Germanwings, Malaysia Airlines e la politica dei disastri aerei

A distanza di due anni dallo schianto del volo Germanwings 9525 sulle Alpi francesi, il padre del presunto responsabile della tragedia aerea, il copilota Andreas Lubitz, ha pubblicamente rigettato le conclusioni delle autorità francesi e tedesche: testimonianze inventate, errori nelle indagini, omissioni ed un movente, la depressione del figlio, senza fondamento. La versione ufficiale, fabbricata da media ed inquirenti nell’arco di 24 ore dallo schianto e rimasta immutata sino ad oggi, poggia su basi molto fragili. E se ci fossero analogie fra il volo 9525 della Germanwings ed i due disastri aerei che colpirono la Malaysia Airlines nel 2014? Due compagnie aeree di altrettanti Stati, Germania e Malesia, ai ferri corti con l’establishment atlantico e perciò oggetto di una moderna politica delle cannoniere.

Disastri aerei: la continuazione della politica con altri mezzi

La “guerra ibrida”, “senza limiti” o “non ortodossa”, non è una materia fossilizzata, ma in costante divenire: chi volesse studiarla, ed è lo scopo dei nostri articoli, si confronta con un oggetto mobile, sfuggente e sempre nuovo. Lo studio del passato fornisce certamente utili strumenti per interpretare quanto accade: raid finanziari, aggiotaggi di borsa, attentati terroristici, omicidi politici, campagne diffamatorie, etc. etc., appartengono da sempre all’arsenale della guerra ibrida ed è sufficiente scavare un po’ nella storia per trovare comodi precedenti. Tuttavia “la vitalità” dell’argomento costringe spesso l’analista a confrontarsi con avvenimenti del tutto nuovi e non sempre facilmente decifrabili: l’intuito è fondamentale, ma occorre anche una certa cautela per evitare di compiere passi falsi. Talvolta bisogna lasciare trascorrere un po’ di tempo e, raccolta una quantità sufficiente di indizi, ci può finalmente avventurare sui terreni più estremi e sconosciuti della “guerra ibrida”: come i disastri aerei, ad esempio.

Non è la prima volta che riconduciamo i disastri aerei alla più ampia guerra combattuta dall’establishment atlantico contro nemici od “alleati” riottosi ma, nel caso del volo Metrojet esploso sopra i cieli dell’Egitto e in quello del volo Egyptair MS804 scomparso nel Mari Mediterraneo orientale, le nostre analisi non erano poi così “temerarie”: in entrambi casi, media ed apparati di sicurezza parlavano apertamente di terrorismo e, di conseguenza, si trattava soltanto di spiegare chi e perché avesse effettivamente piazzato gli ordigni. Non certamente il fantomatico “Califfato”, ma quelle potenze che avessero conti in sospeso con Russia, Egitto e Francia.

Finora abbiamo tralasciato due episodi, cui ne va sommato un terzo solo apparentemente scollegato: il volo Germanwings 9525 schiantatosi sulle Alpi francesi il 24 marzo 2015, il volo 370 della Malaysia Airlines scomparso nell’Oceano Indiano l’8 marzo 2014 ed il volo 17, sempre della Malaysia Airlines, abbattuto sopra i cieli dell’Ucraina il 17 luglio 2014 da un missile terra-aria.

Arrivati nel 2017, dopo aver accumulato una quantità sufficiente di certezze, ci sentiamo sicuri a sufficienza da ricondurre tutti e tre i disastri aerei ad un unico denominatore comune: la “politica dei disastri aerei”, moderna versione della politica delle cannoniere con cui Londra, e poi Washington, hanno intimorito alleati e nemici per più di due secoli. L’abbattimento volontario degli aerei di linea è l’ennesima freccia all’arco della guerra ibrida, a fianco di attentati, sanzioni, campagne diffamatorie, embarghi, sabotaggi, etc. etc.

Cominciamo col volo 9525 della Germawings, tornato alla ribalta in questi giorni, a distanza di due anni esatti dallo schianto, grazie al coraggioso intervento del padre di Andreas Lubitz, il presunto responsabile della strage costata la vita a 150 persone: durante una conferenza stampa, Guenter Lubitz ha rigettato le conclusioni delle autorità francesi e tedesche, sottolineando come l’inchiesta fosse viziata da errori e false testimonianze: la confessione di una presunta ex-fidanzata rilasciata alla Bild sulle intenzioni di Andreas Lubitz di compiere una strage sarebbe, ad esempio, una classifica“fake news” dei grandi media. Sopratutto, secondo il padre del copilota, il figlio non soffriva di depressione al momento della tragedia, né aveva tendenze suicide: era sua intenzione, al contrario, sposarsi e costruirsi una famiglia1.

La tesi di Guenter Lubitz, prontamente liquidata dalla stampa come una provocazione (“I parenti delle vittime si sono già fatti sentire, accusandolo di insensibilità e di mancanza di rispetto” scrive La Stampa2) è una vera mina piazzata sotto la versione ufficiale della tragedia: se svanisse infatti la depressione di Lubitz e la sua volontà suicida/omicida, l’intero castello probatorio crollerebbe, lasciando il disastro aereo senza alcuna spiegazione. Già, perché gli inquirenti francesi e tedeschi, debitamente “imboccati” dalla stampa a distanza di 24 ore dallo schianto, hanno da subito seguito la strada del copilota depresso ed aspirante suicida, tralasciando qualsiasi altra pista. Sono così cadute nel vuoto le non poche voci, provenienti dal mondo dell’aviazione civile, che sollevavano dubbi sulla versione ufficiale ed evidenziavano le vistose irregolarità ed incongruenze nelle indagini.

Riepiloghiamo brevemente i fatti. Sono le 9.00 del 24 marzo 2015, quando il volo 9525 della Germanwings, compagnia low-cost della tedesca Lufthansa, decolla da Barcellona alla volta di Dusseldorf. Alle 9.30 l’Airbus invia un messaggio di routine per chiedere conferma della rotta, quindi, un minuto dopo, abbandona i 38.000 piedi per abbassarsi rapidamente: l’ultimo contatto radar risale alle 9.40, poi lo schianto contro una parete rocciosa delle Alpi francesi, nei pressi di Barcellonette.

L’asciutta cronaca dei fatti, fin qui, non differisce da quella di qualsiasi altro disastro aereo: le prime anomalie sopraggiungono ora. Se occorrono normalmente anni alle autorità civili e giudiziarie per accertare le cause di un disastro aereo (si pensi allo schianto del Concorde nel luglio 2000, investigato per quasi due anni dalla BEA), entro 24 ore dal disastro appare incredibilmente sui media, grazie ad una fonte anonima, “la soluzione” della tragedia, pedissequamente seguita dagli inquirenti fino alla conclusione delle indagini. “Germanwings Pilot Was Locked Out of Cockpit Before Crash in France” scrive il New York Times il 25 marzo3:

A senior French military official involved in the investigation described a “very smooth, very cool” conversation between the pilots during the early part of the flight from Barcelona, Spain, to Düsseldorf, Germany. Then the audio indicated that one of the pilots left the cockpit and could not re-enter.

“The guy outside is knocking lightly on the door, and there is no answer,” the investigator said. “And then he hits the door stronger, and no answer. There is never an answer.”

He said, “You can hear he is trying to smash the door down.”

Il New York Times, subito ripreso dalla stampa internazionale (“Germanwings, Nyt su scatola nera: Pilota cerca di buttare giù la porta della cabina” scriverà l’indomani il Fatto Quotidiano), lancia così, grazie ad una fonte militare francese anonima, la versione del copilota suicida/omicida, barricato nella cabina e deciso a suicidarsi trascinando con sé colleghi e passeggeri. Per alimentare questa tesi, a distanza di cinque giorni dal disastro aereo, appare sui media la trascrizione dell’ultima, disperata, conversazione tra il pilota, chiuso fuori dalla cabina, ed Andreas Lubitz: definirlo dialogo è eccessivo, perché il presunto suicida/omicida non proferisce una singola parola e si limita a “respirare“. Ora: non solo l’ECA (l’European Cockpit Association che rappresenta 38.000 piloti) protesterà formalmente per la diffusione dell’audio, in aperta violazione della normale prassi investigativa4, ma ci saranno addirittura piloti che contesteranno la veridicità della prova, asserendo che le cabine dell’Airbus A320 sono troppo rumorose perché la presunta conversazione possa essere stata registrata5.

La macchina mediatica è però partita ed è troppo veloce ed imponente per essere arrestata: “Airbus, Lubitz aveva anche problemi alla vista. Una ex: mi disse tutti conosceranno il mio nome”, Aereo caduto, il procuratore: prima di prendere il brevetto Lubitz aveva tentato il suicidio”, “A320 caduto: co-pilota killer provò la manovra suicida nel volo di andata”,“ Lubitz, Lufthansa sapeva della depressione. E spunta un video degli ultimi istanti”, etc. etc. Già, la Lufhtansa: le sue azioni precipitano in borsa e a nulla servono le difese dell’amministrazione delegato Carsten Spohr che evidenzia subito come Andreas Lubitz avesse superato tutti i test medici, ma anche tutti i test psicologici, e fosse atto al volo, al cento per cento.6”. La compagnia aerea tedesca finisce nella bufera e c’è addirittura chi ipotizza che il disastro aereo possa infliggerle il colpo di grazia: “Airbus Germanwings: ora Lufthansa rischia la crisi”7, Rischio bancarotta e allarme sicurezza: Lufthansa teme il crollo8”.

Considerato quanto avverrà nei mesi successivi, è lecito considerare il disastro aereo del 24 marzo 2015 come il primo capitolo dell’attacco sferrato dall’establishment atlantico alla Germania ed al sistema-Paese tedesco: seguiranno nella tarda estate il Dieselgate che affosserà Volkswagen e, l’anno successivo, il tentativo di George Soros e della finanza angloamericana di mandare a tappeto Deutsche Bank. Nella primavera del 2015, infatti, sono in corso i negoziati tra Atene e la Troika ed è grande il timore, negli circoli atlantici, che l’intransigenza tedesca e la strenua opposizione a qualsiasi condivisione del debito possano causare, presto o tardi, l’implosione della moneta unica e dell’Unione Europea. Colpendo prima la Lufthansa, poi la Volkswagen ed infine Deutsche Bank, l’establishment liberal piccona quindi la monolitica Germania, coll’obbiettivo di aprire qualche crepa nel sistema-Paese e ricondurre la classe dirigente tedesca a più miti consigli.

Il disastro aereo, quindi, come nuovo strumento della guerra ibrida: una spettacolare ed inquietante rappresaglia che l’establishment atlantico può effettuare contro qualsiasi Paese ribelle, a qualsiasi ora e su qualsiasi rotta. Con quale tecnologia? Come spiega un esperto dell’industria aerospaziale al Financial Times (“Wait for air safety professionals to complete investigations”9), le possibili cause dello schianto del volo Germanwings abbondano:

“(…) including external electronic hacking into the aircraft’s control and navigation systems through malware or electromagnetic interception. This is one reason military and head-of-state aircraft are generally installed with specific shielding and additional active protective measures. Civilian aircraft are not.”

Programmi informatici che esautorano de facto l’equipaggio e consentono ad anonimi intrusi (forse lo stesso “senior French military official” intervistato dal New York Times?) di pilotare il velivolo verso qualche catena montuosa, salvo, ovviamente, attribuire poi la colpa all’Andreas Lubitz di turno: il messaggio intimidatorio è stato comunque recapitato ed il destinatario l’ha quasi certamente ricevuto forte e chiaro.

Nel caso del volo Germawings 9525, come in qualsiasi altro episodio terroristico, è sempre utile cercare un precedente od un caso analogo: se il fenomeno, a parità di condizioni esterne, si ripete quasi uguale, si può dire che la teoria poggi su basi scientifiche. Ed il disastro “indotto” del volo 9525 ha almeno un precedente: il tristemente noto Malaysia Airlines 370, scomparso nell’Oceano indiano nella primavera del 2014.

Ricordiamo brevemente i fatti: l’8 marzo il Boeing 777 della compagnia malese decolla da Kuala Lampur alla volta di Pechino (si tenga a mente il particolare), con a bordo 239 persone. A distanza di un’ora dal decollo, i sistemi di comunicazione si spengono e il Boeing effettua una misteriosa virata a sud-ovest, verso l’Oceano Indiano aperto. Volerà sette ore, prima di finire il carburante ed inabissarsi in una delle zone più proibitive dell’oceano: le ricerche, protrattesi per quasi tre anni, saranno sospese nel gennaio 2017. Ha recentemente scritto il Messaggero, commentando gli ultimi sviluppi del “più grande mistero dell’aviazione civile”10:

“Per la Malaysia, è un’umiliazione. Il governo di Najib Razak, criticato all’inizio per la reticenza nel fornire informazioni chiare e per la generale incompetenza nella gestione dell’emergenza, non ha mantenuto le promesse di cercare il Boeing finché non sarà ritrovato. I parenti delle vittime, senza pace da allora, avevano alimentato polemiche che hanno anche incrinato i rapporti tra Kuala Lumpur e Pechino, proprio la rotta che avrebbe dovuto seguire l’MH 370. E anche oggi, alla notizia della cessazione delle ricerche, ci sono state reazioni negative e proteste”.

Fin dal marzo 2014, ed in maniera molto più convinta rispetto a quanto avverrà con il volo Germanwings, è avanzata l’ipotesi di un possibile dirottamento “informatico” del volo 370, attraverso quegli stessi strumenti di controllo remoto che avrebbero potuto trascinare l’Airbus della compagnia tedesca contro le Alpi: l’attenzione, in particolare, è rivolta alla base militare degli Stati Uniti nell’Oceano Indiano, la Diego Garcia11. Con una certa malizia si sottolinea anche come Washington sia stranamente reticente sulla scomparsa del Boieng, nonostante i sofisticati sistemi di sorveglianza schierati nell’Oceano Indiano, le avrebbero permesso di seguire, miglio dopo miglio, il tragico volo della Malaysia Airlines.

Gli Stati Uniti, in effetti, interverranno sulla vicenda a distanza di due anni, ma in modo piuttosto originale: cercando, come nel caso del volo Germanwings, di imporre la tesi del pilota suicida/omicida. “Malaysia Airlines, è stato un omicidio suicidio di massa premeditato dal pilota. Il New York magazine ha ottenuto un documento dell’indagine della polizia malese: dal rapporto emerge che il capitano, Ahmad Zaharie, meno di un mese prima dell’incidente, aveva effettuato con un simulatore casalingo un volo suicida.” scrive il Fatto quotidiano nel luglio 201612.

Il nostro impianto probatorio, forte di due singolari episodi, è già sufficientemente robusto, ma si può rendere ancora più solido concatenandoci una terza sciagura aerea, accaduta sempre nel 2014 e, incredibile coincidenza, riguardante sempre la Malaysia Airlines: è il tristemente noto volo 17, abbattuto nei cieli dell’Ucraina Orientale. Il 17 luglio 2014, un Boeing 777 della compagnia malese, in servizio lungo la tratta Amsterdam-Kuala Lampur, è intercettato da un missile terra-aria sorvolando un’area che Kiev avrebbe dovuto interdire, considerata l’intensità dei combattimenti in corso: nello schianto muoiono 283 persone.

Il disastro aereo è prontamente impiegato da Barack Obama per accusare Mosca (“evidence indicates that the plane was shot down by a surface-to-air missile that was launched from an area that is controlled by Russian-backed separatists inside of Ukraine”13) e fornisce l’assist decisivo alla cancelliera Angela Merkel per imporre al resto dell’Unione Europea le sanzioni economiche alla Russia: tuttavia c’è da chiedersi se sia una coincidenza che l’aereo abbattuto appartenga proprio alla Malaysia Airlines, una compagnia aerea che, fino a quel momento considerata tra le più sicure al mondo, registra l’incredibile record di due disastri aerei nell’arco di sei mesi, obbligando Kuala Lampur a rinazionalizzare la società per evitare la bancarotta.

Perché proprio la Malaysia Airlines? La risposta, come nel caso della Germanwings, si trova lontano da aeroporti, torri di controllo e radar: concerne, anche in questo caso, la geopolitica e la spietata guerra condotta dal declinante establishment atlantico per difendere la sua egemonia mondiale, in Europa come in Asia.

La Malesia, un Paese asiatico relativamente piccolo coi suoi 29 milioni di abitanti, è infatti strategica per il controllo dello Stretto di Malacca, un passaggio marittimo di vitale importanza, che unisce l’Oceano Indiano a quello Pacifico: l’80% del greggio africano e mediorientale importato da Pechino passa attraverso questa nevralgica strozzatura14. È quindi una priorità di Washington che la Malesia, storicamente diffidente verso gli americani, aderisca alla Trans-Pacific Partnership, l’accordo economico-commerciale concepito dall’amministrazione democratica di Barack Obama in chiave anti-cinese. Le pressioni americane sono però controbilanciate da Pechino, disponibile a firmare generosi contratti miliardari pur di impedire che Kuala Lampur entri nell’orbita angloamericana. Gli ammiccamenti di Pechino sono soprattutto ben visti dai settori della classe dirigente malese più “tradizionalisti”, ostili alle interferenze di Washington ed alle manovre, tanto opache quanto aggressive, per agganciare Kuala Lampur al TTP15. È proprio contro queste fazioni ostili a Washington che sono inviati due messaggi intimidatori consecutivi in rapida sequenza: prima il volo della Malaysia Airlines, scomparso nell’Oceano Indiano, e poi il volo 17, abbattuto sopra i cieli dell’Ucraina Orientale.

Appurata l’esistenza di questa nuova arma della guerra ibrida, “il disastro aereo”, che giudizio si può dare sulla sua efficacia?

Come gli altri strumenti analoghi (attentati terroristici, assalti speculativi, sanzioni, sabotaggi, scandali giudiziari, etc. etc.) si può tranquillamente dire che anche la strategia dei disastri aerei non riesca a supplire alla classica guerra “guerreggiata”, il cui scopo, come diceva Carl von Clausewitz, è quello di imporre la propria volontà ai nemici.

I due disastri aerei della Malaysia Airlines, seguiti da un grande scandalo mediatico-giudiziario contro il premier malese, non hanno infatti impedito a Kuala Lampur di avvicinarsi progressivamente a Pechino, fino a siglare, lo scorso novembre, una serie di accordi strategici che spaziano dalla difesa alle infrastrutture16. Né il disastro Germanwings, seguito dalla guerra economica a Volkswagen e dall’assalto speculativo alla Deutsche Bank, è servito ad ammorbidire Berlino, impedendo che il rigore teutonico portasse l’eurozona e l’Unione Europea sull’orlo del baratro. L’abbattimento degli aerei di linea è quindi la classica “continuazione della politica con altri mezzi”: ma se la vigliaccheria è sicura, l’utilità è incerta.

 

 

1http://www.repubblica.it/esteri/2017/03/24/news/volo_germanwings_il_padre_del_pilota_accusa_e_chiede_riapertura_inchiesta-161266287/

2http://www.lastampa.it/2017/03/24/esteri/il-padre-del-pilota-della-germanwings-contro-la-procura-mio-figlio-non-era-depresso-non-voleva-suicidarsi-o8v0RvbSxxgJ1P7dyAoUlO/pagina.html

3https://www.nytimes.com/2015/03/26/world/europe/germanwings-airbus-crash.html

4http://atwonline.com/labor/pilots-union-germanwings-cvr-data-leak-serious-breach-rules

5http://christinenegroni.blogspot.it/2015/03/you-call-this-investigation-germanwings.html

6http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Schianto-Airbus-Lufthansa-il-co-pilota-Lubitz-aveva-superato-tutti-i-test-psicologici-8c718d09-a934-453a-9e78-5020f8f55452.html

7http://www.panorama.it/economia/aziende/airbus-germanwings-lufthansa-crisi/

8http://www.ilgiornale.it/news/mondo/rischio-bancarotta-e-allarme-sicurezza-lufthansa-teme-crollo-1111042.html

9https://www.ft.com/content/6dcd2266-dc79-11e4-b70d-00144feab7de

10http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/malaysia_airlines_volo_mh_370_mistero_scomparsa-2201702.html

11http://www.lastampa.it/2014/04/04/blogs/underblog/dubbi-e-trame-cospirazioniste-sullaereo-scomparso-2voyPJCVLosv063GHfJD2O/pagina.html

12http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/23/malaysia-airlines-e-stato-un-omicidio-suicidio-di-massa-premeditato-dal-pilota/2927885/

13https://obamawhitehouse.archives.gov/blog/2014/07/18/president-obama-speaks-malaysia-airlines-flight-mh17-russia-and-ukraine-and-situatio

14http://in.reuters.com/article/idINIndia-46652220100304

15https://www.google.it/search?q=ttp&oq=ttp&aqs=chrome..69i57j0l5.856j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8

16https://www.theguardian.com/world/2016/nov/01/malaysia-najib-razak-defence-deal-china-beijing-visit

67 Risposte a “Germanwings, Malaysia Airlines e la politica dei disastri aerei”

  1. Salve Dezzani, c’è una cosa che non riesco a collegare: la Merkel è un’agente degli americani, lei dice, però la Germania, cioè la Merkel, rischia di far esplodere la COmunità Europea, contro la volontà angloamericana.

  2. Salve Bull, la Merkel non è onnipotente e l’establishment tedesco non è asservito agli americani come da noi. Legga il libro di Dezzani “La spia che venne e tornò dal freddo”, risponde in maniera dettagliata alla sua domanda. L’argomento non è esauribile in un solo commento nel blog.

  3. personalmente li avevo da sempre catalogati come attentati da parte dell’establishment lobbistico finanziario di Londra, Washington, Parigi e Francoforte….ovvero a quel piccolo gruppo di storiche famiglie di banchieri unite fra loro da una certo comune appartenenza. la cosa che tuttavia non ho mai ben capito sono questi continui attacchi che periodicamente avvengono fra loro, come già visto nel corso degli avvenimenti storici degli ultimi tre secoli almeno, nei quali è molto facile identificare le cause delle guerre più disastrose nelle scelte devastanti e nelle ripicche ricorrenti da parte di questi pochi soggetti.
    ora se l’intento finale è di riuscire ad assumere il controllo totale e definitivo del pianeta, per quale ragione cosi spesso si contrastano tra loro? o anche questo modo di agire è funzionale all’obiettivo perseguito? è un modo per celare le proprie intenzioni a noi poveri cittadini del mondo?

    1. Perché gli umani sono condannati a ripetere il frame “riunione di condominio” a qualsiasi livello. 😀

  4. Ottimo articolo Dezzani che unisce i puntini dando una immagine sempre più nitida dei tempi che stiamo vivendo.

    Alla luce di queste analisi, vorrei aggiungere un ulteriore punto che, almeno per quanto mi riguarda, da un punto di vista “intuitivo” non è mi stato un dubbio ma una certezza, ovvero:”I terremoti artificialmente provocati”. Capisco che questo è un territorio ostico facile preda di “complottismo”, eppure vorrei invitare tutti a leggere questo articolo in proposito http://elnino.blog.tiscali.it/2016/08/24/la-h-a-a-r-p-e-litalia-dei-terremoti-artificiali/?doing_wp_cron dove il giornalista Gianni Lannes, che non è proprio in pivellino, sviscera con fare certosino suddetta tesi.

    D’altra parte, come non dimenticare il G8 dell’Aquila e la visita di Obama a fianco del sorridente Berlusconi nella città del post terremoto il 9 luglio del 2009 ? Visita ripetutasi, puntualmente anche per Amatrice http://www.abruzzoweb.it/contenuti/sisma-renzi-invita-obama-ad-amatrice-quelle-promesse-a-l-aquila-mai-mantenute/612103-302/

    Lo stesso tsunami in Giappone a cui seguì la tragedia nucleare di Fukushima sono stati oggetto d’ipotesi colpose.

    A tal riguardo si scrive:” La base di Gokona
    Secondo alcuni esperti russi
    (http://www.russianla.com/archive/j-article.php?.id=8629) il sistema Haarp è proprio all’origine dello tsunami dell’Oceano Indiano poiché – a dispetto degli accordi – si è continuato a studiare e a sperimentare l’utilizzo militare dei fortissimi campi elettromagnetici, mascherati come pura ricerca di fisica di base oppure come “dual use” civile e militare.
    Le emittenti di energia del piano Haarp si trovano in Norvegia (Tromsoe), Alaska (base militare di Gokona) e in Groenlandia. I dettagli sull’impianto di Gokona sono nel sito ufficiale http://www.haarp.alaska.edu, che descrive come – dopo il primo sistema di 48 antenne – sia in ultimazione un impianto di 180 antenne fornite dalla Phazar.
    Teoricamente, lo strumento è adeguato alla formazione di tifoni e terremoti in qualunque area del mondo, ma anche di agire sui sistemi informatici, elettronici e di comunicazione https://www.disinformazione.it/tsunami.htm

    1. a proposito…

      Vladivostok, 29 mar. (AdnKronos/Xinhua) – Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 6,6, è stata registrata oggi nella penisola di Kamchatka, estremo oriente russo, alle 6.09 ora italiana. “Il sisma si è verificato nell’Oceano Pacifico al largo della costa della Kamchatka, nel mare di Bering. L’epicentro è stato a circa 85 km dal villaggio di Ust-Kamchatsk, mentre l’ipocentro è stato calcolato a una profondità di 18 chilometri”, ha detto un portavoce del Servizio Geofisico dell’Accademia Russa delle Scienze. Finora non ci sono notizie di vittime o danni, ma il centro di monitoraggio di Sakhalin ha emesso un avviso di un possibile tsunami. Secondo il centro, riporta la Tass, potrebbero formarsi onde, a livello locale, alte fino a 1,5 metri che potrebbero raggiungere la parte settentrionale delle isole di Kuril. Il terremoto è avvenuto in prossimità del vulcano Kambalny che nei giorni scorsi si è inaspettatamente risvegliato dopo un periodo di 250 anni di inattività. L’eruzione è ancora in atto e risulta piuttosto intensa, con una colonna di cenere che ha raggiunto circa 8.000 metri di altezza.

    2. Ottimo Cesare ! Fra l’altro nel primo link da te postato, spunta di nuovo fuori la base Diego Garcia, proprio in occasione del terremoto che causò, poi, lo tsunami.

      Ecco il passaggio :

      – Condoleeza Rice al Senato Americano il 18 gennaio 2005: «Lo tsunami è stato una meravigliosa occasione (wonderful opportunity) di mostrare il cuore del popolo americano. E io penso che gli utili sono stati molto importanti sul fronte diplomatico». Il luogo era ideale per la presenza di una fossa oceanica che protegge le coste e la base americana di Diego Garcia (si sa che più il fondo marino risale velocemente, più il tsunami è devastante) e anche l’ora giusta per far si che ben due satelliti USA passavano lì per caso, per constatare gli effetti di questa arma sismica.

      E’ una nuova forma di guerra discreta (silent war), dove indebolire un avversario può semplicemente consistere nel fabbricare dei “fenomeni naturali” sul suo territorio. Non escludendo di proporre, in seguito, un aiuto umanitario. –

      Link – http://elnino.blog.tiscali.it/2016/08/24/la-h-a-a-r-p-e-litalia-dei-terremoti-artificiali/?doing_wp_cron

      Per gli “accusatori di complottismo” si tratta, ovviamente, sempre e solo di coincidenze…

      1. Vabbè, questo è delirio allo stato puro. Fate il bilancio energetico e poi ridete. Posso essere d’accordo o meno con quello che scrive Dezzani, ma lui è ben documentato e ha un fondo di logicità in quello che dice. Voi assolutamente no.

  5. sulla “misteriosa” base USA di Diego Garcia ho cercato di gettare un po’ di luce con i seguenti contributi che spero possano essere apprezzati:
    https://byebyeunclesam.wordpress.com/2008/08/28/lisola-delle-meraviglie/
    https://byebyeunclesam.wordpress.com/2008/08/29/diego-garcia/

    segnalo anche l’esistenza di un testo scritto da David Vine e pubblicato da Princeton University Press, Island of Shame: The Secret History of the U.S. Military Base on Diego Garcia
    http://press.princeton.edu/titles/8885.html

    saluti

  6. Buongiorno Dezzani, una battuta che poi tanto battuta non vuol essere.Secondo lei meglio il treno con il riavvio delle danze sul TAP del 27 marzo o per stavolta si rinuncia alla politica delle cannoniere e si passa direttamente alla guerra “guerreggiata” Turchia-Grecia/Europa ? Saluti .La seguo sempre con stima e attenzione.

    1. Non è difficile, è solo costoso: bisogna avere un Airbus 320 o un Boeing 777 a disposizione, così da “mapparlo” in tranquillità.

      1. Se prendi uno che ci lavori o che ci abbia lavorato diventa anche economico. Potrebbe essere uno spunto per indagini serie.

  7. in queste guerre ibride non ci sarà partita almeno finché il ” bersaglio” resterà complice di chi l’ attacca

  8. Domandina, anzi due:
    secondo te anche il volo 447 dell’Air France inabissatosi nell’Atlantico qualche anno fa rientra in questa strategia? E sempre a proposito di Francia, ma andando un po’ off topic rispetto al tuo pezzo, sei sempre cosí sicuro che la Le Pen vinca le elezioni?
    Grazie

  9. Ringrazio ancora una volta Federico perchè riesce ad esprimere in modo costruttivo e sintetico quelli che altrimenti rimarrebbero dubbi confusi, certo è che le versioni, immediate e quasi identiche, che rimbalzano da ognuno dei fake media stream sono già una ragione sufficiente per avere dubbi, che neanche le inchieste delle varie magistrature riescono mai a chiarire, anzi col tempo proprio le magistrature riescono se è possibile ad intorbidirle le storie, a volte mi sovviene un ulteriore dubbio e cioè che le agenzie di disinformazione disseminano il web di storie fasulle con lo scopo di rendere ancora più confuso il quadro, nulla di stupefacente ma utile in ogni caso alla causa di chi intende nascondere le tracce, anche la morte dell’autista nonchè amico personale del Presidente Putin è probabile sia stato causato con uno di quegli hackeraggi oggi sempre più facili come dimostrato anche dagli ultimi documenti rilasciati da WikiLeaks.
    Da notare infine che a distanza di decenni sono troppe le versioni perchè sia possibile fare chiarezza definitiva, meglio però stanno proprio i paesi anglosassoni che riescono dopo molto tempo a pubblicare i documenti chiave, ovviamente accade quando è ormai troppo tardi, gli omicidi e le stragi eccellenti compiute nei paesi vassalli invece non riescono mai a trovare neanche la giustizia del tempo, a dimostrazione dell’insignificante ruolo politico dei paesi europei.
    Penso che a livello di servizi sia la Russia che la Cina possano disporre di informazioni molto chiare al riguardo e che possono giocarsi nei rapporti bilaterali con paesi nell’orbita dei paesi atlantici, mi spiego, per esempio, così i cambi di schieramento di Egitto e Filippine.
    Un saluto e un augurio di continuare così.

    1. Ahahaha!
      Curioso, ha come immagine una foglia di cannabis eppure è così conformista: strano… Oppure normale?

      1. (A parte che è tutta la pianta… che con le foglie non è che ci si faccia molto…) Non è mica questione di “conformismo”… da semplice appassionato di aviazione, posso condividere che “se mi intralci a Palmira e dintorni casca il MetroJet” -diciamo così- ed anche che “se intrattieni relazioni con chi non devi posso far cascare pure aerei che partono da CDG”… ma nel caso della Germanwings non credo proprio ci sia spazio per altre ipotesi.
        Opinione personale, ovviamente.
        Di nuovo, cordiali saluti e buon lavoro 😉

        1. Mah..francamente l’idea che si buttino giù gli aeroplani per questioni geopolitiche è davvero strampalata.
          Principalmente perché del tutto inefficace tanto è vero che lo stesso blogger sottolinea come alla fine quei paesi colpiti abbiano continuato a fare come gli pare.
          Ma in secondo luogo, come anche i sassi sanno perfettamente, perché il terrorismo degli attentati è l’arma del debole contro il forte e non viceversa.
          Quando si va in conspirative feeding frenzy però niente e nessuno ti può fermare…:)

          Diciamo che stiamo appena al di sopra di un Benjamin Fulford.

        2. Ermes, che diavolo c’entra il Lusitania.
          Qui si sta dicendo che “qualcuno” per convincere degli Stati so rani gli butta giù gli aerei dopodiché però si afferma che questi Stati hanno fatto quello che gli pareva lo stesso.
          E allora di che parliamo?

          Mi spiego meglio perché vedo che state andando un po’ a ruota libera: gli attentati degli anni di piombo erano mirati e soprattutto erano evidentemente degli attentati.
          Qui invece si colpisce alla rinfusa e in maniera da lasciare molti dubbi sulla dinamica ossia senza la certezza assoluta che si tratti effettivamente di un attentato quindi influenzando molto di meno (o forse per nulla) l’opinione pubblica.

          Comunque se vi piace giocare al piccolo esperto di intelligence continuate pure che non date fastidio a nessuno.

        3. Non si colpisce alla rinfusa e non è l’opinione pubblica che si vuole influenzare.
          Gli interessati hanno immediatamente certezze sull’accaduto ma non sarebbe molto intelligente raccontarle nei dettagli ai quattro venti… cmq capiscono benissimo: “Planes are brought down to hit relationships” (Al Sisi, Febbraio 2016)=

  10. Quella del primo suicidio in volo di un pilota, tra l’altro di stirpe teutonica che è tutto dire, con tutti i martiri ad accompagnarlo verso la morte è la prova di quello che ho sempre sospettato. Qui non bisogna essere demoni, illuminati, sionisti, templari o altro perché l’utilizzo di questa strategia è alla portata di tutti e viene quotidianamente usata, sopratutto dalle religioni ma anche dai singoli individui ad esempio in famiglia. Costringendo ad accettare delle spiegazioni assolutamente ridicole e contrarie alla più elementare logica razionale si abitua e addomestica il cervello delle persone a smettere di funzionare normalmente e diventa così estremamente facile appropriarsene dall’esterno. Altro che manipolazioni genetiche, con vaccini o scie chimiche, è molto più semplice di quanto normalmente pensiamo.

  11. Quindi, Federico, non sarebbe azzardato ipotizzare che Ustica sia stato, anche se in maniera più grezza, un precedente “suggerimento/richiamo” alla politica dell’Italia di allora.

    1. La strage di Ustica merita un articolo ad hoc: forse prossimamente. Cmq la spiegazione è collegata agli equilibri del Mediterraneo…

      1. Un indagine seria su Ustica sarebbe davvero gradita, è una storia talmente brutta e assurda che mi è rimasta sul groppone, con quella scia di morti poi sembra più un film dell’orrore che un fatto realmente accaduto, per non dire poi delle troppe versioni.

      2. Ci fu un combattimento aereo tra ns piloti, che intervennero per difendere l’aereo di Gheddafi, ed i francesi, con anche un aereo francese abbattuto.

        1. Il DC9 di Ustica fu abbattuto da missili veri, francesi o americani, diretti in realta’ a Gheddafi, salvato dai servizi italiani che all’ultimo gli fecero cambiare programma. Su Ustica qualcosa si comincia a dire anche nelle versioni ufficiali. Dopo decenni qualcosa trapela, come anche negli altri aerei abbattuti in Italia, Argo16 e company, fino all’omicidio Mattei. Mi permetto una considerazione, se consideriamo scandaloso questo samizdat di Dezzani pensiamo al ludibrio che ci avrebbero riversato addosso decenni fa se avessimo raccontato quello che sappiamo oggi su questi fatti. Con Dezzani saltiamo a piedi pari decenni di menzogne per approdare alla sostanza dei fatti.

  12. La politica degli anni 2000….Forse erano meglio le disfide dei cavalieri antichi…..
    Fa proprio schifo tutto…Sui voli Malaysia Airlines non c’erano dubbi. A questo disastro di germanwings si poteva credere…il mito del depresso funziona sempre. Poi si aggiungono l’attacco a Wolkswagen, e a deutsche bank e tutto si chiarisce…Sono tempi duri, per chi viaggia.

  13. salve ,seguo il blog da due anni e scrivo per la prima volta.Sarebbe interessante capire se ci possono essere connessioni col “pilota suicida” egiziano che si inabbisso’ con l’intero stato maggiore egiziano qualche anno fa’ al largo delle coste statunitensi.Ottimo blog ,commenti di livello,continua cosi’ Federico.

  14. Questo articolo individua in modo preciso alcuni delle forme, davvero inquietanti, della guerra asimmetrica che si combatte tra le varie oligarchie che si contendono il dominio del mondo. C’è però un aspetto che non mi è del tutto chiaro: quando una grande potenza come la Russia, o una media potenza come la Germania, la Francia o l’Egitto ricevono dei “messaggi ” di quel tipo (l’abbattimento di aerei o l’attacco finanziario sullo stile Wv o Deutch bank) come reagiscono? Se reagiscono. È mai possibile che di fronte a delle vigliaccate di quella portata non provino a ripagare “pan per focacce “? Ne mi sembra ipotizzabile che non siano in grado di capire l’origine di quei misfatti. Dunque non si capisce perchénon vi siano delle risposte altrettanto insidiose e sullo stesso piano di comunicazione nei confronti dei vigliacchi che mettono in essere queste efferatezze.

  15. Io sono un amico dalla Malaysia , mi piace la sua ultima frase , trovo la sua teoria probabile , ma ritengo lei non abbia messo a fuoco i vizi caratteriali di Najib . Sarebbe proprio strano che fosse solo una vittima . L’osservazione di fondo , e’ che i governi non rispettano le nostre vite . E su questo bisognerebbe approfondire molto .

      1. Najib è stato il premier più “filo-americano” degli ultimi decenni. Ma, come sempre, controllare il vertici dello Stato, non vuol dire controllare lo Stato, né fermare le dinamiche geopolitiche di fondo.

  16. Mi permetto di ricordarti un particolare cui non è mai stato dato rilievo, anche se -a mio parere- è quanto meno significativo.
    Immediatamente dopo il disastro, giunsero sul posto e si incontrarono i leader di Germania (Merkel) e Francia (Hollande) e Spagna, cioe’ degli stati da cui era partito l’aereo ed era caduto l’aereo e dello stato di nazionalità della compagnia dell’aereo.
    Come mai questo strano incontro? Strano perché nelle ore immediatamente successive ad un simile disastro non si fa in tempo a far incontrare nemmeno gli esperti di incidenti aerei delle nazionalità coinvolte.

  17. Ma solo a me verrebbe la curiosità di fare delle verifiche sull’incidente in cui morì il leghista Buonanno?
    Anche in quel caso, molti elementi da “messaggio recapitato”: muore un politico certo non di primo rilievo, ma che aveva una sua risonanza e caparbietà e aveva toccato, forse anche inconsapevolmente, alcune questioni che Salvini si è sempre ben guardato dall’affrontare in modo compiuto e non solo in Italia, ma anche sul palcoscenico europeo, visto da molti a Bruxelles. E poi aveva fatto quel viaggio, unico politico Ue, da Haftar in tempi non sospetti, parlando di petrolio.
    In un giorno di elezioni, percorre un rettilineo autostradale, poco trafficato, e invade la corsia d’emergenza: già a poche ore, si dà per certo “un malore”, poi invece che “cercava il cellulare caduto sotto il sedile, han trovato le chiamate in quel momento(?)”, “la moglie di fianco dormiva e non si è accorta di niente”, “guidava sempre senza cintura”, la stampa cambia idea anche sull’ora dell’incidente. Allo sconfinamento di corsia, già evento inusuale, si aggiunge il fatto molto sfortunato che, proprio in quel punto preciso in cui sfora, c’è un’auto ferma (“ha bucato le gomme”) su cui viaggiavano, con un albergatore del posto, “due turisti inglesi” e la prende in pieno.

    1. Mi permetto di aggiungere, e mi scuso per lo spazio occupato, che gli articoli sull’archiviazione del caso mi avevano fatto un effetto pure strano, a partire dall’apodittico “Quello di Gianluca Buonanno è un incidente mortale molto ben documentato come ce ne sono pochi” (circolare, circolare!).
      Questa la ricostruzione ufficiale “finale”: al netto del “si era chinato per il cellulare” e “il telefonino la causa dell’incidente”, già diffuso dai mezzi di stampa a pochi gg dall’incidente e “come confermato dall’autopsia”(?), è così implausibile uno scenario da accompagnamento esterno? [Ulteriore dettaglio alla “catena di sfortunatissime fatalità”: l’auto degli inglesi che si trovava nell’esatto punto di sbandata era lì appena “da 47 secondi” e proprio in quel lasso di tempo avviene l’ulteriore fatalità della uscita dalla carreggiata, per giunta “lenta”, dovuta alla ulteriore fatalità “del cellulare”…]
      “Il conducente non ha avuto neppure il tempo di scendere dall’auto ed esporre il triangolo per segnalare il mezzo in avaria. In quegli stessi 47 secondi, Buonanno si è distratto per cercare il telefono; si è abbassato verso destra, mentre la sua compagna seduta sul lato passeggero dormiva. La sua New Beetle viaggiava a velocità moderata, non oltre i 100 chilometri orari secondo gli inquirenti. Lentamente ha iniziato a sbandare verso destra fino a travolgere la Mercedes ferma in corsia d’emergenza. La telefonata che arriva proprio in quel momento; il telefono che continua a squillare ma che è scivolato sotto il sedile, la compagna che dorme e non può passarglielo, fino alla macchina ferma sulla destra per un guasto meccanico. Una serie di coincidenze che ha creato una tragica fatalità costata la vita al politico della Valsesia. ” eh già…
      http://www.lastampa.it/2016/08/28/edizioni/vercelli/buonanno-morto-per-una-distrazione-al-volante-3kgZwVkyxcG2WD4q6XiWdM/pagina.html

      Sinceramente (non avendo una TV da molto tempo) lo conoscevo poco più che di nome: incuriosito da questo tragico evento ho visto che se ne usciva con cose me quelle qui sotto: sarà stato pure poco noto e ruspante, ma su varie cose ci imbroccava (in effetti basta anche del buon senso pratico), con in più una buona capacità di bucare lo schermo.

      http://video.repubblica.it/politica/lega-buonanno-su-sel–sodomita-non-e-un-offesa-si-dice-nella-bibbia/136473/135019

      http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/04/lega-bonanno-in-europa-farei-comandare-alla-russia-non-a-questi-europirla/3151614/

  18. Non darei peso a questo particolare. In genere un aereo cade a 5000-10000 Km.
    In questo caso, tutti e tre i capi di stato erano a distanza di circa 1000 Km . dal disastro. Forse merkel aveva qualche Km. in più, ma aveva anche circa 200 morti nazionali.
    Una bella foto ricordo della presenza sulle orme della tragedia, fortifica il messaggio di cordoglio e garantisce un impegno solenna nella ricerca della verità.(Questo come frame, ovviamente)

    1. Perché tu ricordi incontri del genere in casi simili?
      E di aerei ne cadono anche in europa.

  19. Che dire? Ottima l’analisi dei moventi e verissima l’osservazione che ci vogliono anni per determinare con esattezza le cause di un incidente aereo. Non ero al corrente delle dichiarazioni del padre di Lubitz né ricordavo le affermazioni dell’associazione piloti sulla rumorosità della cabina degli A320 (Airbus ne consegna uno al giorno), però avevo anche io letto la notizia dei programmi di hackeraggio di guida di un aeromobile (mi sembra che avesse azzardato l’ipotesi anche un pezzo grosso della IATA, International Air Transport Association, ma non riesco a ritrovare la notizia).
    Sul volo MH370 c’è un aspetto molto interessante: il 777 monta motori Rolls Royce, che la ditta inglese sorveglia a distanza dovunque nel mondo in tempo reale.
    http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=318220&Itemid=100021
    Uno potrebbe dire che sono illazioni di Blondet, ma ci sono voci molto interessanti sulle telemetrie dei motori del volo MH 370, che rafforzano le ipotesi di una rotta verso la base Diego Garcia. Del movente dei brevetti supersegreti ne ero al corrente anche io e ha giá commentato bene Learco.
    Sul volo MH17 ricordo che siti come Zero Hedge riportavano dei tweet di controllori di volo che sembrano rafforzare l’ipotesi di un abbattimento da parte di un caccia ucraino.
    Su Ustica consiglio la lettura del libro del Prof. Carlo Casarosa:
    https://www.ibs.it/ustica-storia-di-indagine-libro-carlo-casarosa/e/9788884923936

    1. su Ustica il libro di Gatti se non è definitivo è almeno uno dei + importanti se non il + importante.

  20. L’incidente aereo indotto è un vecchio arnese dei servizi segreti, soprattutto di quelli americani.
    In passato l’obiettivo erano singoli individui che infastidivano il grande potere, da Enrico Mattei al dittatore panamense Omar Torrijos, poi si è passati alle stragi di passeggeri come messaggio ai governi.
    Forse in futuro gli strumenti di dominio imperiale come incidenti aerei, rivoluzioni colorate, colpi di Stato, controllo dei media tradizionali etc. continueranno, ma credo che ormai facciano parte del passato.
    I nuovi dominatori provenienti dalla Silicon Valley e dai centri informatici utilizzeranno strumenti più sofisticati per completare il progetto di Nuovo Ordine Mondiale iniziato dai vari Rockfeller, Soros, Rothschild, visti ormai come dinosauri in via di estinzione.
    In futuro ci aspettano: il denaro digitale manipolato dalle banche digitali, gli algoritmi di controllo, i microchip sottopelle spacciati come fattore di progresso e di civiltà.

  21. Scusa Federico, ma il tuo libro sulla Merkel si puo’ acquistare solo su amazon? E si puo’ pagare con bonifico? Scusa l’ignoranza

  22. “Tenerone Dolcissimo” (ottimo Nick) tu vorresti acquistare un libro su Amazon con bonifico ?Che ne dici di comprarlo con due chili di sale, scambiati al km 33 della via Salaria, il terzo plenilunio di primavera ?

    1. Eh povero Tenerone…
      Cesare, con tutto il rispetto, non siamo per forza tutti obbligati a maneggiare pagamenti con carta di credito, tra l’altro il tenerone mi pare (non me ne voglia) non essere più un teenager..è già buona cosa che intervenga in un blog, il modo di acquistare il libro sulla K…K… ah sì Kassner (maliziosi, avevate pensato all’altro epiteto di arcoriana memoria ;-P) lo troverà

    2. Ragazzi non infierite. Già ci sono i miei colleghi che mi hanno soprannominato Arterio

  23. “Avvertimenti” in chiaro stile “mafioso” di più o meno “lieve, media o grande intensità”.
    L’ultimo in GB il messaggio è chiaro “fate pure la Brexit, ma fatela “a modo”.
    Stessa “strategia” usata per amici/nemici (con i secondi si parte con incidenti di lievi/media intensità; della grande intensità è meglio non parlare).
    Non c’è bisogno di elencare tutto quello che è successo negli ultimi 50 anni, nulla è un caso e fa parte del gioco.
    Ottimo Dezzani, come sempre.

  24. Quale differenza con Roma, spiega Tacito tornato a spiegare gli eventi di un altro impero cadente. Lì la lex e la pace romana; qui la spoliazione e la legge della codardia.
    E per cosa? Per poter continuare a creare carte colorate e numeri nei vostri ‘calcolatori’, chiamare solo essi ‘moneta’ e prestarli a interesse ai popoli. Zurigo.

  25. Ci sono 2 punti che integrerebbero bene l’articolo:
    1) Il sistema di controllo del traffico aereo civile della Malesia GLIELO ABBIAMO VENDUTO NOI attraverso una sussidiaria di Finmeccanica (Selex Sistemi) e alla Selex sono convinti che non puo’ essere sparito (http://www.trend-online.com/irs/finmeccanica-selex-firma-un-contratto/)
    2) Se l’aereo avesse invertito la rotta verso l’Australia, come hanno raccontato, sarebbe entrato nello spazio aereo dell’Indonesia e tutti gli aerei anche i piu piccoli devono essere preventivamente autorizzati al sorvolo altrimenti decollano immediatamente i caccia ed in max 7 minuti intercettano l’aereo.
    Le cose quindi non stanno come le raccontano, sicuramente

I commenti sono chiusi.