui media dove presunti economisti, giornalisti e sicari vari sostengono l’ineluttabilità dell’euro e del verbo liberista [precarietà, usura, miseria, deflazione] con arroganza e supponenza. La realtà è una brutta bestia e non fa sconti. Anche questi sicari alla fine pagheranno un prezzo. Non so se l’euro durerà ancora 18 mesi ma di certo la sua fine è vicina. Spero solo che in Italia ci sia una classe politica preparata ad affrontare tale situazione in modo adeguato. Leggo saggi, scolto conferenze, interviste e sembrerebbe di si….

  4. Una ENORME ola per il puntualissimo Federico Dezzani. Voglio sottolineare che è uno dei pochi che ricorda un ITEM preciso della New World Agenda (non è un complottismo, è palese che sia un Bilderberg, meno palese che da Trump in poi, questo Bilderberg, si stia polarizzando o tripolarizzando, lotte intestine), quello del cambiamento climatico di origine antropica. Lui stesso sottotitola il suo blog con “dove finisce la finanza, inizia il terrorismo”, aĺtri due ITEM.
    La Storia sta per caderci addosso, e qualcuno diventerà suo malgrado Leader.
    In fondo, da anarcoide di sinistra qual sono, mi sono, ritrovata a tifare per Trump…

  5. Buongiorno e grazie della ospitalità Dezzani.
    Tieni ferma la barra sul captcha, che fa la metà delle pulizie blogali (il restante è la caratteristica autopulente come Ti scrivevo).
    2 cose veloci:
    Daniela scusi un buon punto storico potrebbe essere Kronstadt? Per avere un quadro esemplificativo epperò chiaro di una sinistra c.d. anarchica?
    Federico quindi i cugini fecero il divorzio nel 1973. 8 anni prima di noi. Tenendo conto della isteresi di ritardo sugli stocks dei debiti si riscontrano analogie negli effetti nel tempo storico? Bisogna anche tener conto delle bilance esterne colonial-imperialistiche (basta considerare tariffe verso Africa francofona e Legione, in confronto a noi con Kaddafi e le fatiche solo colle Leggi Navali). Scusa se Ti fo lavorare colla tua laurea…
    DNFTT . IST

    1. i cugini fecero il divorzio nel 1973. 8 anni prima di noi
      per forza! pompidou era stato il direttore generale dei R…!
      E sottolineo questo anche per gli attuali “sovranisti” a riprova del fatto i “compromessi” uccidono anche le migliori idee ( allora di DeGaulle…)
      Mai fare affari col diavolo che poi la farina finisce tutta in crusca…

    2. Buongiorno. Chiedo scusa al bravissimo Federico Dezzani perchè uso il suo blog per rispondere a una domanda che non c’entra con l’argomento del post.
      Gentilissimo sig. Podeanu, no, Kronstadt non c’entra nulla. Troppo lontano nel tempo e troppo polarizzato come da analisi successive (rivoluzione borghesuccia? o no?).
      Io mi accontento di queste poche parole “La Libertà è la madre dell’ordine” e non figlia. Madre. Posso sentirmi libera in un mondo caotico, irrispettoso dei deboli (dalle altre specie viventi fino ai poverissimi e miserrimi e viceversa)? No.
      Posso io essere rispettosa se tutto intorno a me non lo è?
      Ci provo, continuamente, nonostante le continue bugie che ci rappresentano una realtà addomesticata. Per me essere di sinistra vuol dire credere in un ordine giusto, non peloso, non pietoso, non falso, non vuoto. Ma a monte la Libertà deve esserci.
      Sperando di non aver annoiato nessuno per eccesso di banalità, ringrazio tutti.

  6. Perfetta, ancorché sintetica, analisi che coglie il punto nevralgico tornando al 2011\2012, il periodo in cui è definitivamente morto l’euro, (inteso come progetto politico\economico: un folle e profondamente iniquo regime di cambi fissi che avrebbe dovuto forzare alla federazione degli Stati Uniti d’Europa).

    Il Drago, garante delle rendite dei vampiri-zombie, cioè i rentiers sparsi nell’intera eurozona (con diverse percentuali: più basse in area pigs, più alte in paesi core), con un magico incantesimo il QE, lo sta facendo vivere pur essedo già morto da più di un lustro.

    Allego un interessantissimo link (di provenienza da sito di euro-entusiasti-federalisti ma raziocinanti e dialettici nel 2011) che indaga, non banalmente, le ipercomplesse questioni di monete comuni in Stati Federali , USA, Germania pre euro, Brasile e Australia. Una lettura lunga e complessa che consiglio a tutti i “sognatori federalisti”. Il federalismo è di difficilissima attuazione e ipercomplesso anche in nazioni totalmente omogenee, è per questo che il progetto euro-Stati Uniti d’Europa è folle, psicotico, cioè totalmente avulso dalla realtà della storia umana.

    Prima di leggere il link rispondete a queste domande per mettere alla prova la vostra conoscenza in materia di monete comuni in Stati Federali

    1) quanto erà lo spread fra il bond statale della Tasmania e la Federazione Australiana prima del bail out?

    a) 120
    b) 490
    c) 780

    2) quanto erà lo spread fra il bond statale della California e gli Stati Uniti d’America prima del bail out?

    a)70
    b)550
    c)900

    Buona lettura, dopo di che, ne sono certo, il federalismo, come ideale, vi piacerà molto di meno
    (e tralascio tutte le altre questioni federali… sulla giustizia per esempio..quando arriva l’FBI nè lo Sceriffo (contea) nè il poliziotto (stato) sono MAI contenti di collaborare…pensate se venisse un FBI EU finlandese che so a Napoli nei quartieri spagnoli…ahahah

    cordiali saluti

    http://www.thefederalist.eu/site/index.php?option=com_content&view=article&id=852&lang=it&jjj=1486808258837

  7. Caro Dezzani, mi sembra un articolo per festeggiare San Valentino.
    Troppe rose e nessuna spina.
    Marine deve affrontare Macron per vincere. Se dovesse affrontare Fillon, sarà molto più dura. Non credo ai sondaggi di un Fillon che precipita di 13 punti…E di un Macron che svetta di colpo alle stelle.
    Fillon ha una faccia altrettanto francese di Marine Le Pen. Se passa al ballottaggio, sarà un osso durissimo.
    Diciamo le cose come stanno: avrei preferito che le elezioni fossero cadute nel 2018…Sarei stato più sicuro del risultato.
    Nel frattempo, la crisi di Borsa auspicata ed invocata, non arriva mai… Wall Street macina record…e le altre borse non possono che adeguarsi. Mah…

    1. Caro Guido, stai invecchiando…
      Ormai anche i bambini hanno capito com’è la partita.

      1. Mi rifiuto di credere che quel debosciato di Macron arrivi al ballottaggio..
        Tutto qui. Per me il finale è Le Pen contro Fillon.
        A meno che non tirino fuori altri petardi su Fillon.
        Circa l’invecchiamento hai ragione..sono vecchio a 76 anni suonati…
        Però ho ancora mia mamma (prossima ai 101)..perciò non ci penso.

  8. Ottimo articolo, come sempre. Dezzani: secondo lei, dopo la vittoria della Le Pen, quanto tempo passerà prima che si torni alle valute nazionali? Grazie

  9. Grazie per la speranza che ci infonde! Ma con la caduta dell’unione europea, cosa ne sarà di tutte quelle c…zo di norme sui cetrioli e le banane ( ho un piccolo laboratorio e cambio etichette tutti i giorni perchè ogni notte questi burocrati se ne inventano una e persino i consulenti che devo pagare ( io piccolo .. ) non sanno districarsi )???? La pianteranno di romperci i cabasisi e di lasciarci lavorare a noi sopravvissuti che abbiamo tenuto duro?
    E i marchi dove si comperano?

  10. Federico, però in tutta questa storia ci sono delle cose che non tornano; questa elite desiderava l’Europa Unita, ma essa stessa l’ha demolita, non solo con la crisi economica ma anche con l’immigrazione selvaggia e folle, con l’Isis, che loro hanno creato, con gli attentati terroristici che non hanno fatto altro che portare all’islamofobia, per portare la gente verso il populismo, in tutto il mondo, e la destra estrema. Quindi che gioco è questo, sono davvero imbecilli? Se io fossi stata l’elite, appena vista la situazione, avrei subito fatto marcia indietro, almeno con la migrazione, e di certo non avrei instaurato l’odio islamico con il terrorismo, questo, se desiderassi davvero gli Stati Uniti d’Europa. Io non capisco, sarò scema…Ecco perché penso che Le Pen vincerà come ha vinto Trump, forse è proprio quello che vogliono (o che una parte voleva davvero). O forse ci sono due parti che litigano oppure sono semplicemente folli e non ragionano, non so come spiegare questo non senso

    1. Le tue prime cinque righe sono sacrosante.
      Non si può parlare di stupidità per cose pianificate a tavolino, e non semplicemente “lasciate accadere”. E’ vero, sarà complottismo, ma sembra che ci sia un ulteriore disegno sovrastante.

    2. Le tue prime cinque righe sono sacrosante.
      Non si può parlare di stupidità per cose pianificate a tavolino, e non semplicemente “lasciate accadere”. E’ vero, sarà complottismo, ma sembra che ci sia un ulteriore disegno sovrastante…

      1. Questa è L’ULTIMA volta che ritorno sull’argomento.
        1. euro senza bilancio unico che trasferisca il gettito della tasse è destinato PER SUA NATURA ad implodere;
        2. l’ISIS ha concentrato il 90% degli attentati in Francia: strategia della tensione;
        3. le ondate migratorie sono un’altra crisi per “più Europa” ed una destabilizzazione nel medio-lungo termine per Germania ed Italia.

      2. Ieri mi son fatta uno schema su carta, son partita da tre poteri, sono arrivata a 4, per poi finire con due poteri opposti, e già le cose avevano più senso. C’è il potere 1 e il potere 2, il potere 2 ha creato l’Europa Unita a discapito dell’1 che non voleva, quindi il potere 1 fa finta di essere pro-islam e si serve degli islamici, attraverso terrorismo, finta accoglienza, ecc. per demolire questa costruzione e ci riesce. Il potere 1 è il potere dell’ordine, dell’oscurantismo, del ritorno al passato, precedente al 68 della libertà dei costumi, il potere 2 invece è quello che ha movimentato il 68, è il potere europeista e mondialista, è quello liberale della denatalità, è quello del Nuovo Ordine Mondiale e, infine, dell’estinzione di una parte dell’umanità, ovviamente la maggiore che ritiene indegna e inutile. Queste sono solo mie teorie, che si basano sulle informazioni che ho raccolto sul web in questi anni, ma tutto potrebbe essere il contrario di tutto, però, come dicevo, già un senso si comincia ad avere così. Federico tace, forse ho scritto un mucchio di cretinate, ed educatamente preferisce restare al suo posto, io lo ringrazio 🙂 Purtroppo son fatta così, devo scavare, voglio cercare un nesso logico, arrivo a farmi i disegnini su carta, per poi forse non arrivare a niente, ma ci provo, scusatemi…

        1. Francesca le rispondo io, senza avere la presunzione di scrivere al posto di Federico. Non posso fare a meno di notare che le obiezioni che lei pone sono state gia’ abbondantemente trattate in molti samizdat ed anche negli stessi libri di Dezzani. Il libro “Progetto Stati Uniti d’Europa” che le consiglio spiega nei dettagli perche’ l’Europa e’ avviata al fallimento. Un altro ottimo samizdat che tratta nei dettagli le domande da lei poste e’ “2016: un’osservazione dall’alto della tempesta” (disponibile qui: http://federicodezzani.altervista.org/2016-un-paio-di-carte-per-affrontare-la-burrasca/) Qui si spiega perche’ sono falliti i piani A e B delle oligarchie anglofone, e perche’ anche il piano C e’ destinato a fallire. Pubblicato il 4 febbraio 2016, giusto un anno fa, ed e’ sorprendente vedere come si riconoscono i connotati descritti gia’ allora. Anche io prima di scoprire Dezzani cercavo le informazioni qua e la’ su internet. Il grande merito di Federico Dezzani e’ essere riuscito a mettere in ordine tutte le informazioni, cosa che altri non fanno, perche’ non possono, o anche perche’ non vogliono.

        2. Diciamo che la volontà ci sarebbe, magari è il talento dezzanese che langue in altri…condito da sano olio di gomito….perchè come diceva il buon Thomas Alva “Genius is one percent inspiration, ninety-nine percent perspiration.”

  11. Creeranno e fomenteranno un caos tale per poi riproporsi come unici salvatori ed erigere, sulle restanti macerie, gli USE.

  12. L’idiosincrasia dominante, alla vittoria di Trump, a quella probabile futura di Marine Le Pen, alla Brexit ed alle ottime analisi prospettiche di Dezzani (fuoriclasse senza dubbi) e’ adducibile, per la maggior parte, ai fratelli con la squadra ed il compasso. Nessuno come loro, teme all’inverosimile, il ritorno delle destre populiste in Europa. Il loro non e’ timore ma “terrore”. La storia ha insegnato bene loro, che in questi casi, nella migliore delle ipotesi, saranno relegati al confino, mentre nella peggiore saranno spazzati via per sempre (cosa assai probabile questa volta). Il collasso dell’asse euroatlantico, comportera’ in seconda battuta la perdita di “linfa vitale”, obbiettivi e fondi, per l’associazione che ha dettato legge, in tutto l’occidente da tre secoli a questa parte. Cambi epocali si prospettano all’orizzonte e forse i Maya avevano sbagliato solo di quaklche anno.

    1. Sembra che il potere progressista si stia spostando in Germania che , a quanto pare, sembra destinata a sostituire gli Stati Uniti come “sede centrale”. Non canterei vittoria così presto

    2. Concordo pienamente con te Fabrizio.
      Come alcuni, ma non tutti sanno, che dietro al potere c’è la MASSONERIA.
      Non mi interessa se sia progressista o conservatore/elitario, in quanto perseguono entrambi il POTERE.
      Hanno potuto raggiungere il potere con la moneta, ma questa come dici giustamente la “linfa vitale” e tutto il resto sarà messo pesantemente sotto accusa e con questo anche i tirapiedi, ovvero i massoni muratori che sembrano di più dei manovali del crimine organizzato.
      I tempi o sono propizi, oppure una guerra ci spazzerà via tutti…

  13. Un mio amico, cittadino USA, mi ha segnalato un altro punto da tenere presente, ovvero che tra circa un anno, Trump potrebbe rimuovere i vertici della FED, Yellen e Fischer. Se la BCE, come nel 2008, avesse necessità di fare scambi EURO/DOLLAR (entrambe le monete sono messe male, l’euro però un po’ peggio) la FED potrebbe decidere di rifiutarsi, accelerando il processo di disgregazione dell’euro. Il che potrebbe essere assai sgradevole.

  14. Che tutto sia riconducibile ad uno scontro tra “fratelli” può essere ipotizzabile.
    Se alla fine del caos programmato ci sarà un ordine prestabilito che sia gestito dai globalisti (progressisti) o dai populisti (reazionari) poco cambia (ma nello stesso tempo tanto può cambiare).
    Rimaniamo umili spettatori dei giochi e osserviamo attentamente la scacchiera.
    Intanto il progetto globalista è stato (spero non momentaneamente) fermato.
    Vinceranno le destre perchè la gente è stufa.

  15. Tutto estremamente interessante, come vedi la Cina e la politica monetaria cinese in prospettiva “eurocrash” in 18-24 mesi?

  16. Il romano che di Tacito porta nome e genio duemila anni dopo, in poche righe fa risuonare San Tommaso e la sua logica esemplare. La politica, spiega, ha le sue leggi. Quindici anni della vostra ‘moneta’ con cui non si acquista oro, hanno disfatto tutte le economie europee fuorché la nostra. Partiti e pontefici gialli, Internet per intrattenere lontani dalle piazze i milioni di disoccupati e l’allenamento quantitativo, ovvero la creazione al computer ogni giorno dal nulla di miliardi di queste ridicole banconote colorate. E cosa fanno, i discendenti dei romani? Aperta ribellione nell’urna. La politica ha, appunto, le sue leggi.

  17. Trump: Flynn lascia travolto da bufera, spunta Petraeus
    Dipartimento della Giustizia avvertì la Casa Bianca, Consigliere per la sicurezza nazionale è ricattabile da russi.

    http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2017/02/13/trump-raid-anti-immigrati-cacciamo-via-i-criminali_a39bc009-71cc-4ed8-b804-61aa3d5e41c6.html

    Federico, qui serve la tua opinione. Ovviamente, possiamo rifarci al tuo articolo che Trump finirà come Nixon, però io personalmente la vedo male… Lo Stato Profondo non vuole mollare: è triste dirlo, ma potrebbero farcela. A quanto ammontano, secondo te, le probabilità di una guerra civile in USA?

    Blondet è, come al solito, catastrofista…

    http://www.rischiocalcolato.it/2017/02/donald-sta-per-finire-come-virginia-raggi.html

    Saluti,
    Robertus

      1. Va bene, non nominerò più Blondet, però c’è tutto il resto del mio commento che rimane senza risposta. Non mi sembra di esser stato scortese nel chiedere, però a fare io il parafulmine per tutti gli altri commenti non ci sto! Si può anche rispondere con “non lo so”, oppure “per ora non ho abbastanza elementi per esprimere un parere”: è segno di umiltà…
        Sarò più felice se mi risponderai con “Guarda, stai dicendo ca***te, perchè…”.
        Spero di ricevere questa risposta.

        1. No, non credo che Trump finirà come Nixon: ha una tempra più forte, più seguito popolare e l’establishment liberal è, a differenza degli anni ’70, completamente cotto.

    1. purtroppo era abbastanza prevedibile ;”l’ elite ” “ha bisogno” di una guerra , “il popolo” ormai abbastanza smaliziato da una serie di “fregature” OVVIAMENTE no.
      Il popolo ha votato CONTRO ma il suo voto non conterà (come sempre) . Daltronde l’ elite non ha altra scelta; il sistema sta fallendo e non potrebbe mantenersi al potere senza una guerra , qualunque rischio questo comporti.

  18. Caspita la macchina del fango sta lavorando a pieno regime!
    Spero che Donald abbia scelto bene i suoi collaboratori (ci vogliono gli attributi quadrati) perché la cosa peggiore che gli possa capitare è l’essere “ucciso” da fuoco “amico”.

  19. Ciao Federico, e complimenti davvero!
    Non c’entra molto con questo articolo, però volevo chiederti una cosa che non mi è chiara.
    Ho cercato molto sul tuo blog, ma non ho trovato post chiarificatori.
    E’ davvero possibile che la Germania -o parte di essa- voglia chiudere dall’euro?
    In fondo, loro con l’euro hanno solo da guadagnarci.
    Mi sembra che anche Bagnai lo accenni, ma nel suo Blog non è mai tutto chiaro (per me).
    Se puoi rispondermi o indicarmi un post (ho letto tutti quelli relativi a Shauble, la Grecia, ecc.), mi faresti un grande favore.
    Ciao.

    1. Sì, i “falchi” tedeschi sono per l’addio all’euro. Del resto, UE e NATO sono le due grandi “gabbie atlantiche” in cui è stata imprigionata la Germania post-1945.

        1. Mia opinione sull’estabilishment tedesco. Loro hanno voluto mantenere l’euro il piu’ a lungo possibile, per la serie “finche’ dura fa verdura”. Rifiutando ogni discussione su eventuali trasferimenti di ricchezza dal centro alla periferia hanno ottenuto solo vantaggi. Vorrebbero continuare ad approfittare, se non fosse che ormai i vari bail-out necessari (Grecia 3, banche italiane, eccetera eccetera eccetera) stanno cominciando a rendere la creatura un mostro. La Germania non mette soldi ma se deve contribuire ai fondi europei di stabilizzazione e di salvataggio la tasca comincia a soffrire troppo. Ecco perche’ e’ arrivato anche per loro il momento di parlare di fine dell’euro: e’ il momento di scegliere il male minore.

        2. Ah bè, sì, questo potrebbe essere un ottimo motivo.
          Però, come si dice, “finché la nave va …!”
          Finché i politicanti italici e similia continueranno a pagare (con i nostri soldi), penso che il giochetto funzionerà!

  20. L’attuale situazione in Donbass, i rapporti diplomatici con l’Iran e l’eventuale normalizzazione di quelli con la Cina, sono le cartine di tornasole della prima fase della presidenza Trump.
    Se riuscirà a evitare la guerra, allora significa che la sua politica sta dando i frutti sperati altrimenti si procederà velocemente verso uno scontro generalizzato. Ovviamente do per scontato che, sotto il profilo della politica interna, Trump riesca a ottenere almeno una parte di ciò che costituisce il suo programma economico, in caso contrario tutta l’impalcatura della presidenza Trump si incrinerebbe pericolosamente.
    Ovviamente l’elezione della Le Pen aiuterebbe molto questo processo, mentre un’Europa sotto il giogo di Merkel e Draghi sarebbe, viceversa, un potente freno alla realizzazione di questo nuovo scenario politico internazionale.

  21. una domanda banale, ma Trump quale potere rappresenta ? Se qualcuno mi risponde mi fa un grande favore. Comunque penso che siamo alla fine dei giochi per l’Euro. C’è una calma piatta in giro che desta molti sospetti.

  22. Io spero di sbagliarmi, ma qui sembra che rimanga solo sperare nella faglia di Sant’Andrea…

    The Saker: I Neoconservatori e lo “Stato Profondo” hanno castrato la presidenza Trump, è finita gente!
    http://sakeritalia.it/america-del-nord/i-neoconservatori-e-lo-stato-profondo-hanno-castrato-la-presidenza-trump-e-finita-gente/
    Commento di Saker citando Nasrallah, il leader di Hezbollah: Trump è uno stupido.
    http://parstoday.com/it/news/middle_east-i78253-nasrallah_uno_stupido_come_trump_non_%C3%A8_una_minaccia_per_hezbollah

    Moon of Alabama: The Flynn Defenestration Will Hamper Trump’s Foreign Policy
    (Qualche frase che ho tradotto): Benchè non siamo fan di Flynn né di Trump, questa defenestrazione è pericolosa. Ostacolerà qualsiasi cambiamento nella politica estera degli Stati Uniti. (…) Ora il sangue è sulle strade e le iene ne vorranno ancora di più. La magia Trump si è rotta. Egli ha mostrato la sua vulnerabilità. Ora cercheranno il loro prossimo obiettivo all’interno dell’amministrazione e così via.
    http://www.moonofalabama.org/2017/02/the-flynn-defenestration-will-hamper-trumps-foreign-policy.html#comments

    E forse stanno procedendo all’impeachment contro Trump stesso…
    Usa, democratici chiedono indagine su rapporti Trump-Russia:
    http://parstoday.com/it/news/world-i78556-usa_democratici_chiedono_indagine_su_rapporti_trump_russia

      1. Intanto che aspettiamo Dezzani vi dico la mia. Questo e’ giornalismo urlato. Tutti questi che citate hanno l’obiettivo di convincere l’elettorato, ed e’ questo il motivo per cui urlano. Urlando pero’ richiamano l’attenzione su tutto e sul contrario di tutto. Fattori fondamentali passano in secondo ordine e fattori secondari vengono messi davanti agli occhi. Nella partita a scacchi in corso e’ stato mangiato un pezzo (decidete voi quale) ma da qui a dire che “Trump e’ finito”, o che “arriva la guerra civile” mi pare che ce ne passa. Per i proclami elettorali queste frasi vanno bene, ma per un ambiente da analisi come dovrebbe essere questo mi pare che siano fuori luogo. Oramai Dezzani ci ha anche insegnato a distinguere il fumo dall’arrosto.

        (P.S.: Dite al Saker che Trump con quel pezzo di moglie che si ritrova castrato non lo sara’ mai…!!!!)

  23. dalle recenti dichiarazioni di Trump sulla Crimea, sembra che stia facendo un voltafaccia totale

  24. Mi piacerebbe davvero sapere l’analisi di Dezzani sulla questione Flynn/Trump finito. Ma credo proprio che pubblicherà un post ad hoc.

  25. ….”gli amanti dei retroscena ricordino che Coblenza fu la base dei monarchici francesi dopo la Rivoluzione del 1789, rivoluzione coordinata da quegli Illuminati che avevano la propria base a Francoforte”….

    Sarebbe interessante conoscere i retroscena della Rivoluzione francese, e il ruolo giocato dall’alta finananza apolide nella caduta dall'”ancien regime”…
    Vorrei sapere cosa pensi di questo mio video:
    LA RIVOLUZIONE MASSONICA:
    https://www.youtube.com/watch?v=lwVErVSAKPY

  26. CSR2 also delivers dynamic climate results, including headlight patterns that react to
    street wetness, and specular reflections primarily based on individual particulars inside the avenue pavement.

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